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1 Provincia Autonoma di Trento PER UNA SCUOLA CHE GUARDA AL FUTURO Giornata di riflessione ed approfondimento con i dirigenti scolastici Relazione: INNOVARE.

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1 1 Provincia Autonoma di Trento PER UNA SCUOLA CHE GUARDA AL FUTURO Giornata di riflessione ed approfondimento con i dirigenti scolastici Relazione: INNOVARE DOVE COME PERCHE ’ Piero Cattaneo Scuola Secondaria di 1° Grado “Griffini” – Casalpusterlengo (LO) Università Cattolica “S. Cuore” Milano – Piacenza Levico Terme, 12 febbraio 2008

2 2 1. Innovare nella scuola perché? (I presupposti teorici dei processi innovativi) - Alcune definizioni di INNOVAZIONE - Innovazione e cambiamento in campo educativo - Fonti generali di cambiamento e fattori favorevoli al cambiamento - Tipi e gradi di cambiamento - Tempi di realizzazione e complessità dei diversi tipi di innovazione 2. Innovare nella scuola, dove? (La scuola nel nuovo scenario) Il disegno riformativo di fondo: l’autonomia scolastica Il decentramento amministrativo a favore delle Regioni e degli EE.LL. I “cambiamenti” nei compiti professionali dei dirigenti scolastici, dei docenti e del personale ATA nelle scuole I cambiamenti nei bisogni degli allievi e nella domanda di formazione

3 3 3.Innovare nella scuola, come? (Il punto di vista e l’azione del dirigente scolastico) I cambiamenti più significativi nel campo: Dalla progettazione educativa e didattica (dalla programmazione curricolare, ai Piani di Studio Personalizzati, al curricolo di istituto) Dell’organizzazione e della gestione delle attività educative e didattiche (dentro la scuola e verso il territorio) Della valutazione (degli apprendimenti, degli insegnamenti, della scuola come sistema, del sistema scuola nazionale, regionale, provinciale)

4 4 1. INNOVARE nella scuola, PERCHE’? (Alcuni presupposti teorici; qualche riferimento normativo;……e alcune riflessioni) Che significa innovare? E innovare nei sistemi educativi? Quali differenze tra innovazione e cambiamento? Come si diffonde un’innovazione? Una definizione operativa: Un’innovazione è un miglioramento che è misurabile, deliberato, duraturo e di cui è improponibile la ripetizione frequente Quindi ogni innovazione: È intenzionale(c’è un Progetto) Genera cambiamenti E’ migliorativo (c’è un valore aggiunto) E’ duratura e largamente utilizzata, senza perdere le sue caratteristiche iniziali E’ accompagnata da strutture di sostegno (i MACRO RUOLI –HUBERMAN) E’ valutata (valutazione ex ante; in itinere; ex post) E’ documentata nel processo e negli esiti (per la sua eventuale generalizzazione)

5 5 Ma INNOVAZIONE è termine AMBIVALENTE È allettante perché implica MIGLIORAMENTO e PROGRESSO È ingannevole perché spesso distoglie l’attenzione dalla sostanza dell’attività educativa (l’apprendimento degli allievi) a favore degli aspetti di “novità” tecnologica, organizzativa o gestionale (TRAPPOLA del “”nominalismo e/o del tecnicismo”).

6 6 Fonti generali di cambiamento e fattori favorevoli al cambiamento Come vengono progettate e attuate le INNOVAZIONI? Quali sono i motivi o gli stimoli cui sono soggette? In quali condizioni le innovazioni hanno probabilità di comparire? a) Le INNOVAZIONI sono per la maggior parte progettate e attuate: Sporadicamente piuttosto che con continuità Su pressione esterna più che per iniziativa del sistema Per motivi di convenienza più che con espressione di una vera convinzione o seguendo una determinata programmazione Una qui e l’altra là, piuttosto che secondo uno schema globale e integrato Molto più tardi di quando sarebbero auspicabili In superficie, invece che alla base Per procurare elogi o promozioni a certe persone, invece di migliorare i risultati dell’apprendimento

7 7 b) I motivi e/o gli stimoli cui sono soggette le INNOVAZIONI si possono riassumere nei seguenti: Introduzione di una nuova legge o disposizione normativa (es. riforma degli ordinamenti scolastici; cambiamento dei programmi scolastici; nuovi profili formativi o professionali al termine dei cicli scolastici) Richieste esplicite di cambiamento circa le competenze da garantire in uscita dai vari cicli (richiesta esplicita del mercato) Divario tra le “aspettative” dei docenti e i “risultati” di fatto ottenuti sul piano degli apprendimenti Domanda esplicita di cambiamento educativo, didattico e metodologico da parte delle famiglie Esigenza di far fronte alla “competitività” fra scuole

8 8 Confronto e competitività con Enti esterni alla scuola Valutazione dei processi di insegnamento/apprendimento e di gestione della scuola (Autoanalisi - Autovalutazione d’Istituto - Certificazione della qualità) Necessità di adeguamento delle strutture e risorse alle esigenze educative e didattiche, oltre alle norme in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro(Legge 626/94) Richieste esplicite da parte degli Enti e/o Uffici preposti al controllo e alla valutazione delle scuole sulla base di indicatori espliciti e trasparenti (es. Organi di controllo/valutazione)

9 9 c) Le condizioni che risultano più favorevoli all’introduzione di INNOVAZIONI Clima diffuso di disponibilità al cambiamento Presenza di dirigenti scolastici disponibili ad avviare ed accompagnare i processi innovativi Costituzione di gruppi di lavoro per la progettazione e la realizzazione di innovazioni Interazione fra scuola e territorio; scambio di informazioni e di risorse Introduzione di tecnologie oggi indispensabili per la realizzazione di processi di insegnamento/apprendimento Esperienze pregresse di innovazione con valutazioni positive degli esiti Attività di formazione per il personale dirigente e docente impegnato a introdurre dei cambiamenti Disponibilità dei soggetti addetti a lavori e dei responsabili di politiche scolastiche a mettersi in discussione Collaborazione tra sistemi educativi e sistemi informativi, di produzione ecc… Collaborazione tra le scuole tra loro e/o con altre Istituzioni e Centri di Ricerca (es. Università; Agenzie del lavoro; Centri di formazione)

10 10 ALCUNI MODELLI dei PROCESSI di CAMBIAMENTO a)Dalla RICERCA fondamentale all’applicazione (dalla teoria alla pratica) b)Porta a Porta (appartenenza dei soggetti impegnati nell’innovazione a Enti e/o Associazioni) c)Problem Solving (ricerca di soluzione dei problemi attraverso l’interazione tra scuola e territorio)

11 11 Molto difficile Poco difficile Comportamento gi gruppo Comportamento individuale Atteggiamenti Conoscenze Breve___________ Tempo necessario_____________ Lungo Tempo e difficoltà di realizzazione dei diversi cambiamenti

12 12 2. INNOVARE nella scuola, DOVE? (la scuola nel nuovo scenario) La scuola non ha più il monopolio della formazione; si apprende al di là e al di fuori delle aule scolastiche nuovo ruolo e nuove funzioni della scuola in un sistema formativo policentrico vs integrato Generazione NARCISO: i ragazzi di oggi ci appaiono e sono diversi dagli studenti di alcuni anni fa: sui banchi oggi siede NARCISO, figlio di una famiglia “affettiva”, desideroso di contatti che lo confermino e lo gratifichino la scuola non ha il compito di offrire un affetto illimitato, arriva a sostenere il ragazzo nei momenti di separazione e di lavoro individualizzato

13 13 I docenti sono spesso disorientati dalla rapidità dei cambiamenti in ambito legislativo; frastornati dai cambiamenti sul piano professionale circa le attività progettuali, organizzative e valutative. Anche la dimensione relazionale con gli allievi presenta in molti casi la necessità di modalità comunicative diverse, per facilitare la relazione stessa (confronto/scontro tra generazione EDIPO/NARCISO) analogamente anche la relazione tra docenti va rivisitata in funzione delle nuove richieste professionali e dell’esercizio della funzione docente in contesti lavorativi caratterizzati dalla presenza di più soggetti professionali

14 14 I dirigenti scolastici cui compete la promozione e la tenuta dei processi innovativi generati sia da esigenze locali sia indotti e previsti da norme ministeriali o di Enti Locali. Il dirigente scolastico è oggi garante dei risultati educativi definiti e previsti dal POF della scuola. Il che presuppone una gestione corretta e trasparente del cosiddetto PATTO PEDAGOGICO tra la scuola e la famiglia, tra la scuola e gli allievi, tra scuola e contesto territoriale di riferimento La professionalità del dirigente,che si pone come agente di innovazione e/o cambiamento, è sicuramente ricca e articolata e trova il suo punto qualificante nella gestione dei rapporti interpersonali. L’innovazione, ogni innovazione infatti produce e/o richiede cambiamenti sul piano degli atteggiamenti e dei comportamenti individuali e/o del gruppo di appartenenza

15 15 Il personale ATA, che va reso edotto e consapevole delle innovazioni introdotte nel sistema scuola, allo scopo di comprendere il senso dei cambiamenti e le conseguenti e necessarie modifiche nei propri atteggiamenti e comportamenti I genitori sia considerati nella funzione di rappresentanti nei Consigli di Classe sia come membri dell’Assemblea dei Genitori (come prevista dagli OO.CC). Il rapporto scuola/famiglia, docenti/genitori, non è dei più semplici e facili da gestire, soprattutto per il cambiamento in atto ormai da anni nei modelli educativi a cui i genitori ricorrono e che sono abbastanza differenti da quelli usati nelle scuole (EDIPO/NARCISO)

16 16 3.Innovare nella scuola:Come? (Il punto di vista e l’azione del dirigente scolastico) La scelta di campo: il dirigente scolastico come leader educazionale nella scuola dell’autonomia (E. Damiano – C. Scurati – L. Ribolzi) la cultura istituzionale di una determinata realtà scolastica condiziona la possibilità di migliorare le pratiche educative innovandole Il termine educazionale serve per precisare la natura dei rapporti esistenti tra compiti amministrativi e attività pedagogiche-didattiche. Queste non possono realizzarsi in un vuoto organizzativo e hanno necessità di essere regolate sul piano normativo

17 17 Il dirigente scolastico come “Agente di cambiamento” e “promotore di processi di innovazione” necessità di: una sicura capacità di gestione in termini di efficacia e di efficienza dell’”impresa” scuola per la formazione e la preparazione di cittadinni competitivi e responsabili una capacità rassicurante per motivare e coinvolgere il territorio e i soggetti professionali impegnati ai vari livelli nei processi di istruzione e formazione una visione educativa che rappresenti il risultato del confronto e della negoziazione con gli altri soggetti interni ed esterni alla scuola. Il ruolo di dirigente è un ruolo di confine tra INTERNO/ESTERNO; AMMINISTRATIVOTECNICO; CONSERVATIVOINNOVATIVO.

18 18 La promozione/gestione delle INNOVAZIONI Affrontare l’INCERTEZZAIMPREVISTO derivante da CAMBIAMENTI istituzionali, normativi, risorse professionali, domanda di formazione …  realtà degli ultimi 10 anni nella scuola - Legge n. 59/97 e DPR n. 275/99 Autonomia scolastica e Regolamento dell’autonomia Decentramento amministrativo a favore di Regioni e Enti Locali - Legge costituzionale n. 3/2001 – Revisione del titolo V della Costituzione - Legge n. 53/2003 – D.Lgs. n. 59/2004 – D.Lgs n. 226/2005 - D.M. 31/07/2007 – D.M. n. 139 del 22/08/2007 D.M. n. 80 DEL 3/10/2007

19 19  Conseguenze: Cambiamenti/Innovazioni sul piano progettuale dalla programmazione curriculare (Programmi scolastici e Orientamenti del 1979 – del 1985 – del 1991) all’elaborazione dei Piani di Studi Personalizzati, alle Unità di Apprendimento, al Portfolio, al curricolo d’Istituto; sul piano “organizzativo” dal tempo scuola unitario ai tempi scuola con attività obbligatorie ordinarie e attività opzionali e facoltative; alle reti tra scuole e sul territorio sul piano “gestionale” dal CCNL alla contrattazione decentrata, allo staff della dirigenza, alle funzioni strumentali, al Fondo dell’Istituzione, allo Statuto delle studentesse e degli studenti, alla comunità professionale on line sul piano relazionale dal preside o direttore didattico carismatico ad una leadership scolastica diffusa attraverso la gestione efficace delle relazioni umane verso l’interno e verso l’esterno della scuola

20 20 “Un buon capo d’istituto che sia capace di stabilire un efficace lavoro di gruppo e che venga visto come competente e aperto, ottiene spesso importanti miglioramenti sulla qualità della scuola “ (J. Delors)

21 21 sul piano del controllo, sul senso della tenuta e della valutazione del funzionamento e dei risultati dei processi di insegnamento- apprendimento. - Processi di autoanalisi e di autovalutazione interni alla scuola - Processi di valutazione esterni (es. INVALSI; Comitato Regionale e/o Provinciale di Valutazione e/o Controllo) - Processi di certificazione della qualità di un istituto scolastico (servizio; sistema, ecc.) - Processi di valutazione di sistema (nazionale; regionale; provinciale)

22 22 Sul piano della documentazione/informazione/visibilità aumento dei siti web; accesso ai siti web destinati a comunità professionali; archivi della documentazione interna all’istituto scolastico (POF – PEI – CURRICOLI – UDA – UU.DD. - …); produzione e conservazione dei materiali prodotti e “sperimentata” nella scuola; documentazione degli itinerari e dei “percorsi educativi e didattici realizzati di eventi e/o manifestazioni realizzati; documentazione delle prove di verifica e dei criteri valutativi utilizzati.


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