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PubblicatoAbramo Castellano Modificato 11 anni fa
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LA VALUTAZIONE FATTA DAI FAMILIARI DEGLI UTENTI: LIMPATTO DEL GRUPPO DI AUTOMUTUOAIUTO SULLA UFSM DELLA VALDICHIANA
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Da circa due anni e mezzo abbiamo costituito un gruppo formato dai familiari dei nostri utenti, affetti da psicosi, che fruiscono della nostra UFSM da più tempo. Il Gruppo era nato come sostegno alle famiglie più provate della Salute Mentale. In seguito, essendo nata lAssociazione dei Familiari LAc- coglienza alla quale si è aggiunta la Cooperativa lAro- matica, abbiamo ritenuto di operare una scelta richie- dendo ai familiari un forte sostegno per le attività della UFSM ed un conforto per le scelte operative della stes- sa che tenesse conto delle aspettative dellutente e dei familiari.
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Il nostro intervento sarà diviso in due parti. Nella prima parte esamineremo limpatto di tale col- laborazione da parte degli operatori mentre, nella seconda parte, il punto di vista dei familiari. A- Il punto di vista degli operatori: nel tempo abbiamo riflettuto, dopo alcune sollecitazioni dei familiari ( ma anche degli utenti che frequentano il Centro Diurno ) su un nuovo modello di operatività. In primo luogo abbiamo riflettuto sulla opportunità di modificare il nostro intervento per quanto attiene gli inserimenti lavorativi e/ o i tirocini terapeutico-lavorativi. Abbiamo così strutturato un gruppo di lavoro costituito da operatori della ASL ( UFSM, SERT, SAS ), dei Comuni della Valdichiana dal Centro per lImpiego della Provincia e dal Consorzio COOB ( cooperative di tipo B ).
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Il Gruppo coordina tutti i progetti lavorativi che riguardano soggetti svantaggiati e si relaziona con le varie Associa- zioni della nostra Comunità. In questo momento stiamo co- struendo un secondo Gruppo dove la ASL ed i Comuni sono coordinati con le varie Associazioni della nostra Zona per progettare il Tempo Libero, non solo dei soggetti svantaggiati ma anche delle popolazioni a rischio, in primis gli adolescenti. Una bella sollecitazione è venuta dalla psicoeducazione, quando i familiari ci richiedevano notizie sullaspetto genetico e sullereditarietà delle malattie mentali e dei fattori di rischio per i figli dei nostri utenti. Visto poi il rapporto di collaborazione con i Medici di Medicina Gene- rale ( con delibera ASL ), abbiamo proposto un assessement clinico per gli esordi precoci ( che ha abbassato, in modo significativo, letà d accesso al nostro Servizio );
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Infine da alcuni mesi abbiamo costituito un gruppo di lavoro della UFSM per il monitoraggio dei figli dei nostri pazienti più gravi, con la tecnica dell home-visiting. Infine stiamo predisponendo un corso di formazione, per lo studio di un test di rilevazione di sintomi psicopatologici nellinfanzia e nell adolescenza, rivolto ai Medici di Medicina Generale e ai Pediatri di Libera Scelta. Quindi la collaborazione con i familiari ( ma anche con gli utenti ), che è andata maturan- do in varie sedi, ha portato ad una nuova cultura del Servi- zio perché la maggior parte delle attività viene svolta fuori dal Servizio ( palestre, piscine, bocciofila, corsi di for- mazione, teatro, aziende, associazioni, parrocchie, rioni…). Il Centro Diurno ha lo scopo di coordinare le attività più che di effettuarle. Solo la riabilitazione del post-acuto viene ormai effettuata allinterno del Centro Diurno e per il minor tempo possibile. Infine tale collaborazione ha ridotto, in mo- do significativo, la possibile conflittualità tra gli operatori ed i familiari, determinata da visioni, aspettative e linguaggi diversi.
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B- Il punto di vista dei familiari: gli utenti ed i familiari sono abbastanza soddisfatti del sistema di cura e del sostegno che viene dato dalla UFSM di Cortona Il Gruppo è nato due anni e mezzo fa come AMA con il supporto di due medici.; si riunisce una volta/ mese e sta cercando di im- parare il modo di sostenersi da solo. Malgrado il gruppo ci sia di sostegno noi sentiamo una gran- de fragilità ed insicurezza nellaffrontare il nostro rap- porto con la persona ammalata. Spesso rispondiamo istin- tivamente e cerchiamo disperatamente di mantenere una certa serenità ma a volte senza risultati; ciò può produrre un rapporto non solo difficile ma angoscioso con la persona malata e può far nascere, nel familiare, un senso di colpa e/ o inquietudine.
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Ci sembra tuttavia che il confronto nel gruppo abbia stimolato un certo cambiamento positivo: da un atteggiamento di rigi- dità e di chiusura e focalizzato esclusivamente sulla propria esperienza personale ad un atteggiamento più flessibile, più tollerante e più aperto agli altri. Il Gruppo ha preso anche coscienza che è molto importante aprirsi al di fuori, nella comunità che lo circonda e cercare di avere aiuto senza timore di far conoscere la propria situazione. Appartiene al nostro gruppo una giovane donna volontaria che non ha problemi di questo genere e tuttavia afferma di tro- vare giovamento per leducazione del proprio figlio che attual- mente è in età adolescenziale.
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