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IL CONGRESSO DI VIENNA E LA RESTAURAZIONE A cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda.

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Presentazione sul tema: "IL CONGRESSO DI VIENNA E LA RESTAURAZIONE A cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda."— Transcript della presentazione:

1 IL CONGRESSO DI VIENNA E LA RESTAURAZIONE A cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda

2 IL CONGRESSO DI VIENNA

3 Dopo la sconfitta di Napoleone, le potenze vincitrici (Austria, Russia, Prussia e Regno Unito) convocarono a Vienna un solenne Congresso per decidere sul futuro dell’Europa Dopo la sconfitta di Napoleone, le potenze vincitrici (Austria, Russia, Prussia e Regno Unito) convocarono a Vienna un solenne Congresso per decidere sul futuro dell’Europa La conferenza durò dal 1° novembre 1814 al 9 giugno 1815 La conferenza durò dal 1° novembre 1814 al 9 giugno 1815

4 I lavori furono coordinati dal principe di Metternich (ministro degli Esteri dell’Austria). I lavori furono coordinati dal principe di Metternich (ministro degli Esteri dell’Austria). I rappresentanti delle altre potenze antinapoleoniche furono: I rappresentanti delle altre potenze antinapoleoniche furono: a) lo zar Alessandro I per la Russia, b) il duca di Wellington per l’Inghilterra, c) il principe di Hardenberg per la Prussia. PRINCIPE DI HARDENBERG ALESSANDRO IMETTERNICH DUCA DI WELLINGTON

5 La Francia fu affidata a Luigi XVIII (fratello del re decapitato) della dinastia dei Borboni La Francia fu affidata a Luigi XVIII (fratello del re decapitato) della dinastia dei Borboni La Francia venne rappresentata al Congresso di Vienna dal principe de Talleyrand La Francia venne rappresentata al Congresso di Vienna dal principe de Talleyrand LUIGI XVIII PRINCIPE DE TAYLLERAND

6 Tayllerand fu abilissimo nel mostrare ai paesi vincitori che una Francia non umiliata e integra nei territori sarebbe stata essenziale per i futuri equilibri europei. Tayllerand fu abilissimo nel mostrare ai paesi vincitori che una Francia non umiliata e integra nei territori sarebbe stata essenziale per i futuri equilibri europei. Al congresso di Vienna erano presenti anche una serie di stati minori, il cui parere non ebbe però importanza decisiva. Al congresso di Vienna erano presenti anche una serie di stati minori, il cui parere non ebbe però importanza decisiva.

7 I principi di legittimità ed equilibrio Il Congresso di Vienna si ispirò a due principi: la legittimità e l’equilibrio. Il Congresso di Vienna si ispirò a due principi: la legittimità e l’equilibrio. Ogni stato doveva essere governato dal suo sovrano legittimo (cioè dal discendente della dinastia regnante prima della Rivoluzione francese). Ogni stato doveva essere governato dal suo sovrano legittimo (cioè dal discendente della dinastia regnante prima della Rivoluzione francese).

8 Secondo il principio dell’equilibrio, nessuno Stato doveva rafforzarsi tanto da minacciare la sicurezza degli altri. Secondo il principio dell’equilibrio, nessuno Stato doveva rafforzarsi tanto da minacciare la sicurezza degli altri. Gli Stati vincitori ebbero compensi territoriali: Gli Stati vincitori ebbero compensi territoriali: a) la Russia e la Prussia si espansero verso ovest; b) l’Austria ebbe più potere in Italia; c) l’Inghilterra si accontentò della supremazia nei mari; d) la Francia sconfitta fu costretta a tornare entro i confini del 1792.

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10 In questo modo fu “restaurato” il passato. In questo modo fu “restaurato” il passato. “Epoca della Restaurazione” fu chiamato il periodo storico che si aprì con il Congresso di Vienna. “Epoca della Restaurazione” fu chiamato il periodo storico che si aprì con il Congresso di Vienna. Si volle infatti ripristinare la situazione politica, sociale e culturale antecedente alla Rivoluzione francese e riaffermare i diritti delle monarchie assolute e della nobiltà messi in discussione dagli ideali rivoluzionari. Si volle infatti ripristinare la situazione politica, sociale e culturale antecedente alla Rivoluzione francese e riaffermare i diritti delle monarchie assolute e della nobiltà messi in discussione dagli ideali rivoluzionari.

11 L’accordo tra i vincitori, dunque, si illudeva di poter soffocare le istanze di libertà che si erano espresse durante la rivoluzione. L’accordo tra i vincitori, dunque, si illudeva di poter soffocare le istanze di libertà che si erano espresse durante la rivoluzione. In realtà i sovrani dovettero rafforzare la sorveglianza poliziesca su comportamenti e opinioni dei cittadini. In realtà i sovrani dovettero rafforzare la sorveglianza poliziesca su comportamenti e opinioni dei cittadini.

12 Le “Alleanze” Per prevenire qualunque tentativo di turbare l’equilibrio riconquistato, gli Stati dominanti sottoscrissero nel 1815 due alleanze: Per prevenire qualunque tentativo di turbare l’equilibrio riconquistato, gli Stati dominanti sottoscrissero nel 1815 due alleanze: La Santa Alleanza (tra Russia, Prussia e Austria) che si proponeva di reprimere ogni focolaio rivoluzionario anche con l’intervento armato degli altri firmatari. La Santa Alleanza (tra Russia, Prussia e Austria) che si proponeva di reprimere ogni focolaio rivoluzionario anche con l’intervento armato degli altri firmatari.

13 La Quadruplice Alleanza, un patto di sorveglianza militare che gli stati della Santa Alleanza firmarono con l’Inghilterra La Quadruplice Alleanza, un patto di sorveglianza militare che gli stati della Santa Alleanza firmarono con l’Inghilterra Il patto ribadiva il diritto degli associati di soffocare ogni eventuale insurrezione Il patto ribadiva il diritto degli associati di soffocare ogni eventuale insurrezione In seguito a questa Alleanza aderì anche la Francia. In seguito a questa Alleanza aderì anche la Francia.

14 La situazione dell’Italia L’Italia disegnata dal Congresso di Vienna era frammentata politicamente e subordinata (direttamente o indirettamente) agli Asburgo. L’Italia disegnata dal Congresso di Vienna era frammentata politicamente e subordinata (direttamente o indirettamente) agli Asburgo.

15 Il Regno di Sardegna si rafforzò e si ingrandì: era retto da Vittorio Emanuele I di Savoia e possedeva il Piemonte, la Savoia, Nizza e Genova Il Regno di Sardegna si rafforzò e si ingrandì: era retto da Vittorio Emanuele I di Savoia e possedeva il Piemonte, la Savoia, Nizza e Genova Nella volontà delle potenze riunite a Vienna, doveva rappresentare uno Stato cuscinetto contro eventuali pretese francesi Nella volontà delle potenze riunite a Vienna, doveva rappresentare uno Stato cuscinetto contro eventuali pretese francesi VITTORIO EMANUELE I

16 In deroga al principio di legittimità, non fu restaurata la repubblica di Venezia In deroga al principio di legittimità, non fu restaurata la repubblica di Venezia Venezia insieme alla Lombardia passò alle dirette dipendenze della corona austriaca (Regno Lombardo- Veneto) Venezia insieme alla Lombardia passò alle dirette dipendenze della corona austriaca (Regno Lombardo- Veneto)

17 I ducati dell’Italia centro-settentrionale (Parma e Piacenza, Modena e Reggio, Massa e Carrara, Lucca) vennero affidati ai principi legati alla casa reale austriaca I ducati dell’Italia centro-settentrionale (Parma e Piacenza, Modena e Reggio, Massa e Carrara, Lucca) vennero affidati ai principi legati alla casa reale austriaca Il granducato di Toscana fu restituito a Ferdinando III di Lorena Il granducato di Toscana fu restituito a Ferdinando III di Lorena FERDINANDO III

18 Lo Stato pontificio (che comprendeva il Lazio, l’Umbria, le Marche e la Romagna) era di nuovo saldamente guidato dal papa (Pio VII) Lo Stato pontificio (che comprendeva il Lazio, l’Umbria, le Marche e la Romagna) era di nuovo saldamente guidato dal papa (Pio VII) PIO VII

19 Il Regno delle Due Sicilie (nato nel 1815 dalla fusione dei due regni di Napoli e di Sicilia) tornò sotto la guida della dinastia borbonica (Ferdinando IV divenne Ferdinando I delle Due Sicilie) Il Regno delle Due Sicilie (nato nel 1815 dalla fusione dei due regni di Napoli e di Sicilia) tornò sotto la guida della dinastia borbonica (Ferdinando IV divenne Ferdinando I delle Due Sicilie) Tutti i sovrani partecipavano pienamente al clima assolutistico della Restaurazione Tutti i sovrani partecipavano pienamente al clima assolutistico della Restaurazione FERDINANDO I

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21 LA RESTAURAZIONE

22 La Restaurazione in politica Per garantire che nulla potesse più turbare la pace, la Restaurazione fu applicata in ogni campo: in politica, nell’economia, nella società, nella cultura, nella religione. Per garantire che nulla potesse più turbare la pace, la Restaurazione fu applicata in ogni campo: in politica, nell’economia, nella società, nella cultura, nella religione.

23 Il potere fu restituito a re e imperatori legittimi. Il potere fu restituito a re e imperatori legittimi. Essi detenevano un potere assoluto e soffocavano qualsiasi velleità libertaria grazie a un efficiente apparato poliziesco. Essi detenevano un potere assoluto e soffocavano qualsiasi velleità libertaria grazie a un efficiente apparato poliziesco. Non concessero alcuna Carta costituzionale con le seguenti eccezioni: Non concessero alcuna Carta costituzionale con le seguenti eccezioni:

24 a) in Francia Luigi XVIII nel 1814 aveva concesso una Carta costituzionale che garantiva l’uguaglianza dei francesi davanti alla legge e assicurava libertà fondamentali (ma non era democratica);

25 b) l’Olanda fu unita al Belgio e nacque il Regno dei Pesi bassi, in cui fu concessa una costituzione moderata; c) l’Inghilterra, caso unico in Europa, era guidata da una monarchia costituzionale e da un Parlamento.

26 La Restaurazione nell’economia e nella società Con la Restaurazione si riaffermarono i privilegi delle antiche classi dominanti, i nobili (che si limitavano a vivere di rendita). Con la Restaurazione si riaffermarono i privilegi delle antiche classi dominanti, i nobili (che si limitavano a vivere di rendita). Essi tornarono a guidare le forze armate, ad accaparrarsi gli incarichi più prestigiosi in politica, privilegiando i propri interessi a danno dei ceti mercantili e produttivi. Essi tornarono a guidare le forze armate, ad accaparrarsi gli incarichi più prestigiosi in politica, privilegiando i propri interessi a danno dei ceti mercantili e produttivi.

27 La Restaurazione nella cultura Durante la Restaurazione (prima metà dell’Ottocento), gli uomini di pensiero europei si divisero in due correnti: Durante la Restaurazione (prima metà dell’Ottocento), gli uomini di pensiero europei si divisero in due correnti: a) i reazionari conservatori (che volevano tornare al passato ed esaltavano i valori tradizionali alleandosi con la Chiesa e condannando la libertà di pensiero); b) i liberali (che si ispiravano agli ideali dell’Illuminismo, aspiravano alle libertà fondamentali del cittadino e alla divisione dei poteri).

28 In questo periodo (prima metà dell’Ottocento) si affermò il Romanticismo, movimento culturale europeo che investì tutti i campi del pensiero. In questo periodo (prima metà dell’Ottocento) si affermò il Romanticismo, movimento culturale europeo che investì tutti i campi del pensiero. Secondo i Romantici, l’uomo non è solo ragione, ma in lui dominano anche sentimenti, fantasia, irrazionalità, fede in Dio, attaccamento alle proprie radici. Secondo i Romantici, l’uomo non è solo ragione, ma in lui dominano anche sentimenti, fantasia, irrazionalità, fede in Dio, attaccamento alle proprie radici.

29 Nell’Europa del primo Ottocento ci fu anche un certo progresso scientifico tecnico ed economico. Nell’Europa del primo Ottocento ci fu anche un certo progresso scientifico tecnico ed economico. Si estendeva la rivoluzione industriale, nasceva ovunque il proletariato urbano operaio. Si estendeva la rivoluzione industriale, nasceva ovunque il proletariato urbano operaio. Nascono i primi pensatori “socialisti” (che desideravano costruire una società più giusta): Robert Owen, Charles Fourier, Claude-Henri de Saint Simon, Louis Blanc, Pierre-Joseph Proudhon. Nascono i primi pensatori “socialisti” (che desideravano costruire una società più giusta): Robert Owen, Charles Fourier, Claude-Henri de Saint Simon, Louis Blanc, Pierre-Joseph Proudhon.

30 Nel 1848 Karl Marx e Friedrich Engels pubblicarono il Manifesto del partito comunista, criticando le proposte di riforma dei primi socialisti perché considerate utopistiche. Nel 1848 Karl Marx e Friedrich Engels pubblicarono il Manifesto del partito comunista, criticando le proposte di riforma dei primi socialisti perché considerate utopistiche. Essi invece ritengono che per costruire una società giusta occorre che il proletariato si ribelli alla borghesia, che si impadronisca dello Stato con la forza. Essi invece ritengono che per costruire una società giusta occorre che il proletariato si ribelli alla borghesia, che si impadronisca dello Stato con la forza. MARX e ENGELS


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