La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Le analisi di mercato Paolo Lupi 27 maggio 2011. Perché regolamentare le TLC?  Perché il settore delle TLC ha un peso rilevante nel PIL?  Perché le.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Le analisi di mercato Paolo Lupi 27 maggio 2011. Perché regolamentare le TLC?  Perché il settore delle TLC ha un peso rilevante nel PIL?  Perché le."— Transcript della presentazione:

1 Le analisi di mercato Paolo Lupi 27 maggio 2011

2 Perché regolamentare le TLC?  Perché il settore delle TLC ha un peso rilevante nel PIL?  Perché le TLC hanno un ruolo strategico nel sistema produttivo?  Perché i servizi di TLC sono servizi essenziali?  Perché i servizi di TLC facilitano l’inclusione sociale?  Per motivazioni legate alla sicurezza nazionale?  Anche se tutte le domande elencate ai punti precedenti colgono un aspetto rilevante delle TLC, la risposta è probabilmente da cercarsi altrove.

3 Un mercato concorrenziale  Una pluralità di “attori”, di dimensioni limitate rispetto alla dimensione del mercato, che agiscono come price-takers.  I prodotti delle imprese sono omogenei, e come tali considerati sostituibili dai consumatori.  Imprese e consumatori sono perfettamente informati di tutte le possibili scelte, tecnologiche per le imprese, di consumo per gli utenti finali.  I consumatori massimizzano l’utilità, le imprese i profitti (razionalità).  Non vi sono esternalità nella produzione e nel consumo:  le imprese possono appropriarsi dei profitti della propria attività produttiva e ne sostengono interamente i costi (privati e sociali);  l’utilità che i consumatori derivano dal consumo non dipende dalle valutazioni di altri consumatori.

4 Proprietà di un mercato concorrenziale  Il sistema dei prezzi funziona! I prezzi aumentano o diminuiscono in risposta ad eccessi di domanda o di offerta.  L’interesse privato coincide (più o meno!) con quello della società: le imprese riducono i costi, aumentano la qualità e la varietà dei prodotti.  Le imprese aumentano i profitti producendo quello che i consumatori vogliono. Le risorse disponibili sono utilizzate nel modo migliore (efficienza allocativa).  Le imprese si appropriano dei margini tra prezzi e costi e sono incentivate a ridurre i costi (efficienza produttiva).

5 Efficienza dinamica  Esiste una terza forma di efficienza: l’efficienza dinamica, ovvero la capacità di un mercato di generare ricerca ed investimenti.  Ma la regolamentazione si deve preoccupare degli investimenti? Si! e per tre ragioni (Guthrie, JEL 2006):  gli investimenti influenzano prezzi, quantità e qualità – le tre variabili che stanno più a cuore ad un regolatore;  il ritardo nella fornitura di servizi implica enormi perdite in welfare – il cd. costo del non fare;  Non si può negare l’evidenza – la regolamentazione influenza gli investimenti.  ma qual è la relazione fra potere di mercato ed innovazione (investimenti). Meglio il monopolio o la concorrenza? In molti si sono espressi a partire da Schumpeter (mk2). Forse la relazione non è univoca.  Certo nelle TLC vi è un trade-off fra service (economie di scala) ed infrastructure (innovazione) based competition.  Soluzione: la ladder of investment!

6 La rationale dell’intervento  Quali motivazioni giustificano la regolamentazione economica dei mercati?  Le imperfezioni o “fallimenti” del mercato. Ovvero:  condizioni che impediscono il funzionamento efficiente dei mercati e…  che minano quella capacità di “aggiustamento” naturale prefigurata da Smith che conduce al conseguimento dell’efficienza allocativa e produttiva.  I fallimenti del mercato sono indotti da:  Asimmetrie informative  Esternalità;  Rendimenti crescenti di produzione (economie di scala).

7 Economie di scala - monopolio naturale  Delle tre cause che conducono al fallimento dei mercati, quella che assume maggior rilievo nel settore delle TLC è la presenza di rendimenti crescenti (e di economie di scala).  Anzi, nelle TLC le economie di scala si presentano nella forma più estrema conducendo a situazioni di monopolio naturale.  La struttura di mercato che minimizza i costi è quella in cui vi è un’unica impresa.  La risposta in termini di politica economica a questa situazione è stata quella del monopolio pubblico a cui è seguita quella del monopolio pubblico regolamentato (USA).

8 Economie di scala - monopolio naturale  Sulla sinistra è rappresentata una situazione in cui i costi medi sono sempre decrescenti (a causa di costi fissi elevati e costi variabili ridotti): è una situazione molto comune nel settore delle TLC e che conduce al monopolio naturale.  La forma sempre decrescente delle curve dei costi medi è una condizione sufficiente ma non necessaria per il monopolio naturale, ciò che rileva è la subadditività (a destra)., che si può manifestare anche in presenza di curve dei costi medi “ad U”

9 Verso la concorrenza…  La struttura monopolistica nel settore delle TLC è perdurata (con qualche eccezione) fino agli anni 90, ma…  L’evoluzione tecnologica ha permesso il superamento di questa configurazione fornendo i mezzi tecnici per l’ingresso di nuove imprese (almeno) in alcuni segmenti del settore:  Telefonia internazionale.  Telefonia di lunga distanza.  Creando nuovi mercati delle TLC caratterizzati da una minore rilevanza delle economie di scala quali:  Servizi di telefonia mobile;  Servizi di accesso ad Internet;  Altri servizi su rete fissa, mobile, su Internet a valore aggiunto.

10 La struttura verticale del mercato INCUMBENTINCUMBENT MERCATO SERVIZI FINALI p CONCORRENTICONCORRENTI a A dominant firm’s denial of proper access to an essential good it produces, with the intent of extending monopoly power from that segment to an adjacent segment. (Rey & Tirole, 2005)

11 L’evoluzione del quadro regolamentare  I quadri regolamentari del 1998 e del 2003, si fondano sul concetto di regulation through competition:  Il progresso tecnico ha ridotto i colli bottiglia in alcuni segmenti dell’industria, i segmenti in monopolio naturale si sono ridotti;  la regolamentazione dei servizi retail e degli asset non replicabili all’ingrosso può grarantire un level playing field (LPF);  Nel LPF si sviluppa progressivamente la concorrenza retail e si limita l’intervento regolamentare ai mercati all’ingrosso;  Il quadro regolamentare ONP ha aperto l’industria al mercato. Conteneva una serie di strumenti piuttosto rozzi, che però riuscirono a superare la fase di monopolio.  Il quadro regolamentare del 2003 (fortemente voluto dagli incumbent) sancisce il passaggio all’economia ed al diritto della concorrenza.

12 Il pacchetto regolamentare  I principali riferimenti normativi sono:  il Codice delle comunicazioni (in particolare, artt. 17-19 e 44-50);  la raccomandazione sui mercati suscettibili di regolamentazione ex ante (Guce L 344/65 del 28/12/07);  le linee direttrici per l’analisi del mercato e la valutazione del significativo potere di mercato (Guce C165 dell’11/7/2002);  La revised ERG Common Position on the approach to Appropriate remedies in the ECNS regulatory framework.  La raccomandazione della Commissione sull’accesso regolamentato alle reti NGA  Tutta la case law ex art.7.

13 Step delle analisi di mercato  Step 1: identificazione del mercato rilevante.  Step 2: individuazione dell’operatore dominante “operatore SMP” – valutazione della dominanza singola o congiunta sulla base del corrispondente concetto del diritto della concorrenza.  Step 3: imposizione dei rimedi regolamentari – uso degli strumenti regolamentari delle direttive accesso (wholesale) e Servizio Universale (retail).  La Commissione fino al 24 maggio 2011 poteva:  formulare commenti su identificazione mercato rilevante, individuazione imprese SMP e rimedi;  formulare un “veto” su errate identificazioni del mercato rilevante e/o errate individuazioni operatore SMP.  Dal 25 maggio 2011, maggior controllo anche sui rimedi.

14 Suscettibilità alla regolamentazione  Il test di tre criteri per individuare i mercati da sottoporre regolamentazione:  barriere all’ingresso elevate e non temporanee – analisi elementi strutturali del mercato;  assenza di tendenza verso la concorrenza – analisi prospettica;  insufficienza del diritto della concorrenza – valutazione della possibilità di risolvere i problemi concorrenziali solo ex post.  La raccomandazione sui mercati rilevanti:  2003 – 18 mercati rilevanti (in Italia 20 mercati analizzati);  2007 – 7 mercati rilevanti.  E’ possibile sottoporre a regolazione (o almeno analizzare altri mercati sulla base delle circostanze nazionali e dell’analisi di sostituibilità.

15 L’identificazione del mercato rilevante  La definizione del mercato è uno strumento volto ad identificare i confini fra mercati ossia fino a che punto la concorrenza fra le imprese può estendersi.  E’ una ricerca dei vincoli concorrenziali al comportamento delle imprese.  Sostituibilità dal lato della domanda: prodotti o servizi che possono costituire efficaci alternative per i consumatori.  Sostituibilità dal lato dell’offerta: fornitori che possono nel breve periodo riconvertire la produzione. Fornitore A Servizio A Utenti di A Fornitore B Servizio B Utenti di B

16 Test del monopolista ipotetico  Lo strumento utilizzato per la definizione dei mercati è il test del monopolista ipotetico (SSNIP, Small but Significant Non-transitory Increase in Prices).  Si parte dalla definizione di mercato più ristretta e ci si domanda: “un ipotetico monopolista sarebbe in grado di aumentare profittevolmente il prezzo del prodotto per un periodo non transitorio del 5-10%?”  SI: non vi sono altri prodotti sufficientemente sostituibili con il prodotto, sia dal lato della domanda sia dal lato dell’offerta, da far perdere al monopolista ipotetico una considerevole parte della domanda. Mercato a sé stante.  NO: esistono altri prodotti in grado di esercitare un vincolo competitivo sul comportamento del monopolista e quindi il test dovrebbe essere ripetuto considerando un mercato più ampio.

17 Test del monopolista ipotetico

18  Quale è il prezzo di riferimento per applicare lo SSNIP test?  in un contesto ex-ante: prezzi correnti;  in un contesto ex-post: prezzi concorrenziali.  Le Linee Guida affermano che nei mercati delle TLC si può assumere che se un servizio/prodotto viene offerto ad un prezzo regolamentato, basato sul costo, si presume che tale prezzo sia stato fissato a quello che in assenza di regolamentazione sarebbe stato il prezzo concorrenziale e che, pertanto si può assumere tale prezzo come punto di partenza per lo SSNIP test.  Ma una situazione di monopolio ipotetica implica che in realtà non esistono dati che ne consentano l’effettiva applicazione. E’ in larga parte un esercizio teorico. Come metterlo in pratica?

19 Il test in pratica  Dal alto della domanda si possono considerare:  Differenze nelle caratteristiche dei prodotti e preferenze dei consumatori.  Barriere o costi di switching:  Costi tecnici o investimenti aggiuntivi (modem).  Costi di search o di switching.  Lock-in (durata dei contratti, costi di rescissione).  Analisi quantitativa (Elasticità rispetto al prezzo o incrociate).  Correlazioni e differenziali fra prezzi.  Dal lato dell’offerta si deve tener conto:  Costi di switching della produzione (devono essere limitati);  Tempi di switching della produzione (devono essere brevi);  Accesso agli input (frequenze, colocazione). Capacità produttiva.

20 Il mercato rilevante geografico  Le medesime considerazioni effettuate per il mercato dei servizi/prodotti possono essere effettuate anche in relazione alla dimensione geografica dei mercati.  Inizialmente ricondotta alla dimensione della rete dell’incumbent (nel fisso) e delle licenze (nel mobile).  Lo sviluppo della concorrenza ha introdotto il tema nelle TLC.  Mercati geografici di dimensione inferiore a quella nazionale o differenziazione geografica dei mercati? Criteri guida:  Omogeneità delle condizioni concorrenziali;  Stabilità dei confini dei mercati;  Quali unità geografiche di analisi? Amministrative o topologia di rete?  Trade-off tra più rapida deregolamentazione e regolamentazione prolungata di nicchie di mercato.

21 L’individuazione di imprese SMP  Capacità da parte di un impresa di innalzare i prezzi rispetto al livello competitivo. Ma quale è il livello competitivo?  Nella teoria economica si utilizzano i costi marginali, ma… sono difficili da misurare; e prezzi = costo marginale non consente all’impresa di recuperare i costi fissi.  Per queste ragioni ci si occupa di imprese che hanno un potere di mercato “abbastanza grande” e si fissano soglie necessariamente arbitrarie, presumendo che le imprese che non le raggiungono non possano apportare “danni” al contesto competitivo. Questo concetto è collegato alla nozione di market dominance.  Posizione dominante (linee guida punto 5): posizione di forza economica che conferisce a un'impresa il potere di comportarsi in misura notevole in modo indipendente dai concorrenti, dai clienti e, in definitiva, dai consumatori.

22 Misurazione della SMP  Che indicatori utilizzare per misurare il potere di mercato? E che soglie utilizzare per decidere che un’impresa detiene potere di mercato?  Quote di mercato come criterio principe:  in ricavi (prodotti differenziati);  in volumi;  ove possibile entrambi.  Altri indicatori:  Controllo di infrastrutture difficili da duplicare;  Vantaggi o superiorità tecnologiche;  Accesso ai mercati dei capitali;  Mancanza o insufficienza del contropotere degli acquirenti;  Economie di scala/diversificazione;  Integrazione verticale;  Assenza di concorrenza potenziale.

23 L’imposizione di obblighi regolamentari  Nel caso in cui i due step precedenti rivelino che nel mercato non vi è concorrenza effettiva, l’Autorità deve applicare almeno un obbligo regolamentare (appropriato) all’impresa detentrice di SMP.  Si devono seguire i principi dell’art. 8 della direttiva quadro:  promozione della concorrenza;  contribuzione allo sviluppo del mercato interno;  promozione degli interessi dei cittadini dell’Unione Europea.  I rimedi devono essere basati sulla natura del problema e proporzionati.  Maggior ruolo dei rimedi all’ingrosso:  testimoniata dalla presenza di un solo mercato retail nella “lista”;  E dalla sequenza d’analisi prevista dalla raccomandazione – che prevede di partire dai mercati a monte, per poi veroifiocare se vi è necessità di regolamentazione retail.

24 Obbligo di accesso  In caso di differente capacità di negoziazione fra imprese e di necessità di utilizzare le infrastrutture di altri per la fornitura di servizi, la Direttiva Accesso (DA) dà alle Autorità il potere di imporre obblighi di accesso e di interoperabilità. Ciò si giustifica con la necessità di favorire la concorrenza …  … ma bisogna bilanciare i diritti dei proprietari con quelli di chi richiede accesso.  Ricordandosi che se si favorisce la concorrenza nel breve periodo, si potrebbero ridurre gli incentivi ad investire.  Gli obblighi devono essere dettagliati e chiaramente definiti, devono essere basati sull’equità, la ragionevolezza e la tempestività.

25 Obbligo di accesso (esempio)

26 Obbligo di trasparenza  Obbligo per gli operatori di rendere pubbliche determinate informazioni di carattere contabile, specifiche tecniche, caratteristiche della rete, termini e condizioni per la fornitura e per l'uso, e prezzi.  Si accompagna all’obbligo di accesso al fine di rendere disponibili le informazioni necessarie a garantire l’accesso.  Si accompagna anche alla separazione contabile ed alla non discriminazione: è in realtà un obbligo utilizzato per rendere gli altri obblighi più efficaci.  Da solo serve a poco, ma permette di evidenziare comportamenti anticoncorrenziali: permette il controllo ed il confronto.  Si concretizza nella pubblicazione di offerte di riferimento, KPI, piani di espansione della rete, etc.

27 Obbligo di trasparenza (esempio)

28 Obbligo di non discriminazione  Obbligo che garantisce che l'operatore SMP “applichi condizioni equivalenti in circostanze equivalenti nei confronti di altre imprese che offrono servizi equivalenti,” e che fornisca a terzi “servizi e informazioni garantendo condizioni e un livello di qualità identici a quelli che assicura per i propri servizi”.  Riguarda i processi interni all’impresa cui viene applicato, ed è volto ad evitare che le imprese terze siano svantaggiate rispetto alle divisioni interne dell’Operatore SMP.  Deve essere imposto congiuntamente ad altri (trasparenza).  Qualunque differenza nei termini e nelle condizioni di fornitura fra divisioni interne ed operatori terzi deve essere giustificata.

29 Obbligo di separazione contabile  Viene imposto in supporto all’obbligo di non discriminazione, assieme – come già evidenziato – all’obbligo di trasparenza.  Serve a fare in modo che un operatore verticalmene integrato renda trasparenti i propri prezzi wholesale ed i prezzi di trasferimento interno.  Serve anche a mettere in luce eventuali casi di sussidi incrociati.

30 Obbligo di controllo dei prezzi e contabilità dei costi  Le Autorità possono imporre obblighi sul recupero dei costi e più in generale sui prezzi (compreso l’orientamento ai costi dei prezzi e specifiche sulla metodologia contabile da redigere e presentare alle Autorità.  Si utilizza quando si teme che l’operatore cui viene imposto possa applicare prezzi eccessivi o dar luogo a compressioni dei prezzi.  Differenti modalità di applicazione:  Schemi a basso potere incentivante: cost plus;  Schemi ad alto poter incentivante: price caps in combinazione con modelli di costo di lungo periodo;  Altri tipi di soluzioni: efficient component pricing rule (retail minus);

31 Principi per l’imposizione di obblighi  Le Autorità sulla base di decisioni motivate devono individuare i rimedi che direttamente o indirettamente sono in grado di agire sulla variabile strategica (prezzo, qualità, tempo di fornitura, informazione, bundling) che l’impresa SMP potrebbe usare in maniera anticoncorrenziale. Ciò garantisce l’efficacia e l’appropriatezza del rimedio.  I rimedi devono proteggere gli interessi dei consumatori, specie nel caso in cui non è economicamente perseguibile la duplicazione delle infrastrutture.  Gli obblighi devono incoraggiare gli investimenti.  Gli obblighi devono essere “incentive compatible”, ovvero devono prevedere penali che li rendano efficaci.

32 Valutazione delle problematiche (esempio)  La più immediata delle pratiche anticompetitive che Telecom Italia potrebbe attuare, in virtù del suo controllo di infrastrutture di rete di accesso essenziali e difficili da duplicare, è il rifiuto dell’accesso a queste ultime ad operatori concorrenti nei mercati a valle. In assenza di un obbligo di accesso alle infrastrutture essenziali…  Anche in presenza di un obbligo di fornitura dell’accesso fisico e virtuale alla rete telefonica in postazione fissa, Telecom Italia potrebbe alterare a proprio vantaggio la competizione nei mercati a valle agendo sia sulla variabile prezzo, sia su variabili differenti dal prezzo.  La contemporanea presenza di una posizione di forza economica di Telecom Italia nei mercati dell’accesso a monte e a valle potrebbe indurre quest’ultima ad adottare pratiche di compressione dei margini (margin o price squeeze) fra prezzi.


Scaricare ppt "Le analisi di mercato Paolo Lupi 27 maggio 2011. Perché regolamentare le TLC?  Perché il settore delle TLC ha un peso rilevante nel PIL?  Perché le."

Presentazioni simili


Annunci Google