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Cosa sta dietro alla narrazione storica?

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Presentazione sul tema: "Cosa sta dietro alla narrazione storica?"— Transcript della presentazione:

1 CARLO MARIA CIPOLLA, Introduzione allo studio della storia economica, Bologna, Il Mulino, 1988.

2 Cosa sta dietro alla narrazione storica?
i materiali raccolti come sono stati raccolti come sono stati ricomposti nell’interpretazione della storia

3 La Storia economica è una materia interdisciplinare

4 Storia economica una definizione
“storia dei fatti e delle vicende economiche a livello individuale o aziendale o collettivo”

5 Disciplina giovane Nata a metà del XIX secolo, inizi XX
Sviluppo straordinario tra il 1930 e il 1970 alcune sue branche evolsero in senso autonomo (storia del commercio, dell’industria, dell’agricoltura, dei trasporti, aziendale, della moneta …)

6

7 Discipline sussidiarie

8 “Storia” economica …il termine “storia” puo’ essere fonte di ambiguità
…puo’ sembrare che la storia economica si occupi di avvenimenti economici ormai lontani nel tempo Non e’ corretto…

9 Definizione “Storia economica è lo studio degli avvenimenti economici passati e presenti in uno o più paesi”. Horton B.J., Ripley J. , Schnaper M.B., Dictionary of Modern Economics, Washington D.C., 1948, p. 106.

10 Differenza tra Storia economica ed “Economica”
la problematica delle due discipline e l’uso degli strumenti concettuali d’analisi il fine a cui mirano le due discipline

11 come distribuire questo prodotto
La problematica Per essere giustificatamente considerata “opera di storia economica” una ricerca deve rispondere ad una problematica di tipo economico, a una problematica che trovi riscontro nei tre quesiti fondamentali dell’Economica: cosa produrre come produrre come distribuire questo prodotto

12 “La teoria economica deve fornire alla storia economica i criteri teorici che le sono indispensabili per la scelta, la coordinazione e l’apprezzamento dei fatti, delle condizioni e degli istituti che ne costituiscono la materia”. Luigi Cossa (1892)

13 L’economista “L’economista deve studiare il presente alla luce del passato per fini che hanno a che fare col futuro”. Maynard Keynes ( ) “Buona parte del lavoro degli economisti si concentra sul futuro , con previsioni e pianificazioni” John Hicks ( )

14 L’economista L’economista è interessato alla determinazione di regolarità nei rapporti di associazione tra le variabili economiche considerate rilevanti. L’economista è essenzialmente interessato alla determinazione di regolarità, di ‘leggi’ che gli permettano di formulare previsioni e piani. Alla formulazione di leggi e paradigmi l’economista perviene per via di analisi fattuali concrete o per via di logica deduttiva formale.

15 John Hicks ( ) “Buona parte del lavoro degli economisti si concentra sul futuro , con previsioni e pianificazioni …” “…ma le previsioni sono triviali e le pianificazioni inutili se non sono basate sui fatti. E i fatti a nostra disposizione sono i fatti del passato – che può essere passato recente, ma è pur sempre passato”

16 Lo storico Lo storico è invece orientato sul passato e non si preoccupa del futuri ne’ ha la pretesa di poterlo condizionare. Lo storico si contenta di osservare il passato per comprenderlo nei suoi termini.

17 “La storia, al contrario delle scienze fisiche, si occupa della descrizione di particolari eventi del passato anziché della ricerca di leggi generali che possano governare detti eventi”. Carl Gustav Hempel ( )

18 La metodologia dell’economista
E’ portato a limitare il numero delle variabili da prendere in considerazione Prende in esame solo quelle variabili che possono dimostrare certe regolarità nei loro rapporti di associazione e che sembrano riflettere comportamenti predicibili e razionali L’economista esclude variabili da lui definite ESOGENE

19 La metodologia dello storico
Lo storico economico, per spiegare il funzionamento e la performance di una data economia, deve prendere in considerazione tutte le variabili, tutti gli elementi, tutti i fattori in gioco. … e non solo quelli economici …

20 Lo metodologia dello storico economico

21 Breve periodo – lungo periodo [short run – long run]
“In the long run we all are dead” J. M. Keynes Nel secondo dopoguerra nasce nuova branca dell’Economica: “Teoria dello sviluppo” Nel lungo periodo ogni problema diventa un problema storico.

22 La teoria economica Il teorico ipotizza associazioni robuste tra certe variabili di base e ne assume un certo tasso di ripetibilità Il teorico deve ipotizzare anche un certo grado di razionalità nel comportamento umano L’economista deve operare sul presupposto che gli esseri umani agiscano in base a programmi precisi e definitivi.

23 ESPRIT GÉOMÉTRIQUE – ESPRIT DE FINESSE
“Nell’esprit géometrique i principi sono palpabili ma distaccati dall’esperienza comune […] nell’esprit de finesse i principi derivano dall’esperienza comune e sono davanti agli occhi di tutti […] Per possedere l’esprit de finesse occorre però avere una vista buona, ma buona per davvero perché i principi sono così delicati e così numerosi che è quasi impossibile che qualcuno non sfugga all’osservatore”. Pascal, Pensèes.

24 LA PROBLEMATICA FORMULARE IL PROBLEMA: la qualità della risposta è sostanzialmente condizionata dal modo in cui il problema viene formulato. La problematica della Storia economica deve essere di natura economica. … entrano in gioco pero’ elementi che danno luogo ad un ampio margine di flessibilità.

25 LA PROBLEMATICA Lo storico economico mira alla descrizione-ricostruzione di situazioni storico economiche specifiche considerate nella loro individualità e specificità. Gli interrogativi dello storico riflettono ed hanno origine nella cultura e società di cui lo storico fa parte, ma la documentazione con cui lo storico ha a che fare risponde agli interrogativi, alle problematiche, alle esigenze di una cultura, di una società, di una realtà diverse. C’e’ distonia tra consumatori e produttori di documentazione.

26 L’ottica delle fonti “L’attività dello storico è una lotta contro l’ottica imposta dalle fonti”. Paul Veyne (1930 -) Lo storico deve adattare i propri interrogativi a fonti prodotte per rispondere ad interrogativi diversi deve riformulare la problematica suggeritagli dal suo tempo e dalla sua cultura in termini tali che possano trovare una qualche risposta nelle fonti documentarie di tempi e culture diverse

27 LE FONTI

28 La critica delle fonti Fine del Seicento: in Europa si gettarono le basi per la formulazione di una metodologia sistematica che fu portata a compimento nel corso dell’Ottocento: distinzione tra fonti primarie e fonti derivate sulla ricostruzione critico-filologica del testo su test di concordanza o di compatibilità tra fonti diverse

29 Lavoro di documentazione

30 Critica delle fonti formulazione di una teoria logicamente strutturata
raccolta di dati il cui grado di affidabilità è misurato da una precisa determinazione statistica del loro margine di errore la verifica della teoria per mezzo di dati di cui si è accertata l’affidabilità

31 Critica delle fonti interpretazione letterale dei testi (decifrazione)
interpretazione sostanziale o contenutistica degli stessi determinazione della loro autenticità specificazione del loro grado di attendibilità

32 “Ogni documento è una menzogna”
Jacques Le Goff “Ogni documento è una menzogna”

33 Critica delle fonti fonte falsa con un contenuto falso
fonte falsa con un contenuto veritiero fonte genuina con un contenuto falso fonte genuina con un contenuto veritiero

34 Fonte falsa contenuto falso
Donazione Costantiniana nel 313 d.C. l’imperatore Costantino il Grande avrebbe donato a Papa Silvestro la città di Roma legittimando il potere temporale del papa e la sua supremazia sugli altri vescovi. La falsità venne provata dal filologo Lorenzo Valla alla metà del ‘400.

35 Fonte falsa documento veritiero
Documento autentico di acquisto di una certa proprietà da parte di una abbazia. Il documento per un caso viene distrutto. Viene riprodotto uguale dai monaci.

36 Fonte genuina con documento falso
Nel medioevo la condanna del “prestito ad usura” da parte della Chiesa aumento il numero di tali documenti. Dichiarazioni dei redditi. Bilanci societari.

37 Fonte genuina con contenuto autentico
L’alternativa falso/veritiero è una riduzione eccessivamente semplicistica della realtà…

38 Moses FInlay ( ) “non importa quale documento, la prima domanda che ci si deve porre è quella relativa alle ragioni ed ai motivi per i quali il documento è stato scritto”.

39 Le armi della critica CRITERIO DI COERENZA (contraddizione)
CRITERIO DI COMPATIBILITA’ (incompatibilità) CRITERIO DI CONCORDANZA TRA FONTI (discordanza)

40 informazioni di tipo quantitativo
Determinare il margine di errore o il margine di attendibilità delle grandezze che sono fornite dalle fonti. Distorsione (errore sistematico) e errore casuale Lo storico è giustificatamente prevenuto in modo particolare quando si trova di fronte a dati provenienti da documenti di origine fiscale. (estimi, denunce dei redditi, registri daziari)

41 ‘statistiche ufficiali’
Bisogna riconoscere che le cosiddette ‘statistiche ufficiali’ anche quando non sono brutalmente distorte per scopi politici, portano lo stigma della situazione politica e culturale dominante. Profondamente diversi, criteri e giudizi sono impliciti nella scelta di cosa e come si misura, della frequenza delle misurazioni e di come vengono presentati e interpretati i dati acquisiti. L’idea che si possano ottenere statistiche in base a criteri puramente tecnici e scientifici è una pia illusione.

42 IMPORTANZA DEL CONTESTO STORICO
Le statistiche, in modo particolare, possono trarre facilmente in inganno se nella loro interpretazione non si pone particolare attenzione al contesto storico

43 LA RICOSTRUZIONE STORICA

44 Bisogna fare delle scelte
La prima dote dello storico di valore è quella di avvertire il senso e il significato dell’esistenza o della scarsità o addirittura mancanza di documentazione e di saper condizionare intelligentemente la propria problematica allo stato ed al tipo delle fonti disponibili.

45 Rilevanza storica PAUL VEYNE: “non esiste una categoria speciale di fatti che possano dirsi rappresentare la storia e pertanto si impongano alla nostra scelta”. La rilevanza storica di un fatto o di un dato non dipende da qualità intrinseche del fatto o del dato stesso, ma dalla problematica dello storico. Es.: l’autunno del 1630 in Toscana è stato eccessivamente caldo… se mi occupo di politica monetaria non mi interessa ma se mi occupo di produzione vinicola si ….

46 L.P. Hartley “The pas is a foreing country. They do things dfferently there”

47 Insidie dello storico semplicismo ex-postismo tesismo subbiettivismo

48 SEMPLICISMO La descrizione più dettagliata della realtà storica fatta dallo storico più zelante e pur sempre una estrema semplificazione della realtà. Lo storico, pur forzato dalla natura stessa del suo compito a fornire una ricostruzione semplificata della realtà storica, deve trasmettere al lettore il senso che la storia è molto più complessa e complicata di quanto lui la racconti.

49 SEMPLICISMO Bisogna appoggiarsi a fonti documentarie primarie!!
Problema dell’inumanità della teoria economica.

50 Umberto Anzolin (conciario vicentino)
DC: “Qual è la composizione del vostro personale? Quale provenienza ha?” A “Ma è tutta quanta…beh, proviene, purtroppo, purtroppo o per fortuna, anche, perché abbiamo anche diversi extracomunitari, il 20, 25% ormai il 30 di extracomunitari, più o meno selezionati…vabbè; purtroppo abbiamo la carenza sotto questo…perché non c’è…quella capacità di essere manuali, di, di gusto che invece abbiamo bene o male noi…la differenza c’è, è inutile dire…la cultura, purtroppo, è che (…) ci ha mandato (…), perché adesso io sono un po’ così, però, delle osservazioni…proprio il modo che hanno di fare, di muoversi all’interno delle nostre macchine, si vede che c’è una differenza, insomma, no? tra noi…” DC “A parità di formazione…” A “Formazioni diverse, ma proprio anche strutturale, proprio strutturale, fa parte…basta vedere come ballano loro e come noi non siamo capaci di ballare, no?…che ci piacerebbe…ed ecco, quindi è proprio strutturale, e noi … su questo punto qua, di gusto e di altre cose; e il personale su cui ci appoggiamo maggiormente, sono personale italiano, in pratica, e anche giovani, ormai, perché, purtroppo, la via di mezzo non l’abbiamo più: abbiamo i vecchi, vecchi, vecchi, che ormai sono tutti in pensione, perché io li ho già visti passare tutti, o sennò giovanissimi, ecco…alcuni più appassionati, altri meno appassionati. Personale…non vorrei adesso scandalizzare…purtroppo non possiamo contare, fatto salvo su alcune eccezioni, ci sono sempre, su personale qualificato, come potrebbe essere la meccanica, come potrebbe essere qualsiasi altro settore un po’ più…d’elite, diciamo. Perché? In conceria vanno tutte quelle persone che non hanno trovato posto in altre…in altre circostanze, per cui, un po’ come l’impresa e la manovalanza dell’impresa edile, no? in cui il manovale che mena la carriola, vivaddio, insomma, non ha abilità più di tanto, per cui anche nella sua testa, non puoi andare a ricercare chissà cosa! Questa è un po’ una carenza. Una volta noi, non avendo altro… avevamo la possibilità di avere personaggi veramente in gamba, cioè, gente che, bastava poco e diventavano specializzati, diventavano veramente maestri di bottega…quasi(o quali?), nell’ambito del loro lavoro. Oggi è più difficile, perché oggi chi va in conceria, essendo considerato un lavoro più o meno sporco, anche se non lo è più, e…va chi proprio non ha trovato altro …

51 Marcello Zanon (meccatronica)
B: Avete dipendenti non italiani? Z: abbiamo qualche slavo, dio me ne liberi presto e abbiamo dei negri, abbiamo 4-5 negri che sono stati presi per fare manovalanza con i quali è impossibile lavorare perché 5 anni che sono qui ma non capiscono l’italiano appena vanno fuori si mettono a parlare tra di loro, qui a Schio ce ne saranno più di mille, lo vede anche dalle questioni che fanno che vogliono la scuola..anche gli arabi noi prima di essere industriali qui a Schio siamo stati emigranti la nostra gente qui intorno andava a Parigi, a Zurigo, Berna e lavoravano e filavano perché se avessero fatto quello che fanno qui li avrebbero mandati via. Bisognerebbe che il governo si facesse più forte, non ti va bene adesso che vogliono la ecc, va bene portali in Marocco, portali, vai fuori dai piedi. Perché qui ci sono i buonisti poveretti, a me fanno pena anche a me non sono mica un cane ma quelli che vengono in barca e ci sono quelli che dicono poveretti e allora li ricevano con i guanti perché i ga paura de ciaparse qualcosa, li cambiano, li vestono, gli danno le scarpette e un foglio di carta che ovviamente non anno neanche cosa c’è scritto, nel foglio è scritto che deve andare a casa dopo 15 giorni, si fuguri dopo 15 giorni è a Milano a chiedere l’elemosina e se non prende soldi uno gli dice guarda c’è da rubare quello là…andrei anch’io, farei anch’io la stessa cosa ma se pensa a tutto quello che spendiamo per quelli lì ci abbiamo gli aeroplani che vanno avanti indietro per vedere quanti vengono dalla Libia di Gheddafi, poi ci sono le motovedette, ne avremo penso una decina e quelle consumano un sacco di benzina e noi siamo la punta di tutta l’Europa e i nostri governanti on possono dire alla Francia, la Francia ha un pezzo anche lei di mare, alla Germania l’Olanda, che dopo vanno a finire anche a loro che mandino giù anche loro le vedette.

52 Marcello Zanon (meccatronica
C: il futuro della sua azienda, della vostra attività Z: noi stiamo attenti un po’ a tutto vediamo se ci sono altre possibilità, ce ne sono sempre meno perché il mio lato era da fare vasi non da fiori per i cinesi, sono vasi da notte ma mi dicono che non li adottano ma se li adottano sarebbe andato bene perché sono un miliardo e mezzo[ride], ma non abbiamo quelle possibilità. Ormai c’è ben poco che si può inventare cosa vuole adesso non si sa mai nella vita se viene fuori, può darsi che ritornino al nucleare e allora noi dovremmo lavorare abbastanza perché abbiamo ancora la struttura per farlo quindi saremmo i primi a lavorare su quel campo.

53 Marcello Zanon (meccatronica)
B: Lei ha seguito la tradizione dell’azienda di suo padre Z: si siamo andati avanti, quello che faceva mio padre poi io sono andato più avanti. Qui abbiamo una saldatrice a fascio elettronico che nel mio campo dentro alla Macchi che fanno areoplani sono macchine costose questa l’abbiamo fatta con l’Enea, l’abbiamo comprata e ci consente di espanderci nella fisica. Da nucleare da quando i nostri politici sono venuti, socialista vice primo ministro con Andreotti, hanno fatto il referendum sul nucleare, c’era già stato il problema di Cernobyl e la gente ha detto no. Poi a distanza di tempo Andreotti ha detto che siamo stati degli imbecilli ad abbandonare il nucleare. Se sente parlare di Cernobyl sentirà parlare dell’incidente di Cernobyl. Glielo dico io ma lo sentirà anche da quelli che studiano il nucleare. A Cernobyl non c’è stato nessun incidente. I tecnici volevano vedere di spegnere il reattore molto più in fretta perché perdevano troppo tempo a spegnerlo e a riavviarlo, hanno disattivato i 5-6 allarmi, ma nel tempo che è andato dal primo allarme al quinto le barre di uranio si erano piegate e il reattore è fuso è andato fuori l’Uranio il gas che è arrivato fino a qui. Se lei chiama incidente questo. Se quando c’è la messa del papa a Roma un pilota diventa matto e si mette in mente di vedere quanti morti fa buttandosi sulla folla io non credo non bisogna più andare in aereo.

54 Ex-postismo C’è un continuo legame vitale tra il passato ed il futuro. Le decisioni che si sono prese ieri rappresentano delle limitazioni e dei condizionamenti alle decisioni e alle scelte di domani. Ex-post tutto si giustifica, tutto appare logico ed ineluttabile.

55 Ex ante “Una argomentazione che non dimostri ex ante capacità predittiva non può venire usata ex post in funzione esplicativa” Carl Gustav Hempel

56 La ricerca della causa La tendenza a ricostruire la vicenda umana come una concatenazione logica e ineluttabile di avvenimenti è accentuata dalla tendenza a trasferire nel discorso storico il concetto scientifico-fisico di causa. Fa parte della natura umana cercare di individuare una o più cause per ogni accadimento di una qualche rilevanza. La pura descrizione non soddisfa. Si vuole la spiegazione …….

57 La ricerca della causa Solo raramente lo storico può motivare il perché di certi eventi. Nella maggior parte dei casi deve limitarsi a descrivere le condizioni n cui l’evento si è verificato. Non possiamo imporre ex post alla realtà una logica di sviluppo che ex ante non è affatto evidente.

58 Ex post – Ex ante Quando ci si riferisce al passato occorre ricordare che gli uomini di quel passato avevano a che fare con delle opzioni e delle scelte mentre noi, beneficiando della prospettiva storica, siamo in grado di valutare i risultati non solo di breve ma anche di lungo periodo di quelle scelte. Gli uomini di quel passato operavano dal punto di vista dell’ex ante. Noi li giudichiamo dal punto di vista dell’ex post.

59 TESISMO Quando c’è di mezzo una tesi da sostenere può capitare che lo studioso si appassioni alla tesi sposata e perda il dovuto barlume critico. Strumenti di supporto anche a tesi strampalate non sono difficili da repeprire. A cominciare dalla retorica delle citazioni … attribuire a documentazione che si riferisce al breve periodo un valore di lungo periodo … apparato statistico ….

60 “How to lie with statistic”
Un conto è l’ammissione di un ragionevole margine di errore, un altro conto è la produzione e/o l’utilizzazione di statistiche fasulle. E’ necessario uno sforzo continuo di severa autocritica.

61 Le ideologie Una forma di tesismo è rappresentata dalla ricostruzione storica condizionata da un’ideologia … religiosa, economica, politica, sociale. Due delle ideologie più pervasive nel corso dell’ultimo secolo: marxismo e nazionalismo

62 SUBBIETTIVISMO Lo storicismo è il riconoscimento che ciascuno di noi vede il passato da un punto di vista specifico o perlomeno condizionato dalla nostra posizione nella storia. Marc Bloch: “inevitabilmente lo storico pensa in termini delle categorie del proprio tempo. Egli si esprime nel linguaggio del suo tempo e il linguaggio non è uno strumento neutrale che lasci inalterati categorie e concetti” … Lo storico deve evitare gli estremi dello storicismo e del presentismo. Anacronistico sarebbe cercare di forzare sulla realtà del passato un modello che implica e sottintende un contesto socio-politico-culturale moderno.


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