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La mappa del sapere pedagogico

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Presentazione sul tema: "La mappa del sapere pedagogico"— Transcript della presentazione:

1 La mappa del sapere pedagogico
Quale è il territorio della pedagogia? RARITÀ DISCONTINUITÀ POSITIVITÀ

2 Pedagogia e scienze dell’educazione
L’espressione sta ad indicare tanto un’attenzione agli aspetti più generali ed essenziali dei fenomeni educativi, quanto quella a tutte le loro componenti principali. Ma sta anche a indicare che sarebbe sbagliato dissolvere gli uni e le altre nell’intera filosofia o in una enciclopedia di tutte le scienze umane e sociali. La cultura contemporanea non può che svilupparsi sotto- lineando: il superamento delle varie etichette disciplinari e la collaborazione di competenze diverse, la tolleranza epistemologica e il pluralismo metodologico.

3 Educazione, formazione, istruzione
Il termine educazione rinvia alla definizione del processo: come apprendimento cioè come modificazione stabile del comportamento;come socializzazione e inculturazione cioè come integrazione sociale e come acquisizione di modelli culturali; Il termine formazione sottolinea l’aspetto mirato e intenzionale di essa rispetto a obiettivi strategici sul piano della personalità e della cultura; Il termine istruzione mette in luce la centralità sempre maggiore dell’acquisizione di quelle conoscenze e di quelle abilità cognitive che possono consentire il controllo razionale dei processi di trasformazione della vita e del mondo.

4 Dalla storia della pedagogia alla storia dell’educazione
Una profonda trasformazione metodologica ha contrassegnato la ricerca in pedagogia negli ultimi 30 anni, ridisegnandone i confini, ridefinendone le epistemologie e i modelli teorici e pratici Una nuova e diversa tolleranza epistemologica ha reso praticabile la ricerca nell’ambito delle “scienze dell’educazione”, connotando la pedagogia come “incontro di diverse scienze” e quindi come un sapere interdisciplinare che intrecciava la sua storia con quella di altri saperi

5 Una vera e propria rivoluzione storiografica
A partire dagli anni ’50-60 si è sviluppato un modo radicalmente nuovo di fare storia degli eventi pedagogico-educativi, che ha rotto con il modello teoreticista, unitario e continuista del passato, fortemente ideologico, per dar vita a un’indagine più problematica e pluralistica, assai articolata e differenziata che può essere definita come storia dell’educazione

6 L’educazione tra teoria e prassi
 Parlare di educazione vuol dire avere a che fare con scopi e significati di grande impegno teorico; intervenire in campo educativo comporta maneggiare procedure e progetti, cioè condizioni, obiettivi, contenuti, metodi e tecniche, mezzi e materiali, strumenti di verifica e di controllo. Entrambi questi aspetti sono come intrecciati nella storia delle dottrine pedagogiche: la quale può essere a sua volta compresa solo in quanto deriva dalla storia delle pratiche educative, delle istituzioni in cui si inscrivono, delle loro condizioni sociali e materiali, del loro più ampio orizzonte culturale.

7 LE STRATIFICAZIONI DELLA PEDAGOGIA
? ? ARCHEOLOGIA del SAPERE PEDAGOGICO storia delle dottrine e delle idee o utopie pedagogiche. storia delle pratiche educative storia delle istituzioni educative storia del costume, della cultura e della società.

8 Pedagogia come ... Massa, Le tecniche e i corpi, 1986, pp.455-469.
corollario della politica e dell’etica (Platone, Aristotele). Paideia come formazione generale dell’uomo e del cittadino. catechetica: trasmissione dei contenuti di fede. Il problema educativo viene affrontato sul piano della comunicazione maestro-allievo, con preoccupazioni più teologiche, etiche e gnoseologiche, che schiettamente pedagogiche. Progetto educativo centrato sui contenuti, più che sul modo d’insegnamento. (Agostino, Tommaso). metodologia (Comenio, Pestalozzi). Esigenza di una istruzione per tutti: la scuola. La Riforma e l’educazione popolare. utopia (Rousseau). metafisica applicata (Fröbel, Herbart). filosofia (Dewey, Gentile). scienza: psicopedagogia (Montessori, Claparède, Decroly) e sociologia pedagogica (Durkheim).

9 Il discorso epistemologico sull’educazione
Tre orientamenti per le scienze dell’educazione: Le prospettive empiriste Le prospettive umanistiche Le prospettive materialiste

10 Le prospettive empiriste
Attenzione agli aspetti quantitativi dei fenomeni osservati Educazione intesa come tecnologia Educatore come maestro di tecniche Declinazioni interne a queste prospettive: Pragmatismo, filosofia analitica, neopositivismo, comportamentismo, cognitivismo

11 Prospettive umanistiche
Attenzione agli aspetti qualitativi Educazione intesa come pratica Educatore come artista Declinazioni interne a queste prospettive: Personalismo, problematicismo, fenomenologia, ermeneutica

12 Prospettive materialiste
Mediazione tra aspetti quantitativi e qualitativi Educazione intesa come struttura latente, come costrutto ideologico, come insieme di rappresentazioni Educatore come teorico dell’azione, come clinico, come co-costruttore Declinazioni interne a queste prospettive: Marxismo, strutturalismo, psicoanalisi, epistemologia della complessità, approcci sistemico-costruttivisti

13 ARCHEOLOGIA «La storia, nella sua forma tradizionale, si dedicava a memorizzare i monumenti del passato, a trasformarli in documenti e a far parlare quelle tracce che, in se stesse, non sono affatto verbali, o dicono tacitamente cose diverse da quella che dicono esplicitamente; oggi invece, la storia è quella, che trasforma i documenti in monumenti. […] C'era un tempo in cui l'archeologia, come disciplina dei monumenti muti, delle tracce inerti, degli oggetti senza contesto e delle cose abbandonate dal passato, tendeva alla storia e acquistava significato soltanto mediante la restituzione di un discorso storico; si potrebbe dire, giocando un poco con le parole, che attualmente la storia tenda all'archeologia, a1la descrizione intrinseca del monumento. » Foucault, 1969.

14 GENEALOGIA Non l’origine, ma l’inizio basso, minuto, discreto.
Il principio di un’apparizione, nel doppio senso di inizio e di legge singolare. La qualità di un istinto. Il momento di una nascita: la SUA provenienza. La positività di un’emergenza, di uno scontro. Nessuno ne è responsabile, nessuno può farsene gloria, ma si produce sempre nell’interstizio. Lo stacco. «La genealogia è grigia, meticolosa, pazientemente documentaria. […]. In breve un certo accanimento nell’erudizione. […] non si oppone alla storia come la vista dall’altera e profonda del filosofo allo sguardo di talpa del dotto; s’oppone al contrario al dispiegamento metastorico dei significati ideali e delle infinite teologie.Si oppone alla ricerca dell’origine.» Foucault, 1977.

15 «Solo un libro idealista, consciamente o inconsciamente, unifica […] vicende come se fossero capitoli “nel tempo” di un medesimo argomento. Un libro di pensieri che dovrebbero essere capiti indipendentemente dalla circolazione reale che essi hanno avuto: pensieri senza soggetti sociali e senza vettori materiali. Lo “spirito” è il nastro che raccoglie questi pensieri smaterializzati e distribuiti nella sequenza temporale.» Papi, 1978

16 «Occorre abituarci ad uno sguardo etnologico anche sui temi dell’educazione.» Papi, 1978
«Dal nostro punto di vista, è come se dicesse: “Una volta si picchiavano i bambini, oggi li rispettiamo: che bello sviluppo della coscienza pedagogica! Una volta i professori erano pedanti, oggi sono animatori divertenti!” Ecco, ci sarebbe una linea di sviluppo anche nella pedagogia. Una volta – diciamo – si facevano imparare a memoria i libri sacri, oggi invece si fa un gioco, si programma l'animazione o la ricerca di gruppo. Foucault permette di mettere in crisi quest’ottimismo razionalista: il progresso scientifico, quello pedagogico o politico, quest’idea di un cammino verso la verità.» Lezioni di Massa su Foucault postume

17 Tutti i discorsi sulla formazione, sull’educazione o istruzione, da quali linee di pensiero sono attraversati? Quali trame concettuali? Quali dottrine? Quali epistemologie? Quali filosofie? Psicologie? Pedagogie? Didattiche? per poter elaborare la confusività dei discorsi attuali sull’educazione occorre oltrepassare la fine della pedagogia, a cui fanno seguito, e attivare un’interrogazione di taglio teorico ed epistemologico. PENSARE L’EDUCAZIONE non il carattere epocale di questa domanda, ma la sua radicalità teoretica interessa. Il compito filosofico di una pedagogia in quanto filosofia dell’educazione. Si apre lo spazio per una «clinica della formazione » come metodologia critico-riflessiva sulle rappresentazioni, sugli affetti e sui dispositivi in atto nelle istituzioni scolastiche.

18 La pedagogia è una scienza autonoma?
Dispositivo. Sistema incorporeo di procedure in atto; come metafora meccanica, giuridica e militare, restituisce la consistenza e la positività del sapere pedagogico nel senso di una archeologia e una tecnologia delle scienze umane (Massa). La pedagogia è una scienza autonoma? Esiste una formazione discorsiva, sufficientemente consolidata, che copre questo ambito. Necessità di una archeologia del sapere pedagogico. Cfr. Foucault. Cosa studia la pedagogia? la struttura profonda e specifica dell’accadere educativo e dei suoi dispositivi (spazi, tempi, corpi e simboli).

19 Materialità educativa
Educazione = dispositivo pratico-discorsivo di soggettivazione e di assoggettamento (Foucault) Perché non pensare a una effettualità intrinseca del momento educativo come materialità e proceduralità in atto in qualunque esperienza umana (in qualunque ambito di esperienza e in qualunque fase della vita) ? ACCADERE EDUCATIVO: spazi, tempi, simboli e corpi.


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