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Il primo Home Computer: 30 anni dopo

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Presentazione sul tema: "Il primo Home Computer: 30 anni dopo"— Transcript della presentazione:

1 Il primo Home Computer: 30 anni dopo
Ricordi personali di Michael S. Tomczyk VIC 20 Product Manager – Protégé di Jack Tramiel – Autore di ‘The Home Computer Wars’ Managing Director, Mack Center for Technological Innovation at The Wharton School Campione di Innovazione per tutta la vita Presentato a Roma, Italia, il 18 novembre 2012 November 17, 2012 Copyright © 2012 by Michael Tomczyk. All rights reserved.

2 Dalle calcolatrici ai computer…
Il Commodore negli anni ’70 Dalle calcolatrici ai computer… Jack Tramiel era un sopravvissuto dell’Olocausto entrato nell’esercito americano, dove aveva imparato a riparare macchine da scrivere. Fondò Commodore a New York come compagnia di forniture per uffici. Primi anni ’70 - Commodore era pioniera nelle calcolatrici digitali, la n. 1 in Europa. Metà anni ’70 - Texas Instruments decise di produrre le sue calcolatrici, facendo sparire molte compagnie. Commodore perse 5 milioni di dollari su vendite di 50 milion. Jack Tramiel chiese al finanziatore Irving Gould 3 milioni per comprare la MOS Technology, produttrice di semiconduttori a Valley Forge, in Pennsylvania. Jack mantenne l’8% delle azioni. MOS inventò il microprocessore 6502A. Commodore ne diede in licenza una versione ad Apple (attraverso Synertek). Nel 1976, l’ingegnere Chuck Peddle disse a Jack: “Non hai comprato una compagnia di semiconduttori, ma una compagnia di personal computer”. Mostrò a Jack un prototipo e decisero di chiamarlo Commodore PET perché al tempo le Pet Rock erano molto popolari, ma i legali di Pet Rock minacciarono di trascinarli in tribunale, quindi dovettero giustificare quel nome. Alla fine, dopo una notte a studiare il vocabolario, lo chiamò Personal Electronic Transactor (P.E.T.).

3 Le radici dell’Home Computing…
Nel 1979 ero general manager di Metacolor, una piccola compagnia di San Francisco che produceva effetti speciali per il cinema (La fuga di Logan, L’uomo venuto dall’impossibile) e grafica per giochi Atari. Atari ci diede il prototipo di un nuovo computer, l’Atari 600, e ci fece fare dei beta test. Il mio staff non la smetteva più di giocare a “Star Raiders” così mi portai la macchina a casa. Tre giorni dopo, alle 6 del mattino, notai un raggio di luce filtrare dalle tende e mi resi conto di essere stato sveglio per tre notti SENZA DORMIRE per giocare a quel videogioco! Il giorno seguente mi sono licenziato. Ho imparato il BASIC e a usarlo su computer Apple e Commodore. Avevo studiato giornalismo al college, quindi ho iniziato a scrivere articoli sui videogiochi: il primo fu su Star Raiders! Frequentai la Apple nella Silicon Valley, conoscendo Steve Wozniak e Steve Jobs. Dopo 6 mesi ebbi un’offerta sia da Apple che da Atari. L’Atari 600 era basato sull’Atari 400: aveva cartucce di gioco (bene) e una tastiera piatta e sottile (male)

4 Un colloquio con Jack Tramiel
A marzo del 1979 ebbi offerte da Apple e Atari, ma Apple era “babbo orso” - troppi geni. Atari era “baby orso” - non abbastanza geni. Commodore era “mamma orsa” – metà geni, metà “idioti”. Riuscii ad avere un colloquio con Jack Tramiel e gli dissi molto schiettamente quelli che mi sembravano pregi e difetti di Commodore. Lui rispose: “Chiamami domani e deciderò che fare di te”. Il giorno dopo chiamai 11 volte e ogni volta la segretaria mi rispose con una scusa. Infine alle 19 richiamai e fu Jack a rispondere. Mi chiese di venire il giorno dopo e mi assunse come Assistente del Presidente e Marketing Strategist. Nel 1979 Commodore era il terzo più importante personal computer in USA e il numero 1 in Europa. Apple e Radio Shack erano le prime due compagnie di personal computer in USA (ma deboli in Europa).

5 La nascita dell’Home Computer
1 aprile 1980 – Nel mio primo giorno di lavoro, seguii Jack in una riunione di manager internazionali di Commodore a Londra. Lì, Jack disse: “Voglio realizzare computer per le masse, non per le classi” – e descrisse la sua visione per un piccolo computer a colori. Gli ingegneri ne volevano uno più grande, in stile Apple. Ci mostrarono un prototipo simile all’Apple II. Da sin. a destra: Chuck Peddle, head of manufacturing, Sam Tramiel (figlio di Jack) e Harald Speyer (Commodore Germany). Michael Tomczyk al castello di Windsor. Chuck Peddle mostrò un nuovo prototipo di computer simile a un Apple II. Queste foto rare sono tutte della riunione del 1 aprile.

6 La nascita dell’HomeComputer
Tutti erano contro l’idea di un computer piccolo e a colori, tranne pochi. Io, Kit Spencer (UK) e Tony Tokai (Japan) ne eravamo i principali sostenitori. Il giorno dopo, Jack tornò e I più parlarono contro il nuovo computer. Infine, Jack si alzò, sbatté il pugno sul tavolo e dichiarò: “I giapponesi sono con noi... Quindi diventeremo giapponesi!” Tutti tacquero. La sua logica era semplice e potente. Il primo vero home computer era nato. Sin: Jack al meeting e (a destra) con Kit Spencer. Sapeva di cosa c’era bisogno. Dick Sanford (al centro) era Executive Vice President e numero 2 della compagnia. Sosteneva il nuovo computer ma riconosceva anche la necessità di una versione “business”. In questa foto parla con Chuck Peddle e Kit Spencer il 2 aprile del 1980. Michael Tomczyk (che discute sull’home computer). Foto di Michael Tomczyk – Copyright © 2012.

7 Le mie prime 3 settimane con la compagnia
Settimana 1 – Londra – Jack Tramiel vuole un piccolo home computer. Settimana 2 – Germania – Convinciamo il governo tedesco a consegnare a Commodore una fabbrica di componenti elettronici di Braunschweig che stava fallendo. Settimana 3 – Santa Clara, California – Jack mi chiede di valutare il dipartimento marketing, dopodiché licenzia tutto lo staff (12 persone). Divento Director of Marketing in USA. Settimana 4 – Santa Clara – Scrivo un documento di 30 pagine con una faccia sorridente e con i baffi sulla copertina. Lo do a Jack e gli dico che chiunque sia a capo del nuovo computer deve leggerlo. Qualche giorno dopo, Jack venne nel mio ufficio e lanciò il documento sulla mia scrivania. “Ho detto a tutti che devono ottenere la tua approvazione per quel che riguarda il progetto, ma nessuno ti fa rapporto, quindi dovrai usare la persuasione”, mi disse. In Europa, ho conosciuto tutti i manager internazionali, dando inizio ad alleanze e amicizie. Dopo la riunione a Londra, io e Harald Speyer prendemmo il jet privato di Commodore per andare in Germania. Harald Speyer (left) and Michael Tomczyk – April 1980

8 I VIC Commando Dissi a tutti che c’era una Prima Direttiva, come in Star Trek: “Questo deve essere un computer USER FRIENDLY”. Yash Terakura, l’ingegnere giapponese che realizzò il firmware, replicò: “Questo sarà un computer amichevole perché io sono un ingegnere amichevole!” Dovetti lottare per tasti di dimensioni intere per la tastiera (invece di una tastiera a membrana) e per il beige (invece di grigio e nero). I tasti funzione programmabili furono adattati da certi tasti arancioni che avevo visto sul prototipo di un NEC a Tokyo. Ingaggiai una mezza dozzina di giovani programmatori e appassionati, tutti autodidatti. Erano tra i 18 e i 25 anni (io nel di anni ne avevo 32). Scrivemmo le istruzioni per gli utenti e creammo il primo software. Continuavano a rubarci l’equipaggiamento per le fiere, così chiamai il gruppo i VIC Commando, con una moneta d’ottone come simbolo. Un giorno annunciai che avrei licenziato chiunque ci avesse sottratto l’equipaggiamento senza permesso. L’editor di BYTE Magazine era un mio amico e un giorno mi mandò un messaggio dicendo che c’era una parola tedesca per “user-friendly”: Benutzefreundlichkeit. Divenne il nostro motto. Michael S. Tomczyk

9 Questo è il mio prototipo originale del VIC20, che ho usato per creare il manuale utente, la guida per i programmatori e i programmi che vendevamo su cassette. Ormai è ingiallito dal tempo e si vedono gli sticker che ci avevo attaccato sopra: “VIC-20” e “Commando”. I primi computer si surriscaldavano dopo 5 o 6 ore, ma tornavano a funzionare se si metteva una borsa del ghiaccio sulla piastra dei circuiti. Dopo le prime unità, aggiungemmo un impianto di raffreddamento per dissipare il calore. Foto di Michael Tomczyk – Copyright © 2012.

10 Videogiochi Hi-Res – porta joystick; chip sonori e grafici; animazione sprite
Commodore Drive per dischetti e cassette Il computer uscì in Giappone con il nome di VIC1001 nel settembre del Lo lanciammo come VIC20 nel gennaio dell’81 al Consumer Electronics Show in USA. Il particolare logo e la grafica erano stati creati in Regno Unito e in Germania. Tasti funzione programmabili 5K di RAM espandibile a 32K – vendevamo cartucce di espansione da 8K, 16K e 32K Interfaccia di telecomunicazioni RS232 integrata Tastiera intera simile a quelle delle macchine da scrivere La RAM del VIC20 era di soli 5 Kilobyte! L’equivalente delle lettere e degli spazi di un foglio di scrittura digitale! Software su cartucce, dischi e cassette – ingaggiai un artista per realizzare le caratteristiche copertine. Copyright © 2011 by Michael S. Tomczyk

11 Il VIC-20 fu il primo microcomputer a vendere un milione di unità.
Il nome Volevo chiamarlo “Commodore Spirit”, ma “spirit” in giapponese ha connotazioni negative, quindi lo chiamai VIC, da Video Interface Chip, unendovi il numero 20. Quando Jack mi chiese: “Perché 20?”, risposi: “Perché Vic sembra un camionista e 20 è un numero simpatico”. Il prezzo Stabilii che il prezzo doveva essere di 299,95 dollari perché l’unico computer con simili caratteristiche ne costava 600. Dissi a Jack che era un “prezzo amichevole”. Il VIC-20 fu il primo microcomputer a vendere un milione di unità. Io e Jack sentivamo fortemente che si trattava di un computer che ogni casa o scuola poteva permettersi di comprare. Gli insegnanti iniziarono a usarlo per spiegare l’algebra a studenti più giovani, perché la programmazione include l’algebra. Realizzammo velocemente una versione PAL per l’Europa e lavorai a stretto contatto con Kit Spencer in Inghilterra.

12 Commodore Nel 1980, i computer usavano modem acustici telefonici che costavano 400 dollari. Ingaggiai una piccola compagnia di modem industrali per crearne uno che costasse alla produzione 33 dollari e si potesse vendere per 99. Mi mostrarono un prototipo, ma era troppo costoso, quindi dissi loro di metterlo su cartuccia… Il risultato fu il VICModem, il primo modem per computer sotto ai 100 dollari. Negoziai poi servizi gratuiti di telecomputing per 197,50 dollari: valevano più del modem! Il VICModem fu il primo modem a raggiungere il milione di unità vendute. Curiosità: Stavamo vendendo così tanti VIC20 da non riuscire a rispondere a tutte le richieste tecniche e non del servizio clienti, quindi ci facemmo aiutare dai club di utenti Commodore per rispondere alle domande.

13 VIDEOGIOCHI PER IL VIC-20
Il Pac-Man del Commodore – Cioè… Jelly Monsters! Commodore Japan si assicurò i diritti di molti giochi Namco, compreso Pac-Man… ma negli USA era Bally Midway ad detenerne i diritti. La versione per Commodore era in alta risoluzione, a confronto con il gioco per Atari, dalla grafica decisamente rozza. Quando vedemmo il gioco, Jack decise di venderlo in Europa col nome di “Jelly Monsters”. “Sai che Atari ci farà causa”, lo avvertii, e lui rispose: “Va bene. Metteremo una royalty in garanzia e quando ci faranno causa, gli pagheremo la royalty e smetteremo di produrre il gioco, ma nel frattempo ne avremo venduti un milione”. E andò esattamente così. Jelly Monsters ci aiutò a vendere milioni di VIC20. Copyright © 2012 by Michael S. Tomczyk

14 VIDEOGIOCHI PER IL VIC-20
I videogiochi di Scott Adams I primi VIC20 non avevano abbastanza videogiochi, così mi accordai con Scott Adams per 7 avventure. Scott era stato il primo a creare delle avventure per personal computer. Si trattava di avventure testuali. Questi giochi mostrarono agli altri game designer cosa si poteva fare: far partire il mercato dei videogiochi. Ingaggiai un artista per realizzare le copertine dei giochi. Per “The Count” realizzò un vampiro che somigliava forse troppo all’attore Frank Langella, protagonista di un famoso film di vampiri, quindi dovette cambiarne i lineamenti. I VIC Commando realizzarono un gruppo di 6 giochi su cassetta, tra cui “Blue Meanies from Outer Space”. I 6 giochi si potevano vendere insieme o singolarmente.

15 VIDEOGIOCHI PER IL VIC-20
JACK ATTACK! Avevamo in licenza un interessante videogioco per la nostra serie su cartucce, e cercavamo il nome da dargli, quando abbiamo avuto un’idea geniale. Jack Tramiel era noto per essere molto duro nelle riunioni: era secco, dispotico e urlava contro i suoi impiegati se li riteneva deboli o incompetenti. Se una riunione con Jack finiva male, nella compagnia veniva scherzosamente chiamata un “Jack Attack.” Era una battuta che conoscevamo tutti. Così, per il nome di quel gioco, scegliemmo proprio Jack Attack. Lo stesso Jack ammise che era divertente e ironico.

16 Commodore Information Network
Dopo il lancio del VICModem, creai il Commodore Information Network, accessibile attraverso CompuServe, e assunsi un editor per occuparsene. Il Commodore Information Network fu una delle prime comunità di utenti in stile Internet. A quei tempi, portali e network ci pagavano in cambio di contenuti (il contrario di quel che succede oggi). Un giorno, Jack entrò di scatto nel mio ufficio sventolando con rabbia un assegno di dollari. “Cos’è?”, chiese. “Perché CompuServe ci manda dei soldi? Qualcuno ha fatto un accordo di cui io non so niente?” Risi fino alle lacrime e gli spiegai: “Sono le nostre royalty: ci pagano così perché il nostro network di informazioni è la community più vasta di CompuServe!” “Oh”. Jack annuì, sorrise e si allontanò, fissando l’assegno. Commodore Information Network

17 Vendere il Friendly Computer™
Un giorno, notai che la scatola di Atari aveva un TM dopo la frase “Computers for People”. Corsi dal nostro dipartimento legale e domandaI: “Possono farlo?”. I legali mi risposero che potevano. “Allora metteremo TM anche su The Friendly Computer”, affermai. Da quel momento, il VIC- 20 fu noto come The Friendly Computer e i rivali ebbero problemi a chiamare “friendly” i loro computer a causa del nostro marchio. A quei tempi, i computer NON erano considerati user friendly. Ingaggiammo la star di Star Trek William Shatner per le pubblicità – una delle mie migliori esperienze fu mostrargli come usare un computer… era la prima volta che usava un VERO computer! Copyright © 2012 by Michael S. Tomczyk

18 Nel 1982, lanciammo il Commodore 64, un computer a colori da 64K che poteva far girare le 4 killer app di punta: wordprocessing, fogli di calcolo, grafici e database. Fu il personal computer più di successo mai venduto... Ne furono vendute ra i 17 e i 25 milioni di unità. Il prezzo al pubblico era di 595 dollari. Gli accessori includevano monitor a colori, floppy disk drive, modulo voce (il Magic Voice), interfaccia IEEE e CPM e molto altro ancora. Il moduloMagic Voice L’ingegnere che sviluppò “Speak and Spell” per Texas Instruments realizzò un modulo parlante per noi, e lo chiamammo The Magic Voice. Fui io a definire le 256 parole del modulo, e mi ci vollero diverse settimane per sceglierle. La sintesi vocale era molto futuristica. Fu una delle nostre innovazioni più spettacolari.

19 LA VENDETTA... E IL DISASTRO
Nel 1983, una rivista di business riferì che Texas Instruments aveva una fetta di mercato più ampia di Commodore, ma noi sapevamo che non era così. Il 4 aprile 1983, Commodore tagliò il prezzo del VIC20 a 99 dollari. I nostri ingegneri scoprirono che Texas Instruments stava PERDENDO dollari su ognuno dei suoi computer TI 99/4a venduti, e il profitto era solo sul software e sugli accessori! Al Consumer Electronic Show di giugno a Las Vegas, Jack tagliò il prezzo dei nostri software e accessori della META’. 2 settimane dopo, Texas Instruments annunciò la chiusura della sua divisione home computer! TI aveva quasi cancellato Commodore dal business delle calcolatrici negli anni ’70. Nel 1983, Jack cancellò TI dal business degli home computer! Questa strategia ebbe gravi conseguenze. Texas Instruments svendette i propri computer per svuotare i magazzini. I venditori di Commodore richiesero prodotti gratuiti e soldi per bilanciare i tagli sui prezzi. Il 4° quarto del 1983 fu un disastro, a causa del taglio al 50% dei prezzi di TI e del bilanciamento richiesto dai venditori.

20 JACK TRAMIEL LASCIA COMMODORE
Nel gennaio del 1984, alla riunione del Consiglio d’Amministrazione, Jack avrebbe voluto nominare i suoi 3 figli come manager di Commodore, per continuare la strada di innovazione intrapresa dall’azienda. Invece Irving Gould, Chairman di Commodore, nonché azionista di maggioranza, costrinse freddamente Jack a dare le dimissioni, offrendogli di comprare metà delle sue azioni. Fu una sorta di colpo di stato. Jack era su un jet di ritorno in California mentre la riunione era ancora aperta (io seppi subito tutto dall’assistente del nostro avvocato, che mi chiamò per aggiornarmi). Irving disse che serviva un “management professionale” e che la politica di taglio dei prezzi di Jack era stata folle, anche se aveva permesso a Commodore di conquistare più del 60% del mercato degli home computer. Affidò il timone della compagnia a un gruppo di uomini che avevano già 50 o 60 anni e non sapevano niente di computer. La gran parte dei “Commodorians” che avevano fondato la compagnia ne rimasero delusi e sconvolti. Irving Gould I 3 figli di Jack erano tutti esperti uomini d’affari. Gary lavorava con banche e investimenti, Sam gestiva compagnie in USA e Asia e Leonard aveva aiutato a realizzare il primo PET e aveva una laurea in fisica.

21 LA VITA DOPO COMMODORE…
Jack fece un viaggio intorno al mondo di 6 mesi con la moglie Helen. Le azioni di Commodore piombarono da 90 a 6 dollari in 6 mesi. La Warner Communications invitò Jack a guidare Atari, che aveva perso 1 milione di dollari in 5 anni. Jack tramutò Atari in un’impresa familiare guidata dai suoi figli, e Atari tornò a macinare profitti in 6 mesi. In una cena con Jack a New York, mi disse che Atari sarebbe stata un’azienda di famiglia, e che lì non c’era posto per me. In Commodore, molti nuovi prodotti furono cancellati. 35 manager, ingegneri e uomini del marketing lasciarono l’azienza in una settimana, a maggio del 1984 (compreso me). Nessuno ci invitò a restare. Commodore comprò il computer Amiga da sviluppatori esterni per 23 milioni di dollari. Fu l’unico vero successo dell’azienda. Commodore divenne la più grande venditrice di cloni di PC IBM in Europa. Gli home computer furono rimpiazzati dai personal computer, e Commodore non restò al passo col mercato. La compagnia non si riprese più. Molti cercarono di risollevarla, risultando deboli e inefficaci. Commodor scese in una lenta “spirale di morte” e dichiarò bancarotta nel 1994.

22 NOTE… Michael Tomczyk entrò nella Wharton School nel 1994 per lanciare il Mack Center for Technological Innovation, di cui è Managing Director ed entusiasta campione di innovazioni. Nel 2010 ha ottenuto un master in studi ambientali. Sta scrivendo un libro sulla Nanoinnovazione. Michael e sua moglie Nancy adorano cercare fossili, fare immersioni e viaggiare. Jack andò in pensione alla fine degli anni ’80 e Sam divenne CEO di Atari. Quando Sam ebbe un attacco cardiaco nel 1995, Jack tornò brevemente in attività. Vendette Atari in una fusione che creò la JTS Corp nel I figli di Jack continuano a gestire gli investimenti e le attività filantropiche della famiglia. Jack è stato co-fondatore dell’US Holocaust Memorial Museum (1993). Jack ed Helen Tramiel hanno visitato Auschwitz con I figli nel 2004. Irving Gould morì nel 2004 all’età di 84 anni. In molti lo ritengono responsabile del fallimento di una compagnia da un miliardo di dollari.

23 Jack Tramiel è morto in California l’8 aprile, 2012, all’età di 83 anni. Sarà sempre ricordato per il suo mantra, di realizzare computer “per le masse, non per le classi”.


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