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A.a. 2012/13 CORSO DI COMUNICAZIONE E CONTROLLO DEI PROCESSI DI CREAZIONE DEL VALORE.

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Presentazione sul tema: "A.a. 2012/13 CORSO DI COMUNICAZIONE E CONTROLLO DEI PROCESSI DI CREAZIONE DEL VALORE."— Transcript della presentazione:

1 a.a. 2012/13 CORSO DI COMUNICAZIONE E CONTROLLO DEI PROCESSI DI CREAZIONE DEL VALORE

2 Concetti e considerazioni preliminari A) Il duplice significato del termine controllo B) Il carattere evolutivo dei processi di pianificazione, programmazione e controllo C) La problematica del valore come quadro di riferimento dei processi di comunicazione e controllo

3 A) Il controllo può essere inteso come governo del sistema aziendale… definizione dellorientamento di fondo: identità, missione (problema strategico: cosa fare; problema valoriale: come e per chi farlo) (ri)definizione della strategia (scelta relativa al rapporto dellimpresa con lambiente) come esito della pianificazione strategica (processo intenzionale e strutturato attraverso il quale si stabilisce in modo esplicito e organico il quadro di riferimento in cui collocare le scelte di sviluppo: prodotti e mercati, e di impiego delle risorse: investimenti, strutture, sistemi gestionali) definizione delle linee-guida per affrontare il futuro, facendo i conti con il cambiamento e con le risorse scarse

4 … e come monitoraggio del suo funzionamento attraverso un processo sistematico di definizione degli obiettivi operativi e di verifica dei risultati mettendo in gioco strumenti contabili, organizzativi, informativi (come operare: problemi organizzativi e gestionali)

5 B) Il governo e il monitoraggio dei sistemi aziendali sono assicurati dai sistemi di pianificazione, programmazione e controllo. Tradizionalmente, secondo Anthony, questi sistemi si articolano in: pianificazione strategica [livello gerarchico: organi di governo; ambito decisionale: governo del sistema, formulazione delle strategie (sviluppo dimensionale in un contesto in crescita e prevedibile), coordinamento generale; decisioni: poco frequenti, non strutturate, razionali, finalizzate al cambiamento] controllo direzionale [livello gerarchico: management; ambito decisionale: implementazione delle strategie, coordinamento operativo, perseguimento dellefficienza e dellefficacia; decisioni: non strutturate di ottimizzazione dellutilizzo delle risorse] controllo operativo [livello gerarchico: quadri operativi; ambito decisionale: applicazione di tecniche e metodi specifici, apprendimento e utilizzo delle best practices; decisioni: strutturate; azioni: esecutive] N.B. Indipendentemente dalla terminologia, in tutti i tre livelli si svolgono attività di pianificazione/programmazione ex ante e di verifica ex post

6 Il modello di Anthony tuttavia presuppone decisioni strategiche e concentrazione delle responsabilità al vertice, ambiente statico o cambiamento prevedibile, efficienza ed efficacia a breve termine come condizione sufficiente per il raggiungimento degli obiettivi di medio e lungo termine perde capacità interpretativa e prescrittiva in ambienti fortemente evolutivi e poco prevedibili, e di fronte alla rilevanza strategica delle attività operative

7 In particolare, ai fini dellevoluzione dei sistemi di pianificazione, programmazione e controllo, occorre tenere presente che la pianificazione strategica: non va intesa come programmazione a lungo termine (accettabile nei contesti stabili), ovvero come proiezione pluriennale dei piani a breve termine secondo logiche analitiche, quantitative ed estrapolative (soprattutto nei contesti dinamici) persegue lindividuazione di percorsi evolutivi (competence building and leveraging) attraverso valutazioni e simulazioni aventi per oggetto: scenari, opportunità e rischi, cambiamento e innovazione, priorità e alternative, iniziative e azioni

8 Inoltre: le scelte frutto della pianificazione strategica spesso non derivano (solo) da processi strutturati e razionali [analisi del contesto esterno ed interno (SWOT analysis), identificazione e valutazione delle alternative strategiche (scelte di posizionamento), identificazione della alternativa migliore, traduzione della strategia prescelta in piani di azione] ma sono (anche) condizionate da imprenditorialità (anche diffusa nel sistema aziendale), apprendimento graduale, adattamento ai vincoli esterni, posizioni di potere e interessi settoriali interni, e possono rispondere a logiche di incrementalismo e a modelli di muddling through

9 C) I problemi di controllo oggi riguardano scelte di sviluppo e di impiego delle risorse da ricollocare: non nella prospettiva (contabile) del reddito ma nella prospettiva (economica) del valore

10 C1) Nelle scienze economiche il valore è una fondamentale chiave di lettura dei fenomeni e dei problemi oggetto di studio come valore duso (utilità riconosciuta al prodotto dallutilizzatore) stabilisce un legame tra i bisogni e i prodotti come valore di scambio (prezzo al quale il prodotto può essere acquistato/venduto) stabilisce un legame tra - reddito e domanda dei prodotti - tecnologia, costi di produzione e offerta dei prodotti

11 Il valore (di scambio) di un prodotto spiega perché risorse scarse vengono destinate - alla sua produzione [p > CM prod] - al suo consumo[p < valore duso] e quindi nel sistema si sviluppano attività economiche - processi di produzione - processi di consumo

12 Inoltre il valore (di scambio) rende misurabili - oggetti (prodotti, in base al rapporto prezzo/qualità) - fenomeni (dinamica della domanda e dellofferta) - comportamenti (scelte di consumo e di investimento) svolge funzioni di - comunicazione (tra produttori e consumatori) - comparazione (tra prodotti) - connessione (tra risparmio e investimento; tra i partecipanti ad una supply chain)

13 C2) Nelle scienze aziendali la rilevanza del valore emerge con levoluzione dei contesti produttivi. In particolare, nei contesti produttivi tradizionali: la produzione è standardizzata limpresa opera in condizioni di concorrenza come un soggetto dipendente dal mercato la redditività è allineata dalla concorrenza e le imprese efficienti sopravvivono conseguendo la redditività minima soddisfacente (ROE = redditività normale) ROE = c e W = CN

14 I contesti produttivi emergenti invece si caratterizzano per: varietà e variabilità della produzione impresa operante come soggetto progettuale e sistema cognitivo rapporto interattivo tra domanda e offerta redditività specifica dellimpresa W = f [R] W CN

15 In conseguenza dellevoluzione dei contesti produttivi i valori contabili ed economici del reddito, i valori contabili, economici e di mercato del capitale, che nei contesti tradizionali tendevano a convergere, nei nuovi contesti tendono a disaccoppiarsi ROE c e CN W W M e quindi si configurano nuovi problemi di comunicazione e controllo dei processi di creazione del valore

16 Inoltre il termine valore si presenta in una pluralità di possibili accezioni, rilevanti da diversi punti di vista: valore dellimpresa e valore del capitale proprio dellimpresa valore dellimpresa per gli stakeholders e per gli shareholders valore duso e valore di scambio dellimpresa valore contabile (patrimonio netto di bilancio), economico (W) e di scambio (W M, W MM ) del capitale proprio dellimpresa


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