La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

“Dall’Europa al quartiere”

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "“Dall’Europa al quartiere”"— Transcript della presentazione:

1 “Dall’Europa al quartiere”
Scuola /Territorio “Dall’Europa al quartiere” (Giancarlo Gambula)

2 Sistemi di istruzione europei
Prima metà del novecento i sistemi scolastici sono progettati per rafforzare l’appartenenza sociale per formare la classe dirigente sono uno dei pilastri del sistema Seconda metà del novecento l’affermarsi dell’idea di Europa tarda ad entrare nei processi di riforma Si lavora a livello europeo meno sui percorsi formativi più sulle competenze lavorative

3 Le politiche europee Maastricht 1993
Istituzione dell’UNIONE EUROPEA: l’istruzione entra a pieno titolo tra le competenze delle politiche comunitarie. L’azione della comunità è intesa: A sviluppare la dimensione europea dell’istruzione, segnatamente con l’apprendimento e la diffusione della lingua degli stati membri; A favorire la mobilità degli studenti e degli insegnanti, promuovendo, tra l’altro, il riconoscimento accademico dei diplomi e dei periodi di studio;

4 Le politiche europee Maastricht 1993
A promuovere la cooperazione tra gli istituti di insegnamento; A sviluppare lo scambio di informazioni e di esperienze su problemi comuni dei sistemi di istruzione degli Stati membri; A favorire lo sviluppo degli scambi di giovani e di animatori di attività socio educative A incoraggiare lo sviluppo della formazione a distanza.

5 LE POLITICHE EUROPEE IL TRATTATO DI MAASTRICHT novembre 1993
Conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di importanza europea; Scambi culturali non commerciali; Creazione artistica e letteraria compreso il settore audiovisivo.” Gli impegni comunitari derivano da: Trasformazioni strutturali della società e del mercato del lavoro Crisi della scuola e dei sistemi formativi Necessità di un’organizzazione sistemica delle molteplici azioni nel campo dell’istruzione e della formazione.

6 LE POLITICHE EUROPEE Il libro verde sulla dimensione europea dell’istruzione - 1993
La Commissione europea presenta il Libro verde che stabilisce gli obiettivi da realizzare: “promuovere una cittadinanza europea nel rispetto delle differenze culturali ed etniche e nella lotta contro tutte le forme di sciovinismo e di xenofobia. I sistemi di istruzione nazionale devono formare i giovani anche su tematiche quali la democrazia, la tolleranza, l’accettazione della diversità. Il senso della cittadinanza europea deve essere alimentato attraverso l’apprendimento delle lingue, la conoscenza degli altri paesi, la collaborazione e progetti transnazionali comuni;

7 LE POLITICHE EUROPEE Il libro verde sulla dimensione europea dell’istruzione - 1993
Migliorare la qualità dell’istruzione attraverso il confronto dei sistemi pedagogici e delle esperienze didattiche; Facilitare l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro anche attraverso lo sviluppo di partenariati tra istituti scolastici, autorità locali, mondo dell’impresa, reti transnazionali di cooperazione.

8 LE POLITICHE EUROPEE Il libro bianco di J
LE POLITICHE EUROPEE Il libro bianco di J. Delors “Crescita, competitività, occupazione” “Crescita, competitività, occupazione: Le sfide e le vie da percorrere per entrare nel XXI secolo” . I problemi che appaiono con evidenza: L’emergere della disoccupazione come conseguenza dei mutamenti industriali; L’emergere della società dell’informazione; L’affermarsi di nuovi servizi e la scomparsa di altri obsoleti. Si afferma il ruolo centrale dell’istruzione e della formazione come risposta ai problemi del rilancio dello sviluppo economico.

9 LE POLITICHE EUROPEE Il libro bianco di J
LE POLITICHE EUROPEE Il libro bianco di J. Delors “Crescita, competitività, occupazione” Si afferma la necessità dell’apprendimento come processo che dura per tutto l’arco della vita. Gli obiettivi del libro bianco: Valorizzare il capitale umano per tutta la vita, innestando la formazione continua sulla formazione iniziale; Garantire una solida formazione di base e il collegamento tra la vita scolastica e la vita attiva; Incrementare l’attività di apprendistato e di tirocinio presso le imprese per facilitare la transizione alla vita attiva.

10 LE POLITICHE EUROPEE Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e apprendere. Verso la società cognitiva” 1995 La “società cognitiva” è definita da: Società dell’informazione con lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione che ha prodotto una rivoluzione nell’organizzazione del lavoro e della produzione; Estensione a livello mondiale degli scambi con lo sviluppo del mercato globale; Civiltà scientifica e tecnologica, con le conseguenze in positivo e in negativo (rapporto scienza/etica).

11 LE POLITICHE EUROPEE Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e apprendere. Verso la società cognitiva” 1995 5 obiettivi: Incoraggiare l’acquisizione di nuove conoscenze attraverso il riconoscimento delle competenze, la mobilità, lo sviluppo dei programmi informatici educativi multimediali; Avvicinare la scuola all’impresa attraverso l’apprendistato e la formazione professionale; Lottare contro l’esclusione favorendo le scuole della seconda opportunità; Promuovere la conoscenza di tre lingue comunitarie; Porre su un piano di parità gli investimenti materiali e gli investimenti nella formazione.

12 LE POLITICHE EUROPEE Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e apprendere. Verso la società cognitiva” 1995 Viene favorita la mobilità degli studenti anche attraverso il reciproco riconoscimento professionale attraverso il trasferimento di “unità di valore” di insegnamento (ECTS – European Transfer Credit System) con l’obiettivo di giungere al riconoscimento di moduli di formazione anche professionale. Ciò comporta la soppressione di vincoli amministrativi, giuridici ed anche di protezione sociale, che ostacolano, in ogni paese, questo processo.

13 Sistemi di istruzione europei
Le richieste dell’Europa (nei programmi di formazione e nelle azioni comunitarie) FORMAZIONE INTERCULTURALE Carattere interculturale della formazione di base Assenza di pregiudizi, stereotipi, forme di estremismo e settarismo MOBILITA’ DI STUDENTI E LAVORATORI Introduzione di protocolli europei per la definizione dei crediti formativi CERTIFICAZIONE DEI CREDITI Standard qualitativi di scuole e percorsi di istruzione

14 Sistemi di istruzione europei
Le richieste dell’Europa (nei programmi di formazione e nelle azioni comunitarie) LINGUAGGI Padronanza di due lingue comunitarie Pensiero matematico, figurativo, informatico LIFELONG LEARNING Interesse dei giovani a continuare a imparare NUOVE TECNOLOGIE Di informazione di informazione e comunicazione Di formazione a distanza

15 Sistemi di istruzione europei
Nuove sfide per le scuole Il sistema di istruzione pone nuovi obiettivi (europei e nazionali) L’utenza pone problemi sempre diversi: Gli studenti svantaggiati Il successo formativo il disagio giovanile L’analfabetismo diffuso La devianza sociale Il problema dell’orientamento il problema del ri-orientamento

16 COOPERAZIONE FRA STATI MEMBRI
Nel campo dell'istruzione e della formazione, la forma di cooperazione politica si è sviluppata soprattutto nel corso degli ultimi anni e in particolare in seguito al Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000. Di fronte ai profondi mutamenti derivanti dalla mondializzazione e dalla società dell'informazione, l'Unione europea ha annunciato a Lisbona il suo nuovo obiettivo strategico per il prossimo decennio: diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale.

17 Grandi obiettivi comuni
". Il Consiglio europeo di Barcellona (marzo 2002) ha affermato che l'istruzione è una delle basi del modello sociale europeo e che i sistemi europei dovranno diventare entro il 2010 un "riferimento di qualità mondiale". Sulla base di una proposta della Commissione e di contributi degli Stati membri, il 12 febbraio 2001 il Consiglio ha adottato la " relazione sui futuri obiettivi dei sistemi di istruzione e formazione". È il primo documento che delinea un approccio globale e coerente delle politiche nazionali nel settore dell'istruzione a livello dell'Unione europea, incentrato su tre obiettivi: migliorare la qualità dei sistemi d'istruzione e di formazione; facilitare l'accesso di tutti all'istruzione e alla formazione; aprire sul mondo i sistemi d'istruzione e di formazione.

18 OBIETTIVO 1.2 - SVILUPPARE LE COMPETENZE PER LA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA
Lettura, scrittura e calcolo (competenze di base) Competenze di base in matematica, scienze e tecnologia Lingue straniere Competenze nel settore delle TIC e uso della tecnologia Apprendere ad apprendere Competenze sociali Spirito d'impresa Cultura generale. La qualità dell'insegnamento è un criterio essenziale per l'acquisizione delle competenze chiave. Occorre pertanto creare uno stretto nesso con l'obiettivo "Migliorare l'istruzione e la formazione per insegnanti e formatori 2. Rendere davvero possibile il raggiungimento delle competenze di base a tutti, compresi i meno favoriti, chi ha necessità particolari, chi ha abbandonato la scuola precocemente e i discenti adulti 3. Promuovere il riconoscimento ufficiale delle competenze di base per facilitare la formazione continua e l'occupabilità

19 Gli obiettivi proposti per il 2010.
1) Tutti gli Stati membri dovranno almeno dimezzare l'incidenza dell'abbandono precoce della scuola rispetto al 2000, così da raggiungere una media europea non superiore al 9 per cento Attualmente il tasso europeo di abbandono precoce raggiunge in Europa il 19%, valore che si innalza per l'Italia al 29 per cento.

20 Gli obiettivi proposti per il 2010.
2) Si dovrà almeno dimezzare lo squilibrio di genere tra i laureati in matematica, scienze e tecnologie, nonché garantire un significativo incremento del numero totale di questa categoria di laureati rispetto all'anno 2000. Sotto l' aspetto dell'equilibrio di genere, l'Italia presenta una situazione più favorevole rispetto agli altri Paesi europei.

21 Gli obiettivi proposti per il 2010.
3) Almeno 1'80% della popolazione di età compresa tra i 25 e i 59 anni dovrà essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore. Attualmente la media europea è del 66%, mentre l'Italia presenta un valore del 46 per cento

22 Gli obiettivi proposti per il 2010.
4) Andrà almeno dimezzata la percentuale dei quindicenni in possesso di ridotte competenze linguistiche, matematiche e scientifiche. L 'ultima indagine Ocse-Pisa segnalava che la capacità di lettura dei quindicenni europei si fermava a un punteggio medio di 498, contro 504 negli Stati Uniti e 522 in Giappone. Più alti della media europea sono il Regno Unito, I 'Irlanda e la Finlandia, con un punteggio medio di 535.

23 Gli obiettivi proposti per il 2010
L'Italia si presenta a questa sfida in una posizione di grave ritardo. Rispetto a tutti gli obiettivi, eccettuata la femminilizzazione dei laureati tecnici e scientifici, gli attuali risultati ci pongono agli ultimi posti della graduatoria europea, con dei valori tali da far dubitare sulla possibilità di raggiungere i traguardi previsti per il 2010

24 Gli obiettivi proposti per il 2010.
5) Almeno il 10% della popolazione in età lavorativa (25-64 anni) dovrà partecipare durante l' anno a iniziative di istruzione e formazione permanente, mentre la media europea dovrà atte starsi sul 15 per cento. Attualmente la media europea è dell'8,6%, mentre i Paesi più avanzati (Regno Unito, Danimarca e Finlandia) fanno registrare una partecipazione del 19,6 per cento.


Scaricare ppt "“Dall’Europa al quartiere”"

Presentazioni simili


Annunci Google