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Le aree protette Riserve naturali

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Presentazione sul tema: "Le aree protette Riserve naturali"— Transcript della presentazione:

1 Le aree protette Riserve naturali
Aree che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna Aree di eccezionale importanza e complessità naturalistica, di vasta estensione e di interesse e valori internazionali, rappresentative di ambienti unici o tipici di un territorio Parchi nazionali Luoghi circoscritti caratterizzati dalla presenza di specie animali e vegetali dotati di un elevato interesse scientifico per la loro rarità e peculiarità Biotopi Aree demaniali Aree boscate facenti parte del patrimonio inalienabile dello Stato e gestite dalle Regioni Fonte:

2 La tutela della natura Oggetto: Finalità:
Il patrimonio naturale è costituito dalle formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche e biologiche che hanno rilevante valore naturalistico e ambientale, definiti come ecosistemi Finalità: Conservazione delle specie animali e vegetali, delle singolarità geologiche e geomorfologiche, dei valori scenici e panoramici e degli equilibri ecologici Gestione e restauro ambientale idonei a favorire l’integrazione tra l’uomo e la natura, anche attraverso la salvaguardia dei valori storico-culturali Attività di educazione ambientale e attività ricreative compatibili Difesa degli equilibri idraulici

3 Obiettivi conservazione di specie animali o vegetali, di associazioni vegetali o forestali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, di biotopi, di valori scenici e panoramici, di processi naturali, difesa e ricostituzione di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri ecologici applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare una integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali promozione di attività di educazione, formazione e ricerca scientifica, anche interdisciplinare, nonché di attività ricreative compatibili

4 Misure di salvaguardia
Sono vietati, fuori dei centri edificati e, per motivi di salvaguardia ambientale, anche nei centri edificati, l'esecuzione di nuove costruzioni e la trasformazione di quelle esistenti, qualsiasi cambio d’uso dei terreni con destinazione diversa da quella agricola e quant'altro possa incidere sulla morfologia del territorio, sugli equilibri ecologici, idraulici ed idrogeotermici e sulle finalità istitutive dell'area protetta In caso di necessità ed urgenza, il Ministro dell'ambiente, con provvedimento motivato, può consentire deroghe alle misure di salvaguardia in questione, prescrivendo le modalità di attuazione di lavori ed opere idonei a salvaguardare l'integrità dei luoghi e dell'ambiente naturale Resta ferma la possibilità di realizzare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dandone comunicazione al Ministro dell'ambiente e alla regione interessata

5 I vincoli paesistici La norma sul paesaggio, nel suo excursus storico, si innova in relazione alle definizioni possibili. Il paesaggio può essere inteso come: puro fatto estetico-percettivo legato alla rilevanza del soggetto-osservatore somma delle componenti del patrimonio culturale e naturale che insieme costituiscono la trama oggettiva del paesaggio matrice di identità e di relazioni tra la comunità insediata e i luoghi del suo insediamento A questi tre temi corrispondono distinti modi di intendere la tutela del paesaggio: Il paesaggio è somma di fatti estetici di cui conservare la rilevanza in quanto oggetti esteticamente rilevanti L.1497/1939 Il paesaggio si compone attraverso la individuazione e la tutela di tutti quegli elementi culturali e naturali che contribuiscono alla costruzione del fatto estetico percettivo L. 431/1985 Il paesaggio è rappresentazione e sintesi identitaria delle relazioni tra comunità insediata e luoghi dell’insediamento: gli oggetti della tutela si ampliano Convenzione europea del Paesaggio

6 Le risorse naturali: origini, giurisdizione, caratteristiche
Costituzione L’art. 9 sancisce la rilevanza in linea di principio della tutela della natura La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Direttiva 79/409/CEE La direttiva Uccelli introduce il concetto di Zona di Protezione Speciale dell’avifauna Legge 979/82 Dispone le regole per la tutela del mare Legge 394/91 Dispone le regole quadro di tutela della natura a livello nazione Direttiva 92/43/CEE La direttiva Habitat introduce il concetto di Siti di Interesse Comunitario [SIC]

7 Strumenti di pianificazione
Piano del Parco Regolamento del Parco Piano pluriennale socio- economico per lo sviluppo di attività eco-compatibili

8 Regolamento Il regolamento del Parco disciplina l'esercizio dealle attività consentite entro il territorio del Parco ed è adottato dall'Ente Parco, contestualmente all'approvazione del Piano per il Parco Il regolamento del Parco valorizza: - gli usi, i costumi, le consuetudini - le attività tradizionali delle popolazioni residenti sul territorio le espressioni culturali proprie e caratteristiche dell'identità delle comunità locali e ne prevede la tutela anche mediante disposizioni che autorizzino l'esercizio di attività collegate a usi, costumi e consuetudini, fatte salve le norme in materia di divieto di attività venatoria previste

9 Il regolamento del Parco disciplina:
tipologia e modalità di costruzione di opere e manufatti le attività artigianali, commerciali, di servizio e agro-silvo-pastorali soggiorno e circolazione del pubblico con qualsiasi mezzo di trasporto le attività sportive, ricreative ed educative le attività di ricerca scientifica e biosanitaria I limiti alle emissioni sonore, luminose o di altro genere, nell'ambito delle leggi in materia svolgimento delle attività da affidare a interventi di occupazione giovanile, di volontariato, con particolare riferimento alle comunità terapeutiche, e al servizio civile alternativo accessibilità nel territorio del parco attraverso percorsi e strutture idonee per disabili, portatori di handicap e anziani Restano salvi i diritti reali e gli usi civici delle collettività locali, che sono esercitati secondo le consuetudini locali. Eventuali diritti esclusivi di caccia delle collettività locali o altri usi civici di prelievi faunistici sono liquidati dal competente commissario per la liquidazione degli usi civici ad istanza dell'Ente Parco

10 Divieti Nei parchi sono vietate le attività e le opere compromettenti la salvaguardia del paesaggio, con particolare riguardo a flora e fauna protette e ai rispettivi habitat: a) cattura, uccisione, danneggiamento, disturbo delle specie animali; raccolta e danneggiamento delle specie vegetali, salvo nei territori in cui sono consentite le attività agro-silvo-pastorali, nonché l'introduzione di specie estranee, vegetali o animali, che possano alterare l'equilibrio naturale b) apertura ed esercizio di cave, di miniere e di discariche, nonché asportazione di minerali c) modificazione del regime delle acque d) svolgimento di attività pubblicitarie al di fuori dei centri urbani e) introduzione e impiego di mezzi di distruzione o di alterazione dei cicli biogeochimici f) introduzione, da parte di privati, di armi, esplosivi e qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura g) uso di fuochi all'aperto h) sorvolo di velivoli non autorizzato La sorveglianza sui territori delle aree naturali protette di rilievo internazionale e nazionale è esercitata dal Corpo Forestale dello Stato

11 Piano per il Parco La tutela dei valori naturali ed ambientali nonché storici, culturali, antropologici tradizionali affidata all'Ente Parco è perseguita attraverso lo strumento noto come Piano per il Parco organizzazione generale del territorio e sua articolazione in aree (zone) o parti caratterizzate da forme differenziate di uso, godimento e tutela vincoli, destinazioni di uso pubblico o privato e norme di attuazione relative con riferimento alle varie aree o parti del piano sistemi di accessibilità veicolare e pedonale con particolare riguardo ai percorsi, accessi e strutture riservati ai disabili, ai portatori di handicap e agli anziani sistemi di attrezzature e servizi per la gestione e la funzione sociale del parco, musei, centri di visite, uffici informativi, aree di campeggio, attività agrituristiche indirizzi e criteri per gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull'ambiente naturale in genere

12 Le aree protette La Legge 394/91, al fine di valutare e favorire la conservazione del patrimonio naturale del Paese, si fa carico di: Analizzare lo stato dell’ambiente e dei valori naturalistici del paese attraverso la Carta della Natura Individuare e adottare le linee fondamentali di assetto del territorio sulla base dei dati sintetizzati dalla Carta della Natura Uniformare il sistema di classificazione delle aree protette esistenti e le legislazioni regionali nel quadro della legislazione nazionale Istituire e aggiornare l’elenco delle aree protette Predisporre ed attuare i Piani triennali per le aree naturali protette

13 Le aree protette Per attuare le linee precedenti la legge prevede la costituzione di: Comitato per le aree protette Formulare indirizzi per la predisposizione della Carta della Natura ed identificare le linee fondamentali di assetto del territorio Consulta tecnica per le aree protette Formulare pareri per i profili tecnico-scientifici sulle aree protette su richiesta del Comitato o del Ministero Svolge funzioni di istruttoria di segreteria nell’ambito del servizio Conservazione Natura del Ministero dell’Am-biente, del Comitato e della Consulta Tecnica Segreteria tecnica per le aree protette

14 Parchi naturali nazionali Parchi naturali regionali ed interregionali
Le aree protette Aree terrestri, lacuali, fluviali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche di rilievo nazionale o internazionale per valori naturalistici, scientifici, culturali, educativi ricreativi tali da richiedere l’intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future Parchi naturali nazionali Aree terrestri, lacuali, fluviali o ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono nell’ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato da assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali Parchi naturali regionali ed interregionali

15 Zone umide di interesse nazionale e internazionale
Le aree protette Aree terrestri, lacuali, fluviali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche Riserve naturali Aree acquitrinose, paludi, torbiere o zone d’acqua naturali o artificiali, permanenti o transitorie comprese zone d’acqua marine (inferiori ai sei metri di profondità) che per le loro caratteristiche possono essere considerate di grande interesse Zone umide di interesse nazionale e internazionale

16 Le aree protette Altre aree naturali protette
Aree (oasi gestite dalle associazioni ambientalistiche, parchi suburbani…) che non rientrano nelle precedenti classi, a gestione pubblica o privata Zone di protezione speciale Territori idonei per estensione e localizzazione geografica alla conservazione delle specie di uccelli selvatici Aree naturali, geograficamente definite e con superficie limitata, che contengono espressioni terrestri o acquatiche con significative caratteristiche biotiche ed abiotiche, naturali o seminaturali, e che contribuiscono a conservare o ripristinare un tipo di habitat naturale o una specie della flora e fauna selvatica e tutelare la biodiversità SIC (Siti di importanza comunitaria) Zone speciali di conservazione

17 * Ministero delle politiche agricole e forestali
Le aree protette La Legge nazionale ha previsto: Decentramento amministrativo nella definizione delle aree Parco Regionali sulla base delle indicazioni del Comitato e della Consulta (le difficoltà delle Regioni che avevano già disciplinato il fenomeno con provvedimenti regionali sono state - e in molti casi continuano ad essere - rilevanti) Ente Parco, quale Ente di amministrazione: soggetti istituzionali (rappresentanti dei comuni ricadenti nelle aree Parco, delle Comunità Montane, delle Autorità di Bacino, delle Sovrintendenze, del MIPAF *, del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, ….) soggetti non istituzionali (rappresentanti dell’associazionismo protezionista, dell’Accademia dei Lincei, della Società botanica italiana, del CNR, …) Piano per il Parco, indicazioni strategiche e disciplina degli usi e delle attività organizzazione generale del territorio e sua articolazione in aree (perimetrazione), vincoli, sistemi di accessibilità, attrezzature e servizi… * Ministero delle politiche agricole e forestali

18 Le aree protette - Zonizzazione
A - riserva integrale, nella quale l’ambiente naturale è conservato nella sua integrità B - riserva generale, nella quale è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio C - area di protezione, nella quale possono continuare le attività agro-silvo-pastorali, la pesca e la raccolta, ed è incoraggiata la produzione artigianale di prodotti di qualità D - area di promozione economica e sociale, nella quale sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del Parco e finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale della collettività locale e al miglior godimento del Parco da parte dei visitatori

19 Il PIT : progettazione integrata territoriale
DOS – Documento di Orientamento Strategico ANALISI CONOSCITIVA DEL SISTEMA LOCALE 1.3 Piani e Programmi Sovraordinati 1.3.1 Piano Territoriale Regionale (PTR) 1.3.2 Piani Territoriali Paesistici (PTP) 1.3.3 Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) 1.3.4 Piano Regionale dei Trasporti 1.3.5 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale 1.3.6 Piano di Sviluppo Socio-economico della Comunità Montana Analisi SWOT Idea forza

20 Analisi SWOT * Conosciuta anche come matrice TOWS, è uno strumento di pianificazione strategica usata per valutare punti di forza (Strengths) debolezza (Weaknesses) opportunità (Opportunities) minacce (Threats) di un progetto o di ogni altra situazione in cui un'organizzazione o un individuo deve prendere una decisione per raggiungere un obiettivo [ * L'analisi può riguardare l'ambito interno o esterno di un'organizzazione. La tecnica viene attribuita ad Albert Humphrey, coordinatore di una ricerca alla Università di Stanford negli anni ‘70 su dati forniti da Fortune 500 ]

21 SWOT - la matrice

22 SWOT: i punti di forza Risorse ambientali-naturalistiche di pregio; presenza di numerose specie animali e di popolamenti vegetali Testimonianze artistiche ed architettoniche nei centri rurali con riscontri di pregio di periodi remoti (es. romano o medievale), ma anche della cultura e delle tradizioni contadine Risorse culturali e folkloristiche Specifiche vocazioni tematiche (turismo enogastronomico, turismo ambientalistico-naturalistico, turismo culturale, turismo termale, ecc.) Prossimità dell’area-parco al capoluogo a cui è collegata attraverso un efficiente sistema viario Comunicazioni con l’esterno agevolate da una rete stradale di buon livello, peraltro in fase di potenziamento

23 SWOT: punti di forza Livello di infrastrutture: aree PIP (piani per insediamenti produttivi *) in grado di assorbire un consistente numero di imprese Incidenza delle attività commerciali sul reddito per UL e numero di addetti Attività produttive agricole ed agroindustriali, con una produzione di livello qualitativo medio-elevato Produzione tipica agricola ed agroalimentare, produzione olivicola pregiata ed in attesa di riconoscimento, di rilievo la filiera zootecnica, la produzione frutticola, castanicoltura nelle aree montane Presenza di strutture agrituristiche * Sono piani di iniziativa pubblica attuativi del Piano Regolatore Generale. Possono essere progettati per accogliere o solo attività monotematiche (artigianali, industriali, commerciali e turistiche), oppure un insieme di attività. Sono strumenti che possono essere realizzati soltanto su aree individuate, ai sensi dalla normativa urbanistica, come "aree industriali". Le aree su cui sorgeranno i fabbricati sono espropriate dal Comune e sono successivamente ricedute agli operatori o in diritto di proprietà, oppure in diritto di superficie.

24 SWOT: punti di debolezza
Stato di rischio diffuso su tutto il territorio per frane e alluvioni e terremoti Forte spopolamento dei comuni dell’area e tassi di invecchiamento mediamente elevati e crescenti nel corso del tempo Elevato indice di dipendenza, che si traduce in un limitato livello di reddito disponibile pro-capite Mancato ricambio generazionale nei settori tradizionalmente più rappresentativi, con particolare riferimento al settore agricolo ed a quello delle lavorazioni artigianali a contenuto artistico Approccio individualistico della cultura imprenditoriale degli operatori locali, poco sviluppati i fenomeni di gestione associata dei fattori produttivi, di singole fasi di processo o di attività volte alla promozione ed alla valorizzazione commerciale dei prodotti Difficile accessibilità per la inadeguata rete stradale interna secondaria

25 SWOT: punti di debolezza
Dipendenza dei piccoli centri dell’area dalla città capoluogo in termini di offerta delle strutture didattiche e di formazione Elevati livelli di disoccupazione Carenze infrastrutturali che si riflettono sia sulla qualità della vita delle popolazioni rurali, sia sulla competitività delle imprese Scarsa integrazione tra le attività produttive e scarsa diversificazione delle aziende agricole, che le rende maggiormente soggette agli umori del mercato ed alle variabili climatiche Elevata parcellizzazione e frammentazione fondiaria Mancata attivazione di politiche rivolte alla promozione e valorizzazione turistica Scarso sostegno alla valorizzazione dell'artigianato locale

26 SWOT: opportunità Nel caso dell’eco- e dell’agriturismo, si è verificata una forte crescita della domanda di beni ambientali, che ha portato ad un aumento dei flussi verso le aree a maggiore “naturalità” Altro esempio è dato dalla crescita dei consumi di prodotti ad elevata connotazione di tipicità Strumenti di p i a n i f i c a z i o n e : Piano di Sviluppo Socio-Economico della Comunità Montana (PSSE) Linee Guida per la Pianificazione Territoriale Regionale (PTR) Piano Territoriale Paesistico (PTP) Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) Presenza della Comunità Montana Normativa nazionale e regionale in tema di tutela ambientale e paesaggistica; iniziative promosse in ambito comunitario in favore dello sviluppo rurale

27 SWOT: minacce Fenomeni di spopolamento, di invecchiamento della popolazione e di forte emigrazione   Riduzione del sostegno alle produzioni agricole da parte della Politica Agricola Comunitaria   Globalizzazione dei mercati   Allargamento dei mercati competitivi in seguito all’allargamento UE e alla presenza di nuovi prodotti sostitutivi e a basso costo

28 IDEA FORZA Sviluppo sostenibile del Parco Naturale Regionale attraverso la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico e naturalistico e del suo rapporto con il contesto ambientale, da perseguire mediante: la rivitalizzazione dei centri storici e delle aree connotate da marginalità territoriale ed economica, assumendo tale patrimonio come una componente invariabile del sistema territoriale ed ancorando la sua salvaguardia ad una strategia di qualificazione dell’area legata al sistema della rete ecologica provinciale e regionale - la promozione e la diffusione di cultura manageriale ed imprenditoriale in campo ambientale, culturale, artistico e della società dell’informazione

29 IDEA TERRITORIO capacità di attrazione di nuovi flussi turistici > definizione e strutturazione di un sistema di accoglienza e di servizi adeguati a sostenere ed accogliere la crescente domanda turistica verso le aree a maggiore “naturalità”, e predisposizione di azioni progettuali che disegnino uno spazio turistico qualificato e competitivo capacità innovativa > possibilità di organizzare, in una logica innovativa, le modalità di valorizzazione delle risorse naturalistiche, culturali, ambientali, umane, produttive ed infrastrutturali del territorio, agendo come fattore catalizzante per l’emersione delle vocazioni e delle peculiarità del territorio, fattori primi dello sviluppo locale coinvolgimento della popolazione al mercato del lavoro > sostegno alla creazione di impresa e la generazione di meccanismi di coinvolgimento dell’imprenditoria locale nella condivisione dell’obiettivo di sviluppo territoriale

30 Misure Misura – Recupero, valorizzazione e promozione del patrimonio storico culturale e archeologico, naturale, etnografico e dei centri storici delle aree protette e dei parchi regionali e nazionali Misura – Sostegno allo sviluppo di micro-imprenditorialità nei parchi regionali e nazionali Misura – Promozione di una forza lavoro competente e di nuova imprenditorialità a supporto della protezione e valorizzazione del territorio e dello sviluppo di attività produttive nelle aree protette

31 SIA, Sistema integrato di promozione ambientale
Il SIA si pone l’obiettivo di rendere immediatamente efficiente l’azione di governo dell’Ente Parco attraverso il: - coordinamento tra i settori strategici (territoriali e produttivi): monitoraggio ambientale, urbanistica, viabilità, gestione del patrimonio, ecc. - monitoraggio delle attività produttive, in particolare produzione dei prodotti tipici e piccolo artigianato Il SIA consente di studiare il territorio trattandolo non con come un insieme di parti, ma relazionando le singole entità fra di loro Un altro strumento gestionale è offerto dai sistemi di contabilità ambientale...

32 Il modello DPSIR Gli indicatori, per poter divenire strumento di monitoraggio e guida per le decisioni ambientali, debbono essere integrati in un sistema organico in grado di rappresentare le interrelazioni esistenti fra i componenti ambientali e tra il sistema ambientale ed il sistema economico. Il modello organizzativo delle informazioni ambientali proposto dall’Agenzia Europea per l’ambiente è il cosiddetto sistema Determinanti/Pressioni/Stati/Impatti/Risposte (DPSIR).

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34 Il modello DPSIR i Determinanti (o pressioni indirette) sono le cause generatrici primarie ed indirette degli stati ambientali Esempio: il numero di abitanti residenti nell’area in esame le Pressioni (dirette) sono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali Esempio: il volume degli scarichi in un corso d’acqua superficiale; lo Stato equivale alle condizioni ambientali, soprattutto quelle influenzate dalle attività antropiche Esempio: la concentrazione di inquinanti in un corso d’acqua gli Impatti sono le variazioni delle condizioni dello stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche Esempio: la variazione di concentrazione di inquinanti presenti in un fiume prima e dopo uno scarico le Risposte sono le azioni messe in campo per la soluzione o mitigazione di problemi ambientali Esempio: le misure di depurazione attuate

35 Il modello DPSIR Determinanti Pressioni Stato Impatti Risposte
D : le determinanti o driving forces, sono i fattori di fondo che influenzano una gamma di variabili pertinenti Ad esempio: numero di automobili per abitante; produzione industriale totale, PIL

36 Determinanti Agricoltura: Indicatori di importanza e trend del sistema rurale Superfici agricole, addetti, meccanizzazione, uso del suolo per seminativi, colture arboree, pascoli, zootecnia Selvicoltura: Indicatori descrittivi e di trend del settore forestale Superfici forestali per specie e forma di governo, imprese presenti, legname commercializzato ecc. Infrastrutturazione e trasporti (costruzione di strade, autostrade, ferrovie, ecc.) Sviluppo sistema trasporti per tipologia di infrastruttura Espansione edilizia ed industriale Sviluppo (e trend) aree urbanizzate Attività ricreative Sviluppo (e trend) di uso turistico/ricreativo del territorio (caccia, turismo, sci, pesca)

37 Il modello DPSIR Determinanti Pressioni Stato Impatti Risposte
P : gli indicatori di pressione descrivono le variabili che direttamente causano i problemi ambientali Ad esempio: emissioni tossiche, emissioni di CO2, rumore causato dal traffico stradale, spazio occupato da una vettura in sosta

38 Pressione Agricoltura Immissioni di pesticidi per Ha di superficie
Indice Pressione Agricola Carico zootecnico (es.: capi bestiame per Ha) Terreni interessati da sperimentazione in OGM Incendi per pratiche agricole ecc. Selvicoltura Superfici forestali con uso prevalentemente produttivo (su superficie tortale) Superfici forestali con specie non autoctone (su superficie totale) Utilizzazioni forestali (intensità selvicolturale) Strade forestali (metri per ettaro di superficie forestale) Infrastrutture Frammentazione aree naturali Incidenti stradali che coinvolgono animali Incendi accidentali da infrastrutture viarie e ferroviarie Emissione di inquinanti Espansione edilizia ed industriale Emissioni di inquinanti Aree naturali “disturbate” limitrofe ad aree urbane e industriali Cementificazione di margini fluviali Attività ricreative Pressione venatoria Carico turistico per tipologia

39 Il modello DPSIR Determinanti Pressioni Stato Impatti Risposte
S : gli indicatori di stato mostrano la condizione attuale dell'ambiente Ad esempio: concentrazione di piombo in aree urbane; livelli acustici in prossimità di strade principali; temperatura media globale

40 Stato N.B. : Sullo stato dell’ambiente agiscono simultaneamente molte concause e sono importanti per effettuare un monitoraggio che colleghi Determinanti/Pressioni a Impatti/Politiche Indicatori di stato per la biodiversità/conservazione Indici di diversità paesaggistica Indici di diversità floristica Indici di diversità faunistica Presenza di endemismi, loro quantificazione, stato di protezione Presenza di specie o ambienti rari/minacciati, quantificazione, stato di protezione Indici di vegetazione NDVI *(remote sensing) Indici sulla presenza di siti inquinati Morìe/patologie su popolazioni vegetali o animali ecc. ___ * :

41 Il modello DPSIR Determinanti Pressioni Stato Impatti Risposte
I : gli indicatori di impatto descrivono gli effetti ultimi dei cambiamenti di stato Ad esempio: percentuale di bambini che soffrono di problemi sanitari causati dal piombo; mortalità da infarti provocati dalle emissioni acustiche

42 Impatti Gli impatti dovrebbero essere relativi alle conseguenze negative di uno o più fattori di pressione sulle attività umane Può essere difficile valutare gli impatti: Non sono noti tutti i possibili effetti della degradazione ambientale Alcuni sistemi (p.es. OECD *) non separano Pressione e Impatti Indicatori Perdita produzioni agricole tradizionali Degradazione del paesaggio Perdita di valore degli immobili e introiti da turismo Perdita di opportunità, da parte della popolazione, di contatto con la natura e l’ambiente Perdita di biodiversità ambientale Regimazione dei deflussi idrici ___ *

43 Il modello DPSIR Determinanti Pressioni Stato Impatti Risposte
R : gli indicatori di risposta mostrano gli sforzi della società per risolvere i problemi Ad esempio: massimo livello di emissioni acustiche consentite alle vetture; il livello dei prezzi della benzina; la quota di bilancio impegnato per la ricerca energetica solare

44 Risposte Possono essere di tre categorie: Vincoli legislativi
Leggi di protezione, divieti ecc. Incentivi a comportamenti virtuosi Agricoltura biologica Turismo sostenibile Azioni dirette da parte dell’Ente pubblico Esproprio di aree rare e ‘sensibili’ Piani antincendio Azioni dirette: Rispristino habitat Ripopolamenti animali


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