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RISORSE AZIENDALI E CREAZIONE DI VALORE

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Presentazione sul tema: "RISORSE AZIENDALI E CREAZIONE DI VALORE"— Transcript della presentazione:

1 RISORSE AZIENDALI E CREAZIONE DI VALORE

2 Le determinanti di W secondo G.Donna (2004)
Qualità del business Competitive advantage period(cap) Spread (r-c) Qualità della strategia Qualità della governance Creazione di valore Opzioni reali (or) Prospettive di crescita (g) Patrimonio strategico

3 LE RISORSE AZIENDALI

4 N.B. Coda rileva come il patrimonio allargato delle risorse, tangibili ed intangibili, mobilitate e organizzate ai fini produttivi, svolge un ruolo fondamentale ai fini della funzionalità economica durevole (ovvero dell’economicità) dell’impresa. A tale patrimonio fa capo (le alimenta e ne è alimentato) una doppia sequenza di relazioni circolari di causa-effetto: l’una riguarda la produzione, resa possibile da tali risorse, di beni e servizi appropriati rispetto ai bisogni espressi sul mercato e vendibili a prezzi congrui, generando quindi una adeguata capacità di remunerare i fattori produttivi; l’altra riguarda il formarsi di soddisfacenti opportunità di impiego per le risorse primarie disponibili nell’ambiente, che vengono mobilitate ed impiegate nell’impresa sotto forma di fattori produttivi, trovandovi una adeguata remunerazione

5 Risorse e funzionamento del sistema aziendale secondo Coda

6 QUALI SONO LE RISORSE AZIENDALI? nel capitale lordo di funzionamento
se visto rispetto alla sua formazione si trovano: km (da apporto e da realizzi) da investire; diritti (crediti e rimanenze di servizi) da incassare e utilizzare; investimenti (in fattori e prodotti) da realizzare se visto rispetto alla sua composizione si trovano: km; diritti; beni materiali; beni immateriali ma non si trovano: conoscenze, professionalità, immagine, frutto di costi pluriennali non capitalizzati o già ammortizzati; caratteristiche, competenze, conoscenze individuali; caratteristiche, competenze, conoscenze dell’impresa e sull’impresa

7 N.B. Tra il patrimonio allargato delle risorse aziendali ed il capitale lordo di funzionamento ci sono due differenze fondamentali è ≠ l’insieme dei componenti (nell’impresa c’è un “patrimonio allargato” di risorse più ampio del capitale lordo di funzionamento) è ≠ il valore dei due capitali (W ≠ CN)

8 Patrimonio allargato delle risorse aziendali e capitale lordo di funzionamento

9 QUALI SONO LE RISORSE IMMATERIALI DELL’IMPRESA?
Le risorse immateriali sono risorse aventi contenuti di informazione e di conoscenza. Esse possono essere classificate distinguendole tra: Intangibles: capacità, ovvero risorse delle persone e risorse dell’impresa da essa non trasferibili Beni immateriali: beni, ovvero risorse dell’impresa ad/da essa trasferibili, con o senza protezione giuridica specifica

10 GLI INTANGIBLES Sono risorse immateriali che si concretizzano in
- competenze (individuali e organizzative) dando luogo a capacità di risposta ai problemi gestionali - fiducia (interna ed esterna) migliorando la collaborazione all’interno ed all’esterno dell’impresa Il loro ruolo è di “aumentare la produttività economica (valore) dei processi fisici, fornendo loro le informazioni, le relazioni organizzative, i servizi di collegamento che sono necessari non solo per gestire al meglio una trasformazione materiale diventata complessa, ma soprattutto per migliorare l’appropriatezza dei processi rispetto alle risorse disponibili e rispetto ai bisogni da servire” (Rullani)

11 I BENI IMMATERIALI sono risorse immateriali che si contraddistinguono in quanto
sono frutto di costi a utilità differita e sono all’origine di benefici economici differenziali sono separabili dall’impresa e trasferibili a terzi sono misurabili nel loro valore

12 In tema di beni immateriali nel Codice Civile si rileva che
sono immobilizzazioni “gli elementi patrimoniali destinati a essere utilizzati durevolmente” (art.2424 bis, 1° comma) sono immobilizzazioni immateriali: i costi di impianto e ampliamento i costi di ricerca, sviluppo, pubblicità i diritti di brevetto e di utilizzazione di opere dell’ingegno le concessioni, le licenze, i marchi e diritti simili l’avviamento le immobilizzazioni in corso e gli acconti

13 I Principi Contabili Nazionali (OIC) nel documento 24 – Immobilizzazioni Immateriali
precisano che le immobilizzazioni immateriali si caratterizzano per assenza di tangibilità, identificabilità e misurabilità dei costi sostenuti per la loro acquisizione esterna o produzione interna, utilità pluriennale distinguono rispetto alle indicazioni del Codice Civile i beni immateriali in senso proprio (nn.3 e 4) e gli oneri pluriennali (nn.1,2,5,6) N.B. per 3,4,5 c’è obbligo di iscrizione del costo nello S.P. per 1,2,6 c’è facoltà per 1 e 2 la Nota Integrativa deve precisare i motivi della capitalizzazione

14 Con riferimento ai Principi Contabili Internazionali
Il Framework for the Preparation of Financial Statements definisce come attività patrimoniali: le risorse controllate dall’impresa risultato di operazioni svolte in passato dalle quali sono attesi benefici economici futuri essendo tali benefici misurabili attendibilmente

15 Con riferimento ai Principi Contabili Internazionali
Lo IAS 38 – Attività immateriali, a proposito della autonoma identificabilità, condizione necessaria per distinguere un bene immateriale dall’avviamento precisa che essa può derivare da: - contratti o atti amministrativi che trasferiscono all’impresa il controllo del bene o la legittimazione a svolgere particolari attività - possibilità dell’impresa di trasferire a terzi la proprietà o l’uso del bene attraverso contratti di vendita, licenze, concessioni

16 UNA CLASSIFICAZIONE DELLE RISORSE IMMATERIALI Le risorse immateriali possono essere classificate in base a due criteri: - l’appartenenza alle persone o all’impresa - la separabilità o meno dall’impresa E quindi si possono identificare: capacità individuali (capitale umano) capacità di sistema non formalizzate (capitale organizzativo) coesione e motivazione (capitale relazionale) immagine e credibilità (capitale relazionale) capacità di sistema formalizzate (beni immateriali non protetti da specifiche norme) beni immateriali tradizionali (legalmente protetti da specifiche norme)

17 Il patrimonio immateriale dell’impresa può essere così classificato
Risorse dell’impresa Risorse Non trasferibili Trasferibili sen- Trasferibili delle za protezione con protezione persone giuridica giuridica specifica specifica Know-how Know-how individuale di sistema non formalizzato Capacità Coesione e motivazione Immagine e credibilità Beni Know-how di Beni immateriali sistema formaliz tradizionali

18 Una parentesi in tema di Capitale Intellettuale A partire dagli anni ‘80, in corrispondenza all’evoluzione dei contesti produttivi, diversi autori hanno incominciato ad utilizzare il concetto di Capitale Intellettuale (C.I.) per indicare il sapere generato e utilizzato dalle imprese, che ne supporta la strategia, l’operatività e la creazione di valore. Per es. T.Stewart (1991). C.I. è l’insieme delle conoscenze utilizzate dal personale aziendale per assicurare all’impresa il vantaggio competitivo L.Edvinsson (1996). C.I. è la conoscenza che può essere convertita in valore dell’impresa

19 Altri contributi hanno analizzato il C.I. dettagliandone i contenuti …
Capitale umano. E’ dato dall’insieme delle competenze, dell’esperienza, delle motivazioni, del talento delle persone che operano nell’impresa. Capitale strutturale. E’ dato dalle capacità e dalle conoscenze incorporate nell’impresa attraverso le prassi informali, le procedure formalizzate, la cultura aziendale. Capitale relazionale. E’ dato dalla qualità delle relazioni dell’impresa con i suoi interlocutori esterni: clienti, fornitori, altri attori rilevanti del contesto. Oppure anche: Customer capital. Relazioni con il mercato finale. Innovation capital. Capacità di generare innovazione grazie a risorse tecnico-scientifiche, manageriali, di marketing . Process capital. Qualità delle prassi e delle procedure interne.

20 …e ne hanno sottolineato importanti caratteristiche strategiche, in quanto il C.I.
ha una vita utile indefinita e non definita come i beni materiali (si vedano per es. i brevetti) può rivalutarsi grazie all’apprendimento dall’esperienza anziché perdere valore con l’uso come i beni materiali (si vedano per es. i sistemi gestionali) salvo il capitale umano, può essere impiegato in una molteplicità di applicazioni, in quanto la sua disponibilità non è limitata (si veda per es. l’immagine)

21 La piattaforma del valore (Saint-Onge, Armstrong, Petrash, Edvinsson, Sullivan)

22 L’Intangible Assets Monitor (K.E.Sveiby)

23 L’Intellectual Capital (Edvinsson e Malone)

24 COSA SONO LE RISORSE AZIENDALI?

25 COSA SONO LE RISORSE AZIENDALI
COSA SONO LE RISORSE AZIENDALI? Le risorse aziendali sono le capacità a disposizione dell’impresa per realizzare le attività produttive. Esse possono essere capacità: detenute a titolo proprietario o ad altro titolo (per es.affitto, licenza) acquisite all’esterno dell’impresa o prodotte al suo interno a contenuto materiale o immateriale separabili o non separabili dal sistema aziendale

26 Le risorse aziendali si configurano come:
un sistema strutturale di capacità che si forma ed evolve nel tempo, attraverso processi di investimento, innovazione e apprendimento, in funzione della formula imprenditoriale uno snodo tra - il sistema delle idee e delle decisioni da un lato - il sistema delle operazioni e dei risultati dall’altro, in quanto vincola nel breve termine le operazioni realizzabili e i risultati accessibili un momento di stabilità, continuità, identità ma anche di inerzia e rigidità, in quanto normalmente è modificabile solo nel medio e lungo termine

27 Tradizionalmente, le risorse aziendali erano rappresentate da:
capitale acquisito in forma monetaria trasformato nei beni (materiali) necessari per la produzione lavoro di carattere esecutivo

28 Oggi, le risorse aziendali si configurano come mix di capitale-lavoro-sapere specifici dell’impresa, tali da caratterizzarne l’identità e condizionarne la redditività. Infatti il sapere arricchisce il capitale e il lavoro attraverso le informazioni e le conoscenze che si esprimono nelle risorse aziendali in quanto: si incorporano nei beni immateriali – brevetti, marchi – software, data-base valorizzano – i fattori produttivi (tecnologia e professionalità) – i sistemi aziendali (conoscenze gestionali, immagine)

29 Le risorse aziendali trovano il loro fondamentale fattore costitutivo ed evolutivo in una dimensione immateriale (informazione e conoscenze) che si incorpora in supporti materiali ⇒ beni materiali in supporti grafici ed elettronici ⇒ beni immateriali nella memoria di persone e gruppi ⇒ capacità intangibili che nasce/cambia in base a processi di formazione spontanei trasformazione gestiti consapevolmente

30 sapere  produzione  sapere
Alla formazione delle risorse aziendali concorrono i processi di ACQUISIZIONE DEL SAPERE l’impresa acquisisce sapere dall’esterno (sapere come fattore esogeno) - selezionando: risorse umane, beni strumentali, beni materiali e immateriali appropriati - interagendo con soggetti portatori di sapere: istituzioni scientifiche, consulenti, partner, clienti, fornitori l’impresa produce sapere al suo interno (sapere come fattore endogeno) - investendo in: ricerca, sviluppo e progettazione, marketing, formazione, organizzazione - attivando processi di apprendimento dall’esperienza e dalla collaborazione interaziendale sapere  produzione  sapere

31 All’evoluzione delle risorse aziendali concorrono i processi di TRASFORMAZIONE DEL SAPERE
la trasformazione del sapere riguarda gli stati in cui si manifesta la conoscenza, che può essere tacita (praticata nelle routine)-esplicita (tradotta in procedure) codificata (di generale applicazione)-contestuale (applicata in contesti specifici) diffusa (di base)-circoscritta (in specifici ambiti) si realizza attraverso processi di: - esplicitazione - formalizzazione - circolazione - interiorizzazione

32 N.B. L’esplicitazione, la codificazione, la diffusione del sapere comportano
vantaggi: condivisione infra-aziendale e difesa dalla mobilità individuale, arricchimento e formazione di una cultura comune, condivisione interaziendale nell’ambito di progetti di collaborazione, possibile cessione in proprietà o in uso → valorizzazione interna ed esterna svantaggi: imitazione, perdita di esclusività → perdita di valore

33 L’evoluzione e trasformazione del sapere sono spiegate da Nonaka in termini di SPIRALE DELLA CONOSCENZA posti due tipi fondamentali di conoscenza: Tacita - legata ad un contesto operativo (un mestiere, un’unità organizzativa, un business) - affondata nell’azione di una persona o di un gruppo (un artigiano, un quadro tecnico, un dirigente o un’unità organizzativa) - non facilmente trasmissibile Esplicita - tradotta in codici linguistici (una formula, una sequenza di istruzioni, un software) - trasmissibile attraverso la comunicazione e la formazione - incorporata in procedure, software - decontestualizzata e resa applicabile in diversi contesti operativi (business, sistemi aziendali)

34 La spirale di Nonaka identifica una sequenza di fasi di circolazione ed evoluzione della conoscenza
SOCIALIZZAZIONE (circolazione) ovvero - trasmissione di conoscenza tacita attraverso la condivisione per esperienza (per es. dall’artigiano all’apprendista) FORMALIZZAZIONE (evoluzione) ovvero - esplicitazione di conoscenza tacita - identificazione e codificazione di rapporti di causa-effetto COMBINAZIONE (circolazione) ovvero - associazione di “pezzi” di conoscenza (formalizzata) - standardizzazione di comportamenti e processi INTERIORIZZAZIONE (evoluzione) ovvero - utilizzo nell’azione di conoscenza codificata - formazione di nuova conoscenza tacita attraverso l’esperienza contestuale

35 LE RISORSE AZIENDALI E GLI STAKEHOLDERS DELL’IMPRESA
Nei contesti produttivi tradizionali le imprese interagiscono con clienti e portatori di fattori con cui intrattengono scambi di tipo commerciale Nei contesti produttivi emergenti le imprese interagiscono con una pluralità di soggetti (stakeholders) in termini non solo di scambio commerciale, generando relazioni socialmente rilevanti

36 UNA PARENTESI IN TEMA DI STAKEHOLDERS
Gli stakeholders sono soggetti che interagiscono con l’impresa: apportando risorse, consenso, legittimazione esprimendo bisogni, interessi, attese cui fornire risposte soddisfacenti (l’impresa ha un valore d’uso per gli stakeholders)

37 Gli stakeholder dell’impresa, le loro attese ed i loro contributi
Clienti Prezzo/qualità/personalizzazione/ servizio/innovazione beni e serv. Fatturato; fedeltà Dipendenti Remunerazione; esperienze e crescita professionale; carriera Professionalità; competenze individuali Fornitori Rapporto continuo e remunerativo Continuità e capacità di concorrere a percorsi innov. Partner Cooperazione Input innovativi Portatori di capitale di credito Puntualità nei pagamenti e nei rimborsi Condizioni di finanziamento favorevoli Opinione pubblica Responsabilità sociale; rispetto di standard etici Consenso e legittimazione Istituzioni Contributi all’innovazione ed allo sviluppo Esternalità favorevoli Portatori di capitale di rischio Qualità del reddito Sostegno ai percorsi di sviluppo aziendale

38 Gli stakeholders dell’impresa:
vanno selezionati in base ai possibili apporti al progetto imprenditoriale vanno remunerati soddisfacendone le attese allo scopo di assicurarsi la continuità dei loro apporti (coinvolgendoli sul piano della progettualità nell’evoluzione dei business)

39 IL RUOLO DELLE RISORSE NEL FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA AZIENDALE

40 LE RISORSE AZIENDALI FORMANO UN SISTEMA GERARCHICO ARTICOLATO SU:
risorse elementari (risorse di primo livello): risorse finanziarie, risorse umane, beni materiali, beni immateriali; acquisite esternamente o formate internamente; capacità organizzative (risorse di secondo livello): competenze individuali e organizzative che guidano l’utilizzo e la combinazione delle risorse elementari nelle attività e nei processi; capacità dinamiche (risorse di terzo livello): che regolano l’evoluzione del mix di risorse e di competenze, delle loro combinazioni e modalità di utilizzo, del repertorio di soluzioni e di routine organizzative dell’impresa

41 Le competenze individuali sono
schemi cognitivi e relazionali individuali caratteristiche intrinseche, componenti durature dell’identità delle persone → frutto di conoscenze e esperienze, abilità, valori e motivazioni, attitudini e atteggiamenti, percezione di sé e del proprio ruolo → legati causalmente ad una performance ± efficace N.B. si possono distinguere competenze imprenditoriali, manageriali, operative, relazionali, cognitive

42 Competenze individuali: tipologie e profilo
Conoscenze esperienze Abilità Valori e motivazioni Attitudini e atteggiamenti Percezione di sé Imprenditoriali Bilanciate Successo Gusto della sfida Leader Manageriali Consolidate Sistematicità Razionalità Ricerca del risultato Problem solver Operative Tecniche Metodicità Qualità del lavoro Ricerca della precisione Gestore Relazionali Psico-sociologiche Empatia Apertura al dialogo Facilitatore Cognitive Teoriche/ Specialistiche Analiticità Sviluppo Propensione all’approfondimento Esplicatore Rapidità decisionale Persuasività

43 Le competenze organizzative sono
schemi cognitivi e relazionali condivisi consolidati nelle routine organizzative → legati causalmente ad una performance ± efficace N.B. si possono distinguere - competenze specialistiche: tecnico-produttive, funzionali, di processo - competenze generali: di integrazione interna ed esterna, di adattamento, di innovazione radicale ed incrementale

44 LE RISORSE AZIENDALI COME DETERMINANTI DELLA CREAZIONE DEL VALORE

45 DALLA QUALITA’ E DALLA FUNZIONALITA’ DEL SISTEMA DELLE RISORSE AZIENDALI DIPENDONO LA CAPACITA’ DELL’IMPRESA DI: accedere a business ad elevata attrattività operare ad elevati livelli di efficienza ed efficacia valorizzare il capitale investito come risultato di una catena di relazioni che legano competenze distintive vantaggio competitivo creazione del valore

46 Risorse e W risorse aziendali appropriate difendibili
uniche rinnovabili vantaggi competitivi sostenibili rendite [ROE > Ce] imprenditoriali W [ W > CN ]

47 Risorse aziendali e competenze individuali/organizzative
appropriate: in grado di assicurare risposte produttive appropriate ai bisogni da soddisfare uniche (almeno tendenzialmente): non condivise dai competitor → vantaggio competitivo (capacità di realizzare risposte produttive diverse, migliori, economicamente più convenienti)

48 Segue: difendibili nella loro unicità (dalla dimensione di investimenti ed esperienze necessari per disporre delle risorse e competenze necessarie; da strumenti di protezione legale; dalla difficile imitabilità e riproducibilità di conoscenze tacite, complesse, valorizzabili solo in un sistema) rinnovabili: suscettibili di azioni di evoluzione, innovazione, arricchimento → vantaggio competitivo sostenibile e creazione del valore

49 Una parentesi in tema di Competence Based View
La Competence Based View sostiene che le risorse aziendali - non sono decisive singolarmente e non sono date - ma valgono per l’insieme che concorrono a formare sottolinea l’esigenza di - selezionarle, svilupparle, combinarle, valorizzarle - generando competenze distintive consonanti e costitutive dell’identità dell’impresa → la dimensione strategica della gestione dell’impresa viene così ricondotta a comportamenti di - competence building - competence leveraging che contraddistinguono i percorsi evolutivi dell’impresa

50 Una parentesi in tema di patrimonio strategico (G.Donna)
Creazione di valore economico Eccellenza competitiva Capitale strutturale Capitale relazionale fiducia  competenze Capitale professionale  persone Capitale organizzativo  knowledge  diritti Capitale immateriale Capitale tangibile  beni

51 … e quindi il patrimonio strategico è la dotazione di risorse in funzione della quale l’impresa gode (soffre) di una posizione di vantaggio (svantaggio) competitivo. Esso dipende dal mix di: Capitale professionale (conoscenze e competenze individuali) Capitale organizzativo (tecnologie, conoscenze e competenze organizzative incorporate nelle procedure e nelle routine) Capitale immateriale (beni e diritti immateriali) Capitale tangibile (strutture fisiche e beni strumentali) Capitale relazionale (relazioni e fiducia presso gli stakeholders: capacità di attrarre, soddisfare, trattenere clienti, talenti, partner, fornitori, finanziatori, istituzioni) Capitale strutturale (capacità di gestire a livello di eccellenza i processi chiave) che si costruisce nell’impresa (competence building e leveraging)

52 Implicazioni della problematica delle risorse in tema di aziendalità:
l’economicità dell’impresa dipende dal mix delle risorse possedute, dalla loro criticità per la generazione di valore e dalla sua attrattività verso stakeholders in grado di apportare risorse critiche la durabilità dipende dalla capacità dell’impresa di mantenere e sviluppare nel tempo un mix di risorse capaci di generare valore e la sua attrattività verso gli stakeholders l’equilibrio sociale si aggiunge a quello economico e a quello finanziario come condizione di funzionamento dell’impresa i portatori di capitale di rischio si configurano come stakeholders di ultima istanza, le cui attese sono soddisfatte dopo aver risposto alle attese degli altri stakeholders


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