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Gruppo Infanzia Psicopatologia psicodinamica generale e dello sviluppo

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Presentazione sul tema: "Gruppo Infanzia Psicopatologia psicodinamica generale e dello sviluppo"— Transcript della presentazione:

1 Gruppo Infanzia Psicopatologia psicodinamica generale e dello sviluppo
Prof.ssa Graziella Fava Vizziello Gruppo Infanzia Manuela Vianello; Valentina Mora; Rasika P. Rumor Sara Falcicchio; Valentina Barolo; Marzia Tommasino Arianna Bigarella; Michela Chemello; Laura Brusaterra

2 Bibliografia J. Manzano, F. Palacio Espasa, N. Zilkha; “ Scenari della genitorialità. La consultazione genitori-bambino.” 2001, Ed Cortina Nel testo vengono presentati gli scenari della genitorialità nelle loro diverse modalità narcisistiche, in cui si possono osservare le varie tipologie di proiezioni che i genitori rivolgono verso i figli, dando origine ad aspetti problematici. Gli autori indicano e riportano i casi in cui è indicata o controindicata una consultazione terapeutica breve, effettuata attraverso l’utilizzo innovativo di una griglia di valutazione. S.Missonnier;“La consultazione terapeutica perinatale. Psicologia della genitorialità, della gravidanza e della nascita.”.2005, Ed. Cortina L’argomento del testo è la consultazione terapeutica perinatale fatta nella psichiatria perinatale. L’ambito di intervento trattato va dal concepimento sino al 12^ o al 18^ mese di vita del bambino (periodo maggiore rispetto alla perinatalità pediatrica che considera appena qualche settimana prima e dopo la nascita). L’autore ha inserito all’interno della consultazione anche la figura paterna. J. Martìn Maldonado-Duràn; “Infanzia e salute mentale”.2005, Ed. Cortina. Il testo si compone di una serie di saggi in cui la salute mentale infantile viene presentata attraverso i contributi di clinici di fama internazionale; il punto di partenza comune di tutti questi contributi è la pratica psicoterapeutica e la convinzione che questi bambini non possono essere compresi e trattati al di fuori del contesto umano e famigliare in cui sono nati . E’ stato chiesto ai clinici di esporre il proprio effettivo lavoro quotidiano, il modo in cui giudicano le difficoltà che si presentano, in che modo le valutano e in che modo progettano e realizzano un programma destinato ad alleviarle.

3 Scenari della genitorialità
J. Manzano F. Palacio Espasa N. Zilkha Scenari della genitorialità La consultazione genitori – bambino Raffaello Cortina Editore

4 Concetto di genitorialità
La genitorialità è una funzione autonoma e processuale dell’essere umano, è preesistente all’azione di concepire che ne è soltanto una, se pur fondamentale, non necessaria espressione. (Funzione utilizzata nell’interpretazione dei bisogni, nella protezione e accudimento dell’altro) La genitorialità ( in senso stretto) è connessa a un lungo processo di elaborazione delle proprie relazioni affettive primarie: l’arrivo di un figlio può aiutare a visualizzare e riorganizzare meglio le passate esperienze, ma la nuova condizione può anche determinare un crollo psicologico a causa del riattivarsi di sottostanti conflitti non elaborati cambiamenti psicologici in ognuno dei due genitori. Inoltre vi è un’alterazione dell’equilibrio di coppia (passaggio da una relazione a due ad una relazione a tre) modificazioni strutturali e d’investimento. Se la funzione genitoriale è disturbata e influisce sulla relazione genitore-bambino influenza sulla personalità e sviluppo del bambino, sulla struttura delle difese e sulla rappresentazione riguardo alle aspettative relazionali.

5 Scenari narcisistici della genitorialità e consultazione terapeutica
Concetto di narcisismo: “amore di sé” investimento libidico sulla propria personalità o rappresentazione di sé. L’amore dei genitori per i figli il loro narcisismo che rinasce I genitori collocano sul bambino il loro proprio ideale dell’Io (attribuire perfezioni, dimenticare manchevolezze, rivendicare privilegi a cui hanno rinunciato…) 4 elementi fondamentali: Proiezione dei genitori sul figlio (proiezione diretta; o immagine interna d’oggetto) Identificazione complementare del genitore (controidentificazione) Scopo (soddisfazione narcisistica; riparazione del narcisismo ferito del genitore) Interazione agita (fissare una scena; ripetere un passato inaccettabile correggendolo) Il figlio può reagire identificandosi totalmente o parzialmente nella rappresentazione proiettata su di lui ma può anche riproiettare e rigettare il ruolo che i genitori gli attribuiscono: ciò può disturbare il suo sviluppo e provocare l’insorgenza di alcuni sintomi consultazione Pretransfert positivo indicazione di terapia breve ( tutte le età) interpretazione possibile Pretransfert negativo controindicazione Una parte delle proiezioni della madre sul figlio è trasferita sul terapeuta (contenitore) e l’interpretazione permette alla madre di riappropriarsi delle proprie proiezioni modificate + l’aspetto psichico del terapeuta capace di comprensioneelaborazione intrapsichica del conflitto altri modi di relazione e rottura del meccanismo ripetitivo che provoca i sintomi. Interpretazione rivolta simultaneamente anche al figlio presa di coscienza della situazione.

6 Griglia di valutazione
Proiezione predominante dei genitori Controidentificazione dei genitori Scopo delle proiezione Reazioni del bambino alla proiezione Comprensione dei sintomi. Impressione diagnostica sul figlio e sui genitori Fattori che hanno provocato lo squilibrio che ha portato alla consultazione Pretransfert dei genitori Pretransfert del figlio Controreazioni del terapeuta Evoluzione della situazione

7 Configurazioni cliniche tipiche degli scenari narcisisti
I L’ombra di sé dei genitori: Immagine infantile di sé dei genitori proiettata sul figlio Indicazioni di intervento breve Carenziata o abbandonata Idealizzata Danneggiata II L’ombra dell’oggetto dei genitori: Immagine di un oggetto interno dei genitori proiettata sul figlio Danneggiata Idealizzata Negativa Contro - indicazione III Proiezione sul figlio di immagini di sé o di oggetti interni di genitori persecutori o molto danneggiati

8 INDICAZIONE INTERVENTO BREVE
I) L’OMBRA DI SE’ DEI GENITORI  immagine infantile di sé dei genitori proiettata sul figlio e investita di libido narcisistica: A)Carenziata o abbandonata: Il genitore cerca di correggere, insieme e attraverso il figlio, i principali conflitti che ha incontrato con i propri genitori. Il genitore si appoggia all’identificazione complementare (proiettata sul figlio), con immagini genitoriali idealizzate (genitori che avrebbe voluto avere); così il genitore giungerà a vedere il figlio come il bambino “idealmente coccolato” che avrebbe voluto essere lui stesso. Ne consegue una modalità di relazione oggettuale di tipo narcisistico, utile a riparare il narcisismo ferito del genitore. B)Idealizzata: Si tratta dello scenario “principe” della genitorialità. Rappresenta la descrizione freudiana del narcisismo genitoriale: il genitore proietta sul figlio l’immagine della propria onnipotenza infantile alla quale non può rinunciare. Questa proiezione mira ad annullare o colmare i vissuti infantili di ordine depressivo, ossia sentimenti d’abbandono, di carenza o di mancanza. Le reazioni dei figli si manifestano con atteggiamenti regressivi; rafforzamento della dipendenza nei confronti dei genitori, con evidente comparsa di difficoltà di separazione; difese maniacali e incremento del narcisismo e megalomania, facilitato dalla grande sollecitudine del genitore nei confronti del figlio. C)Danneggiata

9 II) L’OMBRA DELL’OGGETTO DEI GENITORI  immagine di un oggetto interno dei genitori proiettato sul figlio. Rappresenta necessariamente una rappresentazione di sé ed è quindi di natura narcisistica. 1)Danneggiata: Costituisce l’analogo, sul piano delle imago genitoriali, della proiezione di un’immagine infantile abbandonata o carenziata. Quando l’oggetto genitoriale è vissuto come danneggiato, questo si inserisce spesso nel quadro di una conflittualità edipica del genitore e, più specificatamente, di una rivalità con l’oggetto terzo. Il genitore cerca di proteggersi dalla propria rivalità edipica molto colpevolizzante (nei confronti del genitore vissuto come terzo escluso), tramite un’intensa protezione del figlio depositario della proiezione di questo oggetto genitoriale. 2)Idealizzata: Costituisce l’analogo della proiezione, da parte del genitore,del bambino ideale che era stato, o che aveva creduto di essere, diretto portatore del narcisismo infantile proiettato. Un certo numero di caratteristiche ben si presta all’idealizzazione: a)le capacità genitoriali di rispondere ai bisogni anaclitici di presenza, di soddisfacimento e di sicurezza; b)gli aspetti genitoriali investiti in modo superegoico e dai quali derivano esigenze cui il genitore accetta di sottomettersi; c)gli aspetti dell’oggetto genitoriale investito in maniera incestuosa nel quadro della conflittualità edipica del genitore. 3)Negativa: I conflitti del genitore con i propri oggetti genitoriali occupano lo spazio principale dello scenario della genitorialità e si traducono in difficoltà più o meno importanti nei confronti del bambino portatore di tali rappresentazioni. Da ciò derivano relazioni ambivalenti, anzi aggressive, malgrado i legami libidici che la ispirano, poiché per il genitore è essenziale ritrovare il legame con il proprio oggetto.

10 CONTRO-INDICAZIONI PROIEZIONI GENITORIALI VISSUTE ESSENZIALMENTE COME PERSECUTRICI O MOLTO DANNEGGIATE - scaricare sul bambino - nella relazione col terapeuta PRETRANSFERT NEGATIVO. - terapeuta e bambino spesso vissuti come persecutori; relazione interrotta e resistenze. - difficili da approcciare i legami libidici; - rinunciare a elaborare la probelmatica del genitore; - importanza della consultazione (per riprendere lo sviluppo). scenario narcisistico : - comprensione - intervento NARCISISMO DISSOCIATO  funzionamento dei genitori che si accompagna a grandi resistenze a pensare che esista un legame tra il proprio vissuto genitoriale e le esperienze infantili con i propri genitori, ciò conferisce una rigidità alle loro idealizzazioni, e sforzi per mantenerle inconsce. l’idealizzazione è la più assoluta e la più inconscia. - sottomesse alla pressione del Super-Io. vissuti di perdita e colpa da cui tenta di proteggersi. DEPRESSIONE ANACLITICA DEL NEONATO: è uno stato depressivo che ritroviamo nei neonati dai 6 agli 8 mesi, separato dalla madre (Spitz).

11 La consultazione terapeutica perinatale
S. Missonnier La consultazione terapeutica perinatale Psicologia della genitorialità, della gravidanza e della nascita Barolo Valentina Falcicchio Sara Tommasino Marzia

12 Lattante Maternità Famiglia allargata Membri dell’équipe Genitorialità: “insieme delle rappresentazioni, degli affetti e dei comportamenti del soggetto in rapporto al proprio bambino, che sia nato, in gestazione o non ancora concepito” ( Stoleru, Morales-Huet, 1989) Tre dimensioni (esercizio, esperienza, pratica); Due evoluzioni (maternalità, paternalità); Diventare genitori oggi; Perinatalità psichica: comprende il periodo compreso tra l’ipotetico progetto genitoriale e la fine del secondo anno di vita;. Post partum relazione e rappresentazione allattamento attaccamento del bambino alla madre

13 Psichiatria perinatale
Prevenzione Interdisciplinarietà Rete Spazio di ascolto e scambio collaborazione specialisti tra operatori e genitori corpo-psiche Ecografia incontro tra feto, genitori e operatore. non ha forza simbolica: mette a nudo, non contiene e non struttura Festa Nascita Lutto Dolore: - favorevole - sfavorevole Disturbi successivi al parto: Depressione post partum Depressione post natale Psicosi post partum

14 Postnatale CONSULTAZIONI TERAPEUTICHE PERINATALI Antenatale Consultazione terapeutica antenatale Situazioni richiesta spontanea o indicazione di professionisti causa esplicita somatica, psichica o psicosomatica situazione madre/feto/coppia/famiglia Classificazione CTA natura psichica natura somatica Setting CTA contenimento attenzione benevola presenza empatica Transfert: variabile evolutiva donna Controtransfert uomo

15 J. Martìn Maldonado- Duràn
Infanzia e salute mentale Modelli di intervento clinico Raffaello Cortina Editore

16 Il termine infanzia non indica soltanto uno stadio dello sviluppo umano che inizia dal concepimento e arriva fino ai tre anni , ma anche un segmento di società – un gruppo di esseri umani di una certa età che differisce da alti gruppi di età . L’infanzia rappresenta un periodo importante per la promozione della salute mentale e per la genesi della psicopatologia nel bambino piccolo .

17 Per la promozione della salute mentale è indispensabile :
1 ) che l’ambiente in cui si provvede all’accudimento sia : - non permissivo ( la permissività è una forma di abbandono del bambino in quanto persona ; il bambino deve assumere il controllo di se stesso il che è di gran lunga più devastante del controllo materno ) - negoziabile - rispettoso( se l’ambiente che provvede all’accudimento del bambino non lo rispetta il bambino avrà molte difficoltà in futuro ad essere sensibile ai diritti delle altre persone e allo spazio psicosociale ) Solo se l’ambiente presenta queste caratteristiche il bambino può diventare se stesso , dispiegare le proprie iniziative e compiere le necessarie esperienze di cui le azioni vanno spontaneamente alla ricerca . - che la figura di accudimento risponda ai segnali di disagio del bambino in maniera adeguata in modo di ripristinare i livelli ottimali di comportamento , di stimolazione e di attivazione psicologica ( Se la madre risponde in maniera inadeguata o non risponde al disagio del bambino il suo cervello si organizzerà in direzione della dissociazione oppure l’angoscia procede all’attivazione del sistema d’allarme attacco-fuga ) .

18 2 ) che la madre promuova la sicurezza nell’attaccamento ossia deve essere in grado di percepire , entrare in risonanza e rispondere allo stato emotivo del bambino – per poter sviluppare la funzione riflessiva nel bambino . Essa è la predisposizione a comprendere il proprio comportamento e il significato del comportamento altrui in termini di stati mentali . Essa permette di conoscere se stessi le proprie emozioni , i propri stati interiori ; permette una riconfigurazione flessibile delle rappresentazioni mentali e limita il ricorso al modello attacco-fuga.( Se la relazione madre-bambino presenta delle distorsioni si generano nel bambino sentimenti di insicurezza , insoddisfazione , rifiuto dell’intimità , dipendenza , chiusura emotiva nei confronti dei genitori e delle future relazioni . Inoltre le madri che non si mostrano consapevoli degli stati mentali del proprio bambino minano lo sviluppo della funzione riflessiva ) .

19 3 ) non sottovalutare la vulnerabilità psicologica della donna durante la gravidanza ; è utile pertanto attuare degli interventi psicologici .( Se questi interventi non vengono attuati è possibile che l’impatto emotivo e psicologico -dovuto al cambiamento di ruolo e alla responsabilità di essere madre- possa determinare alcuni disturbi precoci madre-bambino ) 4 ) che i genitori vengano a patto con la loro infanzia piuttosto che agirla attraverso il bambino. Il bambino , infatti , diventa oggetto di un transfert negativo attraverso il quale il genitore ripete un’esperienza di dolore , rabbia e delusione che ha provato nelle primissime relazioni .

20 Eccezionale descrizione di consultazione terapeutica secondo S
Eccezionale descrizione di consultazione terapeutica secondo S. Lebovici Prospettiva di lavoro psicodinamico sulle famiglie attraverso le generazioni utilizzo del “momento sacro” e del corpo del terapeuta come strumenti innovativi Si rivelano adatti ed efficaci al lavoro con i bambini e i loro genitori soprattutto perché la comunicazione intrafamiliare passa attraverso il corpo, le emozioni e la comunicazione non verbale.

21 IL PIANTO ECCESSIVO E PERSISTENTE:
Disturbi psicofisiologici: quando i bambini utilizzano il proprio corpo per dare espressione alle proprie difficoltà IL PIANTO ECCESSIVO E PERSISTENTE: Perde il valore adattivo Mette il bambino a rischio di maltrattamenti, trascuratezza e abusi da parte dei genitori frustrati Non c’è una causa è utilizzato per esprimere difficoltà e disagio La diagnosi deve progettare interventi per lenire il pianto e fare un’accurata analisi differenziale da altri tipi di cause .

22 I DISTURBI DEL SONNO Il timore di perdere la PROTEZIONE può essere alla base dei della maggior parte dei disturbi del sonno determinati da cause psicologiche I fenomeni correlati al sonno hanno un significativo IMPATTO SOCIALE C’è bisogno di uno sviluppo multidisciplinare della medicina del sonno La regolazione dei cicli di sonno dipende sin dall’inizio in misura rilevante dall’interazione genitore- bambino La classificazione dei disturbi del sonno viene fatta attraverso il DIARIO DEL SONNO (Richman e coll., 1995): si raccolgono informazioni sul sonno del bambino per una settimana La valutazione va fatta con tatto e sensibilità e la difficoltà del bambino va valutata nel CONTESTO FAMILIARE, visto che è una QUESTIONE FAMILIARE I principali disturbi sono: DISSONNIE o INTERRUZIONI DEI PROCESSI DEL SONNO INTRINSECHE o ESTRINSECHE; PARASSONNIE; DISTURBI DEL SONNO ASSOCIATI A DISTURBI MEDICI Il trattamento avviene tramite: estinzione rapida; estinzione graduale; routine positive; risvegli programmati e si cerca di investire molto sulla figura del PADRE

23 UNA SOLUZIONE POSITIVA AI PROBLEMI DEL SONNO DESTA MIGLIORAMENTI ANCHE IN ALTRI COMPORTAMENTI QUOTIDIANI

24 I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
Un bambino ha bisogno di un’alimentazione adeguata per soddisfare le esigenze della crescita in generale e quelle del cervello in particolare = UNA VALUTAZIONE ADEGUATA PORTA ALLA MESSA A PUNTO DI ADEGUATE STRATEGIE DI TRATTAMENTO TERAPEUTICO Il DSM-IV-TR (2000) e l’ICD-10 (1992) definiscono i disturbi alimentari nell’infanzia esclusivamente in riferimento alla quantità di elementi nutrizionali assunti Nel libro, invece, si vedono i disturbi alimentari come collegati alla DIFFICOLTA’ DI CHIEDERE, RICEVERE, INGERIRE, ELABORARE E MANTENERE SUFFICIENTE CIBO PER IL TEMPO NECESSARIO A CONSENTIRE AL CORPO DI CRESCERE = APPROCCIO FENOMENOLOGICO CLASSIFICAZIONE DIAGNOSTICA 0-3 ( Zero-to-three, 1994 ); ogni asse va valutato separatamente: -ASSE 1: difficoltà osservate nel bambino -ASSE 2: disturbo relazionale correlato all’alimentazione -ASSE 3: le condizioni mediche come causa o conseguenza delle difficoltà correlate all’alimentazione -ASSE 4: fattori di stress collegati alla famiglia e a questioni culturali

25 Ricorso ad un TEAM MULTIDISCIPLINARE che mette in gioco tutta una varietà di competenze complementari REQUISITI PER LA VALUTAZIONE: anamnesi dei problemi correlati all’alimentazione, diario del cibo, curva della crescita, osservazione diretta, osservazione della relazione correlata all’alimentazione, valutazione delle interazioni immaginarie e fantasmatiche Necessità di stabilire un’ALLEANZA TERAPEUTICA L’intervento più importante è innanzitutto quello di NON COMUNICARE IL MESSAGGIO CHE L’ESPERTO SA TUTTO E CHE QUANTO FANNO I GENITORI E’ DEL TUTTO SBAGLAITO= SCAMBIO POSITIVO TRA IL CLINICO E I GENITORI

26 IL CASO DI JACOB IL CASO DI KATIE Visione psicodinamica e sistemica
INTERVENTO: agire col bambino in modo diverso attraverso un lavoro con tutta la famiglia; questione biologica; sottolineare le risorse dei genitori, farli sentire accolti nella loro difficoltà= SEMEIOTICA POSITIVA IL CASO DI KATIE Si sottolineano i FATTORI PROTETTIVI: miglioramenti nella risposta emotiva e nella capacità di provare piacere nella relazione con gli altri

27 Per ulteriori approfondimenti
G. FAVA VIZZIELLO, “Psicopatologia dello sviluppo”, 2003, Il Mulino, Bologna D. MARCELLI, “Psicopatologia del bambino”, 2000, Masson, Milano P. DI BLASIO, “Contesti relazionali e processi di sviluppo”, 1995, Raffaello Cortina Editore, Milano A. LIS, S. STELLA, G.C. ZAVATTINI, “Manuale di psicologia dinamica”, 1999, Il Mulino, Bologna L. CAMAIONI, “Manuale di psicologia dello sviluppo”, 1993, Il Mulino, Bologna N. McWILLIAMS, “La diagnosi psicoanalitica”, 1999, Astrolabio- Ubaldini Editore, Roma

28 Siti web consultati www.who.int/en/ www.ministerosalute.it

29 GRAZIE PER L’ATTENZIONE!!!!!!!


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