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DIOCESI DI OPPIDO -PALMI

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Presentazione sul tema: "DIOCESI DI OPPIDO -PALMI"— Transcript della presentazione:

1 DIOCESI DI OPPIDO -PALMI
UFFICIO CATECHISTICO DIOCESANO I CATECHISTI DELLA DIOCESI A 50 ANNI DAL CONCILIO ECUMENICO VAT. II° RILEGGONO LE QUATTRO COSTITUZIONI SACROSANCTUM CONCILIUM DEI VERBUM LUMEN GENTIUM GAUDIUM ET SPES Sac. Giuseppe Sofrà

2 Costituzione sulla Sacra Liturgia SACROSANCTUM CONCILIUM 4 dicembre 1963 2147 placet – 4 no placet
PRIMUM, CELEBRARE La liturgia è tutta la vita del Figlio che si è fatto per noi redenzione. la SC, non indica ciò che la liturgia è in sé quanto piuttosto ciò che attraverso la liturgia avviene e quale è il suo fine “ la liturgia, mediante la quale, specialmente nel divino sacrificio dell’eucarestia, “si attua e si realizza l’opera della nostra redenzione” (messale romano), contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa (SC.2) L’unica nostra salvezza è la vita di Cristo e nella misura in cui la liturgia attua l’opera della nostra redenzione, essa non può che essere la vita stessa del Figlio, per questo Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche” (SC.7) i suoi gesti di salvezza sono oggi azioni sacramentali “cosi che quando uno battezza è Cristo stesso che battezza” (SC.7). La sua parola di salvezza è oggi la parola sacramentale della scrittura “in quanto è Lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura (SC.7) Fff

3 LA LITURGIA E’ LA VITA DELLA CHIESA CHIAMATA A ESSERE MEMORIALE NELLA STORIA DEL MISTERO PASQUALE
“Dal costato di Cristo dormiente sulla croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa”. (SC.5). La Chiesa nasce dunque dal costato trafitto di Cristo che ha fatto della sua vita “offrendosi liberamente alla sua passione” (preghiera eucaristica II) per la salvezza di tutti gli uomini”. Il mistero pasquale di Cristo ha generato la Chiesa, cosi, a sua volta, la Chiesa genera gli uomini alla vita in Cristo attraverso i sacramenti della Pasqua di Cristo: il Battesimo e l’ Eucarestia. “ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo Corpo che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza e nessun’altra azione della Chiesa, allo stesso titolo e allo stesso grado, ne uguaglia l’efficacia”. (SC.7). Tuttavia la SC, ci ricorda che “la liturgia non esaurisce tutta l’azione della Chiesa. Infatti, prima che gli uomini possano accostarsi alla liturgia, bisogna che siano chiamati alla fede” (SC.9). * Prima di essere celebrata, la fede va ascoltata e ricevuta come dono di Dio. * Prima di unirsi alla preghiera della Chiesa, che è l’eloquenza della sua fede, occorre credere in colui al quale la preghiera è rivolta. * Prima di rendere grazie al Padre per i suoi doni, occorre “conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato”. (1 Cor 2.12). La liturgia “ è la fonte e il culmine della vita della Chiesa”. L’adagio Culmen et fons esprime una precisa immagine di Chiesa, contiene un’ecclesiologia eucaristica e liturgica. * Cosa testimonierebbe la nostra carità operosa verso tutti gli uomini senza l’accoglienza del dono gratuito di Dio e senza l’’esperienza efficace dell’amore di Cristo a cui l’Eucarestia ci fa partecipi?

4 LA LITURGIA E’ LA VITA DELLA CHIESA CHIAMATA A ESSERE MEMORIALE NELLA STORIA DEL MISTERO PASQUALE
* Cosa direbbero le nostre parole e i nostri insegnamenti al mondo senza il nostro ascolto e la nostra conversione alla parola di salvezza che Dio, ancora oggi, rivolge a noi sua Chiesa quando ci raduniamo in assemblea? * Quale volontà esprimerebbe il nostro messaggio di pace e di giustizia all’umanità senza l’invocazione del perdono e della riconciliazione con Dio e tra i fratelli che la liturgia ci fa vivere, senza la dolce accoglienza dello Spirito Santo che fa di noi un solo corpo nel Signore? * A che cosa si ridurrebbe la nostra riflessione teologica se non fosse nutrita e plasmata dall’assiduità alla preghiera liturgica della Chiesa, che è norma del nostro credere?

5 LA LITURGIA E’ LA VITA DEL CRISTIANO
Se la liturgia è tutta la vita del Figlio e in essa la vita della Chiesa suo corpo, davvero non può che essere anche sorgente inesauribile e apice della vita di ogni cristiano. “La liturgia è la prima indispensabile sorgente dalla quale i fedeli possono attingere il vero spirito cristiano”. (SC.14). Non vi sono fonti più vive, non vi è altra realtà più grande della Chiesa dove noi possiamo attingere la verità del nostro credere. La liturgia è la prima esperienza della fede, perché in essa noi rinveniamo l’autentico senso del nostro essere cristiani. I santi padri e la liturgia stessa hanno descritto l’assemblea liturgica come il grembo della santa madre Chiesa, dove il cristiano è concepito dallo Spirito Santo, nasce alla vita nuova in Cristo, è segnato dal sigillo dello Spirito, è nutrito dal pane di vita e, nella comunione dei fratelli e delle sorelle cresce nella fede “fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo” (SC.2).

6 - Proemio I CONTENUTI DELLA SC
Capitolo I - Principi generali per la riforma e la promozione della sacra liturgia. Capitolo II – il mistero eucaristico Capitolo III – Gli altri sacramenti e sacramentali Capitolo IV - L'ufficio divino Capitolo V - L'anno liturgico Capitolo VI - La musica sacra Capitolo VII - L'arte sacra e la sacra suppellettile Appendice sulla riforma del calendario. * Principio fondante della riforma liturgica è (SC 79) una partecipazione cosciente, attiva e semplice dei fedeli (conscia, actuosa et facilis participatio fidelium)

7 SACROSANCTUM CONCILIUM IN SINTESI
Le affermazioni piu’ importanti della Sacrosanctum Concilium sono: * la concezione teologica della centralità del mistero pasquale, cioè dell’intima unione della morte e risurrezione di Cristo, che si rende presente nella liturgia; * il significato centrale della liturgia, quale “culmine verso cui tende l’azione della chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù” (n. 10). L'affermazione ritorna con riferimento esplicito all'eucaristia in ben cinque documenti conciliari. * la rivalutazione della Parola di Dio. * la multiforme presenza di Cristo, non solo nelle forme sacramentali, ma anche nella comunità che celebra, nella Parola, ecc. Il Beato Giovanni Paolo II ha scritto: “Il vero problema che il documento affronta, però, non è quello di cambiare qualche cerimonia o la lingua da usare nelle celebrazioni. E’ il senso profondo della liturgia che interessa soprattutto ai padri conciliari: essi intendevano si superasse l’idea diffusa che il problema della liturgia consistesse semplicemente nella fissazione di alcune regole, senza l’osservanza delle quali i riti perdevano il loro valore. La liturgia cristiana non è un insieme magico di pratiche celebrative: per il concilio essa è la misteriosa azione di Cristo, presente alla sua Chiesa, sia nel riunirsi dei fedeli, sia nel ministero dei sacerdoti, sia nella lettura della Bibbia, sia nelle azioni sacramentali e, infine, nel pane e nel vino dell’eucarestia.

8 SACROSANCTUM CONCILIUM IN SINTESI…
Il Beato Giovanni Paolo II ha scritto: “Il vero problema che il documento affronta, però, non è quello di cambiare qualche cerimonia o la lingua da usare nelle celebrazioni. E’ il senso profondo della liturgia che interessa soprattutto ai padri conciliari: essi intendevano si superasse l’idea diffusa che il problema della liturgia consistesse semplicemente nella fissazione di alcune regole, senza l’osservanza delle quali i riti perdevano il loro valore. La liturgia cristiana non è un insieme magico di pratiche celebrative: per il concilio essa è la misteriosa azione di Cristo, presente alla sua Chiesa, sia nel riunirsi dei fedeli, sia nel ministero dei sacerdoti, sia nella lettura della Bibbia, sia nelle azioni sacramentali e, infine, nel pane e nel vino dell’eucarestia.

9 LA COSTITUZIONE DOGMATICA SULLA DIVINA RIVELAZIONE (Dei Verbum) 18 Novembre placet – 6 no placet IL CAPOLAVORO DEL CONCILIO La DV, da alcuni fu definita “il capolavoro” del concilio è un testo breve e denso, complesso e strutturato, che nei suoi sei capitoli e ventisei paragrafi racchiude il contenuto fondamentale del Vaticano II. Lo stesso evento conciliare fu segnato da una decisione che esprimeva a livello liturgico e rituale l’intenzione profonda che la DV avrebbe espresso con il suo testo finale. la decisione di intronizzare l’evangelo all’inizio di ogni seduta affinchè apparisse che il Cristo stesso presiedeva il concilio e che l’intero concilio poneva sotto l’autorità della parola, fu il simbolo di ciò che la DV potè iniziare a fare nei confronti dell’intera Chiesa e del magistero (il magistero non è al di sopra della parola di Dio, ma la serve) (DV.10) il proemio della DV fin dall’inizio mostra la sua novità rivoluzionaria “in religioso ascolto della PAROLA DI DIO e proclamandola con ferma fiducia, il sacro concilio aderisce alle parole di San Giovanni il quale dice…” Il proemio presenta il Concilio che parla di se stesso, che svela la sua autocoscienza e si pone come esempio per quel “popolo degli ascoltanti la parola” (Rahner) che sono chiamati a essere cristiani.

10 Il CAPOLAVORO DEL CONCILIO
La centralità – cosi bibblica – dell’audire, dell’ascolto, che caratterizza la postura del Concilio e dunque della Chiesa è decisamente innovativa. Là si afferma che la Chiesa esiste in quanto serva della parola di Dio, sotto la Parola di Dio, nel doppio movimento di ascolto e annuncio della parola di Dio. “ E’ come se l’intera vita della Chiesa fosse raccolta in questo ascolto da cui solamente può procedere ogni suo atto di parola”. (Ratzinger). Per essere ecclesia docens (Chiesa che insegna) la Chiesa deve essere ecclesia audiens (Chiesa che ascolta) La citazione del prologo della prima lettera di Giovanni (1Gv, 1,2-3) annuncia il tema centrale e la parola chiave della DV e dell’intero Concilio: Comunione. Comunione che scaturisce dalla comunicazione nel suo stesso essere, che fa dono della sua vita agli uomini e che si manifesta pienamente in Cristo.

11 IL CAPOLAVORO DEL CONCILIO
La dimensione storico – salvifica della rivelazione, la sua dimensione cristocentrica, la sua estensione universale, bastano per indicare il ribaltamento di prospettiva rispetto all’impostazione teologica apologetica precedente. In religioso ascolto della parola di Dio e proclamandola con ferma fiducia, il santo Concilio fa sue queste parole di san Giovanni: « Annunziamo a voi la vita eterna, che era presso il Padre e si manifestò a noi: vi annunziamo ciò che abbiamo veduto e udito, affinché anche voi siate in comunione con noi, e la nostra comunione sia col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo » (1 Gv 1,2-3). Perciò seguendo le orme dei Concili Tridentino e Vaticano I, intende proporre la genuina dottrina sulla divina Rivelazione e la sua trasmissione, affinché per l’annunzio della salvezza il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami .

12 IL CAPOLAVORO DEL CONCILIO
la continuità con le “vestigia” e le “tracce” dei Concilii Tridentino e Vaticano I, ricordata nel proemio in realtà esprime un atteggiamento molto libero nei confronti del passato (tanto che nel proemio non viene citato in nota alcun passo dei due Concilii in questione) “seguire le tracce non significa restarvi” afferma Ratzinger. Il Proemio ha una struttura teologica significativa in quanto si apre e si chiude sulla dimensione kerygmatica (ciò che la Chiesa ascolta e annuncia) e all’interno vi è la dimensione dottrinale “ ciò che è essenziale è ciò che la chiesa ascolta e annuncia: la dottrina non esiste scissa dal Kerygma della Chiesa. Ovvero: il Kerygma non può essere ridotto a illustrazione della dottrina”. -RIVELAZIONE (CAP.I) – TRADIZIONE (CAP.II) – SCRITTURA (CAP.III- IV) La DV ha posto le basi per un radicale rinnovamento ecclesiale a livello teologico, spirituale, pastorale. Soprattutto essa ha riconosciuto lo statuto ecclesiale della Scrittura e l’ha posta al cuore dei quattro ambiti che costituiscono la vita della Chiesa.

13 IL CAPOLAVORO DEL CONCILIO
- la liturgia (DV.21) - la predicazione (DV.21) - la teologia (DV. 24) - la vita quotidiana dei fedeli (DV.25) La fecondità della DV a livello di impulso innovativo dei confronti della vita spirituale dei credenti appare nel magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che a più riprese e con espressioni molto forti hanno auspicato la ripresa della pratica della Lectio Divina nella convinzione che essa “ fa cogliere nel testo biblico la parola viva che interpella, orienta, plasma l’esistenza. (Giovanni Paolo II) e che essa apporterà alla Chiesa una nuova primavera spirituale (Benedetto XVI)

14 IL CAPOLAVORO DEL CONCILIO
Le affermazioni più importanti della Dei Verbum Il concetto di “Rivelazione" " Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelare se stesso e far conoscere il mistero della sua volontà, mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, nello Spirito Santo hanno accesso al Padre, e sono resi partecipi della divina natura " (DV n.2). Il concetto di rivelazione, non più come riferito a delle verità ma anzitutto al comunicarsi di Dio stesso.

15 Un concetto largo di Tradizione
- La Chiesa, nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede " (n.8). Veniva così affermata anche l'unità di Tradizione e Scrittura, contro ogni tentativo di separazione: " La sacra tradizione e la sacra scrittura sono dunque strettamente tra loro congiunte e comunicanti. Poiché ambedue scaturiscono dalla stessa divina sorgente, esse formano in certo qual modo una cosa e tendono allo stesso fine.

16 LA CENTRALITA DELLA SACRA SCRITTURA NELLA VITA DELA CHIESA
Il Vaticano II tratta di questo tema soprattutto del capitolo VI della Dei Verbum, che ha per titolo "La Sacra Scrittura nella vita della Chiesa". Esso enuncia fin dall'inizio un principio fondamentale (n. 21): " E' necessario che tutta la predicazione ecclesiastica come la stessa religione cristiana sia nutrita e regolata dalla Sacra Scrittura”. sottolinea l'importanza della Sacra Scrittura nella teologia e finalmente raccomanda la lettura della Bibbia a tutti i fedeli. Dopo aver infatti raccomandato la lettura della Scrittura a tutti i chierici, in primo luogo ai sacerdoti, ai diaconi e ai catechisti, così continua (n. 25): "Parimenti il santo Concilio esorta con forza e insistenza tutti i fedeli, soprattutto i religiosi, ad apprendere la 'sublime scienza di Gesù Cristo' con la frequente lettura delle divine Scritture".

17 “L’IGNORANZE DELLE S. SCRITTURE E IGNORANZA DI CRISTO”
I CONTENUTI DELLA DV Prefazione La Rivelazione La trasmissione della Divina Rivelazione L'ispirazione divina e l'interpretazione della Scrittura Il Vecchio Testamento Il Nuovo Testamento La Sacra Scrittura nella vita della Chiesa “L’IGNORANZE DELLE S. SCRITTURE E IGNORANZA DI CRISTO” (San Girolamo)

18 LA CHIESA ICONA DELLA TRINITA’
COSTITUZIONE DOGMATICA SULLA CHIESA (LUMEN GENTIUM) 16 NOVEMBRE placet – 5 no placet CHIESA COSA DICI DI TE STESSA? LA CHIESA ICONA DELLA TRINITA’ La LG, si è posta tre fondamentali domande: - da dove viene la Chiesa. - che cos’è la chiesa - dove va la chiesa Da dove viene la chiesa. La convinzione dei padri conciliari è che l’amore di Dio precede l’amore dell’uomo: la Chiesa non è frutto di carne e sangue, ma è dono dall’alto frutto dell’iniziativa divina. Pensata da sempre nel disegno salvifico del Padre, essa è stata da preparata da Lui nella storia dell’alleanza con Israele, perché compitisi i tempi, fosse posta nell’effusione dello Spirito. In primo luogo, la Chiesa si offre come mistero, se è opera di Dio anzitutto, la Chiesa è, nella sua natura più profonda, inacessibile a uno sguardo puramente umano. Anche se è vero che essa è una presenza fra le presennze della storia, resta pure vero che essa è il luogo di un’altra Presenza: la vivente memoria di Colui, che, entrato nella storia, non si lascia sedurre da essa. Chi vuole misurarla e definirla solo con gli schemi delle analogie di questo mondo, non ne conoscerà mai il cuore. La Lumen Gentium – che si potrebbe qualificare come la magna charta dell’ecclesiologia conciliare – costituisce il punto di arrivo di un lungo processo di maturazione, durato tutto il tempo del concilio. Come per molti altri documenti, l’iter della costituzione fu travagliato e gli otto capitoli in cui si articola la redazione definitiva sono il frutto di molte rielaborazioni – quattro, per l’esattezza. Come si arrivò alla Lumen Gentium: discorso di apertura della sessione di Paolo VI. «Se noi, venerabili fratelli, poniamo davanti al nostro spirito questa sovrana concezione: essere Cristo nostro Fondatore, nostro Capo invisibile ma reale, e noi tutto riceviamo da lui così da formare con lui quel Christus totus di cui parla s. Agostino e la teologia della Chiesa è tutta pervasa, possiamo meglio comprendere gli scopi di questo concilio, che per ragione di brevità e di migliore intelligenza noi indicheremo in quattro punti: la conoscenza o, se così piace dire, la coscienza della Chiesa, la sua riforma, la ricomposizione di tutti i cristiani nell’unità, il colloquio della Chiesa con il mondo contemporaneo». Le affermazioni più importanti della Lumen Gentium uguaglianza di tutti i membri del Popolo di Dio in forza della rigenerazione in Cristo e le ricomprende alla luce di una concezione misterica della Chiesa

19 LA CHIESA ICONA DELLA TRINITA’
La Chiesa è tenda di Dio fra gli uomini, frammento di carne e di tempo in cui lo spirito dell’Eterno ha preso dimora! Questa convinzione impegna i credenti a discernere nella complessità della storia i segni della gloria divina. il I cap. LG sul mistero della Chiesa ci sfida a domandarci se siamo una Chiesa in ascolto dei segni dei tempi, impegnata nel discernimento di quanto il Signore ci chiede oggi, con la nostra gente e al suo servizio. In secondo luogo, la Chiesa è dono. Non è il frutto della fatica dell’uomo, ma l’offerta gratuita di una grazia, che non è né meritata né prevedibile. La Chiesa nasce dall’accoglienza e dal rendimento di grazie: non è la ricchezza dei mezzi umanai a edificare la Chiesa, anzi: e proprio mediante la mancanza dei mezzi umanai che la Chiesa si edifica. In terzo luogo la Chiesa è nella storia: come il Verbo si è fatto carne, cosi la Chiesa del suo Spirito dovrà farsi presente fino in fondo a tutte le situazioni umana.

20 LA CHIESA ICONA DELLA TRINITA’
Che cos’è la Chiesa? La chiesa nascente dall’alto riceve lo Spirito per donarlo agli uomini: è la “comunione” di vita di Lui, che esige di espandersi, di raggiungere tutto l’uomo in ogni uomo, per contagiargli la forza del risorto nel “frattempo” che sta fra la prima venuta del Figlio nella carne e il Suo ritorno glorioso Anzitutto la Chiesa riceve lo Spirito: come Maria, è coperta dalla Sua ombra, per concepire continuamente e in modo sempre nuovo il Verbo divino nella storia degli uomini. La Chiesa è la communio sanctorum perché partecipando all’unici spirito i battezzati sono arricchiti dalla varietà dei suoi doni, le realtà sante elargite negli eventi sacramentali e i carismi liberamente offerti a ciascuno dal Signire. Questi doni sono opera gratuita della libertà e della fantasia dello Spirito, rivolti alla crescita dell’intero Corpo di Cristo. In forza del battesimo ogni cristiano è un carismatico, chiamato a mettere i propri doni a servizio degli altri. Cosi la Chiesa dona lo Spirito, luogo privilegiato dell’agire di Dio nel tempo, essa è il segno e lo strumento dell’opera dello Spirito nella storia. È il sacramento di Cristo come Cristo è il sacramento di Dio.

21 LA CHIESA ICONA DELLA TRINITA’
La sacramentalità della Chiesa di esprime attraverso due vie: la parola di Dio e l’economia dei vari sacramenti, che trova il suo culmine nella celebrazione dell’eucarestia. L’eucarestia fa la chiesa, la Chiesa fa l’eucarestia. La parola non è proclamata se non c’è chi l’annunci<, il memoriale della Pasqua non è celebrato, se non c’è chi lo faccia in obbedienza al mandato del Signore. Parola e sacraento suppongono cioè la ministerialità della Chiesa tutta. Da tutto questo deriva l’urgenza che ogni battezzato dica con la vita tre “no” e tre “si” il primo no è al disimpegno, cui nessuno a diritto, perché per la sua parte ognuno è dotato di carismi da vivere nel servizio e nella comunione. Ad esso deve corrispondere il “si” della corresponsabilità per cui ognuno si faccia carico per la propria parte del bene comune da realizzare secondo il disegno di Dio. Il secondo “no” è alla divisione perché i carismi vengono dall’unico Signore e sono orientati alla costruzione dell’unico corpo di Cristo. Il “si “ che corrisponde a d esso è quello del dialogo fraterno, rispettoso della diversità, volto alla costante ricerca della volontà del Padre. Il terzo “no” è alla stasi e alla nostalgia del passato, cui nessuno può acconsentire, perché lo Spirito è sempre vivo ed operante nella comunità ecclesiale e nella storia. Ad esso corrisponde il “si” alla continua purificazione e riforma, per la quale ognuno possa corrispondere fedelmente alla chiamata di Dio.

22 LA CHIESA ICONA DELLA TRINITA’
Dove va la Chiesa? La comunione ecclesiale non ha come fine se stessa; essa tende verso l’origine da cui è venuta, è pellegrina verso la patria. Nello Spirito, per Cristo essa va verso il Padre. In primo luogo, il richiamo alla fine insegna alla Chiesa a relativizzarsi: essa scopre di non essere un assoluto, ma uno strumento, non un fine,ma un mezzo: non domina, ma povera e serva, pellegrina verso la terra promessa. La Chiesa è semper reformanda, chiamamta a continua purificazione e a incessante rinnovamento. Ella sa di non possedere la verità, ma di esserne come posseduta. In secondo luogo, il richiamo alla fine insegna alla Chiesa arelativizzare le grandezze di questo mondo, tutto è per lei sottoposto al giudizio della croce e dall risurrezione del Suo Sognoe. In terzo luogo, il richiamo alla fine riempie la Chiesa di gioia, non cè sconfitta, non c’è vittoria della morte, che possa spegnere nella comunità dei credenti la forza della speranza

23 LA LUMEN GENTIUM IN SINTESI…
La Lumen Gentium – che si potrebbe qualificare come la magna charta dell’ecclesiologia conciliare – costituisce il punto di arrivo di un lungo processo di maturazione, durato tutto il tempo del concilio. Come per molti altri documenti, l’iter della costituzione fu travagliato e gli otto capitoli in cui si articola la redazione definitiva sono il frutto di molte rielaborazioni – quattro, per l’esattezza. Come si arrivò alla Lumen Gentium: discorso di apertura della sessione di Paolo VI. «Se noi, venerabili fratelli, poniamo davanti al nostro spirito questa sovrana concezione: essere Cristo nostro Fondatore, nostro Capo invisibile ma reale, e noi tutto riceviamo da lui così da formare con lui quel Christus totus di cui parla s. Agostino e la teologia della Chiesa è tutta pervasa, possiamo meglio comprendere gli scopi di questo concilio, che per ragione di brevità e di migliore intelligenza noi indicheremo in quattro punti: la conoscenza o, se così piace dire, la coscienza della Chiesa, la sua riforma, la ricomposizione di tutti i cristiani nell’unità, il colloquio della Chiesa con il mondo contemporaneo». Le affermazioni più importanti della Lumen Gentium uguaglianza di tutti i membri del Popolo di Dio in forza della rigenerazione in Cristo e le ricomprende alla luce di una concezione misterica della Chiesa

24 ECCLESIOLOGIA

25 Si suddivide in otto capitoli:
I CONTENUTI DELLA LG Si suddivide in otto capitoli: Il mistero della Chiesa. Il popolo di Dio La costituzione della chiesa gerarchica e in particolare l’episcopato. I laici. La universale vocazione alla santità nella Chiesa. I religiosi. L’indole escatologica della Chiesa e la sua unione con la Chiesa celeste. La Beata Vergine Maria, madre di Dio, nel mistero di Cristo e della Chiesa

26 Il camminare della Chiesa dentro le pieghe della storia.
COSTITUZIONE PASTORALE SULLA CHIESA NEL MONDO CONTEMPORANEO (GAUDIUM ET SPES) placet - 75 no placet 8 dicembre 1965 Dalle parole con cui si apre la GS si respira a pieni polmoni il soffio dello Spirito che ha investito la Chiesa cattolica col Vaticano II: “ Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. La loro comunità, infatti, è composta di uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti. Perciò la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia”. In questo incipit c’è già tutto lo stile e il significato dello stare nel mondo dei cristiani. Il camminare della Chiesa dentro le pieghe della storia.

27 RESPIRARE A PIENI POLMONI (Piero Coda)
La GS è l’altra faccia – altrettanto se non più eloquente – della Lumen Gentium. LUMEN GENTIUM: Il Chi è la Chiesa ? GAUDIUM ET SPES: Come e per chi essa è ? - La GS legge la storia e parla ad essa nella luce del vangelo. - La GS ha raccolto gli impulsi che hanno ispirato l’indizione, il discorso inaugurale del Concilio Vaticano II, di Giovanni XXIII e di Paolo VI. Ci troviamo tra le mani un enciclica che, in forma del tutto inedita, viene qualificata come “pastorale” a differenza della Lumen Gentium e della Dei Verbum definite “dogmatiche” e della Sacrosanctum Concilium che non conosce aggettivazioni.

28 RESPIRARE A PIENI POLMONI
* Ma proprio il definirla “pastorale” dice la novità e la portata teologica e insieme pratica della GS. “pastorale” dice come la GS prende sul serio la concezione biblica e in definitiva cristologica della verità come ciò che, nella sequela di Gesù e in obbedienza al suo Spirito, va fatto nella storia degli uomini mediante la Carità. La verità in altri termini, non è semplicemente una dottrina, ma l’irruzione nell’esistenza personale e comunitaria di Gesù “via, verità e vita” (Gv, 14,6) che chiama gli uomini a vivere di lui e come lui, trasformando la storia secondo il disegno d’amore e di libertà, di giustizia e comunione del Padre.

29 RESPIRARE A PIENI POLMONI
Il Profilo Teolgico della GS: leggere la storia come “Luogo teologico” cioè come lo spazio dentro il quale cammina e cresce la famiglia umana, da Dio creata in Cristo e a Lui escatologicamente destinata lungo i sentieri del tempo. Questo si rende possibile alla luce dell’evento di Gesù, centro vivo e chiave interpretativa del significato e del destino del creato. (GS.10) la lettura che il popolo di Dio è impegnato a dare della storia si produce come discernimento critico delle luci e delle ombre che il cammino dell’umanità esibisce per sottoporle al vaglio esigente e liberante del vangelo del Regno di Dio che viene. Il Profilo Teolgico della GS: leggere la storia come “Luogo teologico” cioè come lo spazio dentro il quale cammina e cresce la famiglia umana, da Dio creata in Cristo e a Lui escatologicamente destinata lungo i sentieri del tempo. Questo si rende possibile alla luce dell’evento di Gesù, centro vivo e chiave interpretativa del significato e del destino del creato. (GS.10) la lettura che il popolo di Dio è impegnato a dare della storia si produce come discernimento critico delle luci e delle ombre che il cammino dell’umanità esibisce per sottoporle al vaglio esigente e liberante del vangelo del Regno di Dio che viene.

30 RESPIRARE A PIENI POLMONI
Due caratteristiche dell’interpretazione del nostro tempo e della presenza in esso della Chiesa. - La chiesa nel mondo contemporaneo: inserzione: chiesa – mondo. la chiesa ha da offrire al mondo in cui vive ciò di cui essa sola è testimone e apostola – Cristo – ma ha anche da ricevere dal mondo quegli impulsi di luce e di bene che in esso germogliano dallo Spirito e che, in definitiva, hanno la loro ultima sorgente nel medesimo Cristo. (GS. 44).

31 RESPIRARE A PIENI POLMONI
La seconda caratteristica, è che la chiesa riesce infine nell’impresa non scontata di prendere una posizione equilibrata e matura in rapporto alla modernità, invitandola ad andare oltre se stessa, come accadrà, pur con esiti controversi, nei decenni seguenti. Il Vaticano II traccia la via media e difficile dell’ermeneutica critica che scevra gli irrinunciabili guadagni della modernità dalle tante assolutizzazioni di cui il XX sec. Del resto, è diventato tragico testimone. La GS collocandosi dentro la modernità e oltre la modernità gli permette di affrontare con lucidità la svolta epocale che attraversa il nostro tempo: - le speranze e le angosce mutamenti nell’ordine sociale - i mutamenti nell’ordine sociale mutamenti psicologici, morali, religiosi - profonde mutazioni squilibri nel mondo Contemporaneo Ripartendo dallo slancio decisivo impresso alla storia dall’evento di Gesù Cristo (GS.10) – gli interrogativi più profondi del genere umano.

32 RESPIRARE A PIENI POLMONI
La chiesa e la vocazione dell’uomo in questa seconda parte sono offerti soltanto degli abbozzi di orientamento circa alcuni problemi più urgenti del nostro tempo: La prima parte è ritmata da tre temi che restano a tutt’oggi d’intatta attualità: - la dignità della persona - la comunità degli uomini - l’attività umana dell’universo La chiave di volta dell’intero discorso si trova in GS.22, là ove si afferma che: “solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo. Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l'uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione”.

33 RESPIRARE A PIENI POLMONI
GS.24 se ne traggono le conseguenze per la vita sociale: GS.38 l’impegno e la trasformazione del mondo: Egli ci rivela « che Dio è carità » (1Gv4,8) e insieme ci insegna che la legge fondamentale della umana perfezione, e perciò anche della trasformazione del mondo, è il nuovo comandamento dell'amore.Coloro pertanto che credono alla carità divina, sono da lui resi certi che la strada della carità è aperta a tutti gli uomini e che gli sforzi intesi a realizzare la fraternità universale non sono vani.Così pure egli ammonisce a non camminare sulla strada della carità solamente nelle grandi cose, bensì e soprattutto nelle circostanze ordinarie della vita. “La fede cristiana, operosa nella carità e forte nella speranza, non limita, ma umanizza la vita, anzi la rende pienamente umana”. (Benedetto XVI). “Il Signore Gesù, quando prega il Padre perché « tutti siano una cosa sola, come io e tu siamo una cosa sola » (Gv17,21), aprendoci prospettive inaccessibili alla ragione umana, ci ha suggerito una certa similitudine tra l'unione delle Persone divine e l'unione dei figli di Dio nella verità e nell'amore”.

34 RESPIRARE A PIENI POLMONI
Si tratta di affermazioni decisive per l’antropologia e per la dottrina sociale della Chiesa che fondano nel mistero stesso di Dio Trinità, rivelato in Cristo, il valore e l’intenzionalità ultimi della persona umana e del suo agire nel mondo e nella loro costitutiva socialità. Al centro della GS si collocano il riconoscimento e la valorizzazione dell’apporto che i fedeli laici sono chiamati a offrire alla missione della Chiesa in virtù della loro perizia nei vari ambiti dell’agire umano e della loro coscienza evangelicamente formata. (GS.43) Una frontiera ancora in larga parte da attraversare…

35 I CONTENUTI DELLA GS Proemio
Prima parte - La Chiesa e la vocazione dell'uomo I capitolo – la dignità della persona umana II capitolo – La comunità degli uomini III capitolo – l’attività umana nell’universo IV capitolo – la missione della Chiesa nel mondo cotemporaneo Seconda parte – alcuni probelmi più urgenti. I capitolo – dignità del matrimonio e sua valorizzazione II capitolo – la promozione della cultura III capitolo – vita economico sociale IV capitolo – la vita della comunità politica V capitolo - La promozione della pace e la comunità delle nazioni Conclusioni

36 LA GS IN SINTESI… FINALITA’
Nella Gaudium et spes i padri conciliari posero l'attenzione della Chiesa sulla necessità di aprire un proficuo confronto con la cultura e con il mondo. Il mondo, pur se si allontana spesso dalla morale cristiana, è pur sempre opera di Dio e quindi luogo in cui Dio manifesta la sua presenza. Si considerò pertanto compito della Chiesa, dei laici in primo luogo, ma non solo, riallacciare profondi legami con "gli uomini e le donne di buona volontà", soprattutto nell'impegno comune per la pace, la giustizia, le libertà fondamentali, la scienza. * La Gaudium et Spes ha posto l’uomo al centro della sua riflessione di fede, aprendosi in dialogo con il contesto culturale e sociale di tutti. Affermazioni più importanti della GS Discernere la condizione umana: GS, 4-10 Cosa pensa la Chiesa dell’uomo GS, 11 La presentazione dell’ateismo GS, 19-21 Gesù Cristo l’uomo nuovo GS, 22

37 I VESCOVI PADRI CONCILIARI DIOCESI DI MILETO E OPPIDO MAM.
AL CONCILIO PRESERO PARTE: MONS. VINCENZO DE CHIARA VESCOVO DI MILETO 30 APRILE LUGLIO 1973

38 MONS. DE CHIARA A SANT’ANNA DI SEMINARA

39 MONS. MAURIZIO RASPINI MONS. MAURIZIO RASPINI VESCOVO DI OPPIDO
9 MAGGIO 1953 – 6 GENNAIO 1965

40 MONS. MAURIZIO RASPINI - MONS
MONS. MAURIZIO RASPINI - MONS. FERRO PROCESSIONE DELLA MADONNA ANNUNZIATA OPPIDO MAMERTINA

41 MESSAGGIO PER I CATECHISTI
La “porta della fede” (cfr At 14,27) che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi. E’ possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita. Esso inizia con il Battesimo (cfr Rm 6, 4), mediante il quale possiamo chiamare Dio con il nome di Padre, e si conclude con il passaggio attraverso la morte alla vita eterna, frutto della risurrezione del Signore Gesù che, con il dono dello Spirito Santo, ha voluto coinvolgere nella sua stessa gloria quanti credono in Lui (cfr Gv 17,22). Professare la fede nella Trinità – Padre, Figlio e Spirito Santo – equivale a credere in un solo Dio che è Amore (cfr 1Gv 4,8): il Padre, che nella pienezza del tempo ha inviato suo Figlio per la nostra salvezza; Gesù Cristo, che nel mistero della sua morte e risurrezione ha redento il mondo; lo Spirito Santo, che conduce la Chiesa attraverso i secoli nell’attesa del ritorno glorioso del Signore. Benedetto XVI, Lettera Apostolica Porta Fidei (11 ottobre 2011), n.1 RISCOPRENDO IL CONCILIO NELL’ANNO DELLA FEDE AUGURI….BUON CAMMINO…

42 CREDO Niceno-Costantinopolitano

43 LA NOSTRA FEDE… Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, mori e fu sepolto.

44 Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
NELLA CHIESA per il perdono dei peccati. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo Battesimo Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.


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