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Analisi e lettura dell’opera Questa tela, già esposta al museo di Dresda, è andata distrutta durante la seconda guerra mondiale. Ce ne resta solo.

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Presentazione sul tema: "Analisi e lettura dell’opera Questa tela, già esposta al museo di Dresda, è andata distrutta durante la seconda guerra mondiale. Ce ne resta solo."— Transcript della presentazione:

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4 Analisi e lettura dell’opera Questa tela, già esposta al museo di Dresda, è andata distrutta durante la seconda guerra mondiale. Ce ne resta solo una documentazione fotografica. Essa, tuttavia, è una delle opere che meglio sintetizza la scelta sia poetica sia stilistica di Courbet. I due personaggi raffigurati sono due lavoratori dediti ad un lavoro rude e pesante. Lavorano in una cava di pietra spaccando la roccia con la sola forza fisica. Dei due uno è più anziano, è piegato su un ginocchio per spaccare i massi e Courbet lo raffigura di profilo. L’altro, più giovane, è intento a trasportare le pietre e viene raffigurato di spalle. Fa da sfondo alla scena il fianco di una montagna che occupa tutto l’orizzonte. Si intravede solo un po’ di cielo in alto a destra. Le due figure sembrano inserite quasi nel fianco del monte. Il lavoro impone loro di vedere solo le pietre senza neppur poter alzare lo sguardo al cielo. Hanno volti inespressivi. Il lavoro che fanno è povero ed è una povertà non solo materiale ma anche interiore. Tutta la scena esprime una condizione di abbrutimento psicologico oltre che materiale.

5 Courbet è cinico e crudo nel rappresentare questa scena. Non gli dà alcuna intonazione lirica per esprimere la nobiltà di un lavoro che, seppure modesto, è comunque un momento di nobilitazione. Denuncia, invece, con un linguaggio obiettivo la reale situazione sociale dei lavoratori. Questo contenuto di polemica sociale era ovviamente poco accettabile dall’ordinario pubblico dell’arte, fatta soprattutto di persone ricche che, quindi, mal sopportavano la rappresentazione della povertà che era, implicitamente, un atto di accusa nei loro confronti. I poveri sono tali per consentire ai ricchi di essere ricchi: questo, in sintesi, l’atto di accusa dei quadri di Courbet. In questa tela oltre al soggetto, dal contenuto evidentemente polemico, anche la composizione risulta inaccettabile per i canoni estetici del tempo. Manca un equilibrio compositivo preciso. Un asse orizzontale non c’è, dato che manca la linea di orizzonte. L’asse verticale risulta troppo decentrato a destra: esso, infatti, passa chiaramente per il punto in cui l’uomo inginocchiato sta per colpire il masso con il suo arnese di lavoro. Non c’è neppure una simmetria tra le due figure. Esse, infatti, sono collocate ed orientate in maniera del tutto casuale, senza equilibrare con le loro masse la composizione del quadro. Questa mancanza di esteticità canonica finiva per accentuare ulteriormente l’intento di Courbet: egli non vuole assolutamente proporre un’arte che trova nella bellezza una facile funzione consolatoria ma vuole proporre documenti visivi che creano lo shock della verità. La sua pittura è tutta giocata su questa funzione: i suoi quadri sono essenzialmente dei documenti etnografici. Ma ciò che costituisce lo scandalo della sua pittura è che lui propone questi documenti etnografici nel campo dell’arte. Nel campo di un’attività che, secondo la mentalità ufficiale e borghese dell’Ottocento, era destinata solo alla bellezza, alla grandezza, ai fatti eroici ed aulici, ai grandi avvenimenti storici, ai grandi personaggi del passato e del presente. Courbet pretende invece di imporre la sua povera gente a persone che certo non trovavano valido vedere immortalati uomini e donne considerate a loro inferiori: lavoratori, servi, prostitute, emarginati e reietti della società.

6 La lettura e l’analisi di quest’opera ci ha permesso di affrontare un tema sociale molto diffuso nel nostro Paese: quello del lavoro in nero. Esso è dovuto, com’è noto, all’alto tasso di disoccupazione, alla scarsità di controlli, all’attuale divario tra ricchi e poveri e alla frequente corruttibilità di taluni imprenditori che risparmiano non versando i contributi previdenziali ai loro dipendenti. Nonostante le campagne di sensibilizzazione, lo sfruttamento sul lavoro resta un fatto allarmante. Ma chi oggi il lavoratore regolare rispetto al lavoratore di qualche secolo fa, vedi “gli Spaccapietre” o più semplicemente i minatori? È, oggi, colui che viene, in più, privato di tutti quei diritti umani e sociali che, grazie ad una serie di rivendicazioni storiche e lotte sindacali, sono riconosciuti sia a livello statale che legale e che ci rendono figli veri di una società civile. Il lavoratore irregolare è sottopagato, non ha diritto ai contributi per la pensione, non è assicurato contro gli infortuni, può essere licenziato dal suo datore di lavoro senza spiegazioni e in qualsiasi momento, non ha diritto a ferie ne’ a giorni di malattia retribuita, non percepisce premi di produzione ne’ tredicesime e, infine, una tutela sindacale. Il lavoratore irregolare è quasi sempre costretto dalla necessità di sopravvivere e oggi si identifica spesso con l’extracomunitario a tal proposito si ricordino i recenti fatti di Rosarno in Calabria e il mio commento si fa silenzioso di fronte a quelle tristi realtà.

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8 "Mi dicevano che, quando è venuto Wright a Milano, ed è venuto una volta sola, si è veramente impressionato ed ha detto che è la più bella stazione del mondo. Per me lo è anche rispetto alla Grand Central di New York. Conosco poche stazioni così." intervista all'arch. Aldo Rossi, 1996

9 Il Re Vittorio Emanuele III presenzia alla posa della prima pietra, maggio 1906 Targa in ricordo della posa della prima pietra

10 Una fotografia del 1931 Il Ministro Ciano e l’architetto Stacchini inaugurano la Stazione Centrale nel 1931

11 La Stazione Centrale di Milano è stata sottoposta ad una ristrutturazione interna di grande impatto sugli ambienti e percorsi da parte di Grandi Stazioni, la società per il 60% delle Ferrovie dello Stato e per il 40% di privati che ha in gestione per i prossimi 40 anni le 13 principali stazioni italiane. La Galleria delle Carrozze è stata chiusa al traffico, le fermate dei taxi spostate all'esterno, la biglietteria arretrata, le scale mobili attuali eliminate e sostituite con rampe mobili più lunghe in posizione diversa, le biglietterie laterali e le sale al primo piano saranno soppalcate. E' stato creato un nuovo percorso al piano terra tra le due piazze laterali e saranno costruite due nuove balconate affacciate sui treni. La ristrutturazione Parte integrante del progetto di ristrutturazione della stazione è un programma intensivo di restauro conservativo dei manufatti originali, redatto in collaborazione con la Sovrintendenza per i Beni Culturali. Ogni superficie sarà pulita, consolidata, restaurata con i materiali originari e ove fosse impossibile, con materiali di costituzione e aspetto simili, ed infine protetta dalle intemperie e dall’attacco del tempo. Le volte verranno interamente restaurate, così come la Sala Reale. Particolare attenzione è rivolta anche all'illuminazione: all’uso estensivo della luce naturale che predomina in tutti gli ambienti, si aggiungono apparecchi illuminanti perfettamente integrati in elementi architettonici come nicchie, colonne, capitelli e rosoni. Il restauro Il “luogo” stazione, nella concezione attuale, è destinato a divenire, oltre che un efficiente centro servizi per i viaggiatori, un grande spazio pubblico di incontro, di scambio, di commercio, di cultura e di socializzazione, che contiene al suo interno tutti quei fenomeni che hanno caratterizzato in passato le piazze delle nostre città storiche. Le stazioni sono destinate a innescare innovazione e sviluppo nei tessuti urbani che le circondano.

12 il progetto prevede una completa revisione dei collegamenti interni: - Si crea un nuovo percorso pedonale interno che attraverserà la Stazione. - La Galleria delle Carrozze viene chiusa al traffico veicolare, diventando un prestigioso spazio di percorrenza. - Viene modificata la connessione tra la Stazione e la rete metropolitana con nuovi sbarchi nella Galleria delle Carrozze. - Nuovi ascensori e tapis roulant condurrano fino al livello dei binari. - La nuova biglietteria viene spostata alle spalle di quella attuale. - Si procede ad una riorganizzazione delle funzioni commerciali e di servizio esistenti, che saranno integrate da nuove funzioni in grado di trasformare la Stazione in un moderno centro servizi. - Verranno create due spettacolari terrazze in metallo e vetro, sotto le grandi volte metalliche che coprono i binari, che si affaccieranno verso i treni. - Introduzione di nuovi sistemi di informazione e di comunicazione al pubblico. - Vengono introdotti e migliorati i servizi ai disabili e ai non vedenti. - Si migliora l'impianto di sicurezza e di controllo della Stazione.

13 SPAZI PER IL PUBBLICO - I lavori, che procedono rispettando la tabella di marcia, sono realizzati da Grandi Stazioni secondo il progetto dell'architetto Marco Tamino ed equivalgono ad un terzo degli investimenti complessivi stanziati per tutto il network (le 13 più importanti stazioni della rete ferroviaria nazionale). La delegazione ha percorso le nuove aree realizzate all’interno del complesso ferroviario, partendo dalla Galleria delle Carrozze, riaperta al pubblico dal lato Est, e scendendo successivamente nel nuovo atrio interrato. COLLEGAMENTO CON LA METROPOLITANA - Attraverso due accessi ovali rivestiti di marmo e vetro, e grazie a nuovi tapis roulant, la Stazione sarà collegata in modo diretto alla metropolitana. Passando attraverso un varco creato nell’atrio Est della Galleria delle Carrozze, è stato poi visitato il nuovo asse pedonale. NUOVO PASSAGGIO PEDONALE - Questo attraversamento, creato con la riqualificazione e l’ottimizzazione di ambienti finora inutilizzati, non solo collegherà Piazza Luigi di Savoia e Piazza IV Novembre, ma servirà anche a congiungere il piano terra della Stazione al piano dei binari e sarà accessibile attraverso varchi dedicati sia dall’Atrio principale sia dai due atri laterali. Dodici i tapis roulant e otto gli ascensori che agevoleranno il nuovo percorso pedonale, collegando il piano terra della stazione con la Galleria di Testa e il piano ammezzato. PIU' SICUREZZA - Il progetto intende fare della Centrale una struttura che si apre alla città e presenta ambienti e servizi di qualità, per promuovere un’inversione di tendenza anche nelle aree che la circondano, purtroppo soggette ad un forte degrado ambientale e sociale. Da segnalare due interventi significativi: l'eliminazione del traffico veicolare dalla Galleria delle Carrozze, attualmente molto caotica, e l'eliminazione di box commerciali, attrezzature di servizio e aggiunte varie che nel tempo si sono inserite negli spazi monumentali della Stazione. Più comfort e sicurezza grazie alla nuova illuminazione, nuovi sistemi di informazione al pubblico e incremento del livello di controllo.

14 La città che sale U. Boccioni La città che sale è un importante dipinto ad olio su tela realizzato nel 1910 dal pittore italiano Umberto Boccioni. È oggi esposto al Museum of Modern Art di New York. Boccioni per dipingere quest' opera prende spunto dalla vista di Milano che si vedeva dal balcone della casa dove abitava. Il titolo originale era Il lavoro così come apparve alla Mostra d'arte libera di Milano del 1911. Si coglie la visione di palazzi in costruzione in una periferia urbana, mentre compaiono ciminiere e impalcature solo nella parte superiore. Gran parte dello spazio è invece occupato da uomini e da cavalli, fusi esasperatamente insieme in uno sforzo dinamico. In tal modo Boccioni mette in risalto l'esaltazione del lavoro dell'uomo e l'importanza della città moderna plasmata sulle esigenze del nuovo concetto di uomo del futurooliotela1910 Umberto Boccioni Museum of Modern Art di New York1911 Boccioni

15 Con la locuzione Legge 626 si intende, in Italia, un decreto legislativo introdotto nel 1994 per regolamentare la sicurezza sui luoghi di lavoro. Il decreto non fu il primo a regolamentare la sicurezza nei luoghi di lavoro, presente sin dagli anni cinquanta, ma superò alcune leggi precedenti, dando una forma organica alle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, pur non abrogandole formalmente. Le prime leggi sulla sicurezza dei luoghi di lavoro furono introdotte in Italia nel 1942 nel codice civile mentre le prime leggi specifiche sull'argomento risalgono agli anni cinquanta. Rispetto alla normativa precedente,oggi il Datore di lavoro non è solo "debitore della sicurezza nei posti di lavoro" ma deve essere partecipe e responsabile di un processo di miglioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso una periodica valutazione dei rischi viene documentata in un apposito "documento di valutazione dei rischi" che non determina solo i requisiti oggettivi di sicurezza, ma considera anche gli aspetti organizzativi e soggettivi associati allo svolgimento dell'attività lavorativaItalia1994

16 Negli anni novanta, dopo l'ingresso in Europa e l'emanazione di direttive europee in materia, sono stati promulgati altri decreti, il n° 626 del 1994 e il n° 494del 1996, che obbligano le imprese, i committenti e i datori di lavoro al rispetto dei decreti precedenti, a gestire il miglioramento continuo delle condizioni di lavoro, ad introdurre la formazione e l'informazione sui rischi per cui sono state create nuove figure professionali responsabili per la sicurezza. Con aggiornamento annuale, sono seguiti altri decreti di chiarimento e di miglioramento oltre a leggi regionali.La principale novità introdotta dal D.Lgs. 626/94, in coerenza con concetti espressi nelle direttive CE in esso recepite, è l'obbligo della valutazione del rischio (risk assessment) da parte del datore di lavoro l'introduzione di un Servizio di Prevenzione e Protezione,(R.S.P.P.) di cui, appunto il Datore di lavoro, ne è il responsabile. La valutazione del rischio, quindi, è un processo di individuazione dei pericoli e, successivamente, di tutte le misure di prevenzione e protezione volte a ridurre al minimo sostenibile le probabilità (quindi il rischio)e il danno conseguente a potenziali infortuni e malattie professionali.

17 LA SICUREZZA SUL LAVORO Come dovrebbe essere Com’è

18 E' infortunio sul lavoro un incidente avvenuto in occasione di lavoro a chiunque presti la propria opera, dipendente, collaboratore, familiare, socio, dal quale sia derivata la morte l' inabilità permanente o temporanea che comporti l’astensione dal lavoro per più di tre giorni.

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