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Introduzione al critical thinking

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Presentazione sul tema: "Introduzione al critical thinking"— Transcript della presentazione:

1 Introduzione al critical thinking
MIND READING Marco Cruciani Facoltà di Sociologia, Università di Trento 10 novembre Seminario di credito Introduzione al critical thinking

2 Il modello del codice La comunicazione consiste nella codifica e decodifica di messaggi. Un codice è un sistema che permette a due soggetti di comunicare stabilendo una corrispondenza fra messaggi interni (rappresentazioni mentali, concetti, pensieri) e segnali esterni (parole e enunciati). Le parole permettono a un parlante di rendere accessibili agli altri i propri pensieri.

3 Come funziona il modello del codice
Chi parla codifica il senso che vuole comunicare con un’espressione e chi ascolta decodifica l’espressione accedendo così al pensiero comunicato dal parlante. La comunicazione assicurerebbe l’identità fra rappresentazioni mentali del parlante e dell’ascoltatore

4 Fallimenti della comunicazione
Il parlante codifica erroneamente il senso (ad es. lapsus). Il segnale fisico del messaggio è disturbato . Parlante e ascoltatore non condividono il codice (italiano e tedesco), o lo condividono in parte (es. differenti dialetti o differenti gradi di istruzione).

5 Modello del codice conclusione
La relazione fra messaggio e segnale è simmetrica. A un messaggio corrisponde un solo segnale ed a un segnale corrisponde un solo messaggio. La comprensione è la reazione automatica a un segnale. L’interpretazione non coinvolge processi inferenziali e non richiede alcuna attività creativa.

6 Modello inferenziale Obiezione al modello del codice:
La codifica (o rappresentazione semantica) di una frase non sempre coincide con il pensiero che il parlante vuole esprimere. A: “Ti è piaciuta la cena?” – B “Era buono il caffè”. L’interpretazione di un messaggio richiede che l’ascoltatore riconosca le intenzioni comunicative del parlante.

7 Esempi di lavoro interpretativo
“Paolo e Francesca si sono sposati e hanno avuto tre figli”. Processi di decodifica (spesso inconsapevoli) Paolo e Francesca si sono sposati l’uno con l’altra? Paolo e Francesca hanno avuto tre figli prima o dopo il matrimonio? Paolo e Francesca hanno tre figli o di più? (per averne 4 se ne hanno 3)

8 Ragionamento/Inferenza
Il modello del codice è stato attaccato perché non spiega la complessità della comunicazione umana. In molti casi è necessario postulare processi inferenziali: processi che da certe premesse, permettono di derivare certe conclusioni, che sono giustificate alla luce delle premesse. Un’inferenza è una sorta di ragionamento (non necessariamente in forma esplicita):

9 Ragionamento Chi parla ha detto che Paolo e Francesca hanno avuto tre figli; certo, se qualcuno ha quattro figli, a maggior ragione ne ha avuti tre; ma chi parla sta cercando di collaborare con me, e mi darà tutte le informazioni che mi servono nel modo più efficace possibile; se i figli fossero stati 4 me lo avrebbe detto; pertanto vuole che pensi che i figli non sono più di tre

10 Mind reading Secondo il modello inferenziale la comprensione è un processo di attribuzione di intenzioni. Comunicare significa, da parte di chi parla, manifestare intenzioni e, da parte di chi ascolta, riconoscere intenzioni. Non possiamo percepire direttamente gli stati mentali degli altri ma possiamo inferirli dal loro comportamento. Il riconoscimento avviene a partire da indizi, linguistici e non, forniti dal parlante o disponibili nel contesto.

11 Distinzioni di base - modello inferenziale -
Ciò che le parole significano (grammatica). Ciò che un parlante significa/vuole dire, usando quelle parole (riconoscimento intenzioni). Ciò che un parlante dice usando quelle parole (comunicazione esplicita). Ciò che un parlante, usando quelle parole, lascia intendere o suggerisce (comunicazione implicita).

12 Significato delle parole e del parlante
Raramente riflettiamo sul primo punto se non in casi di errori, ambiguità e lapsus (cosa avrà voluto dire?) Invece nelle comunicazioni è sempre coinvolta questa differenza, solo che non ce ne accorgiamo. Sul regolamento dell’autobus: “I signori viaggiatori sono tenuti a convalidare il proprio biglietto”. “I signori viaggiatori sono tenuti a trasportare cani e gatti di piccola taglia nelle apposite gabbie”.

13 Significato delle parole e del parlante
I due enunciati sottostanno alla stessa grammatica, ma la differenza è colta nelle intenzioni del parlante. Chi vuole utilizzare l’autobus non deve munirsi di cane o gatto. “Si prega di consumare cibi e bevande all’esterno del negozio”.

14 Esplicito e implicito La seconda distinzione
A: “Seguirai il seminario di critical thinking?” B: “Non hai sentito che lo tiene Marco Cruciani?” B non risponde esplicitamente, lascia inferire ad A la risposta sulla base di ciò che A sa su M.C. e che condivide con B. [M.C. è noioso] A, B  B “non seguirò il corso”

15 Livelli di senso Ciò che una espressione significa :
“Io sono qui” (espressione indicale); “Attento al cane” (ambiguità semantica); “Uomini e donne capaci governano il paese” (ambiguità sintattica). Ciò che un parlante dice con un’espressione: “Marco C. è qui”; “Attento al meccanismo da fuoco”; “Donne capaci e uomini (medi/normali) governano il paese”. Ciò che un parlante intende quando dice qualcosa: “Sono in orario”; “Fai attenzione a maneggiare la pistola”; “Gli uomini governano meglio delle donne”.

16 Teoria di Paul Grice Significato come intenzione: la comprensione verbale non consiste nella decodifica di segnali in messaggi, ma è una forma di attribuzione di uno stato mentale al parlante. Principio di Cooperazione e Massime Conversazionali: per poter inferire il significato del parlante il destinatario viene guidato dall’aspettativa che l’enunciato soddisfi certi standard - cioè sia informativo, sincero, pertinente e chiaro. Implicatura: è necessario distinguere in una comunicazione ciò che il parlante dice e ciò che il parlante intende dicendo.

17 Intenzioni comunicative
Orientate verso un destinatario. Aperte (manifeste, trasparenti), cioè intese a essere riconosciute dal destinatario. Riflessive: la loro soddisfazione dipende dall’essere riconosciute dal destinatario.

18 Informazione vs comunicazione
Perché ci sia informazione è essenziale che le intenzioni comunicative siano orientate a un destinatario e aperte al suo riconoscimento. (cartello stradale, modi di vestire, imprecazioni, ecc.) Perché ci sia comunicazione è essenziale che le intenzioni comunicative siano orientate a un destinatario, aperte al suo riconoscimento e soddisfatte in quanto riconosciute.

19 Significato come intenzione: leggere la mente
Comunicare significa da parte di chi parla, esprimere intenzioni e stati mentali, e, per chi ascolta, riconoscere intenzioni e stati mentali. Gli stati mentali di un soggetto non possono essere percepiti o decodificati, ma devono essere inferiti dal comportamento del soggetto (anche linguistico) e da informazioni di sfondo. Un enunciato non è un segnale da decodificare, ma un indizio fornito intenzionalmente del messaggio che un parlante vuole comunicare.

20 Mind reading A: “Ti piacciono i libri di Umberto Eco?”
B: “Alcuni”. (indizio di una credenza) Ciò che è detto: ad A piacciono alcuni libri scritti da Eco. Ciò che è implicato: ad A non piacciono tutti i libri scritti da Eco. Comunicazione: ad A piacciono alcuni libri scritti da Eco ma non tutti (credenza non esplicitata ma comunicata) .

21 Comunicare è agire intenzionalmente
In questa prospettiva, comunicare è produrre intenzionalmente stati mentali nell’interlocutore (es. produrre credenze sul parlante e sul mondo). E comprendere è cogliere gli stati mentali del parlante. La comunicazione così intesa può essere compresa solo all’interno di una teoria intenzionale dell’azione.

22 Teoria dell’agire razionale
L’uso del linguaggio è una forma di comportamento cooperativo razionale. Un’interazione linguistica è un’attività: Razionale Collaborativa Finalizzata a uno scopo Governata dal principio di cooperazione e aspettative sul comportamento razionale.

23 Principio di cooperazione
“Il tuo contributo alla conversazione sia tale quale è richiesto, allo stadio in cui avviene, dallo scopo o orientamento accettato dallo scambio linguistico in cui sei impegnato”.

24 Massime conversazionali
Quantità (fornisci informazione adeguata). Qualità (fornisci informazioni vere). Relazione (sii pertinente). Modo (sii chiaro).

25 Massima di Quantità Il parlante deve essere ragionevolmente informativo. M1: Dà un contributo tanto informativo quanto richiesto (per gli scopi accettati dello scambio linguistico in corso) M2: Non dare un contributo più di quanto è richiesto.

26 “Cerca di dare un contributo che sia vero”
Massima di Qualità Le massime di qualità rispecchiano le aspettative che il parlante sia sincero e giustificato nelle proprie affermazioni. “Cerca di dare un contributo che sia vero” Non dire ciò che credi essere falso. Non dire ciò per cui non hai prove adeguate.

27 Massima di Relazione “Sii pertinente”. A: “Come sei andato a scuola”.
B: “In bicicletta”(violazione – umorismo). “a) Dino si è laureato e b) lavora in un laboratorio di chimica” (rispetto massima: relazione causale/temporale fra a e b).

28 Massima di modo La massima di Modo rispecchia l’aspettativa che il parlante sia chiaro. “Sii perspicuo” Evita espressioni oscure Evita ambiguità Sii breve (evita prolissità non necessarie) Sii ordinato nell’esposizione. Esprimiti in modo da facilitare la risposta appropriata.

29 Esplicito e implicito Dire e implicare - “Cosa è detto” e ”cosa è implicato” dicendo. Spesso nelle interazioni comunichiamo più di quanto diciamo letteralmente: “Sa dov’è Piazza Duomo?” – [può dirmi dove è piazza Duomo, nel caso lo sappia?].

30 Comunicazione implicita
Implicature conversazionali : proposizioni che possono essere comunicate usando un enunciato senza essere esplicitamente dette A: “Sono le otto passate”. B: “Marco è sempre il solito”. Implicatura: [Marco è un ritardatario].

31 Comunicare implicitamente con proposizioni esplicite false (massima di qualità)
Ironia Cosa è detto: “Borghezio si è espresso con la consueta moderazione”. Cosa è implicato:[Borghezio si è espresso con il consueto eccesso].

32 Metafora “Quell’uomo è uno squalo” (proposizione letteralmente falsa).
[Quell’uomo è pericoloso] (proposizione vera). Anche un proposizione letteralmente falsa può veicolare una proposizione vera.

33 Iperbole “Non ho niente da mettermi” (comunicazione esplicita).
[Non ho vestiti adatti per l’occasione ] (comunicazione implicita). “Conosci tutti”. [Conosci moltissime persone]

34 Attenuazione “Marco era un po’ arrabbiato”.
[Marco era arrabbiatissimo]. “Dopo quella camminata sotto la pioggia mi sentivo umido” [ero bagnato fradicio].

35 Comunicare implicitamente con proposizioni non informative (prima massima di quantità)
“Le donne sono donne” (tautologia). [le donne sono irrazionali ed emozionali] [le donne sono pratiche e non violente] “La guerra è guerra” . [non si può evitare che muoiano civili in guerra] [ si deve evitare che muoiano civili in guerra]

36 Comunicare implicitamente con proposizioni esplicite poco informative (massima di modo)
“Ha causato l’arresto della macchina”. Non è detto il modo in cui si è arrestata la macchina ma sicuramente è un modo non ordinario. “E’ la moglie di mio padre”. Non è detto in che grado di parentela è la moglie del padre del parlante, ma non è la madre.

37 Comunicare implicitamente con proposizioni esplicite più informative (seconda massima di quantità)
Dal TG2: “Manifestazione noTav. Non si sono registrati incidenti”. Chi parla dice più del necessario. Non è compito del TG dare notizie di fatti non avvenuti. “Apertura di una rosticceria in centro. Non si sono registrati incidenti”. È comunicata implicitamente la credenza/aspettativa che le manifestazioni noTav siano in genere violente.

38 Comunicare implicitamente con proposizioni esplicite non pertinenti (massima di relazione)
A: “Cosa regaliamo a Giada per Natale” B: ”Le hanno rubato il cellulare”. La risposta sembra non pertinente. A: “Cosa regaliamo a Giada per Natale”. B: “E’ stata espulsa dalla scuola”.

39 Riferimenti bibliografici
Bianchi, C. (2009) Pragmatica cognitiva. I meccanismi della comunicazione. Laterza, Roma-Bari, (pp. 3-42). Grice, P. (1989) Studies in the way of words. Harvard Univ. Press. Traduzione italiana parziale: Logica e conversazione. Saggi su intenzione, significato e comunicazione. Il Mulino, Bologna.


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