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VENEFICI NELLA STORIA DALL’ARSENICO AL CIANURO

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Presentazione sul tema: "VENEFICI NELLA STORIA DALL’ARSENICO AL CIANURO"— Transcript della presentazione:

1 VENEFICI NELLA STORIA DALL’ARSENICO AL CIANURO
Dott.ssa Federica Umani Ronchi Dipartimento Medicina Legale “Cesare Gerin”

2 VENEFICI NELLA STORIA DALL’ARSENICO AL CIANURO
L’imperatore romano Antonino Pio ( d.C.) “E’ più grave uccidere con il veleno che con la spada” Per il nostro codice penale il veneficio è un aggravante dell’omicidio ed è punito con il massimo della pena. Chi lo commette? Essenzialmente le donne! VELENO qualsiasi sostanza (organica o inorganica, estrattiva o di sintesi) che introdotta nell’organismo è responsabile di una azione lesiva di natura chimica.

3 la diagnosi di avvelenamento
“Ogni sostanza è veleno e nessuna è perfettamente innocua, soltanto la dose ne determina la velenosità”. PARACELSO ( ) Nelle scienze medico-forensi il concetto di veleno assume un’importanza relativa. Fondamentale è invece la diagnosi di avvelenamento

4 DIAGNOSI DI AVVELENAMENTO
La diagnosi di avvelenamento si raggiunge attraverso il convergere di una serie di elementi che scaturiscono dall’applicazione di più criteri: anamnestico-circostanziale notizie collegate all’evento, notizie cliniche sulla sintomatologia presentata dal soggetto prima dell’exitus, le notizie sulle abitudini e frequentazioni etc. sopralluogo, rinvenimento di farmaci o di bicchieri, cucchiaini, flaconi contenenti residui di qualche sostanza, prodotti chimici etc anatomo-patologico tutti gli elementi che provengono dall’esame esterno del cadavere e dall’autopsia: odore, colore delle mucose, delle ipostasi, dei vari organi, presenza o meno di congestione viscerale chimico-tossicologico consiste di una prima fase che riguarda la raccolta e la conservazione dei prelievi a cui segue l’analisi vera e propria e la valutazione del dato analitico biologico-clinico consisteva nell’iniettare la sostanza presunta in cavie di laboratorio, oggi ovviamente in disuso

5 “Arsenico principe dei veleni,
veleno dei principi” L’arsenico o solfuro di arsenico bivalente, si trova in natura sottoforma di cristalli cubici di colore giallo o esagonali di colore grigio acciaio. Dal solfuro arsenico l’anidride arseniosa o sublimato di arsenico Polvere bianca, simile allo zucchero, facilmente solubile in acqua, in bevande alcooliche o nei cibi senza alterarne il sapore.

6 Impiego: sin dall’antichità come ratticida, utilizzato anche in
medicina, attualmente usato in molte leghe metalliche e nella lavorazione del vetro. È un comune inquinante del carbone. Sintomatologia irritazione cutanea, laringite, bronchite, nausea, vomito, dolori addominali con diarrea, danno epatico e renale, ipotensione, convulsioni, paralisi, coma. Nel sangue Concentrazione normale o terapeutica 0,07-0,35 µl/ml Concentrazione tossica µl/ml Concentrazione letale µl/ml (Il laboratorio di Farmacologia e Tossicologia Clinica. S.D. Ferrara, Torino 1995 ).

7 81 a.C. nuova epidemia di venefici
V sec a.C. Olympiodoro II sec a.C. Mitridate VI Tito Livio ci racconta che nel 331 a. C., a Roma ci fu un aumento dei decessi per veneficio tra gli uomini della nobiltà romana. 81 a.C. nuova epidemia di venefici Lucio Cornelio Silla “Lex Cornelia de sicariis et veneficiis” Lucio Cornelio Silla Sotto i primi imperatori 68 d.C. famosa fattucchiera Locusta viene interpellata da Agrippina per uccidere il marito Imperatore Claudio (Tito negli Annali); ma anche da Nerone per avvelenare Britannico. Per secoli non si ricevono altre notizie di avvelenamenti con arsenico. Medioevo le farmacie di tutta Europa fanno arrivare medicamenti e veleni dall’Italia Agrippina e Nerone

8 Fine 1300 Carlo –re di Navarra- detto il cattivo.
L’arsenico continua ad essere la sostanza con proprietà tossiche maggiormente conosciute e più facilmente reperibile perché utilizzato come ratticida. Fine 1300 Carlo –re di Navarra- detto il cattivo. Borgia la cui fama in tema di venefici non è mai stata eguagliata da nessuna persona o famiglia nella storia (cantarella borgiana). Lucrezia Borgia Metà del 1500 Caterina de’ Medici fa arrivare dall’Italia due famosi speziali A Parigi in quegli anni si contano più di fra maghi, alchimisti, stregoni che venivano interpellati. Caterina de’ Medici

9 Scatolina e anello per contenere veleni (XVI)
Vari nuovi espedienti: -veleno sulle pagine dei libri (Enrico di Navarra) -lama del coltello -camicia avvelenata (camicia all’italiana) o altri indumenti -gioielli avvelenati o con serbatoi Scatolina e anello per contenere veleni (XVI) con il trascorrere dei secoli si passa alla miglior definizione di “arsenico il principe dei veleni”

10 GIULIA TOFANA (intorno al 1600) -Palermo, Napoli, Roma-
Cortigiana, fattucchiera, visse dapprima a Palermo dove la relazione con un farmacista le permise di avere facilmente accesso ai veleni più comuni. Produce la così detta “Acqua di Tofana” chiamata “Manna di San Nicola” anche con l’immagine del santo. Si trattava di una soluzione di anidride arseniosa in acqua distillata aromatica: un liquido trasparente, inodore e insapore che può essere miscelato con vino o cibi (minestre) e produce dolori addominali, vomito, febbre, astenia fino a morte in quindici-venti giorni, ne erano sufficienti poche gocce ogni giorno. Venduta in fiaschette di vetro di circa ¼ di litro al prezzo di 100 doppie di oro.

11 Scappa da Palermo, passa a Napoli, arriva a Roma insieme alla sua figliastra Girolama Spana, si ricrea il suo entourage e riprende la produzione della sua micidiale acqua. Notizie sulla sua morte sono vaghe comunque la sua attività viene ripresa dalla figlia - GIROLAMA SPANA - che amplia il giro d’affari. Numerosissima clientela: movente passionale, adulteri, eredità, carriera o semplicemente l’eliminazione di una persona scomoda. Insieme alle sue complici viene condannata e impiccata a Roma Campo dei Fiori nel 1659 confessando di aver avvelenato più di 600 persone tra cui due papi: Pio III e Clemente XIV.

12 Marchesa di Brinvilliers Francia (prima metà del 1600)
Passa alla storia come una nobile dama, ninfomane, affamata di soldi, ambiziosa e arrivista. Si sposa con un uomo più anziano di lei di venti anni. Si tradiscono vicendevolmente. Si invaghisce follemente di uno dei suoi amanti Gaudin Sainte-Croix che godeva di una pessima fama; il padre contrario a questa relazione con una serie di espedienti ne fa ordinare l’arresto ma, è proprio in carcere, che si avvicina all’arte della chimica. Uscito di prigione continua la sua passione e inizia una serie di esperimenti per la produzione di veleni.

13 Marchesa di Brinvillers
Coinvolge la Marchesa che inizia la serie di avvelenamenti (padre, e fratelli); tenta anche con il marito ma sembra che lo stesso amante, impaurito, lo salva iniettando un antidoto. Sainte-Croix muore nel suo laboratorio, viene aperta una scatola con una lettera di denuncia contro la stessa Marchesa. M.Me Brinvilliers si ritira in convento, e verrà arresta con un espediente dal Luogotenente Desgrais. Decapitata nel Non si conosce la natura del suo veleno detto “poudre a succession”. Marchesa di Brinvillers

14 La “Chambre Ardente” Ovvero il processo dei veleni, una corte
giudicatrice presieduta dal Giudice La Reynie, il cui giudizio era inappellabile. Rimase in funzione dal 1679 al mandando al rogo 36 persone. Il Giudice La Reynie Fino a quando non venne coinvolta anche la favorita del re Luigi XIV (M.me de Montespan) che voleva uccidere una sua rivale; pertanto la corte viene chiusa e distrutti gli archivi. M.Me Montespan

15 Metodo di Marsh (1836) Apparecchio di Marsh La Tossicologia pone le sue basi nell’Ottocento, e nel 1836 viene messo a punto il famoso apparecchio di Marsh per la determinazione dell’arsenico, anche se il suo impiego non fu semplice e complessa fu anche la determinazione del dato analitico emergente.

16 “Affaire Lafarge” Francia (1840)
Fu il primo caso dove venne utilizzato il metodo Marsh per la determinazione dell’arsenico. Venne definito il processo dei tossicologi in quanto ci fu una grossa diatriba tra i più illustri esperti dell’epoca. M.Me Lafarge La consulenza sui liquidi biologici venne ripetuta 4 o 5 volte con non poche difficoltà e diversi risultati. Orfilia trovò l’arsenico e affermò che la diversità con gli altri esami eseguiti era dovuta alla difficoltà di impiego dell’apparecchio ancora poco conosciuto. La vedova Lafarge fu condannata, ma graziata su decisione di Luigi Napoleone Bonaparte. M. P. Orfilia

17 Hélène Jégado Francia (1851)
Cuoca accusata e condannata alla decapitazione per 26 avvelenamenti con arsenico e 8 tentativi. Non c’era movente ma fredda determinazione. Non fu considerata incapace di intendere e di volere ma, i consulenti medici dell’epoca la definirono “priva di senso morale” Hélène Jegado, “la cuciniera del diavolo” Un’incisione del XIX sec

18 Con la fine del XIX sec la Tossicologia ha fatto ormai la sua entrata nei processi giudiziari e i metodi analitici saranno via via sempre più raffinati e precisi. L’arsenico comincia a perdere il suo appellativo di “principe dei veleni” lasciando dunque il posto ad altre sostanze, ma senza mai scomparire. Infatti ancora negli anni 60, l’arsenico desta interesse al punto che viene finanziato dal CNR un progetto “La solubilizzazione dei Sali arsenicali ad opera di microrganismi anaerobi” Macchiarelli L., Gualdi G., Umani Ronchi G.

19 Venefici contemporanei (1900-2007)
Girolamo Lo Verso (1945) bicloruro di mercurio Palermo- ergastolo Massimo Tertulliano Massai (1950) arsenico Firenze- assolto Gaspare Pisciotta (1954) stricnina carcere di Palermo Girolamo Lo Verso Gaspare Pisciotta (a sinistra)

20 Venefici contemporanei (1900-2007) Carlo Nigrisoli con la moglie
Caso Nigrisoli (1964) sincurarina –Bologna- Victor Yushchenko (2004) leader dell’opposizione ucraina candidato a presidente diossina Lucia Bartolomeo (2006) eroina Taurisano -Lecce- Carlo Nigrisoli con la moglie

21 Acido cianidrico È un liquido incolore, volatile, emana un caratteristico odore di mandorla amara. L’acido e i suoi sali (cianuri) sono veleni molto potenti sia per la rapidità delle loro manifestazioni tossiche sia per la gravità. Inibiscono gli enzimi ossidativi che presiedono la respirazione cellulare, invalidando il Fe e impedendo, in questo modo, il trasporto di O2 ai tessuti. Vengono impiegati negli insetticidi e nei ratticidi oltre che per la fabbricazione di vari composti. Sintomatologia dose massiccia porta a morte immediata; forte bruciore bocca e faringe, mal di testa, confusione, vertigini, nausea, vomito, incoscienza seguita da convulsioni e morte per arresto respiratorio. Nel sangue concentrazioni letali mg/ml* *(S.D. Ferrara -Il laboratorio di Farmacologia e Tossicologia Clinica- Torino 1995 ).

22 Sindona (1986) -carcere di Voghera- Francesca Moretti (2000) -Roma-
Fu utilizzato nelle camere a gas nei campi di concentramento (Zyklon B) ed anche da alcuni esponenti del partito nazista (capsula contenente cianuro). Capsule contenenti cianuro I membri di una setta denominata il Tempio del popolo (1978) compiono un suicidio di massa –Guayana- 911 morti Sindona (1986) -carcere di Voghera- Francesca Moretti (2000) -Roma- Etichette Zyklon B su barili rinvenuti nei campi di concentramento

23 Suicidio o omicidio? Michele Sindona (1986)
Carcere di Voghera 20 Marzo 1986 Finanziere siciliano condannato qualche giorno prima come mandante dell’omicidio Ambrosoli. Muore dopo aver bevuto un caffè nella cui tazzina sono state ritrovate tracce di cianuro. Suicidio o omicidio? 23 Luglio 1987 la Magistratura di Pavia dichiara di non dover procedere con l’azione penale perché trattasi di suicidio attraverso la simulazione di un omicidio.

24 FRANCESCA MORETTI (2000) Roma 22 Febbraio 2000 Una neolaureata in psicologia viene portata in ospedale agonizzante dove muore poco dopo. Dalla autopsia e dalle indagini tossicologiche emerge che si è trattato di avvelenamento da cianuri. Viene accusata la sua coinquilina, che passa un giorno in carcere ed un anno e quattro mesi agli arresti domiciliari. Processata e assolta in tutti i gradi di giudizio. “Nessuno potrebbe condannare una persona in base a questi elementi e tornare a casa tranquillo!”

25 BIBLIOGRAFIA Veleni -Intrighi e delitti nei secoli- Mari F, Bertol E. Le Lettere 2001 Il pugnale e il veleno. Georges Minois Utet 2005 Veleno nella storia Jean de Maleissye Sugarco Edizioni 1991


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