VITA NEI MONASTERI BENEDETTINI Lavoro di: Cardone Vincenzo, Chiarina Pietro, Florio Andrea, Folli Erika, Ruffo Angela, Zamboni Arianna.
I monaci benedettini I Monaci sono nati da Benedetto da Norcia che aveva dettato una regola che è tutt’ora il fondamento del movimento religioso:“ ora et labora” cioè ogni benedettino doveva servire Dio pregando e non oziando, perché l’ozio è nemico dell’anima. I Monaci dovevano dedicarsi in certi orari al lavoro manuale e in altri al lavoro spirituale.
I loro indumenti variavano in base a: -Il clima -Il Luogo in cui abitavano Nei climi temperati bastava indossare una tonaca, mentre in inverno indossavano tessuti di lana con calze pesanti.La qualità dei tessuti non era considerata importante: accettavano quello che trovavano e quando venivano dati loro nuovi indumenti quelli vecchi li donavano ai poveri.
I loro incarichi erano: -illuminatore: incaricato di illuminare il monastero -Granaiolo: si occupava della quantità di semi provenienti dal raccolto del monastero -Grangiario: controllava le fattorie più periferiche, che non dovevano essere distanti più di un giorno di cammino dall’Abbazia -Forestario si occupava di quella parte del monastero che ospitava i pellegrini -Infermiere: si occupava delle più comuni erbe medicinali, dei malati, dei deboli e degli anziani -Ciambellano: sovrintendeva al guardaroba dei confratelli, cuciva i loro abiti e nel caso non fossero più adatti li destinava ai poveri. Si occupava anche dei preparativi per il bagno e del taglio della barba -Sagrestano: curava l’ambiente estetico della chiesa e della sua pulizia -Cellerario: si occupava del cibo e della sua conservazione Monaci impegnati nella raccolta del grano
Giornata tipica dei monaci benedettini Le campane suonavano alle 2:00 del mattino, ora in cui i Monaci si riunivano nel coro per praticare la prima attività del giorno ovvero la preghiera. In seguitosi riposavano per poi ritornare a cantare e pregare. Dopo un’altra ora di riposo si suddividevano le varie mansioni. Verso le 13:00 il lavoro si interrompeva per il pranzo che avveniva in silenzio mentre uno di loro recitava testi sacri. In seguito riposavano aspettando la preghiera serale. Dopo la cena andavano a dormire per svegliarsi alle 10:00 per recitare il notturno.
Alimentazione e regole del cibo: Nel monastero vigeva una regola ovvero:“Ama il digiuno, non essere troppo mangiatore, non essere dedito al vino”. I Monaci oltre al pane, pesce e pollame che erano i loro alimenti principali, si potevano concedere due pietanze calde che comprendevano legumi, uova o verdure. La carne di quadrupede era servita solo agli infermi e agli ospiti. Se l’Abate lo permetteva, il martedì, giovedì e la domenica se ne potevano cibare anche i Monaci. In totale la porzione giornaliera di pane era di 500g. Fuori dal monastero non si poteva mangiare, si poteva solo con il permesso dell’Abate. In alcune occasioni si usavano aglio e cipolla nelle pietanze per motivi curativi.
Alimentazione e cucina dei Monaci: Le feste erano caratterizzate da una cucina godereccia, i pranzi erano da almeno 4 portate e potevano arrivare fino a sei. I religiosi mangiavano fino a 1,5kg di cibo a pasto. Nelle regole dei benedettini non era previsto alcun peccato di gola. Nei loro menù erano presenti numerose zuppe e la classica caponata arricchita con pesce e parecchi timballi. Anche per quanto riguarda i dolci non c’era poca scelta: infatti un documento del 1858 attesta che esistevano più di 30 dessert diversi nella loro dieta, e gran parte sono dolci freddi, appunto perché loro adoravano il gelo arrivando al punto di usare la neve per fare granite.
I pasti dei Monaci benedettini durante le feste: Dalla Pasqua fino alla Pentecoste i Monaci mangiavano sia a mezzogiorno che alla sera. Dalla Pentecoste in poi per tutta l’estate dal mercoledì al venerdì praticavano il digiuno fino alle 14:00 mentre il resto dei giorni fino alle 12:00. Dal 14 settembre fino alla Quaresima pranzavano alle 14:00 e in più anche a cena.
Menù di una classica domenica benedettina
Menù dei Monaci benedettini Un esempio contemporaneo di cultura culinaria benedettina lo possiamo trovare presso il monastero di S.Antonio da Norcia che propone le tagliatelle al tartufo monacale. Tartufo nero: 80g Aglio: 1 spicchio Olio extra vergine di oliva 50Cl Sale fino: q.b. Burro: 40g Tagliare il tartufo a fette e metterlo in una padella con burro fatto sciogliere precedentemente. Cuocere le tagliatelle in acqua bollente. Servire calde.
SITOGRAFIA TESTI E IMMAGINI BIBLIOGRAFIA ConventodiBalda.it Skuola.net bottegadelmonastero.it Sapere.it Treccani.it Cucinerie di abbazie e conventi edizioni del Baldo
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