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Chimica Dei Cosmetici Docente: Dott. Adriano Mollica

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Presentazione sul tema: "Chimica Dei Cosmetici Docente: Dott. Adriano Mollica"— Transcript della presentazione:

1 Chimica Dei Cosmetici Docente: Dott. Adriano Mollica
Lezioni Marzo: Giovedì 17, 31 Lezioni Aprile: Giovedì 14, 21,28 Lezioni Maggio: Giovedì 5 Ricevimento: Giovedì dopo lezione o per appuntamento Studio: Dip. Di Farmacia, Corpo B , I Piano.

2 Programma indicativo del corso:
Introduzione alla cosmetologia Cute Legislazione e Conservazione dei cosmetici Materie prime dei cosmetici Prodotti dermatologici, insettorepellenti, solari e antisolari, deodoranti, profumi ed essenze, polveri aspersorie e ciprie, comesmetici per i capelli Reologia: tensioattivi, saponi Analisi di prodotti cosmetici

3 Chimica dei Cosmetici La cosmetica, dal grego  “ornativo” è quel ramo della scienza che ha come oggetto la conservazione e la cura della bellezza del corpo umano. Per questa ragione interessano la cosmetica diverse branche della scienza ma principalmente: la chimica la farmacologia la fisiologia la biochimica

4 I cosmetici comprendono tutte preparazione adoperate per abellire il corpo (viso, mani, capelli, unghie...), per mantenere e mettere in evidenza la bellezza, ovvero per procurare a chi ne fa uso, una bellezza artificiale. Se i farmaci hanno la funzione di mantenere la salute dell’ uomo, i cosmetici hanno quella di accrescere la bellezza.

5 Cenni storici L’ origine e l’ uso dei cosmedici si perdono, come i farmaci, nella notte dei tempi. Ad uno sguardo più generale ed ampio consideriamo i fenomeni biologici vedremo che in taluni periodi della vita, connessi generalmente con il periodo della riproduzione, gli animali trovano un abbellimento, con richiami vistosi come ad esempio il cambiamento del manto e delle piume negli uccelli.

6 Da diverse ricerche è emerso che, quando un soggetto entra in contatto con uno del sesso opposto, il suo corpo va incontro a determinate variazione fisiologiche: il tono muscolare aumenta in vista di un potenziale incontro sessuale, i gonfiori del viso diminuiscono, le spalle si raddrizzano, il petto viene spinto all’infuori, il ventre viene automaticamente retratto e l’intero corpo assume una postura eretta, tanto che la persona acquista un’aria più giovanile. Il trucco rende le persone più giovani, dando un senso generale di maggiore salute, e fecondità.

7 Il cosmetico nell’ antichità
L’ uso dei cosmetici era diffuso presso quasi tutti i popoli delle antiche civiltà medio-orientali: tale uso fu favorito dal fatto che in oriente e medio-oriente cresceva la maggior parte delle piante e si trovano i minerali adoperati per estrarre le materie prime a scopo di abbellimento: resine, olii, profumi, ocra, kohl, ecc. Il naturale amore del fasto e la cura pagana del corpo, dovuta anche a motivi igienici come era il caso delle unzioni di olio sulla pelle, tendenti ad evitare, in climi caldi, l’ eccessiva traspirazione, contribuirono ad accrescere la diffusione dei prodotti di bellezza.

8 I profumi provenivano dall’ arabia (odierno Yemen) e dalla Palestina orientale, che le carovane trasportavano fino alle coste della Siria, l’ Antimonio per il trucco degli occhi (Kohl), l’ olio profumato, gli unguenti, erano già diffusi in Egitto, così come presso i Medi, i Fenici, e gli stessi ebrei. - Il pigmento rosso più usato in tutto il corso della storia egizia fu l' ocra rossa, molto diffuso nel territorio, si prelevava lungo il mar rosso, era impiegato per la preparazione di inchiostri altri pigmenti rossi sono il MINIO, cioè il tetraossido di piombo Pb3O4 il realgar , solfuro di Arsenico As2S2. La mortalità dei minatori nelle miniere di arsenico era talmente alta che solo i criminali erano mandati in miniera. - Il bianco era gesso, (sofato di calcio bidrato, o calcio carbonato, il calcare) di grande reperibilità su tutto il territorio. - Il nero. Sono due principali, la fuliggine, cioè carbonio finemente suddiviso, raschiando le pietre del focolare o dei tegami, e sucessivamente prodotto apposta bruciando sostanze idonee, il secondo più comune è l ' ossido di manganese MnO2 detto pirolusite, o il nero d' ossa, ottenuto per combustione delle ossa in assenza di ossigeno altri inchiostri neri erano minerali tipo il solfuro di piombo PbS. - Il giallo era tra i pigmenti più usati, l' ocra gialla, che è formata da misciele di ossidi come il Fe2O3 si riacava da giacimenti. - Blu e verde, dalla lavorazione del rame da minerali, si ricavano l' azzurrite o la malachite. L' azzurrite è un carbonato basico del Rame CuCO3 + Cu(OH)2.

9 Anche gli eroi omerici e le loro donne dopo il bagno si ungevano d'olio. Dall'uso di correggere con essenze l'odore dell'olio derivarono le molte specie di unguenti che si ricordano: di rosa, di gelsomino, di nardo, prezioso profumo arabico, ecc. Questi unguenti venivano usati a profusione durante il massaggio che si praticava dopo il bagno e durante i banchetti; i commensali se ne profumavano senza risparmio testa e capelli. 

10 L’ uso dei cosmetici penetrò dall’ oriente nella grecia, e quindi nel mondo romano.
Appare molto diffuso tra i popoli dell’ antichità classica e rispondente ad esigenze estetiche varie della moda maschile e femminile. Gli ombretti, erano diffusissimi, Famoso era il Kohl, di antichissima origine egizia a base di Galena, ossidi di ferro, rame, ocra bruna, malachite, crisocolla e caolino. Le analisi chimico fisiche hanno confermato che tale preparato era in uso a Roma almeno sin dal II secolo a.c.

11 In roma, le signore e i giovani eleganti si lavavano con il latte d’ asina che aveva proprietà , dicevano, direndere bianca e morbida la pelle. L’ uso dell’ unguento deriva dalla consueudine di spalmarsi con olio di oliva il corpo dopo il bagno e dall’ uso di correggere con essenze l’ odore dell’ olio derivano le molte specie di unguenti: di rosa, di gelsomino, ecc. Questi unguenti venivano usati a profusione durante il massaggio che si praticava dopo il bagno e durante i banchetti.

12 Col nome generico di splenia, erano intese dai romani le applicazioni d’ una pasta rosea che si stendeva sulla pelle per nascondere bruciature e abrasioni. Fra i belletti femminili ve n’ erano di tipo vario; il nero (fuligo stibii) con cui si dava risalto alle ciclia e alle sopracciglia e si prolungavano le linee; il rosetto per colorire la pelle (fucus, purfumisium). Ma il tipo di belletto più usato era la cerussa che donava freschezza e candore giovanile alle guance delle donne e consisteva in una crema a base di biacca (PbCO3). Rinomatissima era la cerussa di Rodi, che veniva preparata sciogliendo nell’ aceto il piombo e poi lasciando carbonatare all’ aria la mescolanza. Notissimo l’ episodio evangelico di Maria Maddalena che asperge d'olio profumato e di nardo i piedi e il capo di Gesù documentano un uso già per quell‘ epoca, ma intimamente connesso con l'antica predilezione orientale per i cosmetici.

13 I costumi più rozzi del medioevo non ignoravano i cosmetici, l’ uso dei quali, condannato fino agli inizi da scrittori cristiani, non era sconosciuto agli stessi barbari; le donne Sassoni infatti usavano il rossetto, quelle Borgognone si lucidavano i capelli con unguenti a base di burro acido. Nella letteratura Italina, l’ agomento è trattato fino dagli inizi: le materie prime più adoperate erano l’ antimonio e il nerofumo usato per annerire le sopracciglia e le ciglia, il minio e lo zafferano per i rossetti per le gote e le labbra, la salvia per i denti, la biacca e il sublimato d’ argento , il borace, l’ allume accanto a mandorle e fave, limone, albume d’ uovo per polveri e creme svariate per mantenere bella la carnagione. Nelle formule spesso complicatissime, non di rado nocive, non mancano ingredienti strani come la pelle della cipolla, ali di api, rifiuti animali.

14 Rinascimento Nel rinascimento, l’ opulenza di vita, l’ ammirazione per la bellezza corporea portarono per i belletti, come per i profumi, una vera mania. Centro di eleganza diventò l’ italia e divenne oltre chè il centro motore della moda anche quello informatore di prodotti cosmetici. Nel ‘500  l’ideale di bellezza proponeva una donna formosa, del portamento elegante, con abiti di prestigio, acconciature laboriose, trucco semplice ma sofisticato e gioielli di ottima manifattura.

15 La grande mania soprattutto veneziana era quela di schiarirsi i capelli con prodotti a base di soda, sostanze naturali, e minerali. E’ possibile anche oggi osservare sui tetti delle case di venezia le famose altane (terrazza di legno) che servivano alle signore per prendere il sole e completare cosi’ il procedimento della schiaritura dei capelli. “Lume di rocca oncie sei, vitriolo oncie quattro, salnitro oncie due, il tutto distillato con acqua - oglio di miele e rosso d'ovo mischiato assieme - lissiva di cenere di vite, paglia di orzo, scorza di liquerizia, limature di bosso, e zafran, comin, reobarbaro tagliato a minuto e posto in decorazione di foglie, e ramificazione di ghi, lasciandolo sopra fuoco lento dopo alquanto bollito; indi con una sponga spesso si bagna i capelli, e si asciugano con pezze calde, ch'è meglio se si seccassero al sole". 

16 La rivoluzione francese abbattè il lusso, le ultime aristocratiche si imbellettarono per salire al patibolo. Passato il turbine, la moda riprese con la raffinata eleganza di Madame Tallien prima e Giuseppina Bonaparte dopo. Il trucco rosso esagerato sulle gote era la moda dell’ epoca

17 Il romanticismo aboli’ il rosso, rimasero le ciprie, creme che davano pallore sentimentale. I nei ebbero nella vienna imperiale un nuovo momento di voga. Alla fine del secolo scorso il livellamento dei costumi estese enormemente anche l’ uso dei cosmetici. A partire da notivazioni di igiene pubblica, iniziando dalla vasta produzione industriale di sapone, inizia la fase industriale moderna della produzione dei cosmetici. Il Sapone di Aleppo è un sapone per l'igiene personale, basato sull'uso dell'olio d'oliva con l'aggiunta di una percentuale variabile di olio d'alloro; è un prodotto tipico della città di Aleppo in Siria, mentre nella città palestinese di Nablus (attuale Cisgiordania) contiene esclusivamente olio d'oliva senza aggiunta di olio d'alloro, entrambe le lavorazioni artigianali seguono una tradizione che risale all'antichità, perpetuata generazione dopo generazione.

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19 l 5 ottobre 1688 l'editto di Colbert, Ministro della Real Casa di Luigi XIV, regolamentò la fabbricazione del sapone. Ai sensi dell'articolo III di quest'editto: Non si potrà utilizzare nella fabbricazione di sapone, insieme a barrilla (soda di Spagna), soda o cenere, nessun grasso, burro né altre materiale; ma soltanto puro olio di oliva, e senza mescolanza di grasso, a pena di confisca delle merci. La moderna industria è in grado di produrre un numero considerevole di prodotti cosmetici, tuttavia alcune formulazioni possono nascondere numerose insidie anche molto gravi per la salute del corpo in generale e della pelle in particolare. Nel complesso dobbiamo dire che il momento attuale rappresenta per la cosmetica, quello che il cinquantennio passato ha rappresentato per la chimica farmaceutica, e cioè il passaggio dalla fase officinale alla fase industriale. Il cosmetico evolvendosi da un tipo di formulazione e preparazione artigianale ad un tipo di progettazione e produzione industriale, ha aperto una serie di problemi di ordine normativo, di carattere sanitario ed economico, che sono stati affrontati in tutte le nazioni civili. Si cerca cosi’ di arrivare ad una disciplina che, nello stesso tempo sia capace di tutelare tanto il consumatore quanto il produttore. All'inizio dello XX secolo, nella città di Marsiglia c'erano 90 saponifici. François Merklen fissò nel 1906 la formula del sapone di Marsiglia: 63% d'olio di copra o di palma, 9% di soda, 28% d'acqua.

20 Realizzazione del podotto cosmetico
Il cosmetico inteso nella sua moderna accezione di preparato topico destinato alla pulizia, protezione, emolliente e per la deodorazione, profumazione e decolorazione della superficie epidermica, nasce da un complesso di tecnologie e disciplne, quali: la reologia la tensiochimica l’ emulsologia, volte alla realizzazione di forme chimico-fisiche diverse, (miscele mecaniche, unguenti, paste emulsioni, microemulsioni, idrogeli, lipogeli, oleoliti, idroliti tensioliti).

21 COSMETICA Comprende quattro discipline diverse: CHIMICA COSMETICA: si occupa dei costituenti chimici che compongono i cosmetici e delle loro proprietà chimico-fisiche TECNICA COSMETICA: si occupa delle operazioni necessarie per dare a materie prime, additivi e sostanze funzionali la forma dei cosmetici COSMETOLOGIA: si occupa dell’azione e degli effetti dei cosmetici sull’uomo e ne determina le norme generali dell’uso pratico COSMESI: è l’arte di applicazione dei cosmetici

22 I prodotti cosmetici devono:
interagire con i tessuti di rivestimento Integrità funzionale Qualità estetiche - non hanno finalità terapeutica - non possono vantare proprietà curative o preventive REQUISITO ESSENZIALE Innocuità del cosmetico nelle normali condizioni d’uso

23 FUNZIONI DEL PRODOTTO COSMETICO
FUNZIONE IGIENICA: Ha lo scopo di eliminare lo sporco dalla superficie epidermica rispettandone le caratteristiche fisiologiche (DETERGENZA, DEODORAZIONE) FUNZIONE EUTROFICA: Ha lo scopo di mantenere lo stato dei tessuti, sui quali i cosmetici vengono applicati, nelle migliori condizioni. Cosmetico eutrofico: mantiene corretto trofismo cutaneo apportando sostanze che svolgono un’ azione di supporto ai normali eventi fisiologici che si verificano in una pelle sana (PROTEZIONE, NORMALIZZAZIONE) FUNZIONE ESTETICA: Ha lo scopo di influenzare positivamente le funzioni sensoriali di vista e olfatto. E’ l’ anello di congiunzione del circolo igiene- salute- bellezza ( DECORAZIONE, TRATTAMENTI ESTETICI, PROFUMAZIONE)

24 “BERSAGLI” DEL PRODOTTO COSMETICO
-EPIDERMIDE LABBRA Genitali esterni -ANNESSI CUTANEI: GHIANDOLE SEBACEE E SUDORIPARE Ghiandole mammarie PELI E CAPELLI - UNGHIE

25 DERMOCOSMESI FUNZIONALE
Nella cosmesi cosiddetta funzionale, si ammette che i principi attivi, ridefiniti "cosmeceutici", penetrando in profondità nello spessore cutaneo, dove svolgono particolari azioni biologiche verificabili sia a livello istologico-molecolare che clinico. Azione principale su: -DERMA - PICCOLI VASI DEL DERMA PAPILLARE (ANTICELLULITE, STIMOLANTI) - FIBRE DERMICHE E SOSTANZA FONDAMENTALE (ANTIRUGHE, ANTISMAGLIATURE, ELASTICIZZANTI, RASSODANTI, …)

26 LA PELLE o CUTE Poichè i prodotti cosmetici vengono applicati sulla pelle e sui suoi annessi è opportuno riportare alcuni brevi cenni relativi a questo importante organo.

27 CARATTERI FISIOLOGICI E ANATOMICI
La pelle nell’ adulto normale occupa una superficie di circa 2 m2 Le principali funzioni della pelle sono: -Contenimento: controllo nella perdita di fluidi vitali importanti -Protezione da stimoli esterni dannosi (penetrazione sostanze esogene, radiazioni) -Attenuazione di shock meccanici -Ricezione e traduzione di stimoli esterni -Sintesi e metabolismo di SOSTANZE SPECIFICHE (CHERATINA, LIPIDI, SUDORE, VITAMINA D) -Termoregolazione -Riserva lipidica -Fotoprotezione -Eliminazione di alcuni prodotti metabolici attraverso le secrezioni ghiandolari

28 In tutti gli animali la pelle protegge (funzione protettiva) gli organi e i tessuti sottostanti da lesioni o dall’ azione di microorganismi e costituisce l’ organo tattile. La pelle, infatti è provvista di recettori sensibili per mezzo dei quali (funzione sensoriale) l’ individuo è messo in relazione con le variazioni che hanno luogo nell’ ambiente. Negli animali superiori la pelle esplica il ruolo molto importante funzione di termoregolazione nella regolazione della temperatura corporea e nella escrezione (funzione secretoria. Inoltre realizza le funzioni cheratinopoietica, pigmentogenetica, sudoripara, sebipara. Queste funzioni complesse sono rese possibili dalla presenza di strutture specializzate (ghiandole sudoripare e sebacee, recettori sensoriali) oltrechè dalla presenza di moltissimi vasi linfatici, vasi sanguigni e nervi, per una lunghezza totale di circa 1-4 metri per centimetro quadrato di pelle.

29 La pelle, o cute è un insieme di tessuti che ricopre il corpo riproducendone l’ aspetto generale. Nell’ uomo adulto il suo peso 4kg e il suo spessore è di circa 2 mm o 3 nel palmi della mano e del piede, e 4 mm del cuoi capelluto. La sua composizione chimica è circa la seguente Acqua % Proteine 24-26 Lipidi 2-3 Glucidi Sali minerali enzimi tracce.

30 La cute nei vertebrati può rappresentare grandi variazioni di spesore in relazione allo spessore degli strati cornei dell’ epidermide, del derma e dei depositi di tessuto adiposo che si trovano tra le travate connettivali dell’ ipoderma. Lo spessore del derma è determinante ai fini delle caratteristiche meccaniche della pelle, perchè esso stesso è costituito da un tessuto connetivo ricco di fibre elastiche, ne risulta una struttura assai resistente e dotata anche di notevole elasticità. Il derma di alcuni mammiferi dopo il procedimento della concia, dà luogo al cuoio, materiale di largo uso tecnologico. Quando lo spessore del derma è considerevole con fasci di collagene molto densi, ma povero di fibre elastiche ed inoltre ispessito da una grande quantità di materiale corneo superficiale, la cute risulta dura e poco deformabile, come si ha ad esempio nei pachidermi.

31 Lo spessore dell’ impoderma varia a seconda delle diverse specie animali, delle zone della pelle e per una stessa specie varia anche da individuo ad individuo; influenza le caratteristiche meccaniche ed è responsabile del grado di morbidezza della pelle stessa. L’ idratazione dei tessuti connettivali (dermici ed ipodermici) è responsabile della plasticità della pelle.

32 Questa infatti può cambiare al variare delle condizioni fisiologiche
Questa infatti può cambiare al variare delle condizioni fisiologiche. Quando alcuni stati patologici determinano aumento del contenuto idrico della pelle (come negli stati edematosi) questa diventa facilmente pastosa, compressibile e deformabile e conserva per un certo tempo l’ impronta di agenti deformanti. La pelle è un organo plurifunzionale grazie a connessioni con •Circolo sanguigno •Circolo linfatico •Sistema nervoso

33 La pelle è articolata in succesivi strati (epidermide, derma, ipoderma) identificabili anche all’ osservazione macrospopica. Nei diversi strati sono sistemate le strutture cutanee sopra menzionate: • EPIDERMIDE: barriera alla permeazione dell’acqua e resistenza all’abrasione. Formata da tessuto epiteliale corneificato • DERMA: conferisce massa e resistenza della pelle. Formato da tessuto connettivo fibroelastico compatto Questi 2 strati hanno spessore variabile da 0,5 a 4,0 mm. Separati da GIUNZIONE DERMO-EPIDERMICA detta MEMBRANA BASALE • IPODERMA: Mette in rapporto il derma con i tessuti sottostanti (come la fascia superficiale comune del corpo oppure direttamente ossa o cartilagine) permettendo anche un reciproco scorrimento consentendo di sollevare la pelle in pieghe. Un ipoderma particolarmente ricco di adipociti viene definito pannicolo adiposo sottocutaneo

34 Epidermide Epidermide
All’ esame istologico l’ epidermide risulta composta di strati di cellule che mutano i loro caratteri dalla profondità dello strato germinativo verso lo strato corneo. Le cellule vengono trasformate in sottili scagliette cornee, formate quasi totalmente da cheratina, che vengono poi eliminate. L’ epidermide quindi, è un tessuto che si rinnova continuamente intervenendo anche in un particolare aspetto del meabolismo organico (ricambio di N e S).

35 E’ formato da un’ unica fila di cellule impiantate sulla membrana basale che, a sua volta ,è saldamente fissata al derma sottostante da un fitto intreccio fibrillare. Ciò permette il forte ancoraggio dell’ epidermide al derma e spiega anche l’ aderenza dello strato germinativo alla membrana basale. Questo strato partecipa al continuo rinnovamento dell’ epitelio attraverso un processo di moltiplicazione cellulare; in questo strato si verifica circa il 12% delle mitosi dell’ epidermide. L’ ossevazione al microscopio elettronico evidenzia nelle cellule sottili filamenti diretti ortogonalmente alla superficie cutanea interpretabili come il primo stadio di formazione di strutture fibrillari (tonofibrille), più abbondanti e meglio visibili negli strati successivi. A) Strato Germinativo o basale

36 B) Strato Spinoso Strato spinoso (o malpighiano) è costituito da diversi strati di cellule poligonali di dimensioni maggiori rispetto a quelle dello strato generativo. Queste tendono ad appiattirsi progressivamente procedendo dagli strati più profondi verso quelli superficiali. Hanno una membrana cellulare ben evidente e netta con piccole dentellature (spine) o ponti intercellulari che si saldano, punta a punta con quelle delle cellule vicine. Queste punte al microscopio elettonico risultano costrituite da protrusioni della membrana cellulare che aderiscono per mezzo di placche di contatto (Desmosomi) da cui si dipartono fasci di tonofirille che si espandono nel cioplasma. Negli spazi interspinosi (sistema lacunare epidermico) possono arrivare dal derma materiale nutritivo e con i loro movimenti attivi anche linfociti. La moltiplicazione cellulare è molto attiva, può raggiungere l’ 80-90% di tutte le mitosi che avvengono nell’ epiermide ed è comunque proporzionale alla desquamazione dello strato corneo.

37 c) Strato granuoso: le cellule 2-3 ordini sovrapposti, sono appiattite ed hanno un citoplasma ricco di granuli di cheratoialina d) Strato lucido: consta di pochi ordini di cellule appiattite, indistinte che , in sezione appaiono chiare e splendenti perchè contengono una sostanza semifluida chiamata eleidina. e) Strato corneo: è il più superficiale; le cellule sono anucleate, e si presentano ulteriormente appiattite, in forma di laminelle più spesse al centro. Può a sua volta essere diviso in due porzioni, lo strato corneo desquamante, più estrerno, costituito da una sottile porzione relativamente povera di acqua e di lipidi, e lo strato corneo compatto (più interno) risultante di lamelle cheraniche più ricche di acqua e inglobanti grasso.

38 Derma Il derma è un tessuto connettivo fibroso ed elastico in cui è possibile distinguere due parti: la zona più esterna (derma superficiale o corpo papillare) che confina con l’ epidermide e svolge funzioni sensoriali e nutritive grazie ad un particolare sviluppo della vascolarizzazione e la zona più interna (o corion) che ha tipiche funzioni di tenuta e di sostegno essendo costituita da fibre collagene ed elastiche (anche detto strato reticolare). Nel derma si trovano anche i recettori cutanei e numerose fibre muscolari che svolgono funzioni diverse quali, per esempio il restringimento dei canali escretori sebacei, e sudoriferi e la crescita dei peli. I recettori cutanei, ben irrorati dai capillari, sono costituiti da corpuscoli tattili, recettori termici e dolorifici.

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40 Ipoderma ( o strato sottocutaneo)
É anche denominato connettivo lasso sottocutaneo, in quanto forma soltanto un sottile piano di clivaggio tra la pelle e i piani di fissazione. Nella grande maggioranza dei casi esso è ricco di adipe e quindi viene chiamato tessuto adiposo sottocutaneo. Può presentare notevoli variazioni di spessore in dipendenza delle condizioni di nutrizione e di fattori locali legati alle stesse strutture della pelle ed alla densità del derma.

41 Nell’ uomo si hanno depositi preferenziali di adipe in talune regioni come quella addominale e genitale, ecc. Esistono anche differenze tra i due sessi: nella donna il tessuto aposo sottocutaneo è più sviluppato che nell’ uomo, tanto da porre a volte il problema della sua riduzione e del suo contenimento entro certi limiti armoniosi ed accettabili un punto di vista fisiologico ed estetico. I mezzi fondamentali per risolvere tale problema sono : -applicazione di una dieta qualitativamente e quantitativamente valida -esercizio fisico, a livelli ragionevoli In casi più gravi nei quali intervengono meccanismi psicosomatici occorre fare ricorso a cure mediche appropriate caso per caso.

42 Il connettivo sottocutaneo, particolarmente nella donna può diventare sede di accumuli di grasso irregolari che si presentano sotto forma di noduli o granuli che conferiscono alla pelle il caratteristico aspetto a buccia di arancia. Questo fenomeno è noto col termine improprio di cellulite.

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44 PROCESSO DI CHERATINIZZAZIONE, UNITA’ PROLIFERATIVA EPIDERMICA (EPU)
E’ il processo di differenziazione dei cheratinociti in corneociti per attiva proliferazione cellulare con sintesi e accumulo di cheratina, trasformazione delle cellule che perdono il nucleo e altri organuli, formazione di complessi tra filamenti di cheratina e cheratina amorfa CHERATINA: principale proteina dei capelli e delle strutture cornee. Ha alto contenuto di cisteina, molti ponti disolfuro e alta stabilità meccanica e fisica. Non contiene idrossiprolina La cheratina (dal greco: kératos = corno) è una proteina filamentosa ricca di zolfo, contenuto nei residui amminoacidici di cisteina; è molto stabile e resistente. Si tratta di una struttura quaternaria, composta da più strutture terziarie messe una in fila all'altra. È prodotta dai cheratinociti, ed è immersa nel loro citosol come filamenti intermedi. È il principale costituente dello strato corneo dell‘ epidermide 

45 PROCESSO DI CHERATINIZZAZIONE
1) MITOSI DI CELLULE BASALI 2) MIGRAZIONE VERSO SUPERFICIE 3) CORNEOCITI 4) DESQUAMAZIONE 2 settimane circa FASI E TEMPI

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47 SISTEMA PIGMENTARIO Colore della pelle: fenomeni di riflessione e assorbimento provocati dalla presenza di: Emoglobina Carotenoidi Pigmento chiamato MELANINA UNITA’ EPIDERMICA DI MELANIZZAZIONE (EMU) Associazione funzionale tra melanociti e cheratinociti è detta EMU. Il melanocita è la cellula che produce melanina. Affinché si verifichi la colorazione della melanina essa deve passare dal citoplasma del melanocita a quello del cheratinocita tramite le giunzioni dendritiche del melanocita. Questa collaborazione cellulare è chiamata unità epidermica di melanizzazione. (EMU) MelanocitaMelanosomicheratinocita

48 Sistema pigmentario della cute
Il colore della pelle è legato alla presenza di pigmenti particolari in altre cellule (dette pigmentarie) della epidermide e del derma. La maggiore o minore quantità di pigmento cutaneo nello strato basale dl’ epidermide e del derma è un fattore determinante per il colore (più o meno scuro) della pelle delle varie razze umane. Esso dipende però anche da molti altri fattori oltre che dalla quantità di pigmento cutaneo (melanina), dalla presenza nelle cellule epiteliali di carotene che conferisce al tessuto un debole colore giallastro, dalla presenza di ossiemoglobina e di emoglobina ridotta nel letto vascolare cutaneo che danno un particolare colorito roseo o bluastro.

49 Non si conosce ancora la formula completa della melanina, si sa che è un polimero dell’ indolo-5,6-chinone ottenuto per condensazione ossidativa tra le stesse molecole. Dal grado di polimerizzzione e dalla maggiore o minore ossidazione del polimero, risultano pigmenti di vario colore: giallo, rosso, bruno, nero. Schema dei passaggi biochimici della melanogenesi

50 La formazione della melanina avviene nei mitocondri dei melanociti che la producono sotto forma di bastoncelli più scuri e di sfere più chiare. Il punto di partenza è la tirosina (un aminoacido) che per mezzo della tirosinasi viene ossidata a diossifenilalanina (dopa) la quale attraverso successive tappe ossidative, enzimatiche e non, viene trasformata in indolo 5,6-chinone, che si polimerizza poi per dare i vari tipi di pigmento. La melanogenesi è il processo di produzione della melanina. Esso è ripartito in quattro fasi: 1) produzione dei melanosomi dentro i melanociti; 2) sintesi della melanina dentro i melanosomi; 3) trasferimento dei melanosomi dai melanociti ai cheratinociti; 4) degradazione dei melanosomi;

51 Esistono due tipi di melanina, la eumelanina (pigmento più scuro ed insolubile) e la feomelanina (pigmento rosso-giallastro ricco di zolfo). A seconda del tipo di melanina e delle dimensioni dei melanosomi, possiamo distinguere tre tipi razziali: NEGROIDE: i melanosomi sono molto grandi e particolarmente ricchi di eumelanina CAUCASICO: i melanosomi sono più piccoli e contengono eumelanina CELTICO: i melanosmi sono acora più piccoli e contentengono feomelanina (pelle molto chiara, popolazioni del Nord Europa)

52 Il passaggio successivo consiste nel trasferimento dei melanosomi ai cheratinociti. Questo passaggio è fondamentale poiché fino a quando la melanina rimane all'interno dei melanociti l'epidermide non acquista colore. Solamente quando i melanosomi vengono ceduti ai cheratinociti la cute diventa pigmentata.

53 Attivazione della melanogenesi
La tirosinasi, è una metallo proteina che contiene rame, è presente nei melanociti in una forma inibita. Questa inibizione fisiologica è dovuta sia alla presenza di sostanze riducenti come il glutatione e l’ acido ascorbico, sia di sostanze capaci di legare il rame. L’ azione dei raggi ultravioletti (UV) provoca l’ ossidazione dei radicali mercaptanici, -SH e generalmente di tutte le sostanze riducenti con conseguente disinibizione dei sistemi tirosina-tirosinasi e dopa-tirosinasi ed aumento, quindi della pigmentazione per produzione di melanina. La melanogenesi è sotto il controllo della melanotropina MSH ormone proteico secreto dalla parte intermedia dell’ ipofisi che agisce direttamente sul melanocita regolando la sintesi del pigmento ed attivandone il metabolismo; la melanotropina attiva anche i processi di degradazione del pigmento attraverso reazioni non ancora ben note. Anche gli ormoni androgeni ed estrogeni stimolano la melanogenesi attraverso un’ azione diretta sui melanociti di specifiche regioni, quali l’ areola delle mammelle, lo scroto e lungo la linea alba. In alcune situazioni si nota sinergismo tra i vari ormoni, come avviene nel corso della gravidanza, periodo in cui si più avere una pigmentazione dovuta alla concorrenza della melanotropina e del progesterone. La tirosinasi può essere assente per una alterazione genetica è questo il caso dell’ albinismo, in questi soggetti non è possibile la sintesi della melanina e di nessun altro pigmento indolico per incapacità di ossidare la tirosina e la dopa.

54 ANNESSI CUTANEI Gli annessi della pelle comprendono: • UNGHIE • PELI • GHIANDOLE SEBACEE • GHIANDOLE SUDORIPARE: eccrine e apocrine • CAPELLI

55 UNGHIE Sono lamine cornee, dure, rettangolari convesse traslucenti dello spessore di 0,5-0,75 mm, che rivestono la faccia dorsale delle falangi distali delle dita delle mani e dei piedi.

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57 In essa si distinguono una porzione principale, corpo dell’ unghia, un letto ungueale (la superficie epidermica dove essa aderisce prodondamente), a un vallo ungueale (la piega cutanea che ricopre i margini della lamina) e la radice, molle flessibile elastica, biancastra. La lamina che costituisce l’ unghia è formata da cellule corneificate ed appiattite sempre più mano a mano che si avvicinano allo strato corneo. Solamente lo strato germinativo della zona che corrisponde alla radice ed alla lunula provvede alla formazione ed all’ accrescimento dell’ unghia (strato onicogeno, zona della matrice delle unghie) che può riformarsi solo se la matrice è integra.

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60 PELI I follicoli piliferi distribuiti sulla superficie corporea (ad eccezzione delle piante dei piedi, del palmo delle mani e labbra) Sono legati al tessuto connettivo del derma attraverso fibre muscolari lisce (muscoli erettori del pelo). Sono formati da cheratina con alto tenore di zolfo dovuto alla cisteina. Si formano in una zona del follicolo pilifero (invaginazione dello strato vivente dell’epidermide) detta papilla. Il processo di divisione cellulare e di migrazione delle cellule è simile a quello che porta alla formazione dello strato corneo. Al pelo sono annessi: Un muscolo (erettore del pelo) Una ghiandola sebacea Una ghiandola sudorale Vasi sanguigni

61 Formazioni pilifere I peli sono produzioni epidermiche a forma di filamenti, fissati alla cute per mezzo della radice del pelo e che sporgono dalla superficie cutanea con una parte libera, il fusto del pelo. Sono elastici e resistenti alla trazione. La radice è situata nel follicolo pilifero ed alla sua estremità , nel bulbo del pelo, è rigonfiata. Al follicolo sono annessi una ghiandola sebacea ed un fascetto di cellule muscolari lisce che costituiscono il muscolo erettore del pelo. Nelle ascelle e nelle regioni genitali, al follicolo si trova annessa una ghiandola sudoriara apocrina.

62 La sostanza fondamentale dei peli è rappresentata da costiuenti proteici appartenenti al gruppo delle scheroproteine, simili alle cheratine epidermiche, denominate eucheratine (cheratine morbide). Le cheratine dei peli, pseudocheratine (cheratine dure) differiscono da quelle della pelle per il maggior contenuto di zolfo. La struttura polipeptidica dei peli è caratterizzata da un contenuto relativamene costante di amminoacidi: istidina, lisina, arginina, che nei capelli si trovano nel rapporto 1:4:12. Da un punto di vista strutturale le cheratine possono esistere allo stato filamentoso e amorfo. Le singole catene polipeptidiche possono essere disordinate o disposte secondo le due configurazione fondamentali dell’ alfa elica: alfa cheratine, o del foglietto pieghettato (beta-cheratine). Quando i capelli vengono immersi in acqua le catene superspiralizze della alfa cheratine si distendono e raggiungono anche il doppio della loro lunghezza. Questo è dovuto alla rottura dei legami idrogeno intracatena che stabilizzano strutturalmente l’ alfa elica, la quale si distende ed assume un andamento a zig-zag che è chiamato da Pauling e Corey, conformazione beta.

63 Nei capelli come nella lana i residui degli amminoacidi essendo caricati elettricamente interagiscono tra loro e non permettono la formazione della struttura a foglietti pieghettati. La configurazione beta è un evento transitorio, e cessata la causa che l’ ha determinata, ritorna spontaneamente alla forma più stabile, della alfa cheratina. Se il capello viene sottoposto a calore umido o trattato con soluzioni alcaline a temperatura ambiente i ponti disolfuro si rompono, le catene polipeptidiche si ripiegano fino a raggiungere il 70% della loro lunghezza originale. Con la rottura dei legami disolfuro, le catene polipeptidiche si staccano e possono assumere una nuova posizione, se questa viene stabilizzata con calore secco, si fà per ottenere la formazione di nuovi ponti disolfuro con le catene polipeptidiche adiacenti. Queste sono le condizioni che si verificano nella ondulazione permanente. Le sostanze alcaline accelerano questo processo. L’ ondulazione permanente si può ottenere anche a freddo con sostanze riducenti che rompono i legami disolfuro, qualche volta però possono provocare problemi alla capigliatura.

64 I processi della cheratinizzazione, in particolare quello della formazione dei peli, sono regolati da ormoni, vitamine, fattori genetici e metabolici, ed è dimostrato che un aumento della concentrazione degli ormoni androgeni determina la caduta dei capelli.

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67 I peli si definiscono con termini diversi a seconda delle regioni alle quali appartengono: capelli, barba, ciclia, sopracciglia, vibrisse tragi, pubi, irci. I capelli variano di lunghezza secondo le razze, il sesso, gli individui : sono più lunghi nelle donne, più lunghi e più grossi nella razza gialla. I capelli biondi sono più sottili e più folti dei capelli neri. Il colore dei capelli dipende dalla quantità di pigmenti, dal loro rapporto e anche da altri fattori individuali. Il pigmento granuloso è reponsabile del colore nero o castano, quello “diffuso” del mogano o del rosso, i due pigmenti possono coesistere in questo caso il colore dipenderà dal loro rapporto. La densità dei capelli nella razza bianca è di circa 30 capelli per cm quadrato. Il tipo di capigliatura ha molta importanza nella classificazione antrolpologica delle razze umane, i capelli possono essere sottili ed ondulati, crespi o grossi e rigidi.

68 Composizione della cheratina dei capelli
Valina Isoleucina Leucina Cisteina (14%) Metionina Fenilalanina Prolina Treonina Acido aspartico Acido glutammico(17%) Arginina (10%) Lisina Istidina

69 Incanutimento dei capelli e dei peli
Di regola incanutiscono prima i capelli, poi la barba per ultimo il pube. Il fenomeno inizia ad età variabile ed è legato a quello del rinnovamento, nel senso che il pelo di nuova formazione non è più capace di elaborare pigmento. Negli incanutimenti improvvisi per cause psichiche si può avere anche la distruzione del pigmento. L’ incanutimento è dovuto all’ età ed è collegato anche alla presenza negli interstizi delle strutture polari di aria, che vi penetra per alterazione dovuta ad invecchiamento delle connessioni impermeabilizzanti superficiali. Rinnovamento e caduta dei capelli Caduta e rinnovamento avvengono normalmente in modo dontinuo ed accidentale. Il progredire dell’ età porta per atrofia dei follicoli unitamente all’ atrofia del derma e del sottocutaneo, ad un rallentamento progressivo dei processi di rinnovamento fino ad un diradamento dei peli in tutte le aree cutanee. Frequentemente anche in età giovanile, è la scomparsa dei peli in aree più o meno estese del cuoio capelluto (calvizie).

70 GHIANDOLE SEBACEE Sono associate ai follicoli piliferi secernono miscuglio di lipidi; formazione del film lipidico superficiale dell’epidermide (pH circa 5) Film formato da: trigliceridi, acidi grassi, esteri cerosi, squalene, steroli. Soggetti a degradazione e perossidazione, con sviluppo odore corporeo.

71 Le ghiandole sebacee sono delle strutture piriformi costituite da una parete secerente e da un breve canale escretore che si apre nel follicolo pilifero. Si trovano su tutto il tegumento, tranne che nel palmo della mano e nella pianta del piede. In massima parte si presentano come appendici dei follicoli piliferi nei quali si aprono in numero di 1-3 per ogni follicolo. Esistono tuttavia ghiandole sebacee libere, cioè senza rapporto coi follicoli piliferi, come nel foglietto interno del prepuzio, nel glande, nelle piccole labbra, nell’ orlo esterno delle labbra. Esistono anche follicoli piliferi senza ghiandole sebacee annesse.

72 Ghiandole di tipo OLOCRINO
La ghiandola sebacea è acinosa o alveolare di tipo olocrino, la parete adegli alveoli è costituita da strati sovrapposti di cellule, quelle più esterne sono appiattite e presentano di solito segni di proliferazione, le cellule situate internamente a queste sono molto più grandi ed il loro citoplasma è trasformato in una rete nelle cui maglie si trovano granuli di grasso, esse aumentano di volume cosicchè nel lume dell’ acino prossimale al dotto escretore troviamo soltanto una massa di frammenti cellulari e goccioline di materiale grasso (secrezione olocrina) 3Ghiandola apocrina 2Ghiandola olocrina 1Ghiandola merocrina

73 Ghiandole sudorifere sparse
Ghiandole sudorifere ascellari E pube Ghiandole sebacee

74 Gli acidi grassi del sebo sono per la maggior parte combinati con alcooli superiori e col il colesterolo. Composizione dei lipidi cutanei Lipidi del Sebo % Epidermide % Gliceridi – –35 Acidi grassi 15–30 8–16 Esteri Cere 26–30 Squalene 12–20 Esteri Colesterolo –6.0 15–20 Colesterolo 1.5– –25 L’ eliminazione dei prodotti di secrezione è determinata dalla presenza di fibre muscolari liscie, i muscoli erettori dei peli, che dalla superficie della cute passano obliquamente sotto la superficie esterna della ghiandola sebacea. Questi sono innervati da fibre simpatiche. Quando le fibre muscolari si contraggono, i peli si rizzano ed una certa quantità di sebo viene spremuta nel follicolo del pelo e quindi sulla superficie cutanea circostante contribuendo a conferire ad essa la sua caratteristica untuosità e morbidezza.

75 La secrezione sebacea è diversa nei vari distretti cutanei: è massima sulla fronte, più attiva sul petto e sulla schiena e più scarsa sull’ addome e sugli arti. A questa secrezione è dovuta quasi esclusivamente la parte lipidica del mantello che riveste la cute e che in condizioni normali è costituito da una emulsione in cui la fase continua è la parte grassa e la fase dispersa è rappresentata da acqua (emulsione A/O) La composizione dei lipidi della superficie è rappresentta da trigliceridi (30%) acidi grassi liberi (10%) cere ed esteri del colesterolo (25%), squalene (17%) in quantità minori si trovano digliceridi, monogliceridi, fosfolipidi. Il 3% di questi lipidi è prodotto dall’ epidermide, ma il restante 97% è segreto dalle ghindole sebacee che sintetizzano prevalentemente squalene e trigliceridi.

76 La ciclizzazione dello squalene porta al colesterolo che avviene nelle cellule dell’ epidermide. L’ ulteriore trasformazione dei lipidi è dovuta all’ azione della flora presente sulla cute. I grassi residui intracellulari vengono demoliti attraverso la normale via dell’ ossidazione con formazione di diacetil-Co A. Talvolta il sebo prodotto dalle ghiandole sebacee può non essere immediatamente eliminato e rimanere in situ: si produce allora un indurimento ed un annerimento per apporto di materiale estraneo polverulento. E’ questa la genesi dei punti neri cutanei, dovuti anche alla ipercheratosi dell’ orifizio sebaceo o pilosebaceo.

77 GHIANDOLE SUDORIPARE ECCRINE
Associate al poro sudorale, diffuse su tutta la superficie cutanea, secernono una soluzione acquosa (99%) a pH 5 contenente acidi organici, sali inorganici, tracce di sostanze organiche azotate e di zuccheri. Secrezione controllata da temperatura esterna, esercizio fisico, S.N.A. Funzioni di questo tipo di sudorazione: • termoregolazione • eliminazione di tossine • protezione da radiazioni • mantenimento del pH acido cutaneo

78 GHIANDOLE SUDORIPARE APOCRINE
localizzate in regioni specifice, associate al poro sudorale, le ghiandole sudoripare apocrine, secernono un liquido lattiginoso contenente proteine, lipoproteine, lipidi, saccaridi. La secrezione è controllata da stimoli sessuali, emozioni e fattori ormonali degradazione dei componenti da batteri saprofiti, sviluppo di sostanze a basso P.M., volatili e maleodoranti Si tratta, in sostanza, di una particolare modalità secretiva, che consiste nella perdita dell'apice cellulare e nella sua espulsione insieme al secreto. le ghiandole apocrine sono localizzate in particolari regioni anatomiche, soprattutto nel cavo ascellare, intorno alle areole mammarie, nella regione pubica e a livello del perineo (tratto di cute compreso tra l'ano e gli organi genitali). Mentre il secreto delle ghiandole sudoripare è particolarmente fluido e trasparente, quello delle ghiandole apocrine è viscoso, lattiginoso e facilmente maleodorante.

79 Perspirazione All’ attività delle ghiandole sudoripare dobbiamo la cosiddetta “perspirazio sensibilis” o sudorazione. E’ stato osservato che una persona normale, con un metabolismo di 100 calorie, perde circa 36 grammi d’ acqua per ora, sia attraverso i polmoni sia attraverso la pelle, ciò corrisponde a circa 430 grammi attraverso la sudorazione cutanea e ad un’ uguale quantità attraverso i polmoni nelle 24h. Nei climi più umidi, l’ eliminazione di acqua può essere inferiore. Circa un quarto della perdita totale attraverso la pelle si verifica, attraverso le mani i piedi e le ascelle, che perdono acqua ad una velocità 3 volte superiore a quella di altre aree cutanee di uguale superficie. Esiste inoltre una Perspirazio insensibils, la quale ha luogo costantemente e sembra che non sia dovuta ad una leggera sudorazione, ma al passaggio di vapore acqueo per osmosi attraverso al pelle.

80 Sudore Il sudore, costituito dal secreto delle ghiandole eccrine è il più diluito di tutti i liquidi animali. Appena raccolto contiene frammenti epiteliali ed un po’ di sebo; ha di solito reazione acida, ma il pH può variare da 4 a 8 a seconda nella misura in cui l’ acido lattico è neutralizzato. Dalla sudorazione dipende essenzialmente la fase acquosa dispersa del mantello idrolipidico che si indentifica strutturalmte con il cosiddetto mantello acido idro-lipidico. Questo è una vera e propria entità funzionale che con il suo pH acido ( da 4.2 a 5.6) stabilizzato dai tamponi cutanei di superficie, contribuisce alla difesa contro i germi ed all’ equilibrio morfo-funzionale degli strati sottili (soprattutto il corneo). Come si può osservare dalla seguente tabella la composizione del sudore può variare notevolmente da individuo ad individuo: Acqua Sodio 0.25 Solidi organici 0.03 Cloro 0.059 Potassio Solfato Acido lattico Urea Zucchero ceneri

81 Nella sudorazione profusa un individuo può perdere fino a 10 grammi di NaCl in 3 ore.
La sudorazione è facilitata dal lavoro muscolare, in genere l’ inizio della sudorazione coincide con l’ aumento della temperatura corporea, proprio per un principio di termoregolazione. Nelle ascelle dell’ uomo vi sono sia ghiandole eccrine sia ghiandole apocrine. Il secreto di queste ultime differisce dal sudore normale; è lattiginoso, contiene proteine ed ha un pH meno acido, può emanare un odore peculiare e non viene escreto continuamente.

82 L'odore tipico di sudore ascellare, estremamente sgradevole, pungente ed acre, è il risultato di un'aumentata decomposizione del secreto apocrino, operata dalla flora batterica che popola normalmente gli strati superficiali della cute. Una sudorazione ascellare sgradevole è causata dall'esalazione di composti butirrici (acidi grassi a corta catena), solfurei (mercaptani) e proteici (ammine ed ammoniaca). Una sudorazione ascellare diviene sovrabbondante (iperidrosi) e maleodorante (bromidrosi) in alcune circostanze: è risaputo che le situazioni di stress e le tensioni stimolano le ghiandole apocrine e sudoripare a produrre massicce quantità di secreto apocrino e sudore. Ricordiamo, inoltre, che l'attività di queste ghiandole è pesantemente influenzata anche da stimoli ormonali: non a caso, la sudorazione ascellare dei ragazzini durante la pubertà risulta particolarmente "nauseabonda". Da ultimo, un’ abbondante e/o sgradevole sudorazione ascellare può essere legata ad alcune patologie (es. ipertiroidismo, ipoglicemia, depressione, obesità) ed alla somministrazione di certe sostanze (es. farmaci antidepressivi, termogenici, colinergici). Anche l'alimentazione, come vedremo, può giocare un ruolo importante. Nota Bene: molto spesso, l'eccessiva e maleodorante sudorazione ascellare può riflettere una scarsa o inadeguata pulizia del corpo.

83 DEODORANTI Per evitare la formazione di cattivi odori corporei, sul mercato esistono svariati tipi di deodoranti, che possono essere classificati in: deodoranti antimicrobici (batteriostatici e/o battericidi); deodoranti antisudorali o antitraspiranti; deodoranti antienzimatici; deodoranti antiossidanti; deodoranti adsorbenti; deodoranti coprenti.

84 Allume di Rocca Allume di rocca, allume crudo e allume di potassa sono tre termini elementari, dall'eguale significato, che semplificano una più complessa espressione scientifica "solfato doppio di alluminio e potassio dodecaidrato" (formula chimica: KAl(SO4)2):  stiamo parlando di un sale, composto con alluminio e potassio, dell'acido solforico. Il termine allume di rocca deriva dal luogo in cui gli antichi greci estraevano il minerale (Rochka). Da pochi anni a questa parte, l'allume di rocca ha preso piede nelle erboristerie e nelle profumerie come eccellente rimedio naturale al sudore, nonostante il suo potere deodorante fosse noto sin dall'antichità. In questa breve disquisizione analizzeremo la composizione dell'allume di rocca, i suoi impieghi cosmetici e le sue proprietà benefiche.

85 Nel settore cosmetico-profumiero e naturale, l'allume di rocca viene utilizzato come eccellente sostituto al classico deodorante ascellare: applicato più volte su pelle accuratamente detersa, ancora umida, l'allume di rocca esercita ottime proprietà deodoranti ed antibatteriche. Per il medesimo scopo, l'applicazione dell'allume di rocca è consigliata anche per ridurre il sudore ai piedi, riducendo - entro certi limiti - il cattivo odore. Come può un sale esercitare un'azione deodorante? In caso di sudorazione abbondante, l'allume di rocca riduce l'odore esalato dal corpo esercitando un effetto antitraspirante: l'azione astringente che il minerale espleta (eccellentemente) sulla pelle determina il blocco (temporaneo) delle ghiandole sudoripare. L'elevato potere osmotico, inoltre, induce la morte delle cellule batteriche.

86 Deodoranti e antitraspiranti
Il problema della sudorazione esiste fin dai tempi antichi , Gli Egizi sono stati i primi ad introdurre i bagni profumati I greci prima e successivamente i Romani , dopo aver preso contatto con i paesi dell’ Oriente Mediterraneo divennero i più fervidi ed appassionati amatori dei bagni profumati e medicati. Già al tempo di Ippocrate (V secolo a.c.) si sapeva che certe sostanze allo stato di vapore traspiravano dalla pelle e successivamente Galeno affermava che la traspirazione avveniva continuamente ed uniformamente su tutta la superficie corporea e che quando in particolari condizioni veniva aumentata, fuoriusciva sotto forma di liquido.

87 E’ molto importante sotto un profilo igienico, che a fuoriuscita del sudore sulla pelle venga regolata e vengano evitati gli odori sgradevoli. Questo si può ottenere con gli antitraspiranti, e con i deodoranti. Già il nome di deodorante lascia intendere che il deodorante non influenza la formazione del sudore, mane impedisce l’ odore, prodotto dalla decomposizione batterica. Gli antitraspiranti invece ne limitano, più o meno intensamente, la formazione.

88 Prodotti deodoranti Il sudore appena escreto è quasi inodore, il cattivo odore si sviluppa infatti quando i batteri, generalmetne Gram positivi, presenti sulla superficie della pelle, lo decompongono. Il tipico odore di sudore ascellare, infatti si nota solo in presenza di batteri. Nelle ascelle sono stati trovati un numero considerevole di batteri: Micrococcus Pyogenes (varietà albus e aurens) Corynebacterium Aerobacter aerogenes Sarcina Lutea E altri

89 I prodotti antibatterici più usati nei deodoranti sono:
-le basi ammoniche quaternarie, l’ irgasan, il denolsulfonato di zinco, l’ actamer , l’ anbial , la triclorocarbanilide TCC, il diclorodimetilfenolo DCMX,. -I Sali di alluminio, la triclorosalicilanilide. Alcuni prodotti antibatterici hanno un ottimo potere di adesione alla pelle, e la loro azione è più lunga. Un ‘ applicazione del deodorante preparato con queste sostanze può essere sufficiente per una giornata. Anche antibiotici quali la tirotricina, gramicidina, neomicina, bacitracina , clorotetraciclina, sono prodotti attivi come deodoranti. Gli antibiotici sviluppano però rapidamente fenomeni di resistenza!

90 Molti fattori influenzano l’ azione delle sostanze battericide:
-La quantità di batteri più è alto il numero di questi nella zona da trattare e più elevata deve essere la concentrazione di sostanze -la concentraizone del prodotto: in generale si può affermare che più alta è laconcetraizone della sostanza deodorantee maggiore è l’ effeto del deodorante stesso, sempre nei limiti della tossicità -il sinergismo e l’ antagonismo. L’ antagonismo più essere di ordine chimico, fisico, fisiologico. Un esempio di antagonismo chimico è dato dalla inattivazione della formaldeide da parte dell’ ammoniaca; un antagonismo fisico avviene quando una sostanza inibisce l’ azione delle altre per competizione con una struttura o substrato cellulare; l’ antagonismo fisologico si verifica quando due sostanze producono effetti opposti in favore o contro la proliferazione batterica. - La compatibilità chimica con gli altri componenti della formula deve essere ben controllata per evitare perdita di attività nel tempo.

91 Prodotti antitraspiranti
L’ azione antitraspirante si può ottenere: Con prodotti anticolinergici naturali o di sintesi che inibiscono la secrezione delle ghiandole sudoripare . La loro azione è basata sul blocco delle sinapsi colinergiche. Sono stati fatti numerosi stidi nell’applicazione orale e topica di questi prodotti. I prodotti più attivi sono risultati i derivati dell’ atropina e della scopolamina. (atropa belladonna, anticolinergici). Il bromidrato di benzoilscopolamina, alla dose del 0.025%, usato su un’ areea limitata ed è molto attivo. Questi prodoti vengono assorbiti rapidamente sulla cute.

92 Queste sostanze in alte dosi pià non permettono al sudore di fuoriuscire, possono provocare ingorghi del sudore, e quindi fenomeni di infiammazione anche gravi. I Sali di alluminio , zirconio, terre rare, etc, hanno effetti astringenti molto efficaci per eliminare la sudorazione. Il meccanismo di azione di questi prodotti non è ancora del tutto chiarito. Alcuni autori sostengono che i Sali di alluminio provocano coagulazione delle proteine e che queste bloccando gli sbocchi dei canali sudoriferi limiterebbero il flusso sudorale. Si può affermare invece che i Sali di alluminio abbiano una triplice azione: 1) limitano il flusso sudorifero dai pori della pelle, 2) agiscono da battericidi , 3) complessano le sostanze volatili, rendendole non volatili.

93 Preparati dodoranti e traspiranti
I prodotti deodoranti antitraspiranti vengono usati in soluzione in stick, gels, polveri, saponi e aerosol. Liquidi: I deodoranti e gli antitraspiranti liquidi in commetrcio sono in soluzione acquosa o idralcolica. La sostanza attiva, ad esempio costituita da sali di alluminio, vengono aggiunte sostanze antibatteriche e piccole quantità di glicerina, sorbitolo, e glicol propilenico. Seil ph è troppo acido, si può aggiungere acetammide o urea. Sono preparati molto ben tollerati dall’ epidermide. Stick La forma stick per la sua compattezza e manegevolezza, viene usata per i preparati deodorantie antitraspiranti La gelificazione di questi prodotti viene conferita dallo stearato di sodio che è solubile a caldo nelle soluzioni idroalcooliche e per raffreddamento conferisce alla soluzione uno stato di gel solido, stabile, trasparente.

94 Creme deodoranti Sono emulsioni olio/acqua, con tensioattivi anionici. Gels L’ ossicloruro di alluminio con borace o acido borico, in soluzione idroalcolica danno prodotti gelatinosi. Si possono aggiungere poi piccole quantità di glicerina, sorbitoli, glicole propilenico che stabilizzano il gel.


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