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La relazione atteggiamento comportamento. Il primo studio: La Piere (1934) diffuso atteggiamento negativo nei confronti degli asiatici. viaggio di tre.

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Presentazione sul tema: "La relazione atteggiamento comportamento. Il primo studio: La Piere (1934) diffuso atteggiamento negativo nei confronti degli asiatici. viaggio di tre."— Transcript della presentazione:

1 La relazione atteggiamento comportamento

2 Il primo studio: La Piere (1934) diffuso atteggiamento negativo nei confronti degli asiatici. viaggio di tre mesi attraverso il paese, accompagnato da una coppia di giovani cinesi. 98,5% degli alberghi e 100% ristoranti accettarono coppia cinese come clienti Molti di noi si aspettano che gli atteggiamenti delle persone ci aiutino a prevedere il loro comportamento. Ma è davvero così? Il rapporto tra atteggiamenti e comportamento è abbastanza controverso.

3 La Piere (1934) Successivamente La Piere mandò una lettera Più del 90% risposero negativamente Molte ricerche successive evidenziano basse correlazioni A-C (Wicker, 1969)

4 Sviluppi successivi Misure aggregate di atg e di comp. Generalmente c’è una differenza nel livello di generalità/specificità tra le misure di atteggiamento e comportamento. Solitamente il comportamento che si vuole prevedere è altamente specifico, mentre la misura dell’atteggiamento è spesso generica. Ajzen e Fishbein hanno suggerito di seguire il principio di compatibilità, ovvero di utilizzare misure di atg e comp che abbiano un livello di specificità analogo.

5 L’ipotesi di una relazione causale A  C Due linee di ricerca: 1) Atteggiamento verso specifico comportamento (es. comprare il telefonino marca X) 2) Atteggiamento verso l’oggetto (il telefoniono marca X)

6 1) Atteggiamento verso il comportamento Teoria azione ragionata- TRA Teoria comportamento pianificato – TPB

7 Teoria azione ragionata- TRA Una caratteristica molto importante è l’affermazione secondo cui il miglior modo di prevedere un comportamento consiste nel chiedere se la persona intende metterlo in atto. Componenti:  Norma soggettiva  Atteggiamento verso il comportamento  Intenzione comportamentale  Comportamento

8 Teoria azione ragionata- TRA Le principali determinanti dell’intenzione comportamentale sono: l’atteggiamento verso il comportamento norme soggettive è una valutazione personale credenze su come gli altri giudicano quel comportamento

9 Teoria dell’azione ragionata (Fishbein e Ajzen) Credenze conseguenze dell’acquisto Valutazione conseguenze dell’acquisto Credenze approvazione disapprovazione altri significati Attegg. verso l’acquisto Motivazione a compiacere le aspettative degli altri Norme soggettive Intenzione di acquisto Acquisto effettivo

10 Vantaggi e limiti TRA spiegazione semplice ed elegante della condotta umana: –vede la condotta umana come intenzionale –basata su un calcolo razionale dei costi e benefici delle diverse alternative di azione Ma non si adatta a condotte complesse e per spiegare i comportamenti abituali

11 Teoria del comportamento pianificato (TPB; Ajzen, 1991) Variazione alla teoria dell’azione ragionata. La teoria del comportamento pianificato (Ajzen, 1988; 1991) introduce un nuovo antecedente delle intenzioni, il controllo comportamentale percepito (simile all’autoefficacia; Bandura) La fiducia che un individuo ha di essere in grado di portare a termine con successo un compito specifico.

12 Teoria del comportamento pianificato (TPB) Suggerisce che la previsione di un comportamento a partire dalla misura di un atteggiamento aumenti se le persone ritengono di aver controllo su quel comportamento.

13 Teoria del comportamento pianificato (Ajzen, 1991) Credenze conseguenze dell’acquisto Valutazione conseguenze dell’acquisto Credenze approvazione disapprovazione altri significati Attegg. verso l’acquisto Motivazione a compiacere le aspettative degli altri Norme soggettive Intenzione di acquisto Acquisto effettivo Controllo Comportamentale percepito

14 Teoria del comportamento pianificato (TPB) Una altra estensione riguarda il riferimento alle abitudini e comportamento passato. Le abitudini e comportamento passato hanno una capacità predittiva analoga a quella degli atteggiamenti pre-esistenti.

15 La percezione di controllo è influenzata da: - una serie di fattori personali (possesso delle abilità necessarie, ruolo delle emozioni…), situazionali (le opportunità di cui il soggetto dispone) e la dipendenza da altri (comportamenti cooperativi)

16 La teoria del comportamento pianificato è stata utilizzata con successo per spiegare i dati di ricerche: sulla perdita di peso, sulla frequenza degli studenti a lezione, sul consumo di alcol, sugli allenamenti sportivi, etc.

17 MODE (Fazio, 1990) Motivation and Opportunity as Determinants Il modello MODE propone la distinzione tra due differenti percorsi che collegano atteggiamento - comportamento. a) modalità di elaborazione volontaria (è caratterizzata da sforzo cognitivo) b) modalità di elaborazione spontanea/automatica (l'accessibilità è una variabile cruciale)

18 MODE (Fazio) Motivazione alta Opportunità di ragionare + = Decisioni accurate basate su TPB e att. verso comp. Motivazione bassa Assenza opportunità di ragionare + = Comp.basato su atg. verso oggetto più accessibile

19 Il percorso volontario Motivazione e opportunità sono condizioni fondamentali affinché gli atteggiamenti governino il comportamento in modo volontario ed elaborato -Timore dell'errore

20 Il percorso spontaneo/abituale/automatico Solo gli atteggiamenti facilmente accessibili possono essere attivati automaticamente e influenzare il comportamento. Più l’atteggiamento è velocemente accessibile dalla memoria tanto più guiderà i processi cognitivi e influenzerà il comportamento.

21 Abitudini moderano la relazione A-C Aarts, Verplanken e van Knippenberg (1998) Il percorso volontario: attive variabili cognitive (atteggiamento) di TRA e TPB Il comp. abituale: regole decisione semplificate


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