Le fasi di sviluppo umano di Eric Erikson Erikson individua otto fasi di sviluppo psico-sociale, ciascuna caratterizzata da un preciso compito e legata ad un tipo di conflitto bipolare) che caratterizzano l'intero ciclo di vita Il passaggio allo stadio successivo avviene ogni volta che l'individuo, nell'interazione con la realtà esterna, riesce a superare una "crisi evolutiva" e attraverso questi stadi di sviluppo realizza l'integrità dell’Io
Infanzia 0-1 anno (fase orale) fiducia/sfiducia Prima Infanzia 1-3 anni (fase anale) autonomia/incertezza Età genitale 3-6 anni (fase fallica) iniziativa/colpa Età scolare 6-12 anni operosità/inferiorità Adolescenza 12-20 anni identità/confusione Età adulta 20-40 anni intimità/isolamento Seconda età adulta 40-65 anni generatività/stagnazione Vecchiaia 65 in poi integrità/disperazione
VINCERE O PARTECIPARE?
Fare esperienza L’esperienza non è ciò che ti accade, ma che cosa ne fai di ciò che ti accade VALORI Rispetto: base di ogni comunità (non “buttare giù” gli altri giocatori) Responsabilità: parte attiva del rispetto (essere in orario agli allenamenti/competizioni) Fair Play: condividere le situazioni Perseveranza: gioca al tuo meglio
Le interviste Piani fondamentali: Vissuto Competizione La propria storia Competizione “elemento forte” dello sport
Organizzazione e gestione Fase cruciale: passaggio tra gioco e sport Doc. Jeckill & Mr. Hide Filosofia di “fondo” Sport come stile di vita per tutti
Aspetti tecnico-relazionali Rapporto allenatore atleta: la fiducia Allenatore come “direttore d’orchestra” Elasticità a cambiare la didattica Importanza della formazione specifica: Ci sono quelli che fanno fare tin tin col pallone e poi non fanno mai usare la testa le mani, fare i rotolamenti Schema corporeo polivalente I ragazzi crescono (no al robot) In gara cambiano le condizioni Soddisfazione Togliere il bracciolino, mettere la testa sotto, cose terra terra ma immediate
Il gruppo dei pari Mettersi alla pari: la competizione (Arnold) L’avversario ti aiuta a praticare Condivisione di un ambiente anche nello sport individuale Il “motore” a questa età è l’amicizia Difficile tenere le ragazze con il “culo grosso”, occorre inventarsi mille cose per stare assieme (eventi: feste, saggi, trasferte anche con le famiglie, valorizzare le doti di ciascuno)
Rapporti sociali allargati Questione genitori Dentro o fuori? Bambini soffocati Genitori avvocati difensori del figlio Dirigenti Correttezza Attenzione gestionale
Scienza del movimento umano ed educazione La Psicocinetica Fine: ricomporre la frattura tra corpo efficiente e corpo supporto della relazione (educazione fisica e psicomotricità) Due livelli di apprendimento motorio: “globale” e “tecnico” (drill) Movimento: parte fondamentale del complesso sistema di interazione uomo-ambiente, che si basa sulla scoperta e l’adattamento attivo: Funzione di adattamento che consente di adeguare le risposte dell’organismo alle condizioni ambientali. Ciò è reso possibile anche a livello dei riflessi grazie agli “interneuroni” che integrano le sensazioni e formano un potenziale motorio inconscio Stadi prepuberali dell’organizzazione dello schema corporeo: Corpo subito, vissuto, percepito, rappresentato
L’efficacia delle azioni motorie si basa su un buon adattamento posturale inconscio o educazione posturale Funzione di interiorizzazione: favorisce la propriocezione globale e localizzata, è preliminare al buon uso della forza muscolare presa di coscienza del movimento, attenta ricerca interiore delle sfumature del tono e del ritmo, elementi inestricabili a livello psichico, sociale e motorio: attenzione alla situazione e al rapporto corpo-mondo, alle emozioni. Modificazione intenzionale dei movimenti, al fine di non essere condizionati dai nostri automatismi, livello metodologico: valorizzare modalità relazionali che promuovono comunicazione autentica, rispetto dello stile motorio, di interessi e motivazioni (versante affettivo, l’uomo è unità, totalità) attivare la ricerca di apprendimenti plastici e facilmente aggiustabili, non stereotipati. Evitare i condizionamenti derivanti da tecniche motorie rigide, ricercare l’espressività
CRONOLOGIA DEL GIOCOSPORT 5/6 ANNI: SCOPERTA DELL’AMBIENTE 7/8: PENSA CHE SIA SUFFICIENTE IMPEGNARSI PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI PREFISSATI 9/10: INIZIA IL CONFRONTO CON GLI ALTRI 11/12: VALUTAZIONE REALISTICA DELLA PRESTAZIONE 1- ORIENTAMENTO AL COMPITO: SOGGETTIVO 2- ORIENTAMENTO SULL’IO: VOLONTA’ DI SUPERARE GLI ALTRI OCCORRE PROGRESSIVITA’ MOTIVAZIONALE
AUTONOMIA E DIPENDENZA LO SPORT E’ UNA PEDAGOGIA DELLA DECISIONE CONDOTTA MOTORIA: PRODOTTO DI UNA DECISIONE COMPLESSA CHE AVVIENE NEL QUI-E-ORA FIGURE ANTITETICHE: MISTER/EDUCATORE SPORTIVO AUTONOMIA: CONTARE SU DI SE’ IN GARA L’AUTONOMIA ASSOLUTA NON ESISTE, C’E’ IL BISOGNO DI UN MEDIATORE STILE COMUNICATIVO: MARTENS E BUMP ALLENATORE “BURATTINAIO” E “BARO” SITUAZIONI PROBLEMA DI LE BOULCH ELABORARE IL DISTACCO
La grammatica del gioco Il fenomeno “gioco” è costituito da tre elementi fondamentali: 1 Logos – parola, è il “titolo” del gioco, si riferisce al senso, al significato che i bambini gli attribuiscono; già a 18 mesi si completa la capacità di condividere il senso di un gioco. A 24 mesi subentra il “far finta”, il gioco simbolico (il tutto su base biologica) 2 Topos – luogo, inteso come corpo dei bambini; c’è tutta una “grammatica corporea” che è costituita da posture, mimica facciale, gestualità, azioni, movimenti, tono muscolare, ecc… 3 Pathos – emozione; il gioco non è mai “neutro”, ma veicola piacere e/o dispiacere. E-mozione significa che ad un certo stato d’animo è associata una particolare modalità di azione
GRIGLIA DI LETTURA DI UN GIOCO DIMENSIONI COMPORTAMENTI SI/NO (OSSERVAZIONI) COGNITIVA RICONOSCE IL RUOLO CAPISCE LE REGOLE AFFETTIVA E’ GRATIFICATO ESPRIME: GIOIA DELUSIONE AGGRESSIVITA’ INDIFFERENZA SOCIO-AFFETTIVA RISPETTA LE REGOLE RELAZIONALE SI ACCORDA GIOCA CON TUTTI CI SONO PREFERENZE BIOLOGICA (CAPACITA’) RESISTENZA FORZA VELOCITA’ MOBILITA’ ABILITA’ MOTORIE E’ COORDINATO APPLICA LA TATTICA
Gioco disorganizzato Dipende da carenze a livello di logos che si riscontrano nel gioco spontaneo, il bambino non riesce a dare un senso, quindi passa da un’attività ad un’altra in modo superficiale, senza mai “entrarvi” davvero. Nelle attività strutturate non vi sono difficoltà
Gioco esplosivo problematica legata al livello emozionale, si riverbera nella tenuta corporea; l’emozione è dirompente, incontrollata, e diventa pericolosa. Il bambino fa male agli altri senza accorgersene; ma non è un problema cognitivo, bensì di regolazione emotiva
Problematiche corporee Gioco frammentato: tipico degli “ipercinetici”, soggetti con ADHD syndrom (Attention Disorder and Hipercynetic Disease). È una vera e propria disabilità, con cause probabilmente organiche Implosione: dipende dalle problematiche legate all’attenzione, all’energia dei bambini, che risente della presenza dell’adulto. Se la maestra è presente, il bambino si “accende”, si “carica” e funziona, sennò è come se si spegnesse, sembra che subentri uno “scioglimento”.
LA MOTIVAZIONE
Teoria interpretativa “La vittoria a tutti i costi è un problema culturale-educativo che costituisce un pericolo latente per genitori e operatori sportivi, che può e deve essere controllata sia con aspetti cognitivi (la consapevolezza), sia pratici, che educativi (“paletti” e iniziative formative per gli operatori e i genitori).”
Conclusioni “Paletti” per l'associazione “Paletti” per gli allenatori Iniziative formative per i genitori: - Regole - Riunioni collettive - Vademecum - “Responsabile del rapporto con i genitori” - Genitori-aiutanti - Fare “rete” con realtà limitrofe - Psicologo-pedagogista - Premio “fair play”
A CHE GIOCO GIOCHIAMO AUTORITA’ AUTORITA’ ADULTO ADULTO BAMBINO
Ricorda che rispetto e responsabilità sono le forme basilari per costruire la comunità Per insegnare al bambino “intero” occorre coinvolgere l’intera comunità Vincere e perdere sono la fine del gioco, non il fine