La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Corso di Pianificazione Territoriale Arch. Daniele Ronsivalle

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Corso di Pianificazione Territoriale Arch. Daniele Ronsivalle"— Transcript della presentazione:

1 Corso di Pianificazione Territoriale Arch. Daniele Ronsivalle
Facoltà di Architettura di Palermo - Facoltà di Ingegneria di Palermo Consorzio Universitario della Provincia di Agrigento Master in Sistemi Informativi Territoriali a.a. 2004_05 Corso di Pianificazione Territoriale Arch. Daniele Ronsivalle Quadro storico dei paradigmi della pianificazione territoriale tra "scienza" e "pratiche"

2 La molteplicità degli approcci
La pianificazione può essere rappresentata come una “galassia” di teoria e di discipline che nel corso degli ultimi due secoli hanno contribuito alla sua formazione

3 Amsterdam1928: il disegno della città per la previsione delle azioni future
Il disegno dei quartieri sud prefigura la forma della città e definisce la “costruzione” di nuovo territorio: la compatibilità dell’interesse privato e delle finalità pubbliche come chiave per la costruzione del futuro.

4 Arcosanti: un altro modo di trasferire l’idea nell’azione

5 Il legame tra conoscenza e azione
I temi dell’impegno del pianificatore si possono riassumere in due definizioni di base: la pianificazione è legame tra idea e azione (Friedmann, 1987) la pianificazione è la premeditazione dell’azione (Harris, 1987)

6 La Cité industrielle: il disegno della città futura come “nuova arte”
Una nuova città, disegnata nel suo insieme e ripensata nelle sue singole componenti: la cité industrielle di Garnier coglie le istanze di rinnovamento e di impegno e trasforma l’approccio: la città deve essere bella e funzionale.

7 La nuova città progettata nelle sue viscere e nei suoi meccanismi
L’arte di disegnare la città si concretizza anche nelle rinnovate capacità tecniche, nelle innovazioni, con cui la città viene ridisegnata.

8 L’arte di progettare la città
La pianificazione, in particolare alla scala urbana, può essere vista, quindi, come strumento per la configurazione della “forma” della città. La pianificazione è “arte di progettare la città”, strumento per la definizione del disegno d’insieme della città.

9 Il patto di associazione tra gli uomini: spazio e società
La riorganizzazione della città è come occasione di rinnovamento sociale: il disegno della città per Le Corbusier è occasione per la ricostruzione della società.

10 Il prodotto del patto di associazione tra gli uomini
La città è la massima espressione della cultura umana: essa è il luogo del “patto sociale” di convivenza tra gli uomini. La pianificazione è: l’espressione di questo patto di associazione la scienza che interpreta le ricadute spaziali del patto di associazione la scienza che contribuisce, nella riorganizzazione dello spazio, alla riorganizzazione della società

11 I piani della razionalità: lo studio statistico-scientifico per la costruzione delle previsioni
La valutazione delle condizioni al presente, la previsione scientificamente supportata dagli studi statistici è la base metodologica della costruzione del Piano di Amsterdam del La città esistente non può essere rifiutata, ma va governata e indirizzata. Il piano di Amsterdam del 1928

12 I piani della razionalità: lo studio statistico-scientifico per la costruzione delle previsioni
Il tema dell’amministrazione dello spazio urbano è particolarmente presente nel Piano per la Grande Londra: il metodo scientifico viene applicato alla organizzazione di una delle più grandi e complesse conurbazioni del mondo. Schemi di flusso, grafici, strumenti statistici sono evidenti in tutti gli elaborati di piano.

13 I piani della razionalità: lo studio statistico-scientifico per la costruzione delle previsioni
La crescita della popolazione urbana e la definizione di trend di crescita sempre più preoccupanti contribuisce alla costruzione degli indirizzi di sviluppo delle grandi città europee del secondo dopoguerra: il piano delle “Cinque dita” di Copenhagen e il piano della regione di Stoccolma sono esemplificativi della razionalità scientifica della costruzione delle previsioni Il piano per la regione di Stoccolma (1952) Il piano delle “Cinque dita” di Copenhagen (1946)

14 La scienza dell’organizzazione spaziale dell’insediamento umano
La pianificazione sovrintende all’organizzazione materiale dell’insediamento umano adoperando metodologie fondate sul metodo scientifico, quindi: costruisce analisi sistematiche della realtà, definisce sintesi valutative, costruisce soluzioni per la complessa realtà urbana.

15 Processi complessi per la crescita territoriale della Sicilia centro-occidentale
Il piano di sviluppo democratico delle Valli del Belice, del Carboi e dello Jato. Azioni nel campo della organizzazione del territorio, delle economie locali e delle politiche sociali si integrano per costruire visioni future: il piano individua i mezzi più adatti per raggiungere questi obiettivi attraverso la definizione delle risorse territoriali.

16 La pianificazione come processo complesso per il raggiungimento di specifici obiettivi
“La pianificazione è un processo attraverso cui preparare un insieme di decisioni per l’azione nel futuro, dirette al conseguimento di obiettivi mediante mezzi preferibili” (Dror, 1963)

17 La molteplicità degli approcci
Giovanni Astengo (1966) definisce l’urbanistica come “la scienza che studia i fenomeni urbani in tutti i loro aspetti avendo come proprio fine la pianificazione del loro sviluppo storico, sia attraverso l’interpretazione, il riordinamento, il risanamento, l’adattamento funzionale di aggregati urbani già esistenti e la disciplina della loro crescita”. IL RUOLO DELL'ANALISI COMPLESSA ED INTEGRATA Secondo Archibugi (1987) un piano potrebbe essere definito come un modello o uno schema di riferimento e di guida per orientare un’azione di governo del territorio: la pianificazione territoriale esplica quindi la sua funzione di riferimento (sociale, istituzionale, economico) per orientare le decisioni dei soggetti istituzionali, ma anche di quelli sociali. GUIDA E SCHEMA DI RIFERIMENTO Secondo Faludi (1973) la pianificazione è “l’applicazione del metodo scientifico alla decisione politica”, definizione che mette in evidenza due elementi di grande rilievo e fortemente connotanti la visione olandese della pianificazione: uno è l’attenzione alla scientificità del metodo con cui si attua la pianificazione, scientificità che qui diventa sinonimo di attenzione al contesto e di capacità di modifica sul territorio: un intervento sul territorio che ha alle spalle la forza del metodo scientifico può permettersi di intervenire con forza sulle modalità di fruizione, sugli usi. SCIENTIFICITÀ DEL METODO PER LA DECISIONE

18 La molteplicità degli approcci
Il contributo di Lindblom e Cohen (1979) e di Fischer e Forester (1993) conduce alla svolta argomentativa, cioè al riconoscimento della politica come argomentazione, e contemporaneamente al ruolo formativo dell’argomentazione nello sviluppo della politica, nel campo della pratica ha prodotto la definizione del progetto come azione riflessiva (Schon, 1983). Ne deriva la definizione di piano strategico come coordinamento continuo di una pluralità di soggetti (individuali o associati) ciascuno dei quali assume decisioni indipendenti. Un piano strategico ha bisogno di un’azione successiva alla sua proposizione che ne estragga gli obiettivi, le finalità, le procedure, le invarianti e le coerenze. IL PIANO STRAGICO ED ARGOMENTATIVO La pianificazione strategica è: un’azione comprensiva e indicativa, rivolta a strutturare il processo decisionale; un’azione fondamentalmente politica rivolta a costruire il consenso; un’azione formale, prescritta dalla legge, con una finalità specifica ben precisa: l’ordinamento spaziale. Il contributo della pianificazione strategica che interpreta l’azione di piano come ‘metodo per decidere’ ha permesso il proficuo affrancamento dell’urbanistica dalla tradizione fisicista che ne connotava esclusivamente il pensiero, i metodi e gli esiti. La constatazione del superamento della tradizione non vuole contenere anche un giudizio di valore, convinti che il ruolo della pianificazione territoriale sia esplicitato nell’intendere il piano come ‘sistema ad interazione multipla’ (Crosta, 1990), LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA E IL SUPERAMENTO DELLA TRADIZIONE FISICISTA

19 La molteplicità degli approcci
Per Davidoff e Reiner (1962) la pianificazione è “un processo per determinare una azione appropriata futura attraverso una sequenza di scelte”. Una delle definizioni più note è quella fornita da Dror (1963), secondo cui la pianificazione è “il processo attraverso cui preparare un insieme di decisioni per l’azione nel futuro, dirette al conseguimento di obiettivi mediante mezzi preferibili”. IL RIFERIMENTO AL FUTURO processo: la pianificazione richiede un’attività continua che richiede una certa quantità di risorse (istituzionali, economiche, sociali) per essere sostenuta. È rilevante il ruolo creativo che assume il passaggio da una pianificazione incentrata sul ‘prodotto’ ad una concezione processuale della pianificazione e del piano come esito. preparazione: si tratta di definire un quadro di decisioni che dovranno essere approvate ed eseguite da alcuni soggetti e che esplicheranno i loro effetti su altri soggetti; azione: è uno degli obiettivi principali dell’attività di pianificazione; la pianificazione secondo Friedmann (1993) è “that professional practice that specifically seeks to connect forms of knowledge with forms of action in the public domain”, è quindi lo strumento e il metodo per la costruzione, la verifica e la gestione continua del nesso tra conoscenza e azione, tra analisi e progetto. Per Faludi la pianificazione è più che la mera applicazione della conoscenza: è produrre decisioni (Faludi, van der Valk, 1994); futuro: l’orientamento prospettivo della pianificazione è quello più ricorrente nei diversi approcci; introduce, infatti, elementi di previsione e di incertezza nel processo scientifico della pianificazione, condizionando gli strumenti, i metodi, le procedure e gli obiettivi; obiettivi: il processo di pianificazione opera sulla base di una definizione di obiettivi, al cui conseguimento sono dirette le scelte dell’azione, con la possibilità di verificarne costantemente la validità e l’efficacia nel tempo e nello spazio.

20 Pianificare, legge della vita
La pianificazione urbana e territoriale ha come finalità il progetto della qualità della vita delle comunità locali nell’equilibrio democratico delle libertà e delle iniziative, promuovendo, alimentando e dando forma al perseguimento creativo della felicità e del benessere degli abitanti. LA MISSION A questa missione deve corrispondere un impegno etico e professionale dei pianificatori >>>

21 La pianificazione non è un'attività puramente individuale.
DEFINIZIONI: COSA NON E' LA PIANIFICAZIONE perché è più facile di stabilire cos’è La pianificazione non è un'attività puramente individuale. La pianificazione, pur essendo condotta da professionisti (singoli o in gruppo), non è orientata ai bisogni dei singoli, né alla somma di singoli bisogni. La pianificazione, invece, agisce nel campo dell'interesse collettivo, ed è finalizzata ad influenzare le azioni collettive delle istituzioni pubbliche, delle organizzazioni, dei soggetti economici e dei gruppi che compongono la comunità, oltre che per disciplinare i comportamenti privati.

22 COSA NON E' LA PIANIFICAZIONE
La pianificazione non è l'organizzazione delle scelte delle maggioranze deve invece essere in grado di agire nell'interesse collettivo come sintesi – anche conflittuale – degli interessi del maggior numero di soggetti in gioco, sia che costituiscano maggioranze di potere (economico, sociale, informazionale), sia che costituiscano minoranze di potere ma espressione di bisogni sociali emergenti;

23 COSA NON E' LA PIANIFICAZIONE
La pianificazione non è esclusivamente orientata al presente. La proiezione nel futuro è una componente connotante della pianificazione. Se sulla estensione temporale di questa proiezione sono molte le interpretazioni, in ogni caso, la pianificazione si occupa dei problemi del presente proiettati verso azioni future, le quali contengono un significativo elemento di incertezza. Di conseguenza il processo di pianificazione deve includere sia la previsione che il controllo dei risultati.

24 COSA NON E' LA PIANIFICAZIONE
La pianificazione non può essere ridotta a una routine. I problemi che affliggono il territorio non sono unici e molti di essi possono essere trattati utilizzando in maniera comparativa le soluzioni già esistenti, o applicando le norme ed i regolamenti, o attraverso le metodologie del problem solving. Ma questo attiene più all'amministrazione del territorio che alla "pianificazione", la quale non può essere mai ridotta ad una operazione consuetudinaria, dovendo sempre invece affrontare ogni problema in termini di conoscenza, interpretazione, valutazione ed azione. La distinzione tra "amministrazione" e "pianificazione" è utile per separare l’attività "professionale" della pianificazione da quella "istituzionale" degli uffici competenti.

25 COSA NON E' LA PIANIFICAZIONE
La pianificazione ha poco o niente in comune con gli approcci alla soluzione dei problemi condotti per tentativi (trial-and-error). Questo non vuol dire che la pianificazione non possa incorporare fasi sperimentali, ma in modo limitato e nel contesto di una strategia concepita in modo deliberato.

26 COSA NON E' LA PIANIFICAZIONE
La pianificazione non è solo l'immaginazione dei futuri desiderabili. La distinzione tra "pensiero utopico" e pianificazione è tanto importante quanto il senso della loro relazione: la pianificazione, come l'utopia, descrive un desiderabile stato degli affari futuri, ma differentemente dall'utopia, specifica i mezzi per raggiungerlo. Pensare a strategie per la trasformazione sociale senza prefiggersi di attuarle, senza individuare i mezzi o senza possedere il potere di portarle avanti, non è un atto di pianificazione.

27 COSA NON E' LA PIANIFICAZIONE
La pianificazione non persegue una monodimensionalità dello sviluppo Essa si alimenta delle molteplici dimensioni che caratterizzano l'evoluzione delle comunità, sia in termini di spazio che di società: la dimensione sociale, la dimensione culturale, la dimensione economica, la dimensione gestionale, etc.;

28 COSA NON E' LA PIANIFICAZIONE
La pianificazione non è solo fare piani. La pianificazione non si esaurisce nella redazione materiale di un piano come sistema di definizione degli usi del suolo, ma continua e trova la sua legittimazione nelle azioni che produce sullo spazio, sull'economia e sulla società. Il legame tra pianificazione ed azione è riconosciuto come fondativo e la pianificazione, quindi, deve includere l'impegno e il potere per portare avanti strategie, azioni, progetti o programmi pianificati fino alla loro definitiva conclusione.

29 COSA E' LA PIANIFICAZIONE Perché qualcosa deve essere !
Per sintetizzare questi termini in una definizione, la pianificazione può essere considerata: una deliberata attività di organizzazione spaziale, sociale ed economica finalizzata a sviluppare una strategia ottimale di azioni future per realizzare un insieme desiderato di obiettivi per risolvere problemi specifici in contesti complessi accompagnata dal potere e dall’intenzione di destinare risorse specifiche ed agire come indispensabile per attuare le strategie scelte.


Scaricare ppt "Corso di Pianificazione Territoriale Arch. Daniele Ronsivalle"

Presentazioni simili


Annunci Google