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LA DIDATTICA INTEGRATA E dall’osservazione alla didattica

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Presentazione sul tema: "LA DIDATTICA INTEGRATA E dall’osservazione alla didattica"— Transcript della presentazione:

1 LA DIDATTICA INTEGRATA E dall’osservazione alla didattica
IL DOCENTE INCLUSIVO: dall’osservazione alla didattica Cadorago, 23 ottobre Insegnante Nicola Molteni - Docente specializzato scuola primaria N. Molteni - docente specializzato 1

2 N. Molteni - docente specializzato
2 N. Molteni - docente specializzato

3 IL CONCETTO DI “BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE”
QUALSIASI DIFFICOLTA’, TRANSITORIA O PERMANENTE, DI TIPO PSICOLOGICA, MOTORIA, COMPORTAMENTALE, RELAZIONALE, RELATIVA ALL’APPRENDIMENTO O DERIVANTE DA SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO O CULTURALE Un bambino ha un BES quando il suo funzionamento nell’apprendimento, nello sviluppo e nell’educazione incontra qualche problema. Pertanto necessita di un intervento specifico e mirato all’inclusione. Le difficoltà di apprendimento comportano una difficoltà nell’insegnamento N. Molteni - docente specializzato 3

4 N. Molteni - docente specializzato
BES APPRENDIMENTO SVILUPPO EDUCAZIONE INTERVENTI SPECIFICI MIRATI N. Molteni - docente specializzato 4

5 Necessità di NUOVI STILI DIDATTICI
COMPLESSITA’ DELL’INCLUSIONE INCLUSIONE: modificare l’ambiente in funzione delle diversità al fine di consentire la piena espressione delle caratteristiche individuali di ciascuno. TENER CONTO DI ALCUNE CRITICITA’: A. Complessità ambientale interna:  SCUOLA B. Complessità ambientale esterna:  FAMIGLIA, EXTRASCUOLA C. Complessità funzionale dovuta alla disabilità  INDIVIDUALE (Non sempre GRAVITA’ = COMPLESSITA’) Necessità di NUOVI STILI DIDATTICI N. Molteni - docente specializzato 5

6 Riferimento al modello ICF
IL CONTESTO Inteso come COMPLESSITA’ relativa alla situazione di DISABILITA’ (caratteristiche individuali, affettive, relazionali, ambientali) Il team docenti deve ARMONIZZARE la lettura del contesto secondo uno schema condiviso di strumenti concettuali Ottica attenta al BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE (BES) Riferimento al modello ICF (Classificazione internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) N. Molteni - docente specializzato 6

7 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
IL MODELLO ICF Partenza dallo STATO DI SALUTE, e non di malattia, del soggetto Valutazione delle: CONDIZIONI FISICHE CONDIZIONI DI CONTESTO FACILITANO O LIMITANO il funzionamento della persona Tutti possiamo incontrare difficoltà di varia natura Si possono evidenziare BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI N. Molteni - docente specializzato 7

8 N. Molteni - docente specializzato
PUNTI DI FORZA ICF 1. Fornisce una visione più completa della persona 2. Usa un linguaggio che prevede una visione ECOLOGICA 3. Considera lo stato di salute e il funzionamento di una persona = INTERAZIONE di molteplici fattori: - riferiti alla persona medesima - riferiti al contesto in cui vive 4. Fornisce una prospettiva che consente di costruire un PEI relativo a un possibile PROGETTO DI VITA 5. Coinvolge una MOLTEPLICITA’ DI “ATTORI” : famiglia, scuola, servizi sanitari, risorse del territorio N. Molteni - docente specializzato 8

9 N. Molteni - docente specializzato
Condizioni fisiche (disturbo o malattia) Funzioni corporee Strutture corporee Attività personali Partecipazione sociale Fattori contestuali Fattori ambientali Fattori personali Modello di funzionamento della persona proposto dall’OMS N. Molteni - docente specializzato 9

10 N. Molteni - docente specializzato
Diagnosi Conoscenza alunno Condizioni fisiche Storia clinica Funzioni corporee Attività personali Partecipazione sociale Ambientali Fattori contestuali Personali Attenzione Funzioni mentali Memoria Ragionamento e calcolo PEI Attività personali Autonomia Linguaggio e comunicazione Relazioni interpersonali Partecipazione sociale Apprendimento scolastico (discipline) Ruoli extrascolastici Fattori contestuali personali Autostima / Autoefficacia N. Molteni - docente specializzato 10

11 N. Molteni - docente specializzato
Funzioni mentali Funzioni mentali globali: orientamento spaziale, temporali, intellettive Funzioni mentali specifiche: attenzione, memoria, funzioni psicomotorie, emozionali, percettive (uditiva, visiva…), del pensiero (componente ideativa della mente: ritmo,forma, contenuto, controllo del pensiero) Funzioni cognitive di livello superiore: astrazione, gestione del tempo, organizzazione e pianificazione ( materiale scolastico e compiti ) flessibilità cognitiva, capacità di giudizio, problem solving (o soluzione di problemi) Funzioni mentali del linguaggio: recezione e produzione orale e scritta, non verbale Funzioni di calcolo: semplice e complesso N. Molteni - docente specializzato 11

12 N. Molteni - docente specializzato
Indicatori educativi e didattici delle discipline Discipline espressive: recezione, produzione, competenza metalinguistica, abilità (ITALIANO, L2, L3, ARTE, MUSICA) Discipline legate a contesti concreti e manipolabili: conoscenze di base, abilità, competenza lessicale, generalizzazione (STORIA, GEOGRAFIA, SCIENZE, TECNOLOGIA - applicazione delle conoscenze – ED. MOTORIA - gestione della forma fisica ed esperienza del sé -) calcolo semplice e complesso (soprattutto sc. secondaria) Matematica: geometria: calcolo semplice e complesso, discriminazione e generalizzazione Accanto ad ogni OBIETTIVO, indicare attività FORMATIVE Indicare forme di VERIFICA E VALUTAZIONE N. Molteni - docente specializzato 12

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Esemplificazione: alunno con R.M. medio-lieve Funzioni mentali globali: - orientamento spaziale: nella norma orientamento temporale: difficoltà riferita, in particolare,, a sequenze logico-temporali anche semplici. funzioni intellettive: presenza di un ritardo mentale medio-lieve, con caduta delle performance in ambito linguistico Funzioni mentali specifiche: attenzione: focale, in riferimento ad uno stimolo iconico e di breve durata. Livello di concentrazione migliorato, anche se non sempre adeguato alla prestazione richiesta. memoria: compromessa quella a lungo termine, se riferita ad apprendimenti scolastici, mentre le performance migliorano se legate ad un contesto affettivo. Migliore la memoria a breve termine. funzioni psicomotorie: permane qualche difficoltà a livello di prassia, soprattutto in riferimento a quelle complesse; equilibrio precario, non sempre riesce a dosare la forza fisica in funzione di uno scopo (ipertonia). funzioni emozionali: spesso non è in grado di controllare la propria impulsività; tende ad essere dipendente dall’adulto e, talvolta, assume atteggiamenti oppositivi. - funzioni percettive: difficoltà nella selezione dello stimolo in presenza di distrattori interni od esterni. funzioni del pensiero (componente ideativa, controllo del pensiero): risultano notevolmente deficitarie. Funzioni cognitive di livello superiore: - astrazione: non possiede competenze di astrazione. gestione del tempo:. più il compito è semplice e suddiviso in operazioni sequenziali, maggiore è la sua capacità di rispettare i tempi assegnati. Spesso, a causa della sua difficoltà nell’autocontrollo emotivo, esegue le consegne date con eccessiva fretta. - flessibilità cognitiva: deficitaria. giudizio: emette un giudizio di merito in relazione alle proprie competenze o difficoltà o ai propri vissuti, spesso ancorato alla realtà della situazione, con manifestazioni eccessive di euforia. - soluzione di problemi: buone competenze di problem solving. N. Molteni - docente specializzato 13

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Funzioni mentali del linguaggio: - recezione del linguaggio verbale orale, verbale scritto, non verbale: comprende i messaggi orali. Le capacità di ascolto sono migliorate, anche se ancora influenzate dal basso livello di attenzione e concentrazione prestato e anche dalla difficoltà di comprensione del significato di parole. Il linguaggio verbale scritto è limitato alla scrittura di alcune parole bisillabe e trisillabe piane conosciute. espressione del linguaggio verbale orale: presenta difficoltà fonologiche di vario genere ed è in grado di formulare semplici frasi di uso quotidiano. Spesso non vi è concordanza tra genere e numero e tra soggetto e predicato. Decisamente migliore l’uso del linguaggio in funzione comunicativa: le informazioni sono sempre più precise e numerose. Funzioni di calcolo: calcolo semplice: opera sulle dita entro il 10 con sicurezza, entro il 20 sulla linea dei numeri. Conosce i numeri entro il 20. calcolo complesso: opera con sottrazioni e addizioni entro il 20 sulla linea dei numeri. Funzioni dell’esperienza di sé e del tempo: - esperienza di sé: non adeguata. - immagine corporea: abbastanza adeguata. esperienza del tempo: maggiormente consapevole, soprattutto in relazione alla successione delle attività didattiche quotidiane N. Molteni - docente specializzato 14

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MOMENTI DELL’ OSSERVAZIONE Osservazione Attenzione al soggetto disabile Rilevazione docente alunno Comunicazione Riflessione N. Molteni - docente specializzato 15

16 “Elementi da considerare nell’analisi della situazione di partenza
(anche per la stesura di prove di ingresso) di alunni in situazione di handicap o di difficoltà di apprendimento” QUADRO GENERALE ELEMENTI SPECIFICI Aspetto cognitivo: funzioni mentali superiori (attenzione e mem.) stile di apprendimento strategie di problem solving organizzazione spazio-temporale sviluppo psicomotorio b. Aspetto comunicazione: competenze linguistiche uso pragmatico della comunicazione curiosità cognitiva c. Aspetto autonomia: personale sociale d. Area apprendimenti: strumentalità di base generalizzazione apprendimenti Sociale/relazionale: nel gruppo In situazioni di lavoro individuale In situazioni informali b. Ambientale: rispetto dei tempi adattamento alle attività (impegno) curiosità cognitiva N. Molteni - docente specializzato 16

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STRUMENTI OGGETTIVI Strumento Cosa Come e Quando Indicatori Cecklist Elenco/descrizione di comportamenti, abilità, capacità, competenze definiti a priori. Si barra la voce che interessa. All’inizio e alla fine dell’anno scolastico. ° Presenza ° Assenza °Graduazione (da un livello 1 a 5) Griglie di Osservazione Analisi di obiettivi da raggiungere (utilizzabili anche per la programmazione e la verifica). All’inizio, in itinere e alla fine dell’anno scolastico. ° Sì ° No ° In parte Questionario sociometrico Diagnosi sul clima della classe e sul livello di integrazione di ogni singolo alunno. Si rilevano le preferenze date o non date e si incrociano i dati. ° Leader ° Gregario ° Coesione del gruppo N. Molteni - docente specializzato 18

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IL COMPORTAMENTO PROBLEMA Si considera il comportamento problema come una risposta ad un certo stimolo (es. situazione rumorosa), finalizzata all’ottenimento di un risultato considerato positivo (es. allontanarsi dalla situazione rumorosa). Identificata la funzione comunicativa di un certo comportamento problema, si può orientare l’intervento educativo verso l’apprendimento di una forma più adeguata di comunicazione(ad esempio chiedere: Posso uscire? = Indicare la porta o carte di comunicazione). STIMOLO REAZIONE ALUNNO RISPOSTA AMBIENTE N. Molteni - docente specializzato 19

20 Scheda per la raccolta dei dati con diagramma
Studente______________. Data inizio___________. Comportamento target_________. Data fine__________. Es. battere la testa sul pavimento N. Molteni - docente specializzato 20

21 N. Molteni - docente specializzato
Esecuzione azioni/comunicazione Vengono definiti: il contesto in cui avviene il processo di comunicazione/esecuzione la modalità di comunicazione le funzioni (scopi) per le quali viene messa in atto la comunicazione N. Molteni - docente specializzato 21

22 N. Molteni - docente specializzato
ELENCO COMPORTAMENTI PROBLEMA 1. NON E’ ABBASTANZA CONCENTRATO 2. E’ DISTRATTO PER QUASI TUTTO IL TEMPO 3. SI ALLONTANA DAL PROPRIO POSTO 4. PARLA A VOCE ALTA/FISCHIETTA/ RIDE 5. INTERROMPE I COMPAGNI NEL LORO LAVORO 6. NON PORTA A TERMINE IL LAVORO 7. INTERROMPE LA LEZIONE 8. SI OPPONE/RIFIUTA CONSEGNE DI LAVORO O REGOLE 9. AGGREDISCE I COMPAGNI/LE LORO COSE 10. ALTRO Legenda relativa al setting: Cl = in classe In = nel rapporto individualizzato D = presenza del solo docente di classe S = presenza del solo o anche del docente di sostegno N. Molteni - docente specializzato 22

23 N. Molteni - docente specializzato
Osservazione strutturata settimanale Modalità compilazione: Indicare il numero del comportamento problema / setting di lavoro Settimana dal __________ al _______________ Docente/e rilevatore/i: _________________________________ LUN MAR MER GIO VEN SAB 1^ 2^ 3^ Intervallo 4^ 5^ Mensa 6^ 7^ N. Molteni - docente specializzato 23

24 Osservazione tipologia comportamento problema
Tipo di comportamento : ____________________________________________________ Data: ____________ Contesto: ___________________ Docente: ________________ Descrizione comportamento Fattori antecedenti Risposte Fattori conseguenti ________________ N. Molteni - docente specializzato 24

25 Griglia di rilevazione comportamento problema
F R E Q U N Z A S T I M L NUMERO DI SETTIMANE N. Molteni - docente specializzato 25

26 N. Molteni - docente specializzato
INTERVENTI Avvertimento Richiamo verbale Ipercorrezione Blocco fisico Punizione Time-out Allontanamento Indifferenza E’ importante evitare qualsiasi giudizio od intervento che incida sull’immagine di sé e sull’autostima. La esemplificazione, da parte del docente, di un COMPORTAMENTO POSITIVO SOSTITUTIVO, invece, è estremamente funzionale. Ancor più funzionale pare essere la definizione di un contratto educativo tra l’adulto e l’alunno. N. Molteni - docente specializzato 26

27 N. Molteni - docente specializzato
IO SOTTOSCRITTO ____________________________ , ALUNNO DELLA CLASSE _________________, CERCHERO ’ DI RISPETTARE I SEGUENTI IMPEGNI PER LE PROSSIME ____ SETTIMANE: 1. ALZARE LA MANO PER AVERE IL PERMESSO DI PARLARE . RESTARE SEDUTO AL BANCO PER ALMENO 5 MINUTI SE RISPETTERO’ QUESTI DUE IMPEGNI PER OGNI ORA DI LEZIONE, AVRO’ LA POSSIBILITA’ DI : FARE UN DISEGNO 5 MINUTI PRIMA DEL TERMINE DELLE LEZIONI SE NON RIUSCIRO’ A RISPETTARE GLI IMPEGNI NON POTRO’ SVOLGERE L’ATTIVITA’ CHE HO SCELTO. L’alunno Gli insegnanti ___________________ _____________________ Data e luogo, __________________ N. Molteni - docente specializzato 27

28 Modalità di stesura del CONTRATTO
1. Definire con l’alunno i comportamenti problema su cui agire. 2. Trasformare il comportamento problema in modalità positiva di azione. Es: “ ALZA LA MANO PER AVERE IL PERMESSO DI PARLARE” Invece di “ NON PARLARE SENZA AVERE IL PERMESSO DA ME”. Es: “RESTA SEDUTO AL BANCO PER ALMENO 5 MINUTI” “NON CONTINUARE AD ALZARTI DAL BANCO” N. Molteni - docente specializzato 28

29 N. Molteni - docente specializzato
3. All’inizio definire 2 max 3 comportamenti su cui agire 4. Individuare una gratificazione da realizzare e che non sia di disturbo alla classe 5. Procedere ad una costante valutazione 6. Favorire l’autovalutazione 7. Restituire gli esiti attraverso un feed-back ragionato e costruttivo 8. Rendicontare anche alla famiglia e proporre strumenti simili 9. Individuare forme diverse di rilevazione dei risultati 10 Non rendere complessa la stesura del contratto e la rilevazione N. Molteni - docente specializzato 29

30 Controllo del contratto
Settimana dal ______ al ___________ LUN MAR MER GIO VEN SAB 1^ 2^ 3^ Intervallo 4^ 5^ Mensa 6^ 7^ TOTALE Restare seduto per almeno 10 minuti consecutivi per ogni ora di lezione Alzare la mano per chiedere di bere Alzare la mano prima di intervenire e aspettare il permesso Condizione minima: 2 faccine per ogni ora Premio: 5 minuti di disegno o aiuto insegnante ogni 4 faccine N. Molteni - docente specializzato 30

31 N. Molteni - docente specializzato
DALL’INTEGRAZIONE ALL’INCLUSIONE INTEGRAZIONE: - considera gli alunni disabili considera prima l’individuo e poi l’ambiente favorisce una risposta specialistica ha una finalità compensatoria (AGISCE SUI “RESIDUI”) INCLUSIONE: considera tutti gli alunni considera prima l’ambiente (contesto) e poi l’individuo favorisce una risposta ordinaria (non speciale) ha una finalità sociale: interazione tra tutti gli “ATTORI” Nell’inclusione, l’approccio è MULTIDIMESIONALE e le risposte didattiche sono POLIDIMESIONALI. N. Molteni - docente specializzato 31

32 N. Molteni - docente specializzato
LE 3 D: DISABILITA’ – DIFFICOLTA’- DIFFERENZA ABILITA’: “Mettere in atto una serie di azioni in modo rapido ed efficiente per raggiungere uno scopo con un minimo dispendio di risorse” (Stella) DISABILITA’: incapacità ad eseguire azioni in modo veloce Ciò che si manifesta della DISABILITA’. Sono difficoltà di vario genere: personali sociali scolastiche “Tutti i bambini possono imparare e tutti i bambini sono tra loro diversi” (UNESCO). DIVERSITA’ come elemento non discriminante. STILI DI APPRENDIMENTO diversi MODELLO SOCIALE DELLE DIFFERENZE INDIVIDUALI N. Molteni - docente specializzato 32

33 DISFUNZIONALI. NUOVI STILI DI INSEGNAMENTO
LA NEURODIVERSITA’ LE PERSONE POSSONO COMPORTARSI E PENSARE IN MODO DIVERSO LE UNE DALLE ALTRE. TALI DIFFERENZE NON SONO NECESSARIAMENTE DISFUNZIONALI. DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO = DIFFICOLTA’ DI INSEGNAMENTO DIFFERENZE DI APPRENDIMENTO = DIFFERENZE DI INSEGNAMENTO LE NEURODIVERSITA’ PORTANO I DOCENTI A UTILIZZARE NUOVI STILI DI INSEGNAMENTO N. Molteni - docente specializzato 33

34 N. Molteni - docente specializzato
STILI DI APPRENDIMENTO STILE VISIVO - VERBALE I mammiferi (Mammalia, Linnaeus 1758) sono una classe di vertebrati appartenente al phylum dei Cordati, a diffusione cosmopolita. La classe dei Mammiferi conta circa specie (5420)[1] attualmente viventi, variabili in forma e dimensioni dai pochi centimetrI… Usa quasi esclusivamente il CODICE SCRITTO. L’alunno impara leggendo. N. Molteni - docente specializzato 34

35 STILE VISIVO – NON VERBALE
Usa MAPPE, DISEGNI, PAROLE-CHIAVE, GRAFICI, COLORI… Fa riferimento al VISUAL LEARNING: comprensione e memorizzazione di un concetto attraverso IMMAGINI MENTALI (statiche o dinamiche). N. Molteni - docente specializzato 35

36 N. Molteni - docente specializzato
UDITIVO Si basa molto sull’ASCOLTO: assistere alla spiegazione, partecipare a discussioni, registrare le lezioni, ascoltare le lezioni, cd, libri digitali, usare libri digitali … CINESTETICO Fa svolgere ATTIVITA’ CONCRETE per comprendere gli argomenti. N. Molteni - docente specializzato 36

37 N. Molteni - docente specializzato
STILI DI INSEGNAMENTO VERBALE ANALITICO VISUALE SISTEMATICO GLOBALE INTUITIVO N. Molteni - docente specializzato 37

38 N. Molteni - docente specializzato
APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO SCOPO INSEGNAMENTO: rendere l’apprendimento SIGNIFICATIVO (Ausubel e Novak). N. Molteni - docente specializzato 38

39 N. Molteni - docente specializzato
Modello di STELLA - GRANDI N. Molteni - docente specializzato 39

40 N. Molteni - docente specializzato
Tipologie didattica DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA DIDATTICA PERSONALIZZATA DIDATTICA INTEGRATA Obiettivi comuni o simili Obiettivi, contenuti e attività come fine dell’insegnamento Semplificazione percorso apprendimento Obiettivi simili o differenti Obiettivi, contenuti, attività diversi e fine dell’insegnamento Riduzione e differenziazione apprendimento Obiettivi comuni, simili e differenti Obiettivi, contenuti come mezzo e non fine Attenzione al processo di integrazione N. Molteni - docente specializzato 40

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Didattica individualizzata Adeguare insegnamento alle caratteristiche individuali degli alunni: A. Valuta i prerequisiti cognitivi Obiettivi formativi comuni B. Stimola le capacità linguistiche C. Valorizza i ritmi di apprendimento N. Molteni - docente specializzato 41

42 N. Molteni - docente specializzato
Didattica personalizzata Individuare obiettivi, contenuti e attività specifiche per ogni singolo allIevo Le caratteristiche della personalizzazione della didattica potranno essere: simili a quelle del gruppo classe; completamente differenti da quelle del gruppo classe Compito del docente: cercare di integrare i due percorsi Individualizzazione e personalizzazione non si escludono N. Molteni - docente specializzato 42

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Didattica integrata “Integrazione è un processo in continuo divenire in cui sia il gruppo ricevente sia i nuovi soggetti tendono a cambiamenti atti a consentire loro occasioni di condivisione di comuni conoscenze, di aiuto reciproco…” (Gelati) Integrazione NON E’ far svolgere attività completamente diverse Integrazione NON E’ trascorrere la maggior parte del tempo fuori dalla classe Passare a una DIDATTICA INTEGRATA - eterogeneità come normalità discipline come MEZZO e non come fine per promuovere la personalità N. Molteni - docente specializzato 43

44 Passare a una DIDATTICA INCLUSIVA
Il docente inclusivo E’ capace di: - creare un clima di classe inclusivo (accettazione e rispetto delle diversità) adattare stile di insegnamento, strategie, materiali, tempi, tecnologie sviluppare un approccio cooperativo sviluppare una didattica metacognitiva trovare punti di contatto tra la programmazione di classe e quella personalizzata/ individualizzata modificare strategie … durante il percorso di insegnamento/apprendimento favorire la creazione di reti relazionali (famiglia, enti specialistici…) Passare a una DIDATTICA INCLUSIVA N. Molteni - docente specializzato 44

45 PER INTEGRARE IL CURRICOLO
(per alunni diversamente abili) Programmare attentamente conoscenze e abilità che dovranno acquisire (analisi programmazione di classe) 2. Considerare obiettivi presenti nel PEI in riferimento a: autonomia abilità sociali strategie di apprendimento Quali inserire nella didattica integrata? 3. Procedere ad osservazione e valutazione sistematiche per individuare altre abilità necessarie N. Molteni - docente specializzato 45

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CONCLUSIONI Nelle classi sono presenti ormai molti alunni con BES: DSA diversamente abili ADHD DSL altre tipologie Ciò comporta una MODIFICA della modalità ORGANIZZATIVA nella gestione della classe e l’uso di una DIDATTICA FLESSIBILE al livello di: STRATEGIE METODOLOGIE STRUMENTI MEDIATORI TEMPI SPAZI N. Molteni - docente specializzato 47

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INCLUDERE nuove modalità operative = favorire INCLUSIONE dell’alunno. La qualità della scuola può essere giudicata solo in base alla capacità del corpo docenti di RINNOVARSI e di passare ad una DIDATTICA INCLUSIVA ! DOCENTE ALUNNO / DIFFICOLTA’ DIDATTICA FLESSIBILE PEI N. Molteni - docente specializzato 48

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TRA DOCENTE DI SOSTEGNO E DOCENTE CURRICOLARE Errate convinzioni L’ins. di sostegno come unico titolare dell’insegnamento all’alunno disabile L’ins. curricolare crede di non avere titolo o competenza per operare con l’alunno disabile Considerare l’ins. di sostegno come un docente predisposto alla “cura” e al controllo dell’alunno disabile N. Molteni - docente specializzato 49

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Perché un’interazione? La stesura e la realizzazione del PEI dev’essere opera di tutto il corpo docente L’ins. padroneggia meglio i contenuti disciplinari e, quindi, la selezione degli obiettivi didattici per la classe. L’ins. di sostegno conosce meglio le caratteristiche delle patologie e le relative metodologie e, quindi, è maggiormente in grado di selezionare obiettivi didattici individualizzati o personalizzati. N. Molteni - docente specializzato 50

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