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LA QUESTIONE AMBIENTALE Cap. 1. Le dimensioni della crisi ecologica Cap.2. La natura come medio simbolico Cap. 3 L’elaborazione cristiana della questione.

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1 LA QUESTIONE AMBIENTALE Cap. 1. Le dimensioni della crisi ecologica Cap.2. La natura come medio simbolico Cap. 3 L’elaborazione cristiana della questione ambientale Cap. 4 Etica dell’ambiente Cap.5 Politiche ambientali

2 Cap. 6 Economia e ambiente Cap. 7 Biotecnologie e risvolti ambientali Cap. 8 L’energia e il suo uso Cap. 9 La prospettiva animalista Cap. 10 Il contributo della Chiesa

3 introduzione A)-ecologia= dottrina della casa, l’ambiente come una casa: non solo sistema di servizi ma anche di significati -Povertà sociale e crisi ecologica tendono ad intrecciarsi

4 - ci sono le generazioni future, che sono danneggiate dalle scelte di questa generazione nel senso che pagano i costi senza beneficiarne, il pianeta Terra, sfruttato e degradato

5 B ) Le ragioni della crescita dell’interesse verso l’ecologia -disintegrazione di civiltà. L'ideologia "ecologica" è un sintomo della crisi spirituale della civiltà, la complessità di tale questione

6 - connotata dalla prospettiva della fede in ordine alla comprensione dei fatti di civiltà -riformulare la questione in modo più univoco e argomentato superando la semplice citazione dei luoghi comuni. - connotat a dalla prospetti va della fede in ordine alla compren sione dei fatti di civiltà - riformul are la question e in modo più univoco e argomen tato superan do la semplice citazione dei luoghi

7 -C) interpella la responsabilità pubblica della Chiesa la questione ecologica va pazientemente istruita distinguendone e correlandone i molteplici aspetti.

8 Cap. 1. Le dimensioni della crisi ecologica 1.1. La consistenza "materiale" della questione ecologica 1.2. Elaborazione culturale della questione ecologica 1.3. Ecologia come strategia politica

9 introduzione -Le radici storiche della crisi ecologica -negli anni 60 il modello della società industriale ha cominciato ad essere contestato:

10 la crisi energetica, l'aumento dell'inflazione e della disoccupazione, l'arresto della crescita economica, episodi gravi di inquinamento…

11 - Sorgono infine i Movimenti ambientalisti -la ricerca in ecologia sviluppata dalla Comunità scientifica, sia qualificati programmi di intervento messi a punto da Agenzie Internazionali (OCSE, UNESCO, UNEP

12 -risulta da una pluralità di fattori: I) "materiali", II) "culturali", III) "politici

13 1.1. La consistenza "materiale" della questione ecologica 1.1.1. Contrazione della terra degli uomini: a causa dell'aumento della popolazione e dell' aumento delle interconnessioni

14 -crescita della popolazione -concentrazione nei centri urbani: l'urbanizzazione è una gran divoratrice di risorse

15 -crescita delle interconnessioni e delle informazioni: la mobilità, la comunicazione lo sviluppo delle capacità di conservare e scambiare informazioni ha aumentato l'attesa di vita dell'uomo, ha eliminato carestie ed epidemie

16 1.1.2. I segnali della crisi ecologica -esaurimento delle risorse naturali -deforestazione, riduzione delle specie viventi

17 -tre fenomeni globali: le piogge acide, l’effetto serra, lo strato dell’ozono… le prossime generazioni avranno a disposizione un capitale naturale inferiore

18 -Crisi sociale e crisi ambientale si combinano e si intrecciano insieme.

19 1.1.3. La difficoltà di conoscere e prevedere (tempi brevi in cui i problemi sono emersi e la loro complessità particolare) -il problema è interdisciplinare

20 concetti nuovi come sistema (la scomposizione porta a semplificare il problema fino a travisarlo) -connessione tra scelta di valori e cammino conoscitivo (es. cambiamenti climatici)

21 -una "scienza postnormale" caratterizzata dalla provvisorietà e dall'incertezza. -l’esperto come riduttore della complessità: risolutore di incertezze, e per questa via riduttore delle complessità.

22 1.1.4. La difficoltà di decidere e agire Una norma che regoli un comportamento suppone l’osservabilità degli effetti di tale comportamento, l'identificazione della responsabilità, la possibilità di controllo

23 -sono compromesse la possibilità di una o tutte e tre le condizioni..- per gli effetti a tempi lunghi, per la responsabilità difficile da attribuire

24 -problemi di giustizia:in un’area geografica in cui l'attesa di vita alla nascita è ancora inferiore ai 50 anni (Africa) il peso del problema è ben diverso dal peso e dal valore che hanno in un'area in cui tale attesa di vita supera già i 75 anni (Europa occidentale).

25 -nessuno si illude che sia tanto facile cambiare lo stile di vita e ridurre il livello di consumi di questo 10% di popolazione al quale noi apparteniamo e che consuma il 50% delle risorse. -l'aspetto di giustizia intergeneraziona le

26 1.1.5. Come controllare ciò che non è prevedibile -come guidare uno sviluppo sostenibile?

27 può essere soltanto un cammino di apprendimento continuo, apprendimento delle caratteristiche del sistema controllato e degli effetti della nostra azione di controllo su di esso.

28 -ruolo della tecnologia: quali effetti compensatori può introdurre per bilanciare gli evidenti impatti negativi? il problema dei valori, che non è un problema scientifico, diventa il problema dominante.

29 -le cause della crisi ecologica in quattro fattori principali; il primo nasce da una duplice erronea convinzione: l'inesauribilità delle risorse naturali (indiscriminata libertà del loro sfruttamento) e la capacità di autoriparazione da parte della natura

30 Il secondo è relativo alla logica del profitto da ottenersi con i minimi costi Il terzo va identificato nella politica energetica mondiale che ha privilegiato fonti abbondanti

31 L'ultimo è il riflesso dell'attuale modello di sviluppo occidentale (esportato in tutto il mondo Il modo e i tempi in cui l’uomo manipola la terra, l'acqua o l’ atmosfera L'ultimo è

32 ha riflessi che vanno oltre i confini della sua autonomia, tocca altri uomini in modo sempre più palese

33 1.2.Elaborazione culturale della questione ecologica 1.2.1.L’ecologia come scienza -spiegazione dei fenomeni mediante la loro risoluzione nelle determinanti causali che concorrono alla produzione dei fenomeni stessi. A tale modello analitico-deterministico si contrappone

34 -un nuovo paradigma scientifico sintetico ed elastico -vita come principio autopoietico di sintesi di elementi dispersi.(E.H. Haeckel, comunemente considerato come il suo fondatore)

35 Lo scambio organismo-ambiente induce infatti ad una prospettiva dinamica e "storicizzante", di contro alla prospettiva statica e generalizzante “ storia naturale": una storia cioè della quale vettore fondamentale è la capacità auto-organizzativa delle singole specie viventi,

36 Le singole "comunità biologiche" (biocenosi), i sistemi delle diverse popolazioni (ecosistemi) e finalmente l'unità complessiva del sistema dei viventi (biosfera) diventano le categorie formali mediante le quali opera l'ecologia.

37 L'ecologia appare forma di sapere rilevante nell’ottica dell’interesse pratico e politico dell'uomo all'integrità dell'ambiente. La sua rilevanza si esplicita a misura che l'uomo sperimenta la macroscopica incidenza della propria iniziativa

38 - che cos’è l’integrità dell’ambiente? tali equilibri sono dinamici, in perpetuo divenire sotto la pressione di fenomeni fisici (atmosferici, astronomici, geologici)

39 - II carattere per così dire "magico" della vita è simbolicamente sovradeterminato mediante il ricorso alle tradizioni esoteriche e religiose, vaga mistica

40 Il pensiero "ecologista" deve essere valutato come una risposta impertinente e confusa ad un problema reale, che è quello della responsabilità etico- politica della scienza

41 -il rimedio alla frammentazione delle scienze non va cercato in una scienza universale o ecologica, ma nell’etica della ricerca scientifica

42 un problema di libertà; problema che esige di essere istruito e risolto ritornando alla morale che si occupa della "retta vita“.

43 Ecologia e dominium della natura: la misura o norma alla quale la libertà umana è obbligata non è però quella di pretesi equilibri biologici, è invece norma morale, la misura della libertà umana

44 L’agire libero ha bisogno di riferirsi ad un bene capace di meritare il consenso incondizionato

45 -il rispetto della natura va inteso come necessità per l'uomo di accordare attenzione alle condizioni biologiche comunque necessarie alla propria vita, la quale per altro è più che "vita" in accezione biologica

46 1.2.2. L’ecologia come nuova religione sinonimo di fanatismo, intolleranza, certezza immotivata, dispotismo nel pensiero e nell'azione. Si oppone il culto dell’ambiente alla "cultura" dell'ambiente,

47 il linguaggio del "rispetto" della natura e l'uso di antiche categorie mitologiche per argomentare il passaggio dal meschino "antropocentrismo" cartesiano (detto anche cristiano) ad un più umile e religioso "geocentrismo

48 una concezione della natura quale realtà autoconsistente a monte rispetto al rapporto dell'uomo con essa, e della quale l'uomo non dovrebbe minacciare l'ordine. Una concezione ovviamente assurda.

49 religione neopagana in mancanza di meglio. Il meglio che manca è la connotazione religiosa della civiltà, la civiltà attuale è secolare, è senza riferimento a ciò che incute universale “rispetto".

50 mancano le opportunità civili di riconoscere il senso e il valore dell'uomo nelle quotidiane circostanze della vita. Nasce allora la tentazione di proiezioni evasive,"mistiche", svincolate dall'intrigo inestricabile dei rapporti civili.

51 La mistica della natura o l'efficacia soteriologica del ritorno alla natura è un sintomo del disagio della civiltà.

52 C'è infatti un senso in cui la natura suscita un tale "rispetto": ma è rispetto di Dio e quindi dell'uomo, e non della natura stessa. Non si può e non si deve cercare di uscire dalla civiltà

53 La critica civile e non il ritorno alla natura, è la via per inverare il "rispetto" per la natura.

54 La rinuncia alla libertà come spirito della tecnica e ritorno alla natura

55 Per restituire alla questione ambientale la sua serietà occorre definire la sua consistenza e non indulgere a quelle "radicalizzazioni" che equivalgono a regressioni nell'indistinto.

56 - ideologia verde come critica del capitalismo avanzato: L'ecologismo rappresenta la continuazione, il superamento e l’allargamento della prospettiva marxista.

57 L’ecologismo l’allarga allo sfruttamento delle risorse materiali, che assicurano la vita di tutti gli uomini, defraudati della base stessa della vita

58 -la tendenza riformista: rifiuta le due tendenze proposte: quella di impedire autoritativamente l'ulteriore crescita, sia quella di fare marcia indietro e di tornare al buon tempo antico

59 interventi per limitare i danni del sistema industriale e militarista, e per riconvertire gradualmente alcuni settori di esso. Punto di partenza è la contrapposizione tra la crescita quantitativa e lo sviluppo qualitativo

60 - tendenza fondamentalista dell’ecologismo: esprime invece un'avversione alla tecnologia. Tra i suoi rappresentanti va ricordato I. Jllich_(La convivialità, Mondadori, Milano 1971)

61 La visione olistica è comune a tutto l'ecologismo: della natura fanno parte tutti gli esseri viventi, compreso l'uomo.

62 Questi non si distingue dagli altri, come nella visione antropocentrica.Al centro non sta l'uomo, ma la biosfera (Il biocentrismo )

63 -ecologia profonda: -piena realizzazione dell'Io, che si attua attraverso la totale identificazione di noi stessi con il mondo, con l'ecosistema globale.

64 - tutte le forme di vita hanno uguale diritto di esistere, di manifestarsi e di svilupparsi, una visione "animalistica" e "materialistica" che pone al centro la "vita" senza distinzione tra vita umana e vita animale.

65 1.3. Ecologia come strategia politica l'istanza ambientale è oggi fatta propria praticamente da tutti i partiti. Si dirà che questa appropriazione tardiva è soltanto nominale: infatti poco sembrano fare per un'effettiva tutela dell'ambiente.

66 - i movimenti verdi: la loro istanza astratta è impraticabile perché stralciata dalla questione politica (governo del destino della civiltà) e non fa i conti con il possibile

67 movimenti “trasversali", tipicamente dei "verdi". Essi non chiedono consenso per un progetto politico generale del futuro civile, ma unicamente in nome di questa istanza della salvaguardia della natura,

68 istanza di fatto sovradeterminata fino a farla valere quale pretesa scelta di civiltà (primato dell'ecologismo su ogni altro valore). Si tratta di canoni arbitrari che semplificano demagogicamente la complessità del giudizio morale.

69 E' su questo sfondo che occorre intendere la fortuna politica dei "verdi" Le liste "verdi" non ottengono consensi rilevanti, ma ad un eventuale referendum le singole istanze dei "verdi" hanno buona possibilità di ottenere la maggioranza. Il referendum è la strategia politica privilegiata dei "verdi".

70 -questione seria. Perché sia responsabile e non declamatoria, deve misurarsi con le questioni più generali del futuro civile. Stralciare l'ambiente, come la questione seria, dall'insieme è operazione obiettivamente demagogica

71 -forme radicali di lotta: l'ideologia dell'ecologismo può portare a forme radicali di lotta ecologica che sono discutibili (campagna contro le centrali nucleari che sono assai meno inquinanti del petrolio e del carbone e i cui disastri sono stati assai più rari …)

72 La protezione della natura, come inteso da certa cultura "verde", viene a scavalcare nell’ordine delle priorità, i problemi, ancora gravissimi, dell'occupazione lavorativa», dell’ emarginazione sociale, della distribuzione equa della ricchezza e simili.

73 c.2 LA NATURA COME MEDIO SIMBOLICO 2.1. Uomo e natura nello sviluppo del pensiero filosofico 2.2. Il destino essenziale della tecnica e sua possibilità di perversione

74 2.1. Uomo e natura nello sviluppo del pensiero filosofico La filosofia occidentale in principio si è concentrata sulla comprensione della Natura.

75 senza preoccuparsi di identificare un posto speciale per l'uomo (filosofi presocratiei).

76 i Sofisti cominciarono a preoccuparsi del mondo dell'uomo (vita politica e sociale)

77 Con Socrate la questione della specifica natura dell’uomo: la divisione tra uomo e natura, divisione successivamente approfondita da Platone

78 In Platone c’è già l'idea che l'uomo debba diventare padrone della Natura, e usarla per i propri scopi, - Aristotele non negò la superiorità dell'uomo, ma non la presentò come un segno della separazione dalla Natura.

79 -la tradizione cristiana e creazionista: l'uomo è un essere privilegiato, creato a parte da Dio e dotato di un'anima spirituale immortale che lo rende "immagine di Dio:

80 È questa prospettiva teocentrica a fornire la visione "sovrasistemica" che permette di armonizzare uomo e Natura.

81 la prospettiva antropocentrica: la nuova scienza naturale inaugurò uno studio della Natura libero da ogni condizionamento teologico ed offrì all'uomo i mezzi più efficienti per mettere la Natura al proprio servizio

82 il "sistema tecnologico" cominciò a diventare l'ambiente diretto dell'uomo e a sostituire il tradizionale ambiente naturale.

83 -l’umanizzazione della natura (progressiva erosione della Natura assorbita dall'uomo fino a portare all'estinzione il genere umano) o naturalizzazione dell’uomo (le scienze umane hanno lo stesso metodo delle scienze naturali, teoria dell'evoluzione).

84 la critica al carattere non umano dell'ambiente tecnologico è stata sviluppata molto prima dell'attuale critica che concerne la mancanza di riguardo per l'ambiente naturale. (Guardini, Heidegger, Berdjaev, Marcel, Brunner, Tillich...).

85 Quando i sostenitori del sistema tecnologico dicono che la tecnologia sarà capace di controllare lo sfruttamento della natura

86 in modo che il genere umano sarà protetto contro il rischio di estinzione, e potrà offrire all'uomo quella migliore "qualità della vita",

87 che egli non potrebbe mai godere tornando indietro allo "stato di natura“. crit.: partono da una visione troppo ristretta della natura e riducono la relazione dell’uomo con la Natura al livello della pura sopravvivenza biologica.

88 la natura è stata per migliaia di anni una occasione di contemplazione, una sorgente di ispirazione, uno stimolo a riflettere sul significato della vita, che ha nutrito arte, poesia, sentimenti religiosi, filosofia e scienza il sistema tecnologico riduce la natura ad apparato di materiali,

89 2.2. Il destino essenziale della tecnica e sua possibilità di perversione 2.2.1. Tecnica e conoscenza -la concezione antica: la t. in funzione della verità, la techne "seguendo le ragioni della verità, fa venire all'essere ciò che non si produce da sè stesso" (Aristotele, Etica a Nicomaco, VI, 1140)

90 un'opera che si coniuga con un crescente vedere, che si dà nello svelamento.

91 Ma l’opera dello svelare non fa tutt'uno con l'opera della verità. Giobbe si domanda: "Ma la sapienza donde sgorga e qual'è il giacimento dell'intelligenza?" - -l'abisso e la morte indicano della sapienza appena una traccia: "Ne udimmo la fama" (Gb: 28)

92 Gli elementi dunque non come potenza informe del nulla, ma come presenza di un infinito senso, di una misura ed un principio dei confini, dunque anche delle relazioni, delle reciprocità tra essere e essere: logos come sapienza

93 Il timore di Dio, oltre che abbandono di fede, è comunque anche dedizione della mente, riconoscimento e custodia dell'ordine disposto all’origine

94 2.2.2. Il criterio dell’essere e la perversione dell’avere - la tecnica, al di là della cosa, si fa anche attenta ai nessi radicali, alle relazioni costitutive, alla reciprocità e al raccoglimento dei diversi sensi. lasciando emergere l'intimità e la parentela tra la natura e l'uomo

95 -la tecnica come avere, Il motivo sta in una disposizione conoscitiva, che è propria della modernità: la verità come chiarezza distinta(Cartesio, empirismo).

96 garantire la propria obiettività, deve costituirsi con una scansione binaria, nell'ordine delle distinzioni e delle definizioni rigorose. La logica binaria non costituisce l'unica direzione possibile dell'itinerario conoscitivo

97 -la relazione di avere risuona negativamente ove si faccia esclusiva di una relazione più radicale, di un reciproco convenire nella comunione dell'essere.

98 relazione del convenire reciproco: un rapporto puramente espropriativo della terra, dell'acqua…finisce col ritorcersi sulla stessa costituzione della nostra intimità.

99 -due dimensioni della tecnica: scoperta e potere nel contesto di una logica dell'essere, logica che sa dischiudersi al riconoscimento dei "confini" e alla "misura" che distingue, mentre raccoglie, e che raccoglie mentre distingue.

100 2.3. Scienza e progetto Perché la tecnica diventi opera di verità, occorre battersi su due fronti. Da un lato occorre smascherare la pretesa di svincolare la scienza da ogni considerazione valutativa

101 La scienza ha in sé stessa bisogno di un orientamento sapienziale

102 -M.Weber: la domanda di senso trascende la possibilità della ragione e si risolve in definitiva solo nelle opinioni, di una fede..

103 La scienza ha già fatto abbastanza quando sappia offrire le nozioni sufficienti a "padroneggiare la vita": essa deve restare fedele solo a questo compito

104 Crit.: ma se non vi sono ragioni di riferimento, chi assicura la stessa validità del servizio alla tecnica? -lavorare per una cultura della responsabilità scientifica per non cadere prigionieri delle ideologie

105 L'uso della tecnica come appropriazione obbedisce in concreto ad una logica della pura profittualità e del puro consumo.

106 L'esigenza di un sistema alternativo sarà tanto più forte quanto più diffusa sarà la coscienza delle contraddizioni e quanto più profonda sarà la cultura dell'essere e della partecipazione politica-culturale.

107 2.2.4. L’ambiente al di là dell’ecologia -ogni cosa si offre come modulazione dell’intero e rinvio ad altro, struttura simbolica dell’essere se ogni ente ha senso solo nel suo rinvio e nella sua simbolicità,

108 la considerazione oggettiva vale solo come transito provvisorio, solo come una necessaria ma non definitiva astrazione.

109 Il riferimento al senso più profondo della realtà diverrà allora una regola per dirigere le linee della ricerca L'etimologia stessa è indice suggestivo di un'eccedenza della figura dell'ambiente rispetto a quella descritta dall'ecologia.

110 "Ecologia" è parola che insinua l'idea che l'ambiente è come una "casa" (oikos) per l'uomo

111 nella casa l'uomo si riconosce come atteso, accolto, compreso e quindi autorizzato a sua volta a dire, a fare, a volere. Nella casa la vita appare come una chiamata.

112 A procedere da una casa l'uomo può riconoscere il mondo come già domestico: ogni bene della terra può e deve diventare "segno” dell'alleanza con i fratelli, con la vita, con Dio stesso.

113 -la terra luogo nel quale si dischiudono i significati della vita e nel quale la coscienza trova una "casa ".

114 -l’attitudine simbolica predisposta dall’opera di Dio la "parola", che Dio pronunziò fin dall'inizio, raggiunge di fatto l'orecchio dei singoli solo attraverso la mediazione dei molti rapporti umani, e quindi anche del rapporto civile nel suo insieme.

115 La qualità del rapporto civile contemporaneo è tale da sistematicamente mortificare l'attitudine dell'ambiente stesso a significare la promessa di Dio, a significare in qualche modo ciò che è degno e merita che l’uomo vi si dedichi.

116 - l’aspetto più grave della crisi ambientale: povertà di senso, privilegio della cultura materiale, consumismo

117 La povertà di senso che minaccia la vita dell'uomo è da interpretare quale esito della difficoltà della casa contemporanea a configurarsi quale spazio simbolico capace di istruire il senso della terra intera.

118 La questione ambientale si confonde allora con la questione generale della civiltà moderna: una civiltà che privilegia in maniera unilaterale la "cultura" materiale (della terra come risorsa materiale)

119 rispetto alla “cultura" morale (di quei beni nella dedizione ai quali si concreta il destino libero della vita umana).

120 Il consumismo determina un accrescimento degli sprechi, un aggravamento dei fenomeni dell'esaurimento delle risorse e di inquinamento.

121 Ma molto prima del danno che l'uomo fa all'ambiente, è il danno che l'uomo (ambiente civile) fa a sé stesso attraverso l’artificialità dell'ambiente predisposto (la terra come semplice mezzo dell'artificio umano).

122 2.2.5.Osservazioni conclusive -la natura come medio simbolico e spazio di comunicazione: pensare la natura anche come spazio della comunicazione umana (arte, lavoro...) e del rapporto con Dio,

123 rapporti che abbisognano intrinsecamente e non solo eventualmente di un medio simbolico quale quello rappresentato dalla natura

124 Il "bene" è in ogni caso, anche quando si esprime come rispetto della natura, non un modo di essere della natura, ma una determinazione della “vita” promessa da Dio e sperata e perseguita dall'uomo.

125 La "vita" qui in questione non è- quella definita dai processi teleologici della natura (Aristotele), ma è quella simbolicamente annunciata anche in forza di quei processi, -- -libertà dell’uomo.

126 -la competenza della fede nella questione ambientale in quanto la natura è medio simbolico della relazione religiosa in cui si dà il senso ultimo

127 -disporre di categorie formali per la critica civile: Il compito di chiarire categorie quali quelle di natura, cultura, ambiente, storia, società civile

128 implica la ripresa della stessa riflessione antropologica fondamentale per rendere ragione del nesso tra coscienza e civiltà.


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