La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Sviluppo economico e distribuzione AA 2014-2015 I semestre.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Sviluppo economico e distribuzione AA 2014-2015 I semestre."— Transcript della presentazione:

1 Sviluppo economico e distribuzione AA 2014-2015 I semestre

2 Le teorie dello sviluppo Centralità del tema della crescita e dello sviluppo economico Crescita: guarda all’aspetto quantitativo –Crescita del PIL Sviluppo: guarda agli aspetti qualitativi –Cambiano gli aspetti qualitativi: come viviamo e come pensiamo –Il benessere e anche le forme di organizzazione politica. 2Storia delle teorie dello sviluppo

3 L’accelerazione della crescita Per la stragrande maggioranza del tempo storico il PIL è rimasto stabile. Solo negli ultimi tre secoli ha cominciato a crescere in modo esponenziale. E’ sostenibile una tale crescita? Si può crescere all’infinito in un modo dalle risorse finite? 3Storia delle teorie dello sviluppo

4 Le tappe dello sviluppo Lento progredire della crescita della popolazione e della tecnologia Tappe significative XV secolo: sviluppo delle città e dei mercati: ricchezza commerciale e finanziaria XVI secolo: consolidamento degli stati nazione XVIII secolo: Inizia l’industrializzazione (Gran Bretagna) che si estende in Europa e in America nel XIX secolo 4Storia delle teorie dello sviluppo

5 Le teorie dello sviluppo Economia classica: lo studio dell’accumulazione del capitale in un sistema capitalistico. L’accumulazione dipende dal sovrappiù (ciò che resta dopo i costi) Il sovrappiù può essere individuato fisicamente o almeno come valore Se il sovrappiù è investito produttivamente si ha crescita. 5Storia delle teorie dello sviluppo

6 1: i fisiocratici Il sovrappiù è stimolato dall’istituzione del mercato concorrenziale Il mercato concorrenziale permette di effettuare gli scambi tra i settori di produzione Per crescere ciascun settore ha bisogno di quanto prodotto dagli altri settori per aumentare i suoi mezzi di produzione. Questi mezzi di produzione sono ottenuti dallo scambio tra i settori 6Storia delle teorie dello sviluppo

7 I fisiocratici: un esempio Due settori: industria e agricoltura Industria  strumenti di produzione Agricoltura  materie prime. Per produrre l’industria ha bisogno di materie prime e l’agricoltura di strumenti di produzione. Ciascun settore domanda la produzione dell’altro e offre in cambio il proprio prodotto Se gli scambi sono efficienti ciascun settore può continuare a produrre e può svilupparsi: aumentano le materie prime e gli strumenti di produzione impiegati  crescita. 7Storia delle teorie dello sviluppo

8 2 Adam Smith La crescita endogena: Alla base dello sviluppo: progresso tecnologico e accumulazione del capitale. Progresso tecnologico  divisione del lavoro. Allargamento dei mercati 8Storia delle teorie dello sviluppo

9 2. Adam Smith prodotto nazionale pro-capite. sviluppoIndice del benessere prodotto nazionale pro-capite. Se cresce il prodotto nazionale pro-capite si ha sviluppo Quanto delle “cose necessarie o comode” ciascuno può in media consumare sovrappiù se ben utilizzatoIl sovrappiù permette di aumentare nel tempo il benessere – se ben utilizzato 9Storia delle teorie dello sviluppo

10 Come cresce la ricchezza? Due cause: produttività del lavoro1. Aumento della produttività del lavoro divisione del lavoro –“l’arte, la destrezza e l’intelligenza con cui si esercita il lavoro”: dipendono dalla divisione del lavoro dell’occupazione del lavoro produttivo2. L’aumento dell’occupazione del lavoro produttivo dall’accumulazione di capitale –Dipende dall’accumulazione di capitale 10Storia delle teorie dello sviluppo

11 La divisione del lavoro Divisione “orizzontale”: mestieri e professioni Divisione “verticale”: diverse mansioni nella stessa industria La divisione verticaleprincipale causaLa divisione verticale è la principale causa dell’aumento della produttività del del lavoro La fabbrica di spilli: –Operaio isolato: 20 spilli al giorno –10 operai che si dividono il lavoro: 48.000 spilli al giorno –Produttività media: 48.000/10=4.800 –La produttività aumenta di 4.800/20 volte=240 volte 11Storia delle teorie dello sviluppo

12 Gli effetti della divisione del lavoro 1. Aumento dell’abilità 2. Risparmio di tempo 3. Introduzione delle macchine (movimenti semplici) dall’ampiezza dei mercatiLa divisione del lavoro dipende dall’ampiezza dei mercati Se il mercato è ristretto  sovrapproduzione Se si allargano i mercati (infrastrutture, eliminazione delle barriere doganali ecc.) si amplia la domanda e si può allargare la divisione del lavoro. Il lavoro diviene più produttivo e si ha crescita economica. 12Storia delle teorie dello sviluppo

13 Il benessere e lo sviluppo Aumenta la produttività del lavoro aumenta la ricchezza per i singoli e per la società Y= prodotto nazionale; N=popolazione; L= Lavoro produttivo,  =produttività del lavoro Y=  L Reddito pro capite = Y/N  L  Y/N Se  L  allora Y/N  endogenaIl processo di sviluppo si autoalimenta (crescita endogena) 13Storia delle teorie dello sviluppo

14 Il circolo virtuoso Ampliamento del mercato  aumenta la divisione del lavoro  cresce la produttività  cresce il reddito pro-capite  aumenta la domanda  si amplia il mercato Divisione del lavoro Ampiezza dei mercati Condizioni: sicurezza, infrastrutture, abolizione dazi, ecc.  L Y/N Le condizioni istituzionali favoriscono l’allargamento di mercati L’ampiezza dei mercati stimola l’approfondimento della divisione del lavoro L’approfondimento della divisione del lavoro causa un aumento della produttività del lavoro L’approfondimento della divisione del lavoro causa un aumento del reddito pro-capite L’aumento del reddito pro-capite causa un ampliamento dei mercati CIRCOLO VIRTUOSO 14Storia delle teorie dello sviluppo

15 Lavoro produttivo e improduttivo valoreconsumoreddito servizi Lavoro improduttivo: non produce valore, è consumo di reddito, produce servizi al di fuori dal mercato Lavoro ProduttivoLavoro Improduttivo Distinzione tra Lavoro Produttivo e Lavoro Improduttivo sovrappiù investimentocapitalemerci mercato Lavoro produttivo: produce sovrappiù, è impiegato attraverso l’investimento di capitale; produce merci per il mercato lusso redditoproduzione capitale Acquisto un bene di lusso  consumo di reddito; Mezzo di produzione  investimento di capitale improduttivo redditoproduttivo capitale Impiego lavoro improduttivo  consumo di reddito; lavoro produttivo  investimento di capitale 15Storia delle teorie dello sviluppo

16 Distribuzione del reddito sussistenza Salari = livello di sussistenza – poi teoria della popolazione di Malthus in più Rendita – dipende dal valore. Ciò che resta in più rispetto ai costi e al profitto medio (contraddizione con la teoria additiva del valore?). proporzionali al capitale investitoForma tipica di sovrappiù Profitti – proporzionali al capitale investito. Forma tipica di sovrappiù nella società capitalistica 16Storia delle teorie dello sviluppo

17 Classi sociali e reddito Proprietari terrieri – rendita – consumi di lusso Lavoratori – salario – è al livello di sussistenza – consumato Capitalisti – profitto – può essere investito per accelerare lo sviluppo –Quadro istituzionale: concorrenza –Profitti facili o alti – consumi di lusso 17Storia delle teorie dello sviluppo

18 4: David Ricardo Da una parte Ricardo sviluppò il modo tipico di ragionare degli economisti, dall’altra approfondi il tema dei limiti dello sviluppo. Accetta la teoria della popolazione di Malthus. Il salario tende al livello della sussistenza. Determinazione del sovrappiù: residuo. Ciò che resta del prodotto nazionale una volta messe da parte le sussistenze dei lavoratori. 18Storia delle teorie dello sviluppo

19 Lo schema logico Valore prodotto lordo Lavoro diretto Lavoro indiretto (mezzi di produzio ne) Valore prodotto nazionale Valore sussistenze Valore sovrappiù PRODUZIONEPRODUZIONE Sottraendo il valore delle sussistenze dal prodotto nazionale abbiamo il valore del sovrappiù. Se il sovrappiù è investito: sviluppo 19Storia delle teorie dello sviluppo

20 La distribuzione distribuzioneProblema più importante: distribuzione del reddito Profitti  InvestimentiProfitti  Investimenti Saggio di profitto  saggio di sviluppoSaggio di profitto  saggio di sviluppo I proprietari fondiari non investono: consumi di lusso I salariati non possono investire: redditi di sussistenza 20Storia delle teorie dello sviluppo

21 Profitti e rendite profitti e renditaCome si divide il sovrappiù tra profitti e rendita? aumenta la rendita diminuire il profittoData la torta, se aumenta la rendita dovrà diminuire il profitto e viceversa Conflitto di interesseConflitto di interesse tra proprietari terrieri e capitalisti Ricardo si schiera con i capitalisti 21Storia delle teorie dello sviluppo

22 La rendita differenzialeReddito differenziale scarsità delle risorse naturaliLa rendita dipende dalla scarsità delle risorse naturali limitati e di differente qualitàTerreni a disposizione: limitati e di differente qualità Terreni più fertili  maggior sovrappiù la differenza di prodotto renditaconcorrenza tra imprenditori agricoli: la differenza di prodotto tra i diversi terreni  rendita 22Storia delle teorie dello sviluppo

23 Il meccanismo che limita lo sviluppo Sviluppo: aumenta la popolazione nuovi terreniPer sfamare la popolazione occorre coltivare nuovi terreni meno fertili.I nuovi terreni sono meno fertili. Diminuisce il sovrappiù sui nuovi terreni. Aumenta la differenza di prodotto tra terreni più fertili e meno fertili. Aumenta la rendita e diminuisce il saggio di profitto. Minore saggio di profitto=minore sviluppo 23Storia delle teorie dello sviluppo

24 Il modello analitico Prodotto del lavoro sul terreno meno fertile = prodotto marginale del lavoro. Il prodotto marginale meno i costi (sussistenze dei lavoratori)= profitto Profitto/sussistenze= saggio di profitto Differenza tra prodotto medio e prodotto marginale =rendita Mano a mano che sono coltivati terreni meno fertili diminuisce il prodotto marginale = diminuisce il saggio di profitto 24Storia delle teorie dello sviluppo

25 25 Il grafico del modello PnATN0=prodotto totale WCTn0=costi PmaBCW= profitti PmaW/W0= saggio del profitto PnABPma = rendite Storia delle teorie dello sviluppo

26 Sintesi L’accumulazione del capitale1. Problema che cosa determina la crescita? L’accumulazione del capitale profitti2.L’accumulazione del capitale dipende dall’investimento dei profitti: più alto il saggio di profitto più veloce l’accumulazione 3. Profitti=prodotto meno costi 4 Importanza della distribuzione salari –A. Relazione inversa tra profitti e salari la produttività del lavororendita –B. relazione diretta con la produttività del lavoro (e inversa con la rendita) 26Storia delle teorie dello sviluppo

27 5. Karl Marx Materialismo storico: le relazioni di produzione determinano la struttura della società. Relazioni di produzione = rapporti di classe nel controllo della produzione del sovrappiù e nel suo utilizzo. Secondo Marx il sovrappiù (plusvalore) deriva dal lavoro (pluslavoro) Nella società feudale il contadino lavorava alcuni giorni nel terreno del padrone e i giorni rimanenti nel terreno a sua disposizione producendo la sua sussistenza 27Storia delle teorie dello sviluppo

28 Il capitalismo Nel capitalismo la relazione fondamentale è tra capitalisti e lavoratori Il lavoratore è libero e vende la propria forza lavoro. Il suo tempo non è più fisicamente diviso tra lavoro necessario (produzione delle proprie sussistenze) e pluslavoro (plusvalore) Tuttavia il profitto deriva dal fatto che la giornata lavorativa è più lunga di quella necessaria a ricostituire la forza lavoro. 28Storia delle teorie dello sviluppo

29 29 Società capitalistica Divisione in classi della società I capitalisti possiedono i mezzi di produzione I lavoratori possiedono solo la capacità di lavorare I capitalisti impiegano la loro ricchezza (moneta) al fine di avere più ricchezza (profitto) D MD’ valore di scambio Fine  ottenere maggiore valore di scambio D  D = D’  D>0 Storia delle teorie dello sviluppo

30 30 Spiegazione della creazione di valore Creazione di valore non si spiega nello scambio (tra equivalenti) Scomposizione della circolazione D  M  Produzione  M’  D’ M  acquisto di mezzi di produzione e forza lavoro  Produzione (il lavoro utilizza i mezzi di produzione)  merci finali M’ Storia delle teorie dello sviluppo

31 Plusvalore e accumulazione del capitale Anche per Marx nel capitalismo la crescita dipende dall’accumulazione del capitale e quindi dai profitti dei capitalisti. I profitti dipendono dai salari, ma… Anche se i salari non diminuiscono i profitti possono aumentare quando cresce la produttività del lavoro. 31Storia delle teorie dello sviluppo

32 Teoria endogena dello sviluppo Il capitalismo è il più dinamico tra i modi di produzione mai esistiti. Nella ricerca del massimo profitto i capitalisti sono indotti a trovare sempre metodi di produzione più efficienti. La scienza viene messa al servizio della tecnica. L’introduzione di una tecnica più efficiente (una nuova macchina) permette al capitalista che la adotta di avere extra-profitti. I concorrenti lo imitano e la nuova tecnica si diffonde. Progresso tecnologico indotto dall’economia. 32Storia delle teorie dello sviluppo

33 L’instabilità dello sviluppo Schema D-M-D’ Qualsiasi causa che non permette ai capitalisti di realizzare un  D soddisfacente può frenare il processo. 1. Crisi di sproporzione. 2. Andamento ciclico della crescita 3. Tendenza alla scarsità della domanda 33Storia delle teorie dello sviluppo

34 Crisi di sproporzione Per Marx i diversi settori produttivi devono essere in determinati rapporti tra loro, altrimenti non si realizzano i profitti Ripresa dell’analisi del Tableau di Quesnay riproduzione semplice I  settore beni salario II  settore mezzi di produzione 34 C= valore mezzi di produzione V= valore forza lavoro (salari) S = plusvalore (profitti) M valore della produzione Storia delle teorie dello sviluppo

35 35 Condizioni di equilibrio Domanda = Offerta Domanda mezzi di produzione = C 1 +C 2 Domanda beni di consumo = V 1 +S 1 +V 2 +S 2 Offerta di mezzi di produzione = M 2 Offerta di beni di consumo = M 1 Semplificazione: V 2 +S 2 = C 1 Storia delle teorie dello sviluppo

36 36 Domande e offerte V2+S2V2+S2 Domanda di beni di consumo del II settore al I settore Valore dell’offerta di mezzi di produzione del II settore al I  (M 2 -C 2 ) C1C1 Domanda di mezzi di produzione del I settore al II settore = Equilibrio Offerta di beni di consumo del I settore al II  M 1 -(V 1 +S 1 ) Storia delle teorie dello sviluppo

37 37 Instabilità Se l’equilibrio non si realizza: instabilità Gli investimenti sono volatili e poco prevedibili Il futuro è incerto I capitalisti prendono le proprie decisioni separatamente Solo a posteriori sanno se la decisione era giusta Probabile instabilità Storia delle teorie dello sviluppo

38 2. Andamento ciclico della crescita La crescita ha un andamento ciclico: boom e depressione Nelle fasi iniziale ci sono alti profitti e alti investimenti Gli investimenti fanno aumentare la domanda di lavoro: i salari crescono I profitti diminuiscono e comincia la fase discendente del ciclo Aumenta la disoccupazione –si sostituiscono le macchine al lavoro Diminuiscono i salari e si ricostituiscono i profitti riparte la fase positiva del ciclo 38Storia delle teorie dello sviluppo

39 3. Tendenza alla scarsità della domanda In realtà è collegata alla sproporzione tra i settori. La maggioranza della popolazione è costituita da lavoratori. Il salario tende ai livelli di sussistenza – quindi la domanda di beni di consumo non cresce a sufficienza Se questa mancata crescita non è compensata dagli investimenti si ha stagnazione per domanda insufficiente Storia delle teorie dello sviluppo39

40 40 I limiti della crescita - valore La stessa dinamica capitalistica conduce alla crisi: per aumentare la produttività i capitalisti sostituiscono le macchine al lavoro Cresce il capitale per lavoratore e diminuisce il saggio di profitto. CC = capitale costante VV = capitale variabile (salari) S= plusvaloreS= plusvalore M = C+V+SValore M = C+V+S s’ = S/VSaggio del plusvalore s’ = S/V r = S/(C+V)Saggio di profitto r = S/(C+V)

41 41 La caduta tendenziale del saggio di profitto Le macchine sostituiscono il lavoro  aumento della produttività  aumento del plusvalore q= composizione organica del capitaleq= composizione organica del capitale q = C/Vq = C/VAumenta con l’introduzione delle macchine Aumenta q  Cade il saggio di profitto

42 L’economia neoclassica Verso la fine del XIX secolo si afferma l’economia neoclassica. Il problema non è più quello dell’accumulazione del capitale, ma quello dello studio del mercato come «mano invisibile» Mercato come sistema di allocazione delle risorse efficiente Lionel Robbins (1898-1984) in Essay on the Nature and Significance of Economic Science (1932): “studio della condotta umana come relazione tra scopi e mezzi scarsi per usi alternativi”. Storia delle teorie dello sviluppo42

43 43 La definizione dell’economica economicaL’economica è “lo studio di come le società decidono di allocare risorse scarse tra usi alternativi”. risorse, allocazione, scarsità e usi alternativiParole chiave: risorse, allocazione, scarsità e usi alternativi RisorseRisorse : per produrre beni e servizi AllocazioneAllocazione : che cosa produrre? ScarsitàScarsità : le risorse sono limitate – alcuni bisogni sono insoddisfatti sceltaLe risorse  utilizzate per fare cose diverse  scelta Il problema non è l’accumulazione del capitale, ma l’utilizzo di risorse date. Non c’è problema di crescita, ma di efficienza

44 La teoria dello sviluppo: Schumpeter All’inizio del XX secolo Schumpeter elabora una teoria dello sviluppo (qualitativo) del capitalismo. Situazione descritta dai neoclassici: situazione di flusso circolare – il mercato è efficiente, ma l’economia si riproduce uguale a se stessa senza sviluppo Per aversi sviluppo occorre che qualcuno rompa il flusso circolare Storia delle teorie dello sviluppo44

45 L’imprenditore e la rottura del flusso circolare Chi rompe il flusso circolare è l’imprenditore. L’imprenditore è colui che per qualsiasi motivazione assume rischi e introduce nel sistema economico le innovazioni che rompono gli schemi L’imprenditore, a differenza del manager, non si comporta seguendo una routine e non è necessariamente il capitalista. Storia delle teorie dello sviluppo45

46 Innovazioni e sviluppo scientifico Le innovazioni non coincidono necessariamente con le scoperte scientifiche. Una scoperta scientifica deve essere sfruttata economicamente per divenire innovazione endogenoL’esistenza dell’imprenditore è connaturata al sistema capitalistico: lo sviluppo è endogeno Storia delle teorie dello sviluppo46

47 Le varie forme di innovazione. 1. Produzione di un bene nuovo, capace di soddisfare bisogni nuovi o di soddisfare meglio bisogni già esistenti 2. L’introduzione di un nuovo processo produttivo 3. Apertura di un nuovo mercato 4. Conquista di una nuova fonte di materie prime o semilavorati 5. La realizzazione di nuove forme organizzative (es. creazione di monopolio) Storia delle teorie dello sviluppo47

48 Le risorse dell’innovazione Se tutte le risorse sono già impiegate, da dove trovano gli imprenditori le risorse per realizzare l’innovazione. Il sistema creditizio fornisce il potere d’acquisto attraverso la concessione del credito. Il banchiere crea la moneta. Con il potere d’acquisto l’imprenditore, ad esempio, introduce un nuovo processo produttivo. Avendo meno costi ottiene un profitto. Lentamente i concorrenti imitano l’imprenditore innovatore: il nuovo processo produttivo si generalizza e i prezzi cadono. I profitti diminuiscono Storia delle teorie dello sviluppo48

49 Lo sviluppo ciclico Lo sviluppo avviene in forma ciclica: 1. La prima innovazione ha successo 2. Arrivano (a «sciami») gli imprenditori imitatori. 3. L’innovazione maggiore stimola innovazioni minori 4. Il clima economico è favorevole e le banche concedono il credito 5. Il mercato comincia a saturarsi, i profitti diminuiscono. I primi imprenditori restituiscono i debiti comincia a diminuire la liquidità. 6. Le banche cominciano a restringere il credito. Le imprese più deboli falliscono 7 «Distruzione creatrice»: restano sul mercato le imprese più efficienti, i prezzi scendono. Si creano le condizioni per un nuovo ciclo di innovazioni Storia delle teorie dello sviluppo49

50 La teoria della crescita Due economisti: Harrod e Domar, dopo la rivoluzione keynesiana Quali sono le condizioni di crescita di equilibrio. Le condizioni di equilibrio: domanda aggregata=offerta aggregata. Il valore della produzione è uguale al valore del reddito generato e distribuito alle famiglie (Y) Le famiglie destinano il reddito ai consumi (C) e ai risparmi (S) Y=C+S = valore dell’offerta aggregata Storia delle teorie dello sviluppo50

51 La domanda aggregata 1: domanda di beni di consumo Ma i risparmi non sono domanda Le imprese però domandano beni di investimento (I) per aumentare la propria capacità produttiva nel futuro. 2: domanda di beni di investimento (I) DA=C+I Storia delle teorie dello sviluppo51

52 La condizione di equilibrio L’equilibrio è raggiunto quando DA=Y C+I=C+S Di conseguenza quando I=S Equilibrio e crescita Quali sono le condizioni perché un sistema economico cresca in equilibrio, cioè rispettando I=S? Storia delle teorie dello sviluppo52

53 IL modello Definiamo s la propensione media al risparmio (s=S/Y) sY=S Supponiamo ora che vi sia un rapporto costante tra capitale e reddito che chiamiamo v Se v= 6 per ottenere un unità di reddito in più debbo effettuare un investimento di 6 Di conseguenza il rapporto tra incremento del reddito  Y e investimento è dato da: I=v  Y Storia delle teorie dello sviluppo53

54 La condizione di equilibrio La crescita in equilibrio è data da I=S Cioè v  Y=sY Ovvero  Y/Y=s/v Questo valore è chiamato il saggio giustificato o garantito di crescita di equilibrio Secondo Harrod, però non vi è nessun meccanismo che conduca il sistema economico verso l’equilibrio se è al di fuori dell’equilibrio Storia delle teorie dello sviluppo54

55 La doppia funzione degli investimenti Intuitivamente: Gli investimenti hanno una doppia funzione: oggi contano come condizione della domanda, ma nel futuro sono una condizione dell’offerta (la grandezza del capitale produttivo  quanto si produce) Se oggi si investe più dei risparmi, la domanda cresce più di quella di equilibrio, quindi domani ci si aspetterà di avere una capacità produttiva insufficiente e si cercherà di aumentare ancora gli investimenti Storia delle teorie dello sviluppo55

56 Saggio garantito e saggio naturale La crescita del sistema economico ha dei limiti naturali Se non c’è progresso tecnologico la produzione può crescere solo ad un tasso pari al tasso di crescita della occupazione. L’occupazione disponibile cresce con la popolazione. Se il saggio giustificato è maggiore del saggio naturale non c’è meccanismo di equilibrio. La domanda di lavoro cresce più dell’offerta: inflazione crescente Storia delle teorie dello sviluppo56

57 La teoria neoclassica della crescita In risposta al modello di Harrod e Domar: Il modello di Solow: Il rapporto capitale-investimenti non è costante: dipende dalla tecnica scelta dagli imprenditori. La tecnica più conveniente dipende dalla distribuzione: se i salari salgono, conviene adottare tecniche con una più alta intensità di capitale (v cresce) Storia delle teorie dello sviluppo57

58 Il meccanismo della crescita in equilibrio La crescita del reddito dipende dagli investimenti I/v=  Y Se il reddito cresce troppo (saggio garantito > saggio naturale) i salari crescono e conviene utilizzare più capitale – v cresce: A parità di investimenti diminuisce  Y Il processo continua fino a quando Storia delle teorie dello sviluppo58 N=occupazione

59 La filosofia del modello A differenza dei classici non sono le decisioni di accumulazione a determinare il tasso di crescita Il tasso di crescita del sistema si adatta infatti ai limiti naturali: Crescita della popolazione=crescita dell’occupazione Progresso tecnologico = crescita della produttività del lavoro esogeniEntrambi i fattori della crescita sono esogeni Il meccanismo di mercato causa il processo di adattamento attraverso la distribuzione. Storia delle teorie dello sviluppo59

60 Classici e neoclassici Per i classici la distribuzione del reddito determina la crescita. I profitti sono accumulati. Più alti i profitti più alta la crescita naturaliPer i neoclassici la distribuzione permette al sistema di adattarsi alle condizioni naturali Se il sistema cresce «troppo» i salari crescono, si adottano tecniche con più capitale e il tasso di crescita si adatta alle condizioni esterne. Storia delle teorie dello sviluppo60

61 Il modello Keynesiano di crescita Classici e neoclassici: I=S Per Keynes le decisioni di investimento possono differire da quelle di risparmio Se S>I: domanda aggregata insufficiente, il sistema si adatta a non utilizzare tutta la propria capacità produttiva. In queste condizioni la propensione ad investire diminuisce perché i mezzi di produzione non sono pienamente sfruttati. La crescita è minore di quella potenziale Storia delle teorie dello sviluppo61

62 Modello di Keynes e distribuzione Nella situazione di insufficienza della domanda un incremento dei salari può stimolare la crescita. Se si stimola la domanda la produzione può crescere e quindi i salari possono crescere senza una diminuzione dei profitti Dato che ora gli impianti sono maggiormente sfruttati gli imprenditori sono più propensi ad effettuare nuovi investimenti: il tasso di crescita si alza. Storia delle teorie dello sviluppo62


Scaricare ppt "Sviluppo economico e distribuzione AA 2014-2015 I semestre."

Presentazioni simili


Annunci Google