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Il posto che abitiamo Scuola dell’infanzia Santa Rosa. I bambini di 5 anni raccontano ai bambini di 3 anni la scuola dell’infanzia che li ospiterà.

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1 Il posto che abitiamo Scuola dell’infanzia Santa Rosa. I bambini di 5 anni raccontano ai bambini di 3 anni la scuola dell’infanzia che li ospiterà.

2 Scuola dell’infanzia paritaria Santa Rosa, Parma.

3 Il posto che abitiamo. Quando inizia il primo anno di scuola dell’infanzia tutti i protagonisti: bambini, famiglie e maestre sentono che comincia una storia importante. È un periodo particolare: si condividono attese, si cerca di costruire insieme un’esperienza che tutti vorremmo ricca, allegra, speciale; si costruiscono poco alla volta significati comuni perché un luogo nuovo e sconosciuto possa diventare «il posto che abitiamo». Questo libro è una visita a questo luogo, la scuola dell’Infanzia «Santa Rosa», un racconto fatto da un punto di vista molto particolare, quello dei bambini di 5 anni che escono dalla scuola dell’infanzia per entrare alla scuola primaria.

4 «Dobbiamo spiegare cosa c’è qui perché chi non abita qui non lo sa, ma dopo lo sa». Ci piace la parola «abitare» perché sottolinea l’appartenenza ad un luogo. Uno spazio all’inizio sconosciuto che abitato nella quotidianità diventa contenitore di relazioni, sentimenti, esperienze, apprendimenti, scoperte. Gli autori hanno abitato per tre anni in questa scuola; anni importanti, densi di avvenimenti. Della scuola conoscono e hanno abitato ogni angolo. Ora è giunto il momento di passare il testimone e questo è il racconto, fortemente interpretato, dei luoghi e delle persone che trasformano la vita della scuola in una grande avventura.

5 Questa è la scuola Santa Rosa. La nostra scuola è gialla, un po’ arancione e il tetto è un po’ storto. È vicina alla chiesa e ad un parchetto. Vicino c’è un parcheggio dentro la chiesa. Vicino c’è anche la scuola elementare che si chiama «primaria». C’è il cancello verde, un prato con le margherite, ma solo quando è il suo tempo; ci sono i pini e quattro alberi alti come il cielo che si chiamano pioppi. Intorno c’è la ringhiera e la siepe coi cespugli. Ci sono due cancelli, ma i bambini entrano solo da quello più piccolo, da quello grande ci passa solo il camion della pappa, e anche il furgone di Massimo e anche Nino. Se il cancello è chiuso perché sei arrivato tardi devi suonare il campanello con scritto «Scuola dell’Infanzia Santa Rosa», risponde la Maria che dice: Chi è?. Però il cancello è aperto quando entrano i bambini. Se arrivi troppo presto non c’è nessuno e anche se suoni non ti apre nessuno e devi aspettare. C’è «Vietato i cani» per cui i cani devono restare fuori dal cancello legati. La scuola.

6 Il gioco del muretto. Quando entri dal cancello c’è un muretto che sembra una scaletta che ci puoi andare sopra. Ma devi stare attento perché il muretto è stretto. Vai piano, pianino un passo alla volta e puoi dare la mano alla mamma e poi quando sei in fondo fai un salto. Bisogna andare uno alla volta. Qualcuno questo gioco lo faceva solo da piccolo, ma quasi tutti lo facciamo ancora.

7 Come ci si arriva. Ci vieni in macchina, o anche in bici come la Luci che a volte viene in bici perché la sua macchina è vecchia e si rompe. Si parcheggia dove c’è posto: davanti alla scuola o nel piazzale della chiesa. Se vieni a piedi devi camminare sul marciapiede e attraversare sulle righe pedonali e si da la mano alla mamma. Si può venire in scooter, ci vuole il casco e guida il papà. Si può venire anche in bicicletta seduti sul sellino dietro e guida la mamma o il papà. Se sei capace, puoi venire anche con la tua bici senza rotelle e ci vuole il casco. A piedi In bicicletta Se vieni da lontano devi venire in macchina.

8 Diego veniva a scuola con una bici con attaccato davanti un carretto dove ci stavano lui, sua sorella e suo fratello e sua mamma guidava. Puoi venire con il taxi. Con l’autobus numero 8- 12- 9-3, ma devi avere il biglietto. Con la corriera come la Stefi. Con il monopattino, lo sKateboard, i roller o i pattini …. o con le scarpe con le ruote sotto. Con l’autobus Con lo skatebord Con il monopattino

9 Ingresso spogliatoio Appena entri a scuola ti trovi nell’ingresso. A destra c’è un tavolino per scrivere il buono pasto. La mamma legge il menù, quello che indica la freccia e scopro cosa c’è da mangiare: se mi piace dico «Buono!», se non mi piace dico «Schifo!» e chiedo alla mamma di fare « il cambio», ma le maestre dicono che il cambio si fa solo se siamo allergici o se proprio, proprio, proprio una cosa non piace. Quando hai letto il menù scrivi il tuo nome sul buono pasto e lo imbuchi nella cassettina. Noi grandi il biglietto lo scriviamo da soli e poi lo pieghiamo e lo imbuchiamo. Allo spogliatoio ci sono dei piccoli armadietti con la tua foto dove ci metti la giacca, la sciarpa, le scarpe e a volte anche dei giochini; poi ti metti il grembiule, le scarpe di ricambio e poi vai in classe. Il grembiule è a quadrati però uno lo può avere come vuole, anche con lo stemma. A me piace mettere il grembiule e anche allacciarlo e poi così ci possiamo anche sporcare. Quando ero piccolo non mi piaceva perché il grembiule era troppo lungo ed ero scomodo a fare la pipì e a giocare. Adesso mi piace perché così quando faccio i colori non sporco la maglietta che mi piace.

10 Aule Nelle classi ci sono anche i giochi e nella classe dei rossi ce ne sono di più, ci sono le macchinine, i camion, i pentolini, le cucine e tanti altri. Nella classe dei rossi a volte al posto dei tavoli le maestre mettono il tappeto e le onde. Ai muri le maestre attaccano i disegni e le foto così le mamme li vedono. Quando eravamo piccoli nella classe dei rossi la Luci ci faceva dipingere contro il muro e anche lanciare il colore. La classe dei rossi è dopo il salone, c’è un corridoio, vai dritto e poi trovi la porta; nella classe ci sono altre due porte una vai in bagno e una vai in cortile. Quando ti scappa la pipì vai in bagno, passi vicino ai lavandini, poi vai a destra e ci sono i water. Nel bagno ci sono i lavandini per lavarsi le mani e una fontanella per bere, attaccate al muro ci sono le salviette che ti servono quando hai le mani bagnate. Nella nostra scuola ci sono 4 classi: i rossi di 3 anni, i gialli di 4 anni, i blu di 5 anni (che siamo noi) e i verdi che sono misti. Nelle classi ci sono i tavoli grandi e tutte le seggioline, ogni classe ha le seggiole del suo stesso colore.

11 Il salone. Nel salone ci sono tantissime finestre e si vede il giardino e gli alberi. A volte si vedono gli scoiattoli, le gazze e gli altri uccelli. C’è anche un gatto che passa sempre dal nostro giardino e noi lo vediamo dalle finestre. Nel salone andiamo a giocare tutti insieme, è molto grande, ci sono i giochi e la riga blu. Ci sono delle costruzioni grandi e colorate che si uniscono e si incastrano e si può fare tante cose. Simone costruisce sempre un cannone con le costruzioni grandi. Si può costruire un treno o un vascello, ci sali sopra e giochi. Con quei mattoni si può costruire le mura per le battaglie, e anche delle gallerie che uno passa dentro e uno passa fuori. Si possono fare le torri che poi le butti giù, si fanno cadere e fanno tanto rumore, ma le maestre questo gioco non lo vogliono.

12 Nel salone c’è una casetta per giocare, si può giocare a mamma e figlio o a prendere il tè con i pasticcini; ci sono anche i pentolini e una mucca finta che si può cavalcare e fare finta che è una fattoria. Si può girare intorno alla casetta, fare finta di fare i biscotti o nascondersi. Si può giocare a gattini e cagnolini e alla famiglia di Garfield. Nel salone c’è un castello e si può giocare a cavalieri e a principesse e ai personaggi del Medioevo. Ci sono delle costruzioni piccoline che si possono costruire e uno si può inventare cose da costruire. Noi giochiamo a Predator e se uno ci chiede se può giocare noi gli diciamo sì e gli spieghiamo il gioco. Nel salone c’è anche la tenda degli indiani, ma non ci possiamo entrare perché è il posto dove le maestre e Massimo ci raccontano le storie.

13 I nostri giochi Strega Ghiacciata Strega Sollevata Nascondino Palla Bomba Pistolero Le Scatoline Rettangolo Girotondo Il gatto e il topo Se sei triste… Napoleone Le Belle Statuine Il Rinoceronte Cappuccetto Rosso 1, 2, 3 stella La Coda del Serpente Strega comanda color Lupo Mangiafrutta Cocò La corsa dei cavalli Nella città di Parma Strega sollevata «Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela e trovando la cosa interessante andò a chiamare un altro elefante …»

14 Nel salone c’è una grande cassa con i travestimenti. Noi apriamo la cassa e prendiamo i travestimenti che vogliamo, ci travestiamo e poi giochiamo. Ci sono i vestiti da Spiderman, da cavaliere, i cappelli, i mantelli, i foulard, le gonne lunghe, i vestiti da super-eroe. La Minnie si veste sempre da principessa e poi fa le giravolte. Richi si veste da Supereroe! Travestimenti.

15 Nel salone facciamo anche Karatè con il Maestro Mario. Il Maestro Mario è fortissimo e bravissimo a fare Karatè, si veste con la tuta e ci ha regalato le magliette con scritto «I tigrotti del Maestro Mario». Mario ci fa fare tanti giochi tipo le tigri, bianchi e rossi, il pistolero; ci fa fare dei giochi di ginnastica, i percorsi, la verticale contro il muro e le mosse di Karatè. Mario sa lanciare una palla in aria e la prende senza guardare e poi lancia un cerchio, fa un fischio e il cerchio torna indietro. A volte è severo e prima di iniziare ci mette in testa la polverina magica e ritira tutte le armi e ce le ridà quando finisce Karatè. A volte scherza e dice delle cose che fanno ridere tipo «ciccia», «banana», «maiale». Prima di iniziare Karatè e quando finisce ci mettiamo sulla riga e facciamo il saluto che si dice «OTAGAI NI REI» e poi facciamo una specie di inchino. Il Maestro Mario Il percorso di Karatè

16 Nella nostra scuola c’è anche la stanza della musica dove andiamo a fare musica con la Simona. Nella stanza della musica c’è il pianoforte, la chitarra e gli scaffali con sopra tante scatole con dentro gli strumenti musicali. Ci sono le panchine dove ci sediamo per ascoltare e cantare la musica. Attaccati al lampadario ci sono le note e ci sono anche le note disegnate sul muro. La Simona porta la chitarra e ci fa suonare le maracas, i legnetti, le nacchere; qualche volta suoniamo anche il pianoforte La Simona ha due bacchette che si chiamano «Bac» e «Tac» e con quelle bacchette ci dirige e facciamo il coro e l’orchestra. Una volta la Simona ha portato anche il suo tamburo che si chiama «Carcassa» La maestra Simona è bella, si mette sempre le collane e gli orecchini. Ha gli occhiali e a volte si mette i tacchi; qualche volta ha i riccioli e i capelli fino al collo. È sorridente ed è brava a suonare tutti gli strumenti e sa cantare bene. Canta tante canzoni tipo «che bel castello» e anche «Tic Toc il cuore fa Tic Toc» La maestra Simona

17 La nostra biblioteca è bellissima: è grande, ci sono le onde per sedersi e un tappeto con i fiori. Ci sono tantissime finestre e si vedono gli alberi, il cielo, le cose e il nostro giardino. Si vede la pioggia, il ghiaccio, la nebbia, la neve, il sole, l’arietta che muove la punta degli alberi e se ti fermi puoi vedere le foglie che cadono dagli alberi, noi a volte vediamo anche i meteoriti che cadono dal cielo e fanno confusione nel giardino. Nella biblioteca ci sono gli scaffali con tantissimi libri divisi con le etichette blu, gialle, rosse, verdi, azzurre, viola, marroni. Quelli marrone sono di Gesù, quelli gialli sono delle fiabe bellissime, i più belli sono quelli blu, alcuni fanno ridere e sono storie bellissime. I libri sono molto belli come Barbablù e Il Gigante Piscione. In biblioteca leggiamo i libri e le maestre ci raccontano le storie; i libri li portiamo anche a casa per leggerli con la mamma e poi facciamo i compiti della scheda che ci disegniamo le cose dei libri. I libri quando li apri sono belli, ci sono delle storie e delle belle figure. Con i libri scopri tante cose nuove e ti diverti. La biblioteca

18 Nella biblioteca c’è uno spazio dove a volte giochiamo, poi si mettono i lettini con le lenzuola e i cuscini così i bambini piccoli possono andare a dormire. I bambini vanno a letto dopo pranzo: vanno a fare la pipì, poi la maestra tira la tenda e diventa tutto buio. Per farli addormentare le maestre leggono un libro, poi si ascoltano le canzoni con il carillon e poi le maestre fanno le coccole con le mani e i bambini si addormentano fino a merenda. Chiara portava sempre un peluche per dormire e lo lanciava in aria. Io piangevo perché volevo la mamma e avevo un coniglietto di scorta perché non volevo portare Gheggo. Simo portava un elefantino per dormire che era il suo pupazzo preferito. Francesco non dormiva con un pupazzo perché «non ne avevo bisogno». Andrea dormiva con il suo pupazzo Topolino che «mi faceva compagnia». Io c’avevo un cane che si chiamava Ba- Bau. Tommi portava il peluche di Cars e a volte quello di Winnie the Poo perché se no « non riuscivo a dormire» Io mi ricordo che dormivo senza peluche (Caterina) Un giorno ero a letto e volevo la mamma e la Vero è venuta a consolarmi nel letto (Gio). Mi ricordo che volevo sempre dormire con la macchina e con un orsachiotto con il muso giallo (Filippo). Io usavo il ciucio nella scatolina (Chiara) … anche Martino usava il ciucio.

19 Il pranzo A mezzogiorno le maestre ci chiamano, scendiamo le scale e andiamo in refettorio a mangiare. Mentre scendo le scale sento il profumo della pasta al ragù e delle lasagne. Diciamo «Che buon profumino» e se la mamma non ha letto il menù scopriamo prima cosa c’è da mangiare. Ci sediamo a tavola e le maestre ci danno l’acqua, ma siccome quest’anno siamo grandi a volte la diamo noi, a me piace dare l’acqua nei bicchieri a tutti i bambini e quando noi saremo alla scuola primaria ci saranno degli altri bambini che la distribuiranno. Le maestre passano nei tavoli e ci danno il cibo. Quando abbiamo finito se vogliamo possiamo prenderne ancora e si chiama «Bis», ci alziamo, andiamo al carrello e la maestra ce lo da. Mi piace mangiare a scuola perché chiacchiero con Tommi e tutti i miei amici. Io quando mangio penso che poi vado subito a giocare con Marco. Quest’anno che siamo i grandi le maestre ci fanno sparecchiare, ma se sei piccolo appena hai finito di mangiare puoi andare a giocare.

20 Il cortile Il nostro cortile è molto grande, ci sono tanti giochi e tanti alberi. Il gioco più grande è una specie di nave che ci si può arrampicare, ci sono i buchi per guardare fuori. C’è il trapezio, una corda per salire, lo scivolo, una casetta, la corda da buttarsi giù, ferri di metallo per salire, la rete di corda, il palo per le acrobazie. Ci giochiamo per arrampicarci, per fare il circo, la gara dei cavalli, la palestra. Alcune cose sono pericolose tipo buttarti dal trapezio, anche salire fino in alto sulla corda. Mi piace arrampicarmi e poi buttarmi. Lo scivolo che puoi andarci anche all’indietro e a volte facciamo finta che sono gli scivoli d’acqua che ci sono in piscina. Facciamo anche gli allenamenti pericolosi. Sullo scivolo grande con la casetta giochiamo a pirati: alcuni sono i soldati altri sono i pirati; i soldati tirano il gancio e attaccano la nave dei pirati.

21 Nel cortile c’è anche il trenino dove i piccoli ci vanno dentro a giocare. Ci sono anche le bici, anche quelle senza rotelle e la Chiara ha imparato proprio sulla bici della scuola ad andare senza rotelle. Le bici non sono tante per cui dobbiamo fare i turni per andarci, siccome a volte si bucano si può giocare a gommista. Ci spingiamo con il trattore e la macchinina rossa e si può giocare a poliziotti e a ladri. C’è un bellissimo trattore che va bene per i piccoli, i pedali sono rotti quindi devi chiedere a un tuo amico se ti spinge. Facciamo la pappa con la terra e i sassi, prepariamo la pizza di erba e le pappe avvelenate per le maestre, anche le torte del compleanno e poi ci mettiamo i bastoncini per fare le candeline. Quando ci sono i fiori come in primavera si possono fare tante cose tipo mettersi i fiori nei capelli, fare le collane e gli anelli coi fiori e le pappe di fiori. Quando invece c’è il fango prendiamo un bastoncino lo mettiamo nel fango e facciamo i tatuaggi di fango e anche lo smalto delle unghie di fango. C’è anche il gioco della «terra liscia» che si fa passare la terra nello «scolapasta». Quando c’è umido usciamo con gli stivali di gomma. Noi cerchiamo anche i vermi. Con le palette e i bastoncini a punta li scaviamo e quando troviamo il verme lo mettiamo in una ciotola e gli facciamo una casetta con la terra e l’erba.

22 La nostra maestra della classe dei blu è la Luci, è buona, lei dice che è una strega ma è più tipo una befana e sgrida solo se i bambini fanno delle cose sbagliate e monelle. Quando eravamo piccoli la chiamavamo «carciofa» e lei ci chiamava «carciofini». È fatta di carne e di riccioli è buona e si inventa molti giochi, non si mette mai i tacchi e si veste di nero. Ha tanti grembiuli con i disegni e con le tasche dove ci mette le forbici, i fazzoletti, la pallina del calcetto, i giochi, i pennarelli e i tratto pen. È bella, è alta un po’ media, è magra (?). La Luci è mamma di Francesco e Madhu. Siccome ci insegna tutto quello che sa si dice che è «educata». A volte si sbaglia a parlare e invece di dire Giovanni dice Giulio. La Luci mi piace molto quando legge. La Luci è felice di avere dei bambini, è intelligente, si capisce dalle cose super mega belle che ci fa fare. Beve il caffè nel bicchiere e gli piace berlo con i biscotti. A me mi piaci tutta. La Stefi è la maestra dei «verdi» che sono misti, è la più alta di tutte e ha i riccioli uguali alla Luci, la Stefi è anche una nonna. La Stefi fa fare tanti disegni ai bimbi «verdi» e ha la scatola del tesoro con dentro le monete d’oro di cioccolata. A volte sgrida e ci ha insegnato la canzone della «banana» e anche quella dei «cavalieri». La Luci La Stefi Le maestre

23 Poi c’è la Manu che è una nonna di Francesco e Sebastiano, parla sempre con la Luci e ha i capelli corti un po’ marroncini, giallini e anche un po’ arancioni. È brava, a volte sgrida un po’ e ci fa fare dei giochi molto belli tipo Cocò e anche gli spettacoli. È alta più della Luci ed è simpatica. La Ro è bravissima e fa divertire, sgrida pochissimo, è dolce. Fa ridere perché scende le scale come Mary Poppins o come un pompiere. È la più bassa di tutte le maestre, è bellissima, i suoi capelli sono riccioli e giallastri. Ha un marito e prima aveva anche un gatto. Poi c’è la Gabri che è la più giovane, è alta come la Luci è una brava maestra; porta sempre lo scaldacollo perché se no si prende il raffreddore, si mette le ciabatte, l’ombretto, gli orecchini e il grembiule giallo. È sposa e ha una bambina che si chiama Giorgia. La Vale sa un sacco di giochi. Cammina strana È giovane e alta, ma la Manu e la Stefi sono più alte. Le sue amiche sono la Gabri e la Vero. Non è sposata, mi sa … o forse sì. È una maestra e anche una mamma. La Vero ha i capelli corti e ha il grembiule blu. Non è abbronzata ed è tutta bianca come la Chiara. La Vero fa dormire i bambini nel lettino insieme alla Vale. Sgrida poco e non urla mai, la Vale è la sua migliore amica. La Vale La Ro La Manu La Vero La Gabri

24 Massimo è un uomo avventuriero che va nel bosco e non ha mai paura. Ci fa fare delle gite bellissime tipo al “Castello ventoso” e la ricerca delle pepite d’oro. Va anche nel deserto a raccogliere le storie. Ha gli asini e con gli asini va nel deserto e poi fa andare i bambini sugli asini. Viene nella nostra scuola a raccontare le storie e ha delle tende che mette nella scuola e noi ci andiamo dentro a raccontare le storie. Non devi avere paura di andare dentro la tenda perché è un’avventura molto bella. È altissimo, i capelli sono un po’ grigi e ha una coda lunga; ha un orecchino e la collana e si mette anche il cappello da cowboy. Secondo me abita nel west, o forse nel deserto, o forse in un bosco, boh! Marco è un uomo ed è l’amico di Ugo. Ugo è un burattino che sembra un cerbiatto o forse un cane, Ugo fa arrabbiare Marco e Marco lo sgrida e ci fa molto ridere. Ugo dorme sempre e noi lo chiamiamo per svegliarlo: «Ugooooo!» Non devi avere paura dei burattini perché non sono veri: è la Cecilia che con la sua mano muove Ugo, ma se hai un po’ paura puoi guardare lo spettacolo in braccio a una maestra come Nicolò che va sempre in braccio alla Manu o alla Stefi. Massimo Ugo

25 Ma nella nostra scuola c’è molto di più … più spazi, come il laboratorio, la stanza della televisione dove creando il buio sul muro si possono proiettare cose meravigliose, il giardino che gira tutto intorno, gli spazi esterni da usare come aule, l’ascensore, gli sgabuzzini, la stanza dove le maestre prendono il caffè e l’ufficio della Maria la nostra segretaria che scrive al computer, fa i conti, vende i buoni pasto, ma che ci aiuta anche a pranzo e se un bambino ha bisogno di un cerotto o ha la febbre, sa fare anche l’infermiera. Poi c’è Nino che pulisce il cortile, le Signore che tengono pulita la scuola, il preside Giovanni che ci viene sempre a trovare e che è un preside col sorriso. E poi c’è Suor Enrica che è vestita da suora e quando viene in classe ci chiede che cosa stiamo disegnando, parla con le maestre e ha sempre i fogli in mano. Ogni persona e ogni spazio è importante perché di un’esperienza così significativa come quella vissuta in una scuola dell’infanzia non va trascurato nulla, nemmeno i dettagli più insignificanti, perché alla fine questo «luogo» possa essere per tutti «Il posto che abitiamo».

26 Ricordi. Io mi ricordo quando ho lanciato il colore sul soffitto e l’ho sporcato di blu e la Luci e la Ro hanno dovuto ripiturare il muro. (Gio) Mi ricordo quando qualcuno ha schiacciato la fontanella per bere e lo schizzo è arrivato fino al soffitto. (Filippo) Quando siamo andati tutti nella stanza del buio. (Alle) Quando siamo andati al museo Maramotti. (Tommi) Quando abbiamo fatto tutte le gite con il pullman. (Chicco) Mi ricordo quando abbiamo dipinto tutto il mare. (Richi) Mi ricordo che quando ero piccola e dipingevamo contro il muro, Gio mi ha tirato una pennellata in fronte. (Silvia) Mi ricordo che da piccola litigavo con la Minnie e ci davamo gli schiaffi. (Caterina) Mi piacevano tanto i tricicli e ci giocavo in cortile con Gio. (Martino) Io giocavo sempre a macchinine in salone con Marco, Luca e Andre. (Chicco) Giocavo sempre ai pompieri con Matte, Gio e Tommi. (Simone) Decidevamo sempre di giocare ai pompieri e Matteo faceva sempre il capo dei pompieri. (Gio) Io mi ricordo che da piccolo avevo i capelli ricci e gialli. (Marco) Mi piaceva stare con i miei amici. (Alle) Quando andavo a nanna avevo il ciucio. (Chiara) Giocavamo ai pompieri e facevamo finta di correre con la macchina a spegnere il fuoco. (Tommi) Mi ricordo che in fattoria avevamo fatto la pappa per le galline. (Silvia) Mi ricordo che avevamo il camion dei pompieri per giocare. (Franci)

27 Consigli. Quando arrivi per la prima volta, se non sai cosa fare, puoi abbracciare un tuo amico per stare bene e anche vedere un adulto che ti spiega tutto; o anche un «blu» che gli puoi chiedere dov’è lo spogliatoio. Devi essere gentile con gli altri bambini così gli diventi amico e lo puoi invitare anche a casa tua così diventate amici per il cuore. Se non conosci nessuno chiedi a un bambino come si chiama e gli chiedi di giocare. Se hai malinconia della mamma prova a giocare un po’ così ti diverti e non ci pensi, ma se ti manca molto lo puoi dire alla maestra che ti consola, ma se non riesci a consolarti la maestra può anche chiamare la tua mamma con il telefono. Ti consigliamo di fare quello che dicono le maestre.

28 Devi dire quando ti scappa la pipì prima di farla così la maestra ti dice dov’è il bagno e ti accompagna; se ti devi lavare le mani vai in bagno, ti tiri su le maniche, apri l’acqua, prendi il sapone e te le lavi, poi ti asciughi nella salvietta. Se ti scappa la cacca dillo subito alla maestra Se cadi devi dirlo a una maestra oppure a un grande che ti porta subito dalla maestra. Se vuoi un gioco lo devi chiedere, oppure aspettare che il bambino che lo sta usando si stufa e te lo da. Se non sei capace di fare qualcosa tipo tagliare, disegnare, pulirsi il naso, tirarsi su i pantaloni, mettersi gli stivaletti o gli antiscivolo o la maglietta devi chiedere a un bimbo grande o alla maestra che ti aiuta. Se hai ancora il pannolone, non ti preoccupare, anch’io ce l’avevo, ma poi ho imparato (Caterina). Se ti piace ciucciare il ciucio, lo puoi avere quando vai a letto se no lo devi mettere nell’armadietto. Non ti preoccupare perché la mamma torna sempre a prenderti e se lei non può venire manda il papà, o un nonno o la tata. Se vai a mezzogiorno arriva prima, se vai alle quattro la vedi dopo, ma tutti i bambini vanno a casa, perché di sera la scuola è chiusa e anche le maestre vanno alla loro casa.

29 Questo libro lo abbiamo scritto e disegnato noi per tutti i bambini che verranno nella nostra scuola. Rebecca, Camilla, Chicco, Andrea, Marco, Chiara, Martino, Alessandro, Francesco, Luca, Caterina, Leonardo F., Minnie, Giovanni, Marta, Simone, Federico, Riccardo, Pietro, Silvia, Vittoria, Leonardo D.C., Filippo, Giulio, Emma, Tommaso con maestra Lucia.


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