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MODULO M CARTOGRAFIA E CATASTO

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Presentazione sul tema: "MODULO M CARTOGRAFIA E CATASTO"— Transcript della presentazione:

1 MODULO M CARTOGRAFIA E CATASTO
UNITÀ M1 RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE

2 DEFINIZIONE e FUNZIONI
La cartografia è l’insieme delle operazioni necessarie all’elaborazione, all’allestimento e all’utilizzazione delle carte di rappresentazione grafica del territorio. Essa si basa sui risultati del rilievo del terreno (tradizionale o fotogrammetrico) e sui dati ricavati dalle documentazioni. Le carte hanno le seguenti funzioni: Fornire informazioni visive sul territorio (esistenza, forma, ingombri degli elementi costituenti il territorio). Fornire informazioni di tipo geometrico (distanze, angoli, quote). Fornire la piattaforma per la realizzazione delle carte tematiche. Le principali carte usate in ambito tecnico sono: CARTOGRAFIA UFFICIALE DELL’IGM. CARTE TECNICHE REGIONALI (CTR). CARTE CATASTALI. CARTE TEMATICHE. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

3 LA SCALA DI RAPPRESENTAZIONE
La rappresentazione di una porzione della superficie terrestre deve essere ovviamente più piccola della sua dimensione reale, cioè deve essere ridotta; per questo in cartografia ci si riferisce sempre alla scala di riduzione. La scala di riduzione è il rapporto numerico tra le misure lineari rappresentate sulla carta e quelle corrispondenti misurate sul terreno. Tale rapporto si esprime con la frazione 1:N; il cui denominatore è il numero che indica di quante volte deve essere ridotta una lunghezza reale per avere quella corrispondente sulla carta. La scala è inversamente proporzionale al denominatore del rapporto: più grande è il denominatore più piccola è la scala. Al diminuire della scala diminuiscono anche le informazioni riportate sulla carta. Si distinguono le seguenti tipologie di scale: PICCOLA SCALA 1: – 1:25.000 MEDIA SCALA 1: – 1:5.000 GRANDE SCALA 1:2.000 – 1:1.000 PLANIMETRIE 1:500 – 1:200 Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

4 Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]
TIPOLOGIE DI CARTE La scala di rappresentazione viene utilizzata anche per dare un’ulteriore classifica-zione alle carte nel seguente modo: carte geografiche, 1: a 1: ; corografie, 1: a 1: ; carte topografiche, 1: a 1:5.000; mappe, 1:2.000 a 1:1.000; planimetrie, piante, 1:500 a 1:100. Un ulteriore tipo di classificazione dipende dall’origine delle carte, secondo cui si hanno i seguenti due tipi di carte: carte rilevate: si ottengono direttamente dal rilievo del territorio; carte derivate: si ricavano dall’elaborazione di carte preesistenti redatte in scala maggiore (es. una carta al 1: ottenuta da una carta in scala 1:25.000) depurando alcune informazioni che non sarebbero leggibili nella carta in scala minore. Le carte tematiche sono carte derivate, redatte alla stessa scala di quelle da cui derivano. Sono carte speciali che trattano un particolare fenomeno o un gruppo di fenomeni (temi) che interessano la zona rappresentata. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

5 PRECISIONE DELLE CARTE
Le informazioni geometriche (es. lunghezze) ricavabili sulla carta sono strettamente connesse alla scala con la quale è stata realizzata la carta. È prassi indicare la precisione con la quale possono essere ricavate le grandezze da una carta, pari al doppio dell’errore di graficismo (convenzionalmente assunto pari a 0,2 mm). Scala della carta Errore di graficismo Precisione della carta 1: 20 m 40 m 1:25.000 5 m 10 m 1:10.000 2 m 4 m 1:5.000 1 m 1:2.000 0,40 m 0,80 m Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

6 LA STRUTTURA DELLA CARTA
Le carte a grande scala e le pla-nimetrie necessitano di poche indicazioni, in quanto la rappre-sentazione “naturale” è di per sé esplicativa. Al contrario le carte a media e piccola scala richiedono numerosi elementi a corredo che ne permettano la corretta lettura e interpretazione. Queste carte sono sempre strutturate in tre parti: QUADRO: parte costituente la rappresentazione grafica vera e propria. CORNICE: contiene gli elementi per risalire alle informazioni nu-meriche (reticolati delle coordinate geografiche o cartografiche) dei punti presenti nel quadro. LEGENDE e ISTRUZIONI: con-tengono le informazioni sulla simbologia e sulle convenzioni adottate nella carta. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

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IL QUADRO DELLA CARTA È la parte che contiene la rappresentazione grafica del territorio, in modo naturale o convenzionale in relazione alla scala. In generale su di esso è tracciato direttamente un reticolato chilometrico, mentre quello geografico (latitudine e longitudine) può essere trac- ciato all’occorrenza utilizzando i riferimenti sulla cornice. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

8 LEGENDA E SCALE DELLA CARTA
La legenda della simbologia utilizzata nella carta esiste solo nelle carte a rappresentazione convenzionale (scale medio-piccole). Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

9 ISTRUZIONI DELLA CARTA
Le sezione denominata istruzioni contiene tutte quelle informazioni necessarie al suo corretto utilizzo, al suo orientamento e all’interpretazione metrica degli elementi di cornice. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

10 CARTE E CARTOGRAFI CELEBRI dell’antichità

11 ORBIS TERRARUM DI ERATOSTENE
Tralasciando le numerose testimonianze sulla presenza della cartografia in tutte le antiche civiltà, possiamo affermare che la prima rappresentazione completa e attendibile del mondo conosciuto è dovuta a Eratostene (Alessandria II sec. a.C.). Egli non fu solo un cartografo, ma anche uno scienziato geniale e versatile, che tra l’altro, per primo, determinò le dimensioni del pianeta. Ricostruzione medievale Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

12 LA COSMOGRAFIA DI CLAUDIO TOLOMEO
Possiamo affermare che il primo grande cartografo dell’antichità fu Claudio Tolomeo di Alessandria ( d.C.) la cui opera rappresentò un vero e proprio atlante che riproduceva in 26 rappresentazioni (tabule) il mondo allora conosciuto, e che rimase ignota in occidente fino al Medioevo. Ricostruzione rinascimentale dell’opera di Tolomeo dovuta a Mercatore Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

13 LA TABULA PEUTIGERIANA
In epoca romana viene redatta una carta che rappresentava i tracciati delle strade dell’impero su una striscia lunga circa 6 m e larga 35 cm. Ne fu ricostruita una copia nel XIII sec. nota come Tabula Peutigeriana, dal nome dell’austriaco Konrad Peutiger che ne iniziò il recupero. Essa non è una vera carta, dunque non permette una rappresentazione realistica dei paesaggi né la rilevazione delle distanze, ma si tratta di una rappresentazione simbolica, che consentiva di orientarsi facilmente, come con un moderno stra-dario. sezione della Tabula Peutigeriana Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

14 ORBIS TERRARUM DI ORTELIUS
A seguito della scoperta dell’America, la cartografia ebbe un formidabile impulso a cui diede avvio il cartografo olandese Abramo Ortelius con la sua opera che divenne famosa, e che precedette l’analogo lavoro di Mercatore (i due cartografi, coetanei si conoscevano e si consultavano). Si trattava di un atlante in 53 carte, assemblate con il meglio delle fonti cartografiche conosciute, e che divenne celebre. tavola del mappamondo di Ortelius (Orbis Terrarum) realizzata anche da indicazioni di Mercatore Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

15 PROIEZIONE EQUATORIALE DI MERCATORE
Gerhard Kremer, fiammingo, più noto come Mercatore, visse nel e divenne celebre per i suoi studi di cartografia e per aver ideato un geniale sistema di proiezione cartografica che porta il suo nome, e che è alla base della moderna cartografia. Essa viene comunemente indicata come Carta di Mercatore e identificata anche come Proiezione equatoriale di Mercatore o Proiezione cilindrica diretta. Secondo tale principio si immagina di proiettare la superficie reale terrestre da un punto di vista, situato idealmente al centro della Terra, sopra un cilindro tangente all’equatore che, successiva- mente, viene sviluppato sul piano (la carta). Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

16 CASSINI: LA CARTOGRAFIA DEGLI STATI
Nel 1700 lo Stato francese si dotò della rappresentazione cartografica ufficiale dell’intera nazione, realizzata dalla dinastia dei Cassini (astronomi di origine italiana) e condotta a termine da Jean Dominique Cassini IV nel 1790, dopo più di un secolo; essa era composta di 182 fogli, e fu la capostipite di tutte le cartografie ufficiali di cui, in seguito, ogni Stato si fornì. Estratto di un foglio della Carta di Francia dei Cassini Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

17 PROIEZIONI CARTOGRAFICHE

18 ANALISI DEL PROBLEMA CARTOGRAFICO
La cartografia richiede la soluzione del problema matematico dal quale si possano ottenere due funzioni che consentano di passare dalle coordinate geografiche (,) di un punto sulla superficie terrestre alle corrispondenti coordinate cartesiane (X,Y) del punto sulla carta. Ogni rappresentazione cartografica, pertanto, è basata su un sistema di formule matematiche del tipo: X = f1(,); Y = f2(,) tali che a ogni coppia di valori (,) sulla superficie terrestre corrisponda una sola coppia di valori (X,Y) sul piano della carta. X = f1(,) Y = f2(,) P(,) P0(X,Y) X Y Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

19 LE DEFORMAZIONI CARTOGRAFICHE
È già stato riferito in altri contesti che la superficie terrestre, o quelle che la approssimano (ellissoide, sfera), non sono sviluppabili sul piano, dunque non è possibile creare la corrispondenza biunivoca posta alla base della teoria senza prevedere necessariamente dilatazioni e deformazioni, tanto più grandi quanto più grande è l’area rappresentata. Pertanto per trasferire sul piano della carta una superficie sferica occorre deformarla, peraltro in modo non omogeneo. Ne deriva che ogni possibile modalità di proiezione cartografica dà origine a carte affette da deformazioni che possono essere: angolari, lineari e superficiali. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

20 MODULI DI DEFORMAZIONE
Le deformazioni implicite nel passaggio dalla superficie terrestre al piano della carta sono fotografate dai seguenti tre coefficienti che prendono il nome di moduli di deformazione. Modulo di deformazione lineare: è il rapporto fra la lunghezza di un elemento misurato sulla carta, e la lunghezza l del corrispondente elemento misurato sul terreno (m = l’/ l). Modulo di deformazione superficiale: è il rapporto tra la superficie S′ di una zona misurata sulla carta (tenendo conto della scala) e la corrispon-dente superficie S del terreno ( = S’/ S). Modulo di deformazione angolare: è la differenza fra un angolo ’ misurato sulla carta e il corrispondente  misurato sul terreno ( = ’- ). Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

21 ULTERIORE CLASSIFICAZIONE DELLE CARTE
In funzione del valore che assumono i moduli di deformazione, le carte possono essere classificate nel seguente ulteriore modo: CARTE EQUIVALENTI: carte nelle quali le lunghezze sulla carta si conservano uguali a quelle corrispondenti sull’ellissoide secondo particolari direzioni. Lungo tali linee il modulo di deformazione lineare è uno: (m = 1). CARTE CONFORMI O ISOGONICHE: carte nelle quali il modulo di deformazione angolare vale zero: ( = 0). CARTE EQUIVALENTI: carte nelle quali il modulo di deformazione superficiale vale uno : ( = 1). CARTE AFILLATTICHE: carte nelle quali i moduli di deformazione lineare m e superficiale  non sono uguali a 1, e il modulo di deformazione angolare  non è uguale a 0. Tuttavia si fa in modo di minimizzare le deformazioni in relazione agli scopi della rappresentazione. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

22 LE PROIEZIONI CARTOGRAFICHE
Per proiezione cartografia si intende quella tecnica di formazione di una carta ottenuta proiettando geometricamente i punti dell’ellissoide su una superficie sviluppabile sul piano. Le proiezioni possono essere: prospettiche: quando viene eseguita direttamente sul piano di rappresentazione; per sviluppo: quando vengono eseguite su una superficie cilindrica o conica e successivamente sviluppate sul piano di rappresentazione. Una proiezione si dice policentrica quando la superficie da rappresentare viene divisa in un certo numero di zone, e ogni zona viene proiettata sul piano tangente dal suo punto centrale. Ciò permette di ridurre le deforma-zioni che si avrebbero nelle aree lontane dal punto centrale qualora tutta la superficie da rappresentare venisse proiettata su un unico piano tangente, ma crea problematiche connesse al collegamento dei vari fogli della carta. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

23 LE PROIEZIONI PROSPETTICHE
Nelle proiezioni prospettiche i punti dell’ellissoide vengono proiettati su di una superficie piana (piano di rappresentazione) tangente all’ellissoide in un punto C centrale rispetto alla zona di territorio rappresentato.  In relazione alla posizione del piano di rappresen- tazione, le proiezioni prospettiche sono inquadrate in: polari, quando il punto di tangenza C è ai poli; equatoriali, quando il punto C è all’equatore; azimutali, negli altri casi.  In funzione poi della posizione del punto di vista V dal quale si proiettano i punti dell’ellissoide, si hanno: gnomoniche, se il punto di vista V coincide con il centro dell’ellissoide; stereografiche, se il punto V è sulla superficie dell’ellis-soide in posizione opposta al punto di tangenza C; scenografiche, se il punto V è fuori dalla superficie ellissoidica e a distanza finita da questa; ortografiche, se il punto di vista V è fuori dalla superficie ellissoidica e a distanza infinita da questa. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

24 LE PROIEZIONI PER SVILUPPO
Nelle proiezioni per sviluppo i punti dell’ellissoide vengono proiettati su una superficie detta superficie di sviluppo. In esse il punto di vista è sempre coincidente con il centro dell’ellissoide. Esse si possono classificare nei seguenti due modi: cilindrica, quando la superficie di proiezione è un cilindro; conica, quando la superficie di proiezione è un cono. dirette, quando gli assi delle superfici coincidono con l’asse polare; inverse o traverse, quando gli assi delle superfici giacciono sul piano equatoriale. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

25 LE PROIEZIONI CILINDRICHE
Proiezione cilindrica diretta: si ottiene proiettando i punti della superficie terrestre, dal centro dell’ellissoide, su un cilindro il cui asse coincide con l’asse polare ed è tangente (o secante) all’ellissoide all’equatore (carta Mercatore). Proiezione cilindrica inversa (o trasversa): si ottiene proiettando i punti della superficie terrestre, dal centro dell’ellissoide, su un cilindro disposto ortogonalmente all’asse polare e tangente (o secante) all’ellissoide secondo un meridiano (carta Gauss). Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

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PROIEZIONE DI GAUSS È una proiezione cilindrica inversa, di tipo conforme ( = 0), che conserva le distanze lungo il meridiano tangente al cilindro. L’ellissoide utilizzato è quello di Hayford orientato a Roma (Datum Roma40). In sintesi sono imposte le seguenti condizioni: un arco di lunghezza l sul meridiano tangente deve trasformarsi in un segmento di pari lunghezza sulla carta; un angolo  formato da due direzioni uscenti da un punto sull’ellissoide deve mantenersi uguale all’angolo formato dalle corrispondenti direzioni riportate sulla carta (carta conforme ); il coefficiente di deformazione lineare m varia da punto a punto ma è sempre 1, e uguale per tutte le direzioni uscenti da quel punto; il meridiano tangente si trasforma nell’asse delle ordinate N; l’equatore si trasforma nell’asse delle ascisse E. Gauss definì le leggi N = f1(,); E = f2(,) che permettono di passare dalle coordinate geografiche (,) a quelle cartografiche (N,E). In seguito (1948) il prof. Giovanni Boaga di Padova ha rielaborato queste formule, e compilato le relative tavole di calcolo (allora necessarie), sicché la rappresentazione viene chiamata di Gauss-Boaga. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

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PROIEZIONE DI GAUSS La deformazione sulla carta di Gauss aumenta in modo quadratico con l’aumentare della longitudine , dunque aumenta allontanandosi dal meridiano tangente (longitudine 0), secondo il seguente coefficiente di deformazione lineare: E N Per limitare le deformazioni la rappresentazione è strutturata in fusi di 6° di longitudine  (–3° e +3° rispetto al meridiano centrale di longitudine 0). Ogni fuso possiede un sistema cartografico indipendente N,E a cui vengono riferiti i punti che gli appartengono (il territorio nazionale è compreso in 2 fusi dunque in 12° di ). Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

28 IL COEFFICIENTE DI CONTRAZIONE 0,9996
Secondo lo schema previsto inizialmente da Gauss il modulo di deformazione lineare m risulterebbe pari a 1 lungo il meridiano centrale, e a 1,0008 (deformazione +0,08%) ai bordi del fuso. Tuttavia questo valore è maggiore dell’errore di graficismo, pertanto incompatibile con la rappresentazione. m=1 m=1,0008 meridiano centrale Per contenere le deformazioni lineari (sempre 1) entro i limiti dell’errore di graficismo, alle coordinate di tras- formazione, ottenute con le formule di Boaga in ciascun fuso, viene applicato un coefficiente di contrazione pari a: 0,9996. N* = N  0,9996 E* = E  0, Falsa Origine Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

29 LA CARTOGRAFIA NAZIONALE
La cartografia ufficiale italiana è basata sulla rappresentazione di Gauss-Boaga, secondo la quale il territorio nazionale è stato diviso in due fusi denominati fuso ovest e fuso est. fuso ovest compreso tra: =6°EG e =12°27′08″,40EG. meridiano centrale di tangenza: =9°EG. fuso est compreso tra: =12°EG e =18°30’ EG. meridiano centrale di tangenza: =15°EG. Il fuso ovest viene prolungato oltre i 6° per comprendere il meridiano di Monte Mario (Roma) e generare una zona di sovrapposizione oltre i 12° di circa 30′ (precisamente 27′08″,40) per la quale si ha una doppia rappresentazione. Il fuso est si estende per 30’ dopo i 18° per comprendere la penisola salentina. Ciascun fuso possiede un proprio sistema cartografico N,E. All’origine E0 di ciascuno di essi viene assegnato un valore arbitrario convenzionale (FO, falsa origine) il cui valore indichi automaticamente a quale fuso sono riferite le coordinate cartografiche. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

30 IL SISTEMA CARTOGRAFICO NAZIONALE
fuso ovest: FO= m fuso est : FO= m la prima cifra indica il fuso (1 ovest, 2 est); il valore 500 è tale da non avere punti all’interno del fuso che cambino il valore (1 o 2) dei milioni; i 20 km aggiunti alla FO del fuso est impediscono con- fusioni nelle coordinate ap- partenenti alla zona di sovrapposizione. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

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IL SISTEMA UTM Il sistema cartografico UTM (Universal Transversal Mercator), anche detto sistema internazionale, fu concepito dopo la II guerra mondiale dal U.S. Army Map Service, al fine di costituire un sistema globale in grado di omogeneizzare i sistemi cartografici nazionali. È ottenuta da una proiezione cilindrica inversa, dunque come quella Gauss-Boaga, ma inizialmente riferita all’ellissoide di Hayford orientato a Potsdam in Germania (Datum ED50) e, più di recente, al Datum WGS84, e con diversi valori per le false origini delle E. SISTEMA GAUSS-BOAGA ellissoide Hayford Datum Roma 1940 proiezione su due fusi di 6° falsa origine delle E diversa per i 2 fusi: 9° EG: E0 = m 15° EG: E0 = m SISTEMA UTM ellissoide Hayford Datum ED1950 proiezione su due fusi di 6° falsa origine delle E uguale per tutti i fusi: 9° EG: E0 = m 15° EG: E0 = m Le coordinate cartografiche UTM, dunque, si discostano dalle corrispondenti nel sistema Gauss-Boaga per il diverso datum utilizzato. La differenza non è costante e arriva fino a circa 180 m per le N e fino a 50 m per le E (a parte le diverse false origini peraltro facilmente individuabili). Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

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IL SISTEMA UTM Il globo risulta suddiviso in 60 fusi di 6° numerati da 1 a 60 a partire dall’anti- meridiano di Greenwich e procedendo da ovest verso est. All’Italia spettano i fusi 32, 33 (e piccola parte del 34). Ogni fuso ha un sistema di riferimento indipendente dagli altri, ma poiché la falsa origine delle E è la stessa per tutti i fusi, ne consegue che punti in fusi diversi avranno medesime coordina-te. Si rese pertanto necessaria l’adozione di un sistema per l’individuazione uni-voca e automatica dei punti. Ciò avvenne mediante un’apposita codifica alfanumerica, che passò per la definizione (oltre ai fusi) di fasce, zone e quadrati. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

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IL SISTEMA UTM Per l’individuazione univoca dei punti vennero allora create 20 fasce dell’ampiezza di 8° ciascuna (la rappresentazione si estende infatti fino ai paralleli a 80°N e a 80°S) indicate con lettere dell’alfabeto. L’intersezione dei fusi con le fasce dà luogo a zone (larghe 6° e alte 8°) identificate da un numero e da una lettera (es. 32T). In Italia: FUSO 32 e 33 Fascia T e S Zone 32T, 32S, 33T, 33S Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

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IL SISTEMA UTM Ogni zona, individuata dall’intersezione di un fuso con una fascia, viene infine suddivisa in quadrati di 100 km di lato, orientati secondo il meridiano centrale e l’equatore. Ogni quadrato è identificato da 2 lettere; esse non hanno alcun riferimento alla lettera delle fasce e sono state scelte semplicemente in modo tale che non si ripetano coppie di lettere in un’area sufficientemente estesa, evitando equivoci. L’individuazione univoca del punto (desi- gnazione) avviene allora mediante una codifica, in cui (oltre a zona e quadrante) si trova: primo blocco di cifre che definisce l’ascissa (E) rispetto al vertice SO del quadrato; secondo blocco di cifre che definisce l’ordinata (N) rispetto al vertice SO del quadrato. Il numero di cifre (3, 4 o 5) usato nei due blocchi definisce l’ordine di grandezza dell’approssimazione. 33S VB (al metro: 5 cifre) 33S VB (ai 10 m: 4 cifre) 33S VB (ai 100 m: 3 cifre) Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

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IL SISTEMA UTM Sulle carte il sistema UTM è tracciato un reticolato con maglie quadrate di 1 km. Le indicazioni per la corretta interpretazione delle coordinate sono la cornice e lo spazio denominato “quadrettatura chilometrica UTM”. Negli spazi di legenda e istruzioni della carta si trova l’indicazione del fuso, della zona e la doppia coppia di lettere che individua il quadrato di 100 km. Sulla cornice della carta sono evi-denziati i valori (espressi in km) di ogni ascissa e di ogni ordinata. Nel Datum WGS84 tali valori sono in colore magenta. I caratteri piccoli presso i vertici della cornice del foglio (di fianco 6 e 49) sono riferiti al vertice SO del quadrato di 100 km identificato in legenda. Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

36 I RETICOLATI

37 Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]
RETICOLATI Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

38 RETICOLATO GEOGRAFICO
Le coordinate geografiche (,) sono indicate sulla cornice della carta con bande alternate chiare/scure. Ogni banda corrisponde a 1’ = 60”. Si possono poi ottenere i secondi facendo un’ interpolazione lineare. Questo reticolato non è tracciato materialmente sulla carta, ma lo può essere facilmente utilizzando gli inviti sulla cornice accennati in precedenza. 1’=60” 1’ φ=44°34’00” =1°01’00” 1:25.000 Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

39 RETICOLATO CHILOMETRICO UTM
I reticolati chilometrici sono costituiti da una griglia (tracciata o tracciabile usando gli inviti sulla cornice) di linee verticali, parallele al meridiano centrale del fuso, e linee orizzontali ortogonali alle precedenti. Il reticolato UTM (1x1 km40x40 mm nella carta 1:25.000), in alcune carte IGM, è tracciato sul quadro (in colore magenta se riferito al Datum WGS84). Nello stesso colore, sulla cornice, sono riportate in km le coordinate N,E in corrispondenza della griglia. 1000 m 1 km E= m E= m N= m N= m 1:25.000 Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

40 RETICOLATO CHILOMETRICO GAUSS-BOAGA
Il reticolato Gauss-Boaga (1x1 km) non è tracciato sulla carta, ma può essere disegnato all’occorrenza utilizzando gli inviti sulla cornice con simboli diversi per il fuso ovest e fuso est. Per risalire ai valori dei singoli vertici del reticolato si deve utilizzare la tabella posizionata nella legenda che riporta le coordinate E,N dei 4 angoli (NO, NE, SO, SE) del foglio nel sistema Gauss-Boaga. E= N= E= m 1 km E= m N= m N= m 1km invito fuso ovest fuso est   Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

41 INTERPOLAZIONE SUL RETICOLATO GEOGRAFICO
Per determinare le coordinate geografiche (P,P) di un generico punto P, dopo aver tracciato il reticolato geografico si tracciano due segmenti perpendicolari allo stesso reticolato o alla cornice (essi approssimano un arco di meridiano e un arco di parallelo essendo la carta conforme) passanti per il punto. Dopo averne misurato le lunghezze in mm, si esegue l’interpolazione lineare. =1°01’00” 60” 74,5 mm 52,5 mm 41 mm 25,5 mm INTERPOLAZIONE P φ=44°34’00” 1:25.000 Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]

42 INTERPOLAZIONE SUL RETICOLATO UTM
Per ottenere le coordinate cartografiche UTM di un generico punto P, si proietta il punto sui lati della maglia quadrato di 1x1 km corrispondente a 40x40 mm sulla carta 1:25.000, che lo contiene. Dopo aver misurato con cura sulla carta le distanze del punto dai tratti iniziali della maglia, si esegue l’interpolazione lineare. E= m E= m INTERPOLAZIONE 40 mm 31,5 mm 23,5 mm N= m DESIGNAZIONE UTM Zona : 32 T Quadrato: PQ 32TPQ P N= m 1:25.000 Copyright © 2009 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6629]


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