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LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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Presentazione sul tema: "LO SVILUPPO SOSTENIBILE"— Transcript della presentazione:

1 LO SVILUPPO SOSTENIBILE
CONSERVAZIONE DELLE RISORSE AMBIENTALI MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA E DELLA QUALITA’ DELLA VITA SUPERAMENTO DELLE DISEGUAGLIANZE ECONOMICHE E SOCIALI PROCESSI DECISIONALI ALLARGATI E PARTECIPATI

2 LA PIANIFICAZIONE AMBIENTALE

3 LA CITTA’ COME ECOSISTEMA
Entropia, bilanci energetici, inquinamento

4 CHE COS’E’ UN ECOSISTEMA
Secondo Odum un sistema ecologico o ecosistema è “un’unità che include tutti gli organismi che vivono insieme (comunità biotica) in una data area, interagenti fra di loro e con le caratteristiche fisiche ed energetiche dell’ambiente in cui vivono (biotopo), in modo tale che un flusso di energia porta ad una ben definita struttura biotica. In altri termini, se ci rifacciamo alla definizione di sistema, gli elementi dell’ecosistema sono gli organismi viventi (flora e fauna), l’ambiente è l’ambiente fisico (aria, acqua, suolo), le relazioni sono date sostanzialmente dal flusso di energia e dei materiali. L’energia viene prelevata dagli esseri viventi dall’ambiente e viene in parte utilizzata ed in parte dissipata per ricercare di volta in volta uno “stato di equilibrio”, che non è la condizione normale degli ecosistemi, bensì l’obiettivo a cui essi tendono. Gli ecosistemi si distinguono in “giovani”, ovvero laddove gli stati di equilibrio cambiano frequentemente, e “maturi” (climax) laddove l’equilibrio può essere considerato stabile.

5 IL CONCETTO DI ENTROPIA
La seconda legge della termodinamica sostiene che ad ogni trasformazione di energia da una forma all’altra (dal calore al movimento, ad es. come avviene in un motore), corrisponde una degradazione dell’energia da una forma concentrata (il carburante) ad una dispersa, e non più disponibile (i gas di scarico) L’entropia è la misura della quantità di energia dissipata e non resa più disponibile; ogni sistema ecologico è in un certo senso dissipativo, tende ad assorbire una parte dell’energia utilizzandola e trasformando una parte in scarto. Allo scopo di mantenere basso il loro livello di entropia gli ecosistemi naturali tendono ad ottimizzare i consumi energetici, attraverso il ricorso al ciclo della catena alimentare, per cui lo scarto di una specie può essere utilizzato da un’altra.

6 L’ECOSISTEMA URBANO Gli insediamenti urbani sono sistemi ad elevata entropia e dissipativi di energia; essi, in primo luogo, prelevano infatti in grandi quantità l’energia necessaria al di fuori del loro ambiente, sotto forma di combustibili fossili (impoverendo in tal modo altri sistemi) e nella sua trasformazione ne dissipano una gran parte sotto forma di prodotti di scarto non utilizzabili, creando una degradazione dell'ambiente esterno. L’inquinamento, dell’aria, dell’acqua, del suolo, uno dei fenomeni negativi più rilevanti dello sviluppo delle civiltà urbane industriali, rappresenta una forma dell’entropia, l’energia dissipata dal sistema urbano.

7 L’ECOSISTEMA URBANO Una città ecologicamente sostenibile ottimizza i suoi bilanci energetici, riducendo il consumo totale di energia e riutilizzando l’energia dissipata (riduzione dell’entropia) La diminuzione del consumo di energia può avvenire attraverso: uso di fonti energetiche “pulite”, quali quella solare, miglioramento delle caratteristiche energetiche degli edifici (coibentazione attiva e passiva) riduzione del traffico urbano privato e sviluppo di quello pubblico Contemporaneamente, la città ecologica mira a riutilizzare l’energia dissipata attraverso Il controllo degli scarichi industriali il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, il riuso delle acque reflue, etc..

8 LA PIANIFICAZIONE AMBIENTALE
Un sistema di vincoli, standard e indicatori Strumenti di controllo e orientamento dei progetti di trasformazione e dei piani urbanistici Un autonomo sistema di piani ambientali Obiettivi e strategie

9 LA PIANIFICAZIONE AMBIENTALE
La pianificazione ambientale si pone l’obiettivo fondamentale di garantire che le trasformazioni operate dagli interventi dell’uomo sul territorio siano compatibili con le risorse naturali e con le caratteristiche delle stesse. In particolare fra le missioni della p.a. vi sono: riduzione e controllo degli inquinamenti di aria, acqua e suolo; difesa del suolo e protezione dai rischi ambientali (naturali ed antropici); conservazione della natura e del paesaggio; controllo sull’uso delle risorse ambientali.

10 LA VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE -VIA
Introdotta nella legislazione federale degli Stati Uniti nel 1969 con il National Environmental Protection Act, è una procedura tecnico amministrativa tendente a valutare la compatibilità ambientale di alcuni progetti che potrebbero avere un impatto rilevante sull’ambiente: autostrade, grandi impianti industriali, ecc.. Nell’ambito della procedure viene prodotto un Rapporto di impatto ambientale (Environmental Impact Statement) che viene successivamente sottoposto alla valutazione di un pubblico dibattito. Da quest’ultimo possono derivare proposte di modifica del progetto fino al diniego alla realizzazione del progetto stesso.

11 LA VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE IN EUROPA
La direttiva n°337 del 1985 ha introdotto la Valutazione di impatto ambientale in Europa; essa prevede che vengano considerati gli effetti diretti ed indiretti su: l’uomo, la flora, la fauna il suolo, l’acqua, l’aria, il clima, il paesaggio i beni materiali ed il patrimonio culturale

12 LA VIA IN ITALIA La VIA in Italia è stata introdotta con il Dpcm del 1988 che ha recepito la direttiva UE del Il decreto, nel demandare alle Regioni il compito di elaborare specifiche normative nel merito, elenca le opere per le quali si rende obbligatoria la procedura di Via ed indica i settori rispetto ai quali debbono considerarsi gli impatti ambientali: demografia assetto sanitario societa’ territorio fauna vegetazione- flora ecosistemi suolo e sottosuolo acque superficiali, sott. e marine aria clima paesaggio e bb.cc.

13 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA - VAS
La valutazione d’impatto ambientale come strumento di controllo ex post dei progetti si applica nel momento in cui esiste già un progetto esecutivo ed alcune decisioni sono state assunte. Da qui l’idea di anticipare le procedure di valutazione nella fase di redazione degli strumenti urbanistici, che rappresentano il momento in cui vengono assunte le scelte di localizzazione. Con la direttiva n° 42 Del 2001 l’UE ha introdotto la Valutazione ambientale strategica (Vas), una procedura cui devono essere sottoposti piani territoriali e di sviluppo già nella fase della loro elaborazione.

14 I PIANI AMBIENTALI LA TUTELA DELLA NATURA E DEL PAESAGGIO
I piani dei parchi I Piani paesistici e paesistico territoriali IL CONTROLLO DEI RISCHI AMBIENTALI E DELL’INQUINAMENTO La difesa del suolo: la legge 183/1989 e i Piani di bacino Il rischio sismico ed i piani di protezione civile I piani di sicurezza industriale I piani del rumore ed antinquinamento I piani di smaltimento dei Rsu LA GESTIONE DELLE RISORSE AMBIENTALI I piani di gestione delle acque

15 IL METODO AMBIENTALE CENSIMENTO DELLE RISORSE AMBIENTALI
caratterizzanti il contesto territoriale (geologia, idrografia, flora, fauna, paesaggio, patrimonio storico- artistico, etc..).e delle invarianti ambientali, ovvero quelle porzioni o elementi del territorio che per le loro caratteristiche ecologiche, paesaggistiche o storiche non si prestano ad interventi di trasformazione

16 IL METODO AMBIENTALE QUADRO DEI VALORI AMBIENTALI
ovvero la predefinizione, per ogni tipo di risorsa o porzione di territorio, di caratteristiche qualitative e quantitative da considerarsi come obiettivo ad quem o standard minimo livelli di qualità soglie di tolleranza rischio ammissibile QUADRO DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALI che in base ai valori così predefiniti ed alle caratteristiche delle risorse ambientali, fissi per ognuna di esse le condizioni per il loro uso, le trasformazioni possibili e le caratteristiche che esse dovranno avere.

17 THE MAP OVERLAY

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19 LA MATRICE RISORSE AZIONI
LE RISORSE geologia, idrologia morfologia flora e fauna acqua e aria paesaggio beni culturali attivita’ economiche LE ATTIVITA’ agricoltura attivita’ produttive residenza a.d. resibenza b.d servizi tempo libero e ricreazione

20 LE TECNICHE DI VALUTAZIONE
EXPERT PANEL CHECK LIST MATRICI AZIONI COMPONENTI MATRICI DEGLI EFFETTI DIRETTI ED INDOTTI MAP OVERLAYS

21 LA ZONIZZAZIONE ED IL CONTROLLO SULL’USO DEL SUOLO
Assegnazione di una specifica funzione ad ogni porzione del territorio da urbanizzare, separando ed isolando le funzioni La normativa tecnica allegata definisce le modalità di utilizzo del suolo (indici di edificabilità) LE CRITICHE discontinuità della città moderna strumento autoritativo e poco flessibile impoverimento dello spazio urbano periferie anonime, quartieri dormitorio non considerazione degli aspetti della forma urbis

22 I CRITERI DI LOCALIZZAZIONE
Ricorso a criteri e metodi "razionali" e scientifici per assegnare ad ogni area la funzione più idonea. I modelli costruiti per decidere le scelte localizzative consideravano solitamente alcuni parametri chiave fra cui: i costi di urbanizzazione per portare nell'area acqua, luce, energia elettrica, etc..; l'andamento dei valori di mercato dei terreni considerati e di quelli limitrofi; le distanze con i luoghi di lavoro, il centro urbano ed i relativi tempi di percorrenza.

23 PIANIFICAZIONE AMBIENTALE E PIANIFICAZIONE URBANISTICA
Vincoli ambientali e vincoli urbanistici La pianificazione ambientale come momento che precede e si sovrimpone alla pianificazione urbanistica Necessità di integrazione fra Pianificazione ambientale ed urbanistica Un nuovo concetto di zonizzazione plurifunzionale basato sulla compatibilità e sostenibilità ambientale. Le invarianti ambientali o le aree non negoziabili Il Progetto come momento autonomo di verifica del piano e di controllo della qualità ambientale

24 LA CITTA’ SOSTENIBILE IL CAP. VII DI AGENDA 21

25 PROMUOVERE LO SVILUPPO DI INSEDIAMENTI UMANI SOSTENIBILI
Un ricovero adeguato per tutti Migliorare la gestione degli insediamenti Promuovere la pianificazione e la gestione di un uso del suolo sostenibile Promuovere sistemi energetici e di trasporto sostenibili Promuovere la pianificazione e la gestione degli insediamenti nelle aree a rischio ambientale

26 PROMUOVERE LO SVILUPPO DI INSEDIAMENTI UMANI SOSTENIBILI
Promuovere l’offerta integrata di infrastrutture: acqua, smaltimento dei rifiuti, sanità; Promuovere uno sviluppo sostenibile dell’industria delle costruzioni; Promuovere lo sviluppo e le capacità legate alle risorse umane.

27 LE POLITICHE PER LA CITTA’ SOSTENIBILE
INTEGRAZIONE E MULTISETTORIALITA’ sviluppo economico, occupazione, fiscalità, ecc.. aspetti sociali e culturali; aspetti amministrativi e gestionali aspetti spaziali PROCESSI DECISIONALI ALLARGATI E PARTECIPATI ENTI LOCALI CON PIU’ CAPACITA’ DI COORDINAMENTO E MENO NORME AUTORITATIVE

28 STRATEGIE PER LA CITTA’ SOSTENIBILE
Favorire la riqualificazione urbana (del centro come delle periferie), piuttosto che la crescita espansiva; Promuovere un uso del suolo con funzioni miste; Garantire spazi urbani flessibili ed adattabili; Favorire lo sviluppo di centri di piccole dimensioni ed autosufficienti (urban villages).

29 La sfida della complessità La città delle differenze
LA CITTA’ EGUALE La sfida della complessità La città delle differenze

30 GLI INTERESSI SPECIALI
Gli obiettivi generali suggeriti nel cap. VII di Agenda 21 sono: incrementare la qualità sociale, economica ed ambientale degli insediamenti umani, e gli ambienti di vita e di lavoro delle persone; sviluppare la cooperazione tecnica ed il partenariato fra la comunità ed i settori pubblico e privato; promuovere la partecipazione, nel processo decisionale della comunità tutta ed in particolare dei gruppi portatori di speciali interessi: donne, anziani, disabili, ecc;

31 Lo standard definisce la misura unitaria, di spazio abitativo, servizi, infrastrutture o di quant'altro sia calcolabile, ritenuta ottimale (o minima) per soddisfare le esigenze umane nello svolgimento delle diverse attività di svago, lavorative o residenziali; esso ha un valore universale, è riferito ad un uomo malamente pensato come organismo biologico, non tiene conto delle diversità geografiche, culturali, psicologiche, di età e di sesso. Egualmente ispirato ad una visione semplificata e riduzionista della città è la zonizzazione funzionale, ovvero l’applicazione del principio “un posto per ogni cosa ed ogni cosa al suo posto”. La zonizzazione è la concretizzazione formale e normativa dell’idea che una città possa essere ridotta a quattro funzioni fondamentali (aree residenziali, aree industriali, servizi ed aree verdi, viabilità) rigidamente separate nello spazio.

32 LA CITTA’ E GLI ANZIANI Nelle società contemporanee il numero delle persone anziane, in valore assoluto ed in percentuale sull’intera popolazione, è in crescita sensibile ed è destinato ulteriormente ad aumentare. In particolare nel nostro paese negli ultimi anni è cresciuto il numero di anziani tanto nella terza che nella quarta età (10 milioni di over 65 e circa 2,5 milioni di over 80 nel nostro paese). A questa sensibile crescita del numero di anziani corrisponde una ancor più sensibile crescita dei bisogni di infrastrutture e servizi urbani, sia in termini quantitativi che qualitativi. Con il miglioramento complessivo, infatti, delle condizioni di salute e grazie anche alla diffusione di attività lavorative meno logoranti e faticose, oggi è possibile arrivare all’età pensionabile ancora in buone condizioni fisiche e di salute.

33 Il tema delle soluzioni abitative per gli anziani sembra oggi aver acquisito un certo rilievo ed il dibattito e le concrete soluzioni sembrano orientarsi verso la proposizione di nuove “forme” abitative speciali che vanno dalla casa albergo, al residence, ai mini appartamenti dotati di servizi comuni, ecc. Allo scopo di superare questi evidenti limiti delle soluzioni esclusive per anziani, le più recenti tendenze in tal senso sembrano ispirate a due principi fondamentali: integrare l’anziano all’interno di comunità di non anziani. Tali soluzioni sembrano essere quelle di maggiore successo perché consentono agli anziani di condurre una vita “normale” a contatto con gli adulti e le generazioni più giovani. Su tale ipotesi sono state realizzate diversi Orange Gardens in Florida, garantire il massimo di autonomia possibile mantenendo l’anziano nella propria abitazione; diverse inchieste ed indagini effettuate hanno dimostrato che, quando le condizioni economiche e di salute lo permettono, gli anziani preferiscono “badare a se stessi” e fare da sé.

34 LA CITTA’ E LE DONNE Le città moderne sono state pensate, progettate ed organizzate secondo modelli formulati all’inizio del XX secolo, in funzione esclusiva dei tempi, dei ritmi e dell’organizzazione del lavoro, quando questo era quasi esclusivo appannaggio degli uomini e quando il ruolo delle donne nella società era ancora prevalentemente quello di casalinga e di madre. La separazione delle funzioni, soprattutto quella principale fra aree residenziali (periferiche e sostanzialmente femminili) e i luoghi del lavoro e dello scambio (centrali e sostanzialmente maschili) ha riproposto nella sostanza la divisione dei sessi ed è all’origine del particolare rapporto che lega uso del suolo e sistema dell’accessibilità a/fra le diverse aree urbane.

35 LA CITTA’ E LE DONNE Alcune linee di azione su cui muoversi:
una maggiore integrazione delle funzioni a livello urbano, allo scopo di ridurre gli spostamenti da un luogo all’altro; una diversa organizzazione e pianificazione dei tempi e degli orari da rendere più flessibili e più aderenti alle esigenze delle donne, ma non solo; una maggiore attenzione ai temi della sicurezza. migliorare la dotazione dei servizi alla persona; le donne spesso non hanno un proprio spazio a casa; nei complessi residenziali mancano spazi giochi e luoghi sicuri sotto casa dove i bambini possono stare, e l’elenco potrebbe proseguire.

36 LA CITTA’ E I BAMBINI Alla conferenza di Istanbul “Habitat II” del 1996, ad esempio, l’Unicef ha lanciato il progetto Child friendly cities, tendente a coniugare i temi della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia con le problematiche ambientali. Il progetto ha come obiettivo la creazione di un ambiente urbano sano, sicuro e favorevole allo sviluppo del bambino. In Italia nel 1998 il Ministero dell’Ambiente ha istituito il premio per la Città sostenibile dei bambini e delle bambine con lo scopo di attivare a livello nazionale il progetto dell’Unicef; simili iniziative ormai coinvolgono tutti i governi europei e centinaia di amministrazioni locali in ogni parte del mondo.

37 migliorare la qualità complessiva dell’aria e dell’acqua, aspetto estremamente importante per quanto attiene i bambini, essendo questi più sensibili all’inquinamento atmosferico o idrico e maggiormente vulnerabili, ma che sicuramente interessa la popolazione urbana nel suo complesso; migliorare l’accessibilità alle diverse parti della città, liberare le strade dal traffico allo scopo di renderle più sicure e restituirle anche alla loro funzione di spazi di relazione ed incontro; creare luoghi per il gioco, il riposo e lo svago all’interno dei quali potranno certamente esserci appositi spazi dedicati ai bambini, ma in grado di favorire i rapporti intergenerazionali, la socializzazione, l’incontro ed in sintesi l’apprendimento.

38 Il controllo e la mitigazione dei rischi ambientali e delle catastrofi
LA CITTA’ SICURA Il controllo e la mitigazione dei rischi ambientali e delle catastrofi


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