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Imitazioni del made in Italy all'estero di Mattia Mazzini e Mario Palmieri della classe 2Bi.

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Presentazione sul tema: "Imitazioni del made in Italy all'estero di Mattia Mazzini e Mario Palmieri della classe 2Bi."— Transcript della presentazione:

1 Imitazioni del made in Italy all'estero di Mattia Mazzini e Mario Palmieri della classe 2Bi

2 Italian Sounding Gli italiani sanno bene che le tagliatelle non sono fatte come i tortellini, e che gli “spaghetti bolognese” non esistono. Ma gli stranieri non lo sanno, e sono il nostro mercato di riferimento per le esportazioni di prodotti italiani. La contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari made in Italy (“agro pirateria”) fa perdere all'Italia oltre 60 miliardi di euro di fatturato all’anno (fonte: Coldiretti 2015).

3 Come per esempio... La denominazione “Parmigiano Reggiano” resta la più copiata nel mondo: il Parmesan è diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone, ma in vendita c'è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, il Pamesello in Belgio. Ora c'è addirittura la possibilità di acquistare (in Gran Bretagna, negli Usa o in Australia) un kit per fare il pregiato formaggio italiano, ovviamente senza dare alcuna importanza al latte utilizzato. Bologna è grata alla famiglia Saputo per aver salvato il Bologna e averci speso molti milioni di euro…. Grande produttore di formaggi destinati alle tavole e alle cucine canadesi e nordamericane, Saputo produce e vende “Parmesan”, anche nella inesistente versione “Parmesan Romano”. I colori delle confezioni richiamano la bandiera italiana.

4 L'Italia viene danneggiata dall‘ italian sounding? Un prestigioso vino italiano, il Valpolicella, può essere falsificato con un kit che promette di ottenerlo con miscugli di polverine e mosto. Nel Maryland si produce un olio d’oliva «italiano»: il Pompeian oil. L’impresa estera che falsifica il prodotto italiano: 1) ottiene un indebito vantaggio competitivo sul mercato: - si avvantaggia rispetto ai concorrenti nazionali associando il proprio scadente prodotto all’immagine dell’Italia, patria del “buon cibo” e della dieta mediterranea; - fa concorrenza sleale ai produttori italiani, che vendono a prezzi più alti perché devono rispettare gli standard di qualità richiesti per ottenere le DOC, DOGC, IGP (le certificazioni di origine geografica garantita, di procedure produttive controllate, di utilizzo di ingredienti locali e di ottima qualità); 2) danneggia l’immagine dell’Italia e del prodotto italiano, spacciando per made in Italy piatti che in Italia sarebbero rifiutati anche dagli ospiti del Rifugio del Cane.

5 Altri esempi di italian sounding

6 Oltre al danno, la beffa: il brand mafia per il finto cibo italiano Ci sono prodotti alimentari venduti nel mondo con nomi che richiamano episodi e personaggi della criminalità organizzata più odiosa, sfruttata per fare affari a danno dei veri prodotti italiani. In Bulgaria vendono il caffè «Mafiozzo» (“Lo stile italiano”, la grafica rappresenta un delinquente) in UK gli snack «Chilli Mafia», un vino della Napa Valley si chiama «Il Padrino» e un sugo piccante rosso sangue del Missouri si chiama «Wicked Cosa Nostra». Ci sono le spezie «Palermo Mafia shooting» in Germania e a Bruxelles si intingono le patatine nella «SauceMaffia»; in tutto il mondo sono presenti ristoranti e pizzerie «Cosa Nostra» e «Mafia» (in Spagna una catena di pizzerie espone i ritratti di grandi gangster come Al Capone e Lucky Luciano). Su internet è possibile acquistare il libro di ricette «The mafia cookbook», comprare caramelle sul portale candymafia.com o ricevere i consigli di mamamafiosa.com, con sottofondo musicale a tema. La ricetta in home page? “Spaghetti al Bolognese” ….

7 Fine


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