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PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO

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Presentazione sul tema: "PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO"— Transcript della presentazione:

1 PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO

2 Lo sviluppo come . Parabola . Linea retta continua o spezzata
. Corsi e ricorsi

3 Oggetto di studio: Ciclo di vita
Dall’adulto al bambino e all’adulto Dal bambino I bambini si comportano in modo diverso dagli adulti:

4 Percezione Con bambini di 4-5 anni il fenomeno non si verifica.
A quell’età non si concentrano sull’insieme ma sui singoli elementi. Inoltre i “cerchi” sono vissuti come oggetti empirici interamente visibili (tre lune)

5 Operazioni mentali “il più basso” – “il meno alto” = logicamente equivalenti. Scegli l’asticella più lunga/meno corta. A B C D Scelte corrette: più lunga meno corta Anni 4/ ,6% 11/ % ,1 Due espressioni logicamente equivalenti sono psicologicamente diverse, richiedono cioè operazioni mentali diverse.

6 Forze dello sviluppo MATURAZIONISMO – programma genetico con/senza pratica (Gesell, Chomsky) COMPORTAMENTISMO (Skinner, Watson, Mowrer) COSTRUTTIVISMO/INTERAZIONISMO (Piaget, Vygotskij, Freud)

7 Approccio comportamentistico
L’organismo è docile e plasmabile Possiede una capacità illimitata di apprendimento Il cambiamento è prodotto da cause ambientali Il metodo ottimale è la sperimentazione e l’osservazione col massimo di controllo

8 Approccio organismico
L’organismo è attivo e si autorganizza Il cambiamento è la caratteristica primaria del comportamento Il cambiamento è guidato da leggi regolative e risponde a principi organizzativi intrinseci Il metodo ottimale è la sperimentazione e l’osservazione con un grado moderato di controllo

9 Approccio psicoanalitico
L’organismo è simbolico e determinato dalla sua storia personale Il cambiamento è l’esito di conflitti interni Lo sviluppo è un cambiamento qualitativo e procede secondo stadi Il metodo ottimale è l’osservazione col minimo di controllo e l’osservazione della relazione osservatore-osservato

10 Genetica Cultura Società
Nature Vs Nurture Esperimenti di Galton su gemelli monozigoti allevati in ambienti differenti Genetica Cultura Società Individuo

11 ECOLOGIA DELLO SVILUPPO: il ruolo del contesto
Bronfenbrenner Macrosistema politica sociale e dei servizi Esosistema Condizioni di vita e di lavoro Mesosistema relazioni tra microsistemi Microsistema Scuola Microsistema Coetanei Microsistema Famiglia

12 DIFFERENZE INDIVIDUALI
Schemi evolutivi comuni Differenze individuali Concezioni stadiali normalità o devianza

13 L A R I C E R C A Ricerca longitudinale
Consente di seguire lo sviluppo individuale nel tempo (stesso gruppo di bambini): a breve o lungo termine Consente di rispondere a domande circa la stabilità del comportamento indagato Consente di determinare gli effetti di esperienze o condizioni antecedenti sullo sviluppo successivo Esempi a breve termine: due punti nel tempo Esempi a lungo termine: diari

14 Ricerca longitudinale: svantaggi
Modello molto costoso in termini di investimenti di energie Possibilità di perdere soggetti nel corso della ricerca sia per cause accidentali che per abbandono volontario Possibilità di confusione tra i cambiamenti legati all’età e i cambiamenti di tipo sociale e storico che si verificano nel corso della ricerca

15 L A R I C E R C A Ricerca trasversale
Consente di confrontare individui di età diversa nello stesso momento temporale Relativamente poco costoso, veloce nell’esecuzione e facile da replicare Svantaggio: non dice nulla sullo sviluppo all’interno degli individui

16 Intervento del ricercatore sul fenomeno indagato
Metodi di ricerca Metodi quasi sperimentali o correlazionali Esperimento Osservazione MASSIMO MINIMO Intervento del ricercatore sul fenomeno indagato Controllo sulla variabile indipendente per determinare il comportamento osservato Analisi della relazione che potrebbe esistere tra le variabili in risposta alla manipolazione L’obiettivo è la verifica della relazione causa-effetto Laboratorio Nessun controllo sulla variabile indipendente, osservazione del comportamento spontaneo Relazioni esistenti tra le variabili L’obiettivo è la descrizione Ambiente

17 Esperimento VARIABILE INDIPENDENTE VARIABILE DIPENDENTE
Manipolata dal ricercatore attraverso la predisposizione di situazioni specifiche VARIABILE DIPENDENTE Subisce cambiamenti in funzione della manipolazione della variabile indipendente I soggetti sono assegnati casualmente: Gruppo sperimentale Sottoposto alla manipolazione della variabile indipendente Gruppo di controllo Non riceve nessun trattamento o un trattamento diverso

18 Esperimento Vantaggi Capacità di stabilire relazioni di causa-effetto tra variabile indipendente e variabile dipendente Facilità di essere replicato per ottenere ulteriori conferme o disconferme delle ipotesi iniziali Svantaggi I soggetti osservati in condizioni controllate e artificiali potrebbero comportarsi diversamente nella vita reale: difficile quindi generalizzare i dati.

19 PREVEDE UN CONFRONTO TRA:
Quasi Esperimento Si utilizza quando: Non è possibile manipolare le variabili indipendenti (es. effetto dell’assenza materna sul comportamento…) Non è possibile assegnare casualmente i soggetti ai gruppi sperimentali e di controllo PREVEDE UN CONFRONTO TRA: Gruppo di soggetti in cui la variabile da studiare è presente naturalmente Gruppo di soggetti simile ma con assenza della variabile da studiare

20 Disegno correlazionale
Si utilizza quando non è possibile individuare gruppi che differiscono per l’aspetto che interessa al ricercatore Descrive il rapporto tra 2 variabili (es. fruizione programmi TV violenti e comportamento aggressivo) Non consente di ricavare conclusioni circa la relazione causa-effetto tra le variabili (es. esposizione a comportamenti aggressivi in famiglia) Non richiede quindi gruppi sperimentale/di controllo GRADO DI ASSOCIAZIONE TRA: 1° VARIABILE 2° VARIABILE

21 Osservazione Osservare il comportamento quando si verifica spontaneamente per cogliere/descrivere le relazioni che esistono tra due o più variabili, senza tentativo di influenza su di esso

22 L’osservazione come metodo di ricerca
Miti Realtà Osservare non è registrare fedelmente la realtà L’osservazione richiede: Tempo e distensione Libertà intellettuale Assenza di pregiudizi Consapevolezza di sé Capacità di non coinvolgersi Capacità di sospendere il giudizio Osservare non è guardare. L’osservazione si fonda su un’ipotesi o quanto meno su una curiosità L’osservazione è esposta al rischio della soggettività Osservare non è interpretare. L’osservazione rappresenta un momento intermedio tra la percezione del fenomeno e la sua interpretazione E’ impossibile stabilire dei confini netti tra “chi osserva” e “chi viene osservato”

23 Osservazione 1 Studio sul campo non strutturato 2
Può variare rispetto a luogo intervento del ricercatore Ambiente naturale Ambiente artificiale 1 Studio sul campo non strutturato 2 Studio in laboratorio non strutturato strutturato Non 3 Studio sul campo strutturato 4 Studio in laboratorio strutturato Strutturato

24 naturalistica/etologica controllata/partecipante
Tipi di osservazione Osservazione naturalistica/etologica Osservazione controllata/partecipante Il ricercatore cerca di esercitare un minimo grado di controllo sul proprio oggetto di studio Il ricercatore cerca di esercitare un grado medio o massimo di controllo sul proprio oggetto di studio Condotta in ambiente naturale Condotta in ambiente naturale e in laboratorio

25 Fasi dell’osservazione
1. SELEZIONE DEL FENOMENO DA OSSERVARE 2. REGISTRAZIONE DEL FENOMENO INDIVIDUATO 3. CODIFICA DEI DATI REGISTRATI In tutte e tre le fasi sono individuabili delle fonti di errore che è necessario conoscere e controllare per evitare distorsioni sistematiche nella raccolta e analisi dei dati osservati

26 Fonti di errore nell’osservazione
SOGGETTI Fonte di errore Reattività alla presenza dell’osservatore Innaturalità Controllo Familiarizzazione Tecniche non invasive Mascherare la presenza dell’osservatore

27 Fonti di errore nell’osservazione
OSSERVATORI Fonte di errore Condizioni psicofisiche Capacità personali Sapere di essere valutati per l’attendibilità dell’osservazione Controllo Utilizzo di osservatori indipendenti Utilizzo di buoni osservatori Controlli casuali dell’attendibilità

28 Fonti di errore nell’osservazione
RICERCATORI Fonte di errore Aspettative e commenti Uso di schemi di codifica complessi Controllo Evitare commenti ed interpretazioni Definizioni operative chiare delle categorie di codifica Addestrare i codificatori

29 Interviste e questionari
sulle proprie idee, esperienze e motivazioni (> 3 anni per le interviste; > 7/8 per questionari) bambini Utilizzati per interrogare sui comportamenti, capacità e personalità dei bambini adulti Strutturati Domande chiuse Risposta sì/no o vero/falso Non strutturati Domande aperte Risposta estesa e articolata

30 Prerequisiti per la somministrazione di interviste e questionari a bambini e adolescenti
Che i bambini/adolescenti possiedano una buona capacità di comprensione e produzione del linguaggio Che i bambini/adolescenti intervistati siano collaborativi e siano disposti a comunicare i propri sentimenti, atteggiamenti e opinioni Che i bambini/adolescenti intervistati possiedano un livello cognitivo adeguato alla effettiva comprensione delle domande poste dall’intervistatore Che i bambini/adolescenti si sentano a loro agio e non prevalga la desiderabilità sociale

31 Strumenti privilegiati
Colloquio clinico (intervista + osservazione naturalistica) Disegno infantile Fiabe Gioco

32 LA SCELTA DEL METODO DIPENDE DALLA RICERCA


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