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Konrad Lorenz ( ) Niko Tinbergen ( ) Etologia

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Presentazione sul tema: "Konrad Lorenz ( ) Niko Tinbergen ( ) Etologia"— Transcript della presentazione:

0 Psicologia del corso di vita dott. Francesca Federico
CLASS Psicologia del corso di vita Docenti: prof. Anna Silvia Bombi dott. Francesca Federico L’etologia

1 Konrad Lorenz ( ) Niko Tinbergen ( ) Etologia  anni '70: il comportamento istintivo viene riesaminato dall'etologia ramo della zoologia studio comparato del comportamento influsso crescente sulla psicologia dello sviluppo §       metodi di indagine §       concetti descrittivi §       teorie esplicative Tre libri da non perdere: L’anello di re Salomone Il cosiddetto male E l’uomo incontrò il cane

2 I 4 quesiti-base dell’etologia [Hinde, 1982]
quali sono le cause immediate di un dato comportamento? come si è formato un dato schema di comportamento nel corso dell'ontogenesi? qual è la funzione adattiva di un dato comportamento? come si è formato un dato schema di comportamento nel corso dell'evoluzione?  Assunti METODOLOGICI studiare il comportamento in condizioni naturali identificare il complesso di comportamenti tipici di una specie (etogramma)

3 Tipi di adattamenti filogenetici (Eibl-Eibesfeldt, 1984)
azioni istintive: decorso stereotipato di movimenti meccanismi scatenanti innati: risposte selettive a dati stimoli (es. fuga da predatore) disposizioni ad apprendere con facilità certi tipi di associazioni (periodi sensibili)  meccanismi motivazionali innati: provocano un'attività spontanea moduli comportamentali, che si evolvono, come gli organi, sulla base di programmi di sviluppo ereditati

4 Livelli di complessità delle azioni istintive
sistemi comportamentali = organizzazioni di coordinazioni ereditarie non fissato rigidamente concatenazioni = organizzazioni in sequenza di coordinazioni ereditarie, ove ciascuna azione scatena la successiva (es. predazione) obiettivo finale fisso, obiettivi intermedi variabili coordinazioni ereditarie o “azioni a schema fisso” Erbkoordination, “fixed action patterns” sequenze stereotipate di movimenti non divisibili in unità (sorriso, sbadiglio, pianto; beccata e posture di danza) "programmi" che specificano sequenze di movimenti da eseguire, attivati e disattivati da stimoli appropriati

5 Etologia e psicologia dello sviluppo
Nozione di imprinting e “periodo d’oro”: tipo particolare di apprendimento, rapido e indelebile, che può avvenire solo in un periodo critico Influsso su John Bowlby ( ): studia il legame tra genitori e bambino alla luce delle nozioni di comportamento istintivo e sistema comportamentale  Uso di metodi osservativi per lo studio delle relazioni tra bambini (Blurton Jones, Strayer)

6 Un esempio di studio etologico: i gruppi
In senso ampio un gruppo è una categoria sociale In senso più circoscritto un è un insieme di persone che si conoscono direttamente 2 persone = diade da 3 a 30 persone = piccolo gruppo Diversamente dalla diade nel gruppo in senso stretto possono esserci sottogruppi o coalizioni dissensi e conflitti Il gruppo si distingue da aggregazioni casuali per obiettivi condivisi norme di comportamento strutture (affettive, di potere, di ruolo)

7 Esistono gruppi di bambini?
Contesto delle relazioni tra bambini è la scuola dell’infanzia; quasi tutti i bambini italiani la frequentano se non dai 2-3 anni almeno dai 4-5. Studi anni ’30 e anni ’70: i prescolari non formano veri gruppi, si aggregano in modo epidermico Ricerche etnografiche: i bambini mostrano segni di appartenenza a un gruppo sociale diverso da quello degli adulti F. Strayer: approccio etologico studi osservativi delle interazioni a 2-3 anni forme embrionali di articolazione in gruppi verso i 5 anni: vere e proprie strutture affiliative (cricche) di dominanza (gerarchie)

8 Tipi di comportamenti osservati
Affiliativi Prossimità Orientamento sociale Contatto fisico Gesti posturali Rivolti verso compagni particolari; le preferenze, se contraccambiate, possono dare origine a cricche Altruistici Attività relative ad oggetti Attività cooperative Attività di aiuto Rivolti a bambini superiori gerarchicamente, servono a inibire l’aggressività dei più forti Aggressivi Attacco fisico Gesti di minaccia Conflitto competitivo Gesti di sottomissione Assenza di risposta Danno origine a una struttura di dominanza che ha un effetto regolatore dell’aggressività


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