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2 presenta: Esploriamo le aree cerebrali per individuare l’origine delle
Il metodo Esploriamo le aree cerebrali per individuare l’origine delle nostre malattie

3 LA MEDICINA ATTUALE NON CERCA L’ORIGINE PRIMA DELLE PATOLOGIE, MA LA “PILLOLA MAGICA” (BREVETTABILE) IN GRADO DI INTERVENIRE SU CIO’ CHE APPARE. IN ALTRI TERMINI : NON IL RIPRISTINO DEGLI EQUILIBRI INTERNI, MA BENSI’ SOLUZIONI FORZATE CHE ANNULLINO I SINTOMI, LE MANIFESTAZIONI, LASCIANDO TUTTO IL RESTO COME PRIMA GLI IMPIEGATI (GLI ORGANI PERIFERICI) VENGONO VISTI COME I SOLI RESPONSABILI DEL MALE, MENTRE IL DIRETTORE GENERALE (IL CER- VELLO) VIENE IGNORATO. IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE (LA PSICHE NEI SUOI VARI STRATI) NON E’ NEANCHE PRESO IN CONSIDERAZIONE NON SI INDAGA SU QUALI ORDINI SIANO STATI DATI, MA SU CHI LI ESEGUE! LA VIA DI INDAGINE PREFERITA E’ L’IMAGING CHE MOSTRA I DANNI ORMAI CONSOLIDATI , MA MAI IL PERCHE’ A “COMOBRAIN” DI OTTOBRE 2006, IL PROFESSORE NEUROLOGO RELATORE SULLA SCLEROSI MULTIPLA HA DETTO: “ABBIAMO ESPLORATO IN 150 ANNI TUTTE LE POSSIBILI VIE, IN OGNI POSSIBILE MODO, NON ABBIAMO TROVATO LA SOLUZIONE ……...RESTA SOLO LA PSICHE ! OGNI NOSTRA PATOLOGIA HA UN’ORIGINE BEN PRECISA CHE LA MEDICINA SISTEMATICAMENTE IGNORA E NON INTENDE CERCARE: LA DOMANDA: COME MAI? NON VIENE MAI POSTA! PERCHE’ COMBATTERE LE MANIFESTAZIONI PERIFERICHE, SPESSO LEGATE FRA LORO IN UNA RETE DI ESTREMA COMPLESSITA’, QUANDO POSSIAMO FARE LA PACE CON CHI COMANDA, LASCIANDO A LUI IL COMPITO DI RIMETTERE TUTTO IN ORDINE?

4 I TRAUMI PSICHICI SOMATIZZATI ATTIVANO GRUPPI DI NEURONI CHE ESPRIMONO NEUROPEPTIDI, NEUROTRASMETTITORI E CORTICOSTEROIDI CORRELATI IN MODO SIMBOLICO A PRECISE EMOZIONI VISSUTE E NON ESTERNATE L’ESPRESSIONE H24 PER MESI ED ANNI DI QUESTE SOSTANZE , DOVUTA ALLA SOMATIZZAZIONE DEL TRAUMA VISSUTO, PORTA A SQUILIBRI NEI PROCESSI DI REGOLAZIONE A TUTTI I LIVELLI GERARCHICI, FINO A GENERARE LA MALATTIA. L’INDAGINE SULLE SINGOLE COMPONENTI DI CIASCUN PROCESSO: ECCITATORIO INIBITORIO OSSIDATIVO GLICOSILANTE INFIAMMATORIO MITOTICO ETC. CI CONSENTE DI RISALIRE ALL’ORIGINE PRIMA DELLA MALATTIA, AL PERIODO IN CUI E’ AVVENUTO L’EVENTO SCATENANTE, ALLE SUE MANIFESTAZIONI BIOCHIMICHE ED ALLE VIE TERAPEUTICHE DA UTILIZZARE.

5 PER CURARE SERIAMENTE QUALSIASI MALATTIA, DOBBIAMO NECESSARIAMENTE INDAGARE COSA STA AVVENENDO NELLE AREE CEREBRALI CORRELATE Il tipo di evento traumatico vissuto con le sue multiple componenti emozionali, definira’ la tipologia della patologia che si instaurera’, tenendo conto che detta patologia rappresentera’ sempre in modo simbolico l’evento e le emozioni vissute Ad ogni area cerebrale e e’ associabile ad uno speci fico tipo di evento (perdita di stima, non poter digerire l’evento, non poter fuggire da una situazione, spavento etc. Correlati all’area ed emozione (ansia, rabbia, allarme, etc. Correlate al peptide) Il medico dovra’ quindi disattivare i neuroni rimasti coinvolti dalla somatizzazione dell’evento traumatico e quindi intervenire sui singoli processi conseguenti contrastandoli o eliminandoli nel miglior modo possibile. Se il simbolo dell’evento vissuto coinvolge organi periferici, avremo malattie in area sistemica, compresi i tumori. Se il coinvolgimento organico e’ assente, resta colpita la stessa area cerebrale con conseguente patologia di tipo neurodegenerativo o tumorale In questa visione evoluta e completa della malattia, i sintomi servono a poco: dobbiamo visualizzare tutti i processi patologici attivi per poterli neutralizzare

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7 LA MAGGIOR PARTE DELLE PATOLOGIE ORGANICHE E’ DI FATTO LA CONSEGUENZA DELLA SOMATIZZAZIONE DI TRAUMI PSICHICI VISSUTI E SOMATIZZATI Se vogliamo comprendere in profondità una patologia in corso, non possiamo fare a meno di indagare i processi attivi nelle aree cerebrali, per comprendere quali ordini vengano dati alla periferia che li attua! Se non vi è armonia nelle aree cerebrali, non vi sarà neanche negli organi interni. Confucio Castrica

8 I TRAUMI PSICHICI SOMATIZZATI
Per trauma somatizzato intendiamo un evento che ha provocato in modo improvviso ed inatteso, un complesso di emozioni più o meno violente, rimaste chiuse nella persona, non esternate. Durata dell’evento: pochi secondi. Il trauma porta all’attivazione di gruppi di neuroni per ciascuna della componenti emozionali presenti, all’indirizzamento dell’area periferica coinvolta ed alla espressione esaltata di recettori per i neuropeptidi, neurotrasmettitori e corticosteroidi emessi dai neuroni attivati. La presa di coscienza dell’evento e della reazione emozionale intervenuta, con conseguente scarico all’esterno delle emozioni tenute represse fino a quel momento, porta alla disattivazione dei gruppi di neuroni che emettono i rispettivi peptidi e neurotrasmettitori. Detta disattivazione provoca l’immediata fine delle alterazioni dei processi di regolazione e di parte dei processi biochimici patologici innescati dal trauma vissuto (tranne quelli autososteneti). Ogni tipologia di neuropeptide-trasmettitore-ormone, rappresenta dunque una specifica componente emozionale. Per aiutare il paziente a disattivare il trauma subito, è quindi necessario, per ciascuna area cerebrale interessata: Descrivere le componenti emozionali intervenute (rabbia, ansia, dolore, etc.) Descrivere il significato dell’evento (non posso mandare giù il fatto, non posso fuggire da una situazione, svalutazione od offesa, etc.) Specificare quando il fatto è approssimativamente avvenuto, per aiutare la persona ad individuarlo. (prenatale, perinatale, 12 anni fa, due mesi fa, etc.) Questa informazione è fondamentale!

9 FASI DEL TRAUMA SOMATIZZATO Il processo di somatizzazione del trauma o conflitto, avviene in due fasi: Conflitto attivo (paziente con mani tipicamente fredde a riposo) Paziente simpaticotonico, attivazione dei vari gruppi di neuroni come già specificato in precedenza, probabile ripercussione sul sistema immunitario con sviluppo di cellule tumorali o altro; Conflitto-lisi, uscita dal conflitto (mani tipicamente calde a riposo) Paziente vagotonico, attivazioni di virus, batteri e funghi a seconda del foglietto embrionale interessato, con susseguente distruzione di cellule tumorali In aggiunta all’attivazione dei neuroni correlati con le specifiche componenti emozionali, avremo l’espressione incrementata dei relativi recettori nell’area del corpo che rappresenta simbolicamente l’evento vissuto (stomaco: non posso digerire il fatto; corticale frontale: attacco alle mie capacità di ragionamento, etc.)

10 I NEUROPEPTIDI COME MODULATORI DEL SISTEMA IMMUNITARIO
Il sistema immunitario è fortemente influenzato da neuropeptidi , ormoni e corticosteroidi con capacità depressive o inibitrici (bombesina, glicina, VIP, GABA, sostanza P, istamina, CRF, cortisolo, etc.), in grado di legarsi ai recettori presenti sulle membrane esterne delle cellule preposte alla difesa. L’esasperata espressione di recettori di sostanze informative inibitrici in una ben definita area del corpo cerebrale o sistemica in concomitanza con la presenza delle rispettive sostanze, porta ad una proporzionale riduzione dei processi di difesa cellulari In letteratura sono riportati studi relativi alla abnorme espressione di recettori per specifici neuropeptidi di norma inibitori, nelle aree con sviluppo di tumori: (vedi tavole seguenti)

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19 Elevated plasma TGF-beta1 levels correlate with decreased survival of metastatic breast cancer patients. Ivanović V, Demajo M, Krtolica K, Krajnović M, Konstantinović M, Baltić V, Prtenjak G, Stojiljković B, Breberina M, Nesković-Konstantinović Z, Nikolić-Vukosavljević D, Dimitrijević B. Abstract BACKGROUND: The role of circulating TGF-beta(1) in prognosis of breast cancer (BC) was investigated with an intention to define TGF-beta(1)-dependent high risk and low risk subsets of patients. METHODS: Fifty three BC patients of all clinical stages and 37 healthy donors (HD) were analyzed for plasma TGF-beta(1) by the TbetaRII receptor-based Quantikine TGF-beta(1) ELISA kit. RESULTS: The plasma TGF-beta(1) level of Stage I/II disease (median: 0.94 ng/ml; n=10)) remained close to HD (median: 1.30 ng/ml; n=37; p>0.1). In contrast, Stage III/IV disease (median: 2.34 ng/ml; n=43) exhibited highly significant TGF-beta(1) elevation (p<0.001) relative to HD. Further analysis revealed that TGF-beta(1) increase was predominantly attributed to Stage IV, metastatic disease patients (Q3=4.23 ng/ml) rather than to the group Stage III/IV (Q3=3.58 ng/ml). Using the plasma TGF-beta(1) concentration of 3.00 ng/ml as the cut-off value, two subgroups of patients were formed. Overall 2-year survival of the first subgroup, having elevated plasma TGF-beta(1) (>3.00 ng/ml; n=10), was 10%. This was significantly decreased (p<0.05) compared to 52% survival observed for the second subgroup of patients with plasma TGFbeta(1) values close to HD (<3.00 ng/ml, n=19). CONCLUSION: We have performed a pilot study to determine the relationship between overall survival and TGF-beta(1) concentration in the blood of metastatic breast cancer patients. The survival was significantly reduced in the patients with elevated plasma TGF-beta(1) levels compared to that of the patients with plasma TGF-beta(1) levels close to normal. We propose that plasma TGF-beta(1) concentration may be a new tumour marker attributed to the presence of metastatic BC cells that may be used in selection of metastatic BC patients with poor prognosis.

20 PATOLOGIE ORGANICHE DI VARIO TIPO
La maggior parte delle patologie organiche è di fatto la conseguenza della somatizzazione di traumi psichici vissuti e somatizzati L’espressione continua di neurotrasmettitori, neuropeptidi e corticosteroidi inibitori (gaba, glicina, bombesina, vip, istamina, sostanza p, crf, cortisolo, etc.) porta ad inibizione parziale o totale del sistema immunitario nell’area in cui vengono espressi i relativi recettori (membrane di cellule organiche , di linfociti, di gangli nervosi, etc.) Ricordiamo che meno del 2% delle comunicazioni neuronali si svolge al livello sinaptico, tutto il resto avviene per via legante-recettore tramite peptidi e per via elettromagnetica. L’interazione mente-corpo e’ continua e gestisce le modificazioni del comportamento degli organi interni. In alcune espressioni patologiche l’azione dei meccanismi emozionali e’ indiretta: un evento che colpisce il cervello addominale inibendolo, portera’ a sviluppo di parassiti nell’area intestinale coinvolta, con conseguenti malattie della pelle, gonfiori, problemi articolari, ed altro. Lo stesso evento portera’ anche a sviluppo di cellule tumorali nella stessa area, in quanto il sistema immunitario ne riduce il contrasto essendo dedicato ai parassiti.

21 L’espressione continua di sostanze eccitatrici (dopamina, acetilcolina, adrenalina, noradrenalina, glutammato, aspartato, etc.), a seconda dell’area che sviluppa i recettori per dette sostanze, portera’ ad esaperazione dei ritmi cardiaci o delle peristalsi nei tratti del digerente interessati; alterazioni pressorie; modificazioni del bilancio idrico, etc. L’autossidazione dei neurotrasmettitori emessi con continuita’ generera’ catene di radicali che porteranno a processi ossidativi, nitrosilanti, glicosilanti, etc. Con inizio dei danni che vedremo manifestati nel futuro. Inibizioni sessuali di vario tipo sono la conseguenza dell’espressione continua di neuropeptidi inibitori sia nella donna che nell’uomo (prolattina, corticosteroidi inibitori, etc.) La gestione dei processi infettivi e’ legata allo stato di un possibile trauma somatizzato in un’area cerebrale correlata con l’organo periferico interessato. La fase di uscita dal conflitto attiva virus, batteri e funghi. Il controllo dell’attivazione di interferoni, interleuchine e T-helper evidenzia il fenomeno.

22 UN ESEMPIO La diapositiva seguente mostra un caso di patologia cardiaca manifestata con sintomi clinici, ma non rilevabile dall’ECG o ecocardio, se non in modo molto marginale. Nessuna ischemia e’ presente (proteina S-100 a zero), ma il muscolo cardiaco ha le sue cellule con bassa energia ed i markers di sofferenza si alzano a livelli notevoli, pre-infartuali (troponin 1, acido lattico, proteina C reattiva, etc.). Si noti l’insufficenza del processo di metilazione (omocisteina alta), la glicosilazione elevata (1-HL), il detossificante GST alto nel lato destro del cuore. In sede di simulazione dell’efficacia della terapia, si e’ riscontrata una grave carenza di diversi sali cellulari, ubichinone e pl-pufa. La terapia ha portato all’annullamento dei sintomi ed al recupero delle forze in pochi giorni. NOTA: Due reparti di cardiologia ospedalieri avevano prescritto al paziente solo sedativi e psicofarmaci antidepressivi !

23 STATO PATOLOGICO CARDIACO NON RILEVABILE DA ECG

24 MALATTIE NEURODEGENERATIVE: I PROCESSI BIOCHIMICI SONO
ATTIVATI BEN PRIMA DELL’ INSORGENZA DEI SEGNI CLINICI Disattivando i neuroni rimasti coinvolti dalla somatizzazione di un trauma psichico e contrastando i processi biochimici derivati dall’autossidazione delle sostanze emesse ed altri squilibri collegabili, e’ possibile tamponare o bloccare l’insorgenza di una probabile patologia neurodegenerativa in condizioni di totale asintomaticita’, quando i danni sono minimi e la qualita’ della vita del paziente ancora massima. La diapositiva seguente mostra come solo una diagnosi molto precoce consente di ottenere risultati utili in patologie neurodegenerative. Quando oggi viene fatta la diagnosi, una notevole percentuale di neuroni coinvolti e’ gia’ andata perduta (dal 60 all’80%) e le possibilita’ di recupero sono praticamente nulle. Con la diagnosi ultra-precoce, il blocco della patologia puo’ arrivare ad essere anche totale e definitivo. UNA DIAGNOSI ULTRA-PRECOCE PUO’ ESSERE FATTA SOLAMENTE SE SI E’ IN GRADO DI CONTROLLARE I PROCESSI PATOLOGICI ATTIVI NELLE SINGOLE AREE CEREBRALI

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26 LA CLINICA NON E’ SPESSO IN GRADO DI DEFINIRE L’EFFICACIA DI UN FARMACO NELLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE Il danneggiamento dell’mtDNA ad opera di processi ossidativi e nitrosilanti con formazione di radicali ossidrilici (OH.), porta ad una progressiva perdita dei mitocondri con conseguente abbassamento della soglia di eccitotossicità a causa della riduzione della produzione di ATP. Livelli ancora fisiologici di glutammato accumulati all’esterno delle membrane neuronali, diventano quindi sufficienti a portare il neurone progressivamente ad una morte per necrosi. Il degrado clinico continua quindi anche dopo il blocco dei processi biochimici attivi da parte di una ipotetica terapia efficace, fino alla perdita completa dei neuroni con mtDNA danneggiato, per poi raggiungere l’andamento fisiologico di base. Questo meccanismo impedisce una seria valutazione di una molecola terapeutica per via clinica in tempi medi (un anno). IL CONTROLLO IMMEDIATO DEI PROCESSI PATOLOGICI ATTIVI IN AREA CEREBRALE A VALLE DELLA SOMMINISTRAZIONE DI UN FARMACO, E’ QUINDI INDISPENSABILE PER DETERMINARNE L’EFFICACIA

27 NECESSITA’ DI UNA DIAGNOSI PRECOCE
E’ ampiamente dimostrato in letteratura che farmaci di varia natura in grado di tamponare i processi degenerativi in una fase molto iniziale, non portano effetti terapeutici significativi se somministrati in una fase avanzata della patologia La somministrazione di farmaci ipoteticamente in grado di bloccare tutti i processi degenerativi, al momento di una diagnosi tardiva NON fermano il declino clinico, a causa del meccanismo già esposto, che continua a far morire i neuroni i cui mitocondri siano stati danneggiati dai processi ossidativi pregressi. Da quanto sopra detto scaturisce l’esigenza assoluta di una diagnosi precoce, la più vicina possibile nel tempo all’evento scatenante, col paziente ancora del tutto asintomatico, per bloccare contemporaneamente TUTTI i processi degenerativi attivi, nonché il meccanismo di base, tipicamente un trauma psichico, che ha attivato la patologia. Si tratta dunque di individuare sia i neuroni sempre attivi a causa del trauma somatizzato, sia i singoli processi degenerativi (ossidanti, glicosilanti, infiammatori, etc.) per intervenire adeguatamente.

28 I LIMITI ODIERNI DELLA DIAGNOSI PRECOCE:
Da quanto già esposto subentra l’esigenza di una diagnosi precoce rispetto ai segni clinici, ma fino ad ora abbiamo avuto grandi limiti nella sua realizzazione: La barriera emato-encefalica impedisce di impiegare metodi analitici convenzionali (sangue ed urine) per diagnosticare processi degenerativi cerebro-spinali Le tecniche di IMAGING rivelano solamente il danno già consolidato La spettrometria di risonanza (H/P-MRS) e la PET non consentono screening di massa ed hanno comunque grossi limiti nella identificazione di molecole oltre ad un elevato costo

29 LA DIAGNOSI PRECOCE IDEALE DEVE ESSERE PERTANTO:
Non invasiva Semplice nell’attuazione Veloce nell’esecuzione Affidabile nei risultati Di costo molto basso Adatta a screening di massa Completa nella diagnosi Molto precoce rispetto ai segni clinici

30 LA RISPOSTA AL PROBLEMA E’ LA METODICA DIAGNOSTICA BIO-EXPLORER
unica a poter esplorare le singole aree cerebro-spinali a livello molecolare senza invadere e con grande sensibilità. La metodica diagnostica che viene presentata sfrutta principi di fisica quantistica applicati alla biologia che vengono molto sinteticamente richiamati nelle schermate seguenti per comodità del lettore.

31 LE BASI DELLA Q.E.D. Il prof. Preparata † (dip. Fisica Univ. Milano) ed il prof. Del giudice (INFN Milano), insieme ad altri ricercatori, hanno portato ad una nuova visione della materia condensata e della materia vivente in particolare, pubblicate nel libro: QED coherence in matter – World Scientific 1995, auspicando una maggiore collaborazione fra fisici quantistici, biologi e medici per una nuova visione olistica della vita. Dobbiamo prendere in maggiore considerazione la nuova fisica dell’acqua, la coerenza nelle cellule e l’interazione dei campi ultra-deboli con i sistemi ionici delle cellule stesse. Vi e’ una profondissima interelazione fra ogni elemento fisico (campo-particella) che costituisce la realta’ creata: la realta’ e’ costituita da un numero pressoche’ infinito di campi-particelle che la coerenza elettrodinamica concretizza sul piano fisico. Tutto fa parte di una unica unita’ e noi lo parcellizziamo con la scelta di osservarlo in una certa maniera. La materia ed il campo sono gli stessi in tutto l’universo. I campi quantistici che descrivono la realta’ fisica in una forma unitaria, in cui pezzi diversi vengono correlati in maniera definita e coerente con altri pezzi di tempo e di spazio.

32 La QED ha a che fare con l’interazione fra campi di materia e campi elettromagnetici su certe frequenze con certe relazioni di fase. Il campo elettromagnetico non viene proiettato al di fuori del sistema, ma resta intrappolato nel sistema atomico, garantendone un’evoluzione coerente. Esso è il collante degli individui e sistemi atomici. Il campo elettromagnetico intrappolato ha un compagno inseparabile: il potenziale vettore (che influenza la fase di un sistema coerente) e si estende ampiamente fuori del dominio di coerenza senza trasportare energia, ma solo informazione, modificando la fase dei sistemi coerenti raggiunti. La nuova fisica dell’acqua: l’acqua si organizza in domini coerenti da decine di micron nei quali milioni di molecole oscillano in fase col campo elettromagnetico coerente, circondati da isole di liquido incoerente con le caratteristiche dell’attuale modello dell’acqua. La protezione alla fase coerente delle molecole all’interno del dominio è data da un guscio di legami idrogeno che consente all’entropia di esere zero all’interno del dominio stesso. La parte coerente dell’acqua genera strutture magnetiche capaci di interagire con segnali elettromagnetici deboli ed immagazzinare le informazioni che trasportano;

33 Nella parte incoerente, che ne consente la plasticita’, si trascina il sistema di ioni, la cui importanza nel sistema energetico cellulare e’ universalmente riconosciuta. La coerenza nei tessuti cellulari: le leggi della CQED hanno importanti conseguenze nella biologia molecolare e nella medicina. Le sferule coerenti hanno dimensioni prossime a quelle di una cellula di medie dimensioni ed un tessuto cellulare ordinato dipende da attrazioni interattive il cui meccanismo e’ quello delle sferule. Qualora una molecola oscilli con una frequenza prossima a quella del campo del dominio di coerenza, si ottiene una potente interazione col dominio stesso. Il DNA: non si comporta solamente come gestore programmato delle attivita’ cellulari, ma anche come emettitore elettromagnetico per il controllo dei processi cellulari, con emissioni di frequenze audio e sub-audio per attivita’ di traslocazione e rotazione, sub-ultravioletto ad infrarosso per gli stati oscillatori, frequenze nel visibile per l’attivazione degli stati elettronici. (F.A. Popp ) Gli ioni dissolti in uno strato di confine fra le membrane ed i domini coerenti dell’acqua (spesso circa 80 angstrom), si muovono con attrito zero, potendo cosi’ interagire con campi magnetici extra-deboli.

34 Possiamo dire per concludere, che la materia vivente non può essere ridotta solamente alle proprie componenti molecolari, ma deve essere concepita come molecole oscillanti in sintonia con un campo elettromagnetico confinato all’interno di un dominio di coerenza. Il campo elettromagnetico che può essere generato da domini di coerenza della dimensione di centinaia di angstrom, permette di trasmettere un messaggio (elettromagnetico) proveniente dalle molecole, che consente loro una reciproca attrazione di lungo raggio, purché lo spettro dell’emissione sia identico Il campo emesso da più molecole co-risonanti sarà caratterizzato da frequenze che co-risoneranno con le altre molecole adiacenti, poi con raggruppamenti delle stesse, che interverranno nel processo biochimico e così di seguito. Il fatto che piccole modificazioni della struttura molecolare portino ad un cambiamento dello spettro elettromagnetico emesso e quindi delle condizioni di risonanza, spiega come anche minimi cambiamenti (aggiunta o perdita di atomi, sostituzione di ioni, etc), modifichino radicalmente la funzionalità della molecola interessata. Le molecole d’acqua, nel corpo umano in proporzione enormemente superiore alle molecole di altra natura, ad esempio le proteine, hanno dunque il compito di trasmettere informazioni al “territorio” circostante e, probabilmente, anche amplificarle. [I] E. Del Giudice, e. Preparata, 1994 Journal of Biological Physics. vol 20 p 105

35 Nel mondo della fisica quantistica, il “campo” è costituito da grandezze che non sempre hanno valori ben definiti, ma delle quali non possiamo comunque indicarne il valore contemporaneamente Se infatti fissiamo l’intensità (determinando il numero dei quanti), avremo un campo caratterizzato da oscillazioni incoerenti: la luce; definendo la fase, non potremo contare i quanti, ma le particelle avranno oscillazioni perfettamente sincronizzate in fase ed otterremo la materia Queste due condizioni di una stessa realtà (energetica e materiale), si scambiano informazioni mediante emissioni elettromagnetiche. Lo scambio avviene in tutte le possibili direzioni, fra elementi omogenei, siano essi raggruppamenti cellulari od organi, capaci quindi di ricevere e decodificare il segnale trasmesso di bassissimo livello. Abbiamo comunque a che fare con un sistema aperto mantenuto stabile da molteplici processi di regolazione che generano un flusso continuo di segnali e.M. Attinenti tutte le attività cellulari, dall’afflusso di nutrienti all’equilibrio antiossidanti-ossidanti, dalla produzione di atp alla regolazione del ph, etc.[I] [i] Adey W. Ross – The cellular microenvironmental and signalling through cell membranes. Alan R Liss Inc. 1988

36 LA SCIENZA E L’INFORMAZIONE NEL CORPO
Scrive Candace B. Pert, neuroscienziata dell’NIH, candidata nel passato al premio Nobel, nel suo libro Molecole di Emozioni : “Con la nuova concezione della scienza delle informazioni, cominciavo a vedere sotto una nuova luce la mia teoria che i neuropeptidi ed i loro recettori siano le basi biochimiche delle emozioni. Le emozioni sono il contenuto informativo che viene trasmesso nella rete psicosomatica in un processo al quale partecipano vari sistemi, organi e cellule del corpo umano……… Le informazioni, ecco la tessera mancante che ci consente di separare la scissione fra corpo e mente della concezione cartesiana, perché le informazioni, per definizione, non appartengono ne al corpo ne alla mente, anche se riguardano entrambi. Dobbiamo accettare il fatto che occupano un ambito del tutto nuovo, che si potrebbe definire “inforegno” e che la scienza deve ancora esplorare. La teoria dell’informazione ci consente di sfuggire alla trappola del riduzionismo e dei suoi dogmi: positivismo, determinismo e oggettività.

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38 IL BIO-EXPLORER E’ UNO STRUMENTO NON INVASIVO PROGETTATO PER ESPLORARE A LIVELLO MOLECOLARE CON GRANDE SENSIBILITA’ ED AFFIDABILITA’ AREE CEREBRO-SPINALI. PUO’ RILEVARE IN AREE CEREBRALI IL LIVELLO RELATIVO DI ESPRESSIONE PATOLOGICA DI NEUROTRASMETTITORI, NEUROPEPTIDI, CORTICOSTEROIDI, MA ANCHE MARKERS DI PROCESSI OSSIDATIVI, INFIAMMATORI, ESPRESSIONE PATOLOGICA DI PROTEINE, FATTORI DI CRESCITA, METALLI, ETC.

39 LE SEI COMPONENTI CHE COMPONGONO IL BIO-EXPLORER

40 La metodica diagnostica Bio-Explorer consente di effettuare:
Indagini molecolari sia nelle aree cerebro-spinali e sistema nervoso addominale, sia negli organi interni, per individuare in dettaglio: processi ossidativi, glicosilanti ed infiammatori espressione di: proteine legate a stati patologici ed altri markers specifici di patologia fattori di crescita neurotrasmettitori, neuropeptidi e corticosteroidi processi infettivi in corso presenza di metalli e sostanze chimiche xenobiotiche Il controllo accurato dell’attività del sistema immunitario sia in ambito sistema nervoso centrale, sia organi interni Diagnosi in condizioni di asintomaticità di processi patologici attivi che possono portare a sviluppo di malattie neurodegenerative ed altre patologie Controllo dell’efficacia della terapia prima della somministrazione,

41 TECNICA DI ACQUISIZIONE DEI DATI
Acquisizione del dato in modo totalmente passivo Validazione del dato con controllo della varianza su un gruppo di campioni, con precisione impostabile fra l’1 ed il 10%; Compensazione automatica del valore misurato in funzione della spinta esercitata sul puntale sul punto di test, con indicazione del fuori-limite; Elettrodi in lega speciale argento-cloruro d’argento per evitare la formazione di potenziali spuri dovuti al pH della pelle; Lettura degli standard molecolari con un lettore ottico per la massima rapidità e flessibilità di impiego ed eliminazione degli errori di lettura; Costruzione in tempo reale di un istogramma indicante il livello di ampiezza relativo di ciascuna molecola in ogni area del corpo indagata.

42 Compensazione dell’errore dovuto alla pressione esercitata sulla punta della sonda: linea rossa =
andamento della corrente misurata, stabile al variare della pressione esercitata (linea azzurra)

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46 DEFINIZIONE TEMPORALE DEGLI EVENTI
In ciascuna area cerebro-spinale è indicato il tempo trascorso dal momento della somatizzazione dell’evento indicato (attivazione neuronale)

47 IL METODO BIO-EXPLORER
Per la rivelazione delle molecole markers nelle varie aree dell’organismo interessate ai processi neurodegenerativi e patologie sistemiche, si è utilizzata un’applicazione della Quantum Electro Dynamics in medicina (QED), ampiamente studiata dalla fisica quantistica, che prevede la misurazione delle variazioni delle emissioni di corrente elettrica in determinati punti sensibili dell’organismo umano che si comportano come “finestre” aperte sulle strutture biologiche da controllare, quando dette strutture sono stimolate dai campi magnetici eccitatori emessi da molecole campioni esterne. E’ ben noto che ogni sostanza è caratterizzata da un suo proprio spettro elettromagnetico, composto dall’insieme delle singole frequenze di oscillazione che lo costituiscono. Lo spettro di diverse sostanze, nonché enzimi, membrane cellulari, acidi nucleici, ecc., creano patterns complessi di segnali elettromagnetici che avvolgono l’essere vivente, costituendo una rete informativa di primaria importanza atta a controllare il metabolismo delle singole cellule e degli organi.

48 Il livello di trasferimento delle informazioni entro le cellule o fra cellule dipende dalla “coerenza” del segnale e dal grado di “risonanza” con gli elementi interessati delle cellule. Ogni livello della gerarchia organizzativa dell’organismo possiede uno spettro caratteristico di emissioni elettromagnetiche endogene. Interazioni per risonanza di livello o inter-livello, sono ovviamente necessarie per mantenere un regime omeostatico, correlando fra loro i vari processi. Una perturbazione generata a qualsiasi livello, provocherà quindi una ripercussione in tutti gli altri livelli a causa delle interazioni fra gli spettri emessi e ricevuti. Nel caso specifico della nostra metodica, l’irradiazione elettromagnetica del marcatore esterno, potenziata con tecniche di dinamizzazione che ne esaltano la capacità informativa, accostato al corpo del paziente, creerà una perturbazione che sarà avvertita in tutti i livelli dell’organismo ed evidenziata nelle “finestre” di osservazione” presso le quali le modificazioni energetiche sono convertite in una esaltazione o riduzione della corrente continua emessa dal punto terminatore della fascia magnetica passante per l’organo indagato.

49 Perché il meccanismo di risonanza si manifesti, è peraltro necessario che gli spettri interagenti siano identici. Questa prerogativa consente la discriminazione di un numero elevatissimo di sostanze, purché sia disponibile un campione eccitatore debitamente trattato quale emettitore di stimolo. A parità di intensità del campo emesso dal campione esterno, la variazione di corrente sul punto di controllo sarà proporzionata al prodotto del processo di risonanza, legato alla quantità della sostanza endogena presente. Se il campione esterno emette su uno spettro diverso da quello presente nel dominio dell’area da controllare, non vi sarà alcuna reazione. Considerando che la corrente emessa dai punti di agopuntura impiegati quali finestra di osservazione in soggetti sani con condizioni omeostatiche nominali, è di norma circa nA, se lo spettro emesso dal campione esterno interagisce con un dominio di coerenza avente lo stesso spettro, la sinergia creata dalla risonanza provocherà una variazione delle regolazioni omeostatiche con conseguente variazione proporzionata della corrente. In casi estremi si possono raggiungere valori di oltre nA.

50 IL MECCANISMO INFORMATIVO MAGNETICO
Il corpo umano e’ caratterizzato da una serie di percorsi ibridi, costituiti da un continuum di cristalli liquidi allineati nel collagene del tessuto connettivo del corpo con i suoi strati di molecole d’acqua, che lo percorrono longitudinalmente e trasversalmente, raccordate con terminazioni nervose originate in specifiche aree cerebrali [i meridiani ] Le fasce trasportano il campo informativo emesso da ciascuna sostanza presente lungo il percorso, informando cosi’ tutti gli elementi biologici interessati della presenza di quella sostanza lungo la fascia magnetica. In altri termini, si ha la simulazione della presenza della specifica sostanza nelle cellule presenti lungo il percorso, che saranno in grado di reagire se dotate di recettori per lo specifico legante simulato. Le fasce terminano su punti caratteristici degli arti superiori ed inferiori, caratterizzati da una emissione di corrente continua proporzionata al livello omeostatico delle cellule di tutta la fascia. Le interazioni dei markers esterni porteranno ad una variazione della corrente emessa proporzionata al nuovo valore di regolazione omeostatica legato alla quantita’ della sostanza indagata realmente presente nelle cellule del fascio. La presenza di un campo emesso da un marcatore esterno accostato al punto terminale del fascio, porta quindi alle stesse variazioni di corrente che si sarebbero avute se la sostanza fosse stata endogena.

51 CORRELAZIONE FRA AREE CEREBRALI E PUNTI DI MISURA
LE DIAPOSITIVE CHE SEGUONO MOSTRANO LE CORRELAZIONI ESISTENTI FRA ALCUNE AREE CEREBRALI ED I CORRISPONDENTI PUNTI DI MISURA (AGOPUNTURA), OTTENUTE MEDIANTE fMRI (FUNCTIONAL MAGNETIC RESONANCE IMAGING) ED rTMS (REPETITIVE TRANSCRANIAL MAGNETIC STIMULATION). ULTERIORI INDAGINI DI CORRELAZIONE PER LA DEFINIZIONE DEI CONFINI PRECISI DI CIASCUNA AREA CEREBROSPINALE SONO IN CORSO.

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57 VALIDAZIONE DEL CORTICALE MOTORIO
Per la validazione preliminare di questo punto, è stata usata la rTMS (repetitive Transcranial Magnetic Stimulation): una sonda posta sulla parte superiore del cranio di un volontario in corrispondenza del corticale motorio, ha emesso una serie di impulsi magnetici ad alta intensità, rilevati da un elettromiografo su un dito di una mano. Prima di iniziare la stimolazione, si è verificata la situazione dei neurotrasmettitori sul punto corrisponde al corticale motorio. Nessun neurotrasmettitore libero risulta presente (vedi istogramma seguente basale) Al termine della stimolazione si è ripetuta la verifica dei neurotrasmettitori sullo stesso punto: il risultato è riportato nel secondo istogramma seguente. Il risultato è in perfetto accordo con quanto riportato in letteratura e convalida il punto di misura usato.

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60 IMPIEGO DEI MARCATORI La misura delle correnti nei punti terminatori delle singole fasce magnetiche (meridiani), ci permette di valutare quale sia il livello dei meccanismi di regolazione (omeostasi), riconducibili all’organo presente lungo il percorso della fascia magnetica Possiamo stimolare i raggruppamenti cellulari percorsi dalla singola fascia con l’emissione magnetica di una sostanza marker portata in prossimita’ del terminatore della fascia: se la sostanza e’ presente libera nelle cellule, avremo un meccanismo di risonanza che esalta l’effetto della sua presenza manifestato da un incremento della corrente fornita dal punto terminatore della fascia magnetica. Se la molecola non e’ presente, otterremo una reazione proporzionata alla sua tipologia: neutra, se innocua, negativa se sentita come tossica. Conoscendo la correlazione fra le fasce magnetiche, i loro punti terminatori di misura e gli organi cerebro-spinali collegati, potremo dunque analizzare una vasta gamma di molecole markers presenti libere in ciascuna di queste aree, semplicemente ripetendo le misure con un nuovo marker ogni volta. L’istogramma delle correnti ottenute confrontate coi valori di base, ci fornira’ la situazione dei metaboliti presenti e la loro quantita’ relativa.

61 AREE CEREBRO-SPINALI La metodica bio-explorer consente di esplorare le seguenti aree cerebro-spinali: AREA DEL SIMPATICO AREA DEL PARASIMPATICO CERVELLO ADDOMINALE CORPO CALLOSO CORTECCIA FRONTALE CORTECCIA PREFRONTALE CORTECCIA TEMPORALE CORTECCIA PARIETALE CORTECCIA OCCIPITALE CORTECCIA MOTORIA CORTECCIA SENS. TATTILE EPIFISI IPOFISI IPOTALAMO IPPOCAMPO MENINGI MIDOLLO SPINALE NUCLEI DELLA BASE TALAMO TRONCO ENCEFALICO Ciascuna area distinta fra emisfero destro e sinistro, per un totale di 40 locazioni diverse.

62 RICONOSCIMENTO DELLE SINGOLE PATOLOGIE
Ciascuna patologia è caratterizzata da una serie di processi attivi che la contraddistinguono, localizzati nelle aree sedi della patologia Conoscendo l’espressione biochimica dei marcatori stabili che si formano, indicati nella letteratura post mortem, è possibile identificare con chiarezza la malattia in atto. I maggiori o minori livelli di alcuni di questi marcatori, ci dirà altresì lo stadio di avanzamento della patologia, nonché le sue possibili varianti. Il grande anticipo nella manifestazione dei processi biochimici rispetto ai segni clinici, ci consentirà di eseguire diagnosi anche molto precoci, soddisfacendo in tal modo il primo dei requisiti. Le slides seguenti riepilogano i principali processi degenerativi riscontrabili ed identificano i relativi marcatori per il loro riconoscimento

63 PATOLOGIE ORGANICHE COMUNI
Ricordiamo che: LA SPECIFICA AREA CEREBRALE E’ COLPITA IN FUNZIONE DEL TIPO DI EVENTO VISSUTO I NEUROPEPTIDI DEI VARI TIPI SONO ATTIVATI IN FUNZIONE DELLE SINGOLE COMPONENTI EMOZIONALI L’ORGANO INTERNO BERSAGLIO E’ LEGATO SIMBOLICAMENTE AL TIPO DI REAZIONE EMOZIONALE

64 TEST SU ORGANI INTERNI- 1 Processi biochimici attivi

65 TEST SU ORGANI INTERNI – 2 Tumore in sviluppo

66 FATTORI DI DIFFERENZIAZIONE CELLULARE DEL PROF. PIERMARIO BIAVA
Selezione dei migliori fattori di differenziazione per il contrasto di tre tumori in sviluppo

67 PARKINSON – Stato dell’attivazione neuronale

68 Parkinson – Processi biochimici attivi nelle aree indagate

69 SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA – Stato dell’attivazione neuronale in
conseguenza della somatizzazione di traumi

70 SLA – Processi attivi nelle aree indicate

71 TUMORE AL POLMONE DX – Fase iniziale

72 TUMORE AL POLMONE – Stato dell’attivazione neuronale

73 Sclerosi Multipla con Frontale dx e Neuroni Spinali dx in fase di conflitto-lisi Non vi sono quindi neuroni attivati nelle due aree indicate – Corticale Motorio in conflitto attivo: neuroni attivati.

74 Sclerosi Multipla – Segue: Corticale Frontale dx e Neuroni Spinali dx con virus
attivati: stato di conflitto-lisi - 4^ Legge di Hamer

75 STUDIO ANDAMENTO DOPAMINA IN 12 ORE - PAZIENTE CON PARKINSON

76 STUDIO ANDAMENTO DOPAMINA IN PAZIENTE CON PD

77 STUDIO ANDAMENTO DOPAMINA IN PAZIENTE CON PD

78 STUDIO ANDAMENTO DOPAMINA IN PAZIENTE CON PD

79 Patologia del Cognitivo: attivazioni di neuroni per conflitto attivo su aree temporali e frontali sx/dx. E’ indicato il tempo trascorso dall’attivazione del conflitto in ciascuna area

80 BIOPHYSICS RESEARCH srl
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