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Comprensione del Linguaggio

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Presentazione sul tema: "Comprensione del Linguaggio"— Transcript della presentazione:

1 Comprensione del Linguaggio
Prof.ssa Eleonora Bilotta

2 Il linguaggio Il linguaggio è la capacità di utilizzare un codice per esprimere, comprendere, comunicare e rappresentare il mondo e le idee sul mondo attraverso un sistema convenzionale di segni arbitrari.

3 IL LINGUAGGIO E’: Un sistema combinatorio discreto e arbitrario in cui è possibile ottenere un numero infinito di parole o frasi complesse: discreto indica il carattere digitale del linguaggio in cui il numero delle frasi o delle parole è infinito perché è possibile riorganizzare gli elementi discreti in ordini e combinazioni particolari (Produttività linguistica); combinatorio indica che ognuna delle infinite combinazioni ha un significato diverso che può essere previsto dai significati delle sue parti e dalle regole e principi alla base del loro ordinamento (Proprietà costruttiva); arbitrario si riferisce all’arbitrarietà dell’attribuzione del significato alle parole.

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5 Suono Fonologia Lessico Significato Semantica Morfologia Grammatica Sintassi Funzioni comunicative Contesto Pragmatica Conversazione Discorso

6 Elaborazione delle frasi
Nel processo di comprensione delle frasi esistono due livelli fondamentali di analisi: Analisi sintattica (grammaticale) nota come parsing; Analisi del significato della frase, nota come pragmatica.

7 Grammatica o sintassi In ogni lingua è possibile formulare un numero infinito di frasi, ma queste frasi sono sistematiche e organizzate in vario modo. Chomsky (1957, 1959) e altri linguisti hanno elaborato un insieme di regole per spiegare la regolarità e la produttività del linguaggio. Tale insieme di regole viene definito grammatica. GRAMMATICA Insieme finito di regole che danno tutte e solo le combinazioni possibili tra le parole per produrre le frasi di una lingua.

8 Parsing Parsing processo di assegnazione di una struttura grammaticale alla frase. È un processo tutt’altro che semplice, soprattutto in lingue, come quella inglese dove alcune frasi presentano problemi di ambiguità nella struttura grammaticale: Es. “They are flying planes” può significare “sono aerei che volano” oppure “stanno guidando degli aerei”. Alcune frasi sono sintatticamente ambigue a livello globale, altre a livello locale.

9 Parsing Esiste una distinzione fondamentale tra teorie seriali e teorie parallele dell’elaborazione delle frasi: teorie seriali – viene inizialmente selezionata una prima analisi sintattica della frase; se tale analisi non funziona, ne viene selezionata un’altra e così via. teorie parallele- le svariata analisi vengono prese in esame parallelamente.

10 Il modello del garden-path
Frzier e Rayner (1985) hanno proposto il modello del garden-path lettori o ascoltatori possono essere indotti in errori da frasi ambigue. Il modello era basato sui seguenti assunti: Per ciascuna frase viene presa in considerazione inizialmente una sola struttura sintattica; Il significato non è implicato nella scelta della struttura sintattica iniziale; Viene scelta la struttura sintattica più semplice utilizzando due principi: la minima unione e la tarda chiusura;

11 Il modello del garden-path
Secondo il principio della minima unione viene preferita la struttura grammaticale che dà luogo al numero più basso di nodi (parti costituenti di una frase); Secondo il principio della tarda chiusura parole nuove incontrate in una frase vengono collegate alla frase stessa solo se è possibile da un punto di vista grammaticale.

12 La teoria basata sui vincoli
La teoria basata sui vincoli, proposta da MacDonald et al. (1994), basata su un’architettura connessionista, parte dall’assunto che tutte le fonti importanti di informazione e vincoli, sono immediatamente disponibili al soggetto che esegue il parsing. Analisi contrastanti della frase in esame vengono attivate simultaneamente e classificate in ranghi in base alla loro forza di attivazione. Secondo MacDonald et al. (1994), la risoluzione dell’ambiguità è un classico esempio di soddisfacimento di un vincolo. Fonti di informazioni multiple, parzialmente ridondanti, indipendenti, probabilistiche, interagiscono tra di loro per consentire al sistema di formare un’interpretazione ad ogni livello.

13 La teoria basata sui vincoli
Secondo la teoria, il sistema utilizza quattro caratteristiche del linguaggio per risolvere le ambiguità nelle frasi: La competenza pone dei vincoli alle possibili interpretazioni delle frasi; Le varie forme di interpretazione associate a qualsiasi parola data non sono in genere indipendenti l’una dell’altra. Una parola può essere meno ambigua per certi versi piuttosto che per altri; Le varie interpretazioni possibili secondo le regole grammaticali sono in genere notevolmente diverse per frequenza e probabilità sulla base delle esperienze pregresse.

14 Pragmatica La pragmatica si occupa delle modalità con cui il linguaggio viene usato a scopo comunicativo. Austin (1976) ha sostenuto che ogni frase prodotta da un parlante ha tre effetti: Forza locutoriasignificato letterale della frase; Forza illocutoriaciò che chi parla intende comunicare; Forza perlocutoriaeffetto reale che la frase esercita su chi ascolta.

15 Teoria della capacità La memoria di lavoro viene utilizzata sia per l’immagazzinamento che per l’elaborazione durante l’elaborazione. L’ipotesi fondamentale formulata da Just e Carpenter (1992) è che esistono differenze individuali nella capacità della memoria di lavoro e che queste differenze individuali hanno considerevoli effetti sulla comprensione del linguaggio. La capacità della memoria di lavoro viene valutata mediante il compito di span di lettura, dove i partecipanti leggono una serie di frasi con lo scopo di comprenderle, e poi cercano di ricordare l’ultima parola di ciascuna frase.

16 Teoria della capacità Afasia
La Teoria della capacità è stata applicata a pazienti celebrolesi affetti da afasia, una condizione che implica il deterioramento delle capacità linguistiche. Tutti i pazienti afasici hanno in comune una riduzione delle risorse della memoria di lavoro implicata nella comprensione del linguaggio. Caspari, Parkinson, LaPointe e Katz (1994) hanno studiato vari pazienti affetti da afasia, scoprendo che la prestazione in un compito di span di ascolto era correlata (0.82) con una misura indipendente di comprensione di testi.

17 Teoria della capacità Carpenter, Miyake e Just (1994) hanno preso in esame un modello di simulazione basato sulla Teoria della capacità, CC Reader (Capacity Constrained, Capacità limitata). Secondo questa teoria, l’attivazione è alla base di tutte le attività che hanno luogo nella memoria di lavoro: “il limite di capacità viene definito come la quantità massima di attivazione che il sistema ha a disposizione per la memorizzazione e l’elaborazione”. Hanno inoltre sostenuto che questo modello può essere facilmente applicato ai pazienti afasici: “la quantità massima di attivazione disponibile per l’immagazzinamento e l’attivazione delle informazioni linguistiche è limitata in modo decisamente più grave nel sistema afasico che non nel sistema normale”.

18 Elaborazione del discorso
Nella vita reale abbiamo abitualmente a che fare con testi scritti o linguaggio parlato. Secondo Gra e Serr, Millis e Zwaan (1997), esistono importanti differenze tra eleborazioni di frasi e di testi: Qualsiasi testo è molto più di una sequenza di singoli frasi… una frase al di fuori di un contesto è quasi sempre ambigua, mentre una frase inserita in un contesto lo è raramente... Sia le storie che le esperienze quotidiane includono persone che eseguono delle azioni per raggiungere determinati obbiettivi, eventi che pongono ostacoli al raggiungimenti di questi ultimi , conflitti tra l e persone e reazioni emotive.

19 Trarre inferenze La comprensione di testi sarebbe impossibile senza la possibilità di accesso alle conoscenze immagazzinate. Un semplice esempio del ruolo cruciale svolto da tali conoscenze è rappresentato dal processo di inferenza o di riempimento dei vuoti. Schank (1976) lo ha definito il nucleo fondamentale del processo di comprensione.

20 Trarre inferenze È possibile tracciare una distinzione tra inferenze di collegamento e inferenze di elaborazione: inferenze di collegamento sono necessarie per stabilire coerenze tra la parte del testo che si sta leggendo e quella precedente; inferenze di elaborazione servono ad abbellire il testo o ad aggiungere dettagli. Anafora Forma più semplice di inferenza di collegamento, in cui un nome o un pronome deve essere identificato con un altro nome o una frase nominale menzionata in precedenza.

21 Ipotesi minimalista McKoon e Ratcliff (1992) hanno suggerito un’alternativa definendola ipotesi minimalista. In assenza di processi strategici specifici e mirati, vengono costruiti solo due tipi di inferenze: quelle che stabiliscono rappresentazioni localmente coerenti delle parti di un testo che vengono esaminate e quelle che si basano su informazioni che sono disponibili in modo semplice e veloce.

22 Ipotesi minimalista Secondo McKoon e Ratcliff (1992):
Le inferenze sono automatiche o strategiche (mirate); Alcune inferenze automatiche stabiliscono una coerenza locale; Altre inferenze automatiche si basano su informazioni facilmente disponibili in quanto fanno parte della conoscenza generale o perché sono menzionate in modo esplicito nel testo; Le inferenze strategiche vengono formulate dal lettore al fine di raggiungere degli obiettivi, talvolta esse servono a generare coerenza locale.

23 Teoria della ricerca del significato
Graesser, Singer e Trabasso (1994) hanno ammesso che le teorie del costruzionismo non riescono spesso a specificare quali inferenze vengono formulate durante il processo di comprensione. Essi cercarono di eliminare tale omissione nella teoria della ricerca del significato, secondo la quale i lettori ricercano il significato in base ai seguenti assunti: L’ipotesi dell’obiettivo del lettore: il lettore costruisce per il testo un significato che soddisfa i suoi obiettivi. L’ipotesi della coerenze: il lettore cerca di costruire un significato che sia coerente dal punto di vista locale e globale. L’ipotesi della spiegazione: il lettore cerca di spiegare le azioni, gli avvenimenti e le situazioni descritte nel testo.

24 Teoria della ricerca del significato
Graesser et al. (1994) hanno sottolineato che il lettore non ricerca il significato se il suoi obiettivo non necessita della costruzione di una rappresentazione significativa del testo (ad esempio nelle correzioni di bozze), se il testo sembra mancare di coerenza, oppure se il lettore non possiede la necessaria conoscenza di fondo per comprendere appieno il testo. Vi sono numerosi tipi di inferenze che non vengono di norma formulati in base alla teoria della ricerca del significato.

25 Teoria della ricerca del significato
Sono descritti nove tipi diversi di inferenze: Referenziale; Assegnazione di ruolo nella struttura dei casi; Antecedente causale; Obiettivo sopraordinato; Tematica; Reazione emotiva del personaggio; Conseguenza causale; Strumento; Azione dell’obiettivo subordinato.

26 Elaborazione di storie
La nostra descrizione della storia è altamente selettiva, e determinata dal suo significato. Gomulicki (1956) ha fornito una dimostrazione semplice e diretta del modo selettivo con cui le storie vengono comprese e ricordate, attraverso evidenze sperimentali è giunto alla conclusione che una storia è simile ad un riassunto in cui ci si concentra principalmente sulle informazioni importanti.

27 Grammatica delle storie
Quasi tutte le storie possiedono una struttura. Alcuni psicologi hanno affermato che tutte le storie condividono alcuni elementi comuni ad un livello generale ed astratto. Ciò ha condotto al concetto di Grammatica delle storie, cioè una serie di regole da cui è possibile generare la struttura di qualsiasi storia. Thorndike (1977) ha preso in considerazione una Grammatica delle storie in cui vi era una struttura gerarchica, in cima alla quale erano poste le seguenti categorie: Ambientazione; Tema; Intreccio; Soluzione. Thorndike sottopose a verifica tale grammatica e ne risultò che i soggetti ricordavano meglio la storia quando il tema era posto all’inizio, e quando il tema era posto alla fine piuttosto che essere omesso del tutto.

28 Teoria degli schemi Schemi è usato in riferimento a blocchi ben organizzati di conoscenze riguardanti il mondo, eventi, persone e azioni. Script e frame sono tipi relativamente specifici di schemi. Script riguardano le conoscenze sugli eventi e le conseguenze degli eventi. Schank e Abelson (1977) fecero riferiemnto allo script del ristorante, che comprendeva le informazioni sulle abituali sequenze di eventi previste nell’andare a mangiare al ristorante. Frame riguardano le conoscenze sulle caratteristiche e sulla collocazione degli oggetti.

29 Teoria degli schemi Gli schemi sono importanti nell’elaborazione del linguaggio, perché contengono gran parte delle conoscenze che vengono utilizzate per facilitare la comprensione di ciò che udiamo e leggiamo. La funzione cruciale degli schemi è che essi ci consentono di creare delle aspettative. Bransford e Johnson (1972) hanno ottenuto evidenze sperimentali a favore dell’ipotesi che gli schemi influenzano il processo di comprensione.

30 Teoria di Bartlett Bartlett (1932) è stato il primo psicologo ha sostenere che gli schemi svolgono un ruolo importante nel determinare ciò che ricordiamo di una storia. La memoria è influenzata non solo dalla storia che viene presentata ma anche dal magazzino delle precedenti conoscenze rilevanti o schemi. Egli l’idea di presentare ai partecipanti del suo studio delle storie che producevano un conflitto tra il contenuto presentato e le loro conoscenze precedenti. I risultati ottenuti convalidarono le sue conclusioni.

31 Teoria di script-pointer-plus-tag
L’ipotesi script-pointer-plus-tag è stata formulata da Schank e Abelson (1977). Essa rappresenta un approfondimento di alcune idee di Bartlett e consiste in una serie di ipotesi relative alla capacità di memoria per storie basate su script o schemi: Le informazioni derivanti dalla storia sono combinate con le informazioni che derivano dallo script o dagli schemi sottintesi presenti in memoria. Le azioni riportate in una storia possono essere tipiche (coerenti con lo script o gli schemi sottostanti) o atipiche (non coincidono con script sottostante). Le informazioni relative alle azioni atipiche vengono associate individualmente allo script sottostante.

32 Teoria di script-pointer-plus-tag
La memoria di riconoscimento sarà migliore per le azioni atipiche rispetto a quella per le azioni tipiche, perché è difficile distinguere le azioni tipiche presenti nella storia dalle azioni tipiche non presenti in essa. La rievocazioni iniziale delle azioni atipiche dovrebbe essere migliore di quella per le azioni tipiche, perché esse sono associate individualmente agli script nella memoria. La rievocazioni di azioni atipiche a lunghi intervalli di ritenzione dovrebbe essere peggiore di quella delle azioni tipiche, perché la rievocazione si base in misura crescente sullo script o sullo schema sottointeso.

33 Il modello di kintsch e van Dijk
kintsch e van Dijk (1978) hanno individuato nel loro modello due unità fondamentali di analisi: l’argomento e la proposizione. Il testo della storia viene elaborato la fine di formare delle strutture a due livelli: La microstruttura: livello al quale le proposizioni estrapolate dal testo vengono articolate in una struttura coerente. La macrostruttura: livello al quale si forma una versione corretta della microstruttura. Le proposizioni estrapolate da una storia vengono poste in un magazzino di lavoro a breve termine di capacità limitata, che assomiglia al sistema della memoria di lavoro. Ulteriori proposizioni si formano grazie a inferenze di collegamento, e vanno ad aggiungersi a quella formate direttamente dal testo stesso.

34 Il modello di kintsch e van Dijk
Quando il magazzino contiene un certo numero di proposizioni, il lettore cerca di collegarle tra loro in modo coerente. Il collegamento delle proposizione ha luogo solo nel magazzino di lavoro ed è pertanto limitato dalla capacità della memoria a breve termine. Si verifica un ciclo di elaborazione: ad intervalli regolari, il magazzino viene svuotato di tutto tranne che di alcune proposizioni fondamentali.

35 Il modello di kintsch e van Dijk
La macrostruttura di una struttura combina le informazioni schematiche con una versione abbreviata della microstruttura. Alle proposizioni della microstruttura si applicano svariate regole: Cancellazione; Generalizzazione; Costruzione. La capacità di ricordare un testo dipende sia dalla microstruttura che dalla macrostruttura.

36 Il modello di integrazione-costruzione di kintsch
Kintsch (1988, 1992, 1994) ha proposto un modello di integrazione-costruzione che approfondisce e sviluppa il suo modello precedente. Questo modello fornisce un maggior numero di informazioni sul modo in cui si formano le inferenze e su come la conoscenza immagazzinata interagisce con le informazioni derivanti dal testo per formare la macrostruttura.

37 Il modello di integrazione-costruzione di kintsch

38 Il modello di integrazione-costruzione di kintsch
Secondo il modello, durante il processo di comprensione si verificano le seguenti fasi: Le frasi presenti nel testo vengono trasformate in proposizioni che rappresentano il significato del testo. Queste proposizioni vengono poste in un magazzino di lavoro a breve termine e formano una rete proposizionale. Ogni proposizioni costruita dal testo recupera alcune proposizioni collegate in modo associativo dalla memoria a lungo termine. Le proposizioni costruite dal testo, insieme a quelle recuperate dalla memoria a lungo termine, formano la rete proposizionale elaborata; questa rete contiene di solito molte proposizioni non pertinenti.

39 Il modello di integrazione-costruzione di kintsch
Viene utilizzato un processo di diffusione dell’attivazione al fine di scegliere le proposizioni per la rappresentazione del testo; i gruppi proposizioni strettamente interconnesse tra loro attraggono quasi tutta l’attivazione ed hanno la maggiore probabilità di essere incluse nella rappresentazione del testo, mentre vengono scartate le proposizioni non pertinenti. La rappresentazione del testo è una struttura organizzata che viene immagazzinata nella memoria episodica del testo; le informazioni sulla relazioni tra due proposizioni vengono incluse se sono state elaborate insieme nel magazzino di lavoro a breve termine. Vengono alla fine costruiti tre livelli di rappresentazione: la rappresentazione superficiale, la rappresentazione proposizionale e la rappresentazione situazionale.

40 Il modello di indicizzazione degli eventi
Zwaan, Langston e Graesser (1995) hanno elaborato il modello di indicizzazione degli eventi al fine di specificare in modo chiaro i processi implicati nella costruzione di modelli situazionali.

41 Il modello di indicizzazione degli eventi
I lettori sottopongono a monitoraggio cinque aspetti o indici del modello di situazione in evoluzione nel momento stesso in cui leggono la storia: Il protagonista; Sequenza temporale; Casualità; Spazialità; Intenzionalità. Gli assunti del modello sono che la discontinuità di uno qualsiasi di questi aspetti creino difficoltà alla costruzione del modello situazionale, e che tali discontinuità rendano il tempo di lettura più lungo.


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