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Covisco 2016 - 11 LEZIONE 01 Grammatica delle generazioni CoViScO 2015/2016 Giuseppe A. Micheli.

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1 Covisco 2016 - 11 LEZIONE 01 Grammatica delle generazioni CoViScO 2015/2016 Giuseppe A. Micheli

2 Covisco 2016 - 12 QUESTIONE NUMERO 1 [1] Cosa intendere per generazione e cosa per ‘effetti generazione’?

3 Covisco 2016 - 13 Due definizioni di generazione sul diagramma di Lexis ‘40 10 20 30 0 ‘50 40 50 60 70 80 ‘602010‘70‘80‘90‘00 GENERAZIONI IN SENSO DEMOGRAFICO STORICO GENERAZIONI IN SENSO ANTROPOLOGICO Generazioni in senso antro- pologico: sequenza e insieme simultanea presenza di più nodi verticali di parentela entro uno stesso nucleo familiare” (Kessler, Masson, 1985; Kertzer, 1983) Generazioni in senso demo- grafico-storico: coorti di persone unite da un comune incipit in una traiettoria di vita che, in conseguenza di questo comune inizio, vivono gli stessi eventi collettivi nella stessa fase di vita” (Ryder, 1965; Mannheim, 1952)

4 Covisco 2016 - 14 Cosa sono le generazioni 0 100 200 300 0 “Questo è il libro della genealogia di Adamo (..). Adamo aveva 130 anni quando generò a sua immagine e somiglianza un figlio e lo chiamò Set. Dopo aver generato Set, Adamo visse ancora 800 anni e generò figli e figlie. L’intera vita di Adamo fu di 930 anni; poi morì. Set aveva 105 anni quando generò Enos …” (Genesi, 5) 130235 400 500 600 700 800 900 32539546062268787610571557 1000 ADAMO SETENOSKENANMAALELIAREDENOCH MATUSALE M LAMECHNOE SEM CAM IAFET Gossip. Quando nasce Noe gli sono accanto sette (7!) generazioni di ascendenti. Mancano solo Adamo (ma da poco) e lo sfortunato bisnonno Enoch. Gossip. La piuparte dei patriarchi hanno il primogenito tra 60 e 100 anni. Adamo e un paio d’altri un po’ più tardi. Noe solo a 500 anni (primo Tanguy della storia?)

5 Covisco 2016 - 15 Effetti età, periodo, coorte Effetto età: variazioni in comportamenti, pratiche, credenze che compaiano solo da un certo stadio evolutivo della vita e della personalità, ripetendosi uguale in ogni tempo storico e generazione. Effetto periodo: variazioni in com- portamenti, pratiche, credenze che compaiano solo da un certo momento storico, per esposizione a date con- tingenze epocali, coinvolgendo tutte le età e generazioni compresenti. Effetto coorte (o generazione): va- riazioni in comportamenti, pratiche, credenze che compaiano solo da una certa coorte, per esposizione selet- tiva a determinate contingenze sto- riche esperite in una certa fase di vita, per poi permanere stabilmente lungo tutto il corso della vita.

6 Covisco 2016 - 16 Effetti generazione: l’idealismo della gioventù età‘53‘58‘63‘68‘73‘78’83 20-460-4334221820 25-966-5549362624 30-463-58 423728 35-962-565943 39 40-465-6359464942 45-966-62 465648 50-472-6865495154 55-972- 67605652 60-477-7666596264 65-978-7273596259 La Japanese National Character Survey ha rilevato per anni l’importanza attribuita alla sicurezza finanziaria. La quota di giovani ancorati alla sicurezza economica è sempre inferiore a quella degli anziani. E’ un effetto-età (idealismo intrinseco della gioventù)? Se però seguiamo le coorti lungo 25 anni l’orientamento al denaro cala con l’età. E’ l’effetto età opposto (die broke)? La tabella in realtà nasconde due effetti tra loro connessi: un effetto periodo (“prodotto dal sensibile aumento del benessere che ha ridotto l’importanza attribuita al denaro per tutte le coorti indistintamente”) un effetto generazione (“ogni coorte pone la propria traiettoria un po’ più in basso rispetto a quelle precedenti”).

7 Covisco 2016 - 17 Effetti generazione: rivoluzione silenziosa e choc petrolifero Differenza tra quota di individui orientati a valori post- materialisti e materialisti, in 6 paesi dell’Europa Occ.le (1970-88) per coorti decennali (Inglehart, 1993) Se le differenze di- pendessero solo dalla età ogni coorte ripeterebbe un identico ciclo di vita nel tempo. Invece ad ogni coorte la quota di postmaterialisti è più alta e stabile per tutto il corso di vita. L’effetto coorte si incrocia a un effetto periodo: 2 fluttuazioni al 1973 (prima crisi del petrolio) e 1979 (se- condo choc petrolifero indotto dall’Opec).

8 Covisco 2016 - 18 QUESTIONE NUMERO 2 [2] Quando e perché emerge nel Novecento il tema della memoria generazionale?

9 Covisco 2016 - 19 Generazioni: un cambio di Gestalt Family Studies, Tara, Dégénérescence, Regressione atavica continua (Morel, Lombroso, Galton) Epoche polemiche, Quadri collettivi di memoria, Nesso generazionale (Ortega, Halbwachs, Mannheim) Cosa produce un così vistoso slittamento di Gestalt (oltre al lavoro dei precursori: Durkheim, Bergson, Cooley, Mead, Le Bon)? Almeno due cose: Il primo è la ‘perdita dell’innocenza’ della Grande Guerra, che (Fussell) produce uno slittamento nei registri dell’immaginario letterario dal basso mimetico all’ironico (ma Joyce inizia l’Ulysses prima del 1915..) Il secondo è un processo di lungo orizzonte, di cui a inizio Novecento si manifestano gli effetti: la deparentalizzazione, che prosciuga, intorno all’individuo, l’esperienza delle generazioni interstiziali.

10 Covisco 2016 - 110 Deparentalizzazione e genealogie A:40B:42 C:60 D:70 E:75 F:81I:84 G:63 M:89 L:80 N:96 H:77 O:00 S:83 P:02 Q:05 R:08 T:09 V:10 U:12 A:48B:50 C:75D:73 E:88K:00 F:30 Declino della fecondità e aumento di longevità producono un processo di ‘deparentalizzazione’ (Solinas, 1995), in cui “tramonta la parentela come rete connettiva”. In esso crolla la parentela laterale orizzontale e diagonale mentre cresce la parentela verticale, non a sufficienza per contro­bilanciare la contrazione dei legami parentali di altro tipo (Lasslett, 1993). L (nata nel 1880) è nipote di F (nato l’anno dopo). Quando nasce M (1889) ha intorno a sé parenti fino al IV grado nati nel: 1880,81,83,84 e al 93,96,2000. Quando nel 2000 nasce K non c’è uno straccio di parente più vicino di 25 anni prima. X:74 D:93 Beanpole family

11 Covisco 2016 - 111 ‘ Beanpole family’ e fine delle generazioni interstiziali Memoria che, da allora, tende a procedere a strappi, eviden- ziando il feno- meno delle ‘on- de generazio- nali’ e delle mode. Il processo di deparen- talizzazione segna il declino non solo dei legami orizzontali di kinship, ma anche delle ‘generazioni interstiziali’ che consentono una trasmissione fluida e stabile della memoria. Il concetto di generazione perde i connotati riduttivi della contabilità di Le- xis solo dagli anni Venti del ‘900, quando diventa cruciale per studiare le discontinuità nella memoria delle coorti. Prima di allora l’ampiezza della pa- rentela orizzontale assicurava che un individuo fosse attorniato da persone di tutte le età e le coorti, creando così un flusso continuo e stabile di tra- smissione della memoria ‘generazionale’.

12 Covisco 2016 - 112 QUESTIONE NUMERO 3 [3] Lungo quali dimensioni della memoria transita l’impatto tra generazioni (in senso antropologico)??

13 Covisco 2016 - 113 3 tipi di memoria: a) comunicativa Memoria generazionale del silenzio: coorte ‘18-29, che ha vissuto da giovane o ado-lescente il regime nazista Memoria del risveglio: coor-te del 1945-50, adulta a fine anni ’60, che si sente ferita e tradita da quella dei padri Memoria del diritto alla smemoratezza: coorte del 1972- 75, figli della secon-da coorte. Un esempio di onde di memoria generazio- nali (Giordano, 2004) evoluzione della posi- zione di successive coorti di tedeschi nei confronti del nazismo: Una modificazione della memoria comunicativa (Assman), essenzial- mente cognitivo una modificazione della base emozionale del processo co- gnitivo-normativo di forma- zione delle scelte La rimodulazione-rinegoziazione di un segmento di sistema nor- mativo (memoria-abitudine di Bergson): es. ‘patto di sangue’ Ma cosa transita nell’impatto tra generazioni? Quali ‘messaggi’ sono trasmessi lungo il canale generazionale? Tre tipi diversi: Che succede in presenza di una generazione “di rottura” (Ortega y Gasset,1923)?  Il cambiamento resta limita-to a quella e solo quella coorte.  Il cambiamento si diffonde tra coorti contigue (imitazione, osmosi, contagio)  Il cambiamento si diffonde per trasmissione longitudinale tra generazioni in senso antro-pologico (eco tra generazioni).

14 Covisco 2016 - 114 Due memorie generazionali contrastanti dei Trenta Gloriosi “Gli anni tra il 1945 e il 1975 sono stati riconosciuti da quasi tutti come una sor- ta di miracolo, che generò l’American way of life. Due generazioni di americani, uomini e donne che avevano vissuto la seconda guerra mondiale, e i loro figli che avrebbero celebrato gli anni Sessanta, sperimentarono sicurezza occupa- zionale e mobilità sociale verso l’alto in proporzioni mai viste prima (e che mai più si sarebbero riviste dopo di allora) (..) (Ma) un grande divario separa queste due generazioni. Per tutti coloro nati dopo il 1945, lo Stato sociale e le sue istituzioni non erano la soluzione a dilemmi precedenti: rappresentavano semplicemente le condizioni normali (e anche un po’ noiose) dell’esisten- za. I baby boomers, che a metà degli anni Sessanta facevano il loro ingresso all’università, non avevano conosciuto altro che un mondo di crescenti oppor- tunità, generosi servizi scolastici e sanitari, ottimistiche prospettive di ascesa sociale e (forse soprattutto) un’indefinibile ma onnipresente sensi di sicurezza. Gli obiettivi della precedente generazione di riformatori non interessavano più ai loro eredi, anzi venivano percepiti sempre di più come restrizioni alla libertà e all’espressione individuale” (Judt, Ill Fares the Land, 2010, corsivo nostro).

15 Covisco 2016 - 115 L’impatto sul collante emozionale della base cognitivo-normativa Un mutamento nelle norme, valori o pratiche può prender piede solo da una certa coorte a causa di una esperienza vissuta (o trasmessa) direttamente ‘alla fonte’ delle nuove coorti, nella loro infanzia o adolescenza. L’impatto non è il risultato di una trasmissione consapevole (cognitiva/normativa), ma opera per linee più sotterranee. La ‘dote’ ereditata può esser trasmessa tra- mite processi di socializzazione e ‘mimesi muscolare e posturale’ nella prima adolescenza (Allport, 1958: learning through identification). In questi casi il cambiamento transita dalla coorte dei genitori a quella dei figli (generazioni in senso antropologico) senza contaminare le generazioni intermedie (es.: modelli familiari tradizionali dei teen-ager anni Cinquanta) Bowlby 1969-73. I legami affettivi vissuti con le figure di attaccamento in prima infanzia si riflettono nei legami di accudimento (care) che l’individuo svi- luppa da adulto verso figli o altre figure fragili. Un imprinting disturbato trova da adulti un eco in due tipi di modelli disturbati di attaccamento: a) comporta- menti iperansiosi, b) parziale o totale disattivazione del care (evitamento).

16 Covisco 2016 - 116 L’ancien régime ‘disaffiliato’ Gli storici ‘relazionali’ attingono a Bowlby per studiare l’evoluzione storica dei modelli di organizzazione familiare degli affetti e della vita quotidiana : “(Nella società dei) secoli XVI e XVII per la maggioranza degli individui era diffici-le stabilire legami emotivi intimi con qualsiasi altra persona. I bambini veni-vano trascurati, trattati brutalmente e persino uccisi. Gli adulti si trattavano con sospetto e ostilità reciproci. L’affetto era scarso e difficile da trovare. Per un an-tropologo nulla di sorprendente in una società di questo tipo, così simile ai Mundugumor della Nuova Guinea, descritti da Margaret Mead” (Stone, 1977).Causa di questa ‘désaffiliation’ della società per Stone è “la frequenza con cui i neonati non disponevano di una figura unica, che svolgesse le funzioni materne e con cui stabilire un rapporto nei primi due anni di vita. I neonati delle classi superiori erano per lo più tolti alla madri naturali e mandati a balia..”. A metà Settecento la mortalità infantile nell’aristocrazia inglese cade del 30% in pochi decenni. Per Trumbach (1978) di ciò “non furono responsabili il calo delle malattie o la migliore alimentazione” ma il fatto che “le donne aristocratiche, per la forza raggiunta dal modello di intimità domestica, passavano più tempo coni loro figli e in atteggiamento significati-vamente mutato” (..). È probabile che un bambino che stringa un forte legame di attaccamento con la figura materna abbia maggiori probabilità di sopravvivere”. Trumbach rovescia il nesso causale “minor mortalità  maggior care” per avanzare l’ipotesi di un circuito feedback: Minor rischio di morte Più attaccamento

17 Covisco 2016 - 117 Sentieri trigenerazionali di primo grado Sindromi tri-generazionali hanno forte capacità euristica per spiegare la dif- fusione di alcune forme di disagio ‘epidemiche’ (droghe,disordini alimentari) a fine ‘900. Gli ‘scenari relazionali trigenerazionali’ proposti da Selvini Pa- lazzoli (1998) e Cirillo (1986) sono scomponibili in una sequenza in 2 stadi: ABC La catena generazionale “attaccamento trascurato e dissimulato  accudimento solo mimato” è definita da Cirillo (1986) “percorso di primo grado”. Accanto a traiettorie di grado uno, che riguardano una minoranza patologica, esistono tra- iettoria di grado zero, di massa, ma dalle manifestazioni meno drammatiche. Il suo esito non sarebbe una dipendenza né un’aggressione del proprio corpo ma, più ‘mediocremente’, un rinvio ad libitum dell’entrata piena in vita adulta, inclusa la maternità. Ego darebbe alle pulsioni aggressive contro di sé non forme sintomati- che, ma asintomatiche, precludendosi l’esperienza di una piena vita adulta.  Step I: attaccamento trascurato e dissi- mulato tra le generazioni A e B (figli)  Step II: accudimento simulato e ‘mimato’ della generazione B (genitori) verso C(figli)

18 Covisco 2016 - 118 L’uomo flessibile e la corrosione del carattere Grande è la capacità della dimensione cognitiva di cicatrizzare e riequilibrare ferite profonde nei rapporti tra generazioni, nell’arco di poche generazioni. A meno che, nel frattempo, non affiori un nuovo choc negli equilibri intergenerazionali. Sennett (1998) esemplifica la parabola della modernità ‘flessibile’ nella catena trigenerazionale  da Enrico (lavoro stabile, tempo di vita lineare e cumulativo),  a Rico (che fa sua la filosofia di assunzione di responsabilità di una vita continuamente cangiante),  ai nipoti (per i quali l’impegno diventa virtù astratta e resta solo la flessibilità a breve termine). In Sennett la trasformazione è parte del processo di lungo termine della modernizzazione. Il nostro rom- picapo, negli anni a venire, sarà capire come la modernità flessibile si sovrappone, si integra o si scontra con le specificità dei modelli antropologici primari che segnano la nostra cultura: in primo luogo quello della ‘famiglia forte’. 47 60 74 87 01 Modernità stabile. Flessibi- lità come via per realizzaz. Nuovo MdL bracciantile. Erosione del care e della home economy Imprinting normalizzato (figli più sicuri) ma emergere di nuovi fattori strutturali squilibranti ? Modernità, globalizzazione deregolazione mercato lavoro


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