La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Disarmonie di voci.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Disarmonie di voci."— Transcript della presentazione:

1 Disarmonie di voci

2 1997-98 cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni
Indice Voci del Duecento Voci del Trecento Voci del Quattrocento Voci del Cinquecento Voci del Seicento Voci del Settecento Voci dell’Ottocento cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

3 Voci del Duecento: un contratto
Queste parole compaiono in un contratto del 1259 tra il Vescovo di Modena ed il Comune. Il canale al quale ci si riferisce è il Canal Chiaro. Il Vescovo di Modena, che ne era il proprietario, aveva stabilito di cederlo al Comune perché era diventato troppo oneroso provvedere alla sua manutenzione ed al suo espurgo. Nel contratto dice chiaramente che la decisione di vendere è stata presa per motivi di igiene pubblica, in quanto nelle acque del canale, fresche e chiare all’origine, confluivano tutte le acque luride dell’abitato, ammorbando l’aria della città. latrinas putredine canali Camera segreta, Statuti della Città di Modena, 1327 cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

4 Voci del Trecento: uno statuto
… non lasciare porci maschi e femmine castrati per la città senza anelli, né dare cibo ad essi fuori della casa. Statuti della Città di Modena, 1327 Fare clic per visualizzare altre informazioni cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

5 Voci del Quattrocento: una denuncia
… causa del morbo da tempo durante in città sono le innumerevoli immondizie e il fetore che vi regna, del che son causa i porci innumerevoli, che vagano in essa e la deturpano... Fare clic per visualizzare altre informazioni cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

6 Voci del Cinquecento: F. Guicciardini
… né veddi mai cosa più disordinata, che oltre al danno è pure una vergogna. Ci siamo volti a fare nettare la terra e a farla lastricare e riassettare, in modo che dove era, massime el verno un porcile, ci doverà essere commodo abitare. Francesco Guicciardini Fare clic per visualizzare altre informazioni cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

7 Voci del Cinquecento: T. Lancellotti
Nota che già li porci de Santo Antonio in grando numero andavano per la città, cosa vituperosa: e del tempo che messer Francesco Guizardini fiorentino era governatore de Modena in nome della Giesa tolse via detti porci e fece tassare … Tommasino Lancellotti Fare clic per visualizzare altre informazioni cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

8 Voci del Cinquecento: anonimo
Portici affumicati e strade strette, storte, piene di buche e di letame, un’aria sempre torbida ed infame, un continuo vuotar di canalette… Anonimo Indice Fare clic per visualizzare altre informazioni cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

9 Voci del Seicento: una grida
Sopra il condurre fuori gli letami DISIDERANDO il Serenissimo Signore il signor Don Cesare d’Este... provedere che quella sua città sia purgata, & netta… commanda, che ogni persona… debba… hauer fatto nettare & condur fuori della Città i Lettami, Ruschi, Terra Pietrami, & ogn’altra immonditia… Prohibendo a ciascuno il gittare nelle Canalette, & Canali tali immonditie... Intendendo anche S.A. che molti tengono Porci & gli mandano o gli lasciano andare per la Città in ogni parte senza hauer riguardo alla brutezza, immonditia, & danno che apportano: Ordina che non sia alcuna persona come disopra che ardisca… lasciaruegli andare ne anche tenergli legati su le strade, o ne Portici publici sotto pena di lirecinque... Fare clic per visualizzare altre informazioni cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

10 Voci del Seicento: A. Tassoni
Modena è una città di Lombardia che nel pantan mezzo sepolta siede, ove si vuol smerdar da capo a piede chi s’imbatte a passar per quella via ... e le contrate corron di fango e merda a mezza estate; le case affumicate con portici di legno in sui balestri e catapecchie e canaletti e destri; e sui canti maestri e ai fianchi de le porte in ogni parte masse di stabbio vecchio inculte e sparte. Alessandro Tassoni Fare clic per visualizzare altre informazioni cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

11 Voci del Seicento: B. Castaldi
Il potta resterassi in un’androna sempre fetente e piena di lordura, da far mover a nausea ogni persona. Dal mezzo in giù bisogna aversi cura in Modena, e, a Madrid, dal mezzo in sù, chè il salvarsi da’ càntari è ventura. Ma, per modestia, non vo’ dirne più. Tal sia di chi si sia, nè ci provvede, chè mai questa città sì sporca fù! Bellerofonte Castaldi Bellerofonte Castaldi, poeta e musicista modenese, “celebra” alla maniera del Tassoni l’ormai proverbiale sudiciume della nostra città. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

12 Voci del Seicento: un memoriale
Fu letto un memoriale d’Antonio Canalino Spazza piazza nel quale supplica le sia provveduto di posto da tenervi l’imondizie o spazzature della piazza atteso l’ordine datoli di non tenerli presso le carceri comuni. I signori restano d’havervi consideratione. Vacchette 23 marzo 1665, c.26r, ASCMO Questo “spazza piazza” dimostra, con la sua impaziente richiesta di indicazioni precise sulla destinazione della spazzatura, di avere a cuore le condizioni della città. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

13 Voci del Settecento: De Brosses
La mattina seguente andammo a visitare la città. Fu presto fatto. Modena non è né piccola né grande, poco graziosa, e in fatto di sporcizia tal quale era al tempo del Potta... La sola costruzione notevole che sia in questa città è il palazzo: se fosse finito, sarebbe uno dei più magnifici edifici d’Italia. De Brosses Fare clic per visualizzare altre informazioni cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

14 Voci del Settecento: un avviso
Per ordine dell’Uffizio dell’Ornato, e Pulizia di questa Città, ed inevasivamente alla Notificazione pubblicata il 31 Luglio 1776, si avvisano i proprietari delle Case lungo la Strada che resta loro prefisso il termine di Giorni continui per la Riparazione di qualunque Disuguaglianza e Rottura esistente nel Selciato di detta Strada… Ragioneria filza 10, n.150, 13 marzo 1781, ASMO. I motivi per cui la popolazione doveva provvedere a lavori di riparazione erano evidenziati anche dall’Ufficio dell’Ornato, che si occupava dell’ordine e della pulizia della città. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

15 Voci del Settecento: G. Gorani
Questa città è molto bella; le sue strade sono larghe, ben spianate e le case, in generale, sono ben costruite. Quasi tutte le strade hanno i portici, alla stregua di un criterio adottato anche a Bologna, Ferrara e in qualche altra città d’Italia. Soggiornare a Modena è molto piacevole e poche altre città meritano di essere preferite. Giuseppe Gorani Fare clic per visualizzare altre informazioni cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

16 Voci dell’Ottocento: Stendhal
Ho pranzato a Modena, la più pulita e gaia città italiana che io abbia visitato. Stendhal Fare clic per visualizzare altre informazioni cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

17 Voci dell’Ottocento: L. de’ Lorenzi
Ecco, ecco la Cerca… la contrada ov’io son nato. Che memorie mi desta! Se non che dove mai si è nascosto il canale, e dove sono quei brutti suoi portici…? E poi visi bianchi e rossi… ma noi eravamo tutti gialli nel 1800, quando l’aria della Cerca era grave di miasmi insalubri. Lorenzo de’ Lorenzi Fare clic per visualizzare altre informazioni cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

18 Voci dell’Ottocento: LA VIPERA
“ La vipera” esce nel E’ un periodico che in una rubrica, intitolata “Morsicatine”, denuncia i problemi che affliggono la città: strade sporche, buie e dal fondo sconnesso; scarico dell’immondizia sui bastioni. Più avanti sarà “La strega” ad “adoperarsi… al decoro ed al bene del proprio paese”, segnalando, per esempio, lo stato deplorevole del canale di Colle Bondesano, sempre scoperto e maleodorante. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

19 1997-98 cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni
Gli statuti del 1327 Gli Statuti della Città di Modena, del 1327, che contengono le norme approvate dal Duca per il bene della comunità, proibivano che i suini si aggirassero per le strade sterrate prive di fognature; sottolineavano l’importanza igienica dei canali e prevedevano l’immissione regolare della loro acqua corrente nelle fogne sotterranee. Si stabiliva anche, come norma igienica per la salvaguardia della salute pubblica, che i fruttivendoli non potessero grattare i maiali sotto i banchi. Sappiamo però che, nonostante questo, le condizioni igieniche per molto tempo rimasero pessime: gli animali, maiali compresi, erano tenuti in casa; ogni sorta di immondizia si accumulava nelle strade e nelle piazze; le vie, spesso allagate, apparivano ingombre di letame, detriti e melma, tanto che secoli più tardi lo Spaccini dirà che sono tutte merde. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

20 1997-98 cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni
Le norme del 1430 Siamo nel Il morbo al quale si fa riferimento è la peste. Neppure in questa occasione, però, le autorità espulsero i maiali da Modena, come del resto non li avevano espulsi sei anni prima, quando il rettore della chiesa di San Marco le aveva messe al corrente che i suini penetravano nel cimitero, violando tombe e cadaveri. Ora si limitarono a vietare che i porci fossero tenuti in casa “di là da Natale”: l’allevamento suino domestico era quindi una realtà ben radicata. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

21 I provvedimenti del Guicciardini
Francesco Guicciardini, incaricato da papa Leone X del Governo di Modena, giunse in città nel 1516 e ne rimase disgustato: branchi di porci, “li porchi de Santo Antonio”, scorrazzavano liberi per le strade disselciate, grufolavano per i cumuli di letame ammassati sotto i portici, si rinfrescavano nei canali fangosi e maleodoranti. Prende subito provvedimenti, perché l’abitato non abbia più le caratteristiche di una stalla: i porci devono essere rinchiusi; le strade devono essere lastricate. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

22 I provvedimenti disattesi
Sono passati solo trent’anni da quando il governatore pontificio tentava di rendere Modena più vivibile e l’alIontanamento dei porci dall’abitato non è altro che un ricordo: i porci continuano ad essere i signori incontrastati della città. I Modenesi ne apprezzano la presenza, che giustificano attribuendo loro la funzione di pubblici spazzini. Per le Arti i porci possono rimanere e già da venti anni non pagano più ai frati il contributo fissato dal Guicciardini. I maiali, allontanati dalla cinta muraria, sono di nuovo dentro le mura. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

23 Una realtà preoccupante
Modena, attorno al 1570, era un piccolo centro, dalla struttura ancora essenzialmente romano-medievale, intersecato da una fitta rete di stradine contorte, strette, fetide, a quanto sembra, per i rifiuti che vi venivano gettati. Questo anonimo cittadino forse esagera, ma un fondo di verità, nei suoi versi, deve esserci, se nel 1601 il Serenissimo Signore, il signor Don Cesare d’Este, affronta con decisione il tema della sporcizia in città. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

24 1997-98 cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni
Ancora provvedimenti Dal 1550 circa i “Conservatori della Sanità” provvidero agli atti necessari per il mantenimento della salute pubblica, o per lo meno tentarono di provvedere. Lo dimostra anche questa grida del 1601, una delle tante testimonianze di ordini disattesi dai Modenesi, che troviamo raccolte nel Fondo di Sanità, conservato presso l’Archivio Storico del Comune di Modena. (Grida Sanità, Bandi 1600, ASCMO) cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

25 1997-98 cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni
Un quadro pittoresco Dalla seconda metà del secolo precedente la Comunità, preoccupata per la salute pubblica, spesso compromessa da febbri perniciose e da pestilenze, ha provveduto a ricoprire per la maggior parte i canali, in cui finivano le acque luride di case e di botteghe. Tuttavia l’aspetto della città non dovette variare molto, almeno fino alla metà del sec. XVIII, quando cioè iniziò un lavoro intenso e programmatico di rinnovamento, perché il quadro così pittorescamente descritto dal Tassoni può forse contenere qualche eccesso, ma concorda con quello del Castaldi. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

26 Alle soglie del rinnovamento
Così scrive a Modena, nell’inverno del 1740, un viaggiatore francese, il De Brosses. Un vero e proprio rinnovamento edilizio della città cominciò solo sotto il regno di Francesco III, soprattutto a partire dal 1760, quando il duca ordinò di allargare e di abbellire la strada maestra, che in quel tempo era angusta, tortuosa, fiancheggiata da case di differente altezza, con portici irregolari sostenuti in gran parte da colonne di legno. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

27 Le impressioni cambiano
E’ così, invece, che a distanza di qualche tempo giudica la città un altro forestiero di passaggio, il conte Giuseppe Gorani. Nato a Milano, ma trasferitosi in Francia, partecipò ai movimenti rivoluzionari e venne naturalizzato cittadino francese. Per incarico del conte di Mirabeau tornò in Italia. Nell’espletare il compito di redigere un rapporto su quanto accadeva nella nostra penisola, fece tappa a Modena. Le sue impressioni sono una testimonianza suggestiva della Modena di fine Settecento. Il Consiglio della Municipalità intanto continuava ad affrontare i problemi: tra gli atti (1797, 9 marzo - 7 maggio) ricevuti e trattati abbiamo notato la presenza di comunicazioni sui depositi abusivi di rottami nelle strade e sugli espurghi. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

28 1997-98 cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni
I consensi aumentano Henri Beyle, che conosciamo col soprannome di Stendhal, a diciassette anni, tenente dei dragoni, scese in Italia, passando dal Gran San Bernardo, con l’armèe d’Italie, per scoprire l’Italia. Se Milano resterà per tutta la sua vita il mito e il simbolo di una superiore felicità, non serberà un brutto ricordo neppure di Modena. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

29 1997-98 cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni
La nuova realtà Queste considerazioni, riportateci dal Conte Luigi Forni, sono state fatte da Lorenzo de’ Lorenzi, che nel 1844, tornato a Modena dopo un’assenza di quarant’anni, si stupì di fronte a “tante utili e dilettevoli novità”. Il Consiglio della Municipalità, durante la sua assenza, aveva continuato a lavorare per migliorare le condizioni della città. Esaminando il ricco materiale prodotto dalla amministrazione generale, abbiamo notato che già agli anni che vanno dal 1805 al 1809 risalgono i seguenti atti: comunicazioni riguardanti l’ordine pubblico e l’impiego di forzati per i servizi di pulizia urbana; comunicazioni circa infrazioni in materia di igiene alimentare e urbana, in particolare su masse di letame nei pressi del Palazzo Castelvetri; relazioni sulla manutenzione stradale e sulla gestione dei canali e delle irrigazioni; denunce, in materia di igiene urbana, circa l’urgenza di rimozione di rottami e concimi dalle strade cittadine. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

30 “Li porchi de Santo Antonio”
Valdrighi, nel suo dizionario, accenna ad una contrada de’ Guardaporci, scomparsa, che, stando alle carte comunali, sboccava in Canal-grande. “Questo titolo”, scrive “è accusatore d’una abitudine molto volgare della Modena medioevale, quella cioè di lasciarsi vagare i porci”. Precisa che “sul Canal-grande stava la chiesetta di S. Antonio, il rettore della quale pretendeva avere speciale diritto di tenere in città i così detti «porci di S. Antonio». Gli statuti nostri li esentavano dalla gabella”. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

31 1997-98 cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni
Le strade Valdrighi ci informa che “Fino dal 1262, sotto il Podestà Alberto Caccianemico una grida aveva ordinato che, oltre il nettarsi dalle masse di letame, le strade «si giarassero tutte», come seguì, dice un codice ms. del Collegio di S. Carlo. Fu allora che si alzò la torre del quadro in su, il palazzo comunale che la prospetta, la ringhiera per le gride, si abbassarono tutti i molini, e si misurò il territorio del vescovado di Modena”. Precisa anche che “Modena in antico non era selciata e solo cominciossi a farlo nel 1516 allorchè qui pel papa governava lo storico fiorentino Guicciardini”. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

32 La condizione igienica
Lo storico Silvio Campani, presentandoci Modena all’inizio del XVIII secolo, scrive che “… da per tutto si vedeva sudiciume, e basti dire che le latrine si svuotavano nelle case e il contenuto si gettava per le vie, si ammassava e di quivi si sgombrava poi con ogni comodo”. E’ evidente come la condizione igienica della città fosse ancora precaria. Sappiamo anche da altre fonti che in particolare in Via S. Eufemia si ammassava il letame che di tanto in tanto veniva portato fuori le mura. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

33 Indice: Modena medievale
Storia in filigrana Raccontare i rifiuti: ritratto di una città Riflessi di acque chiare e scure Un porco per ambasciatore cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

34 Indice: Modena rinascimentale
Storia in filigrana Raccontare i rifiuti: ritratto di una città Riflessi di acque chiare e scure Un porco per ambasciatore cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

35 Indice: Modena capitale
Storia in filigrana Raccontare i rifiuti: ritratto di una città Riflessi di acque chiare e scure Un porco per ambasciatore cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

36 Indice: Modena sovrana
Storia in filigrana Raccontare i rifiuti: ritratto di una città Riflessi di acque chiare e scure Un porco per ambasciatore cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

37 Indice: Modena italiana
Storia in filigrana Raccontare i rifiuti: ritratto di una città Riflessi di acque chiare e scure Un porco per ambasciatore Autori cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

38 I provvedimenti del Guicciardini
Francesco Guicciardini, incaricato da papa Leone X del Governo di Modena, giunse in città nel 1516 e ne rimase disgustato: branchi di porci, “li porchi de Santo Antonio”, scorrazzavano liberi per le strade disselciate, grufolavano per i cumuli di letame ammassati sotto i portici, si rinfrescavano nei canali fangosi e maleodoranti. Prende subito provvedimenti, perché l’abitato non abbia più le caratteristiche di una stalla: i porci devono essere rinchiusi; le strade devono essere lastricate. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

39 I provvedimenti disattesi
Sono passati solo trent’anni da quando il governatore pontificio tentava di rendere Modena più vivibile e l’alIontanamento dei porci dall’abitato non è altro che un ricordo: i porci continuano ad essere i signori incontrastati della città. I Modenesi ne apprezzano la presenza, che giustificano attribuendo loro la funzione di pubblici spazzini. Per le Arti i porci possono rimanere e già da venti anni non pagano più ai frati il contributo fissato dal Guicciardini. I maiali, allontanati dalla cinta muraria, sono di nuovo dentro le mura. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni

40 Una realtà preoccupante
Modena, attorno al 1570, era un piccolo centro, dalla struttura ancora essenzialmente romano-medievale, intersecato da una fitta rete di stradine contorte, strette, fetide, a quanto sembra, per i rifiuti che vi venivano gettati. Questo anonimo cittadino forse esagera, ma un fondo di verità, nei suoi versi, deve esserci, se nel 1601 il Serenissimo Signore, il signor Don Cesare d’Este, affronta con decisione il tema della sporcizia in città. cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni


Scaricare ppt "Disarmonie di voci."

Presentazioni simili


Annunci Google