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PROGETTARE LE UNITA' DI APPRENDIMENTO

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Presentazione sul tema: "PROGETTARE LE UNITA' DI APPRENDIMENTO"— Transcript della presentazione:

1 PROGETTARE LE UNITA' DI APPRENDIMENTO
A cura di: Marco Saccucci Dirigente Scolastico Consolata Scarano F.S.- archivio e documentazione Oriana Tomai F.S. - gestione POF Pizzoli (AQ) 1 dicembre 2005

2 PROGETTARE LE UNITA' di APPRENDIMENTO
ATTENZIONE !!! al nuovo glossario introdotto dalla Riforma L’azione dell’équipe pedagogica: dall’individuazione di un problema alla realizzazione dell’U.A. Unità di apprendimento e Piano di Studio Personalizzato: potenzialità e criticità

3 I NUOVI DOCUMENTI I nuovi documenti elaborati dallo Stato
Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo Indicazioni nazionali per i Piani di Studio personalizzati nella: Scuola dell’infanzia-Scuola primaria- Scuola secondaria di primo grado I nuovi documenti elaborati dalla Scuola Piani Personalizzati delle attività educative (nella scuola dell’infanzia) Piani di Studio personalizzati (nella scuola primaria e secondaria di I grado) composti dall’insieme delle Unità di apprendimento progettate dall’équipe pedagogica coordinata dal docente tutor Portfolio delle competenze individuali - compilato dal docente tutor, in collaborazione con l’équipe pedagogica, i genitori, gli studenti

4 L’equivoco terminologico e concettuale (le U.A.)
Il termine UNITA’ secondo il tradizionale lessico pedagogico didattico della Scuola italiana è sinonimo di base dell’ intero, risultante dalla disarticolazione di un intero Così con il termine Unità didattiche definiamo la “frazione” di una materia scolastica (Frabboni) La logica dell’unità didattica porta come conseguenza ad una sua gestione individualizzata da parte dei docenti, con scarsa possibilità di condividerne collegialmente la responsabilità di conduzione

5 L’Unità di apprendimento
Dopo aver identificato l’apprendimento unitario da promuovere, precisa gli obiettivi formativi coinvolti, gli itinerari educativi e didattici necessari per raggiungerli. (Ad esempio problemi da risolvere, compiti da eseguire,progetti da realizzare) L’Unità di apprendimento sottintende il principio che l’unico insegnamento efficace è quello che si trasforma in apprendimento degli allievi e che ogni apprendimento significativo non è mai parziale o segmentato ma sempre UNITARIO, sollecita tutte le dimensioni della persona e coinvolge più prospettive disciplinari

6 UNITA’ DI APPRENDIMENTO
IN CONCLUSIONE.... UNITA’ DIDATTICHE UNITA’ DI APPRENDIMENTO Disciplina divisa in fasi logicamente concatenate Punto di partenza è l’alunno con i suoi bisogni formativi Ogni unità è un tassello del programma All’inizio non ci sono le discipline L’unità è parte dello sviluppo intrinseco della disciplina e della sua logica epistemologica Si presuppone il coinvolgimento anche di più saperi necessari a rispondere ai problemi dell’allievo Centralità del docente e della cultura Centralità dell’allievo Vengono definite all’inizio dell’a.s. o dei periodi intermedi Si costruiscono in itinere e sono complete solo alla loro conclusione

7 L’equivoco terminologico e concettuale (il P.S.P.)
Alla stessa stregua il termine “Piano” secondo il lessico pedagogico tradizionale è sinonimo di : pianificazione, progettazione, programmazione. Rappresenta cioè il momento del preventivo di una azione pedagogico-didattica, tutta potenziale da realizzare. In conclusione, nella comune accezione, il piano viene prima dell’azione e ne è la ragione e l’obiettivo che la muove Il Piano di Studio personalizzato è l’insieme delle Unità di apprendimento concretamente realizzate, rappresenta dunque il progetto realizzato, non quello da realizzare. Il piano di studio è impostato nelle sue linee generali all’inizio dell’a.s., tenendo conto di tutti gli apprendimenti formali e informali, ma si definisce riflessivamente e compiutamente solo durante e al termine delle attività realizzate

8 PROGETTAZIONE DIDATTICA
ORGANISMO COLLEGIALE IMPEGNI ORARI E NORMATIVA ATTIVITA’ Fino a 40 h annue art.27 c.3,lett.b, CCNL 2002/05 Consigli intersezione interclasse/classe Attività di programmazione di inizio anno nell’ambito delle 40h (art.27,c3,lett.a CCNL 2002/05) Dipartimenti disciplinari o altre articolazioni del collegio docenti Progettazione di massima del P.S.P. Equipe pedagogiche della scuola primaria 2h di programmazione settimanale anche su base plurisettimanale art.26,c.5,CCNL 2002/05 Elaborazione delle unità di apprendimento Consigli di classe “tecnici” nella scuola sec.1°grado e articolazioni dei consigli intersez. “tecnici” nella scuola infanzia Fino a 40 h annue (art.27,c.3,lett.b CCNL 2002/05)

9 Piano di Studio Personalizato – la redazione
Devono conoscere: - Il PECUP - LE INDICAZIONI NAZIONALI (obiettivi generali del processo formativo e obiettivi specifici di apprendimento) - il POF DOCENTI Devono progettarne la trasformazione in Unità di Apprendimento…… ….che insieme costituiscono il Piano di Studio Personalizzato ALLIEVI

10 Azione dell'équipe pedagogica
Individuazione di un problema- progetto- bisogno formativo e culturale degli allievi Verifica e valutazione Connessione con i documenti nazionali PECUP e Indicazioni Realizzazione dell’U.A. AZIONE DELL’ EQUIPE PEDAGOGICA Connessione con i documenti interni: POF-PSP-PORTFOLIO Individuazione del percorso didattico da parte di ogni docente Progettazione dell’unità di apprendimento che esprime l’apprendimento unitario da promuovere declinato in OF e standard Definizione di metodi, tempi, soluzioni organizzative, modalità di controllo e valutazione Individuazione degli insegnanti coinvolti

11 INDIVIDUAZIONE DI ..... La Riforma, spostando l’attenzione dall’insegnamento all’apprendimento, valorizza l’occasionalità che è fondamentale in un discorso di apprendimento personalizzato, si inciampa per così dire, in una situazione problematica concreta, vicina agli interessi e all’esperienza degli alunni. In concreto bisogna partire da una valutazione dell’alunno in ordine alle sue conoscenze e competenze, attraverso la compilazione di una scheda dettagliata da parte dell’équipe pedagogica, essa farà riferimento all’area dello stile di apprendimento, degli interessi, indicando già in questo documento le attività e/o interventi da realizzare per i singoli alunni. Questo documento inserito nell’agenda della programmazione costituisce la parte iniziale del P.S.P.

12 Unità di Apprendimento
Progettazione della Unità di Apprendimento Successivamente occorre prendere in considerazione gli O.S.A. contenuti nelle Indicazioni Nazionali, numerarli per individuarli in rapporto alle singole discipline e ai corrispondenti Obiettivi Formativi, avendo cura di distinguere quelli relativi alle conoscenze da quelli relativi alle abilità e CONTESTUALIZZARLI in rapporto al gruppo e/o singolo alunno Esempio di contestualizzazione

13 ESEMPIO di CONTESTUALIZZAZIONE Per il gruppo classe
Per un singolo alunno con deficit apprenditivo Per un alunno con capacità superiori alla media Potrebbe diventare il seguente O.F. “saper descrivere gli elementi fondamentali di un luogo”(es. una chiesa del centro storico,…) dopo averlo visitato, rilevando carenze e difetti e suggerendo soluzioni alternative e migliorative L’O.F. potrebbe trasformarsi in “dopo aver descritto, da un particolare punto di vista, un luogo visitato, ipotizza le cause dello stato delle cose, documentando tali ipotesi con riscontri fattuali sul campo, avanzando indicazioni risolutive delle stesse” Potrebbe essere “saper descrivere gli oggetti presenti nell’aula individuando quelli necessari e quelli superflui”

14 Potenzialità e criticità
POTENZIALITA’ e aspetti positivi CRITICITA’ e aspetti negativi L’attuazione delle U.A. consente di realizzare un più completo raccordo e una maggiore collegialità nei percorsi gestionali e decisionali, così come la costruzione di P.S.P. favorisce la definizione e la successiva realizzazione del “curricolo di scuola” Una delle maggiori difficoltà che si incontrano è sulla individuazione del docente con funzioni tutoriali, dal momento che è “affidato” a tutti i docenti il compito di definire il P.S.P. e di relazionarsi con le famiglie e gli alunni Ulteriori criticità emergono dalle difficoltà di progettare e realizzare le U.A. attivando processi di vera collaborazione all’interno dell’équipe pedagogica Il confronto professionale e la “collaborazione” danno modo ai docenti di utilizzare strumenti di lavoro condivisi e di ricercare obiettivi formativi trasversali alle discipline e/o alla classe Fattore tempo: sia in relazione alla sua esiguità che alla complessità derivante dalla nuova organizzazione oraria L’elaborazione collegiale della programmazione didattica sostiene la realizzazione di percorsi didattici in funzione del successo formativo, garantendo altresì una maggiore organicità degli apprendimenti Timore legato alla eccessiva facoltatività lasciata alle famiglie in ordine al tempo scolastico, in quanto si corre il rischio di delegittimare la titolarità della Scuola nell’organizzare e proporre l’impianto formativo e didattico Carenza di risorse strutturali e strumentali

15 flessibilità nella distribuzione annuale
Un esempio: flessibilità nella distribuzione annuale del tempo scuola numero settimane ore settimana quota obbligatoria 33 27,0 891 34 26,2 35 25,5 La scelta di un tempo scuola su più di 33 settimane, all’interno dell’intervallo stabilito dal calendario regionale, permette di avere un maggior numero di contemporaneità, quindi di lavoro sui gruppi numericamente inferiori al gruppo classe.

16 BIBLIOGRAFIA I Quaderni della Riforma a cura dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio n. 0 Scuola e Amministrazione Ed. Carra (numeri vari) Dirigere la Scuola Euro Edizioni TO (numeri vari)

17 GRAZIE A TUTTI E BUON LAVORO


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