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ASSISTENZA DI BASE II parte (eliminazione intestinale ed urinaria)

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1 ASSISTENZA DI BASE II parte (eliminazione intestinale ed urinaria)
29/03/2017 ASSISTENZA DI BASE II parte (eliminazione intestinale ed urinaria) 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

2 LE FECI CARATTERISTICHE DELLE FECI
Sono sostanze di rifiuto derivanti dal metabolismo ed eliminate dall’intestino attraverso il retto per mezzo della defecazione. Le feci sono composte dal 65-70% di acqua e dal 25-30% da sostanze solide quali :grassi alimentari non assorbiti, cellule di sfaldamento, sostanze inorganiche, proteine, scorie alimentari non digerite. CARATTERISTICHE DELLE FECI FREQUENZA: varia da individuo ad individuo (1-2 volte al giorno a 1 volta ogni 3 giorni) COLORE: marrone FORMA e CONSISTENZA: soffice, formate cilindriche ODORE: aromatico pungente 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

3 ALTERAZIONI QUANTITATIVE E QUALITATIVE DELLE FECI:
Feci acoliche: bianche grigie, color argilla (conseguente all’ assenza di bile per una patologia epatica o ostruzione delle vie biliari) o anche in seguito all’assunzione di bario (mezzo di contrasto) Feci con presenza di grasso e muco (steatorrea): indica mal assorbimento dei grassi Feci con sangue rosso vivo: (enterorragia, rettorragia) indicano sanguinamento del tratto gastroenterico inferiore o presenza di emorroidi Feci con sangue rosso scuro (melena): feci picee o nerastre che possono suggerire un sanguinamento del tratto gastroenterico superiore (ulcere gastriche e duodenali, varici esofagee, neoplasie) Feci scure: assunzione di farmaci a base di ferro 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

4 ALTERAZIONI DELLA FUNZIONE INTESTINALE
29/03/2017 ALTERAZIONI DELLA FUNZIONE INTESTINALE DIARREA: alterazione della consistenza, della forma e del colore delle feci che divengono liquide o semiliquide. La frequenza diviene superiore al modello fisiologico (> 3 die) ed il colore normalmente marrone diviene meno intenso. STIPSI: ritenzione del materiale fecale nel tubo digerente per cause anatomiche e/o funzionali che provocano un rallentamento del transito colico INCONTINENZA FECALE e’ la perdita involontaria delle feci per: abolizione del controllo nervoso della defecazione (esiti di interventi chirurgici in sede anale, patologie che danneggiano il midollo spinale o malattie neurologiche come sclerosi multipla); alterazioni emotive (un improvviso e forte stato di ansia può indurre la perdita del controllo degli sfinteri); alterazioni cognitive (confusione mentale, disorientamento può indurre la perdita dell’inibizione sociale che porta a considerare l’evacuazione come un atto personale e privato). La diarrea è accompagnata dalla necessità urgente di evacuare (le feci raggiungono rapidamente il retto, provocandone la distensione, per l’aumentato contenuto di acqua e muco). Il soggetto può accusare dolori addominali. L’aumento della peristalsi intestinale causa una riduzione dell’assorbimento di acqua ed elettroliti (acqua ed elettorliti vengono eliminati in quantità superiori alla norma,per cui aumenta il rischio di disidratazione). Attenzione:irritazione della cute perianale a causa della variazione del ph delle feci, che diventano più acide. Le cause possono essere: infezioni del tratto gastrointestinale provocate da microrganismi (batteri, virus, parassiti); malattie infiammatorie del’intestino (rettocolite ulcerosa p m. di Crohn); farmaci (antibiotici, che determinano la proliferazione della flora batterica intestinale oppure antiacidi che contengono magnesio); stati di agitazione psicomotoria; allergie alimentari; nutrizione enterale (quando si apporta un elevato carico osmotico) 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

5 3 modulo Diletta Calamassi
FECALOMA massa di feci disidratate ed indurite presenti nell’ampolla rettale provocato da una prolungata ritenzione con conseguente disidratazione e progressivo accumulo. TENESMO RETTALE contrazione spastica involontaria dello sfintere anale che causa dolore, risulta inefficace da un punto di vista funzionale e determina il bisogno impellente di evacuare le feci OCCLUSIONE INTESTINALE si intende l’arresto completo della progressione del contenuto intestinale solido e gassoso 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

6 3 modulo Diletta Calamassi
FLAUTOLENZA accumulo di gas nel tubo digerente dovuto ad aria ingerita (bevande gassate, alterata deglutizione, etc…), cibi ingeriti (fagioli, cavolo, etc…), azione batterica nell’intestino crasso DISTENSIONE accumulo di un’eccessiva quantità di liquidi e/o di contenuto intestinale e/o di eccessiva flautolenza, causato da ostruzione intestinale, ileo paralitico, infezioni, tumori addominali, rallentamento della peristalsi, anestesia generale, costipazione o fecalomi. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

7 BISOGNO DI ELIMINAZIONE INTESTINALE
Influenzato da: FATTORI FISICI Fasi della vita (neonato, bambino, adulto, anziano) Nutrizione, Assunzione di liquidi Ritmi e abitudini personali di vita Immobilità, Posizione del corpo Dolore alla defecazione, Interventi chirurgici Farmaci, Patologie intestinali, Procedure diagnostiche, Derivazioni fecali FATTORI PSICOLOGICI FATTORI SOCIO-CULTURALI 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

8 Presidi per l’eliminazione intestinale
29/03/2017 Presidi per l’eliminazione intestinale Padella Comoda: dispositivo a seduta. Il pz elimina come fosse su un WC Pannolone: può causare macerazioni. Rende difficile la rieducazione 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 8

9 3 modulo Diletta Calamassi
CLISTERE EVACUATIVO: PER “ESECUZIONE DEL CLISTERE EVACUATIVO” SI INTENDE L’INTRODUZIONE NELL’ULTIMO TRATTO DELL’INTESTINO DI UNA DETERMINATA QUANTITA’ DI LIQUIDO TRAMITE SONDA. E’ SINONIMO DI ENTEROCLISMA EVACUATIVO PREPARAZIONE PER INTERVENTI CHIRURGICI O ESAMI DIAGNOSTICI MEDICAMENTOSO O TERAPEUTICO DIAGNOSTICO (clisma opaco) SCOPI: 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

10 Preparazione utente in posizione di SIMS (decubito
MATERIALE: GUANTI MONOUSO CONTENITORI PER I RIFIUTI SONDA RETTALE SOLUZIONE PRESCRITTA (clisma fleet o clismasac) LUBRIFICANTE PADELLA O COMODA O PANNOLONE (oppure si accompagna in bagno – Tutto questo deve essere concordato prima dell’esecuzione del clisma!!) CERATA E TRAVERSA OCCORRENTE PER L’IGIENE PERINEALE Preparazione utente in posizione di SIMS (decubito Laterale sinistro con gamba destra flessa) ESECUZIONE TECNICA INFERMIERE 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

11 Complicanze enteroclisma
STIMOLAZIONE VAGALE SPECIALMENTE PERICOLOSA PER I SOGGETTI CON AFFEZIONI CARDIACHE (SI POSSONO SVILUPPARE ARITMIE) DURANTE L’ESECUZIONE DELLA TECNICA DA PARTE DELL’INFERMIERE, è opportuno che l’OSS rilevi l’insorgenza di eventuali i segni e sintomi 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

12 QUALI ALTRE POSSIBILI COMPLICANZE DEL CLISMA?
SQUILIBRI IDROELETTROLITICI TRAUMI TISSUTALI INFIAMMAZIONE DEL RETTO O DEL COLON DIPENDENZA FISICA O PSICHICA 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

13 ELIMININAZIONE INTESTINALE: COMPETENZE OSS
FAVORIRE L’ELIMINAZIONE INTESTINALE - collaborazione con l’infermiere nell’Educazione alla Salute rivolta alla persona e al caregiver (su alimentazione, idratazione, movimento, privacy, rispetto abitudini intestinali…) RILEVAZIONE DELLE CARATTERISTICHE QUALITATIVE E QUANTITATIVE DELLE FECI PRELIEVO DI CAMPIONI DI FECI PER ESAME DIAGNOSTICI COLLABORAZIONE NELL’ESECUZIONE DEL CLISTERE EVACUATIVO (1. accertamento, 2. preparazione ambiente, 3. preparazione materiale, 4. collaborazione nel posizionamento e nel supporto emotivo della persona, 5. monitorizzazione Parametri Vitali durante l’esecuzione del clisma, 6. supporto nell’evacuazione, 7. osservazione caratteristiche feci, 8. riordino materiale SOSTITUZIONE SACCA DI RACCOLTA STOMIE INTESTINALI E COLLABORAZIONE NELL’EDUCAZIONE TERAPEUTICA (potenziamento/ rinforzo dell’intervento educativo infermieristico) 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

14 INTERVENTI INFERMIERE-OSS
PREVENTIVI: educare la persona ad assumere una corretta dieta ed un adeguato apporto di liquidi, informare sull’importanza dell’attività fisica CURATIVI: deambulazione/movimento, accesso alla toilette, garantire la privacy, fornire e spiegare l’utilizzo dei sussidi, somministrare enteroclisma, effettuare massaggio addominale, verificare la presenza di fecalomi, etc… RIABILITATIVI: spiegare l’utilizzo corretto dei supporti, educare la persona agli esercizi fisici, etc… 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

15 RACCOLTA DI CAMPIONI FECI
29/03/2017 RACCOLTA DI CAMPIONI FECI S’intende il prelievo del materiale fecale, in quantità variabile a seconda dell’esame da eseguire, allo scopo di ricercare la presenza di elementi anomali (batteri, parassiti, sangue etc). Rientrano nella RACCOLTA DEI CAMPIONI BIOLOGICI e sono uno strumento utile per ottenere informazioni relative al percorso diagnostico-terapeutico del paziente. La “raccolta” viene eseguita su prescrizione medica (per effettuare una diagnosi medica o per monitorare un evento patologico). I liquidi/materiali biologici che possono essere raccolti sono:feci, urine, escreato, saliva, sangue, sperma, secreto congiuntivale, pleurico etc 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

16 Le principali indagini diagnostiche effettuate sulle feci sono:
Coprocoltura: esame batteriologico eseguito per la ricerca di microrganismi patogeni Esame parassitologico: esame per la ricerca di parassiti nelle feci Esame chimico – fisico: esame per valutare i caratteri e la composizione delle feci (aspetto, consistenza, pH, etc) 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

17 3 modulo Diletta Calamassi
Ricerca ossiuri/ Test di Graham o Scotch -Test: per la ricerca di uova di ossiuri. Per eseguire questa tecnica si applica lo scotch test, al risveglio, prima di curare l’igiene. Viene applicato all’ano un pezzetto di adesivo trasparente di 3-4 cm per circa 1 minuto, poi appena tolto va fatto aderire su un vetrino per poi procedere all’invio in laboratorio. Ricerca sangue occulto: fornisce informazioni sulla presenza di sangue occulto “nascosto” non visibile macroscopicamente, potenzialmente proveniente dal tratto gastroenterico e riconducibile quindi a patologie di questo apparato. Di solito è prescritta la raccolta di 3 campioni in quanto il sanguinamento potrebbe essere intermittente. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

18 FASI DI PREPARAZIONE COMUNI A TUTTE LE RACCOLTE DI CAMPIONI BIOLOGICI
Fase preliminare Verifica della prescrizione/pianificazione infermieristica (giusta persona ecc. Accertamento del livello di autonomia della persona) Preparazione dell’operatore L’operatore deve curare in modo particolare l’igiene e la tenuta della propria divisa, effettuare il lavaggio delle mani con detergente, indossare i DPI raccomandati in base alla tecnica da eseguire. Preparazione dell’utente Informare la persona sulla tecnica che eseguiremo; Compatibilmente al livello di stabilità/instabilità clinica della persona aiutarla ad assumere una posizione idonea alla raccolta da eseguire. Preparazione dell’ambiente Predisporre l’ambiente in base alla tecnica da eseguire, ponendo particolare attenzione alla sicurezza, all’igiene, al comfort alberghiero/ambientale, al microclima, alla privacy 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

19 3 modulo Diletta Calamassi
COPROCULTURA SCOPO La coprocoltura è un esame batteriologico che viene eseguito per la ricerca di microrganismi patogeni. La Salmonella è uno dei batteri più comunemente diffusi come origine di una tossinfezione alimentare. Si trova negli intestini di rettili, uccelli e mammiferi. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

20 3 modulo Diletta Calamassi
Sono oltre duemila le specie di Salmonella che possono trovarsi nel tratto intestinale dell’uomo o degli animali sia come commensali che come patogeni. Alcune Salmonelle sono a circolazione esclusivamente umana altre hanno uno spettro di ospiti più largo (includenti numerose specie di animali) 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

21 3 modulo Diletta Calamassi
Nell’uomo la Salmonellosi ha un tempo di incubazione variabile (tra le 12 e le 72 ore). I sintomi possono essere diarrea, vomito e crampi addominali, in soggetti immuno-depressi può causare condizioni anche molto serie (si può arrivare a morte per disidratazione e insufficienza renale). 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

22 3 modulo Diletta Calamassi
Le fonti di contagio sono rappresentate dall’ingestione di alimenti contaminati (prevalentemente carne e uova non cotte o poco cotte) e dal contatto con persone infette (trasmissione oro-fecale) 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

23 3 modulo Diletta Calamassi
MATERIALE OCCORRENTE: Guanti monouso non sterili Contenitore sterile per feci con paletta Padella Comoda Vaso di raccolta, catino, altro contenitore Telo Occorrente per l’igiene perineale Paravento 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

24 3 modulo Diletta Calamassi
TECNICA Informare la persona; Effettuare il lavaggio delle mani con detergente; Indossare i guanti monouso; Istruire la persona a non defecare nel W.C.; Fornire la padella, la comoda, vaso di raccolta, o altro contenitore, asciutti e puliti; Istruire la persona a non urinare mentre defeca (eventualmente farla urinare prima ed in un’altra padella); Al termine della defecazione coprire con il telo la comoda o la padella; 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

25 3 modulo Diletta Calamassi
Eseguire l’igiene perineale della persona con una padella pulita; Ritirare l’ausilio e recarsi in un locale apposito; Immergere la spatola all’interno della massa fecale prelevando un campione con movimenti rotatori Raccogliere una quantità di feci pari ad una noce se le feci sono formate; Riempire il contenitore per un terzo del volume se le feci sono liquide; I/Il campioni/e raccolti devono essere consegnati giorno per giorno 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

26 3 modulo Diletta Calamassi
Chiudere accuratamente il contenitore; Togliersi i guanti; Lavarsi le mani con detergente; Registrare sulla documentazione infermieristica l’avvenuta esecuzione della raccolta; Verificare la correttezza dei dati sull’etichetta (nome della persona, data di nascita, nome dell’esame, data di raccolta, nome del reparto di appartenenza); Inviare il campione in laboratorio corredato da apposita richiesta compilata in ogni sua parte. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

27 3 modulo Diletta Calamassi
VALUTAZIONE DEL RISULTATO Le feci devono essere state raccolte senza essere contaminate. Dopo aver eseguito la tecnica riposizionare confortevolmente la persona avendo cura di avvicinare il sistema di chiamata. Dopo aver eseguito la tecnica riordinare il materiale e rifornire il carrello usato. Dopo aver eseguito la tecnica smaltire i presidi non riutilizzabili secondo la normativa vigente. Dopo aver eseguito la tecnica comunicare all’infermiera o l’ostetrica e annotare, con i sistemi in uso, quanto rilevato in particolare per quanto riguarda la collaborazione della persona, le caratteristiche macroscopiche quanti -qualitative (elementi anomali dei campioni raccolti). 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

28 Esame parassitologico
SCOPO L’esame parassitologico delle feci viene eseguito per la ricerca di parassiti intestinali. Alcuni vermi adulti possono sopravvivere nel corpo umano fino a 25 anni e raggiungere una lunghezza di 30 metri, come nel caso della tenia. L’infezione da verme solitario o tenia, si verifica generalmente quando si mangia cibo o si beve acqua contaminata con le uova o le larve della tenia 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

29 3 modulo Diletta Calamassi
Tra le cause di rischio maggiori la carne poco cotta, prevalentemente di maiale e bovino, frutta e verdura non lavata, sulle quali possono essere presenti le uova o le larve del parassita fuoriuscite dagli animali infetti attraverso le feci. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

30 3 modulo Diletta Calamassi
Sebbene la presenza della tenia in molti casi è silenziosa e discreta, possono comparire alcune manifestazioni sintomatiche. Tra queste un indizio evidente è la presenza di porzioni della tenia adulta nelle feci, solitamente nella forma di sezioni biancastre lunghe non più di tre-quattro centimetri e larghe non più di mezzo centimetro, le proglottidi. Tra gli altri sintomi si possono avere nausea, debolezza e perdita di appetito. Sovente possono occorrere dolori addominali e diarrea. Una manifestazione evidente è la perdita di peso costante, dovuta al fatto che la tenia assorbe nell’intestino le sostanze nutritive destinate all’organismo. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

31 3 modulo Diletta Calamassi
MATERIALE OCCORRENTE Guanti monouso non sterili; Contenitore per feci con paletta e liquido di fissaggio all’interno; Padella; Comoda; Vaso di raccolta, catino, altro contenitore, Telo; Occorrente per l’igiene perineale; Paravento. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

32 3 modulo Diletta Calamassi
TECNICA Informare la persona; Effettuare il lavaggio delle mani con detergente; Indossare i guanti monouso; Istruire la persona a non defecare nel W.C.; Fornire la padella, la comoda, vaso di raccolta, o altro contenitore, asciutti e puliti Istruire la persona a non urinare mentre defeca (eventualmente farla urinare prima ed in un’altra padella); Al termine della defecazione coprire con il telo la comoda o la padella; Eseguire l’igiene perineale della persona con una padella pulita; Ritirare l’ausilio e recarsi in un locale apposito; 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

33 3 modulo Diletta Calamassi
Immergere la spatola all’interno della massa fecale prelevando un campione con movimenti rotatori in punti diversi sulle emissioni mattutine raccogliendo eventualmente le feci con parassiti visibili. I campioni raccolti devono essere consegnati giorno per giorno; Raccogliere una quantità di feci pari ad una noce se le feci sono formate; Riempire il contenitore per un terzo del volume se le feci sono liquide; Chiudere accuratamente il contenitore; Togliersi i guanti; Lavarsi le mani con detergente; Registrare sulla documentazione infermieristica l’avvenuta esecuzione della raccolta; Verificare la correttezza dei dati sull’etichetta (nome della persona, data di nascita, nome dell’esame, data di raccolta, nome del reparto di appartenenza); Inviare il campione in laboratorio corredato da apposita richiesta compilata in ogni sua parte. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

34 VALUTAZIONE DEL RISULTATO .
Dopo aver eseguito la tecnica riposizionare confortevolmente la persona avendo cura di avvicinare il sistema di chiamata. Riordino dei materiali Dopo aver eseguito la tecnica riordinare il materiale e rifornire il carrello usato. Dopo aver eseguito la tecnica smaltire i presidi non riutilizzabili secondo la normativa vigente. Dopo aver eseguito la tecnica comunicare all’infermiera o l’ostetrica e annotare, con i sistemi in uso, quanto rilevato in particolare per quanto riguarda la collaborazione della persona, le caratteristiche macroscopiche quanti-qualitative o elementi anomali dei campioni raccolti. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

35 3 modulo Diletta Calamassi
Esame CHIMICO-FISICO SCOPO L’esame chimico – fisico viene effettuato per valutare i caratteri e la composizione delle feci: aspetto, consistenza, pH, grassi, ecc. MATERIALE Guanti monouso non sterili; Contenitore per feci con paletta (per questo esame non occorre sterile); Padella; Comoda; Vaso di raccolta / catino o altro contenitore, Telo; Occorrente per l’igiene perineale; Paravento. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

36 3 modulo Diletta Calamassi
TECNICA Informare la persona; Effettuare il lavaggio delle mani con detergente; Indossare i guanti monouso; Istruire la persona a non defecare nel W.C.; Fornire la padella, la comoda, vaso di raccolta, o altro contenitore, asciutti e puliti Istruire la persona a non urinare mentre defeca (eventualmente farla urinare prima ed in un’altra padella); Al termine della defecazione coprire con il telo la comoda o la padella; Eseguire l’igiene perineale della persona con una padella pulita; Ritirare l’ausilio e recarsi in un locale apposito; Immergere la spatola all’interno della massa fecale prelevando un campione; Raccogliere una quantità di feci pari ad una noce se le feci sono formate; 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

37 3 modulo Diletta Calamassi
Riempire il contenitore per un terzo del volume se le feci sono liquide; Chiudere accuratamente il contenitore; Togliersi i guanti; Lavarsi le mani con detergente; Registrare sulla documentazione infermieristica l’avvenuta esecuzione della raccolta; Verificare la correttezza dei dati sull’etichetta (nome della persona, data di nascita, nome dell’esame, data di raccolta, nome del reparto di appartenenza); Inviare il campione in laboratorio corredato da apposita richiesta compilata in ogni sua parte. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

38 TEST DI GRAHAM o scotch test (ricerca di ossiuri)
L’ossiuro è un piccolo vermicello bianco - trasparente di circa 1 cm, detto “Enterobius vermicularis”, che vive nell’intestino umano. Ha l’aspetto di un piccolo filamento bianco, sottile, mobile. Si possono vedere nella zona anale o tra le natiche; nelle bambine si possono trovare anche nella zona vulvare, tra le piccole e grandi labbra. Raramente si vedono nelle scariche. La femmina migra nella regione perianale (di solito di notte) e deposita le uova. I movimenti del verme femmina e la sostanza gelatinosa in cui deposita le uova causano prurito anale. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

39 Guanti monouso non sterili; Scotch trasparente; Vetrino porta oggetti;
MATERIALE Guanti monouso non sterili; Scotch trasparente; Vetrino porta oggetti; Abbassalingua; Paravento. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

40 TECNICA Al mattino far urinare la persona senza lavare la zona anale;
Tagliare con una forbice tre pezzetti di nastro adesivo della lunghezza di un vetrino portaoggetti (3 - 4 cm.); Porre il nastro adesivo sull’estremità di un abbassalingua avendo cura che la parte adesiva sia posizionata all’esterno; Indossare guanti monouso; Tenere ben fermo il nastro adesivo sull’abbassalingua; Premere la parte adesiva del nastro per alcuni secondi contro diversi punti della regione perianale senza toccare la parte con il collante; Applicare il nastro adesivo sul vetrino evitando la formazione di bolle d’aria; Premere delicatamente in modo da far ben aderire il nastro sul vetrino e mettere il tutto nell’apposito astuccio porta vetrini; 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

41 RICERCA DI SANGUE OCCULTO
La raccolta delle feci per la ricerca del sangue occulto viene effettuata per evidenziare una microscopica perdita ematica non visibili ad occhio nudo. La ricerca del sangue occulto nelle feci è un esame che andrebbe effettuato ogni anno, da uomini e donne a partire dai 50 anni, allo scopo di individuare precocemente la presenza di un tumore intestinale. La ricerca del sangue occulto nelle feci va eseguito per evidenziare un’eventuale perdita di sangue a carico dell'apparato gastro-intestinale. Quando i valori sono positivi, il paziente potrebbe essere affetto da ulcera duodenale e/o gastrica, varici esofagee, carcinoma dell'apparato gastro-intestinale, polipi dell'apparato gastro-intestinale, colite ulcerosa. Possono verificarsi falsi positivi e falsi negativi 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

42 Preparazione dell’utente
29/03/2017 Preparazione dell’utente Informare la persona sulla tecnica che eseguiremo. Nei tre giorni precedenti l’esame la persona deve spazzolarsi i denti con delicatezza, per evitare di provocare sanguinamento delle gengive. In alcuni laboratori, con gli strumenti per il test di ultima generazione, non è più necessario effettuare una particolare dieta alimentare, in quanto si evidenzia direttamente l’emoglobina umana. Tempo fa, nei 3 gg precedenti l’esame alla persona veniva chiesto di osservare una dieta priva di carne, barbabietole, pesce, brodo, banane, ravanelli e tutti gli alimenti contenenti ferro,in alcuni casi anche di evitare i farmaci antinfiammatori (che potrebbero danneggiare la mucosa dello stomaco, con conseguente fuoriuscita di sangue) 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

43 3 modulo Diletta Calamassi
MATERIALE Guanti monouso non sterili; Provetta in uso per la ricerca del sangue occulto; Padella; Comoda; Vaso di raccolta, catino, altro contenitore, ecc; Telo; Occorrente per l’igiene perineale; Paravento. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

44 3 modulo Diletta Calamassi
TECNICA Informare la persona; Effettuare il lavaggio delle mani con detergente; Indossare i guanti monouso; Istruire la persona a non defecare nel W.C.; Fornire la padella, la comoda, vaso di raccolta, o altro contenitore, asciutti e puliti Istruire la persona a non urinare mentre defeca (eventualmente farla urinare prima ed in un’altra padella); Al termine della defecazione coprire con il telo la comoda o la padella; Eseguire l’igiene perineale della persona con una padella pulita; Ritirare l’ausilio e recarsi in un locale apposito Immergere l’asticella all’interno della massa fecale, in punti diversi 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

45 3 modulo Diletta Calamassi
Chiudere accuratamente il contenitore; Togliersi i guanti; Lavarsi le mani con detergente; Registrare sulla documentazione infermieristica l’avvenuta esecuzione della raccolta; Verificare la correttezza dei dati sull’etichetta (nome della persona, data di nascita, nome dell’esame, data di raccolta, nome del reparto di appartenenza); Inviare il campione in laboratorio corredato da apposita richiesta compilata in ogni sua parte. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

46 Le urine/caratteristiche chimico-fisiche
29/03/2017 Le urine/caratteristiche chimico-fisiche Limpida Colore: giallo paglierino Peso specifico: NO PROTEINE NO GLUCOSIO NO CHETONI (in condizioni caratterizzate da un esaltato catabolismo di acidi grassi liberi in presenza di una ridotta disponibilità di glucosio – presenti in caso di digiuno particolarmente prolungato, gravidanza, ustioni, interventi chirurgici …) 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 46

47 Le urine/alterazioni della composizione
29/03/2017 Le urine/alterazioni della composizione Urine scure: urine concentrate Urine rosse: presenza di sangue (ematuria): (infezioni, traumi, tumori) Altri colori: mezzi di contrasto, blu di metilene… Urine torbide: es. presenza di pus (piuria) Urine miste a gas: pneumaturia 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 47

48 3 modulo Diletta Calamassi
29/03/2017 Le urine/quantità Diuresi: quantità di urina eliminata nelle 24 h ( mL) Alterazioni quantitative della diuresi: Poliuria: aumento diuresi (>2000 mL/die) Oliguria: diuresi inferiore a mL/die Anuria: diuresi prossima agli 0 mL/die Nicturia: necessità di urinare spesso durante la notte 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 48

49 Disturbi della minzione
29/03/2017 Disturbi della minzione Disuria: il pz fatica ad iniziare la minzione Pollachiuria: minzioni frequenti di piccole quantità Stranguria: minzione dolorosa Ritenzione urinaria: le urine vengono prodotte, ma non eliminate all’esterno Residuo vescicale: urina che resta in vescica dopo la minzione (es. pz prostatico) Ematuria: sangue nelle urine Incontinenza urinaria: da stress, urgenza, da rigurgito… Enuresi: perdita involontaria di urine nei vestiti o nel letto Tenesmo: stimolo impellente alla minzione, non seguito da emissione di urine 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 49

50 Presidi per l’eliminazione urinaria
29/03/2017 Presidi per l’eliminazione urinaria Condom (guaine per l’incontinenza maschile): può dare origine a problemi circolatori o a macerazione cutanea Pappagallo (storta) Padella Pannolone Catetere vescicale (CV): estemporaneo o permanente. Il catetere è abbinato a un presidio di raccolta delle urine 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 50

51 La raccolta di campioni di urine
29/03/2017 La raccolta di campioni di urine Esame chimico fisico delle urine Urinocultura Esame citologico delle urine Esame multistick Raccolta urine delle 24 ore 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 51

52 Esame chimico fisico delle urine:
29/03/2017 Esame chimico fisico delle urine: Raccolta dell’urina fresca da mitto spontaneo (persona allettata) Raccogliere l’urina della prima minzione del mattino Dopo un’accurata igiene dei genitali esterni ed interni; Indossare i guanti monouso non sterili; Posizionare il telino salva letto; Fornire alla persona la padella o il pappagallo e un bicchiere di plastica; Invitare la persona ad urinare (nella padella o nel pappagallo) lasciando scorrere il primo mitto; Invitare la persona a raccogliere il mitto intermedio nel bicchiere di plastica; Ritirare gli ausili, coperti con un telo e recarsi in un locale apposito; Prelevare con la siringa una quantità rappresentativa dell’urina raccolta nel bicchiere di plastica e riempire la provetta; Chiudere accuratamente la provetta; Togliersi i guanti; Lavarsi le mani con detergente; Registrare sulla documentazione infermieristica l’avvenuta esecuzione della raccolta; 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 52 52

53 3 modulo Diletta Calamassi
29/03/2017 Verificare la correttezza dei dati sull’etichetta (nome della persona, data di nascita,data di raccolta, nome del reparto di appartenenza); Inviare il campione in laboratorio corredato da apposita richiesta compilata in ogni sua parte. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 53 53

54 preparazione del materiale occorrente preparazione dell’ambiente
29/03/2017 Raccolta dell’urina fresca da drenaggio a circuito chiuso preparazione del materiale occorrente Guanti monouso non sterili; Provetta per l’urina; Padella, pappagallo, bicchiere di plastica; Siringa sterile da 20 ml; Bacinella reniforme; Pinza autostatica; Telino salva letto; Garze sterili. preparazione dell’ambiente predisporre l’ambiente in base alla tecnica da eseguire, ponendo particolare attenzione alla sicurezza, all’igiene, al comfort alberghiero/ambientale, al microclima, alla privacy. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 54 54

55 Effettuare il lavaggio delle mani con detergente;
29/03/2017 Effettuare il lavaggio delle mani con detergente; Indossare guanti monouso non sterili; Posizionare il telino salva letto; Clampare con la pinza il tubo di raccordo della sacca, al di sotto del dispositivo di gomma perforabile per almeno 1h; Disinfettare il dispositivo di gomma perforabile; Con una siringa da 20 ml prelevare un campione rappresentativo di urina presente nel lume del catetere; Togliere la pinza dal tubo di raccordo della sacca; Ritirare gli ausili, coperti con un telo e recarsi in un locale apposito; Inserire una quantità rappresentativa dell’urina raccolta con la siringa nella provetta; Chiudere accuratamente la provetta; Togliersi i guanti; Lavarsi le mani con detergente; 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 55 55

56 3 modulo Diletta Calamassi
29/03/2017 Registrare sulla documentazione infermieristica l’avvenuta esecuzione della raccolta; Verificare la correttezza dei dati sull’etichetta ( nome della persona, data di nascita, nome dell’esame, data di raccolta, nome del reparto di appartenenza); Inviare il campione in laboratorio corredato da apposita richiesta compilata in ogni sua parte. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 56 56

57 Riordino dei materiali
29/03/2017 Riposizionamento della persona Dopo aver eseguito la tecnica riposizionare confortevolmente la persona avendo cura di avvicinare il sistema di chiamata. Riordino dei materiali Dopo aver eseguito la tecnica riordinare il materiale e rifornire il carrello usato. Smaltimento Dopo aver eseguito la tecnica smaltire i presidi non riutilizzabili secondo la normativa vigente. Comunicazioni Dopo aver eseguito la tecnica comunicare all’infermiera o l’ostetrica e annotare con i sistemi in uso quanto rilevato in particolare per quanto riguarda la collaborazione della persona, le caratteristiche macroscopiche quanti-qualitative o elementi anomali dei campioni raccolti. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 57 57

58 Raccolta dell’urina per URINOCULTURA preparazione dell’utente
29/03/2017 Raccolta dell’urina per URINOCULTURA Per urinocoltura si intende la raccolta di un campione di urina in modo asettico in un contenitore sterile per la ricerca di eventuali microrganismi e l’allestimento di un antibiogramma in modo tale da poter avere dati precisi sulla terapia antibiotica da seguire. preparazione dell’utente Informare la persona sulla tecnica che eseguiremo; Compatibilmente al livello di stabilità/instabilità clinica della persona aiutarla ad assumere una posizione idonea alla raccolta da eseguire; Far eseguire o eseguire un’ACCURATA igiene dei genitali. 29/03/2017 Sede Amministrativa e Polo Didattico V. Oberdan, 13/ Spicchio/Sovigliana (Fi) Tel Fax 3 modulo Diletta Calamassi 58 58

59 3 modulo Diletta Calamassi
29/03/2017 IGIENE INTIMA Lavarsi le mani con detergente; Indossare i guanti; Con una mano allargare leggermente le grandi labbra della vagina; Lavare i genitali esterni ed interni, l’orifizio dell’uretra con acqua e sapone ( no disinfettanti ); Asciugare con panno pulito. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 59 59

60 3 modulo Diletta Calamassi
29/03/2017 IGIENE INTIMA Lavarsi le mani con detergente; Indossare i guanti; Ritrarre il prepuzio in modo da scoprire il glande; Lavare la punta del glande e il meato uretrale da dove fuoriesce l’urina con acqua e sapone (no disinfettanti ); Asciugare con panno pulito. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 60 60

61 preparazione del materiale occorrente preparazione dell’ambiente
29/03/2017 Raccolta dell’urina per urinocoltura da drenaggio a circuito chiuso preparazione del materiale occorrente Guanti monouso non sterili; Contenitore sterile per urina; Padella, pappagallo; Siringa sterile da 20 ml; Bacinella reniforme; Pinza autostatica; Telino salva letto; Garze sterili. preparazione dell’ambiente predisporre l’ambiente in base alla tecnica da eseguire, ponendo particolare attenzione alla sicurezza, all’igiene, al comfort alberghiero/ambientale, al microclima, alla privacy. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 61 61

62 Raccogliere l’urina della prima minzione del mattino
29/03/2017 Raccogliere l’urina della prima minzione del mattino Effettuare il lavaggio delle mani con detergente; Indossare guanti monouso non sterili; Posizionare il telino salva letto; Clampare con la pinza il tubo di raccordo della sacca, al di sotto del dispositivo di gomma perforabile per almeno 1h; Disinfettare il dispositivo di gomma perforabile; Aprire asetticamente il contenitore sterile delle urine ricordandosi di appoggiare il tappo del contenitore con la parte interna rivolta verso l’alto sopra un piano precedentemente sanificato; Con una siringa sterile da 20 ml prelevare un campione rappresentativo di urina presente nel lume del catetere; Rispettando le norme di asepsi inserire nel contenitore sterile il campione di urine prelevato; Chiudere accuratamente il contenitore; 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 62 62

63 Togliere la pinza autostatica dal tubo di raccordo della sacca;
29/03/2017 Togliere la pinza autostatica dal tubo di raccordo della sacca; Togliersi i guanti; Lavarsi le mani con detergente; Registrare sulla documentazione infermieristica l’avvenuta esecuzione della raccolta; Verificare la correttezza dei dati sull’etichetta ( nome della persona, data di nascita, nome dell’esame, data di raccolta, nome del reparto di appartenenza); Inviare il campione in laboratorio corredato da apposita richiesta compilata in ogni sua parte. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 63 63

64 Raccogliere l’urina della prima minzione del mattino
29/03/2017 Raccolta dell’urina per urinocoltura da mitto spontaneo (persona allettata) Raccogliere l’urina della prima minzione del mattino Dopo un’ACCURATA igiene dei genitali esterni ed interni; Indossare i guanti monouso non sterili; Posizionare il telino salva letto; Fornire alla persona la padella; Fornire alla persona il contenitore sterile dell’urina aperto asetticamente e ricordandosi di appoggiare il tappo del contenitore con la parte interna rivolta verso l’alto sopra un piano precedentemente sanificato; Invitare la persona a divaricare le grandi labbra durante la minzione lasciando scorrere il primo mitto nella padella; Invitare la persona a raccogliere il mitto intermedio nel contenitore sterile, non più di 10 – 15 ml evitando di contaminare il bordo del contenitore con le dita o con la cute; 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 64 64

65 Chiudere accuratamente il contenitore; Togliersi i guanti;
29/03/2017 Chiudere accuratamente il contenitore; Togliersi i guanti; Lavarsi le mani con detergente; Registrare sulla documentazione infermieristica l’avvenuta esecuzione della raccolta; Verificare la correttezza dei dati sull’etichetta ( nome della persona, data di nascita, nome dell’esame, data di raccolta, nome del reparto di appartenenza); Inviare il campione in laboratorio corredato da apposita richiesta compilata in ogni sua parte. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 65 65

66 Riposizionamento della persona Riordino dei materiali
29/03/2017 Riposizionamento della persona Dopo aver eseguito la tecnica riposizionare confortevolmente la persona avendo cura di avvicinare il sistema di chiamata. Riordino dei materiali Dopo aver eseguito la tecnica riordinare il materiale e rifornire il carrello usato. Smaltimento Dopo aver eseguito la tecnica smaltire i presidi non riutilizzabili secondo la normativa vigente. Comunicazioni Dopo aver eseguito la tecnica comunicare all’infermiera o l’ostetrica e annotare, con i sistemi in uso, quanto rilevato in particolare per quanto riguarda la collaborazione della persona, le caratteristiche macroscopiche quanti-qualitative o elementi anomali dei campioni raccolti. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 66 66

67 Raccolta dell’urina delle 24 ore
29/03/2017 Raccolta dell’urina delle 24 ore 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 67 67

68 Raccolta dell’urina delle 24 ore
29/03/2017 Raccolta dell’urina delle 24 ore Per la raccolta di un campione temporizzato di urina, si intende il monitoraggio della quantità di urina emessa nelle 24 ore per determinare il dosaggio di eventuali sostanze presenti in rapporto alla diuresi. Alcuni esami che si possono effettuare con la raccolta delle urine delle 24 ore sono: Clearance della creatinina, Glicosuria, Proteinuria, Fosfaturia 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 68 68

69 La clearance della creatinina
29/03/2017 La clearance della creatinina La creatinina è una proteina che si trova nei muscoli scheletrici ed ha la funzione di immagazzinare energia. La creatinina è un prodotto di scarto che deriva dal muscolo e viene riversato nel sangue. Essa viene filtrata dai reni ed è poi eliminata dal corpo attraverso le urine. Per questo la creatinina è usata come indice della funzionalità renale: infatti se i suoi livelli nel sangue aumentano, significa che i reni non riescono a farla passare nelle urine e quindi non svolgono bene il loro lavoro. La creatinina viene utilizzata per valutare la Clearance, cioe’ la normale funzionalità renale; La quantita’ di sangue che viene depurata dai reni nell’unita’ di tempo 29/03/2017 Sede Amministrativa e Polo Didattico V. Oberdan, 13/ Spicchio/Sovigliana (Fi) Tel Fax 3 modulo Diletta Calamassi 69 69

70 Raccolta dell’urina delle 24 ore da mitto spontaneo
29/03/2017 Raccolta dell’urina delle 24 ore da mitto spontaneo La preparazione del materiale occorrente Guanti monouso non sterili; Contenitore per l’urina della capacità di almeno 2l; Siringa sterile da 20 ml; Provetta per urina; Bacinella reniforme. La preparazione dell’ambiente Compatibilmente al livello di stabilità/instabilità clinica della persona, predisporre l’ambiente in base alla tecnica da eseguire, ponendo particolare attenzione alla sicurezza, all’igiene, al comfort alberghiero/ambientale, al microclima, alla privacy. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 70 70

71 Definire l’orario d’inizio della raccolta;
29/03/2017 Informare la persona; Definire l’orario d’inizio della raccolta; Istruire la persona sull’importanza di raccogliere tutte le urine emesse nelle 24 ore; Invitare la persona a urinare fino a completo svuotamento della vescica prima di iniziare la raccolta (gettare la prima minzione del mattino); Segnare l’ora d’inizio della raccolta e quella prevista per il termine della medesima; Se accidentalmente durante l’evacuazione l’urina va nel wc la raccolta deve essere interrotta; Raccogliere per ultima la minzione del mattino successivo all’inizio della raccolta in quanto sono le urine prodotte durante la notte della raccolta stessa; Conservare il contenitore in un luogo fresco e adatto; Effettuare il lavaggio delle mani con detergente; Indossare guanti monouso non sterili; 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 71 71

72 Al termine delle 24 ore miscelare le urine del contenitore;
29/03/2017 Al termine delle 24 ore miscelare le urine del contenitore; Con una siringa sterile da 20 ml prelevare un campione rappresentativo di urina presente nel contenitore; Rispettando le norme di asepsi inserire nella provetta il campione di urina prelevato; Chiudere accuratamente la provetta; Togliersi i guanti; Lavarsi le mani con detergente; Registrare sulla documentazione infermieristica l’avvenuta esecuzione della raccolta; Verificare la correttezza dei dati sull’etichetta (nome della persona, data di nascita, nome dell’esame, data di raccolta, nome del reparto di appartenenza); Inviare il campione in laboratorio corredato da apposita richiesta compilata in ogni sua parte. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 72 72

73 Raccolta dell’urina delle 24 ore (campione temporizzato)
29/03/2017 Raccolta dell’urina delle 24 ore (campione temporizzato) da catetere vescicale Informare la persona; Definire l’orario d’inizio della raccolta; Effettuare il lavaggio delle mani con detergente; Indossare guanti monouso non sterili; All’ora fissata per l’inizio della raccolta; Aprire il rubinetto del sacchetto di drenaggio delle urine e svuotarlo nell’apposito contenitore; Richiudere il rubinetto; Togliersi i guanti; Lavarsi le mani con detergente; All’ora fissata per il termine della raccolta; effettuare il lavaggio delle mani con detergente; indossare guanti monouso non sterili; aprire il rubinetto del sacchetto di drenaggio delle urine e svuotarlo nell’apposito contenitore; 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 73 73

74 Miscelare le urine del contenitore;
29/03/2017 Miscelare le urine del contenitore; Con una siringa sterile da 20 ml prelevare un campione rappresentativo di urina; Rispettando le norme di asepsi inserire nella provetta il campione di urina prelevato; Chiudere accuratamente la provetta; Togliersi i guanti; Lavarsi le mani con detergente; Registrare sulla documentazione infermieristica l’avvenuta esecuzione della raccolta; Verificare la correttezza dei dati sull’etichetta (nome della persona, data di nascita, nome dell’esame, data di raccolta, nome del reparto di appartenenza) RICORDARSI DI SCRIVERE LA QUANTITA’ TOTALE DELLE URINE DELLE 24 ORE; Inviare il campione in laboratorio corredato da apposita richiesta compilata in ogni sua parte. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 74 74

75 Esame dell’urina multistick
29/03/2017 Esame dell’urina multistick 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 75 75

76 La preparazione del materiale occorrente La preparazione dell’ambiente
29/03/2017 La preparazione del materiale occorrente Strisce reagenti; Bicchiere di plastica; Guanti monouso non sterili. La preparazione dell’ambiente predisporre l’ambiente in base alla tecnica da eseguire, ponendo particolare attenzione alla sicurezza, all’igiene, al comfort alberghiero/ambientale, al microclima, alla privacy. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 76 76

77 Effettuare il lavaggio delle mani con detergente;
29/03/2017 Effettuare il lavaggio delle mani con detergente; Indossare guanti monouso non sterili; Invitare la persona ad urinare nel bicchiere di plastica; Immergere la striscia reattiva nell’urina per il tempo raccomandato; Estrarre la striscia reattiva e controllare la colorazione; Il ph; Il glucosio; Le proteine; Il peso specifico; Togliersi i guanti; Lavarsi le mani con detergente. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 77 77

78 Esame citologico dell’urina
29/03/2017 Esame citologico dell’urina L’esame citologico dell’urina consente di evidenziare la presenza di cellule atipiche (es. Tumorali ). 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 78 78

79 La preparazione del materiale occorrente La preparazione dell’ambiente
29/03/2017 La preparazione del materiale occorrente Contenitori per urina non sterili; Guanti monouso non sterili. La preparazione dell’ambiente Compatibilmente al livello di stabilità/instabilità clinica della persona, predisporre l’ambiente in base alla tecnica da eseguire, ponendo particolare attenzione alla sicurezza, all’igiene, al comfort alberghiero/ambientale, al microclima, alla privacy. La tecnica Effettuare il lavaggio delle mani con detergente; Indossare guanti monouso non sterili; Invitare la persona ad urinare nel contenitore per urina; Raccogliere il campione di urina per tre mattine consecutive; 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 79 79

80 Lavarsi le mani con detergente;
29/03/2017 Togliersi i guanti; Lavarsi le mani con detergente; Registrare sulla documentazione infermieristica l’avvenuta esecuzione della raccolta; Verificare la correttezza dei dati sull’etichetta (nome della persona, data di nascita, nome dell’esame, data di raccolta, nome del reparto di appartenenza); Inviare il campione in laboratorio corredato da apposita richiesta compilata in ogni sua parte. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 80 80

81 Vie di eliminazione urinaria non fisiologiche
29/03/2017 Vie di eliminazione urinaria non fisiologiche Deviazione urinaria (UCS: uretero-cutaneo-stomia): gli ureteri vengono abboccati alla cute (Si ha una sacca di raccolta delle urine simile a quella usata nelle colostomie) Epicistostomia 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 81

82 3 modulo Diletta Calamassi
Epicistostomia 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

83 3 modulo Diletta Calamassi
Deviazione urinaria 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

84 Presidi per la eliminazione
29/03/2017 Presidi per la eliminazione Pannolone Catetere vescicale (CV): estemporaneo o permanente. Il catetere è abbinato a un presidio di raccolta delle urine 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 84

85 3 modulo Diletta Calamassi
Catetere vescicale 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

86 Gestione circuito CV-sacca
29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

87 STOMIE INTESTINALI E URINARIE
29/03/2017 STOMIE INTESTINALI E URINARIE La stomia è il risultato di un intervento mediante il quale viene creata un’apertura (stoma) sulla parete addominale, che raccorda un tratto di intestino (o gli ureteri) all’esterno. Le condizioni cliniche che rendono necessario il confezionamento chirurgico di una stomia, che può essere temporanea o definitiva, sono molte ed eterogenee, le principali cause sono le seguenti: Vie di eliminazione fecale non fisiologiche 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

88 3 modulo Diletta Calamassi
STOMIE A livello urinario si possono collegare all’esterno: Il rene Nefrostomia; L’uretere Ureterostomia; La vescica Cistostomia. A livello intestinale le stomie si differenziano a seconda della porzione di intestino che viene interrotto e abboccato alla cute: Cieco; La stomia viene confezionata a livello dell’intestino cieco, sulla regione destra dell’addome. ( più rara) Colon; La stomia viene confezionata a livello del colon e, a seconda della parte che viene abboccata all’intestino si avrà: Colonstomia sul traverso; Colonstomia discendente o sinistra Ileo; L’intestino ileo viene fissato alla parete addominale nella regione inferiore destra. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

89 3 modulo Diletta Calamassi
29/03/2017 Ano artificiale Ileostomia: l’ileo viene abboccato. Feci molto liquide ed aggressive per la cute Ciecostomia: il cieco viene abboccato. Feci molto liquide ed aggressive per la cute Trasversostomia Colostomia: il colon viene abboccato alla cute. A seconda della posizione, le feci avranno consistenza diversa (più formate se lo stoma è più vicino alla fine del colon) Sigmoidostomia 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 89

90 3 modulo Diletta Calamassi
Colonstomie Urostomie Rettocolite ulcerosa Traumi addominali Morbo di crohn Tumori 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

91 3 modulo Diletta Calamassi
29/03/2017 Ano artificiale 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 91

92 3 modulo Diletta Calamassi
29/03/2017 La stomia è priva di sfintere, del muscolo in grado di dilatarsi o stringersi, pertanto, questo intervento, provocando l’impossibilità del controllo volontario delle eliminazioni, rende necessario l’impiego di dispositivi di raccolta delle feci e delle urine. I sistemi stomali sono quei sistemi che consentono la raccolta delle feci o delle urine e che sono applicati alla cute del paziente. I sistemi stomali si dividono in sistemi ad un pezzo e sistemi a due pezzi. Sistema monopezzo: la sacca presenta una placca adesiva forata da applicare alla cute peristomale Sistema a due pezzi: placca adesiva distinta da sacca di raccolta. Sostituibili indipendentemente l’una dall’altra 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi 92

93 3 modulo Diletta Calamassi
Sistema a un pezzo Il sistema a un pezzo è un dispositivo di raccolta per stomizzati particolarmente semplice, completo e funzionale. Il sistema adesivo è rappresentato da un anello in materiale sintetico incorporato nel sacchetto attorno alla bocca stomale, che può essere di differenti misure a seconda delle dimensioni dello stoma. La superficie adesiva è ridotta al minimo essenziale e le caratteristiche di flessibilità, adattabilità e traspirabilità del materiale che compone l’anello di supporto consentono il massimo rispetto della pelle anche in caso di frequenti cambi. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

94 3 modulo Diletta Calamassi
Sistema a due pezzi Il sistema a due pezzi è un dispositivo di raccolta per stomizzato, dotato di un meccanismo di chiusura a flangia. Il sistema adesivo è rappresentato da una placca di materiale sintetico sulla quale è incorporato un anello semirigido che si aggancia ad un’analoga struttura localizzata attorno alla bocca della sacca. Questo sistema viene utilizzato con buoni risultati pratici sia nella fase post-operatoria immediata che in quella a distanza in presenza di una cute peristomale particolarmente sensibile e qualora siano necessari frequenti ricambi anche durante la stessa giornata. La placca, che resta in sede anche per alcuni giorni, evita il traumatismo diretto della cute che in questo modo è correttamente protetta. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

95 Assistenza al paziente con enterostomia
29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

96 È il caso delle iliostomie e delle deviazioni urinarie.
Le sacche si distinguono ancora in sacche a fondo aperto e sacche a fondo chiuso. Le prime sono utilizzate quando si devono raccogliere sostanze liquide che si accumulano frequentemente e che devono essere scaricate di volta in volta. È il caso delle iliostomie e delle deviazioni urinarie. Le seconde sono utilizzate dove le feci sono più solide, le scariche meno frequenti e pertanto non si richiede un frequente ricambio. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

97 La preparazione del materiale occorrente
IGIENE DELLO STOMA La preparazione del materiale occorrente Paravento; Misuratore per stomia; Forbici con punta arrotondata; Guanti monouso non sterili; Carta igienica, compresse di tessuto non tessuto, ovatta di cotone; Sapone liquido; Bacinella; Dispenser; Salviette; Bacinella reniforme; Brocca; Telo protezione – telo impermeabile; Telo di cotone morbido; Una nuova sacca; Un sacco portarifiuti. Crema di protezione per la cute peristomale 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

98 Cambio sacca di raccolta a due pezzi
La tecnica Cambio sacca di raccolta a due pezzi Effettuare il lavaggio delle mani con detergente; Informare la persona; Indossare i guanti; Posizionare confortevolmente la persona con un telo di protezione; Rimuovere delicatamente la sacca usata dal bordo superiore per evitare perdite, e se necessario, cambiare la placca protettiva (alzare la parte superiore della placca e con un tampone di garza inumidito con acqua calda, tendere la cute e rimuovere delicatamente la placca); Osservare la quantità e l’aspetto delle feci; Smaltire la sacca usata secondo la normativa vigente; 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

99 La tecnica Cambio sacca di raccolta a due pezzi
Rimuovere i residui di feci dalla stomia con carta igienica; Inumidire le compresse di tessuto non tessuto o un panno con acqua a temperatura corporea (circa 37° ), versando sopra le compresse o l’ovatta di cotone, l’acqua della brocca e raccogliendo quella in eccesso nella bacinella; Pulire la stomia, utilizzando ogni pezzo di compressa o di ovatta per un solo passaggio dalla zona più pulita a quella più sporca raccogliendo l’acqua in eccesso con la bacinella reniforme posizionata sotto la stomia; Utilizzando la stessa tecnica, pulire la cute peristomale con acqua e sapone liquido e risciacquarla; Asciugare accuratamente la cute tamponando con un telo di cotone di tessuto morbido; 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

100 Applicare la crema protettiva alla cute peristomale;
Dopo aver eseguito la pulizia della stomia, con il misuratore, rilevare il diametro della stomia e tracciare sulla carta che ricopre il lato adesivo della placca un cerchio di diametro corrispondente alla misura rilevata. Ritagliare sulla placca un foro leggermente più grande del cerchio tracciato. Applicare la placca protettiva, se la persona è collaborante chiedere di contrarre l’addome, pressare intorno alla stomia, tendendo bene la cute sottostante per evitare la formazione di pieghe; Applicare la crema protettiva alla cute peristomale; Applicare il sacchetto di raccolta sulla placca con l’apposito sistema a ghiera; Rimuovere il telo di protezione; Togliersi i guanti ; Effettuare il lavaggio delle mani con detergente; Aerare la stanza di degenza. 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

101 Assistenza al paziente con enterostomia
OCCHIO ALLE COMPLICANZE Sanguinamento Ematoma 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

102 3 modulo Diletta Calamassi
OCCHIO ALLE COMPLICANZE! Edema Necrosi: dello stoma o peristomale 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

103 Assistenza al paziente con enterostomia
L’intervento educativo alla gestione della stomia inizia il prima possibile Importanza della dieta! Importanza dell’igiene della stomia! Importanza supporto psicologico (difficoltà di accettazione, modifica nella percezione del proprio corpo) 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

104 Accertamento/eliminazione
Dati relativi alla persona: Mucose/cute idratate Presenza dispositivi di eliminazione urinaria Presidi per evacuazione Caratteristiche prodotti della eliminazione Dati relativi all’ambiente: Locali puliti Orari eliminazione consoni alle abitudini del pz Privacy Dati soggettivi: Abitudini del paziente Sua conoscenza di ambiente e presidi 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

105 Interventi eliminazione/sostituzione
Urine: Cateterismo vescicale, dialisi, trapianto renale, int. Chirurgico Feci: Intervento chirurgico Svuotamento meccanico 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

106 Interventi eliminazione/integrazione
Urine: Igiene e monitoraggio tessuti cutanei Gestione dev. urinaria Feci: Igiene e monitoraggio tessuti cutanei Gestione dev. intestinale 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

107 Interventi eliminazione/integrazione
È particolarmente importante il mantenimento dell’igiene della cute: Attenzione a: - macerazione - arrossamenti 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

108 Interventi eliminazione/integrazione
Garantire sempre il rispetto della privacy del paziente 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi

109 3 modulo Diletta Calamassi
Bibliografia Cavicchioli A, Casson P, Morello M, Pomes A,. Zanella G, Manuale per l’operatore Socio-Sanitario III ed., CEA, Milano, 2007 Patrizia Albinelli, Katiuscia Cottafavi, Paola Ferri, L’Infermiere tra teoria e prassi, un manuale per la didattica di laboratorio clinico, Athena,Modena, 2008 Panizzi R., Manuale dell’Operatore Socio Sanitario per la formazione di base e complementare, II Edizione, Piccin, 2010, Padova 29/03/2017 3 modulo Diletta Calamassi


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