Attività didattica sul Cyberbullismo Formazione dei referenti coordinatori dei processi sui temi della disabilità e dell’inclusione. Seconda annualità Attività didattica sul Cyberbullismo a cura delle docenti Raffaele F. Prisco C.
Alunni VA VB del Terzo Circolo Didattico di Somma Vesuviana DESTINATARI Proposta per la strutturazione di UN REPORT GIORNALIERO del tempo trascorso da ogni alunno in rete. lezioni n2 TEMPI Attività laboratoriale in aula - Brain Storming attraverso domande stimolo - Role-playing - Gioco sull’empatia METODI E STRUMENTI
DELL’ATTIVITA’ IN AULA STEP DELL’ATTIVITA’ IN AULA Condivisione al gruppo classe dei risultati ottenuti dalla tabulazione delle ore trascorse in rete Riflessione sugli esiti e sulle possibili conseguenze di un uso inadeguato della rete. Visione del video Brain storming con domande stimolo Proposta di role playing per incrementare la consapevolezza degli alunni circa le emozioni in gioco tra i diversi attori sociali coinvolti in un episodio di cyberbullismo Gioco sulla lettura delle emozioni: Ogni ragazzo riceve un biglietto con indicata un’emozione che deve mimare agli altri. Interpretare le emozioni altrui è difficile, può essere oggetto di errore, si possono fraintendere determinati atteggiamenti, si può non riuscire a entrare totalmente in sintonia con una persona e quindi capire i sentimenti che la portano ad agire in una determinata maniera. Comprendere l’altro permette anche di non cadere in falsi messaggi. Le dieci regole per la navigazione sicura della polizia di stato
Attivita’ laboratoriale ESITO DEL REPORT EFFETTUATO DAGLI ALUNNI
Attività laboratoriale RIFLESSIONI SULL’USO INADEGUATO DELLA RETE Gli alunni sono stati invitati a registrare per tre giorni la loro attività in rete, indicandone l’inizio e la fine. Molti hanno accettato immediatamente e con entusiasmo, altri invece, temendo di essere valutati negativamente, sono stati più reticenti. Rassicurati dell’anonimato del sondaggio, dopo tre giorni hanno consegnato le schede con le registrazioni individuali, e attraverso un’analisi di essi si è riscontrata ancora una discreta capacità di gestire il tempo «tecnologico», che è risultato di 2 e 40 ore di media giornaliere, probabilmente grazie al contesto socio-culturale-ambientale nel quale vivono. Inoltre alla domanda: «Secondo voi cosa può esserci di dannoso nell’utilizzare internet?» Si sono registrate prevalentemente le seguenti risposte: Si possono trovare notizie false. Si può perdere troppo tempo. Ci si può stancare molto.
Attività laboratoriale DOMANDE STIMOLO e relative risposte 1 Successivamente agli alunni è stato fatto visionare un video nel quale il presunto mago indovina il passato e le vite di alcuni volontari. Il video è stato volutamente interrotto al cadere del telo che mostra gli hackers in azione, ed è stata posta la domanda: «Chi di voi sa chi sono quelle persone e cosa stanno facendo?» Solo 11 alunni su 30 sono stati decisi e hanno risposto adeguatamente. Pertanto è stato necessario guidarli attraverso un’altra domanda: « Sapete cosa sono i social?» A quel punto molti di loro hanno associato che dal profilo di facebook è possibile reperire notizie personali. E’ stata posta poi un’altra domanda: « Allora quello che è pubblicato su facebook è sempre vero e appartiene a persone reali?» La maggioranza degli alunni ha risposto che poteva essere così, solo alcuni hanno iniziato a parlare di –false identità-
Attività laboratoriale DOMANDE STIMOLO e relative risposte 2 «Perché si dovrebbe usare un’identità falsa?» Molti hanno risposto che è possibile fare finta, per poter prendere in giro altre persone o spiarle, essere un po’ come i bulli. «Conoscete qualcuno che è stato vittima di un bullo…anzi un cyberbullo?» Tutti gli alunni tacciono tranne G. che con molto coraggio racconta la sua esperienza: «maestra io ho fatto il cyberbullismo perché un ragazzo più grande di me mi ha chiesto di assumere una falsa identità in una chat, per prendere in giro un ragazzo. Io ho accettato perché lui mi aveva promesso in regalo alcune carte da usare in un gioco. Dopo un po’ mi hanno scoperto, però non lo farò più!» «Siete tutti d’accordo che G è stato veramente un cyberbullo?» A. alza la mano e afferma che lui è stato la vittima perché ha accettato di essere un complice di un bullo più grande di lui, che lo ha comprato con le figurine.
Attività laboratoriale PROPOSTA di role playng E’ stata poi proposta un’ attività nella quale i bambini simulavano una situazione di cyberbullismo «leggero». Due alunni, nascosti dietro le ante dell’armadietto rappresentavano due false identità alle quali la bambina aveva concesso l’amicizia perché amici di suoi amici. A. Ha condiviso una sua foto sul profilo e uno dei due l’ha modificata con baffi e trucco ridicolo, postandola sul suo profilo. A. ritrova la foto modificata ricca di commenti mortificanti. Gli alunni sono stati guidati a riflettere sulla necessità di utilizzare le norme sulla privacy e di essere molto cauti nel condividere foto e notizie con dettagli troppo personali. Domanda: «Come ti sei sentita?» «Sono arrabbiata, delusa e triste. Non è giusto!» Ci si è quindi soffermati sulla scarsa capacità che alcune persone hanno di comprendere l’altro e i sentimenti dell’altro (mancanza di empatia).
Attività laboratoriale Gioco sulla interpretazione delle emozioni Gli alunni sono stati invitati a mimare e riconoscere alcune emozioni o condizioni che sono state poi associate alle caratteristiche di una potenziale vittima o di un Cyberbullo. Risultato: VITTIMA VITTIMA Imbarazzo Depressione Paura CYBERBULLO Prepotenza Arroganza Gelosia Isolamento è risultato ambiguo in quanto gli alunni erano concordi nell’affermare che la vittima è sola nella sua condizione di sopportazione, ma il cyberbullo forse perché è troppo solo riversa sull’altro il suo problema. AL TERMINE SONO STATE CONDIVISE E DISCUSSE LE REGOLE PER LA NAVIGAZIONE SICURA.