I VINI BRESCIANI 1 FRANCIACORTA D.O.C.G.
IL TERRITORIO Il territorio della Franciacorta è quindi delimitato a est dalle colline rocciose e moreniche di Rodengo, Ome, Gussago e Cellatica, a nord dalle sponde meridionali del Lago d’Iseo e dalle ultime propaggini delle Alpi Retiche, a ovest dal fiume Oglio che lo separa dalla provincia di Bergamo e infine a sud dal Monte Orfano. Osservando dall’alto la Franciacorta e la zona del Lago d’Iseo - o Sebino -, si vede in modo netto e chiaro la conformazione dell’anfiteatro morenico formatosi all’epoca delle glaciazioni - nelle ere geologiche Secondaria e Terziaria - per l’effetto di un grande ghiacciaio che, proveniente dalla Val Camonica, si divise in due rami subito dopo la conca del lago: uno piccolo a occidente e uno molto più grande e più importante a oriente.
IL FRANCIACORTA Il Franciacorta è stato il primo vino italiano, prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia (metodo classico), ad avere ottenuto nel 1995 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Oggi sulle etichette si legge solo la denominazione Franciacorta, unico termine che definisce il territorio, il metodo di produzione e il vino. In tutta Europa solo 10 denominazioni godono di tale privilegio e di queste solo tre vengono realizzate con la rifermentazione in bottiglia: Cava, Champagne e Franciacorta. Le cantine storiche, diventate oggi moderne cattedrali di tecnologia enologica, producono le diverse tipologie di Franciacorta (Millesimato, Rosé, Satèn, Riserva) ma anche Curtefranca doc Bianco e Rosso e Sebino Igt, i vini fermi della Franciacorta.
LE TIPOLOGIE DEL FRANCIACORTA Uve: Chardonnay e/o Pinot nero; è permesso l’uso del Pinot bianco max 50%. Produzione: rifermentazione in bottiglia con un minimo di 18 mesi di affinamento sui lieviti; commercializzazione non prima di 25 mesi dalla vendemmia; pressione in bottiglia tra 5-6 atmosfere. Degustazione: giallo paglierino con riflessi verdolini o dorati, perlage fine e persistente, bouquet con le caratteristiche note della fermentazione in bottiglia, sentori di crosta di pane e di lievito arricchiti da delicate note di agrumi e di frutta secca (mandorla, nocciola, fico bianco secco), sapore sapido, fresco, fine e armonico. Tipologie di gusto: Non dosato, Extra brut, Brut, Extra dry, Sec o Dry, Demi-sec.
TIPOLOGIE Franciacorta Satèn Uve: Chardonnay (prevalenti) e Pinot bianco max 50%; il Satèn è quindi un Blanc de blancs. Degustazione: perlage finissimo e persistente, cremoso, colore giallo paglierino, a volte intenso o con riflessi verdolini, profumo sfumato ma deciso di frutta matura, accompagnato da delicate note di fiori bianchi e di frutta secca, anche tostata (mandorla e nocciola), piacevoli sapidità e freschezza che si armonizzano con un’innata morbidezza che ricorda le sensazioni delicate della seta. L’unicità di questa particolare morbidezza è dovuta dalla minore pressione in bottiglia (sotto le 5 atmosfere). Tipologia di gusto: si produce esclusivamente il Brut.
TIPOLOGIE Franciacorta Rosé Uve: Chardonnay, Pinot bianco, Pinot nero min 25%. Produzione: le uve a bacca bianca e nera sono vinificate separatamente. Spesso, il Rosé è ottenuto solo con vino-base Pinot nero vinificato in rosato, oppure in assemblaggio con vini-base Chardonnay e/o Pinot bianco. I grappoli di Pinot nero sono fatti fermentare a contatto con la buccia per il tempo necessario a conferire al vino la tonalità desiderata. Degustazione: preminenti le note di piccoli frutti rossi date dal Pinot nero, che offre a questo Franciacorta corpo e vigore particolari. Tipologie di gusto: Non dosato, Extra brut, Brut, Extra dry, Sec o Dry, Demi-sec.
TIPOLOGIE Franciacorta Millesimato Produzione: è ottenuto da vini-base di un’unica annata per almeno l’85%; la commercializzazione può avvenire solo dopo un periodo minimo di 37 mesi dalla vendemmia. Degustazione: i Franciacorta Millesimati hanno una personalità sensoriale e gustativa che rispecchia in maniera evidente le caratteristiche climatiche dell’annata e le espressioni qualitative delle uve di quella specifica vendemmia. Tipologie di gusto: Non dosato, Extra brut, Brut, Extra dry. Se Satèn, solo Brut. Anche i Satèn e i Rosé possono essere millesimati. In questa declinazione aumenta il livello di complessità, struttura, longevità ed eleganza. Franciacorta Riserva Produzione: si tratta di un Millesimato - può essere anche un Satèn o un Rosé - che ha riposato sui lieviti almeno 60 mesi, immesso quindi al consumo dopo ben 67 mesi (cinque anni e mezzo) dalla vendemmia. Poiché molti Franciacorta Millesimati sono lasciati a contatto coi lieviti molto più a lungo rispetto ai canonici 30 mesi, si è voluto valorizzarli al massimo identificandoli in una tipologia specifica. Tipologie di gusto: Non dosato, Extra brut, Brut. Se Satèn, solo Brut.
NUMERI DEL FRANCIACORTA Nel 2012 sono state commercializzate circa 13,85 milioni bottiglie di Franciacorta. Il crescente apprezzamento del prodotto in tutto il mondo è confermato non solo dall’incremento delle vendite, ma anche dalla crescita degli ettari di terreno rivendicati alla Docg, passati dai 2283 del 2008 ai 2876 nel 2012. Oggi le aziende associate al Consorzio sono 105, corrispondenti al 98% delle aziende presenti sul territorio. Analizzando la distribuzione delle vendite nel corso dell’anno, si osserva come il Franciacorta sia sempre più apprezzato e degustato a tavola. Un grande successo per tutte le aziende del territorio, una conferma alla politica dei produttori orientata verso un prodotto unico e inconfondibile, ottimo per un brindisi ma, grazie alla sua qualità e alle sue caratteristiche gustative, ancora più straordinario in accompagnamento ai grandi banchetti.
I VITIGNI CHARDONNAY Lo Chardonnay, varietà a bacca bianca molto pregiata, è coltivato ormai da alcuni decenni in Franciacorta, anche se è difficile stabilire con precisione assoluta la data della sua introduzione. Probabilmente, alcuni produttori lo hanno introdotto già agli inizi degli anni ’50, avendone apprezzato le caratteristiche specifiche di vinificazione e la qualità. Di certo si sa che, verso il 1950, questa varietà iniziò a diffondersi in Franciacorta, mescolata inconsapevolmente al Pinot bianco. Questo fatto contribuì a confondere le due cultivar, dato che nessuno si era preoccupato di distinguerle in modo chiaro e preciso dal punto di vista varietale. Tuttavia, fin dall’inizio, quando i vivaisti si procuravano il materiale per preparare le nuove piantine di vite, davano la preferenza ai ceppi con le caratteristiche migliori. E quelle viti che si distinguevano per regolarità produttiva, migliore conformazione del grappolo, grado zuccherino più elevato e colore dorato degli acini, altro non erano che di Chardonnay. Solo nel 1963 si giunse a una chiara differenziazione delle due varietà, quando, presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, venne impiantato un vigneto di Chardonnay “in purezza”, con viti importate direttamente dalla Francia. A quel punto le differenze tra le due varietà furono definitivamente chiarite, evidenziando le qualità superiori dello Chardonnay, che derivano soprattutto dal suo favorevole adattamento in Franciacorta, terra nella quale ha trovato un habitat molto simile alla patria d’origine. Nel 1978, lo Chardonnay fu iscritto nel catalogo nazionale delle varietà e nel 1980 diventò un vitigno autorizzato e raccomandato per la provincia di Brescia. Attualmente, in Franciacorta lo Chardonnay occupa oltre 2.000 ettari di terreni iscritti all’Albo del Franciacorta, che corrispondono a circa l’80% della superficie totale.
I VITIGNI PINOT NERO Il Pinot Nero è il secondo vitigno per diffusione in Franciacorta e occupa circa il 15% della superficie totale. Questo vitigno, la cui culla è la Borgogna, ha una variabilità comportamentale che lo porta a volte a interagire in modo imprevedibile con l’ambiente in cui è impiantato, ma può dare grandi risultati sia vinificato in rosso che spumantizzato. La pianta del Pinot nero è abbastanza robusta e rustica, con foglie normalmente lobate e/o pentalobate, di colore verde scuro, con grappolo a pigna, molto serrato e di dimensioni ridotte. Il Pinot nero è impiegato soprattutto nei Millesimati e nelle Riserve del Franciacorta Docg, ai quali offre struttura e longevità; è inoltre un componente indispensabile per le cuvée del Franciacorta Rosé, nelle quali deve rappresentare almeno il 25%.
I VITIGNI PINOT BIANCO Il Pinot bianco è il terzo vitigno del Franciacorta, di derivazione francese e appartenente alla grande famiglia dei Pinot, e occupa ormai circa il 5% della superficie totale. La pianta del Pinot bianco è dotata di buona vigoria, la foglia è verde intenso e il grappolo tende ad assumere tonalità meno dorate di quelle dello Chardonnay, rispetto al quale è anche molto più compatto. Il Pinot bianco non è utilizzato in purezza né nella produzione dei vini-base del Franciacorta né dei vini fermi Curtefranca Bianco, ma è usato nelle cuvée in percentuale massima del 50%. Il vino ha un corpo pieno ed elegante, buona acidità fissa, e il suo profumo ricorda la crosta di pane appena sfornato e, dopo evoluzione, intensi sentori ammandorlati.
CURTEFRANCA D.O.C Curtefranca Doc Bianco E’ previsto l’uso di Chardonnay e Pinot nero più una quota di Pinot bianco che può essere al massimo in misura del 50%, ma di fatto è prodotto in prevalenza con uve Chardonnay. Il Curtefranca Doc Bianco è di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, di gusto particolarmente delicato. Il sapore è asciutto, fresco e vellutato. La gradazione minima è di 11 gradi. Il Curtefranca Doc Bianco con menzione Vigna identifica un prodotto superiore, con rese inferiori e tempi di affinamento più lunghi rispetto al Curtefranca; si distingue dai prodotti “base” perché derivando da un unico vigneto identificato sulle mappe catastali da un preciso toponimo, rispecchia le peculiarità di uno specifico vigneto. Matura per almeno 12 mesi e lungamente affinato in bottiglia; acquista così particolare importanza e sprigiona profumi di fiori e di frutta particolarmente intensi, caratteristici e fini. La gradazione minima è di 12 gradi. Vitigni: Chardonnay e/o Pinot nero e Pinot Bianco (massimo 50%) Descrizione: Giallo paglierino più o meno intenso con riflessi verdognoli; più carico se recante il toponimo di vigna, delicato, ampio, fruttato con sensazioni di frutta matura, tropicale e fiori di tiglio. Di medio corpo, asciutto, armonico. Temperatura di consumo: 7-10 °C Abbinamenti: Antipasti, salumi, pesci in generale, primi piatti tradizionali e, se affinato in legno, ottimo accostamento anche con i piatti più importanti accompagnati a salse
CURTEFRANCA D.O.C. ROSSO Curtefranca Doc Rosso E’ segnato marcatamente dalla presenza del Cabernet franc e del Carmenere, vitigno a bacca rossa storicamente presente in Franciacorta e riscoperto di recente. Presenti nell’uvaggio anche il Merlot e il Cabernet sauvignon. Le principali caratteristiche sono il colore rosso vivace, con riflessi violacei rubino brillanti; di sapore asciutto, vinoso e fruttato. Di medio corpo, ha una gradazione minima di almeno 11 gradi. Il Curtefranca Rosso con menzione Vigna identifica un prodotto superiore, con rese inferiori e tempi di affinamento più lunghi rispetto al Curtefranca; si distingue dai prodotti “base” perché derivando da un unico vigneto identificato sulle mappe catastali da un preciso toponimo, rispecchia le peculiarità di uno specifico vigneto. E’ immesso al consumo dopo due anni dalla vendemmia con almeno 8 mesi di invecchiamento in legno e 6 di affinamento in bottiglia. Di colore granato, vellutato ed intenso, con una gradazione minima di 12 gradi. Vitigni: Cabernet Franc e/o Carmenere minimo 20%, Merlot minimo 25%, Cabernet sauvignon da un minimo del 10% ad un massimo del 35%. Possono inoltre concorrere tutti i vitigni a bacca rossa ammessi alla coltivazioni nella Provincia di Brescia(max 15%) Descrizione: Rosso vivo intenso, se giovane con riflessi brillanti tendenti al violaceo, se invecchiato con riflessi granati, intenso vinoso, profumo di frutta matura, a volte erbaceo; con l’invecchiamento acquista aromi complessi e speziati; asciutto, pieno e ricco. Temperatura di consumo: 18° C Abbinamenti: Primi piatti con sughi a base di carne; con carni bianche, carni rosse o selvaggina se invecchiato.
FASI PRODUZIONE FRANCIACORTA Norme rigide e scrupolose per ottenere vini di assoluta qualità: è questo l’imperativo del Consorzio Franciacorta e dei suoi produttori che impiegano esclusivamente vitigni nobili, raccolta a mano, rifermentazione naturale in bottiglia e successiva lenta maturazione e affinamento sui lieviti, non inferiore ai 18 mesi, 30 per i Millesimati e ben 60 mesi per le Riserve. Le uve Il Franciacorta è prodotto con uve Chardonnay, Pinot nero e Pinot Bianco, quest’ultimo consentito fino a un massimo del 50%. Le vigne della Franciacorta hanno una resa massima di 95 quintali di uva a ettaro e la vendemmia, effettuata obbligatoriamente a mano, si svolge, a seconda delle annate, tra la prima decade di agosto e la prima di settembre.I grappoli vengono adagiati in cassette e trasportati in cantina dove il raccolto di ogni vigneto è vinificato separatamente: le uve vengono sottoposte a pressature molto delicate per garantire il frazionamento dei mosti, indispensabile garanzia di qualità dei vini base.
FASI PRODUZIONE La Spremitura Dalla soffice spremitura delle uve si ottiene il mosto-fiore per la produzione delle basi Franciacorta, le quali a primavera vanno a formare la cuvée, l’assemblaggio di vini-base Franciacorta, anche di diverse annate, selezionate dopo attente degustazioni, per determinare le caratteristiche che ogni produttore vuole dare al “proprio” Franciacorta. Il Tiraggio Il tiraggio è l’imbottigliamento dei vini base assemblati (cuvée) a cui sono aggiunti zucchero e lieviti che svolgeranno la seconda, lenta, fermentazione o rifermentazione. Durante questa fase si sviluppa anidride carbonica (presa di spuma), con conseguente incremento della pressione interna, sino al raggiungimento di 6-7 atmosfere. La Fermentazione in bottiglia Le bottiglie sigillate con tappo metallico a corona vengono accatastate in posizione orizzontale nelle cantine, dove rimangono per molto tempo. Terminata la fermentazione (presa di spuma), in questi mesi, per effetto della autolisi dei lieviti, il Franciacorta raggiunge il suo particolare profilo sensoriale, arricchendo la propria complessità aromatica.
FASI PRODUZIONE Scuotitura e Sboccatura Terminato il periodo di affinamento, le bottiglie vengono poste su appositi cavalletti (detti anche pupitres), ruotate giornalmente di 1/8 di giro e inclinate progressivamente per veicolare il sedimento con i lieviti verso il collo della bottiglia entro 3-4 settimane. Questa particolare rotazione prende il nome di scuotitura o remuage ed è praticata da personale specializzato (ognuno ruota fino a 15.000 bottiglie al giorno). L’atteso momento della sboccatura è arrivato: le bottiglie sono poste in posizione verticale con il collo immerso in una soluzione refrigerante che porta alla formazione di un “tappo” di ghiaccio, intrappolando completamente il deposito di lieviti. A questo punto il tappo metallico viene rimosso e il residuo ghiacciato, grazie alla pressione interna, viene violentemente espulso con una minima perdita di vino. Per riportare il volume al livello iniziale si introduce solo una piccola quantità di vino nel caso dei Franciacorta non dosati, mentre per gli altri si aggiunge lo “sciroppo di dosaggio” composto da vino base Franciacorta e zucchero in quantità tale da determinare la tipologia di gusto dei Franciacorta, Brut o Extra brut. Infine, le bottiglie sono chiuse con il classico tappo a fungo, ancorato con la tipica gabbietta metallica. Terminato il confezionamento, prima della commercializzazione, su ogni bottiglia deve essere applicato il contrassegno di Stato italiano - o fascetta, che certifica la designazione Docg del Franciacorta essendo rilasciato solo se il vino ha superato tutti i controlli qualitativi, dall’analisi chimico-fisica a quella organolettica. Su questo sigillo sono stampati il nome della Denominazione di Origine Controllata e Garantita Franciacorta, un codice alfanumerico univoco, l’indicazione della capacità della bottiglia e il logo distintivo della Denominazione, la “F merlata”. In base ai tempi di riposo sui lieviti in bottiglia si possono distinguere le seguenti tipologie di Franciacorta: - Franciacorta non millesimati: almeno 18 mesi - Franciacorta Satèn e Rosé non millesimati: almeno 24 mesi - Franciacorta Satèn e Rosé millesimati: almeno 30 mesi - Franciacorta Satèn e Rosé Riserva: almeno 60 mesi FONTE: CONSORSIO FRANCIACORTA-SRADA DEL FRANCIACORTA-REGIONE LOMBARDIA
FRANCIACORTA