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per una neurobiologia relazionale

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Presentazione sul tema: "per una neurobiologia relazionale"— Transcript della presentazione:

1 per una neurobiologia relazionale
parte terza per una neurobiologia relazionale

2 Il modello di Gerald Edelman
la relazione corpo-mondo è inscritta nella struttura del s.n.

3 Il modello di Gerald Edelman
la relazione corpo-mondo è inscritta nella struttura del s.n. sistema troncoen.ipot. elabora stimoli interni depositario “valori”

4 Il valore sinonimo di “bisogno”
sostiene le tendenze innate all’azione (motivazioni) definisce i limiti dell’adattività degli “oggetti” del mondo con cui il corpo si relaziona è il fondamento del “sé”, inteso come rappresentante del versante corporeo del sistema “corpo-in-relazione-con-il-mondo”

5 Il “sé” nella teoria di Antonio Damasio
“a qualsiasi livello organizzativo della materia biologica, la vita si identifica nel mantenimento delle condizioni omeostatiche, cioè nel mantenimento della (relativa) stabilità interna rispetto alla variabilità esterna. Il sé si identifica con i diversi livelli organizzativi che sostengono la stabilità interna” Antonio Damasio

6 Il modello di Gerald Edelman
la relazione corpo-mondo è inscritta nella struttura del s.n. sistema troncoen.ipot. elabora stimoli interni depositario “valori” non-sé sistema talamocort. elabora stimoli esterni depositario “categorizzazione”

7 La categorizzazione sinonimo di “percezione” (discriminazione-generalizzazione degli “oggetti” del mondo) sostiene i comportamenti definisce le caratteristiche (sensomotorie) degli “oggetti” del mondo con cui il corpo si relaziona è il fondamento del “riconoscimento”, inteso come rappresentante del versante ambientale del “corpo-in-relazione-con-il-mondo”

8 L’imprinting: un modello prototipico della relazione valore-categoria
segnala l’esistenza di una tendenza innata a relazionarsi con il mondo all’interno di limiti spaziotemporali la tendenza è espressione del valore l’oggetto è espressione della categorizzazione la rappresentazione della relazione valore-categoria (esperienza dipendente) organizza (memoria) il comportamento

9 Il rapporto valore-categoria: struttura ed organizzazione nei sistemi biologici
mondo corpo organizzazione categorizzazione memoria riconoscimento reti valore-rilevazione motivazione struttura (valore) oggetto rilevazione sensomotoria

10 Il modello di Gerald Edelman
la relazione corpo-mondo è inscritta nella struttura del s.n. non-sé sistema talamocort. elabora stimoli esterni depositario “categorizzazione” sistema troncoen.ipot. elabora stimoli interni depositario “valori” organizzazione cerebrale funzione mentale (rappresentazione della relazione sé-non sè)

11 Il “darwinismo neurale”
nel corso dello sviluppo embrionale il genoma determina l’invarianza specie-specifica delle diverse aree del s.n.c.

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13 Il “darwinismo neurale”
all’interno delle singole aree i neuroni presentano marcate variabilità microstrutturali dipendenti da fenomeni evolutivi casuali e dall’interazione microambientale

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16 Il “darwinismo neurale”
le diverse aree sono interconnesse da numerosi fasci di fibre bidirezionali, soprattutto a livello corticale

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19 Il “darwinismo neurale”
alla nascita, nelle singole aree deputate all’elaborazione di stimoli diversi, sono presenti, soprattutto a livello corticale, numerosi repertori varianti attinenti alla medesima funzione (degenerazione): “individui” di una “popolazione” (variazione 1)

20 repertori primari (variazione 1) repertori primari (variazione 1)

21 Il “darwinismo neurale”
sia per le caratteristiche anatomofisiologiche delle aree relative al “sé” e al “non sé”, sia per le caratteristiche fisiche degli stimoli interni e di quelli esterni, per intervalli di tempo brevi la variazione di attività del sistema coincide con la variazione di attività delle aree del “non sé”

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23 stimoli interni

24 stimoli esterni stimoli interni stimoli esterni

25 Il “darwinismo neurale”
la stimolazione ambientale sollecita un processo competitivo tra i repertori primari, formando i repertori secondari: “individui più adatti” (selezione 1)

26 stimoli esterni stimoli interni stimoli esterni

27 stimoli esterni stimoli interni stimoli esterni

28 repertori secondari (selezione) stimoli esterni stimoli interni

29 Il “darwinismo neurale”
la formazione dei repertori secondari si accompagna ad una selezione della rete di interconnessione tra le varie aree del sistema, favorendo le componenti della rete relative a repertori sincronicamente stimolati (ereditarietà 1), intrinsecamente dotata di variabilità strutturale (variazione 2)

30 stimoli esterni stimoli interni stimoli esterni

31 (ereditarietà1- variazione2) stimoli esterni stimoli interni

32 rete interconnessione
dinamica selettiva nello sviluppo della struttura organismo ambiente variazione 1 repertori primari repertori secondari selezione 1 rientro rete interconnessione ereditarietà 1

33 Il “darwinismo neurale”
Data l’intrinseca variazione strutturale della rete di interconnessione, l’arrivo di uno stimolo ad una singola area comporta l’attivazione dell’intera rete di interconnessione ad essa correlata (selezione 2) L’attivazione coincide con la formazione della memoria, sinonimo dell’organizzazione dell’intero sistema, da cui emerge la funzione del sistema (ereditarietà 2)

34 (selezione2) stimoli interni stimoli esterni

35 (ereditarietà2) stimoli interni stimoli esterni

36 rete interconnessione
dinamica selettiva nello sviluppo dell’organizzazione organismo ambiente rete interconnessione variazione 2 selezione 2 stimoli interni stimoli esterni attualità (struttura)

37 organismo ambiente memoria (organizzazione) funzione attualità
dinamica selettiva nello sviluppo dell’organizzazione organismo ambiente memoria (organizzazione) variazione 2 riconoscimento ereditarietà 2 selezione 2 funzione stimoli interni stimoli esterni attualità (struttura)

38 Il rapporto valore-categoria: struttura ed organizzazione nei sistemi biologici
mondo corpo organizzazione categorizzazione memoria riconoscimento reti valore-rilevazione motivazione struttura (valore) oggetto rilevazione sensomotoria

39 Il “darwinismo neurale”
Il processo è continuamente dinamico -all’interno dei limiti connessi alla neuroplasticità e alla variabilità ambientale-, in quanto la variabilità degli stimoli attuali rispetto agli stimoli del passato comporta la continua riorganizzazione del sistema

40 stimoli interni stimoli esterni

41 stimoli interni stimoli esterni

42 stimoli interni stimoli esterni

43 Il “darwinismo neurale”
Un ulteriore elemento dinamico del sistema è costituito, per intervallo di tempo lunghi, dal cambiamento del valore in atto, che comporta cambiamento nel reclutamento mappe sensomotorie

44 stimoli interni stimoli esterni

45 stimoli interni stimoli esterni

46 Il “darwinismo neurale”
nel corso di questo processo evolutivo, nelle aree relative al “non sé” si passa da reti di interconnessione fondate sull’associazione temporale degli stimoli (sincronia) a reti di interconnessione fondate sulla correlazione spaziale dell’attività (distribuzione): le aree del “non sé” attuano ora il “riconoscimento” dell’oggetto (categorizzazione) -discriminazione e generalizzazione dell’oggetto dallo sfondo-. l’organizzazione dell’intero sistema (“sé-non sé”) è l’espressione del tipo di relazione con l’ambiente maggiormente sollecitata dall’esperienza, per cui costituisce la memoria del sistema stesso

47 Il “darwinismo neurale”
l’attività dell’intero sistema è scomponibile, quindi, in due processi distinti temporalmente (presente e passato) e funzionalmente (categorizzazione attuale e memoria valore-categoria) la categorizzazione attuale necessita della memoria per realizzarsi, tanto quanto la memoria necessita della categorizzazione attuale per stabilizzarsi. essendo l’esperienza attuale mai completamente identica a quella passata, la categorizzazione attuale subisce sempre una sorta di assimilazione alla memoria, tanto quanto la memoria subisce sempre una sorta di accomodamento alla categorizzazione attuale.

48 categorizzazione funzione memoria “presente ricordato”
assimilazione accomodamento memoria “ricordo presentificato”

49 Il darwinismo neurale (ereditarietà2) cervello ambiente sé non sè
stimoli (selezione1) (variazione1) (selezione2) categorizzazione reti correl. sé-non sè oggetti (ereditarietà1=variazione2) funzione (ereditarietà2) memoria

50 Lo sviluppo delle funzioni
la dinamica darwiniana è considerata invariante per qualsiasi tipo di funzione la comparsa di una nuova funzione è connessa alla comparsa (evoluzione) o alla maturazione (sviluppo) di una nuova struttura del s.n.c. le nuove strutture processano l’attività delle strutture sottostanti, tramite il rilievo di nessi combinatori tra le rappresentazioni della struttura sottostante

51 sviluppo della gerarchia funzionale
(direttrice bottom-up) etc. selezione rappresentazioni funzione C variazione ereditarietà nessi combinatori selezione rappresentazioni funzione B ereditarietà variazione nessi combinatori selezione rappresentazioni funzione A variazione

52 Lo sviluppo delle funzioni
in questo processo, la memoria e la categorizzazione della funzione precedente costituiscono il “sé” e il “non sé” della funzione successiva

53 Costruzione delle funzioni cerebrali:
dinamica bottom-up sé non sè categ. A corr. sé-non sè f. A categ. B memoria A f. B categ. C memoria B f. C memoria C etc.

54 Lo sviluppo delle funzioni
in tal modo i valori, basicamente costituiti dai regolatori omeostatici delle funzioni vitali, assurgono a elementi relativi alla memoria della relazione con l’ambiente che ne consente la soddisfazione: i valori, cioè, tanto più quanto più la funzione è complessa, sono l’espressione dei processi di apprendimento connessi alla propria storia di sviluppo.

55 Lo sviluppo delle funzioni
la rappresentazione propria della nuova funzione si fonda sulla costituzione di una rappresentazione relazionale emergente dai nessi combinatori (cfr. organizzazione sistema visivo) tra singoli elementi rappresentativi, relativi al corpo (“sé”) e al mondo (“non sé”) propri della funzione inferiore

56 Modello gerarchico del riconoscimento scrittura (Dehaene)
V1 (bilat.): barre singolarmente orientate V2 (bilat.): combinazioni barre orientate (rilevatori elementari contorni) V3 (bilat.): combinazioni di rilevatori elementari contorni (forme semplici singole) V8 (bilat): combinazioni di forme semplici singole (A->a) (identità astratta forma) solco occip-temp sx: combinazioni di forme astratte (unione 2, 3 lettere) solco occip-temp sx: combinazioni di combinazioni (morfemi)

57 Lo sviluppo delle funzioni
coevolutivamente al processo di costruzione bottom-up delle funzioni si realizza un processo di incapsulamento della funzione inferiore da parte di quelle superiori. in tal modo le funzioni superiori, che si fondano su quelle inferiori, ri-rappresentano l’attività di quelle inferiori.

58 Costruzione delle funzioni cerebrali:
dinamica top-down sé non sè categ. A corr. sé-non sè f. A categ. B memoria A f. B categ. C memoria B f. C memoria C etc.

59 Lo sviluppo delle funzioni
la ri-rappresentazione consente al sistema di effettuare, grazie alla sintesi propria della funzione superiore, una maggiore discriminazione dei componenti della relazione tra l’organismo e l’ambiente (tra “sè” e “non sé”) propri della funzione inferiore la discriminazione consente la modulazione della relazione propria della funzione inferiore grazie all’attività della funzione superiore ogni funzione, quindi, elabora irriflessivamente la relazione (sé-non sé) propria e elabora riflessivamente la relazione (se-non sé) della funzione inferiore (coscienza)

60 sviluppo della gerarchia funzionale
(direttrice top-down) etc. rappresentazioni funzione C nessi combinatori (disgiuntivi) coscienza (di B) rappresentazioni funzione B nessi combinatori (disgiuntivi) coscienza (di A) rappresentazioni funzione A

61 rappresentazioneA funzioneA comportamentoA stimoli interni stimoli esterni

62 stimoli esterni stimoli interni

63 stimoli esterni stimoli interni rappresentazioneA funzioneA
comportamentoA rappresentazioneB funzioneB comportamentoB stimoli esterni rappresentazioneArif. funzioneArif. comportamentoArif. stimoli interni

64 Lo sviluppo delle funzioni
l’attenzione di Edelman allo sviluppo e alla formazione della categorizzazione comporta che il modello elaborato è particolarmente orientato alla definizione delle componenti relative al “non sé” (mondo) rispetto a quello delle componenti relative al “sé” (corpo).

65 Costruzione evolutiva delle funzioni mentali secondo Edelman
attualità c memoria c cat. verbale coscienza secondaria (cosc. concettuale) attualità b memoria b cat. concettuale coscienza primaria (cosc. percettiva) attualità a memoria a cat. percettiva

66 Lo sviluppo delle funzioni
il modello elaborato da Antonio Damasio si muove all’interno della medesima scenografia relazionale utilizzata da Edelman, ma pone particolare accento, per la comprensione della coscienza, al ruolo esercitato dalle componenti relative al “sé”.

67 “il problema della coscienza divenne per me meno oscuro quando iniziai a considerarla in funzione di due attori, l’organismo e l’oggetto, e della relazione tra essi. Delucidare la biologia della coscienza significa comprendere come il cervello riesca a costruire mappe di ciascuno dei due attori e della loro relazione” Antonio Damasio

68 La coscienza nella teoria di Damasio
La coscienza è “conoscenza di sé nell’atto di conoscere l’oggetto” Tre livelli organizzativi del “sé” e tre livelli di “coscienza”

69 Livelli organizzativi del “sé”
Proto-sé: mappa lo stato dell’organismo (troncoencefalo, ipotalamo, insula, c. parietale mediale) Sé nucleare: mappa la relazione tra l’oggetto e i cambiamenti del proto-sé indotti dall’oggetto (c. del cingolo, talamo) Sé autobiografico: mappa la relazione tra l’oggetto e i cambiamenti del sé nucleare indotti dall’oggetto (c. frontotemporale)

70 Livelli organizzativi delle emozioni
Emozioni di fondo: modificazioni indotte nel proto-sé dalla relazione con l’oggetto Emozioni primarie: modificazioni indotte nel sé nucleare dalla relazione con l’oggetto Emozioni secondarie: modificazioni indotte nel sé autobiografico dalla relazione con l’oggetto

71 Livelli organizzativi della coscienza
Coscienza nucleare: consente di attribuire a sé le modificazioni indotte dall’oggetto Coscienza estesa: consente di estendere nel tempo le modificazioni di sé indotte dall’oggetto Coscienza morale (linguistica)

72 Funzioni mentali e motivazioni relazionali
per definire le diverse rappresentazioni della relazione sé-mondo veicolate dalle diverse funzioni mentali, è necessario individuare i diversi valori che le fondano poichè i valori sostengono diverse tendenze innate all’azione, la teoria edelmaniana può essere declinata all’interno delle teorie motivazionali dell’essere umano di marca evoluzionista


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