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Le tradizioni natalizie nel mondo
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EUROPA ASIA AMERICA AFRICA OCEANIA I CONTINENTI
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Egitto A F R I C A Camerun
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Camerun Nel CAMERUN il Natale è veramente la festa dei bambini. In quel paese africano i ragazzi hanno un mese di vacanza dalla scuola, come a Pasqua, per poter aiutare gli adulti nella raccolta del caffè e delle arachidi. Trovano però anche il tempo di costruire, quasi per gioco, una piccola capanna di terra e di paglia, come quella di Betlemme. La sera del 24 dicembre, ecco la festa. I villaggi sono in fermento. Gruppi di persone accorrono da ogni parte: se è tempo della luna piena, essa illumina la loro allegria, altrimenti basta il chiarore del gran fuoco acceso per festeggiare la ricorrenza. Durante il rito di Natale, qualcuno legge la parola di Dio, poi si canta e si danza per tutta la notte al ritmo del "balano"(una serie di tamburi) e del "mvet" (una specie di chitarra") in gioia fraterna.
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Egitto Il Natale viene festeggiato il 7 di Dicembre. L’Avvento viene rispettato per quaranta giorni e quindi non si mangia carne, pollame o prodotti di latteria. La mattina di Natale si fa visita agli amici ed ai vicini portando loro dei biscotti di pastafrolla da mangiare con una bevanda chiamata “Kaik”. Il giorno di Natale è un giorno di festa pubblica per tutti i cristiani.
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AMERICA Argentina Bahamas Bolivia Brasile Canada Cile Colombia
Costarica Cuba Ecuador El Salvador Giamaica Guatemala Guyana Messico Nicaragua Panama Perù PortoRico Stati Uniti Trinidad e Tobago Venezuela
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Argentina Anche se l'Argentina è all'altro capo del mondo, si può dire che il Natale viene festeggiato come in Italia. L'unica differenza è che in Argentina a dicembre è piena estate. Il giorno più importante è il 24 dicembre, dove la sera si riunisce tutta la famiglia e solitamente si mangia l'asado (carne alla brace). A mezzanotte c’è la “Misa de Gallo” che raccoglie i fedeli intorno alla nascita del Niño Dios. Naturalmente nelle case si addobba l'albero di Natale, di plastica perché quello vero si seccherebbe subito. Molte usanze argentine prendono spunto dalla Spagna in quanto l’Argentina ne è stata una colonia fino all’anno A dicembre l’Argentina si trova in piena estate perciò il Natale si trascorre con una media di 32 gradi. Le vacanze estive iniziano dal 15 novembre e finiscono intorno al 10 marzo per cui molto spesso gran parte delle famiglie che se lo possono permettere passano le feste al mare. Per questa ragione i decori natalizi non usano la neve e gli abeti sono finti. Anche il cibo è condizionato dalla temperatura: niente fritti, niente lenticchie, niente pasta al forno: fa troppo caldo!!! I cibi tradizionali sono: pollo al forno, insalata russa, insalate varie, tacchino, vitello tonnato, macedonia: sono preferiti i cibi freddi. Il panettone non c’è la Motta ha iniziato a esportarlo da pochi anni, si mangia il torrone, la frutta secca e un dolce caratteristico chiamato “ Rosca de Navidad “. Al posto dello champagne si beve la “Sidra”che è uno spumante locale a base di mela, perché la Patagonia è un fortissimo produttore di mele (anche per esportazione). Il 25, il 31 dicembre e il 1° dell’anno si trascorrono in famiglia. Non c’è la befana ma oltre ai regali che papà Noel porta, il 6 gennaio arrivano I Los Reyes Magos. I bambini sono soliti a lasciare acqua e fieno per i cammelli dei Magi.
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Bahamas Natale alle Bahamas significa Junkanoo. Trattasi di una festa che trova le sue origini nel periodo, non troppo lontano, in cui in queste isole la maggior parte della popolazione era costituita da schiavi. Una festa in cui domina la musica locale e che finisce alle prime luci dell’alba. Una festa, per le nostre abitudini, assolutamente poco natalizia.
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Bolivia Come nel caso di altri paesi andini anche in Bolivia gioca un ruolo centrale il presepe, che si trova in tutte le case e in tutte le chiese. La notte del 24 ruota attorno alla Misa Del Gallo, al termine della quale in molte strade viene cosparso dello zucchero. I regali i bambini li ricevono all’Epifania, e la sera del 5 gennaio le scarpe dei piccoli, con dentro una lettera per i Magi, vengono messe fuori dalla porta. Durante la cena di Natale si mangia la picana, mais, carne di maiale, pomodori, cipolle, peperoni, zuppe e frutta.
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Brasile A dicembre la temperatura è alta e invita all'aria aperta, perciò si chiudono gli uffici e si va ai monti o al mare. I Papà Natale, con cappucci, mantelli e barbe fluenti, sudano come fontane. Spettacolari sono poi le processioni dopo la messa di mezzanotte. La tradizione viene seguita con una cena abbondante e raffinata. Tutto viene preparato con molta cura, la decorazione in verde, rosso e dorato. Il Natale è un momento unico dell'anno e merita di essere festeggiato con quello che abbiamo di meglio a casa, e con amore. Hai una scusa per levare dal cassetto, e dall' armadio, le cose preziose, come una bella tovaglia ricamata (se possibile mettete un'altra rossa o verde sotto, fa un effetto simpatico), i cristalli, le migliore posate, belli fiori con rose rosse, o stelle di Natale, candele colorate. Pero lo sguardo principale deve essere rivolto al menu, parte fondamentale per il successo completo della festa. Seguono le ricette che non possono mancare al tavolo di chi ci tiene alle tradizioni brasiliane. Un mix di genti e culture paragonabile agli Stati Uniti. Il Brasile è un paese ricchissimo di tradizioni assai lontane tra loro. Il presepe è diffusissimo nel nord-est del paese poiché qui (esattamente a Olinda, cittadina dello stato di Pernambuco) venne introdotto nel corso del Seicento dal frate francescano Gaspar de Santo Agostinho. La rappresentazione della nascita di Gesù Bambino è “arricchita” dalla presenza di alcuni zingari, che secondo la tradizione locale vogliono rapire Gesù. I regali ai piccoli li porta Papai Noel, versione carioca di Santa Claus. La messa di mezzanotte è seguita dal pranzo natalizio, la Ceia de Natal. Nelle più grandi città vengono innalzati grandi alberi arricchiti da centinaia di luci, e quasi dappertutto si svolgono processioni e cortei, alcuni sacri altri profani. Una delle manifestazioni più celebri (e pacchiane) è quella che si svolge allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro, dove le autorità della città danno il benvenuto a Babbo Natale che arriva in elicottero… In Brasile tutta la popolazione festeggia il Natale, nonostante sia costituita da differenti gruppi religiosi ed etnici. Vengono preparate raffigurazioni della natività e per rendere l'atmosfera il più reale possibile gli alberi vengono addobbati con neve finta. Anche in Brasile la notte del 24 Dicembre è il momento più sentito. Le famiglie la trascorrono insieme ed i bambini scartano i regali.
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Canada Geograficamente e culturalmente vicino agli Stati Uniti, il Canada non poteva che sviluppare una serie lunghissima di tradizioni natalizie. Ogni città, ogni comunità, ogni etnia ha il suo modo di festeggiare il 25 di dicembre: tratti comuni sono il cenone e il pranzo, l’albero e Santa Claus. Un’antica tradizione – che si fa risalire addirittura a Samuel de Champlain, l’esploratore che fondò la città di Quebec nel 1608 – vuole però che le celebrazione del Natale abbiano inizio il 25 novembre, giorno di Santa Caterina e festa delle donne single. In molti centri commerciali viene allestito un "reame di Babbo Natale", dove i bambini vanno per incontrare Babbo Natale. A Montreal, la grande città del Quebec tutti gli anni ha luogo la sfilata di Babbo Natale organizzata da un grande magazzino. Babbo Natale chiude il corteo e alla fine vola su un carro allegorico sotto gli occhi sbalorditi dei bambini. In Canada si usa decorare la casa con addobbi natalizi come corone di alloro, luci colorate e con l' albero di natale. La settimana prima di natale si scrive la lettera a Santa Claus per dirgli quali regali si desiderano ricevere. I bambini appendono anche delle calze in modo che Babbo Natale le possa riempire con caramelle e cioccolatini. In alcuni paesi esiste ancora la tradizione per i bambini di andare a cantare di casa in casa le canzoni natalizie e come compenso ricevono qualche moneta, o dei dolcetti o qualcosa di caldo da bere (a Natale fa veramente freddo e spesso è tutto ghiacciato). Il pranzo natalizio tradizionale consiste nel tacchino ripieno con contorno di patate e salsa di mirtilli. In alcune famiglie invece del tacchino si usa cucinare l'anatra arrosto.
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Ci l e In Cile i bambini attendono con ansia il Viejo Pascuero, una specie di Santa Claus andino molto simile al nostro Babbo Natale. Il cenone di Natale inizia alle luci dell’alba del 25, dopo la conclusione della Misa del Gallo. Il dolce tradizionale cileno è il Pan de Pascua, una specie di pane dolce con frutta e biscotti.
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Colombia Il Natale in Colombia inizia con l’accensione delle candele durante la festa dell’Immacolata Concezione. Con l’avvicinarsi del 25 di dicembre decine di candele vengono accese in ogni casa e invadono anche i bordi delle strade. Il 16 inizia la posada, non prima però di avere completato l’albero. La Noche Buena prevede lo scambio dei regali (portati da Gesù Bambino e non da Babbo Natale) e la messa di mezzanotte. Prima di andare a dormire si mangia l’ajiaco, una zuppa di patate, pollo e mandorle, mentre la bevanda tradizionale – piuttosto alcolica – è il Sabajòn (tequila, uova, latte, vino e whisky). Negli ultimi anni le tradizioni statunitensi si stanno però diffondendo: segno inequivocabile di questo fenomeno è la comparsa di numerosi Babbi Natale e l’introduzione del tacchino ripieno nel pranzo di Natale.
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Costa Rica Tamburi e musiche tradizionali accompagnano in Costa Rica la tradizionale posada, che inizia nove giorni prima di Natale. Diffusissimo anche il Nascimiento, vale a dire il presepe, mentre l’albero ha conosciuto negli ultimi anni una grossa diffusione soprattutto per merito di una numerosa comunità tedesca che vive in questo paese. Il cenone/pranzo di Natale è molto ricco, e il piatto principale è l’escabeche, uno sformato di carote, cavoli, peperoni, cipolle, piselli e aceto. Il dolce tradizionale si chiama invece Navideño. I regali vengono scambiati a Capodanno, mentre le feste vengono chiuse il 6 di gennaio con una grande parata di carri e musica.
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Cuba La rivoluzione del 1959 rappresenta uno spartiacque per i festeggiamenti natalizi. Inizialmente vietati o comunque scoraggiati, negli ultimi decenni a Cuba, i riti del Natale spagnolo sono tornati con tutta la loro forza e il loro colore. La notte di Natale (la Noche Buena) le famiglie allargate anche agli amici si ritrovano per una cena tradizionale a base di maiale arrosto, yuca fritta e gli immancabili fagioli neri con riso. Per dessert si mangia il torrone. Il tutto si conclude con una grande festa dove non può mancare la musica. Bisogna tenere bene in considerazione che la religione più diffusa sull’isola caraibica è la santerìa, una commistione tra gli antichi riti animisti importati dall'Africa e il credo cattolico.
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Ecuador Processioni ricche di colori e musica in un paese molto legato all’aspetto religioso del Natale. In Ecuador, l’ultima domenica d’avvento tutte le famiglie cucinano del cibo che viene poi donato ai poveri.
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El Salvador A Natale si mangia tutti assieme, si va alla Misa de Gallo (la messa di mezzanotte) e poi si sparano le estrellitas, un particolare tipo di fuochi artificiali. Altri fuochi assai diffusi sono i morteros e i silbadores. Il piatto tradizionale qui sono le tamales, ma tra le classi più agiate si sta diffondendo (chissà perché) l’abitudine a un Natale dai gusti più nordamericani. In alcune zone di El Salvador il presepe viene montato, ovviamente senza Gesù Bambino, addirittura tre mesi prima del 25 di dicembre, mentre per l’albero si aspettano “soltanto” quattro settimane prima.
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Giamaica Pollo, manzo, maiale, capra e una particolare qualità locale di piselli. Sono solo alcune delle tante portate che fanno parte del pranzo di Natale in Giamaica. Il tutto spruzzato di Sorrel, una bevanda fatta con rum, scorza d’arancia, cannella, zucchero e altri ingredienti locali. Non manca nemmeno il Junkanoo locale, dove a dominare incontrastato è naturalmente il reggae.
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Guatemala Musiche, danze, petardi e fuochi
d’artificio accompagnano i nove giorni della posada in Guatemala, dove non mancano nemmeno le ricche cene rituali. Poi la messa di mezzanotte e soprattutto il pranzo – qui chiamato Abrazo de Navidad – a cui partecipano parenti e amici.
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Guyana Luci, luci, luci. Fino al 24 sera sono praticamente gli unici addobbi natalizi che si trovano nelle strade della Guyana. Poi, d’improvviso, escono tutti gli altri. Lo scambio dei regali avviene generalmente la mattina del 25, dopo una colazione a base di peperoni (!). Il pranzo non è da meno, visto che sulla tavola sfilano tacchino ripieno, pollo stufato, maiale arrosto, cipolline e una quantità di altre delizie.
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Messico La casa messicana deve essere addobbata e pronta per ricevere ospiti fin dal 16 Dicembre, l’inizio delle “posadas”, un corteo segue Giuseppe e Maria (rappresentati da due bambini vestiti appropriatamente oppure da statue portate dai bambini) che vanno a chiedere «posada», cioè ospitalità, in una casa. Prima di arrivare alla casa dove verranno accolti, si fermano a chiedere il permesso per alloggiare presso altre abitazioni con esito, però, negativo. Poi la processione riprende al suono degli strumenti musicali, intervallato da preghiere e canti di litanie. Finché, dinanzi alla porta della casa prescelta, al gruppo nella strada che domanda «posada» con un canto, risponde dall'interno dell'abitazione un secondo coro. Quindi viene aperta la porta per accogliere gli ospiti. Dopo aver pregato tutti insieme, la famiglia ospitante offre dolci e bevande. Si termina con il gioco della piñata, una pentola di terracotta (pignatta) appesa ad una corda che un bambino bendato dovrà rompere colpendola con un bastone. Le pignatte sono piene di frutta, dolci e giocattoli. In alcuni villaggi una giovane famiglia va a prendere in chiesa le statuette di Maria e Giuseppe e viaggia per otto giorni; il nono giorno le statuine vengono sistemate nel presepe allestito davanti alla chiesa.
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Nicaragua In Nicaragua i festeggiamenti iniziano il 7 di dicembre, giorno chiamato la Griterìa, con danze e balli. Il giorno dopo i bambini portano in dono alla Madonna dei coloratissimi bouquet di fiori. Lo stesso giorno si tengono anche feste più “private” chiamate purìsima, dove i bambini ricevono dolci in regalo e gli adulti bevono il Pinolillo. Nei giorni successivi si svolgono le posadas, e il 24 a Managua c’è una grande processione religiosa. Il giorno dopo ci si scambiano i regali e si pranza con il relleno, piatto a base di tacchino, e con il nacatamal. I dolci sono le tortillas, i picos e le rosquillas.
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Panama A Panama, il via alle feste di Natale viene dato l’8 di dicembre, quando un enorme albero addobbato di tutto punto viene alzato nella piazza principale della capitale. Il piatto di Natale per eccellenza sono le tamales con il prosciutto, l’insalata di patate e barbabietole e la torta di frutta. Come in moltissimi altri Paesi della stessa regione anche a Panama grande spazio trovano la musica e le danze.
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P e r ù Celebri sono i presepi del Perù, ottenuti con il legno intagliato secondo l’antica tradizione Quechua. Tutte le statuine portano ancora gli abiti che si portavano all’epoca dei conquistadores.
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Portorico Caratteristica natalizia di Puerto Rico sono i Trullas, i cortei improvvisati che vanno di casa in casa suonando con strumenti e ritmi tradizionali le Parrandas, ovvero le tipiche canzoni natalizie. Le porte delle abitazioni si aprono e tutti mangiano e bevono in quantità. Il pranzo di Natale prevede gli immancabili fagioli neri con riso, pollo e maiale asado (arrosto), le morcillas e le pasteles, mentre per dessert un dolce a base di riso. Le feste terminano il 15 di gennaio con molte processioni in cui si salutano i Magi. Per tutta la durata del periodo natalizio i genitori mettono sotto il letto dei bambini un po’ d’acqua e dell’erba: serviranno ai cammelli dei Magi per rifocillarsi.
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Stati Uniti I Candy Cane Alcune tradizioni
Il Natale è come una festa nazionale. Molti carretti tipici, con presepi e alberi, percorrono le vie della città e dei paesi accompagnati da suonatori di cornamuse. A mezzanotte il Presidente degli Stati Uniti accende le candeline dell'albero della Casa Bianca. Nello stesso momento vengono accese in tutte le case, bar e negozi. Il piatto tradizionale americano è l'arrosto di tacchino. Tutti nel giorno di Natale lo mangiano, anche i poveri, ai quali viene offerto dalle associazioni benefiche. Molte persone si recano alla messa di Natale la sera della vigilia o la mattina di Natale. Le chiese sono decorate con rami di piante sempreverdi, stelle di natale, e scene della Natività. Anche in chiesa si innalzano canti di Natale: quella dei cori natalizi è una delle caratteristiche più pittoresche del modo di celebrare il natale in America. I cori gospel, ad esempio, sono tra i più belli ed emozionanti che si possano ascoltare. La cena di natale tipica include tacchino ripieno, patate, salsa al mirtillo,e una varietà di altri piatti. Alcune famiglie mangiano prosciutto o anatra arrosto al posto del tacchino. Come dessert tipici gli Americani usano la torta alla zucca, il plum pudding e dolci di frutta. Un'altra particolarità è l'eggnog, una bevanda molto simile al nostro zabaione. Negli Stati Uniti le tradizioni sono le più svariate perché gli americani le hanno portate dai loro paesi di origine. Non esiste pertanto una vera e propria tradizione natalizia americana . I Candy Cane Alcune tradizioni
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Le tradizioni U.S.A Negli Stati Uniti il Natale è il risultato di un mix di mille ingredienti diversi provenienti da ogni angolo del mondo. A rendere ancora più vario il quadro generale si inserisce la mutevolezza del clima, molto diverso da Stato a Stato. Qualche secolo fa i festeggiamenti per la nascita di Gesù erano tipicamente spagnoli, poi le ondate di immigrazione hanno portato costumi diversi. In Alaska i giovani, con una stella illuminata vanno di porta in porta per fare gli auguri alle famiglie e si fermano nelle abitazioni a bere qualcosa. In tutte le case si cantano lodi che annunciano la nascita di Gesù e si festeggia con dolci ciambelle d’acero fritto, biscotti, canditi, torta di pesce e talvolta salmone affumicato. In alcune case coloniali le porte vengono addobbate con ananas, che è il simbolo dell’ospitalità. In Arizona si inscena una specie di “presepe vivente” nel quale Maria e Giuseppe cercano alloggio nelle osterie per far nascere Gesù e, allo stesso tempo, ammirano il presepe delle famiglie visitate. A Boston i cantanti di musiche natalizie sono molto famosi e cantano accompagnati da campanelle suonate a mano. Si organizza un Natale di legno: gli invitati, alla vigilia, si dedicano tutti insieme alla potatura e alla preparazione degli alberi sotto i quali si pongono i doni, che la mattina di Natale, vengono aperti tutti in compagnia e vengono accolti i vicini che si fermano a pranzo. In California, Babbo Natale “viaggia” su una tavola da surf. A Chicago, nel Museo di Scienza e Industria, si tiene l’annuale manifestazione con una piccola “foresta” di 43 alberi provenienti da tutto il mondo. A St. Augustine, in Florida che è anche il più antico nucleo abitativo degli Stati Uniti, le finestre di ogni casa sono illuminate da una luce bianca, e un’ordinanza municipale vieta espressamente ogni luce di colore diverso durante il periodo natalizio. Alle Hawaii, il Natale comincia con l’arrivo di una “barca di Natale” carica di tanti abeti dalla quale sbarca anche Babbo Natale. Nel King’s Canyon National Park si festeggia ai piedi di una sequoia alta oltre 80 metri. Nel Massachusetts la festa del natale era proibita fino al 1861. Nel New Messico si accendono candele in sacchetti di sabbia che si pongono un po’ dappertutto per indicare la strada al bambino Gesù mentre nei campi si cuoce carne fagioli patate e cipolle. Per completare frittelle pasticcini e caffè. In Pennsylvania i moravi costruiscono un paesaggio, chiamato “Putz”, sotto l’albero di Natale, mentre i tedeschi ricevono regali da Belsnickle che usa la frusta per chi si è comportato male. Nel sud, si sparano dei colpi d’arma da fuoco e fuochi d ’artificio quando arriva il giorno di Natale le tradizioni Spagnole sono popolari nel sud ovest degli USA. Alcuni neri americani combinano il festeggiamento del natale con quello del Kwanzaa, una festività afro-americana che dura 7 giorni, dal 26 dicembre al 1° gennaio. In Texas si possono trovare sia posadas di origine messicana e che festeggiamenti decisamente teutonici a seconda di dove ci si trova (e soprattutto di che tipo di immigrazione si è avuta). A Washington il presidente accende le luci di un enorme e spettacolare albero. E viene preparato un albero gigante con accanto altri 50 alberi più piccoli, rappresentanti gli USA e tutti gli stati che li compongono.
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I Candy Cane I Candy Cane sono bastoncini di zucchero bianchi e rossi e appartengono alla tradizione natalizia anglosassone (americani soprattutto). I bambini li ricevono in dono durante le feste e li utilizzano spesso, oltre che come gustosissimi dolci da leccare e succhiare, come motivi ornamentali per addobbare l'albero. Il Candy Cane, però, non è solo un dolcetto tipico per la gioia dei più piccoli, ma un vero e proprio insieme di simboli di origine cristiana: il bianco sta, infatti, a indicare la purezza della nascita di Gesù e il suo essere senza peccato; la durezza rappresenta la solidità su cui si fonda la Chiesa; la forma (una "J" allungata) simboleggia la parola Jesus, mentre le quattro strisce rosse (tre più sottili e una più spessa) che li decorano rappresentano i segni della flagellazione sulla croce e il sangue versato da Cristo.
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Trinidad e Tobago A Trinidad e Tobago la parola d’ordine è soca parang, una sorta di festival musicale che non ha quasi nulla di programmato. La gente si ritrova in strada e comincia a suonare e ballare muovendosi di casa in casa. Il pranzo di Natale è aperto a parenti e amici, e comprende: tacchino, maiale, prosciutto, pastelles (salsicce ricoperte di pasta sfoglia), riso e fagioli neri. Il dolce è una torta di frutta fatta marinare nel rum per alcune settimane.
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Venezuela La stagione del Natale inizia il 16 dicembre, con la costruzione del presepe, che nelle case venezuelane è generalmente molto grande e comprende anche personaggi e costruzioni assai moderne, che poco c’entrano con il tradizionale nascimiento. Nelle nove mattine che precedono il Natale si svolgono, in tutto il Venezuela, delle affollatissime messe, chiamate Misa de Aguinald, e al termine dell’ultima viene bruciata una bambola raffigurante Giuda. La tradizione del Natale in Venezuela è molto varia, anche perchè in questo paese vi sono molte culture presenti nella società. Comunque, la famiglia è sempre al centro dei festeggiamenti, la notte del 24 tutti si ritrovano in famiglia. Spesso vengono organizzati degli spettacoli in cui viene rappresentata la natività. Il tradizionale menu di Natale comprende panini dolci, prosciutto e piatti come le hallacas, il pavo e il pernil de cochino. Portate accompagnate dalla ponche crema, una bevanda che può essere sia analcolica che alcolica. Molte sono anche le canzoni natalizie, chiamate Parrandas o alguinaldo. Esistono tradizioni anche un po’ più profane e molto diffuse: come quella di bere 12 bicchieri di spumante contenenti un acino d’uva alla mezzanotte del 24.
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POSADA Nel XVI secolo Sant’Ignazio di Loyola introdusse in Messico l’idea di festeggiare il Natale celebrando una novena: in pratica in ognuna delle nove serate che precedevano il 25 dicembre bisognava rappresentare in qualche maniera le vicende della Sacra Famiglia, con i suoi problemi nel trovare un luogo adatto a far nascere un bambino. Una tradizione cui venne dato il nome di posada, e che a tutt'oggi si celebra in tutto il Centro e Sudamerica. «Dar posada» vuol dire ospitare un viandante e, nella tradizione natalizia, la posada è l'abitazione stessa che accoglie i protagonisti della natività. Generalmente si tratta di una vera e propria processione, spesso aperta da bambini vestiti da angeli, durante la quale alcuni fedeli impersonano Maria e Giuseppe nel loro continuo e preoccupato girovagare. Davanti ad alcune case la processione si ferma e mette in scena le richieste di aiuto della Famiglia e i tanti dinieghi. La scena può essere ripetuta più volte in una stessa serata. Alla fine una casa concede il permesso di entrare, e dopo aver pregato e cantato si mangiano dolci (generalmente i colaciones) e altri piatti tradizionali. Un rito che ha mille varianti e variabili, spesso legate agli usi e costumi locali.
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Asia Giappone India
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G i a p p o n e In Giappone il Natale è una festa piuttosto recente, infatti solamente dall'inizio del XX° secolo viene festeggiato. In questa occasione tutti si impegnano a dimostrare l'amore nei confronti dei bambini e le grandi città vengono addobbate con grandi alberi illuminati e ricchi di festoni. Una particolarità di questo paese è costituita dalle lanterne illuminate che addobbano ogni angolo delle città e gli alberi di Natale. Tra i bambini giapponesi è viva ancora oggi un'usanza che li vede protagonisti, essi infatti si scambiano dei biglietti colorati all'interno dei quali sono scritte delle preghiere. Un'altra particolarità in uso è il dono ai bisognosi, infatti le famiglie che possono permetterselo fanno dei regali utili alle persone povere, così come i bambini si recano negli ospedali a trovare le persone malate e a cantare le canzoni del Natale La figura giapponese natalizia si chiama “Hoteiosha” che rappresenta il Babbo Natale. Egli porta regali in tutte le case per i bambini.
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In d i a In India la Messa di Mezzanotte dura dalle due alle tre ore e la chiesa viene molto addobbata. All’esterno le decorazioni sono legate ad enormi babani. I cristiani si fanno visite e i ragazzi cantano nenie natalizie un po’ diverse da quelle europee. Si scambiano doni fatti di ceste di frutta, fiori e dolci. Nel sud dell’India i cristiani riempiono di olio delle piccole otri di terracotta con fili di cotone intrecciati e le tengono accese lungo le pareti esterne delle abitazioni. E’ molto vivo il senso di ospitalità a Natale e si fa di tutto perché in ogni abitazione ci sia il maggior calore e conforto possibile. Nei limiti del possibile le famiglie cristiane si visitano tutte fra loro,sfruttando tutto il tempo disponibile,anche quello notturno e,quando si ritrovano,cantano accompagnandosi da tamburi o da cembali. Il padrone di casa offre un thali e focacce. I vicini di casa,anche se non sono cristiani,sono molto interessati a questa festa di luci e di amicizia e quindi si scambiano opinioni sulle varie festività che inneggiano alla luce. In India, ad esempio, c’è la festa indù che simboleggia la vittoria della luce sulle tenebre che si chiama Diwali.
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EUROPA Austria Belgio Bulgaria Croazia Danimarca Finlandia Francia
Germania Gran Bretagna Grecia Islanda Iugoslavia Lussemburgo Norvegia Olanda Polonia Portogallo Romania Russia Spagna Svezia Svizzera Ungheria EUROPA
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Tradizioni regionali e cittadine
Austria Il periodo natalizio inizia con l'avvento. In questo periodo si preparano diversi dolci e si addobba la casa. In molte case c'è una corona d'avvento con quattro candele che vengono accese le quattro domeniche prima di Natale. Molti bambini hanno un calendario dell'avvento per contare i giorni fino a Natale. Ogni giorno aprono una finestra, dietro la quale si trova una piccola sorpresa. In questo periodo alcuni bambini scrivono una lettera a "Gesù Bambino" con i loro desideri per Natale. I bambini ricevono i doni anche da San Nicholas. Gruppi di "pastori" girano di fattoria in fattoria, bussano, cantano e vengono accolti con grappa e dolci tradizionali. E' una tradizione che ricorda il peregrinare di Maria e Giuseppe alla ricerca di un rifugio. Durante il periodo natalizio, nei centri storici di molte località vengono organizzati mercatini che offrono dolci e oggetti tradizionali e figurine del presepio. Si passeggia tra le bancarelle assaporando profumi e sapori d'altri tempi, con molte manifestazioni letterarie e musicali. La vigilia di Natale la famiglia si riunisce intorno all'albero per lo scambio dei doni. Alcune persone invece si riversano nelle piazze e davanti alle chiese per attendere Babbo Natale, impersonato però da una giovane donna vestita di bianco che regge sulle braccia cesti colmi di dolci. I bambini le vanno incontro e le porgono rametti di rosmarino per allontanare il male. Mentre i piccoli compiono questo gesto, arriva con gran fracasso lo spirito cattivo avvolto in un mantello nero: egli dichiara di volere punire i bambini cattivi i quali si nascondono dietro le gonne delle mamme. Allora i papà gli promettono che i loro figli saranno obbedienti e rispettosi. In quel momento comincia la festa e tutti ricevono doni. La natività è annunciata da potenti squilli di tromba dall’alto delle cattedrali. L’Austria cattolica vanta la pastorale più celebre e più cara: “ Stille nacht”, che noi conosciamo come “ Astro del ciel”. In alcuni paesi c'è un simpatico pensiero verso i piccoli volatili che riempiono con il loro cinguettio le ore della giornata. Tradizioni regionali e cittadine
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La Corona dell’Avvento
Durante la prima domenica dell'Avvento si preparano corone d'abete (Adventkranz) con quattro candele da accendere una ogni domenica d'avvento per scandire le settimane che preparano al Natale. Molte famiglie tirolesi si riuniscono ogni sera attorno all'Adventkranz cantando e pregando. In alcune località le corone sono portate anche in chiesa per la benedizione.
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Il Calendario dell’Avvento
Tutti i bambini ricevono uno speciale calendario di 24 caselle, contenenti ognuna o immagini o piccoli doni, che li aiuta a contare i giorni che separano la data corrente dalla festa di Natale. Ora anche in Italia si comincia a donare ai bambini questo tradizionale calendario dell'Avvento. Spettacolare, perché gigante, quello che viene organizzato a Lienz.
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L'albero di Natale L'usanza dell'albero di Natale in Austria non è molto antica: il primo fu allestito nel 1890, poi questa idea conquistò velocemente tutta la nazione. La particolarità degli alberi natalizi qui è costituita dagli addobbi fatti principalmente a mano (stelle di paglia, pigne dorate e ornate di nastrini, angioletti, dolci, ecc). I profumi che si sprigionano dall'albero sono intensi: di pino perché si usano solo pini o abeti veri; di cera d'api perché non ci sono "lampadine" ma autentiche candele di cera. I pini sono senza radici (col benestare degli ambientalisti, perché provengono dallo sfoltimento autorizzato del bosco oppure da allevamenti esteri: i controlli sono rigidissimi). L'albero viene preparato soltanto alla vigilia di Natale, il 24 dicembre. La sera, quando fa buio e tutte le candele sono accese, arriva il "Christkind" (Bambin Gesù) che porta regali a tutti.
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Il Presepio I primi presepi in Tirolo risalgono al 17.mo secolo e furono allestiti nelle chiese di Innsbruck e della vicina Hall. Nel periodo dell'Illuminismo i presepi vennero banditi dalle chiese, e per questo motivo, furono costruiti in seguito nelle case di città e in quelle dei contadini. Il più antico presepio privato di quell'epoca è del contadino Maxenbauern di Thaur, paesino vicino a Hall conosciuto anche come "il paese dei presepi" grazie agli intagliatori Giner. Fino al 19° secolo il presepio rispecchiò la vita tirolese; dopo i primi pellegrinaggi in Palestina nacquero presepi con motivi orientali. Dopo le guerre mondiali molti presepi rischiarono di sparire per sempre. L'allora direttore del Museo d'Arte Popolare di Innsbruck rendendosi conto di questo pericolo istituì nel museo un'ala che raccolse i presepi più preziosi. Oggi il Museo può vantare un centinaio di presepi molto preziosi di ogni misura e stile. In molte fattorie dei paesi intorno a Hall vengono allestiti ancora oggi presepi fatti con molta pazienza e maestria, da esibire con orgoglio a vicini ed ospiti. L'invito a visitarli è rivolto anche ai turisti. Naturalmente anche nelle chiese di tutte le località tirolesi vengono allestiti i presepi e molte località organizzano esposizioni. Famoso è il grande presepio meccanico di Landeck; particolare il presepe di ghiaccio a misura d'uomo a Gurgl nella Ötztal. Igls vicino a Innsbruck organizza un presepio vivente chiamato (Natale di Montagna).
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I dolci E' risaputo che l'Austria è famosa per i suoi dolci. E le tradizioni natalizie contemplano soprattutto la preparazione di biscotti dai mille gusti. Nascono così delizie come i cornetti di vaniglia, i baci di cocco, le stelle al rum o alla cannella, i cuoricini di mandorle, il dolce della vita, ecc. che evocano nostalgici momenti dell'Avvento, e un pane speziato, chiamato "Früchtebrot" Altri dolci, inizialmente nati come dolci natalizi, sono oggi dolci particolari quali la "Prügeltorte" o il "Blattlstock", una specialità del Tirolo Orientale. Ma il dolce natalizio più comune è lo Zelten, una specie di panforte poco dolce, fatto di frutta secca (fichi, pere, uva, mandorle, nocciole), arancini, cannella, chiodi di garofano e pasta di pane. Gli ingredienti variano, a seconda delle usanze, nelle diverse vallate. Dolce tipico di Natale in Austria è il marzapane il cui utilizzo si è diffuso negli ultimi anni anche qui da noi.
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Stille nacht - Astro del ciel
Questa meravigliosa canzone fu eseguita per la prima volta nella chiesa di S. Nicola, a Oberdolf, vicino a Salisburgo. Era la vigilia di Natale del 1818 e Padre Mohor era stato chiamato per un battesimo. Era una sera particolarmente chiara e le stelle brillavano come perle nel blu del firmamento. Il sacerdote fu come toccato da quella pace tranquilla e di getto scrisse quelle parole che sono diventate celebri: “Silenziosa notte, notte santa. Tutto dorme. Veglia soltanto la santa coppia. Il grazioso Bimbo dai ricci capelli dorme nel suo celestial riposo. Silenziosa notte, notte santa. I pastori sono stati i primi a sapere la buona novella dall’angelo. Alleluia! Risuona forte, lontano e vicino: “Cristo il salvatore è tra noi!” Più tardi, un suo amico, il maestro Franz Gruber, scrisse la melodia che si voleva accompagnare con l’organo, ma… anche i topi ci misero le code. Le voraci bestioline avevano scombinato la tastiera e per accontentare il buon Padre, Gruber affidò, senza troppo entusiasmo, la melodia alle corde di una vecchia chitarra. L’effetto fu travolgente. Nessuna canzone natalizia è diffusa in tutto il mondo quanto "Stille Nacht". Il costruttore d'organo Mauracher di Fügen nello Zillertal, chiamato ad aggiustare l'organo l'anno successivo, apprezzò la canzone, la copiò e la offrì alla nota famiglia di cantori Rainer. I Rainer la cantarono davanti all'imperatore d'Austria e allo zar di Russia, e nel 1839 la cantarono in America raccogliendo un vero trionfo. Anche i fratelli Strasser la cantarono soprattutto in Germania. Oltre ad essere cantata in chiese e case, oggi viene eseguita in molte località tirolesi all'aperto, dopo la messa di mezzanotte, da piccoli gruppi che si accompagnano con strumenti a fiato.
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Tradizioni regionali e cittadine dell’Austria
Graz, in Stiria, illumina il periodo delle feste con un gioco di luci ed una decorazione natalizia unica al mondo. La facciata del municipio è trasformata in un gigantesco calendario dell'Avvento. I mercatini dell'avvento sono una tradizione medievale. E' famoso quello di Innsbruck, dove si vendono i prodotti tipici. E' nota la sfilata di San Nicola nel centro dove Nikolaus e Krampus sono accompagnati da uno "stuolo di angeli". Nella Piazza centrale viene allestito un enorme albero di Natale con ai piedi un presepe intagliato in legno. Anche a Kitzbühel continua la tradizione dei mercati di artigianato artistico. Nell'Osttirol, è viva una tradizione legata ai Krampus simile alle usanze carnevalesche: i diavoletti portano artistiche maschere in legno o metallo, pelli di pecora, collari e grosse cinte di cuoio dai quali pendono campanelli e campanacci . A Salisburgo l’albero e il presepe si allestiscono in maniera del tutto singolare. Una costruzione, che raffigura la storia dell’umanità, inizia con l’avvento. Partendo dalla rappresentazione del peccato originale, si va su, giorno per giorno, con rappresentazioni del profeta Isaia, dell’Annunciazione, fino alla nascita del Redentore. A Natale viene deposto il Bambino, mentre la grotta è sormontata da una splendida e lucente stella. L’effetto è fantastico quando tutta la piramide è illuminata. La medievale Steyr, in Alta Carinzia, è considerata la città di Gesù Bambino. La leggenda di un uomo malato che comprò una statuetta raffigurante il bambinello, e dopo averla appesa vide compiersi il miracolo della guarigione, ha ormai fatto il giro del mondo. La prova? Le lettere (nel 1999 più di 2 milioni) che ogni anno invadono l'ufficio postale del luogo. Non basta, perché un'altra grande tradizione di questi luoghi sono i presepi storici. Come i due che si trovano nella casa adiacente alla chiesa di Gesù Bambino: uno, meccanico, si muove seguendo la musica di un organo boemo; l'altro, che ha preso il nome del suo costruttore Poettmesser, con 778 figure mobili allestite su 55 mq è uno dei più grandi del mondo. Vicino Steyr c'è Steinbach, romantico paesino la cui piazza principale si trasforma per l'occasione in un calendario dell'avvento vivente. Gli abitanti delle case circostanti, infatti, allestiscono 24 finestre natalizie che ogni sera vengono illuminate una dopo l'altra. Sicché, la notte di Natale l'intera piazza sarà illuminata. In Tirolo non si conosce "la befana" ma il 6 di gennaio in ogni località girano i "Re Magi": gruppi di ragazzi che portano con loro una grande stella e cantano ad ogni porta per raccogliere soldi destinati alle missioni. Le ragazze, preparano lo strudel, e confezionano pacchetti per i poveri che visiteranno il giorno di Natale. I montanari, invece, tornando dalla messa, portano alle loro bestie il sale benedetto. Gli austriaci sono persone molto delicate e gentili e, ricordandosi di chi non festeggia il Natale in casa propria, illuminano ogni stazione ferroviaria per augurare un gioioso Natale ai viaggiatori. A Vienna in questo periodo il centro storico e la zona circostante costituiscono la scenografia ad un mondo fantastico. Per cominciare c'è il "Mercato di Gesù Bambino", una tradizione che risale a 700 anni fa: davanti ad un grande abete, illuminato da una miriade di lampadine, fino al 24 dicembre sono disposti circa 140 chioschi di legno in cui si vende ogni sorta di regalo di Natale. C’è la tradizione passeggiata al parco dove ragazzi e adulti, distribuiscono briciole di pane agli uccelli e ai rami di un altissimo abete, vengono appese le tradizionali focacce riservate agli uccelli del parco; sarà Natale anche per loro!
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La Festa di San Nicola Alla vigilia di San Nicola, il 5 dicembre, si usa fare piccoli doni ai bambini, soprattutto dolci nascosti nelle calze. In varie località "San Nicola", vestito da vescovo, fa il suo ingresso nel centro storico seguito dalla banda e portando un enorme sacco pieno di regali da distribuire ai bambini. Il santo è accompagnato dai Krampus, diavoletti con catene e bacchette che fanno "paura" ai bimbi discoli (in altri casi, invece, sono diavoli che spaventano le ragazze).
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Belgio Altre tradizioni
In BELGIO come in Olanda è sempre Santa Claus l'atteso dai piccoli. I bambini lasciano fuori dalla porta di casa i loro zoccoletti di legno pieni di fieno, biada, fave, avena e orzo. San Nicola passa e, mentre il suo cavallo si rifocilla, egli colma gli zoccoletti di doni. Le usanze del Belgio si rassomigliano anche con quelle del Lussemburgo. I ragazzi con i famosi carillons girano per i campi e per le strade chiedendo cibo per il bambino appena nato. Le controfigure del Santo si incontrano nei grandi magazzini dove i bambini lasciano una lettera con i loro desideri. A scuola San Nicola viene festeggiato con inni vari. Altre tradizioni
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Altre tradizioni del Belgio
A Bruxelles, nella grande piazza, si balla in costume tradizionale e quando suonano le campane di mezzanotte, la città si illumina di settantamila lampadine. Nel cenone natalizio si mangiano soprattutto ostriche e pesce. La casa si pulisce a fondo. Si prepara la torta con la fava: chi ha la fetta con la fava è eletto re del Natale. Un tempo, nelle Fiandre, non si andava a letto prima del mattino e nella veglia si raccontavano strane storie sugli animali parlanti. I bambini delle Fiandre lasciano fuori dalla porta le scarpe di legno,dette sabots, piene di avena per l’asino di S.Giuseppe e al mattino trovano panini, chiamati coquilles, caramelle e arance.
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Bulgaria In Bulgaria durante tutta la novena di Natale le donne non fanno il bucato perché sia solo la Madonna a lavare i panni del Bambino Gesù. C’è una credenza curiosa: si accende una torcia la notte di Natale, se la fiamma ondeggia a sinistra è di cattivo presagio, se oscilla a destra,è segno di partenza senza ritorno, se la fiammella è verticale è segno di rettitudine e di costanza.
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Croazia Natale è caratterizzato da usanze e tradizioni particolari, diventando, in questo modo, una parte della eredità etnografica nazionale. Nella seguente storia scoprirete come una volta si festeggiava Natale nelle famiglie croate e come si festeggia oggi. I preparativi per la festa iniziano con i doni tradizionali collegati alle festività di S. Nicola (6 dicembre) e Santa Lucia (13 dicembre) che risalgono all’11° secolo. Tanto tempo fa, nella notte di Santa Lucia, una persona avvolta in un lenzuolo bianco, andava a visitare le case regalando ai bambini dei fichi secchi, mandorle, noci e mele, facendoli anche spaventare un po'. I monelli, sotto i loro cuscini, trovavano una frusta, come rimprovero, affinché diventassero più bravi. Nell'età moderna questo servizio lo svolge San Nicola, che dentro gli stivali dei bambini buoni mette dei dolcetti, mentre le fruste le distribuisce il suo aiutante Krampus (simbolo dello spirito del male o del diavolo). Un tradizionale e antico dono natalizio croato fu anche la mela decorata, chiamata bozicnica (Bozic- in croato Natale), che regalavano i giovanotti alle fidanzate. Le antiche tradizioni della Vigilia di Natale e della Notte di Natale in Croazia sono: il grano natalizio, prendere tre ceppi piuttosto grandi, distendere la paglia, fare il presepio, il digiuno e il cenone di natale .
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Il grano natalizio Una tradizione che si e tramandata fino ai giorni nostri e la semina del grano natalizio come simbolo della rinascita e della fertilità. La particolarità di questa tradizione è che non esiste nelle comunità protestanti e neanche nella maggior parte dell'Europa. La si trova soltanto in Portogallo, in Italia Meridionale e in Croazia. Fino a Natale, questo grano è già ben cresciuto in una ciotola con acqua e viene posata sulla tavola natalizia, e durante tutto il periodo delle feste sta sotto l'albero, vicino al presepio oppure in un angolo della stanza. Per farlo più bello, lo si taglia un po' e lo si avvolge con un nastro rosso oppure con quello che porta i tre colori della bandiera croata. In alcune zone in mezzo al grano ci si mette una mela oppure delle candele. Dopo il Natale, il grano si da agli uccelli, perché e vietato buttare via tutto quello collegato con questo giorno santo.
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Tre ceppi grandi Si portano a casa il giorno della Vigilia e si mettono sul focolaio sono il simbolo della Trinità, e con la loro brace si accendono tutte le candele in casa. Ai ceppi che ardevano si usava offrire un po' di cibo dalla tavola natalizia e un po' di vino. Si crede che il fuoco di questi ceppi porterà del bene alla casa e alla famiglia.
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Paglia Questa tradizione Natalizia si è mantenuta molto più a lungo, rispetto ai ceppi. Il momento in cui la paglia si portava a casa, lavoro che, di solito, faceva il padrone, significava l'inizio ufficiale dei festeggiamenti natalizi. La paglia si distendeva sul pavimento, sotto la tavola, e un po' se ne metteva anche sulla tavola e si copriva con la tovaglia, mentre quello che ne rimaneva si raccoglieva in fasci o si intrecciava per creare delle corone. Dopo la cena, tutti i commensali si alzavano dal tavolo per andare a sedersi sulla paglia e a chiacchierare fino a che non giungeva l'ora di andare in chiesa. In alcune zone, nella Notte di Natale non si dormiva sui letti, ma sulla paglia portata in casa. La paglia, distesa per terra, era il simbolo della nascita di Gesù Cristo nella stalla, mentre i fasci e le corone simboleggiavano la fertilità. Fino al 1850 in Croazia non si usava addobbare l'albero di Natale, benché questa tradizione in alcune province tedesche risalga ancora nel 16° secolo. Una curiosità rappresenta il fatto che i primi alberi di Natale erano alberi frondiferi. Con i rimboschimenti più frequenti in uso entrano gli alberi di conifere. Una volta, l'albero si addobbava con mele, arance, prugne, pere, noci e nocciole dorate e con dolcetti di zucchero e carta oppure con delle figure di vetro, se mai qualcuno le avesse avute. Oltre a questo, si mettevano delle collanine di carta colorata, fili dorati e argentati, lampioni e candeline che si accendevano nei momenti più solenni. Benché la tradizione dell'albero di Natale in Croazia si sia presentata, relativamente, tardi, l'usanza di addobbare la casa con del verde risale ai tempi antichi ed era molto diffusa. Questo lavoro, di solito, lo facevano i bambini. Nelle zone litoranee, tradizionalmente, si usa portare a casa dei rametti di salvia e di edera, oppure dei rami di pino in quanto il verde viene ritenuto simbolo della forza vitale che si oppone alla letargia della natura invernale.
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Presepio Costruito manualmente oppure tagliato di carta, che si mette sotto l'albero di Natale, è un ricordo diretto dell'avvenimento che si festeggia - la notte della nascita di Gesù Cristo. Una volta il presepe si costruiva di gesso, argilla oppure legno e si trovava soltanto nelle chiese. Era una questione d'onore costruire il presepe più grande e più autentico. La tradizione di costruirlo nelle case risale dal 19° secolo. Tra gli addobbi natalizi ricordiamoci anche delle candele che ricordano la luce che Gesù Cristo ha donato al mondo con la sua nascita.
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Digiuno e cenone di natale
La tradizione impone un digiuno per la Vigilia e una veglia per la sera fino a mezzanotte quando si va alla Santa Messa. Alla Vigila di Natale tutti i lavori inclusa la preparazione delle pietanze dolci e salate si dovevano concludere prima del suono delle campane serali. Per il giorno di Natale si prepara un pranzo ricco e solenne, anche nelle case più povere, si mangia almeno un pezzo di carne e dei panini squisiti. Dalla vasta cucina delle specialità natalizie croate, vi proponiamo due ricette: Frittelle: 1/2 kg di farina, 2 uova, 2-3 etti di lievito, grappa, scorza di limone grattugiata, sale, un cucchiaio di zucchero, acqua q.b. Mischiare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo, quindi lasciarlo da parte finché non raddoppi il suo volume. Poi, con l'aiuto di un cucchiaio formare le frittelle e friggerle in olio bollente. Una volta fritte cospargere con dello zucchero vanigliato. Insalata di chicchi: Prendere un etto di ciascuno dei seguenti cereali e legumi: mais lessato, soia, grano, fagioli e piselli. Salare tutto, aggiungere una cipolla, 1 decilitro di aceto di mele, 1 decilitro di olio d'oliva e 0,5 decilitro di vino bianco. Mischiare tutto e lasciare per almeno 5 ore. Vi auguriamo Buon Natale e buon appetito!
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Nella tradizione danese il periodo natalizio inizia con l'avvento
Nella tradizione danese il periodo natalizio inizia con l'avvento. In questo periodo i bambini si trasformano in folletti (gli aiutanti di Babbo Natale) e si divertono a fare dei piccoli scherzetti nell’ambito familiare. Nelle case si beve il "Gluhwein" un vino speziato arricchito con mandorle ed uvetta. La vigilia viene trascorsa in famiglia e si addobba l' albero con palline e bandierine danesi. Il pranzo tradizionale comprende l'oca arrosto con cavoli, patate scure (piccole patate fatte carammellare in zucchero grezzo) e il tipico dessert "ris à l' amande", riso alle mandorle, dove nel riso viene nascosta una mandorla intera e chi la trova (di solito si fa trovare al bambino più piccolo) riceve un bel regalo. I bambini vengono vestiti come folletti, cioè di rosso con un cappello a punta e aspettano lo Julemann (Babbo Natale) che porta i regali. Dopo cena si balla intorno all' albero e si cantano canzoni natalizie. In Danimarca sono i bambini che hanno il compito di decorare la tavola con fiori e con oggetti preparati da loro. A Copenaghen c’è l’uso di accendere un mese prima l’albero in una grande piazza della città. I danesi coltivano in vasetti un giacinto: se fiorisce il giorno di natale la tradizione sostiene che la casa sarà protetta dalle malattie. Danimarca
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Finlandia Pieno di poesia è il Natale in Finlandia. si usa in tutte le case fare le grandi pulizie natalizie. La vigilia di Natale tutti i finlandesi sono occupati fin dal primo mattino: si usa nelle case fare le grandi pulizie natalizie, si va in slitta a tagliare il tradizionale albero di Natale e si porta a casa, dove ci si ritrova tutti insieme a decorarlo. Nella Notte Santa si cospargono di paglia i pavimenti delle stanze di ogni casa, in memoria della mangiatoia di Betlemme. E' poi credenza comune che colui che per primo riesce a tornare a casa dopo la messa di mezzanotte avrà grande fortuna: è quindi un gran correre di slitte all'uscita delle chiese. Nessun bambino dimentica gli uccellini e gli animali affamati che, in inverno, con il freddo che fa, solo a fatica trovano qualcosa da mangiare! Perciò, appendono sacchi pieni di noci ai rami degli alberi, mettono pezzetti di lardo tra gli alberi o su appositi paletti piantati per terra. Qualche volta i contadini offrono una manciata di grano che gli uccellini potranno becchettare con gioia. Nelle case tutti addobbano l’abete con piccoli oggettini di paglia. La notte di Natale i bambini si mettono tutti a guardare dalle finestre, perché sanno che Babbo Natale non tarderà molto ad arrivare. Anche lui abita in Finlandia, in una zona chiamata Lapponia: Babbo Natale vive con Mamma Natale e tanti piccoli aiutanti, gli elfi, all'interno di una montagna chiamata Korvatunturi. Questa montagna ha tre orecchie in modo che Babbo Natale può ascoltare i messaggi che gli arrivano da tutto il mondo. L' entrata della montagna è però così segreta che finora nessuno è riuscito a scoprire dove sia. La sua renna preferita si chiama Rudolph, molto particolare perché ha il naso rosso che brilla. In occasione delle feste natalizie, i finlandesi mangiano prosciutto freddo, carne salata, aringhe con spezie e, come contorno, rape, carote e cetrioli sotto sale. La cena si consuma in silenzio. La cenere lasciata dal ceppo viene cosparsa in parte sui cibi. Dopo il pasto, la famiglia si riunisce intorno all’albero per bere una tazza di glogg, fatto con vino rosso, spezie e uvetta. I dolci in genere hanno la forma di cuori, stelle o animali. La Lapponia I lapponi danno alle renne fieno salato e decorano le loro corna .Nell’igloo, i bambini la mattina di Natale trovano, come doni, guanti di pelliccia, coltelli di osso di balena, dentoni di tricheco. Una delle più belle tradizioni lapponi è quella di lasciare la porta aperta perché, chiunque voglia, possa entrare per mangiare il “pane dell’allegria”, mentre sulla porta pongono un lanternino acceso.
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Francia La torta dei re Tradizioni regionali
In Francia la festa di San Martino annuncia l'inizio delle feste di Natale. La leggenda racconta che San Martino smarrì il suo asino fra le dune e che alcuni bambini con la lanterna lo ritrovarono. Per ricompensarli San Martino trasformò in dolci lo sterco del suo asino. Ogni anno gli scolari della Francia del nord fabbricano bellissime lanterne e vanno in cerca di San Martino e del suo asino. Il presepio occupa un posto privilegiato tra le tradizioni natalizie. Nelle piazze delle cattedrali la storia della nascita di Cristo è messa in scena sia da attori sia da marionette. In aggiunta agli usuali personaggi biblici, spesso si includono personaggi di creta dipinta chiamati “Santons”, che rappresentano la gente di tutti i giorni, quali il prete, il sindaco, il poliziotto, il fornaio, il droghiere, ecc. Anche nelle case si prepara il presepio, chiamato CRECHE, con tanti piccoli personaggi di terracotta. Talvolta, chi ha la fortuna di avere in casa un vero caminetto, vi mette un grosso ceppo, chiamato appunto il ceppo di Natale, che viene solennemente acceso il giorno della vigilia, in modo che bruci lentamente riscaldando tutta la casa. Si mangia la "Buche de Noel", una torta al cioccolato che assomiglia ad un ceppo! Nella notte di Natale, Gesù Bambino passa nelle case a distribuire i regali che riporrà nelle scarpe dei bambini disposte, per l'occasione, con tanta cura e trepidazione dai bambini stessi sul focolare. Inoltre, durante la sua visita appenderà giochini, dolci e frutta all'albero di natale. Il pranzo di Natale è costituito da pollo arrosto, prosciutto al forno, insalate varie, dolce, frutta e vino. In Alsazia il posto d’ onore è per l’ oca. Nella regione di Parigi si mangiano ostriche. Gli adulti si scambiano i doni a Capodanno. Tradizioni regionali La torta dei re
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Tradizioni regionali In Alvernia, c’è il rito della chandelle, una grossa candela colorata che viene tirata fuori durante il cenone: il più anziano segna la candela con una croce e la spegne, poi la passa a colui che gli sta accanto e così via. In Borgogna si cantano inni di Natale persino nelle osterie, senza essere sguaiati: una di queste canzoni dice: “Bambini, venite. E’ amabile Gesù. Egli vi sorride e dice: Giocate con me”. In Bretagna il pasto della notte, in passato, era frugalissimo, fatto di un panino e un bicchiere d’acqua per essere più simili alla povera famiglia di Bettlemme. Si svolgono processioni al lume di torce accese alla lampada della Madonna e con le quali i fedeli accenderanno il ceppo del focolare domestico. Nella regione di Carpentras, alla fine della cena, si trapianta in un vaso una rosa di Gerico, perché su questa pianta la Madonna stendeva ad asciugare la biancheria di Gesù Bambino. Ai poveri si donano sacchetti pieni di dolci. Ogni anno a Marsiglia, viene organizzata la «fiera di santoun». Così è chiamata la statuetta del presepio. In un piccolo centro della Normandia, i pastori si sparpagliano davanti alla chiesa, dal tetto spunta una grossa stella fra fuochi e scoppi di bengala, e solo allora i pastori entrano in chiesa per adorare il bambino Gesù . A Parigi si preparano, accanto all’albero i presepi. Il personaggio che piace di più ai bambini è il Ravi, simpatico gnomo, che ride portando la lanterna che gli serve per schiarire il sentiero che porta al presepio. In Piccardia si usa recare, alla messa di mezzanotte, un agnello ornato di nastri che verrà benedetto e che nessuno ammazzerà (simboleggia l'agnello divino). In Provenza, la culla dei trovatori, sono nati i famosi Noëls dai quali le varie pastorali. Famosa la delicata melodia che tutti conosciamo, dei secolo XVIII, “Il est né le divin Enfant”. In alcune zone, il maggiore dei figli correva nel campo e cominciava a dar colpi d’accetta all’albero più vecchio finché non cadeva; poi lo trascinava in cucina e lo consegnava al nonno, il quale lo bagnava con tre bicchieri di vino, lo collocava nel focolare e lo accendeva. Poi i nipotini si affacciavano alle finestre e gettavano le monetine ai poveri; questi accendevano tanti lumicini per cercarle. In alcune chiese vicino al mare, al termine della messa di mezzanotte, una processione di pescatori e di pescivendoli deposita ai piedi dell'altare un cesto colmo di pesce, in segno di affetto e riconoscenza verso il piccolo Gesù. Molto belli e famosi sono i presepi composti da statuine in argilla che vengono vestite con costumi realizzati con grande precisione e realismo anche nei minimi particolari che raffigurano i vari mestieri (fornaio, cacciatore, arrotino…), e poi, si aggiungono i minuti attrezzi da lavoro o gli accessori che servono per identificare la statuina. Nella Savoia si continuano a fare splendide fiaccolate sugli sci . Nel Sud della Francia vengono bruciati dei tronchi dalla vigilia fino alla fine dell’anno. Tempo fa usavano questi tronchi per costruire dei cunei per gli aratri. Era per augurarsi un buon raccolto nella stagione successiva. In alcune zone vige ancora l’antica abitudine, terminato il cenone della vigilia, di lasciare la tavola apparecchiata con qualcosa da mangiare e da bere per la Vergine Maria che, chissà, forse passerà in quella casa a chiedere alloggio.
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La torta dei re Ecco una bella tradizione francese. La "galette des rois" (torta dei re) è un delizioso dolce fatto di pasta sfogliata con dentro crema alla mandorla. Dentro è nascosta una figurina di gesso verniciato o ceramica che si chiama la "fava" perché originariamente era una vera fava. Il giorno dell'Epifania (che ha dato il nome alla torta), quando arriva l'atteso momento, il più giovane dei conviviali va sotto il tavolo. Qualcuno taglia la torta. Quando si rispetta davvero la tradizione, questo taglio si fa con la torta coperta da uno strofinaccio, in modo che, se il coltello incontra la fava, il tagliatore non possa sapere in che porzione si trovi, e che non si possa barare. Ma, chissà perché, spessissimo la fava si troverà nella porzione del bambino che sta sotto il tavolo... uno dei misteri familiari mai bene spiegati! Quando la torta è tagliata, si prende una porzione e si chiede al bambino sotto la tavola: "per chi è questa?" Il bambino risponde : "Per mamma, papa, Zia, me, sorella o fratello ecc.", nell'ordine che vuole lui. La tradizione vuole che ci sia una porzione in più del numero esatto dei conviviali. Si chiama : "la porzione del povero", perché nel passato i poveri suonavano alla porta per chiedere una porzione di torta. Quando tutte le porzione sono distribuite, si mangia. Quello che trova la fava è il re o la regina del Natale. Gli si mette sulla testa una corona di cartone dorato. In qualche famiglia si beve nell'onore del re, il quale deve bere in un solo colpo un bicchiere di vino o acqua (secondo l'età) mentre tutti gli altri ripetono : "Le roi boit" (il re beve), o "la reine boit" (la regina beve). Poi il re sceglie nell'assistenza la sua regina (o la regina il suo re), che al proprio turno deve bere un grande bicchiere.
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Germania Tradizioni tedesche
Il periodo natalizio inizia già l’11 novembre, il giorno di San Martino (che tra l' altro corrisponde anche all' inizio del carnevale), le scuole organizzano per il tardo pomeriggio delle processioni dove i bambini portano delle lanterne, che hanno costruito con l'aiuto dei maestri, e che servono per illuminare la strada . La tradizione è di andare nei cimiteri per portare la luce dove c'è il buio. Il 6 Dicembre arriva San Nicola che porta ai bambini dei cioccolatini o delle casette fatte con il pan speziato e altre bontà da mangiare. La tradizione più diffusa in Germania è l’Adveniat: la grande corona di rami d’abete con quattro candele che si accendono una per ogni domenica d’avvento (avvento significa “venuta”, in terra di Gesù) fino ad illuminarle tutte la domenica che precede il Natale. La corona è simbolo di unità e di speranza in Cristo; il color viola che stringe la corona, ricorda che l’Avvento è tempo di penitenza. Nelle famiglie cattoliche è presente anche il presepe. I bambini hanno un calendario d’avvento che appendono nella loro camera, con 24 finestrelle e ogni giorno, aprendone una si impegnano a compiere una buona azione. Il giorno di Natale appare sul calendario l’immagine principale: il presepe. Un altro tipo di calendario è formato da una ghirlanda di rami di abete con 24 scatolette appese. Sono tutte avvolte in allegra carta colorata e, in ognuna, è nascosta una piccola sorpresa. Il giorno della Vigilia si preparano il presepe e l’albero nelle case; il pomeriggio tutti i bambini si recano nelle chiese per la rappresentazione vivente del presepe e per la messa, che viene celebrata solo per loro. Ogni chiesa è abbellita da un grande abete, addobbato dagli stessi bambini, e da un presepe con alte statue di legno. La sera i bimbi in famiglia cantano un inno vicino al presepe. L’albero è simbolo di rigenerazione e di benessere. C’è un tale rispetto per l’abete che in alcune regioni è proibito appendere all’albero qualsiasi cosa: i doni devono essere deposti ai suoi piedi, oppure vengono nascosti nei posti più impensati della casa in modo da creare, la mattina di Natale, una vera caccia al tesoro. In Baviera ogni bambino trova in più un giocattolo per un bambino povero. Il pranzo di Natale è costituito da oca ripiena, carpa, salsicce e birra spumeggiante. Non mancano i dolci per i bambini. Tradizioni tedesche
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Tradizioni tedesche Anche la Germania conserva antichissime tradizioni natalizie. Si svolge ancora la parata dei "piccoli mendicanti di salsicce". Sono ragazzi poveri che la vigilia di Natale, vanno di porta in porta con un bastone lungo e appuntito nel quale infilano le salsicce avute in dono. Nelle vetrine delle pasticcerie troneggia il dolce caratteristico per eccellenza. E' altissimo e a forma di cono, così che ricorda vagamente l'abete; infatti si chiama "baumkkuchen" che significa "albero dolce". In questo periodo si preparano molti dolcetti come i Lebkuchen, il Christollen e il marzapane e si beve vino speziato. I bambini tedeschi spesso scrivono a Gesù Bambino per chiedergli dei regali. E sapete che cosa fanno per fargli notare le loro letterine? Le cospargono con un sottile strato di colla e poi ci rovesciano sopra un po’ di zucchero… così le lettere brilleranno alla luce. Infine, la vigilia di Natale ognuno mette la propria letterina in una busta ben chiusa sopra il davanzale della finestra e aspetta con ansia il giorno dopo! Tal volta nelle case la distribuzione dei regali avviene nel più profondo mistero: la famiglia riunita in salotto aspetta, guardando con impazienza la porta d’ingresso… All’ improvviso, appare una mano misteriosa che lancia una gran quantità di pacchettini attraverso la porta socchiusa. È il momento tanto atteso: ognuno afferra un pacchetto leggendo il nome scritto sopra e, se non è il suo, corre a scambiarlo con gli altri… La confusione e l’entusiasmo sono al massimo, ma alla fine tutti trovano il proprio regalo. I bambini, intanto, hanno subito spalancato la porta per cercare di vedere chi aveva gettato in casa tutti quei pacchetti… ma fuori non c’è più nessuno, c’è solo un cane… non sarà certo lui che svelerà il segreto! Nella Slesia i contadini a volte portano in chiesa del grano e poi lo danno alle galline come salvaguardia contro le malattie e per incrementare la crescita degli animali. In alcuni paesi c'è un simpatico pensiero verso i piccoli volatili che riempiono con il loro cinguettio le ore della giornata, la gente sparge del grano sul tetto delle case affinché anche gli uccellini possano far festa il giorno di Natale.
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Gran Bretagna 1: Inghilterra
Fu sant'Agostino da Canterbury a introdurre in Gran Bretagna la tradizione natalizia allorché, con i suoi monaci, fu inviato da papa Gregorio Magno a svolgere la propria missione apostolica, verso la fine dei VI secolo. Ogni anno il sindaco di Glastonbury , nella Contea di Somerset , con il clero locale , taglia dei ramoscelli di Pruno e li dona al re o alla regina perché ne orni la sua tavola natalizia. In Inghilterra le tradizioni natalizie non si discostano molto da quelle degli altri paesi. Per i bambini natale comincia già a novembre quando iniziano a scrivere i loro desideri a Babbo Natale, spedendo la posta in Groenlandia; alcuni addirittura telefonano nel paese delle renne. Tutti i negozi addobbano le vetrine con temi natalizi. Da dicembre si inizia ad aprire il calendario dell'avvento e due settimane prima di natale si inizia a decorare la casa con l’agrifoglio e il vischio. La sera della vigilia, i bambini appendono le calze per Father Christmas (Babbo Natale). Per ringraziarlo dei regali, gli lasciano un bicchiere di latte e un dolce (mince pie), e anche la sua renna Rudolph viene ricompensata con una carota. E’ tradizione, nella notte della vigilia, la visita alla cucina, adornata con rametti di vischio e d'agrifoglio, dove le signore e i signori rimangono in abito da sera. Al cenone di natale sono d’obbligo l’oca o il tacchino, farcito con patate arrosto. Il piatto natalizio tipico è il “plum pudding”, composto da ben quindici ingredienti (uova, mandorle, uvetta, frutta candita, spezie …).Viene fatto bollire per quattro ore e mescolato a turno da tutti i membri della famiglia. Il pudding viene portato a tavola su un vassoio , tra rami di vischio e agrifoglio. Il pudding viene offerto anche agli amici che vengono a fare gli auguri. L'albero di Natale è una tradizione nordica, propagatasi poi in tutto il mondo. Si racconta infatti che la regina Vittoria d'Inghilterra entrò nel castello di Windsor per la celebrazione del Natale e vide che nelle sale mancavano delle piante, fece portare dai domestici alcuni piccoli abeti che ella stessa adornò con candeline e carte colorate. In ogni casa l'albero di Natale occupa il posto d'onore. Persino l'austera città di Londra si riempie delle festose luci di multicolori lampadine che addobbano un gigantesco albero allestito per la strada. Il giorno di Natale è il più bello perché si aprono tutti i regali che Babbo Natale ha lasciato dentro un sacco sotto l'albero, si sta insieme ai parenti, e si mangia tacchino ripieno accompagnato da mirtilli. Come dolce si mangia sempre il Christmas Pudding o Christmas Cake. Alle 3 del pomeriggio in diretta tv c’è il discorso della Regina. Come alternativa al ceppo, nel Devon, si fa ardere una fascina di rami di frassino. Il frassino ha collegamenti con la magia e gli indovini si davano da fare mentre bruciava. A Natale si suona e si canta molto anche per le strade , bianche di neve; i ragazzi si raccolgono in comitive e fanno il giro della città . Irlanda, Galles e Scozia
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Gran Bretagna 2 In Irlanda le feste natalizie iniziano dodici giorni prima di Natale. Questo periodo si chiama Little Christmas. Il 24 Dicembre, prima di andare alla messa, si lascia un bicchiere di whisky per Babbo Natale e sul davanzale della finestra viene collocata una candela. Il giorno dopo Natale, il 26 Dicembre, è Santo Stefano ed è ancora festa. E’ il giorno della caccia allo scricciolo, una tradizione seguita in tutta l'Irlanda. Il motivo di tanto accanimento contro questo uccellino è da ricercare nella leggenda che accompagna il martirio di Santo Stefano. Si narra infatti che il Santo si fosse nascosto dietro un cespuglio per sfuggire ai suoi persecutori, ma fosse stato scoperto a causa di uno scricciolo che volò via dal nascondiglio svelando quindi la presenza del martire. Per questo motivo il 26 dicembre di ogni anno, gruppi di uomini ricordano questo episodio, fingendo di dargli la caccia, di catturarlo e poi di condurlo legato ad un bastone di casa in casa cantando e facendo la questua. Naturalmente è solo una finzione: oggi nessuno scricciolo deve temere per la propria incolumità, ma è comunque costume diffuso che uomini mascherati con abiti vecchi vadano di casa in casa offrendo canti ed intrattenimento. Anche le candele sono state e sono al centro di molti riti natalizi: in Irlanda, la candela di Natale viene posta per tempo sul davanzale della finestra perché guidi i Magi, ed anche se hanno perso gran parte del loro valore simbolico, oggi le candele sono ancora elementi essenziali per conferire alla tavola e al suo addobbo un clima natalizio. Nell’Irlanda cristiana, una delle tradizioni più diffuse è quella di illuminare le finestre delle case .La notte della vigilia il capo famiglia accende una candela dentro una zucca svuotata ,la decora con rametti mentre gli altri tengono in mano una candelina e tutta la famiglia , inginocchiata , recita le preghiere . Alla fine la candelina del più piccino viene posta in mezzo alla tavola e le altre sistemate ad ogni finestra .Tutto ciò serve a far trovare a Giuseppe e a Maria la strada per una capanna. Per gli Irlandesi il giorno di S. Stefano è tanto importante quanto il giorno di Natale. Per i bambini l’ evento più importante è il corteo degli “scricciolo”. Ragazzi e ragazze si levano all’ alba e indossano costumi variopinti, altri vestono indumenti logori e si tingono la faccia di nero. In alcune regioni vestono dei passamontagna fatti in casa o maschere di topolino e paperino. Così mascherati, fanno dei cortei e cantano accompagnati da violini ,armoniche fisarmoniche e corni. Reggono lunghi bastoni con in cima un mazzetto di agrifoglio . Si immagina che il verde agrifoglio racchiuda uno scricciolo( un uccellino) per proteggerlo. L’ uccisione di questi animaletti risale all’uso che i druidi ne facevano per indovinare il futuro con il loro canto. Nel Galles si ricorda il cavallo scacciato dalla stalla per far posto a Gesù, Maria e Giuseppe. Si dice che da allora un cavallo grigio va sempre in giro in cerca di riparo. Gli scozzesi ,con i lori gonnellini a quadrettoni, si divertono a soffiare nella bag-pipe, la cornamusa.
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L’agrifoglio Voglio raccontarvi una bella leggenda a proposito di questa pianta spinosa. Un pastorello che si affrettava per adorare Gesù, non si accorse di un agnello debole e malato che cercava di seguirlo. Il poveretto avanzava, graffiandosi contro le spine dell’agrifoglio e lamentandosi, ma il pastorello non lo sentiva. Finalmente l’agnello, con le zampe insanguinate, giunse alla stalla dove ritrovò il suo giovane guardiano, che, tutto dispiaciuto lo prese in braccio scaldandolo con il suo mantello. Maria si commosse e disse al pastorello: “Mio figlio sarà misericordioso con i deboli e con i bambini. Nessuno dimenticherà il tuo gesto affettuoso”. Si dice che, da allora, i cespugli di agrifoglio, in inverno, si coprono di bacche rosse come sangue.
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Il vischio Un altro cespuglio molto usato nelle decorazione Natalizie è il vischio. Ha delle bacche traslucide come perle e cresce in cima agli alberi. Nell’antichità era una pianta sacra ai druidi che lo tagliavano con un falcetto d’oro, dopo averlo cercato sulle querce. Per molto tempo si è pensato che, se due nemici fossero passati sotto una palla di vischio si sarebbero riconciliati o per lo meno avrebbero smesso di lottare. Per questo anche adesso il vischio è simbolo di amicizia e di felicità. Il 1°gennaio parenti e amici si baciano sotto il vischio esprimendo un desiderio
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Grecia La vigilia di Natale si suonano canti natalizi: i bambini accompagnano questi canti suonando il tamburello ed il triangolo. Vanno di casa in casa a portare fichi secchi, mandorle, noci e molte dolcetti o altri piccoli doni. A Natale vengono scambiati molti doni e portati alle persone più povere, sole e ammalate. I sacerdoti a volte vanno di casa in casa benedicendole con l’acqua santa per allontanare così gli spiriti cattivi che possono nascondersi nelle mura domestiche. In molte case greche si addobba un albero sempreverde con fili d’argento ed in cima una stella. Qui si coltivano le rose di Natale (elleboro), alle quali sono legate molte leggende, sacre e profane, che le nonne raccontano ai nipoti accanto al focolare. I bambini ricevono i regali il primo giorno dell’anno, li porta S.Basilio: che era un santo povero il quale, per studiare, raggranellava i soldi cantando per le strade. Una volta, in cui venne deriso, il bastone al quale Basilio si appoggiava, fiorì per prodigio. La Messa di Natale incomincia alle quattro e termina prima dell’alba. Poi tutta la famiglia consuma il “pane di Cristo” un pane speziato chiamato “Christpsomo”, una torta ornata di noci e si mangiano anche pasticcini al miele.
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Islanda Come in tutti i Paesi cristiani, Natale è la festa dei bambini che termina la notte dell'Epifania, il 6 Gennaio, durante la quale si canta e si danza davanti al fuoco. Natale in islandese si dice Jol. I Jolasveinar sono folletti di Natale. All'inizio del mese di Dicembre i bambini mettono una scarpa sul davanzale della finestra. Se sono stati buoni riceveranno un dono da Babbo Natale, se sono stati cattivi, una patata! La leggenda dice che i folletti sono tredici e sono i figli di Cryla, una creatura mostruosa con tre teste e corna di capra, che si cibava di bambini cattivi, i quali riuscivano a scappare solo quando diventavano buoni. Dopo l’apparizione di Babbo Natale la leggenda è cambiata. I folletti sono diventati più gentili e trascorrono il tempo a preparare regali per i bambini buoni.
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Iugoslavia Anche in Iugoslavia l’abete ha il posto d’onore.
Mentre brucia il ceppo nel cammino, la famiglia ringrazia il Signore dei doni ricevuti durante l’annata,e in segno di gratitudine, cosparge il ceppo di vino e grano Nel Montenegro si tagliano nei boschi i piccoli abeti per portarli in casa durante la Veglia della Vigilia. Se poi qualcuno ha sonno, può sdraiarsi solo sulla paglia in memoria del disagio provato da Gesù Bambino la notte in cui è nato.
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Lussemburgo Le usanze di Lussemburgo e Belgio si rassomigliano.
I ragazzi con i famosi carillons girano per i capi e per le strade chiedendo cibo per il bambino appena nato. Attendono doni da San Nicola, lasciando fuori dalla porta gli zoccoli di legno con biada, fave, avena e orzo, per il suo cavallo. Le controfigure del Santo si possono incontrare nei grandi magazzini dove i bambini lasciano una letterina con i loro desideri. Anche a scuola è festeggiato San Nicola con inni vari. Nel cenone natalizio si mangiano soprattutto ostriche e pesce. La casa si pulisce a fondo. Si prepara la torta con la fava: chi ha la fetta con la fava è eletto re del Natale.
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Norvegia Il sole nasce a mezzogiorno e tramonta alle due del pomeriggio per cui il Natale risulta più corto. I norvegesi nutrono grande rispetto per la santità di questi giorni. Infatti, un tempo, era proibito arrestare qualcuno o tagliare gli alberi della foresta. A scuola i bambini imparano a lavorare la cera, sicché i ceri natalizi li preparano loro e fanno a gara a chi li fa più belli. Caratteristico in Norvegia è il "Natale degli uccelli". Vengono esposti alle finestre lunghi bastoni sui quali è sparso del miglio: gli uccelli accorrono e si dispongono in fila. I preparativi di Natale iniziano ai primi di dicembre, quando nelle case si cominciano a cucinare biscotti di pan pepato e di zenzero. Oltre ai biscotti c'è anche l'abitudine di preparare una specie di pane molto ricco e nutriente, il "julekake", farcito con uvette, frutta candita e cardamono. C'è chi racconta che, in questo periodo dell'anno, il calore di tutti i forni accesi nelle case faccia sciogliere i primi strati di neve! Le famiglie preparano le decorazioni dell’abete e viene accesa la prima candela della corona dell’Avvento. Una corona posta sulla porta d’ingresso indica che fervono i preparativi del Natale. Davanti alla casa vengono collocati un caprone di paglia ed alcuni fasci di grano. Ad ogni finestra è appesa una stella. In Norvegia i fiori fanno parte delle decorazioni natalizie, tulipani o giacinti sono disposti dappertutto in modo che la casa assuma un’aria di festa. I bambini norvegesi non dimenticano il piccolo gnomo Nisse, che protegge gli animali della fattoria e del bosco, e gli offrono una scodella di porridge, farina di avena. Guai a dimenticarsene... questo piccolo Babbo Natale, infatti, è terribilmente dispettoso e chi sa che scherzi potrebbe fare! Nei pomeriggi bui i bambini, secondo la tradizione vichinga, vestiti con costumi stravaganti, vanno di casa in casa chiedendo dolci. Le tradizioni natalizie sono simili a quelle svedesi. In particolare, si ama passeggiare sulla slitta, ben coperti sotto le pelli di lupo e con una torcia accesa. Si preparano cialde a forma di cuore, si addobba ogni finestra con una stella e si decora la porta con una corona di abete e fasci di grano. Il 24 dicembre viene posta una candela sopra ogni tomba.
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Olanda Il natale inizia il 5 dicembre con i festeggiamenti per Sinter Klaas, sotto le cui spoglie si cela …San Nicola! Egli si presenta come un maestoso vescovo sopra un superbo cavallo bianco e scortato da un fido servo negro, munito di un fascio di verghe che servono per frustare i bambini che non meritano doni. Egli porta doni, s’infila dappertutto,anche nei camini,e prende la carota che i bambini gli hanno lasciato per il cavallo. Alcuni bambini olandesi lasciano fuori dalla porta di casa i loro zoccoletti di legno pieni di fieno. San Nicola passa e, mentre il suo cavallo si rifocilla con il fieno, egli colma gli zoccoletti di doni. Una leggenda su St Nicholas narra che egli viaggia su di una nave con il suo aiutante chiamato “Piet”. Si dice che i due vivono gran parte dell’anno in Spagna preparando la lista dei regali e annotando in un grande libro rosso tutti i comportamenti dei bambini. Il compito di Piet è quello di confezionare i pacchi dono da consegnare. Nel periodo natalizio, gli agricoltori olandesi suonano dei lunghi corni al tramontare del sole. Questi corni vengono suonati sopra dei pozzi d’acqua, rendendo così il suono estremamente forte e annunciando l’arrivo del Natale. Durante tutto il mese di dicembre in Olanda si respira aria di festa. San Nicola è appena passato e già ci si affretta ad addobbare le case per le feste natalizie con alberi di Natale, ghirlande e innumerevoli candele, l’augurio Gelluking Kersems ( felice natale ) echeggia dappertutto. Anche i viali e le strade commerciali sono decorate e le luci, le canzoni natalizie e i Babbi Natale creano una bellissima atmosfera. Va da sé che é d’obbligo in occasione di questa festa possedere un albero di Natale e rendere la propria casa il più accogliente possibile con decorazioni natalizie acquistate nei negozi o fatte in casa. La tradizione vuole che il giorno di Natale e la vigilia in Olanda vengano festeggiati in famiglia, intorno all’albero di Natale, davanti al camino o riuniti intorno alla tavola. Il giorno di natale, a mezzogiorno in punto, tutti rimangono in piedi in silenzio tre minuti davanti al tacchino (o all’ oca) ripiena di prugne. Ci sono sulla tavola anche dolci a volontà quasi tutti a base di melassa e di mandorle. Tradizionalissime sono le speculaas: focacce a forma di personaggi o animali. TUTTI A TAVOLA! Molti olandesi diventano per l’occasione esperti culinari e preparano qualcosa di speciale per l’occasione. Non c’è un vero e proprio piatto tradizionale che tutti gli olandesi cucinano a Natale, ma il pollo, il tacchino e la gallina sono i piatti più gettonati. Non mancano le ciambelle alla mandorla, in particolare le ciambelline di Natale che vengono appese all’albero e lo“stollen”: un pane dalla forma rotonda ovale, farcito con uvetta, pasta di mandorla e ribes. Ogni occasione è buona per assaggiarlo: il giorno di Natale a colazione, a pranzo o come spuntino. La visita ad uno dei tradizionali mercati è inoltre l’occasione per assaggiare salsicce calde e vin brulè.
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Polonia Il periodo compreso fra la nascita di Gesù (Boże Narodzenie) e l’Epifania (Trzech Króli) rappresenta per tradizione il momento più importante dell’anno. La vigilia di Natale, chiamata Festa della Stella, la tradizione vuole che, sino a quando non compare in cielo la prima stella, non si debba iniziare la cena. I ragazzi spiano ansiosamente il cielo e appena vedono una stella corrono a darne l’annuncio ai genitori e ai parenti, allora ci si mette a tavola. Prima di consumare il pasto si procede alla condivisione dell’opłatek (dal latino oblatum: dono), un’ostia leggera composta di farina di frumento e acqua, sulla quale sono spesso decorati in rilievo motivi religiosi. Ciascun commensale divide con gli altri una parte della sua ostia, scambiandosi gli auguri. Per cena si mangiano solo cibi magri come il pesce o la verdura e comunque non si usano i grassi come burro o olio neanche per fare i dolci. Si usa mettere tra il tavolo e la tovaglia uno strato di paglia, sicché i bambini si divertono a tirare la pagliuzza più lunga che indicherà la longevità. Dopo la cena, si va alla messa di mezzanotte (chiamata in polacco Pasterka, per ricordare l’adorazione di Gesù da parte dei pastori nella grotta di Betlemme) che per molti, in Polonia, significa anche una suggestiva passeggiata nella neve sotto le stelle, magari al chiaro di luna. Un tempo le ragazze usavano mettere il pettine sotto il cuscino la notte di natale, e colui che in sogno le avrebbe pettinate, sarebbe diventato il futuro sposo. In questa stessa notte arriva anche Babbo Natale e porta i regali ai bambini. L' albero di Natale si addobba il giorno della Vigilia. Le decorazioni tradizionali includono anche i “pajaki”, ossia dei simpatici ragnetti fatti a mano e che si muovono ed inoltre mele, noci, cioccolato, molte decorazioni fatte a mano e candele. In cima agli alberi viene messa una stella. A Natale c'è la neve e molti amano andare fuori per accendere un bel fuoco ed arrostire delle salcicce mentre i bambini vanno con lo slittino. Le famiglie polacche celebrano il Natale con un pasto di 12 portate. Si lascia sempre un po' di spazio in tavola, in caso arrivi un ospite inatteso. In molte case ancora oggi si mettono dei covoni di grano nei quattro angoli della stanza, in memoria della stalla dove nacque Gesù. Il giorno di S. Stefano, protettore della Polonia, i contadini portano in chiesa l’avena per la benedizione e per lanciarla contro il parroco come si faceva nei tempi passati. La rappresentazione della natività è allestita su due piani, una specie di scenario portatile, chiamato “szopka”. Nel primo piano è rappresentata la natività, in quello inferiore scene degli eroi nazionali. Sono celebri i presepi di Cracovia, recentemente esposti anche a Roma; sono altissimi, ornatissimi e simili a cattedrali. La cosa più bella del natale polacco sono i canti: soprattutto i kolędy, che attraversano l’intero arco temporale delle feste fino alla “chiusura” ufficiale del periodo natalizio, il 2 febbraio, in occasione della festa della Madonna della Candelora (Święto Matki Boskiej Gromnicznej). Le kolędy (dal latino calendae Ianuarii) sono canti di antica tradizione, composti in diversi periodi storici a partire dal Medioevo. Nei secoli XVII e XVIII, in epoca rinascimentale e soprattutto barocca, sono stati composti i motivi più belli e famosi, tramandati fino ai giorni nostri.
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Portogallo In Portogallo assistono tutti alla messa di mezzanotte e, all’uscita, i datori di lavori offrono ai loro dipendenti marroni arrosto innaffiati di vino. I ragazzi preparano delle fiaccole di faggio, tasso e ginepro con le quali si recano alla Messa di mezzanotte in processione. Le spengono solo all’ arrivo in chiesa. Nelle prime ore di Natale le famiglie portoghesi consumano la consoada. Il ceppo arde nei camini e anche nei cimiteri, perché antiche credenze dicono che le anime dei morti girovagano la notte di Natale. La tavola infatti resta apparecchiata per i defunti.
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Romania Negli anni passati il paese non celebrava l'avvento. I preparativi per il Natale iniziavano solo un paio di giorni prima della Vigilia. A scuola insegnavano la storia di Gesù e di solito si faceva una rappresentazione in cui ogni bambino svolgeva un ruolo, chi impersonava Maria, chi Giuseppe, chi l'asino e così via. Anche la preparazione dei vestiti era entusiasmante perché li cucivano le mamme. Il 24 dicembre pomeriggio si andava poi per le strade del paese, bussando alle porte delle case a chiedere di entrare. Di solito si apparecchiava con una tovaglia bianca ed i bambini recitavano la storia della nascita di Gesù, ed alla fine dell'esibizione tutti regalavano dei soldi, e al Bambino Gesù davano anche un regalo in un sacchetto. Alla sera, ci si riuniva tutti in una casa a mangiare wurstel e pane,si dividevano i soldi ed i regali ricevuti dal bimbo che impersonava Gesù. La Vigilia non era però ancora terminata, bisognava andare alla messa e lì fare di nuovo la rappresentazione della nascita di Gesù per tutti i fedeli. Al ritorno a casa c'era sempre l'albero di natale decorato con bastoncini di zucchero e cioccolatini e se ai genitori erano rimasti dei soldi c'erano anche dei regali. Oppure la mattina seguente le calze erano piene di dolcetti e delle buste piene di mele e mandarini (e a volte anche con delle monete).
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Russia Il giorno di Natale è una giorno come tutti gli altri, ma non per i cristiani. Accanto al presepe la famiglia canta e prega. Anche gli animali domestici ricevono un dono. La liturgia natalizia è grandiosa, viene celebrata nelle chiese adorne e profumate di incenso. Cibo tipico della vigilia di Natale sono i semi di grano integrale, tenuti con semi di papavero schiacciato e con miele. Nel giorno di Natale si cantano inni e canti e la gente si ritrova nelle chiese decorate con l’albero di Natale, fiori e luci colorate. “Babouchka” è la figura tradizionale del Natale, che distribuisce regali ai bimbi. Del fieno è sparpagliato su fiori e sulle tavole per augurarsi che il foraggio per i cavalli non venga mai a mancare. Ora vi racconto un’antica leggenda Russia che spiega perché i bambini,il giorno di Natale, una volta trovassero nella calza un pezzo di pane nero. Una vecchia signora, Babuchka, accoglieva sempre i viaggiatori che passavano davanti a casa sua. Una fredda mattina invernale bussarono alla sua porta tre signori riccamente vestiti che la pregarono di ospitarli. Babuchka offrì loro un po’ di pane nero, e una tazza di tè e li fece persino dormire nel suo letto. Il giorno dopo quando si svegliarono la donna chiese loro come mai fossero in viaggio, e gli stranieri le risposero: - Siamo tre re e veniamo da Oriente; stiamo seguendo una stella che ci guida verso Gesù Bambino. - Come mi piacerebbe venire con voi! esclamò la vecchia. Babuchka si mise in cammino un po’ più tardi degli altri viaggiatori .Come dono per Gesù portava un pezzo di pane nero, sua unica ricchezza. Arrivò a Betlemme dopo parecchi mesi dopo e,quando giunse alla stalla vi trovò solo gli animali. Babuchka allora depose il suo pane nella mangiatoia perché Gesù Bambino sapesse che anche lei era arrivata. Durante la notte fu svegliata da una voce che le diceva: - Sono il Bambino Gesù, prendimi per mano e seguimi! Babuchka seguì la voce e arrivò in paradiso.
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Spagna Le celebrazioni per il Natale iniziano l'8 Dicembre con l'Immacolata Concezione. Dice un proverbio spagnolo: “Presepe fai, pane mangerai!”. Infatti il rito del presepe è sentito profondamente. Dopo gli italiani, ma anche gli spagnoli divennero veri e propri artisti in questo campo. E’ famoso il presepe “Salzillo” che si può ammirare nel museo di Murcia, è composto da ben 556 figurine. I presepi sono chiamati "Nacimientos", e proprio come da noi si preparano all'interno delle case e delle chiese. Le famiglie si riuniscono per cantare i canti tipici di Natale davanti alla scena della Natività.mNei villaggi andalusi si fanno i presepi per aiutare le famiglie povere: chi si reca a visitare il presepe lascia pollame,coperte e varie altre cose per permettere alla povera famiglia di trascorrere un Natale tranquillo. Nel giorno di Natale le famiglie benestanti ospitano un bambino povero ancora in fasce, lo curano per tutta la giornata, poi lo riconsegnano ai genitori provvisto di una ricca culla, di un caldo corredino e di un gruzzoletto di denaro. Prima di lasciarlo, lo salutano così: -Addio, bimbo poverello, tu sei l'immagine di Gesù nella greppia: sii quindi benedetto per aver santificato la nostra casa. I canti spagnoli sono diversi da regione a regione, si chiamano villancicos e il ritmo dominante è il flamenco. I bambini lasciano dietro la porta di casa le pantofole riempite di biada per i cammelli e i Magi lasceranno i doni. In molte città i Magi sfilano su carri riccamente decorati, seguiti da un gran numero di cavalieri. I bambini e gli adulti si accalcano lungo le strade per vederli passare. Un’altra tradizione spagnola è quella di vestire da vescovo un ragazzo al quale vengono affidati pieni poteri dal 6 al 28 dicembre. In questo periodo il piccolo vescovo avrà onori e acclamazioni. I dolci natalizi spagnoli tipici sono il marzapane, specie di pasta alle mandorle, e il torrone. Una volta, nei Pirenei le massaie preparavano dei panini speciali a forma di sassi, li coronavano di alloro e li facevano benedire il 25 dicembre in memoria della lapidazione di S. Stefano. A Barcellona è costume il 28 dicembre fare scherzi a qualcuno. I regali si scambiano il 6 gennaio quando i "los Reyes", cioè i re magi, fanno un arrivo alla grande con la "cavalcata de los reyes"; ce ne sono varie a Barcellona e la maggiore li fa partire dal mare per finire poi al Parco della cittadella. Sfilano carri bellissimi con i re magi sopra che distribuiscono caramelle; tutti aspettano il corteo e lo seguono raccogliendo dietro il loro passaggio caramelle di ogni tipo . Adesso anche Babbo Natale con il consumismo comincia a portare qualche regalo la notte di Natale.
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Svezia LA FESTA DI SANTA LUCIA
In un luogo dove regna il buio per mesi e mesi, il Natale è celebrato con tanta LUCE. Le celebrazioni natalizie hanno inizio fin dal 6 dicembre, giorno di SANTA CLAUS, curiosa abbreviazione di SANCTUS NICOLAUS, non è altro che il Babbo Natale di nostra conoscenza; proprio lui, quel simpatico vecchione, dal mantello e cappuccio rossi e dalla candida, fluente barba che gira per le vie tenendo in spalla un sacco colmo di doni e leccornie. La città di Stoccolma, nelle sere che precedono la vigilia, viene inondata da una fantasmagoria di luci, mentre in ogni piazza, lungo ogni via si accendono le candeline sugli alberi di Natale: grandi abeti dalle punte diritte, svettanti verso il cielo. Nei giorni che precedono il Natale, si mette un covone di grano in giardino o un mazzo di spighe di grano sul davanzale della finestra per gli uccellini; si preparano dolcetti e biscotti; si decora la casa con giacinti profumati e altri fiori colorati. Gli alberi di Natale vengono addobbati nelle case due giorni prima del Natale e decorati con candele, mele, bandierine svedesi, piccoli gnomi con rossi cappelli, oggetti di paglia e, ai suoi piedi, viene messo un caprone portafortuna. Fin dall’antichità i contadini pensavano che la paglia avesse un potere benefico perciò la spargevano sui campi per ottenere un raccolto migliore. Più tardi si cominciò ad usare la paglia anche per le decorazioni natalizie, dal momento che sulla paglia Gesù era stato adagiato, in una mangiatoia. I bambini usano il calendario dell'avvento per contare i giorni fino a Natale e ogni giorno aprono una finestrella. L'albero si addobba il giorno prima di natale e la sera di Natale si mangia una minestra di riso, delle polpettine e salcicce. Dopo la cena ci si riunisce intorno all' albero per cantare e solo a questo punto arriva Babbo Natale. I regali di Natale si chiamano Joklappar che significa "colpo di Natale"; infatti, tempo fa, chi portava un dono batteva dei colpi alla porta del destinatario e, quando la porta si apriva, buttava il dono dentro la casa e scappava per non farsi riconoscere. Il pranzo di Natale in Svezia include, principalmente, tanta carne di maiale arrosto e la famosa Torta di Natale. LA FESTA DI SANTA LUCIA
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Santa Lucia Il 13 Dicembre è Santa Lucia, grande festa in tutto il paese. Lucia fu una delle prime cristiane, nel periodo in cui i seguaci di Gesù erano ferocemente perseguitati ed erano costretti a nascondersi per pregare. Si ritrovavano perciò nelle catacombe, di notte, Lucia portava loro di nascosto qualcosa da mangiare. Per vedere meglio la strada al buio e, al tempo stesso avere le mani libere per trasportare cibi e bevande, Lucia si metteva in testa una corona di candele accese. Un giorno i soldati dell’imperatore di Roma la catturarono e la uccisero, ma le sue buone azioni non furono dimenticate: la Chiesa la proclamò Santa. Un’altra leggenda vuole che Santa Lucia fosse una ragazzina molto buona, da sempre impegnata ad aiutare il prossimo portando cibo ai confratelli nelle catacombe. Di lei si invaghì follemente un giovane, attratto dalla bellezza dei suoi occhi luminosi. Poiché, però, la fanciulla rifiutò il suo amore, egli la fece arrestare e le strappò gli occhi. Un miracolo, però, non la rese cieca e da allora si attribuisce alla Santa il potere di guarire le malattie degli occhi. Spesso i giovani svedesi cominciano a preparare la festa di Santa Lucia il 12 dicembre, cucinando panini e biscotti di zenzero. Il giorno dopo si alzano molto presto; le sorelle più piccole si vestono da Santa Lucia, con un lungo vestito bianco e una cintura rossa, mentre i fratelli, in camicia bianca raffigurano le stelle. Le bambine si mettono in testa una corona di foglie verdi con tante candeline accese per vederci al buio, proprio come faceva la coraggiosa Santa Lucia. Poi, così vestite portano in un vassoio caffè caldo e panini al resto della famiglia ancora a letto. A scuola viene eletta la bambina che dovrà interpretare Santa Lucia e che sfilerà per le strade insieme alle altre cantando e intonando dolci melodie.
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Svizzera Tutto comincia all’inizio di dicembre, quando le mamme acquistano quei calendari che danno la possibilità di aprire la finestrella e mangiare il cioccolatino che vi è contenuto, aspettando pazientemente il Natale. Con il Natale alle porte, i bambini svizzeri aspettano con ansia il tintinnio di una campana d’argento che annuncia la venuta di “Christkindli”, un bianco e candido angelo, con un velo trattenuto da una corona di diamanti. Le candele dell’albero vengono accese quando entra in casa per distribuire i doni prendendoli dal sacco tenuto aperto dai bambini suoi aiutanti. Suonare le campane è diventata una tradizione e ogni villaggio fa a gara con quello vicino per richiamare la gente alla messa di mezzanotte. Dopo il servizio, le famiglie si radunano per dividere enormi ciambelle fatte in casa bevendo la cioccolata calda.
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Ungheria S.Nicola - in ungherese: Miklós, da cui viene il nome Mikulás, che viene inteso come Babbo Natale. Al contrario delle tradizioni anglosassoni, Mikulás non viene a Natale, ma il giorno del suo onomastico, il 6 dicembre, e porta solo dolci (impacchettati in una bustina rossa) ai bambini buoni e fraschette dorate ai cattivi (naturalmente ogni bambino riceve i dolci, e le fraschette solo per scherzo). In questo senso somiglia alla Befana italiana. Similmente ad altri paesi europei, si usa addobbare l'albero di Natale, ma solo alla Vigilia di Natale e non prima. Come addobbi si usano anche dolcetti (in genere cioccolatini) a forma ovale, impacchettati in carta lucente. I bambini trovano il regalo (che non viene attribuito a Babbo Natale, ma al bambino Gesù) sotto l'albero la stessa sera. A mezzanotte si va alla messa.
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OCEANIA Australia
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Australia Il Natale arriva nel bel mezzo dell’estate australiana, quando il tempo è molto caldo. Alcuni Australiani consumano il pranzo di Natale in spiaggia, organizzando un pic-nic a base di tacchino freddo, insalate e dolci. Le case sono decorate con felci e foglie di palma, insieme a specialissimi fiori. Uno, chiamato “Cespuglio di Natale”, ha grappoli di piccoli fiori; un altro, “Campana di Natale”, è a forma di campanella. Una palma in un vaso, una volta addobbata, si trasforma in albero di Natale.
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