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Rotatorie fiorite con la flora spontanea?

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Presentazione sul tema: "Rotatorie fiorite con la flora spontanea?"— Transcript della presentazione:

1 Rotatorie fiorite con la flora spontanea?
ROTATORIE FIORITE CON LA FLORA SPONTANEA? SI PUO’ FARE! Rotatorie fiorite con la flora spontanea? W I L D F L O W E R S F i o r i s p o n t a n e i Si può fare! UN PROGETTO AD IMPATTO ZERO

2 W I L D F L O W E R S INTRODUZIONE definizione
Il significato di Wild flowers Specie erbacee annuali, biennali e perenni con fiori evidenti o molto evidenti, che abbiano una valenza estetico-paesaggistica e naturalistica e che possano essere impiegate come : Arredo di spazi verdi per la riqualificazione di suoli fortemente antropizzati Recupero di aree degradate e marginali Scopo didattico.

3 W I L D F L O W E R S INTRODUZIONE storia dei wildflowers
Nel 1985 il North Carolina lancia il Wildflower Program (programma relativo alla vegetazione spontanea) come parte integrante dell’abbellimento delle autostrade ed attualmente tutte le aree di sosta presentano delle aiuole con piante spontanee identificate dal nome scientifico e da quello comune posto su un apposito cartellino Germania, Gran Bretagna, Olanda e Paesi Scandinavi. Nasce il concetto di ecologia creativa ossia l’utilizzo di specie spontanee a fini ornamentali ed ambientali nei giardini pubblici, le zone residenziali e le aree periferiche

4 W I L D F L O W E R S L’italia ed i suoi numeri
La Flora mediterranea conta circa specie. La Flora Italiana si compone, secondo Pignatti (1982), di: 168 famiglie 1.122 generi 5.599 taxa Nel 2003 l’università di Pisa inizia la raccolta in ambienti naturali delle specie spontanee prescelte Nel 2004 vengono studiate ed utilizzate in miscugli lungo bordi stradali Nel 2006 viene allestito un impianto di riproduzione di alcune specie al fine di commercializzare wildflowers originati da specie ed ecotipi locali Ecotipo: Gruppo di piante che, pur vivendo nella stessa zona geografica con altri gruppi nell’ambito della stessa specie, differisce e quindi è strettamente collegato alle caratteristiche dell’ambiente in cui vive (come ad es. il pidocchio dei vestiti e quello dei capelli)

5 W I L D F L O W E R S Il tipo di suolo adatto
Poco fertili a causa dell’aggiunta di materiali inerti da costruzione Presentano una scarsa struttura Suoli urbani e periurbani Il livello di fertilità del suolo urbano di riporto è molto basso e, nel caso di aree marginali a bassa o nulla manutenzione, non viene neppure migliorato con l’apporto di fertilizzanti e/o ammendanti. Non presentano un profilo pedologico Definito in quanto a causa del riporto sono Il risultato del rimescolamento Questa tipologia di suoli è difficilmente utilizzabile con l’impiego di piante ornamentali tradizionali che richiedono un suolo fertile e ben strutturato. Viceversa, rappresenta una risorsa potenzialmente valida per lo sviluppo di una vegetazione composta da wildflowers la quale deve tendere alla costituzione di una comunità autosostenibile, rispondendo anche all’esigenza di limitare le spese nell’ambito dei capitolati del verde pubblico cittadino e di una gestione ambientalista e consapevole.

6 W I L D F L O W E R S Dove utilizzarli
Gli spartitraffico Le fasce marginali Zone limite di parchi pubblici Verde Condominiale Aree di sosta autostradali Cave e zone ex industriali Scarpate e discariche Giardini di scuole per scopi didattici

7 W I L D F L O W E R S Perchè utilizzarli
Creare impianti di wildflowers Arricchisce la componente biotica, animale e vegetale, dell’ambiente urbano, creando un collegamento tra città e territorio circostante tramite i “corridoi ecologici” Forma “area rifugio” per specie utili, della componente entomologica degli agroecosistemi. Consente il recupero di aree incolte o di difficile gestione migliorandone la fruibilità da parte dei cittadini. Può essere sfruttato a scopi didattici, attraverso il coinvolgimento degli allievi di scuole, al fine di illustrare il ruolo esercitato nell’ecosistema urbano dei gruppi tassonomici rilevati. Impatto zero

8 W I L D F L O W E R S Il progetto sperimentale a Roma
Il Progetto è stato realizzato in tre rotatorie della XIX circ. dalla cooperativa sociale Etrusca Ambiente nel Novembre 2006 1) Le analisi fisico chimiche dei suoli hanno evidenziato una spiccata alcalinità del terreno e le analisi granulometriche in base alle percentuali di sabbia argilla e limo ci hanno permesso di classificarlo come terreno di riporto tipico delle zone antropizzate con un alto contenuto di materiali etereogeni di origine antropica, una forte compattazione e una spiccata scarsità di sostanze organiche.

9 W I L D F L O W E R S Il progetto sperimentale a Roma
2) Scelta, in base alle caratteristiche pedologiche delle specie erbacee da seminare tra quelle naturalmente presenti negli ecosistemi spontanei del centro Italia in funzione della nostra situazione ambientale. La maggior parte delle 17 specie ha la capacità di svilupparsi su suoli poco adatti al verde ornamentale tradizionale e soprattutto Non necessita di un impianto di irrigazione, Non necessita di fertilizzanti e prodotti fitosanitari, Specie di basso taglio, che non superano i 50 cm di altezza in maniera da non ostacolare la visuale agli automobilisti. Garanzia di una fioritura scalare costante da maggio ad ottobre.

10 W I L D F L O W E R S Il progetto sperimentale a Roma

11 W I L D F L O W E R S Le fasi di preparazione
Novembre-Dicembre 2006 Preparazione del suolo, semina, rullatura e recinzione Si è effettuato una bonifica totale, ossia una rimozione di arbusti, alberelli spontanei e essenze erbacee disseccate e di tutti i materiali estranei, poi è iniziata la lavorazione del terreno per l'interramento dello strato erboso superficiale, livellando la superficie. Una volta immessi i semi nel terreno si è proceduto prima ad una rastrellatura avente la funzione di interrare i semi , e poi alla rullatura il cui scopo principale e' quello di garantire il buon contatto tra i semi e il terreno. Successivamente è stata applicata una recinzione da cantiere lungo il perimetro delle tre rotatorie per evitare l’ingresso di persone ed animali che potrebbero disturbare il momento critico dell’emergenza delle specie seminate.

12 W I L D F L O W E R S Gennaio 2007 Prime emergenze
Dalle prime osservazioni effettuate sul campo si è riscontrata una buona emergenza ed una rapida crescita delle specie pioniere che già coprono circa il 60% della superficie delle rotatorie come appare dalle fotografie seguenti.

13 W I L D F L O W E R S Marzo 2007 Prime fioriture
Dal censimento di Marzo risultano le prime fioriture di Linaria maroccana, Centaurea cyanus e Matricaria chamomilla

14 W I L D F L O W E R S Fine Marzo 2007 fioriture
Negli ultimi giorni di marzo si osserva una copertura di almeno un 45% di aree fiorite, la Linaria inizia a coprire buona parte delle aree, si riscontra Silene pendula ed Eschscholzia californica.

15 W I L D F L O W E R S Aprile 2007 fioriture
Si riscontra una copertura pari al 80% delle specie piantate si aggiungono alle fioriture precedenti : Papaver rhoeas e Consolida regalis.

16 W I L D F L O W E R S Maggio 2007 fioriture
La copertura delle aiuole è pari al 98%, oltre alle precedenti fioriture in questo periodo predominano Consolida regalis e Nigella damascena offrendo una forte tonalità di color viola scuro - azzurro; si aggiungono fioriture di Dianthus carthusianorum L., Gaillarda aristata e Calendula officinalis.

17 Ultime fioriture e frutti
W I L D F L O W E R S Giugno 2007 Ultime fioriture e frutti Le aiuole si presentano in fase di ultima fioritura, con la Calendula , la Consolida e la Nigella in maniera puntiforme. Le aiuole verranno lasciate in frutto fino ai primi di luglio per permettere alle piante di sviluppare il seme, riprodursi e propagarsi il prossimo anno. Inoltre viene applicata una piccola recinzione perimetrale con funzione estetica.

18 W I L D F L O W E R S Febbraio 2008 Prime fioriture
Le tre aiuole si presentano al 20 febbraio con una fioritura abbastanza precoce dovuta essenzialmente ad un inverno poco piovoso e con temperature al di sopra delle medie stagionali. Si rileva la presenza di Linaria maroccana, Calendula officinalis, Papaver rhoeas e Centaurea cyanus

19 W I L D F L O W E R S Marzo 2008 fioriture
Nella seconda settimana del mese di marzo le aiuole si presentano con una fioritura omogenea al 80% di Centaurea Cyanus creando un effetto cromatico blu elettrico.

20 W I L D F L O W E R S Maggio-Giugno 2008 fioriture
Maggio è il mese della Nigella damascena e Papaver rhoeas , le forti tonalità di viola scuro si alternano ai tocchi arancio di Eschscholzia californica. Sparsi iniziano I corpi fruttiferi delle fioriture precedenti

21 W I L D F L O W E R S Confronto

22 W I L D F L O W E R S Conclusioni
L’utilizzo dei wildflowers comporta molteplici vantaggi : Sono piante erbacee quindi con l’insediamento, e l’effetto estetico funzionale, sono molto rapidi, garantiscono una copertura del suolo in un lasso di tempo relativamente breve, cosa che non si può ottenere tramite l’utilizzo di arbusti ed alberi. Sono piante autoctone quindi hanno un’elevata adattabilità all’ambiente biologico, pedologico e climatico con cui vengono a contatto. La possibilità di fornire un contributo, per quanto di modesta entità, al mantenimento delle specie spontanee e della biodiversità. Richiedono un basso impegno di manutenzione non necessitando di interventi irrigui o di fertilizzazioni. L’impatto ambientale è pari a zero

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24 DEFINIZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE
L’insieme di tutte le attività umane come ad esempio Trasporti Riscaldamento Produzione e consumi di energia Elementi che hanno un impatto inevitabile sull’ambiente, osservabile e misurabile sotto diversi aspetti e profili. In particolar modo: Riduzione delle risorse naturali non rinnovabili, Dispersione di sostanze contaminanti Alterazione degli ambienti naturali.

25 adeguate, ed in alcuni casi può essere completamente azzerato.
L’ impatto può essere contenuto e mitigato con l’adozione di tecnologie adeguate, ed in alcuni casi può essere completamente azzerato. Le stesso utilizzo di fonti “pulite”, come quelle rinnovabili, non è esente da impatti o ripercussioni sugli ambienti naturali. TIPO DI ENERGIA IMPATTO AMBIENTALE Energia Solare Bassa resa degli impianti, le centrali solari occupano vaste estensioni di terreno, che devono essere sottratte ad altre attività, per esempio alla produzione agricola Energia Eolica I mulini delle centrali eoliche provocano un inquinamento acustico non indifferente, e non possono essere collocati a grandi distanze dai centri abitati, a causa delle perdite di carico che si verificherebbero Energia Idrica Grandi bacini artificiali hanno effetti devastanti sul paesaggio, perchè la costruzione di un invaso determina l'evacuazione della popolazione e degli animali, e provoca la sommersione della vegetazione; il bacino, inoltre, impedisce il deflusso dei sedimenti al mare, causando l'impoverimento degli ecosistemi marini. Gli impianti, sono opere ingegneristiche e sono soggette all'errore o all'incuria: gli incidenti che possono verificarsi causano stragi (come accadde alla diga del Vajont)

26 Cos’è il concetto di IMPATTO ZERO? è un modo per conoscere e quantificare il nostro IMPATTO AMBIENTALE. Dobbiamo considerare come produttori di CO2 l’attività di aziende, prodotti e persone, In quanto tutto quello che facciamo consuma energia. E le materie prime più usate per produrre energia, attualmente, sono petrolio carbone e metano, che bruciando, emettono anidride carbonica, L’anidride carbonica prodotta contribuisce ad aumentare l’effetto serra Quindi in base a questo incremento possiamo estrapolare un modo per quantificare l’impatto ambientale in grammi di anidride carbonica prodotta.

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28 Quindi: Calcolando che le mie emissioni di anidride carbonica sono pari a 6568kg avrò bisogno di circa 8474mq di alberi per controbilanciare i gas immessi a formare l’effetto serra in quanto la maggiore fonte di assorbimento di CO2 e rilascio di ossigeno sono le piante.

29 CONCLUSIONI Possiamo applicare la precedente teoria ai WILDFLOWERS Per la realizzazione delle rotatorie si sono impiegati : 2 operai per 3 giorni lavorativi muniti di trincia a benzina immettendo nell’atm circa 80kg di CO2 Dati sperimentali dimostrano che i 700mq del progetto WILDFLOWERS assorbano circa 400kg/a di CO2 “Il messaggero” Per la manutenzione (sfalcio estivo ed invernale) si sono impiegati 2 operai per 2 giorni di lavoro all’anno con tosaerba a benzina Immettendo nell’atm circa 40kg CO2 “Roma, tra le 13 e le 14 di una normale giornata di lavoro emette nell’atmosfera tonnellate di CO2” fonte CNR Per dimostrare l’impatto zero del progetto basta calcolare che: un uomo immette 900 gr/giorno di CO2 Assorbimento kg CO2/a Realizzazione + manutenzione 120kg CO2/a Differenza kg CO2/a

30 Link utili North Carolina Wildflower Program http://www.ncdot.org
Uk wildflowers Conservation/Nature_conservation/index.asp?render=liquid Italia wf Impatto ambientale Impatto zero CNR Dott.Bettini Fabio

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