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PSICOLOGIA DELL’ADOLESCENZA

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Presentazione sul tema: "PSICOLOGIA DELL’ADOLESCENZA"— Transcript della presentazione:

1 PSICOLOGIA DELL’ADOLESCENZA
Corso di Psicologia dello Sviluppo.

2 CONFLITTI E MECCANISMI DI DIFESA

3 MECCANISMI DI DIFESA I meccanismi di difesa sono dei processi di cui l’IO si avvale per risolvere i conflitti interni quali essere all’altezza del suo compito, evitare pericoli, angoscia, dispiacere (Freud,1937). Il conflitto interviene: fra desideri e realtà esterna tra le varie istanze della mente (Io, Es, Super Io).

4 gestire i problemi che si incontrano nel mondo esterno.
MECCANISMI DI DIFESA Nell’ambito legato alla psicologia sociale e sperimentale le difese sono concettualizzate come “meccanismi di coping”, il cui scopo è gestire i problemi che si incontrano nel mondo esterno. I meccanismi di coping vengono visti come consci e messi in atto quando bisogna far fronte a minacce esterne piuttosto che interne.  

5 MECCANISMI DI DIFESA In ambito psicodinamico il conflitto è quasi sempre intrapsichico e l’adattamento o riduzione del conflitto è resa possibile dalle difese che operano al di fuori del dominio della coscienza. La loro funzione è minimizzare il conflitto, riducendo la tensione, mantenendo l’equilibrio intrapsichico, regolando l’autostima e modulando l’angoscia.

6 MECCANISMI DI DIFESA I fenomeni cui ci riferiamo come difese hanno molte funzioni positive. Si manifestano come adattamenti sani e creativi e continuano a operare in senso adattivo per tutta la vita. Quando agiscono per difendere il se da una minaccia, sono riconoscibili come difese.

7 MECCANISMI DI DIFESA La persona che si comporta in modo difensivo in genere cerca inconsciamente di ottenere uno o entrambe i seguenti obiettivi: 1. evitare o comunque gestire qualche sentimento intenso e minaccioso, di solito l’angoscia, a volte un dolore insopportabile e altre esperienze emotive disorganizzanti 2. mantenere l’autostima

8 In sintesi le caratteristiche principali delle difese sono le seguenti:
possono essere tanto normali quanto patologiche; sono una funzione dell'Io; sono solitamente inconsce; sono dinamiche e mutevoli ma, in stati patologici e nella formazione del carattere, possono confluire in sistemi rigidi e fissi; sono associate a stati psicologici diversi, sono associate ai vari livelli di sviluppo: alcune vengono considerate primitive, altre mature.

9 MECCANISMI DI DIFESA Sigmund Fred si occupò principalmente della rimozione. Anna Freud descrisse nove meccanismi di difesa: identificazione proiezione rivolgimento contro la propria persona inversione nel contrario sublimazione regressione formazione reattiva annullamento introiezione

10 MECCANISMI DI DIFESA Sempre Anna Freud divise i meccanismi di difesa tipici dell’adolescenza in: Difese contro i legami oggettuali infantili Difese contro le pulsioni

11 Difese contro i legami oggettuali infantili
Difesa per spostamento della libido: l’angoscia provocata dall’attaccamento alle figure familiari è affrontata con un improvviso e totale ritiro della libido investita su di loro e con il suo spostamento su altre figure.

12 Difese contro i legami oggettuali infantili
Difesa mediante l’inversione dell’affetto: nel caso in cui l’adolescente non riesce a spostare la libido essa viene invertita dall’amore in odio. Lo stesso avviene per gli altri affetti per cui si passa dalla dipendenza alla ribellione, dal rispetto e ammirazione al disprezzo e derisione. Queste situazioni dimostrano che il di stanziamento interno non è avvenuto.

13 Difese contro i legami oggettuali infantili
Difesa mediante ritiro della libido verso di sé: in questo la libido rimane legata al sé e può essere investita sull’Io o Super IO sviluppando fantasie di potere, illusioni di salvataggio, ideali grandiosi, in altri casi può essere spostata sul corpo dando origine a preoccupazioni ipocondriache, dismorfofobie e disordini alimentari.

14 Difese contro i legami oggettuali infantili
Difesa mediante regressione: La regressione è un meccanismo difensivo che spinge il soggetto a recuperare modalità di funzionamento relative a fasi evolutive precedenti e già superate. La regressione determina un continuo sbalzo di umore, un’oscillazione continua tra una reattività eccessiva o assente verso gli stimoli (ipersensibilità e irritabilità o indifferenza), l’alternarsi tra condotte irrequiete e la pigrizia.

15 Difese contro gli impulsi
ascetismo: lotta contro il piacere in quanto tale intellettualizzazione: emozioni ed affetti sono controllati dal pensiero

16 MECCANISMI DI DIFESA LA RAZIONALIZZAZIONE Esprime la tendenza del soggetto a difendersi fornendo spiegazioni razionali che eliminano la componete affettiva. Si esprime bene in quei soggetti che hanno una spiegazione per tutto. LA COMPARTIMENTALIZZAZIONE E’ delle difese intellettuali, probabilmente più strettamente legata ai processi dissociativi. La sua funzione è permettere a due condizioni in conflitto di esistere senza creare confusione, sensi di colpa, vergogna o angoscia sul piano cosciente. Con questo meccanismo l'individuo abbraccia due o più idee, atteggiamenti o comportamenti che sono essenzialmente e per definizione in conflitto, senza coglierne la contraddizione.

17 MECCANISMI DI DIFESA L' ANNULLAMENTO L'annullamento è lo sviluppo naturale del controllo onnipotente. Annullamento è un termine che indica lo sforzo inconscio di controbilanciare un affetto, solitamente un senso di colpa o la vergogna, con un atteggiamento o comportamento che magicamente lo cancelli. Un esempio comune potrebbe essere quello del marito che torna a casa con un regalo destinato a compensare lo scatto di nervi della sera prima. Se la motivazione è cosciente, non possiamo parlare tecnicamente di annullamento; ma quando il soggetto non è consapevole del proprio senso di colpa o di vergogna e quindi non riconosce coscientemente il desiderio di espiare, la definizione è pertinente.

18 L’IDENTITÀ

19 L’IDENTITÀ Identità: il sentimento e l’idea soggettiva e personale di unità e continuità che l’individuo si costruisce nel tempo. Passato: riti di passaggio Attualmente: processo di elaborazione simbolico. La società moderna con la sua complessità richiede una personalità forte.

20 ERIK ERIKSON Tedesco ebreo Amante dell’arte Spirito da vagabondo
Istitutore dei figli di Americani trasferitisi a Vienna per il fare il training freudiano Psicoanalista Si è dedicato allo studio delle crisi di identità in adolescenza

21 ERIK ERIKSON Condivide con Freud l’importanza del ruolo delle pulsioni sessuali sullo sviluppo ma associa allo sviluppo psicosessuale quello psicosociale: la cultura influenza lo sviluppo determinando il tipo di richieste a cui l’ individuo deve conformarsi. Per esempio: mentre ad un bambino di un anno è concesso di esprimere il disagio attraverso il pianto ci si aspetta che lo stesso bambino a tre anni lo comunichi attraverso il linguaggio.

22 ERIK ERIKSON Lo sviluppo dell’individuo e determinato dal succedersi di otto fasi o stadi in cui la maturazione e le aspettative sociale determinano 8 “crisi” o problemi che il soggetto deve risolvere e i cui esiti possono essere positivi o negativi. Se una persona non ha superato positivamente una crisi si trova a combattere la stessa battaglia anche in seguito. Diversamente da Freud, Erikson ritiene che non è mai troppo tardi per risolvere qualsiasi crisi.

23 la ricerca della propria identità
ERIK ERIKSON Mentre Freud ritiene che il compito dello sviluppo è integrare le pulsioni sessuali per acquisire una sessualità adulta, Erikson è convinto che il tema principale della vita è: la ricerca della propria identità L’identità è una configurazione legata al sentimento di integrazione e continuità tra i valori e bisogni personali e i valori e le aspettative sociali. Ne deriva che il senso di identità si trasforma e si evolve nel tempo.

24 Successione degli stadi:
ERIK ERIKSON Successione degli stadi: I – La costruzione della fiducia in se stessi e negli altri II – La costruzione di un’autonomia personale e dell’indipendenza fisica e psicologica III – L’identificazione con le figure genitoriali e spirito di iniziativa IV – L’industriosità e desiderio di sperimentare le proprie abilità

25 V – Costruzione dell’identità personale:
ERIK ERIKSON V – Costruzione dell’identità personale: Un individuo che ha sperimentato la fiducia, l’autonomia e il desiderio di sperimentarsi, durante l’adolescenza ha il compito di capire chi è e chi vuole essere, sperimentando nuovi ruoli e cercando di integrarli con l’immagine di se stesso costruita negli stadi precedenti. “L’adolescente è come una persona che va in un negozio per comprarsi una giacca e le prova tutte fino a quando non trova quella che gli sta bene”.

26 L’esperienza di un contatto tra loro determina vergogna e imbarazzo.
ERIK ERIKSON Questo è un processo molto complesso e graduale. In preadolescenza le diverse parti di sé e i diversi ruoli (figlio, studente, amico, partner) sono tenuti scissi. L’esperienza di un contatto tra loro determina vergogna e imbarazzo.

27 ERIK ERIKSON VI – La costruzione di legami intimi e profondi e la costruzione del “noi” (isolamento) VII – Il desiderio di generare, ossia di lasciare qualcosa di sé al mondo (autoassorbimento) VIII – L’integrità dell’Io, l’accettazione dei limiti di se stesso e della vita, il dare un senso alla vita che si è vissuto e la capacità di vivere con quello che si è costruito (disperazione)

28 L’IDENTITÀ Il compito evolutivo dell’adolescenza è costruire un’identità stabile, coerente, integrata e separata dai genitori. Questo processo si realizza mediante un’intensa attività di esplorazione che permea tutti i campi dell’esperienza.

29 I risultati del processo di costruzione dell’identità:
ERIK ERIKSON I risultati del processo di costruzione dell’identità: la costruzione dell’identità personale e la capacità di mantenere un impegno; “l’identità diffusa”: l’assenza di un’idea personale e di un proprio progetto di vita, sono quelle persone che cambiano spesso le proprie opinioni e non riescono a portare avanti nessun impegno. Il soggetto è sempre in una fase di esplorazione; “l’identità sotto ipoteca”: l’individuo si è assunto degli impegni adattandosi eccessivamente alle richieste degli altri. Si tratta di un vero arresto dello sviluppo (falso Sé).

30 Come si costruisce l’immagine di se stessi?
L’IDENTITA’ Come si costruisce l’immagine di se stessi? il giudizio di realtà il giudizio degli altri il confronto con i modelli

31 L’IDENTITA’ Il giudizio di realtà. Imparo chi sono dalle conseguenze delle mie azioni, dai risultati ottenuti e dal modo in cui gli altri reagiscono ai miei comportamenti. Per esempio: sono convinto di essere simpatico perché sono spigliato e disinvolto ma di fronte ai miei tentativi di stabilire un rapporto gli altri si allontanano; penso di essere brava a scrivere ma prendo un voto basso ai temi di italiano.

32 Il giudizio degli altri.
L’IDENTITA’ Il giudizio degli altri. Mi formo un’immagine di me stesso in base a quello che gli altri pensano di me, sia per gli aspetti più generali (sei bravo, intelligente, fantastico oppure sei cattivo, stupido, imbranato) sia per gli aspetti più specifici (in matematica sei un genio, sei davvero bravo a giocare a basket, in matematica sei negato, sei incapace goffo ed impacciato nei movimenti).

33 I giudizi possono essere espressi:
L’IDENTITA’ I giudizi possono essere espressi: esplicitamente con affermazioni verbali implicitamente attraverso comportamenti non verbali: attenzione, ascolto e rispetto per l’idee altrui o noncuranza, sfiducia e svalutazione.

34 Gli errori da evitare in ambito scolastico:
L’IDENTITA’ Gli errori da evitare in ambito scolastico: dare etichette: “sei negato”, che equivale a dire “è inutile che ci provi perché tanto non ce la fai” dare solo una connotazione negativa: “sei uscito fuori traccia”, senza sottolineare quegli aspetti positivi da cui un adolescente può partire per avere una motivazione per migliorare.

35 L’IDENTITA’ Il ruolo dei modelli. Un modello è un immagine ideale con cui l’individuo si confronta e a cui aspira. Mentre da bambini i modelli con cui identificarsi sono i genitori in adolescenza sono personaggi “mitici” (Che Guevara, cantanti, campioni dello sport, ecc) o persone “reali” ( amico, l’allenatore, un professore). Il confronto con un modello consente la possibilità di sperimentare parti di sé sconosciute e nuovi ruoli.


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