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La rinascita di una città romanica

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Presentazione sul tema: "La rinascita di una città romanica"— Transcript della presentazione:

1 La rinascita di una città romanica
Liceo Scientifico Statale “G.B. Quadri” VICENZA La rinascita di una città romanica

2 I tempi del Medioevo: L’alto medioevo
Con il termine Alto medioevo si intende quel periodo che va dalle invasioni barbariche fino all’anno 1000 circa. Vicenza, come altre città romane della pianura padana, subì alcune invasioni barbariche (quella dei Longobardi che la scelsero come sede di uno dei suoi 36 Ducati , e degli Ungari che la misero a ferro e fuoco, abbattendo in buona parte l’ostrogota basilica dei Santi Felice e Fortunato, prima chiesa cristiana di Vicenza) e un periodo di dominazione esercitato dai vescovi conti.

3 I tempi del Medioevo:Il basso medioevo
Per Basso medioevo intendiamo quel periodo che va dal 1000 alla fine del 1400, e che può essere suddiviso per ragioni didattiche, in tre fasi (esclusa la città di Firenze = 1401 inizio del periodo rinascimentale) : dal 1000 alla fine del 1200: età romanica dal 1200 alla fine del 1300 circa: età gotica dal primo ‘400 alla fine del 1400 c.: età tardo-gotica

4 Lo schema di sviluppo politico del Comune
Aumenta il potere vescovile, con diritto di fortificazione delle città (X sec.) Dal potere vescovile alla formazione di ordinamenti comunali (XI-XII sec.) Si afferma il potere comunale (XIII sec.): dai consoli al podestà

5 Rinascita e sviluppo delle città nel Medioevo:
Con la gestione del potere temporale da parte dei vescovi - conti, le città, sia quelle di origine romana che di nuova fondazione (perché in posizione strategica per la difesa o il commercio) riprendono gradatamente a vivere perché: in città vi è la possibilità di lavoro libero (non più servi della gleba) , rinascono i mestieri , nasce un nuovo assetto urbano , vengono ripristinate le vie di comunicazione, il nuovo nucleo si riunisce intorno a un edificio simbolico, il primo costruito interamente in muratura, la CATTEDRALE, edificio possente e simbolo della riconquistata libertà dal potere del feudatario.

6 Rinascita e sviluppo delle città nel Medioevo:
Storicamente le città medievali presentano uno sviluppo in tre fasi : Prima fase : La città vescovile - fino al X secolo. Si sviluppa all’interno delle vecchie mura tardoromane, ristrutturate tra il IX e il X secolo. E’ una città dove le mura risultano molto larghe rispetto alla popolazione residente; così accanto alla chiesa con il sagrato, al suo interno troviamo case (spesso edificate con materiali poveri) ma anche orti e zone destinate al pascolo di pecore e maiali.

7 Rinascita e sviluppo delle città nel Medioevo:
Seconda fase: La città turrita - a partire dall’XI secolo. Visto l’aumento demografico e delle attività artigianali e commerciali proprie di questo periodo, tutto lo spazio disponibile all’interno della cinta muraria, viene utilizzato per la costruzione di nuove case che si elevano fino ai tre-quattro piani riservate agli artigiani . Queste sono insieme alle case torri, riservate ai mercanti e ai nobili inurbati. Il risultato sarà un insieme molto fitto di costruzioni, separate da vie strette e tortuose con le tre possibili piazze, quella religiosa, quella politica e quella del mercato.

8 Rinascita e sviluppo delle città nel Medioevo:
terza fase: La città murata - tra il XII e il XIV secolo . Pur mantenendo la sua struttura originaria, con zone separate riservate al potere civile e quello religioso, tra il 1100 ed il 1200 alcune città subiranno un primo ampliamento della cinta muraria, inglobando così anche i borghi di nuova costruzione sorti all’esterno della vecchia cinta. Intorno al 1300 in più città si assisterà ad un ulteriore ampliamento (per es. a Vicenza borgo Santa Lucia).

9 Esempi di città medievali :
Monteriggioni - cinta muraria San Gimignano e le case torri - veduta Vicolo medievale di Assisi Le mura di Castelfranco Veneto

10 Alcuni esempi di città murate nel territorio veneto
Pianta di Cittadella Pianta di Marostica Pianta di Castelfranco Veneto Alcuni esempi di città murate nel territorio veneto Pianta di Montagnana

11 Pianta di Cittadella Pianta di Castelfranco Veneto Cittadella : mura del Padova fa fortificare l’abitato originario per controllare la strada che va da Treviso a Vicenza. Quattro porte nei punti cardinali . Castelfranco : Quadrilatero fortificato fatto erigere da Treviso secc. XII-XIII per il controllo del territorio. Castel = perché in posizione strategica e Franco = per le esenzioni fiscali fatte alle famiglie disposte a popolare il nuovo insediamento.

12 Pianta di Montagnana Pianta di Marostica Montagnana : Prima Castrum romano poi bizantina e longobarda. Passò sotto Ezzelino III nel1242 e alla sua morte diventa padovana. Nel 1405 si dona a Venezia. Le mura,costruite su precedenti fortificazioni sono del , fatte erigere da Francesco Carrara. Marostica : Nucleo originario del X-XI sec. ,Cinta muraria voluta da Cansignorio della Scala nel Il Castello inferiore è del XV sec. Era sede del Podestà.

13 Veduta aerea del centro storico di Siena
La città medievale : Veduta aerea del centro storico di Siena

14 Le città medievali si presentavano con :
Le citta' medievali e la loro organizzazione Le città medievali si presentavano con : Una rete stradale irregolare, ma organizzata in modo da formare uno spazio urbano unitario. Le strade non sono tutte uguali, ma esiste una gradazione continua di arterie principali e secondarie; più piazze, ottenute da slarghi legati alle strade che vi confluiscono; Le case, sia degli artigiani (case-officine) a più piani, sia le case torri, si aprono verso lo spazio pubblico e hanno una facciata che contribuisce a formare l’ambiente della strada o della piazza;

15 Le citta' medievali e la loro organizzazione
Le case , sia quelle degli artigiani, case-officine a più piani, come le case torri, si aprono verso lo spazio pubblico e hanno una facciata che contribuisce a formare l’ambiente della strada o della piazza; 1, Casa a schiera - prospetto - pianta del pian terreno - c: ingresso, d: negozio, e: portico, f: cortile, g: fontana, h: cucina, i: caminetto, pianta del primo piano - k: pianerottolo, l: soggiorno e letto per i genitori, n: passaggio e scala che va al sottotetto, o: camera da letto dei figli . 2. Casa torre : spaccato tridimensionale .

16 Le citta' medievali e la loro organizzazione
Lo spazio pubblico, ha una struttura complessa perché deve fare posto a diversi poteri: il vescovado, il governo municipale, gli ordini religiosi e le corporazioni. Così una città abbastanza grande non ha mai un solo centro: ne ha uno religioso (Cattedrale e palazzo vescovile), un centro civile (palazzo municipale), uno o più centri “commerciali”(con le logge e i palazzi mercantili). Nel XIII secolo si formano nei quartieri periferici alcuni centri secondari: sono i conventi e le chiese dei nuovi ordini religiosi mendicanti: i domenicani, i francescani, gli agostiniani . Nella parte più esterna, la cerchia muraria, per la difesa della città e la protezione del contado.

17 Le citta' medievali e la loro organizzazione
La città romanica, a differenza del modello precedente (quello altomedievale che teorizza un modello di società articolato in tre ordini di persone: coloro che pregano - il clero - , coloro che combattono - i nobili - e coloro che lavorano - il popolo -) è un organismo produttivo, è l’ambiente dove il lavoro degli individui (artigiani e mercanti) si trasforma in opere, manufatti e beni. La classe sociale emergente su questo modello di struttura abitativa è quella “borghese” (cittadino del borgo) perché con la propria attività valorizza, diffonde e incoraggia la produzione e la traduce in ricchezza.

18 Le citta' medievali e la loro organizzazione
Ora non è più peccato cercare la ricchezza perché la ricchezza, prodotta dal lavoro, produce altro lavoro e il lavoro (offerto a Dio) salva : “va dunque cercata, ma non per sè ma bensì come il compenso terreno che Dio concede all’uomo in attesa del premio eterno” . (da G. C. Argan “Storia dellarte Italiana “Il Medioevo” ed. Sansoni 2000 , pag. 60) . L’artigiano che prende un pezzo di materia (potendola modellare ed associare ad altre), e spende un tempo della sua vita per plasmarla, continua in un certo modo l’opera creativa di Dio.

19 Le citta' medievali e la loro organizzazione
L’artigiano medievale è responsabile della propria produzione. Opera con le proprie forze e deve vincere l’emulazione, la concorrenza, deve inventare nuovi modelli produttivi; la sua tecnica non è una tecnica perfetta, ma una tecnica progressiva. Ideare qualcosa di nuovo, presuppone l’esperienza della tradizione che si vuol superare, ma è anche origine dell’idea di progresso. Si progredisce quindi inventando. La conseguenza sarà un aumento qualitativo e quantitativo della produzione, i cui costi risulteranno più limitati. Di conseguenza l’arte non risulta più ancorata ai limiti di una corte (bizantina), ma si diffonde esercitando la propria influenza su circoli sociali molto più larghi (mercanti e benestanti).

20 La “ Signoria ” (fine XIII sec.)
Il Signore poteva essere: un podestà che si era guadagnato con la sua opera il consenso dei cittadini e ne aveva approfittato per imporre un dominio duraturo; oppure l'esponente più autorevole di una famiglia prestigiosa, dotata spesso di vasto seguito nella cittadinanza (es. conti di Savoia, i marchesi del Monferrato) ; oppure poteva trattarsi di un individuo che si era impadronito del governo con un colpo di mano.

21 La “ Signoria ” (fine XIII sec.)
Le conseguenze della Signoria: la concentrazione del potere nelle mani di una sola persona e di una sola famiglia e quindi la creazione di un sistema di governo molto simile a quello monarchico; la nascita di una sovranità sempre più indipendente dalla volontà popolare; l'eliminazione delle lotte civili; una più tranquilla attività nel campo delle industrie e dei commerci e un più deciso sviluppo della tecnica, delle scienze e delle arti; la formazione di grandi stati regionali.

22 Vicenza romanica ( ) Passata dalle mani dei duchi longobardi a quelle dei conti franchi, la città di Vicenza finì successivamente sotto il controllo del vescovo locale, a cui Ottone III, intorno al 1000, si dice la consegnasse attribuendo alla chiesa vicentina un potere giurisdizionale. Quando Vicenza diventò feudo del vescovo si cominciò a costruire la prima cinta muraria, che fu terminata nel Tutto il percorso romanico era costellato da porte: porta S. Lorenzo, Porta Feliciana, Porton del Luzzo, Porta degli Angeli, ora abbattuta, e Porta Pusterla (cioè “piccola”) Piazza Matteotti si chiamava piazza dell’Isola: il corso della Roggia de Collo e il Bacchiglione chiudevano la piazza e ne facevano un’isola, dove arrivavano le imbarcazioni.

23 La nascita del comune vicentino
Alla fine del secolo XII, dopo una convulsa lotta intestina che vide l’uccisione di ben due vescovi, cominciò ad affermarsi il Comune. La prima e più antica fase della sua vita risultò caratterizzata dalla presenza, in posizione di primissimo piano, di elementi aristocratici. Il passaggio dal governo del vescovo al governo comunale fu traumatico. Le famiglie dei feudatari decisero di accaparrarsi tutto il potere estromettendo il vescovo e si insediarono in città assumendo il controllo politico. Vicenza diventa un Comune aristocratico e la storia di Vicenza sarà caratterizzata da un potere gentilizio Il Comune si diede un proprio ordinamento, con un podestà, un Consiglio Maggiore composto di 400 membri, e un Consiglio Minore composto di 40 membri. A questo punto si sentì la necessità di costruire un Palazzo Comunale. Fu perciò eretto il Palatium vetus (sec. XIII) e il Comune acquistò dalla famiglia dei Bissari la torre - che diventò la torre di piazza- e un palazzo, che diventò il Palazzo del Podestà.

24 Vicenza gotica dal 1200 al 1400 Nel assistiamo alla grande crescita del Comune. La città conta abitanti. Si sviluppa il ceto borghese, cioè il ceto dei mercanti, degli artigiani, dei banchieri. Questo ceto si riunisce in corporazioni chiamate a Vicenza “fraglie”. Tra il 1204 e il 1209 trova posto un’Università nata dalla migrazione di studenti bolognesi e si stabilì lungo le rive dell’Astichello. Nel XIII secolo furono costruite anche tre importantissime chiese, fondate dagli ordini mendicanti, cioè che vivevano della carità del prossimo: S. Corona, fondata dai Domenicani; S. Lorenzo, fondata dai Francescani; S. Michele, fondata dagli Agostiniani.

25 La dominazione di Ezzelino III (1236-1259)
Nel 1236 Vicenza venne conquistata e devastata dal Ezzelino da Romano. Egli la incamerò in una grande signoria, che comprendeva Verona, Padova e Treviso, diventando vicario di Federico II di Svevia e amministrando i suoi possedimenti con crudeltà e durezza, tanto che la data della sua morte (29 settembre 1259) fu festeggiata dalle popolazioni venete per molti anni.

26 Il dominio padovano (1266-1311)
Morto Ezzelino, la città cercò di ricostruire la libertà comunale. Sono del 1264 i nuovi statuti. Ma la città rivelò la sua debolezza rispetto alle due vicine - Padova e Verona - che si misero in lizza per conquistarne il territorio. Nel 1266 Vicenza si consegna nelle mani dei Padovani, superiori militarmente e finanziariamente, con un “patto di custodia”. Il periodo padovano fu uno dei più nefasti della storia della città, caratterizzato da espropri, tasse, vessazioni.

27 Il dominio scaligero (1312-1387)
Fra la metà del secolo XIV e i primi inizi del XV Vicenza finisce per essere sottoposta a Verona e poi a Milano, ossia a due città in cui la nuova figura di signore ha saputo farsi strada. La città riprende vigore sotto il dominio degli Scaligeri. La cerchia muraria si allarga per ragioni demografiche e per esigenze militari. La peste si abbatté sulla città nel e poi ancora nel 1387.

28 Il dominio visconteo (1388-1404)
La città passa nel 1388 sotto i Visconti di Milano, ma nel 1402 Gian Galeazzo Visconti muore e inizia la dissoluzione dello stato che egli aveva costruito.

29 La donazione di Vicenza a Venezia
I vicentini si danno nel 1404 a Venezia, perché sentono la necessità di appoggiarsi ad una potenza più forte. Vicenza fu il primo dominio di terraferma dei veneziani ed essi mandarono funzionari esperti e podestà capaci. Da allora seguirà le sorti della città lagunare fino ai nostri giorni.


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