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PSICOLOGIA DEL BAMBINO MALTRATTATO

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Presentazione sul tema: "PSICOLOGIA DEL BAMBINO MALTRATTATO"— Transcript della presentazione:

1 PSICOLOGIA DEL BAMBINO MALTRATTATO
Punto di partenza: diversa visione dell’infanzia a partire dagli anni ’60: Bambino soggetto di diritti Bambino competente Studi pionieristici: Spitz (1958) Bowlby (non solo fantasie ma realtà)

2 STORIA Già nel 1946 era noto il fenomeno del “ child abuse and neglect “a partire dalle osservazioni critiche di Caffey e Silverman due radiologi che avevano individuato l’esistenza di maltrattamenti dallo studio di esami radiologici cui era stato sottoposto un numero significativo di bambini (Campanini 1993) Dichiarazione ONU dei diritti del bambino del il bambino diventa “ soggetto di diritto “ e non più soggetto sottomesso all’autorità parentale e degli adulti. Nel 1961 H. Kempe formalizza con una relazione all’Annual Meeting of American Academy of Pediatrics il fenomeno della violenza ai bambini definendolo “ battered child syndrome”

3 DEFINIZIONE DI ABUSO Gli atti e le carenze che turbano gravemente il bambino, attentano alla sua integrità corporea, al suo sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono la trascuratezza e/o lesioni di ordine fisico e/o psichico e/o sessuale da parte di un familiare o di altri che hanno cura del bambino. (IV Colloquio Criminologico, Consiglio d'Europa, Strasburgo 1978)

4 Ogni forma di maltrattamento o sfruttamento del minore, sia abuso fisico, sessuale e/o emozionale, o trascuratezza che determina un danno effettivo o potenziale e compromette la salute, la sopravvivenza, lo sviluppo o la dignità del minore, nell’ambito di un rapporto di responsabilità, fiducia o potere. WHO 1999

5 Difficoltà di produrre definizioni univoche
Consiglio di Europa (1981) Maltrattamento familiare Maltrattamento extrafamiliare (sfruttamento, guerra, povertà)

6 Differenziare violenza specifica all’infanzia da altri problemi sociali (Finkelhor e Korbin, 1988)
Classificazione del Child Protection register inglese (Gibbons et al., 1995) Trascuratezza (grave o persistente negligenza) Maltrattamento fisico Abuso sessuale Abuso emozionale

7 NEGLECT CHILD PROTECTION REGISTER 1991
GRAVE O PERSISTENTE TRASCURATEZZA NEI CONFRONTI DI UN BAMBINO O FALLIMENTI NEL PROTEGGERLO DALL’ESPOSIZIONE A QUALSIASI GENERE DI PERICOLO, INCLUSO IL FREDDO E LA FAME O ANCHE INSUCCESSI IN ALCUNE IMPORTANTI AREE DELL’ALLEVAMENTO CHE HANNO COME CONSEGUENZA UN DANNO SIGNIFICATIVO PER LA SALUTE O PER LO SVILUPPO PSICOLOGICO. IN CHIAVE CROSS-CULTURALE SI POSSONO INCLUDERE DISCRIMINAZIONI E TRASCURATEZZE SELETTIVE DOVUTE ALL’APPARTENENZA A GRUPPI SPECIFICI dams

8 PHYSICAL INJURY CHILD PROTECTION REGISTER 1991
MALTRATTAMENTO FISICO CHE HA COME CONSEGUENZA UN DANNO, MA ANCHE IL FALLIMENTO NEL PREVENIRLO. SONO INCLUSI GLI AVVELENAMENTI INTENZIONALI, IL SOFFOCAMENTO E LA SINDROME DI MUNCHAUSEN PER PROCURA. ALCUNI AUTORI INCLUDONO L’OMICIDIO INFANTILE, LE CONSEGUENZE DELLE OSTILITA’ TRA GRUPPI E I DANNI DETERMINATI DA PRETICHE RITUALI dams

9 SEXUAL ABUSE CHILD PROTECTION REGISTER 1991
E’ LO SFRUTTAMENTO SESSUALE DI BAMBINI O ADOLESCENTI IMMATURI SUL PIANO DEL LORO SVILUPPO PSICO-FISICO. SONO INCLUSE LA PROSTITUZIONE INFANTILE E LA PORNOGRAFIA dams

10 EMOTIONAL ABUSE CHILD PROTECTION REGISTER 1991
CORRISPONDE A CIO’ CHE COMUNEMENTE DEFINIAMO MALTRATTAMENTO PSICOLOGICO. S’INTENDE UN PERSISTENTE MALTRATTAMENTO EMOTIVO/PSICOLOGICO O UN RIFIUTO EMOTIVO IN GRADO DI DETERMINARE CONSEGUENZE NEGATIVE SULLO SVILUPPO EMOTIVO E COMPORTAMENTALE DEL MINORE dams

11 La Sindrome di Munchausen per procura implica la deliberata falsificazione di segni e sintomi fisici e/o psicologici in un bambino da parte dei genitori per un loro bisogno psicologico. Esistono due forme: La simulazione in cui chi determina il danno agisce inventando verbalmente la malattia della vittima. La produzione in cui il danno viene indotto attivamente e i metodi maggiormente usati sono l’avvelenamento (droghe, farmaci anticonvulsivanti,tranquillanti,insulina) o il soffocamento.

12 ABUSO SESSUALE IL COINVOLGIMENTO DI MINORI IN ATTIVITA’ SESSUALI DA PARTE DI SOGGETTI ADULTI FINALIZZATO AL SODDISFACIMENTO DI QUESTI CHE APPROFITTANO DELLA CONDIZIONE DI INFERIORITA’ FISICA E PSICHICA DEL MINORE STESSO NON IN GRADO DI COMPRENDERE IL SENSO DELL’ATTO dams

13 ABUSO SESSUALE SI PARLA DI ABUSO SESSUALE QUANDO UN BAMBINO E’ COINVOLTO IN ATTIVITA’ SESSUALI CHE NON PUO’ COMPRENDERE, PER LE QUALI E’ PSICOLOGICAMENTE IMPREPARATO E PER LE QUALI NON PUO’ DARE IL PROPRIO CONSENSO E/O CHE VIOLANO LE LEGGI O I TABU’ SOCIALI. dams

14 Entità del fenomeno Studi retrospettivi Studi di popolazione
Problemi metodologici Vittimizzazioni pandemiche

15 Casi dal 1985-1997 al CBM di Milano – 448 minori appartenenti a 261 famiglie

16 Differenze di genere

17 Differenze di genere

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19 Età del bambino e tipologia di violenza

20 Durata della violenza in funzione dell’età

21 Provvedimenti di tutela in funzione dell’età dei bambini

22 Le conseguenze psicologiche delle diverse forme di violenza
Impossible stabilire una relazione diretta tra forma di maltrattamento e conseguenze psicologiche Etiologia multifattoriale Contesto familiare (es. genitore maltrattante + genitore trascrante) Associazione tra le diverse forme di maltrattamento Durata del maltrattamento

23 Maltrattamento psicologico
È praticamente presente in tutte le forme di maltrattamento Secondo l’Office for the study of the Psychological Rights of the Child (Indiana) Disprezzare Terrorizzare Isolare Sfruttare Corrompere Mancare di responsività emozionale Trascuratezza salute psicologica, medica ed educativa

24 Sintomi: Enuresi Encopresi Dca Bassa stima di sé Instabilità emozionale Ecc. Aree compromesse: Attaccamento (70% att. Insicuro) Adatamento e competenze sociali Problemi comportamentali Ablità cognitive e problem solving Apprendimento scolastico

25 Effetti della conflittualità genitoriale (modello di Grych e Fincham, 90
Processualità del danno Elaborazione delle informazioni da parte del bambino: cosa c’entro io e cosa posso fare io? Attribuzione interna-esterna Conseguenze all’immagine di sé del bambino costantemente rimproverato

26 Effetti della trascuratezza
Se intesa come mancanza di responsività è presente in tutte le forme di maltrattamento Segni meno evidenti ma anche più gravi

27 SOMMINISTRAZIONE PATOLOGICA DELLE CURE
Somministrazione delle cure agita dai genitori o da chi è legalmente responsabile del minore in maniera disfunzionale e distorta. Questi non provvedono adeguatamente e compiutamente ai bisogni fisici e psichici del minore soprattutto se valutati in rapporto alla sua età ed al suo sviluppo evolutivo.

28 SOMMINISTRAZIONE PATOLOGICA DELLE CURE
Incuria: Si realizza quando le cure sono assenti o carenti Discuria: Si realizza quando le cure fornite non sono adeguate ed appropriate all’età e al momento evolutivo Ipercura: Si realizza quando le cure somministrate sono in eccesso o patologiche

29 INCURIA Indicatori fisici Vaccinazioni non eseguite Carie dentarie Patologie acute o croniche non trattate Scarsa igiene,dermatiti recidivanti,scabbia,pediculosi Denutrizione,ipernutrizione SPM inadeguato Indicatori comportamentali ed emotivi Pigrizia, stanchezza Scarso rendimento scolastico Disturbi dell’attenzione Frequenti incidenti

30 Comparazione tra maltrattamento e trascuratezza
Effetti comuni aggressività Effetti differenziati isolamento Effetto dell’età di inizio della trascuratezza

31 Abuso sessuale È il più grave – mai da solo Problema della testimonianza (ricerca sul caso di rignano flaminio) Disturbo post traumatico da stress Abuso ritualizzato

32 Maltrattamento fisico (Kempe, 1962)

33 Maltrattamento fisico
E’ l’espressione di quelle azioni violente perpetrate dall’adulto nei confronti di un minore Prevede ogni tipo di azione fisicamente dannosa ma soprattutto lesiva della incolumità fisica del minore Abuso attivo esercitato con intenzionalità

34 Maltrattamento fisico
Fattori di rischio: Sociali Condizioni abitative inadeguate Disoccupazione Familiari Conflittualità nella coppia genitoriale Alcolismo Tossicodipendenza Disturbi comportamentali dei genitori Separazione conflittuale dei genitori

35 Maltrattamento fisico
Indicatori Tipologia delle lesioni Morfologia Localizzazione Numero Cronologia Età del minore

36 Tipologia Lesioni cutanee Morsi Ecchimosi Ematomi Ustioni cutanee e mucose Graffi Escoriazioni Ferite lacero contuse Lesioni sheletriche Fratture ossa lunghe (coste,omero,femore) Fratture del cranio Traumi cranici Ematomi subdurali Emorragia intraoculare Otorragia e/o epistassi Traumi viscerali Organi addominali Organi endotoracici

37 Maltrattamento fisico
Indicatori comportamentali ed emotivi: Iper-reattività del bambino ed esplosioni di ira Comportamento assillante Richieste irrealistiche Attaccamento agli estranei e resistenza a tornare a casa Sottomissione immediata per timore di una reazione degli adulti Isolamento sociale del bambino Disturbi del sonno Rilevabili in genere da psicologo, educatori o parenti

38 Analisi delle conseguenze a partire da una rilfessione sulle competenze infantili
Parole chiave: Bambino sociale – fantasie genitoriali – aspettative deluse – mancata sincronia genitore bambino – intersoggettività primaria – suzione ce prototipo del dialogo - alternanza dello sguardo e coorientamento - sensibilità uditiva e voce materna - preferenza per il volto umano – rappresentazioni genitoriali del bambino – immagine di sé del bambino maltrattato - emozioni nei bambini matrattati : meno capaci di riconoscere – meno capacvi di riconoscere, regolare e compendere le conseguenze degli stati affettivi -

39 vergogna colpa focus globale specifico malessere + - fenomenologia
Ritiro, impotenza, sentirsi senza valore Tensione, rimorso rimpianto scisso unitario Impatto sul sè compromissione Non svalutato Preocupazione dell’altro Timore del giudizio Timore delle conseguenze Processi controfattuali Eliminare qualche aspetto di sè Eliminare comportamento motivazioni Fuga, nascondimento Desiderio di confessare, riparare

40 Emozioni morali colpa e vergogna
Dopo il 1 anno di vita Vergogna – base di molti disturbi psicologici Non ha valenza adattiva È provata nel rapporto con persone affettivamente vicine. Colpa >> madre depressa << empatia (vedi) 18 mesi compaiono – imbarazzo come precursore Capacità di far finta Importante differenziare il sé dalla situazione (vergogna vs colpa)

41 Fenomeni importanti nella comprensione delle emozioni
Differenziazione realtà-finzione Capacità di far finta, di comprendere il “come se” e di iniziare a padroneggiare l’ambiguità (24 mesi) Regole di ostentazione Capacità di modificare deliberatamente le proprie emozioni in accordo con le regole sociali (3 anni) Capacità di capire ciò che avviene nella mente dell’altro e di attribuirgli stati mentali, desideri,pensieri, intenzioni, ecc. (4-5 anni) Teoria della mente Capacità di comprendere la presenza simultanea di emozioni contrastanti (9 anni) Ambivalenza

42 L’attaccamento nei bambini maltrattati

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45 Le relazioni di attaccamento sono centrali per comprendere gli effetti della violenza intrafamiliare. Lo stesso Bowlby approfondì il tema della violenza nella famiglia per spiegare reazioni abnormi dei bambini alla poca responsività materna. Gli studi sul rapporto tra attaccamento e maltratamento fino agli anni ’80 si sono concentrati sui principali 3 stili. Successivamente si presetrà attenzione allo stile disorganizzato (pattern D). Nei bambini maltrattati emergeva un’alta percentuale (40-50%) di bambini con attaccamento evitante (rispetto al 15% del gruppo di controllo) e del 20’% di attaccamento ambivalente (Studi di Crittenden). A partire dagli anni ’80 compare un pattern evitante-ambivalente che poi darà vita allo stile disorganizzato. Già a un anno i bambini maltrattati diventano accomodanti, inibiscono emozioni di collera >> compliance compulsiva (ipervigilanza e accondiscendenza)

46 Non sempre la risposta è organizzata in modo lineare.
Path alternativo: risposta negativa, resistente (legata anche all’impossibilità di capire cosa può andare bene al genitore maltrattante Maltrattamento fisico Risposta negativa resistente Risposta compulsiva accondiscendente trascuratezza Intensificazione della richiesta di vicinanza e fastidio per la madre

47 Pattern disorganizzato >> arrivo dei gneitori provoca confusione o pianto.
Presente nel28% dei bambini provenienti da famiglie problematiche Problema della permanenza degli effetti. I modelli operativi interni agiscono anche nelle relazioni extrafamiliari. E possono agire nel corso della vita con effetti immediati in età scolare. Un pattern disorganizzato è connesso allo scoppio di violenza e ostilità 71% bambini aggressivi mostrano attaccamento disorganizzato Vedi studio successivo

48 Profilo Ansioso-Evitante Sicuro Ansioso-Ambivalente Disorganizzato Maschi – Alta Problematicità 7.1 % (1) 42.9% (6) 35.8 % (5) 14.3 % (2) Maschi – Bassa Problematicità 28.6 % (4) 50 % (7) 21.4 % (3) / Femmine – Alta Problematicità 42.9 % Femmine – Bassa Problematicità 50% 35.7 % Totale 19.6 % (11) 44.6 % (26) (15) 7.1% (Miranda, Bacchini, 2008)

49 Trasmissione intergenerazionale dell’attaccamento:
Madri maltrattate non hanno ricordi positivi del legame con la propria madre con cui identificarsi. (pag. 91) Continuità e discontinuità dello sviluppo Rutter: le esperienze precoci mantengono un effetto indipendentemente da ciò che avviene nelle fasi successive della vita Famiglia maltrattante >>> attacc. Problematico >>> esportazione dei modelli nelle relazioni scolastiche >>> incapacità di accogliere stimoli positivi dall’ambiente >>> deterioramento delle relazioni sociali extrafamiliari >>> conferma dei modelli operativi interni Importanza di interventi precoci che spezzino la continuità Non accogliere una prospettiva deterministica

50 Critica al monotropismo
Modifiche al sistema familiare inducono rapido mutamento ai MOI Ruolo centrale della conflittualità familiare: modello di Davies e Cummings Co-occorrenza delle esperienze negative Studio di Styron e Bulman (1997): i sintomi depressivi in età adulta sono più consistenti se i primi attaccamenti sono stati negativi e non si sviluppa capacità di fronteggiare lo stress. Alexander: il maltrattamento avviene in un contesto relazionale già caratterizzato da attaccamento insicuro per cui il bambino è meno in grado di difendersi dalle esperienze avverse Ruolo di mediazione dei pattern di attaccamento. Effetto dell’attaccamento anche sulle capacità metacognitive e sulle abilità cognitive in generale

51 Norme e regole Influenza del maltrattamento sullo sviluppo delle norme: Mancanza di regolarità normativa del contesto. (incoerenza educativa). Deformazione dei concetti di giustizia, norma, equità. Bisogno dei bambini di aderire ad uno standard (Kagan) Nei bambini vittime di maltrattamento vi è una compromissione delle regolarità normative e ciò può essere la base per lo sviluppo di successivi comportamenti antisociali

52 Assenza di regolarità: difficile comprendere cosa sia giusto o sbagliato e perché.
Se il b.no piange può essere talvolta consolato talaltra rimproverato e denigrato Viene compromessa la capacità di distinguere tra convenzionale e morale perché si passa da un contesto di regole ad un altro. Nell’abuso sessuale il passaggio da un sistema di regole all’altro è massimo.

53 Compromissione dell’empatia
Incapacità di soccorrere chi è in difficoltà e di tollerare il dolore altrui Pag. 102

54 antisocialità È originato soprattutto da maltrattamento fisico e trascuratezza. Compromissione di capacità empatiche e prosociali. Confusione sulle norme Disregolazione emotiva Apprendimento di modelli violenti Risposta violenta come riequilibratrice dei torti subit Col tempo diminuiscono colpa e vergogna e prevale la rabbia (109)

55 Fattori di rischio – fattori protettivi (cap. 4)
La difficoltà di individuare correttamente il ruolo dei fattori di rischio è dovuto al ruolo di mediazione di numerose variabili: età, durata, gravità ecc. Difficoltà dovuta alla ricostruzione a posteriori Pochissimi studi prospettici Numerosissimi casi che sfuggono all’osservazione che si concentra sulle famiglie multiproblematiche

56 Relativamente al ruolo dei fattori di rischio e di protezione bisogna analizzare il problema in termini di modelli multifattoriali Il modello monofattoriale è soprattutto di derivazione medica Quello multifattoriale segue una prospettiva bio-psicosociale E’ preferibile utilizzare il termine “profilo di rischio” : Molti fattori di rischio Criteri di base: fattori necessari Criteri aggravanti, ad es. povertà, famiglia monoparentale, ecc. In letteraturea si usa spesso il termine resistenzxa o resilienza Preferibile parlare di vulnerabilità e fattori protettivi.

57 Modello di causalità diretta
(monofattoriale) A Z Comportamento problematico Fattore di rischio Danno perinatale genitore psicotico Svantaggio socio-ambientalee Deficit apprendimento disturbo mentale Condotte devianti

58 Modello di causalità multifattoriale
(addittivo) A B Z C Danno perinatale + povertà Deficit apprendimento Aggressività + insuccesso scolastico + stile educativo autoritario Condotta deviante

59 Modello di causalità multifattoriale
(interattivo) A B Z C Contesto svantaggiato Nessun effetto diretto Disciplina coercitiva Problemi compportamentali Ambiente ceto medio

60 P R P R Z R P P R Modello bio-psico-sociale
(analisi delle transazioni reciproche) P R P R Z R P P R tempo

61 Ruolo delle esperienze condivise e non condivise (Dunn, 1997)
Ruolo delle esperienze condivise e non condivise (Dunn, 1997). Ad esempio tutti i figli condividono una certa trascuratezza in una famiglia povera ma alcuni possono avere un aggravamento della esperienza di maltrattamento se il figlio assume un ruolo particolare nella famiglia, es. capro espiatorio.

62 Fattori aggravanti Fattori protettivi Entrambi i genitori abusanti Presenza di un genitore testimone partecipe continuità Non continuità dell’abuso Forme multiple di abuso Esperienze positive nei primi anni di vita Setimenti depressivi Buona stima di sé Attaccamento insicuro o disorganizzato Attaccamento sicuro Colpa vergogna Buona regolazione emotiva Mancato controllo impulsi Buona intelligenza

63 Variabili cruciali come fattori di rischio
Cronicità – temporaneità La situazione più frequente è il maltrattamento cronico, però in caso di episodi occasionali sono maggiori le possibilità di superamento del trauma. Questo principio si applica poco alla trascuratezza che per definizione è quasi sempre cronica Possono intervenire fattori destabilizzanti come una improvvisa crisi economica o una patologia mentale dei genitori.

64 Vi è un aumento crescente dei casi di trascuratezza che hanno determinato l’incremento di quella condizione chiamata non organic failure to thrive consistente in un blocco complessivo della crescita. Molto spesso una patologia psichiatrica della madre ne è all’origine. Le conseguenze di carenti cure fisiche e psicologiche nei primi anni di vita hanno spesso conseguenze a lungo termine. Molto diversa sembra la condizione di chi ha invece ricevuto cure adeguate nei primi anni di vita.

65 Un fattore molto rilevante sembra essere la conflittualità genitoriale che finisce molto spesso per avere ripercussioni sui figli. In particolare il ruolo della madre sembra essere condizionato da gravi conflittualità coniugale se nella relazione è l’elemento più debole e succube.

66 Importante è il concetto di coping: come il bambino fronteggia la situazione di maltrattamento.
Il fatto che il bambino sia precocemente posto nella necessità di utilizzare difese di coping non rende il bambino più forte ma più vulnerabile perché limita le strategie a sua disposizione. A sei mesi i bambini sono già turbati dinanzi al conflitto dei genitori A 2-3 anni sono visibilmente sconvolti A 4-5 anni prevale la paura Il modello di Cummings spiega cosa accade: il bambino anziché diventare più forte va incontro ad una ipersensibilizzaizone verso il conflitto. Diventa cioè più vulnerabile (eccesso di attivazione). Le sue reazioni inadeguate hanno spesso l’effetto di stimolare negativamente i genitori creando un circolo vizioso.

67 Cruciale è il ruolo della madre specie quando è il padre ad essere colui che agisce la violenza.
Il bambino puà prendere inizialmente le difese della madre. Concetto chiave: non sempre occorre essere diretta vittima di maltrattamento, anche l’esserne osservatori può costituire un trauma ed innescare le reazioni tipiche.

68 La gravità dell’esperienza può giocare un ruolo cruciale: es
La gravità dell’esperienza può giocare un ruolo cruciale: es. minacce di morte, lesioni gravi ecc. Ancora una volta il fattore protyettivo per eccellenza è la presenza di un genitore protettivo. Vi sono quindi due categorie chiave: Cronicità Gravità Trauma Grave elevata isolata > più facilmente superabile Trauma Cronico > evolve facilmente verso psicopatologia Trascuratezza (non ha le caratteristiche del trauma) > confusione sulla sfera affettiva.

69 Ruolo moderatore del genere : maschi esternalizzanti, femmine internalizzanti
Abuso sessuale > violenza autodiretta Maltrattamento fisico > violenza eterodiretta

70 Il ruolo del genitore testimone partecipe
Genitore capace di mantenere una relazione affettivamente valida col figlio anche se il genitore è più debole o vulnerabile. Avere affianco a sé un genitore come vittima aiuta a dare senso a ciò che sta accadendo e crea minore confusione nella costellazione affettiva del figlio in fase di sviluppo. Tuttavia non va esaltata la figura del genitore debole che indubbiamente può essere fonte di deboli processi di identificazione La stessa debolezza del genitore può essere vista come una forma di maltrattamento. Un genitore troppo debole e succube non percepisce nemmeno fino in fondo la natura del maltrattamento. Dove va la collera? > azioni di rimozione.

71 Il ruolo di adulti significativi anche all’esterno della famiglia : operatori di comunità può avere una importante funzione riparativa. La situazione più difficile è quella dell’abuso sessuale che spesso viene compiuto in assenza di “testimoni” di alcun tipo.

72 Il ruolo della memoria Ricordare – non ricordare Poiché la memoria ha una struttura narrativa correlata col senso di sé, a volte la rimozione può essere una strategica per salvaguardare il senso di sé. Poiché la rimozione attiuva una serie di difese nevrotiche, il funzionamento dell’individuo è compromesso. La terapia psicologia può essere in molti casi positiva. Modello di Crittenden: falasa interiorizzaizone dei bambini: ad es. la madre nega il problema ed essi stessi si identificano con una madre che nega. L’apparenza è che tutto vada bene. Falso adeguamento alla realtà. L’intervento spesso deve essere compiuto in difesa della madre stessa.

73

74 Conseguenze: sindrome post traumatica da stress
Sensazione di rivivere l’eventi traumatico (pensieri, immagini, sogni, dissociazioni Evitamento stimoli associati al trauma (depressione , isolamento) Attenuazione reattività generale e aumento arousal (distrubi sonno, irritabilità, ipervigilanza, difficoltà concentrazione) Memorie intrusive Cambio di atteggiamento verso le persone Ambivalenza e oscillazione tra l’evitamento e il rivivere

75 Si può parlare di PTSD in bambini maltrattati?
Prevalgono i sintomi di evitamento nei casi di sexual abuse Fattori di mediazione Maltr fisico -- numero aggressori, violenza aggressione – PTSD Abuso sessuale -- durata dell’abuso, familiare - PTSD Maltr – vissuti di colpa – Maltr – esperienze pregresse – Maltr – figure familiari protettive – cure familiari – età del bambino <6 anni – Studio di Kilpatrick e Willimas (98) : età, sesso, coping, lucus of control, colpevolizzazione

76 Distinguere tra trauma inaspettato e trauma ripetuto e abituale
Nel primo caso: ricordo vivido della situazione Secondo caso: anticipazione mentale dell’evento, dissociazione, tristezza e collera Problema della memoria e della testimonianza: 2 anni età in cui vi è capacità di codifica e conservazione delle esperienze 3 anni capacità di fornire informazioni dettagliate 5 anni capacità di recupero (strategie mnestiche) Errori: temporalità, sequenza, protagonisti Nel caso di ripetuto abuso i ricordi sono più vaghi, dimenticanza selettiva,

77 Effetti a lungo termine
La guerra è il prototipo Specificità della paura (es stupro) Generalizzazione della paura (vittime di guerra e maltrattamento) Perché effetti a lungo termine? Teoria del condizionamento (Carlson et al 1997) per cui anche stimoli neutri possono agire Aspettativa generale di pericolo (una sorta di impotenza appresa) Dissociazione e amnesia temporanea che ricompare

78 Modello a cinque fattori di Carslon 1997
Fattori biologici Episodi precdenti o successivi all’abuso Statidio di sviluppo Contesto sociale Gravità abuso Condivisione sociale vs ruminazione Alcuni sintomi: Somatizzazione Dissociazione Disturbi relazioni affettive Identità e personalità

79 Normale reazione o malattia?
Reazione normale ad una situazione anormale Situazione complessa perché la vittima è anche in condizioni di nuocere a qualcuno – sintomatologia molto complessa


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