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ATTIVITA’ e DIDATTICA PSICOMOTORIA

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Presentazione sul tema: "ATTIVITA’ e DIDATTICA PSICOMOTORIA"— Transcript della presentazione:

1 ATTIVITA’ e DIDATTICA PSICOMOTORIA
LEZ. 21 ottobre 06 Marina Taffara SSIS di Rovereto

2 Progressiva e inarrestabile sedentarizzazione della popolazione
Un paradosso Tutte le recenti ricerche rivelano che l’obesità giovanile è in drammatico aumento e che abbiamo praticamente “dimenticato di essere un corpo” (Dallari, 2002) Progressiva e inarrestabile sedentarizzazione della popolazione eppure...

3 Ore settimanali di educazione fisica nella scuola europea

4 La doppia funzione della psicomotricità funzionale
Lo sviluppo funzionale, nel rispetto delle differenze individuali Il versante mentale: affettività, emotività, cognitività

5 PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE (cenni storici)
Nasce nei servizi di neuropsichiatria infantile all’inizio del secolo scorso Dupré con i suoi allievi tra il 1909 ed il 1913 studia quella che definisce “debilité motrice” nella quale si raggruppano stati di squilibrio motorio imputabili a sincinesie, paratonie, risposte maldestre, in soggetti giovani Man mano si prende coscienza che la “debilité motrice” di Dupré è molto raramente isolata. Viene quindi adottato il termine di “debilité psychomotrice”.

6 PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE (cenni storici)
si fa strada dopo gli anni ’30 una fervida ricerca sulle origini di questi disturbi psicomotori, sul modo di identificarli e rieducarli. si creano tests di performances, tests che tendono a determinare un’età motoria (per es. Ozeretski ), tests per determinare l’evoluzione dello schema corporeo (per es. Bergès-Lezine), prove per stabilire un profilo psicomotorio, ecc. la concezione resta ancorata alla rieducazione psicomotoria, mira pertanto a “correggere”, con ideazione di tecniche, i disturbi messi in evidenza dai tests.

7 PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE (cenni storici)
Ma ben presto la psicanalisi viene a temperare questa concezione strumentale, mettendo in evidenza l’importanza del problema affettivo dei bambini che hanno disturbi psicomotori: si osserva infatti che una gran parte di essi presentano immaturità affettiva e mediocre integrazione sociale Pertanto nella seconda metà del secolo la rieducazione psicomotoria si orienta maggiormente verso una “terapia psicomotoria” privilegiando la dimensione relazionale e abbandonando progressivamente gli obiettivi veramente educativi o rieducativi.

8 PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE (cenni storici)
La pratica sintomatica delle origini non trova nel frattempo un giusto equilibrio fra l’affettivo ed il funzionale, mentre la nuova forma di psicomotricità centrata sui problemi affettivi parte dall’ipotesi che con il superamento di questi problemi spariranno pure i problemi funzionali C’è dunque un errore fondamentale di analisi: se è vero che i sintomi osservati a posteriori possono essere riferiti a problemi affettivi della prima infanzia, è pur vero che quando compaiono disturbi funzionali che si accumulano, questi evolvono secondo un proprio determinismo, aggravando il clima affettivo-relazionale in cui vive il soggetto.

9 PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE (cenni storici)
Si fa strada la nuova corrente educativa di Jean Le Boulch che considera la persona nella sua globalità: FUNZIONALE AFFETTIVO

10 PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE (cenni storici)
Si delinea la seguente suddivisione: Educazione psico motoria Terapia psico motoria Rieducazione psico motoria

11 PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE (cenni storici)
Educazione psico motoria formazione di base indispensabile a tutti i bambini sia normali che in situazione di handicap; essa risponde ad una doppia necessità in quanto assicura lo sviluppo funzionale tenendo conto delle possibilità del bambino e aiuta la sua affettività a manifestarsi e ad “equilibrarsi”

12 PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE (cenni storici)
Terapia psico motoria riguarda in particolare tutti i casi-problema nei quali la dimensione affettiva o relazionale sembrerebbe dominante nell’instaurarsi del disturbo; può essere associata alla educazione psicomotoria o prolungarsi con essa (nei casi gravi la seconda ipotesi appare preferibile nella misura in cui il primo tempo dell’azione terapeutica debba avvenire senza preoccuparsi di uno sviluppo funzionale metodico);

13 PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE (cenni storici)
Rieducazione psico motoria questa, al contrario, si impone nei casi in cui il deficit strumentale predomina, con il rischio di innescare secondariamente problemi relazionali

14 Fattori di differenza individuale che possono contribuire alle differenze nel movimento
Capacità destrezza manuale, forza tronco, ecc aperto, chiuso, indifferente verso nuove esperienze, ecc. Attitudini Tipo somatico tarchiato, alto, magro, muscoloso, ecc. Retroterra culturale etnia, religione, stato socio-economico, ecc. Stato emotivo noia, ansia, paura, gioia, eccitazione, ecc. Livello fitness basso, moderato, elevato

15 Fattori di differenza individuale che possono contribuire alle differenze nel movimento
Liv. maturazione immaturo, intermedio, maturo Liv. motivazione basso, moderato, alto Esperienze sociali pregresse uno a uno, piccolo gruppo, gruppo allargato, ecc Esperienze motorie pregresse ricreative, educative, competitive Stile apprendimento visivo, verbale, cinestesico

16 ESERCITAZIONE Pensa ad una situazione didattica vissuta in cui hai avuto a che fare con individui portatori di differenze individuali che ti hanno messo in difficoltà. Come hai risolto la situazione? Cosa avresti potuto fare?


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