Il significato dell'esperienza nella psicopedagogia Docente: Vinicio D'Intino Prova orale del concorso a cattedra D.M. 82/2012 (classe di concorso A036)

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Transcript della presentazione:

Il significato dell'esperienza nella psicopedagogia Docente: Vinicio D'Intino Prova orale del concorso a cattedra D.M. 82/2012 (classe di concorso A036) ProfessionistiScuola.it

Disciplina: pedagogia Destinatari: V anno di liceo socio-psico-pedagogico (17/19 anni) 25 alunni, di cui 1 dislessico, ovvero portatore di un Bisogno Specifico di Apprendimento, della cui presenza ed esigenze terrò conto per impostare una particolare metodologia.

La dislessia come riconosciuto dalla legge n. 170 dell'8 ottobre 2010, e come gli altri "Disturbi Specifici di Apprendimento" (disgrafia, disortografia, discalculia), si manifesta "in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali"; come quelli, richiede l'utilizzo di "strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche".

Tali strumenti, però, raggiungono la massima efficacia se adottati a partire da una finalità non solo, e non tanto, "integrativa" (cioè orientata solo all'intervento sul portatore del disagio), ma "inclusiva" (cioè orientata all'attivazione delle risorse del gruppo classe per la rimozione degli ostacoli alla partecipazione piena del soggetto, promuovendo al tempo stesso la crescita, umana e culturale, complessiva).

La metodologia sarà perciò ispirata al "cooperative learning" e al "peer tutoring": la classe sarà divisa in 5 gruppi di 5 alunni, ciascuno dei quali avrà il compito di elaborare, con l'ausilio di "Power Point" e di un software di sintesi vocale, una mappa concettuale "visivo-sonora" dedicata a ciascuno degli autori presentati. Successivamente i gruppi saranno scomposti e ricomposti in modo che ciascun alunno potrà spiegare la propria mappa agli altri.

Perché una mappa concettuale "visivo-sonora"? Oltre che, in generale, per suscitare il protagonismo di tutti gli alunni e svilupparne le competenze nella manipolazione non banale dei software, nonché nella schematizzazione generalmente utile per l'apprendimento, perché, con riferimento particolare al soggetto dislessico, potrà ovviare alle sue difficoltà di lettura e fornirgli un supporto alla concentrazione al momento dell'esposizione (non si dimentichi che i dislessici sono spesso caratterizzati da carenze nella memoria a breve e a lungo termine).memoria

Finalità specifiche del modulo "Comportamentismo, pragmatismo, cognitivismo" La successione delle teorie degli autori presi in considerazione (Watson-Skinner-Dewey-Piaget-Vygotskij) (prevista in cinque ore; altre due saranno dedicate all'esposizione delle mappe), ipotizzandone un'approssimazione sempre maggiore alle dinamiche effettive dell'esperienza educativa, non è casuale rispetto al percorso svolto, aspirando ad illustrarne il fondamento e a fornirne la legittimazione teorica.

Il comportamentismo: John Watson ( ) - la psicologia come scienza positiva - l'anti-mentalismo -anti-innatismo e ruolo primario dell'apprendimento - il riduzionismo fisiologico - il ruolo dell'ambiente e gli stimoli esterni - il legame stimolo-risposta Presupposti ed obiettivi: prevedibilità e controllabilità dei comportamenti; preminenza assoluta dell'esperienza esterna.

Burrhus Skinner ( ): un comportamentismo "raffinato" - dal condizionamento classico al condizionamento "operante" - l'attività autonoma dell'organismo umano… - … e i suoi effetti: i rinforzi - la possibilità "universale" di apprendimento di attività complesse L'obiettivo resta la manipolazione ed il controllo dei comportamenti, ma – specialmente attraverso il rifiuto del "rinforzo negativo" – si palesa la consapevolezza dell'importanza della "variabile individuale" nella strutturazione dell'esperienza.

Il pragmatismo di John Dewey ( ) L'esperienza è - fondamento della società e della scienza, che perciò non può pretendere irrevocabilità ed assolutezza - non è mera ricezione di stimoli ambientali, ma attività di esplorazione attiva del contesto naturale e sociale, progettualmente finalizzata alla sua modifica - non è univoca, ma plurale e problematica Assieme alle pretese positivistiche, viene accantonata la dimensione "laboratoriale" dell'esperienza, che viene invece assunta nella sua concretezza e funzionalità alla crescita ed al benessere individuale, e non a progetti di controllo sociale.

Il cognitivismo e Jean Piaget ( ) - Interesse per le strutture e i processi della mente, concepita, in netta contrapposizione con il comportamentismo, come un sistema autonomo di elaborazione dei dati esterni. - I quattro necessari stadi di sviluppo dell'intelletto umano: a)senso-motorio, di adattamento attivo all'ambiente, ancora incapace di chiare rappresentazioni mentali (primi due anni); b) pre-operatorio, in cui si acquista tale capacità, ma il pensiero è "egocentrico", "magico", "pre-logico" (dai 2 ai 7 anni); c) delle operazioni concrete, il riferimento alle quali vincola le operazioni mentali (7-11 anni); d) delle operazioni formali, in cui si raggiunge la capacità di astrazione Il protagonismo del soggetto dell'apprendimento è tale da vincolare la significatività della sua esperienza ai suoi stadi di sviluppo intellettuale.

Il cognitivismo storico-culturale di Lev S. Vygotskij ( ) - in contrapposizione a Piaget, viene negata l'esistenza di strutture psichiche predeterminate e di schemi universali di sviluppo cognitivo - relazione dialettica tra sviluppo e apprendimento: importanza degli stimoli esterni e, dunque, della funzione educativa - esistenza di un' "area di sviluppo potenziale" L'esperienza è relazione dialettica fra l'individuo ed il contesto in cui vive: se questo è opportunamente strutturato, nessuno è rigidamente vincolato alle proprie condizioni di partenza.