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Centro Loris Malaguzzi Via Bligny, 1 • Reggio Emilia

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Presentazione sul tema: "Centro Loris Malaguzzi Via Bligny, 1 • Reggio Emilia"— Transcript della presentazione:

1 Centro Loris Malaguzzi Via Bligny, 1 • Reggio Emilia
11 anni di attività di “Villetta Svizzera” struttura a bassa soglia di accesso: dati, azioni e misure per la tutela della salute e riduzione dei danni da uso di sostanze stupefacenti Angela Lorenzo Giampiero Zannini Sossan Montanari

2 Valutazione Obiettivi Risultati Impatto

3 La nostra presenza oggi ci racconta come le intuizioni avute 11 anni e fa considerate un po’ bizzarre da molti operatori siano state invece un seme importante nell’approccio scientifico alla persona che usa sostanze ma anche un elemento di crescita professionale importante per tutti gli operatori. Lo stigma è rimasto per tempo anche se via via che passavano gli anni la professionalità e le evidenze delle azioni portate avanti dalla Struttura stessa mettevano sempre piu’ in crisi il pensiero dominante di chi considerava il trattamento della dipendenza come il passaggio successivo alla risoluzione totale dell’uso della sostanza .

4 Con gli anni sempre piu’ è stato evidente che la guarigione non coincideva piu’ con la risoluzione della dipendenza ; il “ drug-free” era un obiettivo molto alto, possibile se non dopo un lungo percorso- La riduzione del RdD è una modalità di approccio che è complementare ed in continuità ad altre strategie volte ad evitare l’uso di sostanze, come la riabilitazione o la prevenzione, in conformità alla teoria dei 4 pilastri della politica sulle tossicodipendenze (prevenzione, terapia, riduzione dei danni, repressione) Tali interventi non sono subordinati alla cessazione del comportamento di consumo, valorizzano l’orientamento alla cura anche per il loro valore protettivo verso la persona.

5 La Struttura di Bassa Soglia e RdD ha risposto in questi anni a diversi bisogni ed in accordo con le linee guida nazionali ed internazionali, si è proposta di modificare i comportamenti dei tossicomani in modo da ridurre i danni e i rischi principali per la salute fisica, psichica e sociale, rivolgendosi soprattutto alla popolazione più emarginata; I rischi/danni che si sono cercati di ridurre o contenere possono essere individuati nei seguenti: - eventi dannosi per la salute (aggressività, conflittualità, disturbi fisici etc.). - patologie infettive trasmesse per via iniettiva e sessuale, - mortalità acuta (overdose, colpo di calore etc.) diretta o indiretta (es. incidenti stradali etc.) - riduzione della criminalità

6 In diversi paesi europei grazie alle politiche di riduzione del danno sono stati conseguiti ottimi risultati da questi tipi di approcci; il numero di infezioni da Hiv nel gruppo dei consumatori problematici di droghe pesanti, è sceso drasticamente, la riduzione del danno “è “ ed è stato un elemento cruciale della lotta contro l’Aids, le evidenze scientifiche ci dicono che la riduzione del danno è un metodo efficace. (Fonte UNAIDS 2008 Report on the Global Epidemic UNAIDS) Metzger DS, Navaline H, : HIV prevention among injection drug users: the need for integrated models, Urban Health Dec;80:59-66 M. Valenciano , J. Emmanuelli , European Programme for Intervention Epidemiology Training To describe syringe exchange programme attendees and their injection practices. Addiction 2001.)

7 Sulla base di queste premesse, le azioni portate avanti nella Struttura hanno avuto la finalità di :
tutela della salute individuale e pubblica al mantenimento dell’inclusione sociale l’abbassamento della soglia di accesso e di contatto del servizio contatto- rispetto dell’anonimato, gratuità delle prestazioni anche in assenza della nazionalità, residenza, informazione anche attraverso materiali cartacei sui rischi acuti e cronici derivanti dal consumo, orientamento ed accompagnamento alle reti locali di intervento (sanitarie e sociali), erogazione continuativa di presidi di prevenzione (siringhe, profilattici,ecc)…

8 Le azioni in specifico sono state :
- facilitare il contatto tra consumatori di sostanze e sistema di intervento, “andando incontro” a queste persone (senza aspettare una eventuale richiesta di cura), - migliorare le conoscenze, competenze e comportamenti dei consumatori di sostanze attraverso azioni informative, formative e di orientamento, - aumentare e facilitare l’accesso a materiali di profilassi (siringhe, profilattici,salviette disinfettanti, fiale di acqua distillata)

9 migliorare la qualità di vita dei consumatori anche attraverso la connessione con i sistemi locali di intervento (sanitari, sociali e socio-assistenziali), facilitare l’accesso ai trattamenti riabilitativi per la dipendenza, facilitare l’accesso a farmaci sostitutivi (agonisti) e salvavita(naloxone), istruendo i consumatori ad un loro uso corretto, mediazione delle relazioni conflittuali , sia fra utenti , fra utenti e contesti familiari , nei confronti dell’utente – operatore. In queste azioni importante è stata la collaborazione nella struttura con la “Vigilanza interna” che ha funzioni di tutela degli operatori ed in caso di necessita’ di attivare le forze dell’ordine

10 Oggi piu’ che mai consideriamo il lavoro che svolgiamo con
le persone attive nell’ uso o che non hanno ancora maturato un desiderio di cambiamento oppure drug- free che hanno abbandonato momentaneamente tale stato (parliamo di persone che hanno fatto percorsi riabilitativi ma che sono ricaduti nell’ uso), come una “continuità delle cure/continuità assistenziale ” rivolte alla persona , indispensabile per poter maturare il cambiamento ma anche per poter riprendere lo stato drug-free precedentemente sperimentato.

11 Il Servizio in questi hanno ha avuto funzione di “osservatorio permanete” e di monitoraggio :
- degli stili di consumo : dall’utilizzo di sostanze rilassanti e contenitive come gli oppiacei l’alcool ,cannabis a sostanze psicostimolanti tipo cocaina metamfetamine , crack ,al fenomeno del poliabuso. - delle tipologie degli assuntori di stupefacenti in questi anni diverse: dai locali , ai migranti del Sud Italia, ai migranti dei paesi dell’EST e del Centro Europa, ai migranti del maghreb. - per alcune infezioni droga- correlate all’uso: infezione HIV ed HCV, Il modificarsi della loro prevalenza in correlazione alla tipologia, modalità e stili di consumo della sostanze ed anche rispetto ai flussi migranti.

12 Strumenti della RdD e Bassa soglia
I dispositivi protettivi sono strumenti utilizzati in qualsiasi interventi di bassa soglia e RdD; interventi che per la valenza socio- relazionale sono volti ad ottenere un cambiamento del comportamento, stabilire contatti con le persone che usano sostanze e facilitare i cambiamenti comportamentali. I dispositivi protettivi dovrebbe essere garantiti a tutti, la persona deve essere messa nelle condizioni di poter scegliere di tutelare la propria salute e vita in concomitanza all’uso di stupefacenti;

13 Gli strumenti di protezione li possiamo suddividere in strumenti oggettivi e relazionali e grazie a questi, prevenire il peggioramento della situazione esistente esercitata dalla dipendenza, diminuire la pressione, risolvendo alcuni problemi presenti e pressanti sanitari e materiali; nella maggior parte dei casi si otterrà come risultato la prevenzione di un ulteriore declino e deterioramento delle condizioni di salute fisica e sociale; importante è sempre offrire questi strumenti con cura, attenzione, sia che si tratti di una visita medica, sia di un colloquio, sia di un pasto.

14 Dispositivi di Harm-Reduction :
Strumenti oggettivi Beni di prima necessità: cibo, vestiti, possibilità di alloggio possibilmente non stigmatizzante, possibilità di lavarsi e lavare indumenti, buoni mensa, sussidi finalizzati al minimo vitale. La tutela e il soddisfacimento dei bisogni vitali, risponde all’obbligo morale di tutela dei diritti fondamentali ed universali della persona Dispositivi di Harm-Reduction : 1.Scambio di siringhe

15 . E’ una delle principali e primitive strategie delle politiche di riduzione del danno. La distribuzione “mediata” da un operatore in strutture socio- sanitarie, privilegiano lo scambio. Il rapporto con l'operatore, nell’atto dello scambio, diventa interlocutore centrale per favorire non solo lo scambio della siringa ma anche il passaggio di una serie di informazioni sui rischi e le possibili patologie legate alle pratiche iniettive (epatiti HIV, oltre alle malattie a trasmissione sessuale) e sul trattamento dell'overdose. Diversi sono i contributi scientifici che riportano come i programmi di scambio siringhe , percorsi educativi sulle buone pratiche di uso delle sostanze ed i trattamenti farmacologici sostitutivi della dipendenza siano associati a riduzione della prevalenza di infezione HIV, HCV . -

16 Bibliografia - The large-scale expansion of syringe exchange was temporally associated with large reductions in both HIV and HCV The prevalence and incidence of HCV, however, still remain at high levels among IDU in prevale New York City.( 1: AIDS Oct;19 Suppl 3:S Reductions in hepatitis C virus and HIV infections among injecting drug users in New York City, The Greater drug injecting risk for HIV, HBV, and HCV infection in a city where syringe exchange and pharmacy syringe distribution are illegal Des Jarlais DC, Perlis T, Arasteh K, et al. [J Urban Health. 2008] - Estimation of the number of injecting drug users attending an outreach syringe-exchange program and infection with human immunodeficiency virus (HIV) and hepatitis C virus: the AjUDE-Brasil project. [J Urban Health. 2003] HIV incidence among injection drug users in New York City, 1990 to 2002: use of serologic test algorithm to assess expansion of HIV prevention services. [Am J Public Health. 2005] - History of syringe sharing in prison and risk of hepatitis B virus, hepatitis C virus, and human immunodeficiency virus infection among injecting drug users in Berlin. [Int J Epidemiol. 1997] -

17 MacDonald M, Wodak AD, Ali R,
MacDonald M, Wodak AD, Ali R,. Hepatitis C virus antibody prevalence among injecting drug users at selected needle and syringe programs in Australia, Collaboration of Australian NSPs. [Med J Aust. 2000] Risk behaviors for HIV transmission among the recent clients of a syringe-exchange program in Madrid, 1993] [Gac Sanit. 1996] Prevalence of hepatitis C virus infection among injecting drug users in Glasgow : are current harm reduction strategies working? [J Infect. 2000] HIV risk behaviour among injecting drug users in Perth: the Australian National AIDS and Injecting Drug Use Study. [Med J Aust. 1992]

18 2.Disponibilità di profilattici
Gli operatori dovrebbero porre in discussione comportamenti abituali e favorire misure di riduzione dei rischi . Educare-informare per prevenire le infezioni sessualmente trasmissibili ed un utilizzo ed un corretto uso del condom 3.Intervento medico -infermieristico Si collabora con il personale educativo nei programmi di - cambio/scambio di materiali di profilassi, nel modificare comportamenti a rischio attraverso l’informazione e nel miglioramento della consapevolezza della persona rispetto all’uso di sostanze. nel Counseling ed educazione alla salute rispetto all’ uso “igienico “delle sostanze

19 Nel Counseling di primo soccorso a persone in difficoltà o in overdose e prevenzione dei decessi.
Nella promozione del benessere e promuovere le competenze delle persone attive nell’ uso delle sostanze. Temi essenziali da affrontare nel Counseling mirato alla prevenzione della morte da overdose e riduzione di tali rischi : Il rischio di usare sostanze in solitudine Il rischio di usare stupefacenti dopo un periodo di astinenza L‘effetto dannoso del mixare eroina ad altre sostanze depressogene ..

20 Il riconoscere i segni di una possibile overdose in altri soggetti che usano stupefacenti
L’insegnamento delle pratiche base di rianimazione (respirazione bocca–bocca , massaggio cardiaco) Come avvisare il 118 quando si assiste una persona che non respira ed è incosciente; prepararsi ad un possibile intervento delle forze dell’ordine per riportare a loro e agli operatori del PS con esattezza, ciò che è successo alla persona. Utilizzo del Naloxone come antidoto per oppiacei ( sapendo che il Naloxone) può provocare la sindrome astinenziale con comportamenti conseguenti

21 Attività di tutela della salute
Screening ematochimici per le maggiori infezioni droga -correlate (HIV, HCV, HBV MTS) Possibilità di vaccinazioni (es. antiepatite B, ..) Educazione alla contraccezione , cura e tutela della gravidanza Possibilità di effettuare piccole medicazioni e/o dare consulenze sulle pratiche iniettive, visite mediche. Cura delle altre patologie legate all’ uso endovena delle sostanze (ascessi ,flemmoni, vasculopatie, pericarditi ecc..,) in collaborazione con UO specialistiche.

22 Trattamenti farmacologici-sostitutivi della dipendenza
Collaborazione con il CSM sui disturbi psichici che si associano alla Dipendenza .

23 Periodicamente si è richiamata l'attenzione sui rischi di overdose attraverso campagne di sensibilizzazione che prevedano la consegna di naloxone fiale e informazioni sulle modalità d'uso .. E' stato possibile attivare la distribuzione gratuita di fiale di Naloxone che possa servire per sè o per altri. Programmare “Corsi di Primo Soccorso” per formare gli utenti all’adeguato uso del Naloxone ed il primo soccorso a persone in stato di intossicazione da oppiacei con perdita di coscienza.

24 Tutto quanto detto sinora ha il significato di evitare la diffusione o l'aggravamento delle malattie droga-correlate che spesso sono cause di morte, e certamente ha incidenza anche sulla riduzione dei rischi di overdose. Proprio per prevenire i decessi da overdose, accentuare l'attività di informazione tra i tossicodipendenti e tra i giovani, sulle overdose, anche tramite specifici opuscoli; anche nei confronti dei tossicodipendenti inseriti nelle comunità terapeutiche o detenuti in carcere, per i rischi di una possibile ripresa del consumo, in quanto l'overdose è più frequente dopo un periodo di astinenza. In particolare per i detenuti andrebbero sviluppate forme di attenuazione dei rischi, anche con l'utilizzo di farmaci sostitutivi o antagonisti in prossimità della scarcerazione, qualora dichiarino la volontà di continuare l'uso di droga all'uscita dal carcere; questo è ancora un nostro auspicio.

25 Trattamenti farmacologico
Il trattamento a mantenimento con metadone e buprenorfina è stato dimostrato avere un’efficace nel prevenire l’overdose, ridurre l’uso illecito di oppiacei, e mantenere un livello di tolleranza agli effetti degli oppiacei inclusa evitare la depressione respiratoria. .

26 La centralità dei farmaci agonisti e parzialmente agonisti: al paziente va garantita la possibilità di accedere ai trattamenti farmacologici ammessi per legge. Per le particolari finalità della "riduzione del danno", al momento attuale, lo strumento principale appare essere il metadone anche se, in prospettiva, vanno seguite con interesse le sperimentazioni anche con la buprenorfina. I programmi terapeutici attivabili in un servizio a Bassa Soglia richiedono il possesso di pochi requisiti, chiari ed irrinunciabili.

27 Si rivolgono a quella parte di popolazione o che per ragioni burocratiche ( stranieri irregolari, ecc.) o motivazionali ( poca disponibilità o capacità ad intraprendere relazioni terapeutiche piu’complesse). Al paziente non viene richiesta una frequenza giornaliera tassativa ,né l’adesione a programmi terapeutici più complessi della semplice assunzione farmacologica ma è richiesta almeno una visita con il medico entro un certo periodo di tempo. Non è imposta l’astensione dalle sostanze per iniziare una terapia farmacologica, non richiedendo di conseguenza il controllo urinario tossicologico, non e contemplato l’affido della terapia.

28 L’erogazione di terapie non sostitutive e psicofarmacologiche dovrebbe esser ridotta al minimo in quanto utenti che per la loro condizione di tossicodipendenza attiva sono esposti a rischi di poli abuso e di intossicazione da “cocktail” da farmaci. Il trattamento farmacologico nell’ottica della riduzione del danno mantiene analoghe finalità del trattamento sostitutivo a mantenimento: la riduzione delle conseguenze sanitarie, sociali, economiche e legali dell’uso delle sostanze in primis gli oppiacei.

29 In particolare: riduzione del rischio di overdose, alleviare le sintomatologie legate all’astinenza, riduzione della quantità e/o della durata d’uso di droghe illegali, miglioramento dello stato di salute psico-fisica del soggetto miglioramento delle condizioni sociali, personali e familiari del soggetto, riduzione della diffusione delle malattie infettive particolarmente HIV, epatiti virale B e C, scoraggiare lo scambio di siringhe , o indirettamente correlate delle sostanze(correzione di condotte comportamentali a “rischio” e adozione di pratiche in grado di proteggere e prevenire la trasmissione parenterale di malattie infettive).

30 Ridurre i reati e le condotte “illegali” e il bisogno di ricorrere alle attività criminali per auto-finanziare il consumo di droghe illegali ed infine favorire il passaggio ad altri ambiti di cura medica. L’efficacia del trattamento farmacologico inoltre aumenta con : programmi facilmente accessibili, con l’esistenza di poche ma “irrinunciabili” regole e breve lista di attesa . L’adeguatezza del dosaggio della terapia( fattore importante di ritenzione in terapia). La dose di farmaco prescritto deve rispondere infatti anzitutto a basilari criteri farmacologici e di sicurezza e cioè essere appropriato alla tolleranza del soggetto ( alleviare la sintomatologia astinenziale ma allo stesso tempo non deve presentare sintomi di “impregnazione” o intossicazione oppiacea.)

31 Una terapia adeguata deve rispondere anche ai criteri d’efficacia :
- ritenzione in trattamento e prevenzione delle overdose. - il dosaggio è correlato inoltre in modo consistente alla ritenzione in trattamento e al consumo di oppioidi illegali, - flessibilità del dosaggio, l’utenza che afferisce ai servizi a bassa soglia di accesso, è prevalentemente costituita da consumatori attivi, con una bassa spinta motivazionale volta all’affrancamento totale dalle sostanze.

32 Ci si troverà di conseguenza nella condizione spesso di “contrattare” col paziente un dosaggio che sia rispondente ai principi farmacologici di efficacia e adeguatezza della terapia e che allo stesso tempo soddisfi la richiesta dell’utenza di un dosaggio antiastinenziale, ma non necessariamente di “blocco”. La letteratura e le plurime esperienze nazionali ed internazionali dei Servizi a Bassa Soglia d’accesso, riconoscono nel metadone per le sue caratteristiche farmacologiche, il farmaco ad oggi più “idoneo” e confacente alle esigenze richieste dell’utenza tipica di tali servizi.

33 Questo per una serie di motivazioni.
Risulta il farmaco più volentieri accettato e richiesto È il farmaco sottoposto al maggior numero di ricerche in ambito della RDD e supportato da una solida base di evidenze scientifiche internazionali. Permette la ritenzione dei pazienti in trattamento più a lungo di ogni altra alternativa terapeutica non-sostitutiva. Ha mostrato un effetto superiore nella riduzione dei rischi associati all’uso di droghe illegali (criminalità, mortalità, comportamenti a rischio da HIV). Ha un’azione proattiva nel soggetto favorendo il contatto con Servizi e la richiesta di interventi di più alto profilo.

34 La terapia metadonica risulta efficace in termini di ridurre i danni , i rischi e l’uso delle sostanze illegali, anche se non integrata con altri interventi trattamentali. Il trattamento metadonico non è scevro da rischi ed effetti indesiderati, che possono essere riassunti principalmente in: tossicità del metadone con rischio di overdose, che potrà essere limitata attraverso: una attenta valutazione della tolleranza del soggetto (periodi di astensione da sostanze per es, durante le carcerazioni o comunità); limitate prescrizioni e somministrazioni di altri farmaci ad azione sedativa “non essenziali”; la corretta pratica di induzione di terapia (iniziare con dosaggi moderati).

35 Se il metadone e' il trattamento di prima scelta, l’uso sempre più diffuso della buprenorfina, suggerisce la sua efficacia come trattamento di “seconda linea” che può offrire rilevanti benefici sotto determinate circostanze, ma ancora ad oggi meno idonea a trattamenti rispondenti ai criteri della RdD All’attuale abbiamo la presenza di un esiguo numero di esperienze (principalmente francesi) di servizi di erogazione di terapia buprenorfinica, basati sui principi della RdD.

36 Bibliografia O’Connor and Fiellin, 2000. -Lepere, Gourarier, Sanchez, et al., 2001; Auriacombe, Fatseas, Dubernet, et al., 2004 – Capelhorn, Dalton, Haldar, et al., 1996; Zanis and Woody, 1998. Fiellin and Lintzeris, 2003; Green, James, Gilbert, et al., 2000. Capelhorn et al., 1996. Zador and Sunjic, 2002. Seymour, Black, Jay, et al., 2003. Williamson, Foreman, White, et al., 1997; Center for Substance Abuse Treatment, 2004

37 Linguaggio nel contatto e nelle attività di tutela della salute e RdD
Gli operatori dovrebbero presentare un linguaggio semplice e ben capibile da tutti anche utilizzando lingue diverse o gerghi, anche nell’attività più tecnica di educazione ed informazione rispetto all’ uso delle sostanze stupefacenti, ai loro effetti a livello psichico e comportamentale, per un uso piu’ sicuro. Il Colloquio Motivazionale dovrebbe essere uno strumento nell’approccio con l’ utente e ci insegna che : L’ espressione empatica (il mostrare di capire , sentire ed essere vicini all’esperienza dell’altro) accompagna l’ascolto e la riflessione dell’altro.

38 Evitare argomentazioni, discussioni, porsi in ascolto delle resistenze
Supportare “l'auto efficacia della persona “nel pensare che “potrà riuscire “ a risolvere delle cose o a cambiare ciò che ritiene utile in quel momento. Evitare argomentazioni, discussioni, porsi in ascolto delle resistenze del paziente al cambiamento ed evitare qualsiasi modalità giudicante. Di facilitare la lettura da parte del paziente “della frattura interiore”, tra ciò che la persona desidererebbe e cio’ che invece si evidenzia con i suoi comportamenti.

39 A conforto del nostro approccio di lavoro sono state pubblicate in letteratura linee guida che hanno evidenziato come le modalità di lavoro, le finalità ed obbiettivi delle nostre azioni siano abbastanza conformi alle raccomandazioni da loro proposte . 2006 Linee guida: National Guideline Clearinghouse™ (NGC) “Working with the active user.” New York State Department of Health. ; 2006 Oct. 20 p. Nel NICE public health guidance 18 Needle and syringe programmes: providing people who inject drugs with injecting equipment This is NICE’s formal guidance on the optimal provision of needle and syringe programmes (NSPs). When writing the recommendations, the Public Health Interventions Advisory Committee (PHIAC) (see appendix A) considered the evidence of effectiveness (including cost effectiveness), fieldwork data and comments from stakeholders. Full details are available at

40 C. NICE public health guidance 18 Needle and syringe programmes: providing people who inject drugs with injecting equipment

41 Valutazione: bassa soglia per accesso al sistema dei servizi

42 Valutazione: bassa soglia per accesso Nuovi accessi TD al SerT

43 Valutazione: bassa soglia per accesso Utenza EXTRA UE

44 Valutazione: Accompagnamento Utenti passati in carico al SerT di RE
216 Programmi In corso: da 1 a 126 mesi

45 Valutazione: Accompagnamento Utenti passati in carico al SerT di RE

46 Lorenzo Sossan: intervento relazionale di tipo socio-educativo
1) Facilitazione all’accesso ed all’accoglienza di tutti gli utenti attivi 2) Attività educative e di supporto 3) Rinforzo della motivazione al cambiamento  4) Sostegno per il mantenimento e il recupero delle capacità residue 5) Sostegno educativo alle persone con l’obiettivo di ridurre i comportamenti anti-sociali

47 Lorenzo Sossan: intervento relazionale di tipo socio-educativo
6) Offerta di beni e servizi di prima necessità per l’alimentazione (colazione, pranzo, merenda), la cura e l’igiene personale (doccia, lavaggio indumenti), il deposito bagagli per chi non ha una casa e possibilità economiche proprie 7) Gestione del Regolamento interno della struttura per il rispetto delle regole minime di convivenza 8) Cogestione col Sert, il Servizio Sociale AUSL e l' Amm.Comun. di alcune situazioni multiproblematiche

48 Lorenzo Sossan: la rete
Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una profonda modificazione dei fenomeni che riguardano i processi di marginalizzazione di alcune fasce di popolazione: tossicodipendenti, persone che si prostituiscono, senza dimora, alcoldipendenti, soggetti con disagi mentali, immigrati regolari e clandestini.

49 Lorenzo Sossan: la rete
Come accompagnare tali problematicità verso gli altri servizi del territorio L’aggancio attivato attraverso la Bassa Soglia è l’ultimo ed insieme il primo punto di snodo della rete per l’utenza in grave stato di emarginazione sociale

50 Lorenzo Sossan: la rete
L'esperienza di questi anni ci ha restituito l'importanza di: - porsi in loro ascolto interrogare, come operatori, la rete sociale e sanitaria del territorio sull’integrazione tra bassa soglia e sistema dei servizi, assumendo la prossimità come prospettiva di riferimento

51 Lorenzo Sossan: Prossimità e sicurezza
La profonda connessione fra sentimenti di paura e disagio sociale, chiama fortemente in causa i servizi a bassa soglia. In effetti sembra che “disagio” sia la parola chiave che apre il concetto di sicurezza @ Preoccupazioni per le garanzie sociali o per il controllo sociale e l'ordine pubblico @ la necessità/possibilità di intervento non solo sulla persona, ma anche sull’intera collettività. @ comunità locale e lavoro di rete

52 Sul Sistema locale degli Interventi Sulle pratiche socio-educative
Valutazione: Impatto Sul Sistema locale degli Interventi Sulle pratiche socio-educative Nella Comunità

53 Valutazione: DECESSI per OVERDOSE Provincia di Reggio Emilia
Anno N° decessi 1999 13 2000 11 2001 4 2002 2003 2004 8 2005 1 2006 2007 2008 2 10 persone sconosciute ai servizi per le dipendenze 23 persone erano conosciute/trattate da SerT della periferia 4 persone erano ospiti di strutture di recupero/assistenza 11 persone erano conosciute/trattate dal SerT di Reggio Emilia 1 persona era conosciuta unicamente dalla struttura Villetta Svizzera

54 Valutazione: DECESSI per OVERDOSE Distretto di Reggio Emilia
Anno N° decessi 1999 6 Nessuno in contatto con Villetta 2000 3 2001 2 con contatto ESTEMPORANEO con Villetta 2002 1 2003 2004 2 1 (irregolare) con contatto APPENA ATTIVATO con Villetta 2005 2006 2007 2008

55 Valutazione: Prevenzione patologie correlate
30 utenti da a 2009 con primo accesso a Villetta HIV positivo: 4 persone HIV negativo: Range di osservazione: 0/11 anni Tempo medio di osservazione: 3 anni Anni di salute complessivi: 78

56 Conclusioni Le azioni di tutela della salute e RdD rientrano a pieno titolo nella continuità assistenziale / terapeutica del percorso che la persona dipendente da sostanze intraprende. Fondamentale è l’integrazione delle azioni di tutela della salute e RdD con le attività di sostegno educative- motivazionali da un lato e la connessione con altri interventi di prossimità sul territorio (sociali ecc.) per raggiungere esiti efficaci , come le buone pratiche ci suggeriscono.

57 La gestione dei rischi (di morte , di conflittualità , aggressività ) è un elemento di forte attenzione; un’intensa attività “ clinica,” supportata dalla formazione e supervisone degli operatori è indispensabile per affrontare tali problematiche. La gestione clinica dei rischi riteniamo debba essere integrata a anche da una forte collaborazioni con il sistema di “ vigilanza interna” e le forze dell’ ordine.

58 E’ indispensabile un “forte mandato “ della Direzione Generale, ma anche un sostegno di buona parte dell’apparato sociale e politico del territorio in cui il Servizio si trova. Il Servizio bassa Soglia e RdD , tutela la salute dell’ individuo ma anche della collettività in quanto tutta la comunità ne trae benefici in termini di salute pubblica e sicurezza.

59 Grazie dell’attenzione equipe struttura: Bagni C. , Bellini B
Grazie dell’attenzione equipe struttura: Bagni C., Bellini B., Bevilacqua L., Gentili M., Ligabue P., Predieri B., Mohamed S., Montanari G., Oddi L., Zannini A. Cooperativa - La Quercia

60 Lorenzo Sossan: Prossimità e sicurezza
progettare possibili cambiamenti a) riduzione del danno: limitato ricorso allo strumento penale maggior investimento nel welfare b) ponti tra gruppi sociali diversi c) perseguire la tutela della salute ed il benessere sociale di tutti i cittadini d) Rete articolata ed integrata di servizi e) costruzione di una filiera di interventi diversi f) “Osservatorio permanente” sull’evoluzione dei fenomeni g) forte attenzione ai mutamenti ed grande flessibilità e capacità di nuove risposte

61 Lorenzo Sossan: Prossimità e sicurezza
formazione congiunta con le Forze dell’Ordine mediazione sociale dei conflitti Far comprendere e rendere espliciti alla popolazione generale i vantaggi di attività di RdD è un’azione che deve andare di pari passo con le azioni rivolte al target primario


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