Lezione 17 Concorrenza imperfetta e monopolio saltare e e 8.3; 8.4

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Lezione 17 Concorrenza imperfetta e monopolio saltare 8.2.3 e 8.2.4 e 8.3; 8.4 Ricavo marginale e prezzo (pagg. 156-157-158 fino a massimizzazione dei profitti che va fatto)

L’efficienza allocativa Nei mercati concorrenziali: le risorse disponibili sono allocate nel migliore dei modi possibili (efficienza allocativa) vi è circolazione massima delle informazioni L’efficienza può venire meno a causa di: situazione di concorrenza imperfetta causata da economie di scala, barriere all’ingresso, restrizioni legali, interazione strategica, ecc.. Restrizioni/limiti nella circolazione delle informazioni esternalità

La concorrenza imperfetta La maggior parte dei mercati opera in una situazione di concorrenza imperfetta. Quali sono le differenze essenziali rispetto alla concorrenza perfetta ? Un’impresa che opera in uno dei mercati imperfettamente concorrenziali ha la possibilità di influenzare il prezzo di vendita (si trova a fronteggiare una curva di domanda del proprio prodotto inclinata negativamente). See the introduction to Chapter 10 in the main text.

Le strutture di mercato principali Concorrenza perfetta – vi è un numero ampio di produttori e nessuno può influire sul Prezzo Concorrenza monopolistica – un ampio numero di piccoli produttori è presente sul mercato, con prodotti correlati e leggermente differenziati Oligopolio – vi sono poche imprese, con prodotti simili o differenziati Monopolio – una sola impresa produce tutto l’output e controlla i prezzi completamente

Curva di domanda L’impresa può vendere le Q che desidera, ma deve “accettare” il prezzo di mercato L’impresa può scegliere la combinazione di Q e P. Ma se i concorrenti riducono P, la domanda fronteggiata si riduce. Figura 8.1 (a) L’impresa perfettamente concorrenziale può vendere la quantità desiderata sulla propria curva dd orizzontale senza provocare una diminuzione del prezzo di mercato. (b) Per l’impresa in concorrenza imperfetta la propria curva di domanda è inclinata negativamente, sicché prezzi più elevati determinano una diminuzione delle vendite. A meno che non si tratti di un monopolista protetto, una diminuzione dei prezzi dei rivali provoca un netto spostamento verso sinistra della sua curva di domanda fino a d’d’

Sintesi See the introduction to Chapter 10 in the main text, and Table 10-1.

Che cosa determina la concorrenza imperfetta ? Presenza di costi di produzione decrescenti al crescere delle dimensioni di impresa (economie di scala). Solo le imprese più grandi sopravvivono: producono a costi inferiori e riescono a fissare prezzi competitivi. Presenza di barriere all’entrata Restrizioni legali (brevetti, dazi, diritti di esclusiva) Costi di ingresso (tangibili o intangibili - switching cost) Pubblicità e differenziazione dei prodotti

Il monopolio Vi è un’unica azienda sul mercato. Ciò a causa: a. della natura del bene prodotto, che richiede ingenti investimenti in strutture fisse (i rendimenti di scala sono crescenti). Es. Monopolio Naturale, tipico dei beni e dei servizi pubblici (distribuzione acqua, gas, energia elettrica...). Il prezzo è “fissato” (politico), per cui l’azienda potrebbe essere costretta a sopportare delle perdite;

Il monopolio naturale Area di perdita P* CU CM Q* Si definisce monopolio naturale una configurazione industriale in cui il numero ottimale di imprese presenti sul mercato è uno. Il monopolio naturale si manifesta quando nell'intervallo di produzione rilevante la funzione di costo è subadditiva, ovvero i costi sostenuti da una sola impresa nel produrre l'intera quantità domandata sono inferiori a quelli che sosterebbero due o più imprese contemporaneamente presenti sul mercato. Le determinanti del monopolio naturale sono dunque la quantità domandata (è possibile che in un certo settore la subadditività della funzione di costo si manifesti solo entro un certo intervallo di produzione) e le caratteristiche tecnologiche del settore, riferibili essenzialmente alla rilevanza dei costi fissi, da cui scaturiscono rendimenti marginali strettamente crescenti (il costo di produzione dell'ultima unità è inferiore a quello di tutte le precedenti) e di conseguenza costi medi strettamente decrescenti (il costo medio diminuisce all'aumentare del volume di produzione poiché la curva del costo marginale è sempre al di sotto di esso). Sotto queste condizioni un unico operatore è più efficiente di una pluralità di imprese, fermi restando i costi sociali comunque generati da un monopolista. Caratteristiche : - rendimenti di scala crescenti (che, nell’ipotesi di prezzi costanti dei fattori, si traducono in una riduzione del costo medio del bene al crescere del livello di produzione) elevaticostifissinecessariperintraprenderel’attività e “irrecuperabilità” dell’investimento (sunk costs) Monopolio naturale: esempi “Servizi infrastrutturali” (“servizi a rete”, public utilities): telecomunicazioni, elettricità, gas, acqua, ferrovie, porti, aeroporti. Attenzione: In molti settori il cambiamento tecnologico e lo sviluppo della domanda hanno modificato e/o stanno modificando le condizioni di costo: - telecomunicazioni: grazie all’aumento della capacità trasmissiva delle reti terrestri e allo sviluppo della telefonia cellulare non si può più ritenere che esistano diffuse economie di scala se non in segmenti particolari delle telecomunicazioni - elettricità: le condizioni di monopolio naturale permangono essenzialmente nel trasporto ad alta tensione Ciò spiega la crescente attenzione nei confronti della regolamentazione dell’accesso alle reti (reti telefoniche, reti ferroviarie, linee di trasporto gas, elettricità) come strumento per favorire la concorrenza nei segmenti non caratterizzati da condizioni di monopolio naturale.

Il monopolio b. scoperta di un nuovo prodotto (monopolio temporale) c. scoperta di un nuovo processo di produzione con costi inferiori che spiazzano i concorrenti d. possesso di una risorsa produttiva fondamentale e. riserva della legge (monopolio legale)

Il monopolio Caratteristiche del mercato l’azienda fronteggia una curva di domanda pari a quella globale, aggregata; l’azienda può fissare prezzi o quantità di produzione. Obiettivi dell’impresa Massimizzare la specificità del prodotto per mantenere il monopolio Favorire la crescita dimensionale attraverso: la massimizzazione delle vendite (RT); la massimizzazione del profitto (RT-CT).

Il monopolio Max Profitto: RM = CM CM CU Q Impresa D RM P1 Area di extra profitto q* CU1

Conclusioni Nel monopolio non ha senso di parlare di curva di offerta globale, poiché il monopolista sceglie il punto conveniente della domanda ove operare (determina P o Q). Non vi è differenza tra il breve e il lungo periodo. Rispetto all’equilibrio di concorrenza perfetta, si producono meno quantità, vendute a prezzi superiori (distorsione principale).

Le inefficienze rispetto alla concorrenza perfetta Ipotesi: CM costante Curva D lineare E è l’equilibrio di Concorrenza (CM=P) A è l’ equilibrio di Monopolio (CM=RM) Il triangolo ABE identifica l’inefficienza generata dal monopolio Il rettangono ABGF identifica il profitto extra del monopolista

La perdita di efficienza deriva dal fatto che per le unità del bene comprese tra 6 e 4 ci sono consumatori che sarebbero disposti a pagare un prezzo superiore al costo marginale. Vi sono scambi potenzialmente mutuamente vantaggiosi (per il consumatore e per l’impresa) che non vengono effettuati.

Distorsioni – Perdita di benessere per la collettività Il monopolista non si deve preoccupare di produrre nel modo tecnicamente più efficiente (riesce a max i profitti senza dover min i costi) difende la sua posizione rafforzando le barriere all’entrata con investimenti specifici (pubblicità per fidelizzare la clientela, attività di lobbying per assicurarsi protezione legale, ecc…) tende a non innovare e non è stimolato al miglioramento

Conclusioni Il Monopolio comporta un equilibrio che: è di ottimo economico (si Max il profitto) non è di ottimo tecnico (non si produce ove CM = CU, ossia al livello di minimo dei costi medi). Non c’è stimolo a conseguire la scala di produzione ottimale. non è di ottimo paretiano (c’è perdita di benessere sociale)