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giorni indimenticabili

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Presentazione sul tema: "giorni indimenticabili"— Transcript della presentazione:

1 giorni indimenticabili
III Istituto comprensivo “S Biagio” Vittoria SCUOLA ELEMENTARE PLESSO FODERA’ CLASSI 4°A - C giorni indimenticabili RACCOLTA DI TESTI SCRITTI DAGLI ALUNNI

2 4ªA 4ªC

3 Le parole vagano libere senza padrone, e chiunque con un po’ di abilità può impadronirsene…
(Isabel Allende)

4 La mia amica si chiama Marta, l’ho conosciuta alla scuola elementare.
UN’AMICA DELL’ESTATE La mia amica si chiama Marta, l’ho conosciuta alla scuola elementare. Ha quasi nove anni, è di statura media. Ha il viso ovale, delle mani rosee con dita agili, la carnagione colorita, dei capelli mielati e ondulati, labbra sottili e sorridenti. Gli occhi di Marta sono scuri e hanno un’espressione vivace e allegra, le orecchie sono piccole e delicate e il naso a patatina. Io le voglio molto bene, però alcune volte litighiamo perché non vuole che nessuno tocchi le sue cose perché dice che le rompiamo. Il suo carattere è aggressivo con tutti, soprattutto con i maschi, ma poi si calma e scherziamo insieme. Negli anni, io e Marta, siamo diventate migliori amiche e io ne vado fiera. FEDERICA RUSSO

5 La mia amica dell’Estate si chiama Mariuccia, è sempre molto simpatica e affettuosa con me, ma certe volte litighiamo e questo mi fa star male. L’ho conosciuta quando abbiamo iniziato a frequentare la scuola elementare e da quel momento siamo diventate molto, ma molto amiche. La sua faccia a volte è un po’ pallida, come se stesse male, però dopo un po’ riprende colore; la sua testa è coronata da piccoli ciuffi di un castano chiaro, ondulati alle punte, la frangetta copre i suoi bei occhioni celesti; la fronte è spaziosa; le sue labbra sono sottili e rosee, dall’aspetto sorridente; il mento ovale chiude il suo bel viso. La corporatura di Mariuccia è esile e delicata, le mani chiare, agili e con dita magre. Lei si veste sempre molto bene, anche se, a volte, mette abiti da bambina che a me non piacciono. Lei ha un carattere molto dolce e si comporta bene con tutti ed è per questo che siamo diventate amiche. Insomma, Mariuccia mi ha insegnato molte cose ed è per questo che io la considero un’amica davvero speciale. GIULIA SCIACCA

6 Pat l'elegantona FRANCESCO DI MODICA
Potresti riconoscerla fra mille per il suo modo di acconciarsi: le codine fatte bene, mai un capello fuori posto, come se fosse appena uscita dal parrucchiere. Veste sempre con abiti all’ultimo grido e rigorosamente firmati. Sta attenta ad abbinare i colori degli abiti e degli accessori: infatti ha una collezione infinita di cartelle che cambia ogni giorno. Anche a scuola si veste in modo elegantissimo da sembrare una modella a una sfilata di moda e, comunque, quegli abiti non sono adatti a lei. E’ sempre arrogante, maleducata, dispettosa con i suoi coetanei e le sue maestre e tutti, cercano di evitarla come la peste!! Potresti riconoscerla fra mille per il suo modo FRANCESCO DI MODICA FRANCESCO DI MODICA FRANCESCO DI MODICA Potresti riconoscerla fra mille per il suo

7 SITUAZIONE:Giovanni è un bambino che è arrivato nella nostra classe quest’ anno
Si può creare una descrizione partendo da una situazione All’inizio dell’anno è arrivato in classe Giovanni, un bambino di dieci anni. Non è molto alto, è piuttosto grassottello, ha i capelli neri col codino e lo sguardo allegro. Vedendolo col codino mi sembrava uno che veste con catenelle ai pantaloni, con magliette larghe, invece è un bambino semplice che veste bene. E’ sempre impeccabile nell’esecuzione dei compiti anche se qualche volta si vedono, sul suo quaderno, dei piccoli segni rossi fatti dalla maestra. E’ sempre gentile con tutti; l’altro giorno dovevo cambiare di posto, avevo chiesto aiuto ad un compagno maschio che però si è rifiutato; allora Giovanni è intervenuto aiutandomi. E’ anche molto generoso; un giorno non avevo il panino, e lui, vedendomi senza, mi ha subito chiesto se ne volevo un po’ ,così me l’ha dato. Gli piace scherzare infatti per la ricreazione, noi femmine, andiamo nel suo banco per farci raccontare le sue strepitose barzellette, perché come le racconta lui, non le racconta nessuno. A Giovanni piace cantare, ma è piuttosto stonato: a lezione di musica, quando la maestra ci fa eseguire alcuni canti e lui incomincia a cantare, è meglio tapparsi le orecchie e può anche mettersi l’anima in pace perché non sarà mai un solista. Di pomeriggio i miei compagni invitano Giovanni ad andare a giocare a calcetto, che a loro piace molto:siccome lui non sa giocare bene, va solo a fare il tifo. Concludendo posso dire che sono entusiasta di quello che fa Giovanni e di come lo fa. NUCCIA ODDO

8 Una splendida estate MIRIANA CAMPISI
Per me il mese di Agosto è stato molto particolare perché l’ho trascorso in un villaggio turistico della Tunisia. La mattina appena mi alzavo sentivo il cinguettio degli uccelli, lo sciacquio delle onde del mare, il fruscio leggero del vento, il chiacchierio delle persone che andavano a fare colazione. Io non volevo fare le escursioni perché volevo stare tutto il tempo in piscina, ma decidevano i grandi così, un giorno abbiamo preso il trenino e siamo andati a Sousse. Appena arrivati sono rimasta a bocca aperta perché è una città straordinaria e poi la cosa che mi ha impressionata è che, ovunque andavi, c’erano i cammelli:li trovavi affrescati sui muri dei musei, intarsiati nei gradini delle scale o li vedevi in giro per le strade. Posso proprio concludere che la mia, è stata veramente una vacanza strepitosa. MIRIANA CAMPISI

9 LA MIA ESTATE A SCOGLITTI
Io e i miei genitori, come ogni Estate, siamo andati al mare. L’acqua era limpida e di un colore splendido: era azzurro chiaro, più chiaro del cielo. Il sole era molto caldo e invitava a stare sempre in acqua. Quando la mamma preparava cose buone si sentiva, per casa, un odore irresistibile e si capiva che avremmo mangiato delle squisitezze. Per me, Luglio e Agosto, sono stati due mesi stupendi. ROBERTA IGNACCOLO

10 La macchina della mamma
La macchina di mamma ha dodici anni ed è abbastanza grande. E’ una Lancia Dedra nera ed ha quattro porte. E’ una macchina a benzina, abbastanza potente e sicura perché ha gli air-bag. All’interno è molto spaziosa, comoda, pulita e profumata. Quando viaggio mi piace ascoltare la musica dalla sua radio. ANGELO TOMMASI La macchina della mamma, nonostante abbia quindici anni, è una tre porte, in ottime condizioni, tranne qualche piccola ammaccatura sulla fiancata sinistra. E’ di colore bianco, ha un novecento di cilindrata ed è abbastanza sicura. L’interno di quest’auto ha una tappezzeria blu scuro con tanti giocatori di tennis. Mia mamma la tiene sempre pulita e profumata, infatti sull’aeratore dell’abitacolo c’è un profumo a dispenser. Siccome è un’auto molto piccola, a me piace tantissimo, perché ogni volta che la usiamo ci ritroviamo tutti vicini e sembra quasi che io guidi, anche se sono seduto dietro. 0 LORENZO DI PIETRO

11 UN EPISODIO DIVERTENTE
I giorni più belli di quest‘Estate, li ho trascorsi in campagna. C’ ero stato anche altre volte, ma quest‘anno è stato divertente perché ero in compagnia dei miei cugini. Ogni mattina andavamo a raccogliere i fiori. Era fantastico! Un giorno però è accaduto un fatto molto divertente: tra i fiori che avevamo raccolto c‘era un‘ape che voleva pungere mio cugino. Lui, per la paura, ha gettato i fiori in aria e l’ape è andata a finire sopra il mio cane che, arrabbiato, con un morso l’ha mangiata. Tutti noi siamo stati così contenti dello scampato pericolo che abbiamo soprannominato il cane: “Re, che salva dai pungiglioni”. Questa vacanza mi ha fatto crescere un po’ : credo di aver imparato che stare insieme agli altri è bello e divertente. Cinque anni fa, io e mia mamma siamo stati a Milano a trovare i nonni. Un pomeriggio siamo usciti a visitare un centro commerciale. Quando siamo arrivati, mia nonna, mi ha comprato un palloncino di colore rosso e me l’ha legato al polso. Mentre visitavamo i vari negozi all’interno, sono scappato e salito sulle scale mobili. Mia nonna e mia mamma mi rincorrevano, ma non sono riuscite a prendermi. La fortuna è stata avere il palloncino al polso e quindi loro riuscivano a vedermi anche se mi ero allontanato. Alla fine hanno chiesto ad un signore, che era vicino a me, di fermarmi e, finalmente sono riuscite ad acchiapparmi. Quel palloncino è stato meglio di un cerca persone. GIOVANNI MOTTA GIUSEPPE ZANGHI

12 UNA BELLA GIORNATA CARLO CANNAVO’
Un giorno i miei genitori hanno deciso di trascorrere qualche giorno in campagna. Quando l’ho saputo, ho chiesto se potevamo portare il cane e loro mi hanno risposto di sì. Io ero così felice che non vedevo l’ora di partire, così, io e mio fratello, abbiamo messo il guinzaglio a Luna e ci siamo messi pronti. Dopo due ore di strada finalmente siamo arrivati; abbiamo sceso il cane e l’abbiamo legato ad un palo con una catena, mentre io e Roberto ci siamo arrampicati sugli alberi, il nostro passatempo preferito. Più tardi siamo andati verso la casa sull’albero, ci siamo saliti e abbiamo giocato con la play station portatile. Ad un certo punto, i nostri genitori ci hanno chiamato per pranzare, così siamo corsi in bagno a lavarci le mani. Io e Roberto abbiamo dato di nascosto, la nostra pasta a Luna, così, una volta finita, siamo potuti uscire per fare i giri con il crossetto. Intanto la mamma ci ha proposto di aiutare papà e porgergli gli attrezzi, e noi abbiamo accettato. Quando si è fatto buio io, mio fratello e nostro padre abbiamo portato Luna in terrazza, ci siamo fatti la doccia e ci siamo coricati. Io e Roberto non ci siamo mai divertiti così tanto in vita nostra. CARLO CANNAVO’

13 INSIEME ALLA MAMMA Mia mamma è sempre bella con quegli occhi lucenti e grandi come le stelle, quella bocca che aspetta sempre il suo turno per parlare e quel naso a patatina. E’ dolce, non dice mai bugie, e questo è importante! Lei è come un’amica che mi chiede sempre cosa è accaduto, io le dico i miei segreti e questo mi piace molto! Non mi piace quando diventa severa e mi rimprovera. Un giorno, a pranzo, c’eravamo solo noi due, e mentre lei cucinava le ho fatto un bel ritratto: era bellissima! Quando sto con lei sono sempre calma e molto sicura. E’ molto bello avere una mamma come lei che ti coccola e ti sta vicino tutto il giorno. ALICE VAIANELLA

14 L’unico momento che resto con la mia amata mamma, è il pomeriggio.
INSIEME ALLA MAMMA L’unico momento che resto con la mia amata mamma, è il pomeriggio. La mia mamma ha gli occhi castano brillante, i capelli del giallo della luce del sole, le labbra dall’aspetto sorridente e la corporatura snella da fotomodella. Ha un carattere che penso nessuna madre possa avere: mi fa sempre contento, contento però, quando una cosa è giusta. La cosa che mi piace di più di lei, è quando siamo abbracciati perché il suo calore mi porta a stringerla sempre di più, fino a sentirla dentro di me. Mi dà fastidio quando viene mio fratello Matteo, non posso neanche darle un bacio perché incomincia a strillare come una nave. Una delle esperienze più belle con lei è stata quando siamo andati in gita sull’Etna: abbiamo fatto una casetta di ghiaccio, con sedie, tavolo …..un vero capolavoro! Quando sto con la mamma mi sento protetto e penso che nessuno possa farmi niente e, quando la guardo negli occhi, è ancora meglio, mi sento pieno di gioia e felicità. UMBERTO GARRETTO

15 quando certe cose,per i nostri genitori,devono essere buone per forza
Ogni volta che finisco di pranzare, mia mamma dice sempre che devo mangiare l’arancia perché contiene la vitamina C che non fa venire il raffreddore, ma di tutto questo io, me ne infischio. Lei allora, mette sul tavolo qualche arancia, ne prende due e le dà a me. Io piano, piano, gattonando, arrivo nella mia camera e mi chiudo così sono in salvo. Nel pomeriggio, però mi viene un certo languorino e vado in cucina e, indovinate cosa mi dà la mamma? …… Mi dà arance in quantità!!! MARIUCCIA BUSACCA

16 .....continuo Io sono l’unica nipote a cui piacciono tutte le verdure, infatti mia nonna non ha mai problemi quando mi mette davanti un piatto di boccoli; io non solo li mangio tutti, ma chiedo anche il bis. A me non piacevano le verdure poi, siccome mia nonna cercava sempre di farmele assaggiare, col passare del tempo mi sono piaciute sempre più. Visto che ho capito la lezione che le cose, prima di rifiutarle, bisogna assaggiarle, qualunque cosa chiedo a mia nonna, soprattutto cotolette di pollo e patatine, lei me le prepara con piacere. Insomma è un bene mangiare le verdure, non solo perché fanno crescere bene, ma anche perché, se le mangi, puoi avere in cambio, tutto quello che vuoi …… anche la felicità della nonna e della mamma. Carla Marchese

17 ..... continuo Per mia madre la carne è molto importante, ma io non sono per niente d’accordo. Certe volte la mamma mi dice < Guarda, come sei pallida! > e io le ripeto < La carne non la voglio! >. Io non voglio la carne perché so che per averla così, è stato ucciso un animale e anche perché c’è il grasso. Una volta, quando ero più piccola la mangiavo, ma un giorno ho sbirciato in alcune parti della carne e ho visto dei pezzettini bianchi e mollicci, così ho chiesto alla mamma cosa fossero: lei mi ha detto che erano pezzi di carne più chiara, ma io non avevo intenzione di mangiarli, mai e poi mai. Anche nell’hamburger li trovavo e, un giorno, la mamma mi ha detto che era grasso. Io da quel giorno ho deciso di non mangiare più carne e, quando la mamma mi costringeva a mangiarla la sputavo nel fazzoletto. Un giorno volevo addirittura buttarla dal balcone, ma non potevo: la mamma si sarebbe arrabbiata e poi, avrei potuto sporcare la gente che passava di sotto Desirè Cilia

18 Tutti i santi giorni mia madre prepara la pasta con verdure e cipolle: io le odio, allora le sputo o le metto da parte e mangio ciò che mi piace. Mia madre e mio padre mi dicono che mangiandole diventerò forte, ma io come al solito non gli do retta. Mio fratello Angelo le mangia come se niente fosse, mentre a me piace la pasta con la salsa, con il ragù, la carne, il pollo …. Di notte, a volte, ho un incubo: cado dal cielo e piombo in un mondo dove ci sono aglio, cipolle e verdure. La paura è così tanta che mi metto ad urlare come un pazzo!! Francesco Argentino

19 un emozione stupenda Silvia Cassisi
Toccava a noi … mi venivano i brividi solo nel vedere il pubblico. Finite le prove, il presentatore disse i numeri delle squadre rimaste in gara “ 63 – (eravamo noi) ” ……… < Evviva, evviva > dicemmo in gruppMi alzo alle 5:00 del mattino pensando “Come sarà il viaggio?“. Proprio così, il viaggio verso Fiuggi con le mie amiche di danza. Arrivate in albergo, io e la mamma, siamo andate in camera, abbiamo fatto la doccia e poi subito a letto. La mattina seguente io, le mamme e tutto il gruppo siamo andate in giro per negozi e al ristorante. Alle fine del pranzo < Tutti a prepararsi > disse il maestro di danza, così, in gran fretta, siamo saliti sull’autobus. Arrivati al Teatro siamo andati nel nostro camerino per indossare il mosto. Tutti cantavano sull’autobus < Ce l’abbiamo fatta! > Arrivati in albergo, mi sono sdraiata esausta sul letto e mi sono addormentata. Il mattino seguente, la stessa cosa. Arrivati in Teatro, subito ci siamo messi il costume. Tutti avevano ballato, adesso dovevamo scoprire chi aveva vinto ….. ” 63 – ”; il mio gruppo non aveva vinto, ma la mia scuola di danza sì! Era il giorno più bello della mia vita! Siamo risaliti sul pullman per ritornare a Vittoria. Ragazzi, che SODDISFAZIONE!!!!! MA CHE FATICA!!!!!! Silvia Cassisi

20 la gara più bella L’anno scorso, ho avuto una gara a Messina contro i miei compagni di Karate. Prima di arrivare ero molto emozionato. Appena arrivati siamo entrati nello spogliatoio e ci siamo cambiati; arrivato il nostro turno siamo entrati in palestra. Finito il combattimento, io e il mio amico abbiamo avuto un punteggio di ventinove. Siamo poi, passati al percorso: io ho fatto venti secondi, invece il mio amico, Francesco, ne ha fatti trentaquattro perché è caduto durante la prova. Io ero convinto che ci saremmo classificati terzi, però c’è stata la gara dei Kata nella quale abbiamo fatto cento punti. Abbiamo aspettato circa due ore per la premiazione. Il maestro ci diceva che eravamo i primi classificati e, quando ci hanno chiamato, abbiamo scoperto che aveva ragione: abbiamo ricevuto la medaglia d’oro. Io e Francesco siamo stati proprio una coppia fantastica. Giuseppe Zanghi

21 RISVEGLIO A CASA MIA <TITITI’…TITITI’> la mia sveglia suona alle 7:00 – Che noia – dico – Mi devo alzare – e la spengo per dormire qualche minuto. La mia mattina inizia così, purtroppo!! Dopo una mezz’oretta viene mio padre: - Dai Emma, sbrigati, è tardi, devi andare a scuola. Io faccio un po’ di fatica ad alzarmi ma, poi, penso alla colazione che mi aspetta fumante e corro in cucina. Vado in bagno a lavarmi, faccio tutto in fretta perché non voglio arrivare tardi a scuola. Proseguo in camera mia, cerco i vestiti, mi vesto il più in fretta possibile perché noto che sono già le 8:15, poi preparo lo zaino e indosso il giubbotto < Evviva sono in orario >. Intanto chiamo mio padre < Oh! No! Sei ancora in pigiama! > lui corre subito a vestirsi. Mia madre telefona a “ Golosie “ < Pronto, sono Maria > dice lei < puoi prepararmi un panino ? > Finalmente mio padre è pronto, andiamo di corsa. Io guardo di nuovo, l’orologio “ Sono in ritardo, come al solito, dopotutto!! “ EMMA PLUCHINO

22 ..... vorrei dormire ancora un po’. Sento, intanto, quel dolce profumo di latte che fuma dalla tazza e, allora, mi sveglio al 100%. Poi viene l’ora di lavarsi e vestirsi e lei continua a dire < Lorenzo vatti a lavare i denti > e io corro subito. Infine usciamo per andare a scuola; siamo talmente tanti che, quasi, quasi, non entriamo Quando mi sveglio, sento mia madre che dice < Svegliati Lorenzo, è tardi > però nell’ascensore e nemmeno in auto. Nel frattempo io penso …” Mi aspetta un fantastico giorno di scuola! “. Lorenzo La Rosa

23 RISVEGLIO A CASA MIA < Erica, sveglia! > dice la mamma con il timore di arrivare tardi a scuola. Mio padre, invece di chiamarmi in continuazione, entra direttamente nella mia stanza, accende la luce e leva il cuscino dal letto. Io dico rassegnandomi < E va bene, avete vinto voi! Mi alzo >. Per me la mattina è come una sfida: c’è chi vince e c’è chi perde, ma sfortunatamente quella che perde sono sempre io. L’unica cosa che sistema la giornata è la colazione. Quando esco dalla stanza sento l’odore del latte: è come se mi ipnotizzasse. A mia sorella il latte non piace, solo a vederlo, le viene da rimettere. Per me invece, è come una magia, appena lo bevo divento subito “ peperina “, non riesco a stare ferma. L’incubo più grande della mattina sono i capelli; ogni volta con mia sorella facciamo a gara a chi si deve mettere per prima davanti allo specchio. Lei però, trova sempre una scusa dicendo < Eri, non ti arrabbiare, ma alle superiori se arrivi in ritardo non ti fanno entrare > e alla fine, quella davanti allo specchio è sempre lei. Certo, riflettendoci bene ha ragione. Pazienza!!!!! Erica D’izzia

24 LA MIA INFANZIA Quello che ricordo della mia infanzia è una casa dove trascorrevo la maggior parte della giornata; c’erano anche una bambina, due persone adulte e la mia baby – sitter. Solo la sera e la mattina potevo vedere la mia famiglia. Il giorno più bello era la domenica quando mi svegliavo e andavamo in campagna: alcune volte, venivano anche i miei cugini. Ripensando a queste cose, sento e respiro ancora, l’aria fresca di quando andavamo in bici e correvamo tra i prati. Poi arrivava la sera e si cenava: ricordo anche l’odore di tutte quelle gustose pietanze che preparava mia madre e il calore di quando lei mi abbracciava, prima di andare a dormire. Marco Morando

25 Quando ero piccola sentivo l’odore di mia madre quando mi abbracciava e mi accarezzava sulla fronte: in quei momenti io mi sentivo davvero protetta. Quando ero triste, mi chiudevo dentro l’armadio e mi addormentavo; arrivato mio padre dal lavoro, cenavamo e andavamo alla villa a giocare e, io, dimenticavo tutto. Se mamma e papà bisticciavano, mia sorella, per non farmi soffrire, mi portava nella cameretta a giocare con lei. Mi ricordo pure, che giocavo con la macchinina che mi avevano regalato per il mio compleanno e, per me, era qualcosa di veramente speciale! Della mia infanzia ricordo che, quando uscivo con i miei genitori e mia sorella, mi divertivo sempre ed ero tanto serena. SARA DI BENEDETTO

26 LA FORZA DEL RICORDO Un giorno ero con i miei amici; camminavamo per strada e parlavamo. Nel frattempo è passato un bambino che mi ha detto < Ciao, Emanuele >. Io ho pensato “ Ma questo, chi è? “. < Non ti ricordi di me? > insisteva lui. Uno dei miei amici mi ha suggerito, intanto di dargli botte, così non ci avrebbe più disturbato. All’improvviso, però, mi venne in mente un ricordo: quello era mio cugino che non vedevo da anni. Così io l’ho portato a casa mia, più tardi siamo andati a casa sua a giocare con la Play station. Insieme ci siamo divertiti molto, come non mi era mai successo nella mia vita. Da quel giorno in poi, ci siamo frequentati e non ci siamo più persi di vista. EMANUELE TUMMINO

27 RAGAZZI AMICI Io sono Alberto e, il mio miglior amico, è Giuseppe, ci conosciamo da più di sei anni. Ci incontriamo certe volte in Via Cavour, il Sabato, ma soprattutto a scuola. Quando lui viene a casa mia, giochiamo con le carte dell’Uno e quelle siciliane, scherziamo, chiacchieriamo; litigare per noi è raro perché siamo buoni amici: ci aiutiamo a vicenda e ci prestiamo ogni cosa. Noi per capirci, usiamo l’occhiolino che è OK: lo usiamo quando una cosa ci va bene e la dobbiamo tenere nascosta. In somma , secondo me, è meglio avere un amico sincero, che dieci con i quali saresti lo stesso, SOLO Alberto Zocco

28 IL DONO DELL’INVISIBILITA’
C’era una volta un bambi no che veniva sempre preso in giro dai suoi compagni. Il padre era un inventore e, un giorno che il ragazzino tornò da scuola molto arrabbiato, gli preparò un liquido così potente da farlo scomparire. Il bambino portò il liquido a scuola dove lo attendevano i suoi nemici che, appena lo videro, cominciarono a chiamarlo “ Coccoletta “. Lui, senza perdersi d’animo, si versò il liquido addosso e li prese a calci nel sedere, gli fece gli sgambetti, prese un secchio d’acqua e li bagnò dalla testa ai piedi e, per finire, li legò alla sedia. I “ vandali “ urlavano chiedendo di essere liberati, in cambio avrebbero fatto qualunque cosa. Il ragazzo, allora, si rese visibile e chiese loro di essere lasciato in pace. I compagni accettarono, e non lo presero più in giro. Edoardo Pirrè

29 UN GIOCO MERAVIGLIOSO Sono un vecchio libro di avventure. Oggi, mentre me ne stavo comodamente appoggiato su un mobile del solaio, un bambino mi ha trovato e, incuriosito, mi ha portato in giardino; poi si è sdraiato sotto un melo ed ha iniziato a leggermi. Io ho incominciato ad accompagnarlo nel mio mondo fantastico pieno di imprese e peripezie. Federico mi leggeva con ammirazione: mi sentivo sfogliare dalla sua mano piccola piena di forti emozioni, sentivo i suoi sorrisi, i suoi borbottii e i suoi commenti. Ad un tratto, il nostro legame è stato interrotto da una terza voce: era quella dei nonni di Federico che lo chiamavano per la cena. Non mi ero accorto, come Federico, del tempo trascorso, ma ero felice di essere riuscito a fargli conoscere il mio meraviglioso mondo che non ha età. EMANUELA MIGLIORISI

30 IL TESORO DELLA SOFFITTA
Un giorno, mentre ero in soffitta trovai una cosa veramente bellissima: era un anello che emanava una luce accecante. Ero stupito e lo misi subito al dito pensando che poteva avere qualche potere magico. Quando scesi dalla soffitta, lo nascosi dentro i pantaloni e non lo dissi a nessuno. Andai a scuola, e, come al solito, non riuscii a fare un compito; ero disperato e allora mi sono detto: “ Quanto vorrei riuscire a svolgere questo tema! “ . Ad un tratto mi accadde qualcosa, come se la mente si riempisse di parole adatte a svolgere bene la verifica. Finalmente ero riuscito a farla e non ci credevo neanche io; grazie a quell’anello magico che avevo nelle tasche, avevo preso un bel voto. Non appena uscii da scuola, andai a casa e risalii in soffitta. Avevo capito una cosa: andare bene a scuola non voleva dire farsi aiutare da un anello magico, ma metterci impegno e buona volontà. Allora rimisi l’anello al suo posto, com’era giusto. Adesso ragazzi immaginate di possedere un anello magico DAMIANO LOREFICE

31 MARTIS Un giorno, mentre Matteo giocava nel parco con i suoi amici, conobbe un ragazzino nuovo: si chiamava Martis. Era un tipo molto strano e, il nome, lo era ancora di più. Tutti i Pomeriggi, Matteo lo incontrava al parco senza un appuntamento, infatti, chissà come, Martis, sapeva quando Matteo e i suoi amici si trovavano lì. Un giorno Matteo decise di seguire quel ragazzo strano, per vedere dove abitava e chi fosse veramente. Aspettò che si fosse allontanato per andargli dietro. Dopo un po’ Matteo non lo vide più, come se si fosse volatilizzato. Allora raccontò l’accaduto ai suoi amici che, incuriositi, lo aiutarono a scoprire il mistero. Così l’indomani, aspettarono che si allontanasse dal parco per seguirlo di nuovo. Camminarono per circa dieci minuti, all’improvviso, una luce li accecò; appena la luce sparì, Martis non c’era più. Da quel giorno non lo videro più e, solo dopo, realizzarono che, quella luce che avevano visto era quella di un’astronave e capirono che Martis altro non era, che un extraterrestre. Edoardo Caruso

32 Magi Magia!!!! DUE MAGICHE PAROLE
C’era una volta, una ragazzina che aiutava sempre una vecchietta in difficoltà a salire gli scalini del pullman. Ormai, le due, erano diventate buone amiche, ma Jessica non sapeva che la signora De Registris, era una maga e che possedeva due parole magiche < Magi, magia > che appena si pronunciavano esaudivano ogni desiderio. Un giorno, la vecchia signora, per ricompensare la ragazza volle regalarle quelle due paroline speciali. Tutti i passeggeri erano pronti per partire per andare a visitare la valle dei templi di Agrigento, ma visto che tutte quelle persone erano sposate, Jessica pronunciò le due parole e si ritrovarono a Parigi, la città più romantica del mondo. La sera, dopo la bella gita, Jessica tornò a casa tardi e se ne andò subito a letto. L’indomani era a scuola; siccome non era tanto diligente, Jessica disse le paroline magiche che risolvevano tutto e, in un battibaleno, si ritrovò il compito di latino svolto perfettamente. Il professore di lettere, le fece i complimenti perché era un compito di A+ e così anche il preside. Jessica, da un lato era al settimo cielo, era diventata popolare e tutti volevano essere suoi amici, dall’altro era a terra perché tutti le stavano addosso e lei non ce la faceva più a mentire. Così, qualche settimana dopo, decise di non pronunciare più <Magi, magia >, di impegnarsi nello studio e, se avesse voluto fare un bel viaggetto, pensò che avrebbe messo da parte i soldi della paghetta, pagando tutto di tasca sua. Mariana Campisi

33 C’era una ragazzo che abitava in un palazzo di otto piani.
DUE MAGICHE PAROLE C’era una ragazzo che abitava in un palazzo di otto piani. Un giorno vide una vecchietta che non riusciva a salire le scale del palazzo: siccome abitava all’ultimo piano, il ragazzo, decise di aiutarla. La vecchietta per ricompensa gli donò due parole magiche < Titì Titì > che realizzavano ogni suo desiderio.

34 .....continuo il ragazzo desiderava un’automobilina telecomandata, pronunciò < Titì Titì > e subito comparve. Sentiva la mancanza dei suoi genitori e subito, a quelle parole, il suo desiderio si avverò e si ritrovò nel soggiorno di casa sua. Sua madre era in pensiero per lui. Il ragazzo disse che gli era successo una cosa così bella da non crederci: poteva desiderare ciò che voleva, anche che quel divano si trasformasse in un tavolo, poteva dare una dimostrazione delle sue capacità, ma proprio quando i suoi familiari erano lì, tutti incuriositi, si dimenticò le parole magiche. Allora cominciò < Papò papò >, > Cicì cicì >, Piripì piripì >, <Torotò torotò >. Provò dalla mattina alla sera, ma non riuscì più a ricordare quelle parole e alla fine, ci rimase proprio male vedendo anche le facce poco convinte dei suoi. Alberto Zocco

35 IL TRENO BIRICHINO Riccardo Linguanti
Sono un treno molto simpatico, birichino e velocissimo e amo trasportare le persone, anche se, certe volte, litigo con il mio autista Vittorio. Tutto è iniziato questa mattina quando siamo partiti dalla stazione di Catania. Sono molto felice quando Vittorio schiaccia il pulsante della trombetta perché quel suono mi mette allegria. Oggi, invece, non l’ha fatto, sapendo che io l’adoro, e siamo partiti direttamente. Io mi sono molto arrabbiato e allora ho pensato “Guerra vuole? Allora guerra avrà”. Ho incominciato a fare dei piccoli saltelli, poi ho fatto una giravolta su me stesso. Intanto sentivo tante grida, tra le quali una che diceva: < Mi viene da vomitare! >. Allora ha frenato di colpo facendo una bella capriola e ho buttato fuori il passeggero che aveva detto quella frase …. io ci tengo a rimanere pulito! Dopo ho chiuso tutte le mie porte e ho ricominciato il tragitto andando a massima velocità. Questa volta ho sentito alcuni passeggeri che dicevano di essere arrivati, ma io li ignoravo e continuavo a correre come una saetta. Tutti volevano scendere, ma io mi tappavo le orecchie e facevo finta di niente. Poi mi sono calmato e ho pensato che parlare con il mio autista sarebbe stata la cosa migliore così mi sono fermato e ho fatto scendere tutti i passeggeri presenti nei miei vagoni dicendo loro di andarsene a piedi. Rimasto solo con Vittorio ho tirato fuori tutta la mia delusione e, dopo aver discusso, siamo ripartiti suonando “ a tutto gas “ la trombetta ….Che bella soddisfazione!!! Riccardo Linguanti

36 UNA PENNA SPECIALE NUCCIA ODDO
Ero una penna di quelle che non vedevi facilmente in giro: avevo la punta e il tappo dorati e, in più, ogni giorno, la mia padroncina Marcella, mi metteva degli strass per farmi sembrare una star americana. Un giorno ero sdraiata sopra un libro della scrivania e avevo per cuscino, una gomma soffice. Marcella, non so con quale coraggio lo fece, un giorno mi portò a scuola per fare vedere la mia bellezza ai suoi compagni. La sua amica del cuore, Marika, voleva che io, le venissi regalata e, Marcella, accettò in cambio una matita di pessima qualità, una HB professionale, che tanto importante per me, non era. Arrivò l’ora della lezione e io, sempre brillante com’ero, incominciai a scrivere. Marika stava scrivendo un testo molto bello, ma, mentre chiedeva un’informazione all’insegnante, mi intrufolai nel foglio e, alla parola “porto” sostituii “portò”, scrissi “lamponi” al posto di “lampioni”, insomma avevo scritto cose che non avevano alcun senso. Quando la ragazza ritornò al posto, vedendo un sacco d’errori, si mise ad urlare per tutta l’ora, finché non si decise a restituirmi a Marcella. Come fu e come non fu, mi ritrovai di nuovo con la mia padroncina e quella “schifosa” HB se ne andò via dalla mia vista. NUCCIA ODDO

37 AVERE FRATELLI : GIOIE DOLORI
Avere per me un fratello, prima era una cosa bella. All’inizio sembrava un vantaggio, era piccolo e molto grazioso, ma adesso, ogni tanto non andiamo d’accordo. L’unico vantaggio è che posso giocare con lui altrimenti, solo, mi annoierei. Quando litighiamo, lui piange e mi accusa ai miei genitori e, loro, gli danno sempre ragione. Secondo me, comunque vanno le cose, mi sembra che sia meglio avere un fratello con cui parlare, che ti sta accanto e, se non ne avessi uno, non saprei cosa fare e mi sentirei molto solo… Sì, con un fratello è senz’altro meglio!!!!! DAMIANO LOREFICE

38 A me Eleonora potrà darmi solo, tante gioie.
.....continuo Io ho aspettato 9 mesi per avere una sorellina e finalmente è nata. Secondo me, avere una sorella è un vantaggio perché quando ride è così dolce che mi viene di coccolarla, la voglio così bene che la riempirei sempre di baci. Per me è la bambina più tenera che esiste al mondo ed è la cosa più bella che mi sia capitata. Avere una sorella a me, non dispiace affatto, quando diventerà più rande le insegnerò nuove cose e le leggerò tante favole. A me Eleonora potrà darmi solo, tante gioie. ENRICO CILIA

39 ..... Le mie sorelle sono dolcissime perché quando arrivo a casa, loro mi danno sempre baci, sono coccolone e appena le vedo, anch’io, le abbraccio forte. Certe volte litigano e le faccio smettere, quando le chiamo vengono subito da me. Se vedo qualcuno che fa loro del male , io le proteggo. Molte volte insegno loro delle cose nuove e mi ascoltano con attenzione e ciò mi riempie di orgoglio. Se dovessi perderle, le cercherei in tutto il mondo perché voglio bene loro, più di ogni altra cosa. Per me, avere sorelle è la cosa più bella al mondo e, se non ne avessi, non riuscirei a fare niente di tutta la mia vita. MARIUCCIA BUSACCA

40 Per me avere fratelli è la cosa più bella che esista al mondo.
Io ho due fratelli; la più grande è molto gentile e mi confida tutti i suoi segreti, mi porta sempre con lei e non mi dice mai di no: è laureata e quindi mi aiuta a fare i compiti difficili. Mio fratello è molto alto e simpatico; sta cercando di laurearsi in veterinaria a Bologna, la migliore in Italia, ed è già al secondo anno, ma ci vuole ancora un bel po’ di strada per arrivare al traguardo. Sta quasi tutto l’anno a Bologna e mi tocca andare a trovarlo: con lui mi diverto sempre perché mi porta alle giostre, al bowling, a mangiare la pizza, in facoltà e a Milano marittima Io sono il “cocco” della famiglia e per questo mi vogliono bene tutti e litigano per avermi. L’unico svantaggio è che, ogni tanto litighiamo, ma poi giochiamo insieme. Per me avere fratelli è la cosa più bella che esista al mondo. DIEGO ASTA

41 LA RICCHEZZA NON FA LA FELICITA’
Secondo me, la ricchezza non fa felici. I ricchi possono permettersi tutto quello che vogliono grazie ai loro soldi, ma poi si stufano e non apprezzano niente. Inoltre penso, che hanno pochi amici veri con i quali condividere tutto, perché quando si è ricchi si è anche un po’ avari e si vuole stare al centro dell’attenzione. Se non si hanno molti soldi, per ogni cosa che si vuole si deve lottare per averla, lavorando duramente; i ricchi, invece hanno sempre bisogno di qualcos’altro. Penso anche che le persone con poche possibilità economiche, hanno un cuore più sensibile e aperto a tutti, hanno più coraggio nell’affrontare le difficoltà della vita. Posso quindi concludere dicendo che, le cose guadagnate con i sacrifici e il lavoro portano più soddisfazioni. CHIARA PANNUZZO

42 STARE DA SOLI ERICA D’IZZIA
Io abito in una villetta sullo Stradale di Scoglitti. Mia mamma non mi lascia mai da sola perché è un posto isolato. Alcune volte mi chiudo in camera mia e penso cosa potrei fare da sola: giocare, fare i compiti in santa pace, ascoltare musica, immaginare, scrivere poesie Io penso che stare soli non è una bella cosa; anche se puoi fare quello che vuoi, non hai un punto di riferimento: se ti fai male non c’è nessuno che ti aiuta, ci si annoia, si può avere paura, ci si deve prendere la responsabilità della casa … Anche se io qualche volta vorrei stare da sola, mia madre non me lo permetterebbe e comunque a me piace stare in compagnia. Stare da sola non è proprio la mia passione!!!! ERICA D’IZZIA

43 I RAPPORTI TRA MASCHI E FEMMINE
Di solito, maschi e femmine non vanno d’accordo, e questo lo vedo nella mia classe. Le nostre maestre ci mettono nel banco, un maschio e una femmina, apposta per non farci parlare tra di noi. Secondo me, non riusciamo a metterci d’accordo perché le femmine vogliono giocare con giochi adatti a loro che, a noi maschi, non piacciono per niente. Per esempio le femmine preferiscono le bambole, i maschi, le carte di Dragonball. Chi potrebbe immaginarsi i maschi giocare con principesse sirene, trucchi e peluche adorabili e, le femmine, lanciarsi gli oggetti o giocare a pallone. I maschi adorano combattere, le femmine, lo odiano. E’ impossibile, per noi, pensare che i maschi si facciano allungare le unghie o le femmine si mettano a giocare con i supereroi. A noi, i genitori, i nonni, ci hanno sempre detto che i maschi sono diversi dalle femmine: dopotutto è una questione di educazione e bisogna farsene una ragione. UMBERTO GARRETTO – FRANCESCO DI MODICA

44 MASCHI E FEMMINE CARLA MARCHESE
Nella nostra classe maschi e femmine hanno gruppi separati. Io sto nel banco con Samuele e litighiamo sempre. Secondo me, maschi e femmine possono giocare tranquillamente insieme se si trovano giochi adatti. Una volta, mio cugino è venuto a casa mia per passare il pomeriggio insieme e, anche se lui è un maschio, abbiamo fatto tanti giochi : i giri con la bici, il gioco della “palla avvelenata” e qualche tiro di pallavolo. Un altro giorno, da mia nonna, stavo disegnando e il mio cuginetto Daviduccio stava giocando con la trottola; io gli ho chiesto se voleva aiutarmi a colorare, ma lui mi ha risposto di no perché era una cosa da femmine. Per questo dico che è solo una questione di abitudine che ha convinto i maschi e le femmine a giocare separatamente e questo per me è un vero peccato!! CARLA MARCHESE

45 GUARDARE LA TV CHIARA PANNUZZO
In una giornata, io guardo la TV tre ore, massimo quattro. Preferisco guardare di solito, il pomeriggio, alcuni cartoni animati di canale sei. Di sera, invece, dipende se è venerdì, mi piace guardare “I Cesaroni “, se è lunedì, guardo il programma di Rai Uno. Negli altri giorni, cerco di trovare qualcosa sul Televideo, se non c’è niente, vado a letto a leggere un libro e poi mi addormento. Nessuno mi vieta di guardare la televisione, tranne quando è troppo e i miei genitori non vogliono che esageri. Sulla scelta dei programmi non si creano problemi perché mio fratello guarda la TV in camera sua e non si muove di là, io e mia madre ci mettiamo sul divano, mentre mio padre si accontenta di stare in cucina seduto sulla sedia. Quando però finisce il programma che, io e la mamma, stavamo guardando, lo chiamo e si mette al nostro posto dove rimane fino a mezzanotte, perché lui dice che i programmi migliori iniziano molto tardi. Secondo me, per noi ragazzi, è giusto guardare la TV fino alle 21,30 e comunque, evitare i programmi tipo “ Grande Fratello “ e stupidaggini simili. Io mi impegnerò a rispettare queste regole che mi sto dando anche se, so che è difficile farlo. CHIARA PANNUZZO

46 LA LETTERA Caro Giovanni,
ti scrivo questa lettera per farti capire che quest’anno hai fatto un grave errore. Ora ti spiego: prendi in giro i compagni, prendi le cose senza permesso, butti gli zaini per aria, perché? Secondo me , questo non è l’atteggiamento giusto, tu potresti essere il primo della classe, invece ti diverti a fare impazzire le persone. Mi raccomando, questo è importante per te; prima di rispondere riflettici, non fare al solito tuo che rispondi senza leggere quello che hai scritto. Tanti saluti ERICA

47 LA LETTERA Cari compagni di classe,
vi scrivo per una cosa che non ho avuto mai il coraggio di dirvi, faccia a faccia. Io da voi non sono tanto apprezzato, questo lo sanno tutti, ma spero che nel vostro cuore ci sia un po’ d’amore e vorrei tanto che riusciste ad usarlo, almeno per una semplice scusa. Vorrei tanto che quello che vi ho scritto vi entri nel cuore, vorrei da parte vostra un regalo e, quel regalo, deve essere il vostro amore. Ciao!!!! MARCO

48 Vittoria, 28 novembre 2007 EMMA Cara Silvia,
ti scrivo questa lettera per farti capire che tu non devi essere così permalosa e non devi arrabbiarti subito con me, Erica ed Emanuela. Infatti oggi appena sono entrata in classe e ho detto a te, a Erica e a Emanuela quante dovevamo essere per il regalo di Marta, tu ti sei subito arrabbiata e ci hai rimproverate dicendo che non ti avevamo avvertito, ma questo non è vero perché io ed Erica ti abbiamo chiamato un sacco di volte e tu non ci hai mai risposto, quindi non devi arrabbiarti con noi, ma con te stessa. Io non voglio ferire i tuoi sentimenti con queste parole, anzi spero che questa lettera faccia cambiare un po’ l’atteggiamento che prendi nei nostri confronti, senza farti pensare che siamo le tue più care amiche. Un bacione. ps:ricordati che ti voglio sempre bene. EMMA

49 Vittoria, 8 Gennaio 2008 Ciao 2008, desidero tanto che tu, in quanto nuovo anno, faccia diventare, me e i miei compagni, più buoni, ci cambi tanto, da diventare bravi nello studio, impegnati nell’esecuzione dei compiti. Vorrei che non dicessimo più parolacce, non litigassimo più fra noi, ed essere un gruppo forte che si protegge a vicenda e si aiuta nelle difficoltà, essere più dolci con i più deboli. Spero che tu farai la tua parte ……. noi ce la metteremo tutta ….. Un grande abbraccio NUNZIATINA

50 MATTINATA CINEMATOGRAFICA
Mercoledì 5 Dicembre siamo stati al Golden Hall a vedere il film “LA RICERCA DELLA FELICITA’ “. Questo film è stato diretto da Gabriele Muccino, è stato girato in America e interpretato da attori americani ed inoltre è stato campione d’ incassi Il protagonista è Will Smith , ed è il padre di un bambino. Lui cerca di rendere felice suo figlio, anche se ha i soldi contati ed è stato sfrattato dalla casa dove abitava Siccome non ha i soldi per pagare delle multe, lo arrestano. La parte più importante di questo film è quando il protagonista dice a suo figlio: “Non permettere a nessuno di dirti che quello che desideri è irraggiungibile …… Se hai un sogno devi difenderlo ……. Se vuoi qualcosa, vai e prenditela”. Questo film è stato davvero commovente, ma il finale , secondo me , è molto gioioso perché, dopo avere tanto lottato, padre e figlio ritrovano la felicità, realizzano il loro sogno e quella scena mi ha fatto capire che per ottenere ciò che si vuole, non bisogna arrendersi mai. RICCARDO LINGUANTI

51 RATATOUILLE Giovedì 10 Gennaio,2008, c’è stata la seconda proiezione relativa al Progetto Cinema di quest’anno; si è trattato di un film d’animazione dal titolo “ RATATOUILLE “. Ratatouille è il nome di un piatto povero della cucina francese, costituito da melanzane, zucchine, pomodori, aglio e cipolla. Il protagonista del film è un topo di nome Remy ed ha una grande aspirazione: diventare un cuoco famoso.

52 continuo... E’ incomprensibile che un topo, il cui posto è stare in mezzo all’immondizia, abbia preso questa decisione, ma Remy è convinto che, lavorando sodo e con un po’ di fortuna, sarebbe riuscito a far conoscere il suo talento. Il padre e il fratello di Remy cercano di dissuaderlo da questo assurdo proposito, invitandolo ad accontentarsi del suo stile di vita, ma il topolino non molla. Diventa amico di Alfredo Linguini, un ragazzo timido, imbranato e goffo. Secondo la logica comune, l’amicizia tra un uomo e un topo è molto improbabile perché di solito gli uomini li sterminano. L’amicizia tra Alfredo e Remy, invece, salverà entrambi e li porterà al successo grazie all’aiuto che l’uno darà all’altro. I punti di forza che porteranno il nostro protagonista al successo sono: la decisione di trovare la propria indipendenza nonostante quello che pensavano i parenti e, anche il fatto di rimanere fedeli al proprio sogno, malgrado le difficoltà. Questo film è stato fantastico; l’animazione, le ambientazioni, i personaggi, la storia… era tutto perfetto. Remy è riuscito a trasmettermi il suo entusiasmo nell’affrontare la vita e spero che questo insegnamento rimanga in me per il futuro. SAMUELE PIZZENTI

53 Arrivò al bosco e vide tornare la colomba che le disse:
L’ANELLO MAGICO C’era una volta, un mugnaio che aveva una figlia, ma non poteva accudirla perché era tanto povero, così la cacciò via di casa e le promise che, quando avrebbe guadagnato qualcosa l’ avrebbe cercata. Alla ragazza non rimase altro che mettersi in cammino. Quando arrivò in un bosco vide una colomba bianca che aveva nel becco una chiave d’oro. La ragazza la prese e la colomba le disse che, nell’albero dietro a lei c’era una serratura: dentro avrebbe trovato qualcosa che poteva esserle utile. La fanciulla aprì la serratura di una piccola porta ricavata dall’albero e vi entrò: dentro c’erano un letto e da mangiare. Il giorno seguente, la ragazza si svegliò e vide di nuovo la colomba che le disse di andare in una casetta dove abitava una vecchietta che possedeva tanti anelli: lei avrebbe dovuto prendere quello più semplice senza però guardare in faccia quella signora. La ragazza entrò in quella casa, prese l’anello più semplice benché ce ne fossero di meravigliosi, e se ne andò di corsa. Arrivò al bosco e vide tornare la colomba che le disse: Se combatterai contro un drago con sette teste, sarai ricompensata e sposerai un principe! Allora la colomba consegnò alla ragazza una spada che potevano impugnare solo i più buoni e si recò alla “ città stregata “ così come le era stato detto. Tutte le persone che abitavano lì erano tristi perché un drago li teneva prigionieri e proprio quel giorno, aveva deciso di mangiare la figlia del re. La ragazza, senza perdere tempo, andò al fiume dove viveva il drago che, appena la vide, uscì dall’acqua e iniziò a sputare fuoco; lei provò a tagliare le teste e si scatenò una lotta molto cruenta. La fanciulla si muoveva agilmente, ma il drago era troppo furbo e non si lasciava scalfire. Ad un certo punto, a causa del suo peso, il drago si stancò così la ragazza tagliò tutte le sue teste che caddero ad una, ad una, poi diresse l’anello verso di loro, ed esse si polverizzarono. La ragazza liberò così la figlia del re e sposò suo fratello, il principe; tornò poi dal padre e gli diede qualche soldo per farlo vivere nel benessere per il resto della sua vita. Così vissero tutti felici e contenti!!!! CHIARA GULINO

54 LA PRINCIPESSA DA SALVARE
C’era una volta, una principessa che viveva in una maestosa reggia. Un giorno una strega maligna, le fece un terribile incantesimo trasformandola in una rana poi, la rinchiuse in una stanza del castello, nascose la e infine fece crescere intorno ad esso, piante selvatiche con le spine. Pensando inoltre, che qualche principe sarebbe potuto arrivare a salvarla, fece comparire, davanti al castello un burrone dove viveva un orco che custodiva la chiave. Un bel giorno, un principe, arrivò vicino al castello cavalcando un valoroso destriero: egli portava con sé la spada che lo aveva accompagnato in molte battaglie. La leggenda diceva che “ Un principe coraggioso avrebbe salvato una principessa con il suo ardore e con la sua spada “. All’improvviso il principe sentì una vocetta: era la fata Margherita che gli parlava delle prove da superare.

55 ....... DESIRE’ CILIA 1° PROVA DA SUPERARE RUBARE LA CHIAVE ALL’ORCO
Il principe scese nel burrone, scappò da tutte le parti per fare indispettire l’orco, poi gli fece il solletico arrampicandosi sul suo torace, prese la chiave che portava appesa al collo e lo spinse tante volte che il gigante cadde pesantemente a terra. 2° PROVA DA SUPERARE TROVARE LA PRINCIPESSA Il principe cercò in tutte le stanze e finalmente trovò quella giusta: appena entrò vide la principessa trasformata in rana. Bastò uno sguardo e, il principe, sentì il coro degli angeli così si spezzò l’incantesimo riportando la ragazza in sembianze umane: era bellissima. I due innamorati si sposarono e vissero per sempre felici e contenti. DESIRE’ CILIA

56 LO SPECCHIO MAGICO ENRICO CILIA
Un tempo viveva un mugnaio che aveva tre figli, il più piccolo era anche il più vivace della famiglia. Il mugnaio e i suoi figli vivevano in una piccola casetta, confinante al castello del re. Il più piccolo si chiamava Luca e, un giorno, decise di fare una passeggiata nel giardino del castello reale. Mentre passeggiava sentì la voce del re che diceva: Chi libererà mia figlia, avrà una ricompensa! Allora Luca, andò alla ricerca della principessa. Mentre si incamminava incontrò una volpe che gli chiese: - Dove stai andando? Il troll si precipitò su di lui e Luca, ricordandosi del dono della volpe, lo usò per difendersi. Il troll vedendosi riflesso nello specchio, si pietrificò. Luca liberò la principessa, tornaIl troll si precipitò su di lui e Luca, ricordandosi del dono della volpe, lo usò per difendersi. Il troll vedendosi riflesso nello specchio, si pietrificò. Luca liberò la principessa, tornarono a casa, e per ricompensa, ricevette dal re, un enorme sacco pieno di monete d’oro.ronLuca entrò nella grotta e vide un gigantesco troll e, dietro di lui, la principessa.o a casa, e per ricompensa, ricevette dal re, un enorme sacco pieno di monete d’oro. - Sto andando alla ricerca della figlia del re - rispose Luca. La volpe vedendo che il ragazzo era coraggioso gli regalò uno specchio magico e disse anche: La figlia del re è nascosta in quella grotta. ENRICO CILIA

57 IL TOPOLINO E IL LEONE CHIARA GULINO
Un giorno un topolino cercava un posto in cui dormire. Girò per tutto il paese, di qua e di là, si intrufolò nelle case e andò per i boschi. Proprio mentre gironzolava per il bosco, vide una cosa arancione, simile ad un sasso, e vi si poggiò sopra. Il topolino non si accorse di essere seduto su una tigre che, sentendo un fastidio sulla schiena, cominciò a muoversi facendo cadere l’animaletto. Intanto passò un leone e vide che la tigre aveva intenzione di mangiare il piccolo topo; allora si buttò sulla tigre, la morse dappertutto, mentre il topolino le addentava le zampe: così la tigre fu sconfitta. Il topolino ringraziò il leone, promettendo che, un giorno, lo avrebbe ricambiato. Un giorno il topolino, passava per il bosco e vide degli uomini con dei fucili, che volevano uccidere il leone. Subito cercò di fare qualcosa per aiutare l’amico: si infilò sotto i pantaloni dei cacciatori che, per il dolore dei graffi, fecero cadere i fucili per terra e poi scapparono per paura che il leone li aggredisse. Da quel giorno in poi, il topo e il leone, si aiutarono a vicenda e, tutti e due, capirono che “ CHI TROVA UN AMICO, TROVA UN TESORO “. CHIARA GULINO

58 L’ ELEFANTE E LA ZEBRA CARLO CANNAVO
Una volta, un elefante aveva catturato una zebra e stava per mangiarla. La zebra lo convinse che era troppo piccola e, mangiarla sarebbe stato inutile. Un giorno, mentre l’elefante stava facendo una passeggiata vide dei cacciatori, spaventandosi, scappò e andò dalla sua amica zebra e, insieme studiarono un piano per fare scappare i cacciatori dalla loro savana. Dopo alcuni giorni, i cacciatori ritornarono e, i due amici animali, andarono all’attacco: siccome la zebra era più veloce li attirò facendoli allontanare dalla savana, essendo in vantaggio, girò a sinistra, nascondendosi dietro alcuni alberi. I cacciatori corsero invece, più avanti, alla fine si persero e non seppero più trovare la strada di ritorno. L’elefante pensò che la generosità viene spesso ripagata: “ CHI BENE FARA’, BENE RACCOGLIERA’ “. CARLO CANNAVO

59 IL DRAGO INCONTENTABILE
C’era un drago molto triste perché voleva essere amico di tutta la gente della collina. Le persone, anche se impaurite, gli si avvicinavano per farselo amico, ma a lui non andava bene nessuno: chi era troppo magro, chi troppo piccolo o troppo grosso, quella era troppo femmina, l’altro era troppo bambino. Alla fine, la gente, veramente arrabbiata e stanca di quei capricci, tornò a casa e il drago, rimasto solo, fece amicizia con un millepiedi. “ CHI TROPPO VUOLE, NULLA STRINGE “. FRANCESCO ARGENTINO

60 La poesia LE RIME IL MIO TELEFONINO Baciata Suona, squilla, parla,
Alternata e Incrociata sono le rime di una poesia che certe volte danno allegria ed altre, malinconia. La Baciata è innamorata. L’Alternata si è stancata. L’Incrociata si è riposata. Suona, squilla, parla, vibra, si illumina: è il mio telefonino. E’ piccolo, grazioso, colorato e fantasioso Con lui posso guardare immagini e video, sentire la musica fare calcoli e giochi. Il mio telefonino mi fa sempre compagnia: esso ha un’anima. MARIUCCIA BUSACCA CARLA MARCHESE

61 IL CIELO E’ COME UN VELO AZZURRO
Il cielo è come un velo azzurro che copre la terra. Le nubi paiono bolle di sapone che volano nell’aria. La luna è come una banana che luccica allegramente. DAMIANO LOREFICE

62 E’ PRIMAVERA ALICE VAIANELLA Sole splendente Sembra un quadro naif.
e nuvolette rosa, I fiori al pari di farfalle riposano sul verde, l’aria profuma ti ritrovi in una meraviglia. e di viole e di mimosa. Nel prato riposo Cinguettano nel cielo sopra una soffice distesa. rondinelle Nel prato mi tuffo e la fontana canta allegramente per rilassarmi Papaveri nei campi e poi giocare rosseggianti con la natura. e cuori per la Pasqua Oh, i fiori! esultanti. Profumati e colorati.. EMANUELA MIGLIORISI ALICE VAIANELLA

63 Prati ridenti di primule e di viole
sono della Primavera le parole. Cielo splendente di sole le nuvole bianche fan le capriole. Così gioioso è il cielo turchino che fa felice ogni bambino. FEDERICA RUSSO

64 LA MIA PENNA Chiara Gulino La mia penna
è come una bella signora slanciata dai capelli blu e dal corpo giallo e nero che danza sul quaderno di qua e di là al pari di una ballerina. Oh, com’è bella! Chiara Gulino

65 LE PENNE Angelo Tommasi Le penne sono come automobili
che non si fermano mai. Sono sempre in continuo movimento nelle mani delle persone. Scivolano veloci o lente Su fogli bianchi o colorati come le automobili su strade e autostrade. Io le uso per scrivere e giocare per esprimere i miei pensieri e non dimenticarli mai. Angelo Tommasi

66 Carla Marchese I VIDEOGIOCHI LE MIE SCARPETTE
Playstation, Game- boy e Nintendo sono i giochi a me più cari, ma il Nintendo, ahimè fu! Perché ormai non ce l’ho più. Lo portavo sempre con me da Lorenzo e da Gegè, E con me non lo porto più. Alle mie scarpette di danza ho messo le ali, le ho fatte volare, girare e vagare al pari di libellule. Le ho messe ai piedi e le ho fatte ballare con un corpo slanciato Edoardo Pirrè e forse….con un cuore! Carla Marchese

67 LA MIA MALEDETTA RADIO SVEGLIA
Alla mia radio sveglia ho messo le ali e l’ho fatta volare come un aereo nel cielo. L’ho presa in mano e l’ho spenta, ma ha risuonato. L’ho scaraventata a terra l’ho buttata in pattumiera. Il mattino seguente è rinata nuovamente. Quando suona sul mio comodino vuol dire che è finita l’ora del sonnellino. LORENZO DI PIETRO

68 Tu sei il centro del mio mondo.
IL MIO DIARIO Oh, diario! Tu per me sei un amico affidabile e sincero. Tu sei una cassaforte piena di tesori. Tu sei il centro del mio mondo. NUNZIATINA VALERIO


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