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Sintesi del percorso della mostra a cura dei docenti di Storia dell’Arte del Venturi I TESORI DELL’ABBAZIA BENEDETTINA DI SAN PIETRO: oggetti d’arte ritrovati.

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Presentazione sul tema: "Sintesi del percorso della mostra a cura dei docenti di Storia dell’Arte del Venturi I TESORI DELL’ABBAZIA BENEDETTINA DI SAN PIETRO: oggetti d’arte ritrovati."— Transcript della presentazione:

1 Sintesi del percorso della mostra a cura dei docenti di Storia dell’Arte del Venturi I TESORI DELL’ABBAZIA BENEDETTINA DI SAN PIETRO: oggetti d’arte ritrovati La mostra organizzata dalla delegazione modenese intende valorizzare il reale prestigio artistico e religioso del complesso dei Padri Benedettini, caposaldo dell’architettura rinascimentale a Modena. L’iniziativa, resa possibile dalla disponibilità dei monaci benedettini, è stata promossa per non far dimenticare i danni che il patrimonio artistico della nostra città ha subìto in seguito al recente sisma. Il percorso presenta parte del patrimonio d’arte che i Benedettini conservano all’interno del Monastero e nelle Sagrestie.

2 Cortile della Spezieria o della Fontana La visita inizia da questo cortile, recentemente recuperato e ripristinato, in cui i monaci coltivavano le piante medicinali. Posto a quasi un metro al di sopra di via S. Pietro, presenta un sistema “a croce”, al centro del quale si trova la fontana “a fossa” accessibile da tre rampe; attorno ad esso si ripartiscono le aree o “campi” per le erbe aromatiche e officinali destinate all’attività della celebre Spezieria .

3 SALA 1. Sala del Capitolo costruita nel 1628, in occasione del raddoppio dell’ala meridionale del chiostro. Opere esposte: Alle pareti quattro tele con gli evangelisti; a terra lapidi sepolcrali; porte cinquecentesche della sacrestia del cremonese Gian Francesco Brennona; mobile secentesco un tempo nella sacrestia (davanti al quale verranno posti dei manichini con paramenti sacri); sopra l’armadio si trova una corona in legno dorato un tempo sopra l’altare maggiore. quattro candelieri di fine 800 in stile neogotico; La sala capitolare o semplicemente capitolo era il luogo in cui si riuniva la comunità monastica per alcune volte nel corso della giornata. Dopo la chiesa e il chiostro, era la parte più importante di un monastero o abbazia. Nel capitolo si leggeva ogni giorno un "capitolo" della regola e vi si svolgeva la maggior parte delle assemblee dei monaci legate al funzionamento del monastero e della sua comunità.

4 SALA 2. Corridoio monumentale E’ la parte terminale della grande croce che univa i quattro chiostri del convento. Opere esposte: alla parete paliotto seicentesco in tessuto ricamato e cornice lignea lavorata; antifonari del Gli antifonari sono libri liturgici che raccolgono le antifone e, a volte, i canti per le messe. Da segnalare: nel fondo prospettive dipinte nel XVII secolo da Sigismondo Draghetti, autore anche dell’immagine di San Benedetto ; peducci eseguiti dalla bottega dei fratelli Bisogni.

5 SALA 3. Antisagrestia Ambiente che precede la sagrestia da cui comincia la decorazione floreale che ha significato cristologico e ricorda l’attività della spezieria. Opere esposte: dipinti di cardinali (tra questi una grande tela con i ritratti di sette cardinali modenesi vissuti nel Cinquecento, commissionato dal conte Angelo Sassi la cui famiglia aveva commissionato l’altare delle statue ai Begarelli); lavabo cinquecentesco a forma di sarcofago; frammento del fregio di Girolamo da Vignola che si trovava lungo la parete della chiesa affacciata sul cortile della Spezieria.

6 SALA 4. Sagrestia monumentale La sagrestia è un ambiente destinato alla vestizione dei ministri del culto, in cui vengono conservati i paramenti liturgici, tutti gli oggetti sacri necessari alla liturgia e, molto spesso, i registri parrocchiali. Da segnalare: decorazioni di Girolamo da Vignola (1545), arredi lignei intarsiati dell’ebanista cremonese Giovan Francesco Brennona (1548) cui sono state aggiunte altre parti a metà dell’800 e nel 1959; sull’altare Adorazione dei Magi di Bartolomeo Cesi.

7 SALA 5. Cereria Ambiente in cui si conservavano preziose candele di cera e si registravano lasciti e donazioni. Opere esposte: argenteria liturgica superstite; altare settecentesco delle Quarant’ore in legno dorato (nella liturgia cattolica le Quarantore, o Quarant'ore, sono la rievocazione del periodo che intercorre tra la morte di Gesù il venerdì pomeriggio e la sua resurrezione la domenica mattina); Da segnalare: decorazioni di Girolamo da Vignola con tralci di gelsomini.

8 SALA 6. Corridoio adiacente alla cereria Saranno esposti frammenti ritrovati in seguito all’ultimo restauro, candelabri, alcune sedie Luigi XVI. SALA 7. Ambiente che, fino ai primi decenni del novecento, ospitava lo scalone monumentale (oggi perduto) in pietra arenaria dipinto a prospettive e con statue in stucco. Opere esposte: dipinti su tela (di Cavedoni, Mastelletta e altri autori); disegni (tra cui uno di Francesco Stringa della seconda metà del Seicento) e stampe antiche; antifonari del 600; cinquecentine a stampa, a testimonianza della celebre Libreria monastica oggi dispersa; quaderni dell’archivio parrocchiale rivestiti di carta marezzata prodotta dalle cartiere del ducato estense.


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